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Marzo 2018

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LIVORNOnonstop<br />

12<br />

boia dé<br />

Cesare Bartolena: Partenza dei Volontari Garibaldini (1872), olio su tela, cm. 110x241 - Museo Fattori, Livorno<br />

▲<br />

per motivi storici perché<br />

raffigurante la Partenza dei<br />

volontari garibaldini dal<br />

Calambrone il 9 giugno 1860<br />

(l’evento è ricordato da un<br />

cippo sul luogo) ed in proposito<br />

val la pena di un piccolo<br />

approfondimento, perché i<br />

garibaldini cittadini furono<br />

migliaia, secondo boia dè!<br />

La partecipazione labronica<br />

alla spedizione dei Mille avvenne<br />

in più ondate: la prima<br />

(in 35 unità), con a capo il livornese<br />

Jacopo Sgarallino<br />

(1823-1879), lasciò il porto<br />

labronico il 1° di maggio col<br />

piroscafo Etruria per recarsi<br />

a Genova e quindi a Quarto<br />

dove s’imbarcò con il grosso<br />

del contingente sul piroscafo<br />

Lombardo il cui comandante<br />

era Nino Bixio ed il direttore<br />

di macchina Giuseppe Orlando<br />

(poi fondatore del Cantiere<br />

omonimo). La seconda (in<br />

77), agli ordini del fratello di<br />

Jacopo, Andrea (1819-1887),<br />

lasciò Livorno il 2 di maggio<br />

sulla tartana Adelina, sbarcò<br />

a Talamone il 5 e fu ordinata<br />

assieme ad altri in più compagnie,<br />

una delle quali ricevette<br />

il nome Livorno. Prima<br />

della quarta (in circa 2.000,<br />

colla partecipazione di Giovanni<br />

Guarducci (1813-1863)<br />

che era stato a capo della difesa<br />

della città nel maggio del<br />

1849), infine, fu quella raffigurata<br />

da Bartolena e riguardò<br />

i 1.200 volontari (di cui<br />

800 livornesi) organizzati e<br />

guidati dal cittadino Vincenzo<br />

Malenchini (1813-1881),<br />

che aveva creato per l’occasione<br />

un centro di reclutamento<br />

in una trattoria di via<br />

della Rondinella.<br />

Tornado alla pittura, l’eredità<br />

dei Macchiaioli sarà raccolta<br />

dai cosiddetti Postmacchiaioli,<br />

pittori di origine soprattutto<br />

toscana che furono<br />

attivi tra il 1880 ed il 1930:<br />

oltre al pisano Gugliemo Lori<br />

(1869-1913), il viareggino<br />

Lorenzo Viani (1882-1936),<br />

il lucchese Filadelfo Simi<br />

(1849-1923), i fiorentini Galileo<br />

Chini (1873-1956), Cesare<br />

Ciani (1854.-1925),<br />

Giorgio Kienerk (1869-<br />

1948), Ruggero Panerai<br />

(1862-1923) e Gustavo Sforni<br />

(1888-1939), i ravennati<br />

Ugo Manaresi (1851-1917) e<br />

Massimo Torchi (1856-<br />

1915), il barese Gaetano Spinelli<br />

(1877-1945), soprattutto<br />

ben 23 livornesi, terzo<br />

boia dè, con cui una sino ad<br />

allora pigra Livorno sembrò<br />

voler delimitare un nuovo territorio<br />

della pittura in prosecuzione<br />

di quanto iniziato<br />

mezzo secolo prima dai Macchiaioli.<br />

Come già detto nella<br />

precedente puntata il via fu<br />

dato dal desiderio negli anni<br />

Ottanta dell’Ottocento di<br />

consacrare la nostra città<br />

come luogo di ricambio attivo<br />

del ristagno in essere nel<br />

costume artistico fiorentino.<br />

Ecco l’Esposizione Nazionale<br />

d’Arte “Illustrazione Italiana”<br />

tenutasi in riva al Tirreno<br />

nel 1886, che si propose una<br />

periodicità quale poi non<br />

ebbe, ma che fu uno dei primi<br />

casi di manifestazioni artistiche<br />

tenutesi in località turistiche:<br />

contrariamente al<br />

progetto originale che ne voleva<br />

la sede davanti ai Bagni<br />

Pancaldi, fu eretto un apposito<br />

padiglione in Piazza Mazzini:<br />

550 opere di 110 artisti<br />

per 48 giorni e 9.000 visitatori!<br />

Una grossa mano nell’organizzazione<br />

la diede Adolfo<br />

Belimbau (1845-1938), pittore<br />

nato al Cairo da genitori<br />

livornesi ed amico di Corcos<br />

e Ulvi Liegi, autore, tra l’altro,<br />

del bel dipinto Una fonte<br />

a Livorno del 1888.<br />

Esterno del padiglione dell’Espozione Nazionale d’Arte “Illustrazione<br />

Italiana” del 22 agosto 1886 a Livorno in piazza Giuseppe Mazzini.<br />

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