21.03.2018 Views

Marzo 2018

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

▲▲▲<br />

▲<br />

LIVORNOnonstop<br />

10<br />

boia dé<br />

BOIA DÉ: - La pittura livornese (3ª puntata)<br />

Postmacchiaioli<br />

Riprendendo<br />

il<br />

discorso<br />

sui pittori<br />

livornesi<br />

interrotto<br />

il mese<br />

scorso e<br />

ricordando come lo avessimo<br />

iniziato assieme perché, primo<br />

boia dè, la terra labronica<br />

è considerata la progenitrice<br />

di qualcosa veramente e<br />

considerevolmente nuovo in<br />

territorio pittorico a partire<br />

dalla fine dell’ottocento e per<br />

tutta la prima parte del novecento,<br />

vorrei riprendere il discorso<br />

approfondendo la differenza<br />

della pittura inizialmente<br />

chiamata Postmacchiaiola<br />

e poi identificata col<br />

Gruppo Labronico, ed il maggior<br />

rappresentante dei pittori<br />

nati nella nostra città, Amedeo<br />

Modigliani. L’artista noto<br />

per le sue donne dal lungo<br />

collo, oltre che per la famosa<br />

beffa delle sue teste architettata,<br />

indipendentemente gli uni<br />

dall’altro, da tre geniali ‘mariuoli’<br />

ed un giovane pittore<br />

di Marco Rossi<br />

amaranto nel 1984, non produsse<br />

infatti una scuola nonostante<br />

il grande successo<br />

che, purtroppo soltanto postmortem,<br />

le sue opere hanno<br />

registrato. Il caso resta unico,<br />

apparentemente isolato<br />

dal suo stesso limpido stile,<br />

esclusivo ed inconfondibile,<br />

tragico nella ricerca di qualcosa<br />

di nuovo anche a costo<br />

di restar del tutto solo e non<br />

esser compreso da alcuno.<br />

Pure dal punto di vista umano<br />

la vita di Modigliani non<br />

ha lasciato molte tracce in<br />

città se è vero com’è vero<br />

che la stessa casa di nascita<br />

solo da lontani parenti è stata<br />

di recente riportata alla visitabilità<br />

dei molti che, scesi<br />

in porto nel corso di crociere,<br />

la cercano esplicitamente.<br />

Mario Puccini, invece, quello<br />

che, come abbiamo evidenziato<br />

il mese scorso (anche<br />

grazie alla tesi di laurea<br />

del 1980 della prof.ssa Daniela<br />

Bruzzone in Leonardini),<br />

è stato definito il van<br />

Gogh italiano, non solo spinse<br />

gli artisti che lo avevano<br />

conosciuto a fondare un’iniziativa<br />

tuttora in essere come<br />

il Gruppo Labronico ma, soprattutto,<br />

aprì la strada ad un<br />

nuovo modo di rappresentare<br />

con macchie il proprio vedere<br />

la realtà e le sue quotidianità.<br />

L’usar le macchie, come noto,<br />

era stato scoperto da quella<br />

ventina di frequentatori del<br />

Caffè Michelangelo a Firenze<br />

che accetteranno, proprio<br />

per questo, d’esser chiamati<br />

Macchiaioli.<br />

Formatosi a partire dal 1855,<br />

il movimento era nato come<br />

reazione all’inerzia formale<br />

delle Accademie anche in<br />

rapporto coi fermenti ideologici<br />

del Risorgimento. Alla<br />

sua base si trovava la teoria<br />

che la visione delle forme è<br />

creata dalla luce come macchie<br />

di colore distinte per una<br />

libertà formale perfettamente<br />

in linea coll’Impressionismo<br />

francese pressocchè<br />

contemporaneo.<br />

Teorico e critico fondamentale<br />

dei Macchiaioli era stato<br />

Diego Martelli (1839-1896),<br />

Giovanni Fattori: Autoritratto,<br />

1894, olio su tela, cm. 70x55 - Istituto<br />

Matteucci, Viareggio,<br />

castiglioncellese (in realtà,<br />

però, nato a Firenze) agiato<br />

che dilapidò quasi tutti i suoi<br />

averi, fra cui la casa paterna<br />

poi trasformata nell’attuale<br />

Castello Pasquini, nel sostegno<br />

degli amici pittori.<br />

Oltre al capostipite livornese<br />

Fattori, i principali esponenti<br />

della corrente furono i fiorentini<br />

Lega e Signorini col pisano<br />

Borrani, ma non tutti i<br />

Macchiaioli partirono assieme:<br />

alla prima ondata, diciamo<br />

così, oltre ai citati, appartennero<br />

anche il napole-<br />

▲<br />

Giovanni Fattori: La rotonda dei bagni Palmieri, 1866, olio su tavola, cm. 12 x 35 - Galleria d’Arte Moderna, Palazzo Pitti, Firenze.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!