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Scrivendo - Sara Ciardi, Grazia Ferretti

poesie 2.0

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Abbiamo perso l’entusiasmo, lo stupore,<br />

la curiosità di guardarci in faccia e di scoprirci,<br />

di capirci. È evidente, o insomma a me è evidente, lo vedo,<br />

quando mi capita di uscire con gente nuova.<br />

Si presentano, ti sorridono, piacere Luca, piacere Maria,<br />

e poi non ti fanno domande. Niente, nada, nüll.<br />

Non hanno neanche voglia, non sono curiosi di scoprire<br />

chi sei, cosa fai, cosa ti sta passando per la testa.<br />

Anzi, se chiedi ti guardano nervosi, disagiati,<br />

addirittura sospettosi, come a dirti “Perché mi chiedi,<br />

dove vuoi arrivare, cosa vuoi ottenere da me?”<br />

Ormai siamo diventate delle talpe semicieche,<br />

ogni tanto usciamo furtivi dalla tana<br />

per arraffare un pezzettino di Vita per sopravvivere,<br />

subito guardandoci alle spalle<br />

torniamo correndo ai nostri rifugi.<br />

Cazzo, fratello, siamo seduti a 10 centimetri di distanza,<br />

allo stesso tavolo di questo piccolo cazzuto locale<br />

e volenti o nolenti, stiamo condividendo il nostro tempo<br />

e il nostro spazio.<br />

Vengo in Pace. Guardami. Ho le mani in alto, nessuna arma,<br />

né coltelli, nè pistole, sono solo inoffensivamente<br />

desideroso di conoscerti.<br />

Piuttosto ora deponila tu la tua arma, quella rivoltella<br />

luminosa di selfies e likes, ecco, bravo, piano,<br />

poggiala a terra. Ora sì che iniziamo a ragionare.<br />

Qual é il tuo colore preferito?<br />

Perché ridi? Lo so, nessuno te lo chiede più da tanto tempo.<br />

Eppure ti ricordi, da bambini ce lo chiedavamo sempre<br />

e sapevamo i colori preferiti di tutti i nostri amici.<br />

Tu li sai i colori preferiti dei tuoi amici? Di tua mamma?<br />

Di tua sorella? Glielo hai mai chiesto?<br />

Hai paura del buio? Non ridere ancora.<br />

Ah secondo te é una domanda da bambini?<br />

Va bene, comunque io te lo confesso,<br />

ogni tanto ne ho ancora paura anche adesso che ho 25 anni.<br />

Guarda che ti vedo, ti tremano le mani,<br />

e con l’ occhio guizzi sempre verso la tua arma,<br />

la rivoltella luminosa, quanto vorresti acchiapparla<br />

e spararmi in piena faccia. Mi dispiace fratellone,<br />

quella rimarrà a terra per un po’,<br />

perché voglio parlarti ancora.<br />

Come si chiama la tua mamma? La vai spesso a trovare?<br />

Che cosa ti cucina?<br />

E di sera ogni tanto, ti capita ancora di sederti<br />

alla finestra, un po’ malinconico, a guardare il Cielo?<br />

Guarda che ti vedo, adesso hai improvvisamente gli occhi<br />

bassi, tristi. “No”, mi sussurri, “É da tanto<br />

che non lo guardo, mi metto a letto,<br />

guardo un po’ il telefono,<br />

poi mi addormento...Mi..Mi dispiace.”<br />

Lo vedo che le tue parole tentennano ora<br />

e la tua arma non la cerchi più, anzi quasi te ne vergogni.<br />

E alla fine, finalmente, ecco che ti vedo, rialzi la testa<br />

con gli occhi in lacrime, mi guardi, sorridi.<br />

Finalmente fratello, finalmente stiamo davvero comunicando.

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