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Marzo 2018

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LIVORNOnonstop<br />

8 editoria<br />

storia<br />

Dopo la Liberazione del 25 aprile 1945 la struttura fu allestita dagli Americani<br />

tra Livorno e Pisa per ospitare i prigionieri tedeschi e gli italiani della Repubblica di Salò<br />

Oltre 32mila internati<br />

nel Campo di Coltano<br />

Ho sempre<br />

avuto<br />

conoscenza<br />

del vicino<br />

campo di<br />

concentramento<br />

di Coltano<br />

(battezzato dagli americani<br />

“PWE 337”), tra Livorno e<br />

Pisa, allestito al termine del secondo<br />

conflitto mondiale dagli<br />

Alleati, utilizzato, tra maggio e<br />

novembre del 1945, come centro<br />

di detenzione per prigionieri<br />

di guerra fascisti della ex Repubblica<br />

Sociale Italiana, militari<br />

germanici e collaborazionisti<br />

dell’esercito tedesco di<br />

altre nazionalità. Quello che mi<br />

ha sorpreso è invece il fatto di<br />

apprendere che vi erano internati<br />

oltre 32mila persone (in<br />

altri testi si parla di 35mila, cifre<br />

davvero impressionanti),<br />

uomini e donne di tutte le età,<br />

bambini e vecchi compresi,<br />

di Mario Lorenzini<br />

1945:Una panoramica sul Campo PWE 337 (Prisoner of War Encampment) di Coltano<br />

1945:Alcune baracche del Campo di concentramento di Coltano<br />

che furono sottoposti a condizioni<br />

di vita estremamente<br />

crude, al limite della sopravvivenza.<br />

In un foglio dattiloscritto, che<br />

mi è capitato fra le mani visitando<br />

la rinnovata sede della<br />

Proloco di Coltano, indirizzato<br />

al Presidente del Consiglio<br />

dei Ministri e, per conoscenza<br />

al Ministero degli Interni e<br />

della Guerra, si legge, tra le<br />

altre cose, quanto segue:<br />

“Come è stato già precedentemente<br />

comunicato nel campo<br />

di prigionia di Coltano<br />

337 vi sono oltre 32.000 prigionieri<br />

fra cui moltissimi ragazzi<br />

fra i 13 e i 17 anni e<br />

molti giovani delle classi ‘23,<br />

‘24, ‘25, sotto pena di fucilazione<br />

e di rappresaglia per<br />

le loro famiglie a prestare servizio<br />

nell’esercito repubblicano.<br />

Vi sono inoltre civili erroneamente<br />

rastrellati, partigiani<br />

internati soltanto perché privi<br />

di documenti di identificazione<br />

altri per aver usufruito<br />

degli automezzi che trasportavano<br />

i prigionieri in diversi<br />

campi di concentramento;<br />

altri, prigionieri in Germania<br />

che alla data della capitolazione<br />

tentavano di raggiungere<br />

le proprie famigle. Vi sono<br />

infine vecchi fino a 75 anni,<br />

grandi invalidi mancanti di<br />

un arto, tubercolotici, anche<br />

bisognevoli di urgenti cure e<br />

atti operatori.<br />

Tutta questa gente vive in<br />

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