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Vivi Somma #2

In questo numero: Speciale Sant'Agnese; Giornata della Memoria, Giorgio Casale e Isaia Bianco; Mulino Malacrida; Una regina austriaca al Castello Visconti

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"La Grande <strong>Somma</strong> III"<br />

di Rolando Destri<br />

Chissà se un giorno per uno sfortunato evento si dovesse scavare sotto l’attuale<br />

piazza del cipresso cosa si potrebbe trovare.<br />

E’ noto e ci è stato tramandato che il territorio sommese era una selva sacra agli dei<br />

superiori, appoggiando proprio tali supposizioni ad una antichissima lapide trovata<br />

dove sorgevano in <strong>Somma</strong> gli Orti Albuzzi, praticamente dove prima c’era il nostro<br />

millenario cipresso (chissà che fine ha fatto quella lapide). Ormai da <strong>Somma</strong><br />

sparisce di tutto e di più, o magari poi torna miracolosamente.<br />

I cipressi sin dall’epoca romana erano considerati simboli d’immortalità, emblemi di<br />

vita eterna, proprio per la loro particolarità ad ergersi maestosi verso il cielo, come<br />

ad indicare il cammino verso un altro regno celeste. Gli antichi egizi, invece<br />

costruivano con il legno del cipresso le bare per i loro defunti che poi avrebbero<br />

dovuto intraprendere il lungo viaggio nell’aldilà. Noi cristiani invece diamo al<br />

cipresso, alla palma, al cedro e all’ulivo, il significato di croce, in quanto si pensa o<br />

meglio la leggenda vuole, che la croce di Gesù sia stata costruita con uno di questi<br />

quattro legni. Nelle civiltà orientali invece, sì da al cipresso il simbolismo del fuoco,<br />

in quanto la sua forma ricorda la fiamma e conseguentemente rappresentazione<br />

d’energia. Il cipresso è anche<br />

ritenuto per antonomasia un<br />

simbolo di mestizia, di pace, di<br />

raccoglimento, di ritiro in se stessi<br />

per la meditazione, per soffrire nel<br />

silenzio meditativo la mancanza di<br />

affetti perduti, motivo per cui<br />

compare spesso e frequentemente<br />

nei nostri cimiteri. Ci sono molte<br />

leggende sulle piante dei cipressi ..<br />

noi a <strong>Somma</strong> abbiamo la nostra. Si<br />

dice però che dopo la morte di<br />

piante pluricentenarie avverrà la<br />

fine del mondo (fortunatamente a<br />

<strong>Somma</strong> non è successo durante<br />

l’abbattimento del fulmine). Di altre<br />

invece si dice che furono piantate da<br />

personaggi leggendari come Carlo<br />

Magno, Attila, il paladino Orlando e<br />

altri ancora e alla loro fine è<br />

collegata qualche sventura nel<br />

mondo. Mi domando chi mai potrà<br />

aver piantato il nostro millenario<br />

cipresso e quale sventura possa<br />

essersi poi abbattuta nel mondo. Di<br />

una cosa però, sono più che certo e<br />

convinto, sotto quella che oggi è la<br />

nostra Piazza Cipresso sicuramente<br />

sono seppelliti uomini e donne<br />

dimenticate di un passato lontano,<br />

un passato che il tempo ha portato<br />

con se. Acquaforte di Cajo Eckerlin, 1833<br />

Fonte LombardiaBeniCulturali.it

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