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Vivi Somma #2

In questo numero: Speciale Sant'Agnese; Giornata della Memoria, Giorgio Casale e Isaia Bianco; Mulino Malacrida; Una regina austriaca al Castello Visconti

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"Com’era<br />

verde<br />

la a mia valle"<br />

di Rolando Destri<br />

Puoi girare il mondo in lungo e in largo, ma<br />

quando torni nella casa che ti ha visto<br />

nascere e crescere, stai sempre bene. Io<br />

amo <strong>Somma</strong> Lombardo, ci sono nato, ho<br />

passato la mia infanzia correndo in boschi<br />

oggi inimmaginabili per un ragazzino, dove<br />

con piccoli rami di robinia, realizzavo<br />

archi e frecce. Crescendo, alcuni angoli<br />

di quei boschi, erano diventati il ritrovo<br />

di piccole bande di ragazzi, cui una sola<br />

cosa importava, divertirsi nella nostra<br />

grande foresta di Sherwood.<br />

Correre con biciclette sgangherate, tra<br />

piccoli viottoli che costeggiavano rigagnoli<br />

d’acqua fresca e limpida, tra paludi<br />

incontaminate vicino ad Arsago, ci dava la<br />

sensazione di cavalcare magnifici destrieri<br />

alla ricerca del Santo Graal.<br />

Ci sentivamo allegri folletti, nei boschi<br />

delle fate. Col tempo, crescendo, ho<br />

scoperto ogni angolo di <strong>Somma</strong>, ogni<br />

viottolo, ogni strada, piazza, bar, cinema,<br />

oratorio e chiese,<br />

tante chiese. La strada più frequentata<br />

d’estate, era quella che ci portava al<br />

Ticino (la nostra Rimini), dove passavamo<br />

intere giornate, ascoltando le musiche,<br />

che piccoli mangiadischi, tenuti<br />

come reliquie, ci permettevano di<br />

sognare ad occhi aperti,<br />

dimenticando scuola e lavoro.<br />

Quella era la nostra estate, l’estate della<br />

gioventù, l’estate della spensieratezza.<br />

Allontanarsi, non fuggire, è stato triste,<br />

ma la vita impone ad ognuno di noi scelte<br />

che spesso possono apparire obbligate.<br />

Sono passati molti anni da quelle<br />

meravigliose estati. Gli amici però sono<br />

sempre gli stessi, qualche capello in<br />

meno, qualche chilo in più, ma sempre<br />

grandi amici. Anche le ragazze di un<br />

tempo, sono molto cambiate, ora<br />

sono donne, madri e mogli.<br />

<strong>Somma</strong> invece ha cambiato abito, non<br />

indossa più i colori dell’estate e della<br />

primavera, ma il grigiore dell’inverno, il<br />

grigiore del cemento. E’ cambiata, non<br />

è più la mia verde valle e i boschi delle<br />

fate hanno fatto posto a draghi volanti<br />

che hanno deturpato tutto. Anche la città<br />

non è più la stessa, non vedo più gli<br />

angoli di storia di cui andavo fiero e non<br />

vedo più i vecchi negozi e gli antichi<br />

mestieri. Ora solo grandi capannoni di<br />

centri commerciali, pieni di tutto e tanta<br />

gente, ma dove il buongiorno è una parola<br />

dimenticata e il sorriso scordato. Persino<br />

il viale della stazione, non mi da più<br />

quella sensazione di futuro, di viaggiare,<br />

ma solo quella di scappare, da una città<br />

morta.. morta negli occhi..<br />

Ma non nel cuore. Peccato!

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