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SentieriselvaggiMagazineN.01

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CANNES 65<br />

senza capire quanto il cinema già ne sia intriso.<br />

Questi premi di Cannes confermano definitivamente<br />

la paura del Contagion di Soderbergh,<br />

sempre più film bandiera del rigore, risposta fatale<br />

e fallimentare contro la crisi. L’appartamento<br />

confino di Haneke, la Napoli di cartapesta di<br />

Garrone, cinema fuori luogo, che si rinchiude da<br />

solo in un set grande fratello. Sei volgare, sei stato<br />

nominato. Ma quale Garrone? Monsieur Merde<br />

semmai, mostro di Carax che attraversa e squarcia<br />

i confini, in cerca della bellezza, cioè di una<br />

coincidenza tra la finzione e una verità. Altro che<br />

Cosmopolis: Mathieu Amalric semmai, folletto geniale<br />

che s’insinua tra le maglie della sicurezza<br />

e ci prende a torte in faccia. Apriamo gli occhi.<br />

Le gambe e il fiato mozzati di Audiard, Il vetro<br />

dell’ipocrisia infranto nel finale di di Kiarostami, il<br />

mondo di cartapesta di Wes Anderson squarciato<br />

dall’apocalisse dei sentimenti, la follia iconoclasta<br />

di Alina nell’intensità sottopressione di Mungiu,<br />

lo slittamento senza senso di Hong, l’irriverenza<br />

di Loach. Per non parlare, altrove, di Bertolucci,<br />

Wakamatsu, Gondry, Kaufman, Tsai Ming-liang. Il<br />

cinema cammina ancora a un passo diverso. Se<br />

Karma Police ci minaccia, non ci arrendiamo. For<br />

a minute there, i lost myself. (Aldo Spiniello)<br />

Post tenebras spero lucem. Un palmarès che assomiglia<br />

al film di Reygadas, con una trama senza<br />

coesione, disorientata e disorientante, che cede<br />

all’imperativo pratico (il filmino di famiglia dove<br />

Moretti immortala Garrone) e sprofonda nel nero<br />

terrificante di quelle tenebre dove i peggiori incubi<br />

diventano realtà (la palma d’oro all’arte mortifera<br />

e artefatta di Haneke). E che fine hanno fatto<br />

Audiard, le adolescenze fluttuanti di Nichols<br />

e, soprattutto, il magnifico Holy Motors di Carax,<br />

dove il pensiero (di cinema) devia dalla parola -<br />

Monsieur Merde e i suoi suoni inarticolati - per<br />

diventare immagine? In barba ad Haneke, uno<br />

slancio vitale si insinua come una smagliatura<br />

nel palmarès e ad esorcizzare il cinema (premiato<br />

a Cannes) dal demone della sua scomparsa ci<br />

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