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Abbiamo perso l’entusiasmo, lo stupore,<br />
la curiosità di guardarci in faccia e di scoprirci,<br />
di capirci. È evidente, o insomma a me è evidente, lo vedo,<br />
quando mi capita di uscire con gente nuova.<br />
Si presentano, ti sorridono, piacere Luca, piacere Maria,<br />
e poi non ti fanno domande. Niente, nada, nüll.<br />
Non hanno neanche voglia, non sono curiosi di scoprire<br />
chi sei, cosa fai, cosa ti sta passando per la testa.<br />
Anzi, se chiedi ti guardano nervosi, disagiati,<br />
addirittura sospettosi, come a dirti “Perché mi chiedi,<br />
dove vuoi arrivare, cosa vuoi ottenere da me?”<br />
Ormai siamo diventate delle talpe semicieche,<br />
ogni tanto usciamo furtivi dalla tana<br />
per arraffare un pezzettino di Vita per sopravvivere,<br />
subito guardandoci alle spalle<br />
torniamo correndo ai nostri rifugi.<br />
Cazzo, fratello, siamo seduti a 10 centimetri di distanza,<br />
allo stesso tavolo di questo piccolo cazzuto locale<br />
e volenti o nolenti, stiamo condividendo il nostro tempo<br />
e il nostro spazio.<br />
Vengo in Pace. Guardami. Ho le mani in alto, nessuna arma,<br />
né coltelli, nè pistole, sono solo inoffensivamente<br />
desideroso di conoscerti.<br />
Piuttosto ora deponila tu la tua arma, quella rivoltella<br />
luminosa di selfies e likes, ecco, bravo, piano,<br />
poggiala a terra. Ora sì che iniziamo a ragionare.<br />
Qual é il tuo colore preferito?<br />
Perché ridi? Lo so, nessuno te lo chiede più da tanto tempo.<br />
Eppure ti ricordi, da bambini ce lo chiedavamo sempre<br />
e sapevamo i colori preferiti di tutti i nostri amici.<br />
Tu li sai i colori preferiti dei tuoi amici? Di tua mamma?<br />
Di tua sorella? Glielo hai mai chiesto?<br />
Hai paura del buio? Non ridere ancora.<br />
Ah secondo te é una domanda da bambini?<br />
Va bene, comunque io te lo confesso,<br />
ogni tanto ne ho ancora paura anche adesso che ho 25 anni.<br />
Guarda che ti vedo, ti tremano le mani,<br />
e con l’ occhio guizzi sempre verso la tua arma,<br />
la rivoltella luminosa, quanto vorresti acchiapparla<br />
e spararmi in piena faccia. Mi dispiace fratellone,<br />
quella rimarrà a terra per un po’,<br />
perché voglio parlarti ancora.<br />
Come si chiama la tua mamma? La vai spesso a trovare?<br />
Che cosa ti cucina?<br />
E di sera ogni tanto, ti capita ancora di sederti<br />
alla finestra, un po’ malinconico, a guardare il Cielo?<br />
Guarda che ti vedo, adesso hai improvvisamente gli occhi<br />
bassi, tristi. “No”, mi sussurri, “É da tanto<br />
che non lo guardo, mi metto a letto,<br />
guardo un po’ il telefono,<br />
poi mi addormento...Mi..Mi dispiace.”<br />
Lo vedo che le tue parole tentennano ora<br />
e la tua arma non la cerchi più, anzi quasi te ne vergogni.<br />
E alla fine, finalmente, ecco che ti vedo, rialzi la testa<br />
con gli occhi in lacrime, mi guardi, sorridi.<br />
Finalmente fratello, finalmente stiamo davvero comunicando.