Jolly Roger_01_05
Jolly Roger Magazine Numero 5 Giugno 2018
Jolly Roger Magazine Numero 5
Giugno 2018
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EDITORIALE<br />
tracciare la rotta è semplice.<br />
IL difficile è seguirla<br />
Miraggi e Sirene attirano i naviganti,<br />
ma la determinazione mantiene la barra al centro<br />
di Fabio Gimignani<br />
Per tracciare la rotta occorrono<br />
un sestante, una bussola, un righello<br />
e una matita.<br />
Tutta roba che con pochi clic<br />
ci possiamo far consegnare da<br />
Amazon nel volgere di ventiquattr’ore.<br />
Occorre poi un minimo di infarinatura<br />
sulla cartografia, è<br />
vero, ma anche questo non rappresenta<br />
certo un problema per<br />
chi sia intenzionato seriamente<br />
a salpare l’ancora.<br />
Il vento prima o poi si alza e le<br />
vele si gonfiano docili, trascinando<br />
con sé la mole dell’imbarcazione<br />
che prende a scivolare<br />
sui flutti quasi fosse priva<br />
di peso. E la navigazione inizia,<br />
con un punto di partenza alle<br />
spalle e un punto d’arrivo stabilito<br />
e identificato sulla carta<br />
nautica che riposa sullo scrittoio<br />
situato nella cabina del capitano.<br />
Bussola e stelle ci guiderano<br />
nel cammino.<br />
Quindi non è così difficile navigare,<br />
laddove si disponga del<br />
giusto legno, di un equipaggio<br />
affiatato e di sufficienti scorte<br />
stoccate in cambusa.<br />
Ma non è così: è semplice salpare,<br />
innamorati dell’idea di<br />
mare aperto; è semplice prefiggersi<br />
la rotta da seguire e vergare<br />
sulla mappa quell’arrogante<br />
tratto di matita che ne rappresenta<br />
l’impegno indissolubile...<br />
ma tra rotta tracciata e rotta seguita,<br />
spesso vi sono divergenze<br />
macroscopiche.<br />
E non per volontà dell’equipaggio,<br />
a partire dal capitano fino<br />
all’ultimo dei mozzi: le rotte<br />
variano in ragione degli ostacoli<br />
disseminati sul percorso,<br />
sembrerebbe quasi a bella posta,<br />
da un destino che definire<br />
vigliacco sarebbe ancora poca<br />
cosa.<br />
Sono le Sirene di Ulisse, i vascelli<br />
fantasma, i gorghi improvvisi<br />
che lusingano, convincono<br />
e costringono la mano che<br />
serra il timone a imprimere quel<br />
quarto di giro capace di deviare<br />
inesorabilmente dalla rotta.<br />
E le sirene straziano il corpo dei<br />
marinai per cibarsene, i vascelli<br />
fantasma li avvolgono nelle<br />
loro stesse nebbie e i gorghi li<br />
inghiottono per trasportarli senza<br />
scampo alcuno a incontrare<br />
la morte sul fondo del mare.<br />
Ci vuole polso.<br />
Ci vuole determinazione e volontà,<br />
perché è troppo facile<br />
farsi legare all’albero di maestra<br />
per impedirsi di gettarsi tra<br />
braccia tanto affascinanti quanto<br />
assassine.<br />
Ci vuole schiena dritta e mente<br />
lucida per sibilare tra i denti<br />
quel “no” capace di farci mantenere<br />
le mani bel piantate sul<br />
timone e la barra caparbiamente<br />
al centro, a prescindere da<br />
quello che ci possa spingere a<br />
variare gli assetti.<br />
Ecco: questa è la filosofia <strong>Jolly</strong><br />
<strong>Roger</strong>, perché c’è più disciplina<br />
e volontà a bordo di una nave<br />
pirata che di una appartenente<br />
a qualsiasi Marina militare o<br />
mercantile che sia.<br />
Noi siamo a bordo uniti da<br />
obiettivi comuni e fortemente<br />
radicati, non per mero guadagno;<br />
ed è questa la nostra forza,<br />
quella che ci fa distogliere<br />
l’orecchio dal canto delle Sirene<br />
e ci fa attraversarei fantasmi<br />
come fossero semplice nebbia.<br />
Perché la nostra avventura è più<br />
importante di qualsiasi convenzione,<br />
di qualsiasi convenienza<br />
e di qualsiasi timore.<br />
Perché siamo Pirati.<br />
Nella mente e nel cuore!<br />
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