Jolly Roger magazine_IV_02
Jolly Roger Magazine. Rivista di letteratura, attualità e arte.
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ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1<br />
Strane Storie<br />
Un omaggio agli Anni 20<br />
con la nuova collana<br />
“More Weird Tales”<br />
pag. 6<br />
AUTORI JOLLY ROGER<br />
Intervista a Marco Burberi.<br />
Ecletticità e scanzonata amarezza<br />
del “Folletto Burbero”.<br />
pag. 10<br />
RACCONTAMI UNA STORIA<br />
Secondo round del concorso.<br />
Ecco i tre migliori racconti,<br />
pronti per le antologie.<br />
pag. 22<br />
CULTURA E FACEBOOK<br />
Fabrizio D’Alessandri, fondatore<br />
di “Leggo Letteratura Contemporanea”,<br />
si racconta.<br />
pag. 36<br />
www.edizionijollyroger.it
INDICE<br />
Editoriale di Fabio Gimignani pag. 5<br />
Plancia di comando di Fabio Gimignani pag. 6<br />
Autori <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong> di Bruno Ferro pag. 10<br />
Bussola e sestante di Amelia Volpe pag. 14<br />
Non di sole lettere di Fabio Gimignani pag. 16<br />
Raccontami una storia di Fabio Gimignani pag. 22<br />
Cultura e Internet di Fabio Gimignani pag. 36<br />
MENSILE LETTERARIO ONLINE<br />
Anno <strong>IV</strong> · Numero 2 · Febbraio 2<strong>02</strong>1<br />
info@edizionijollyroger.it<br />
www.edizionijollyroger.it.it<br />
Sound Check di Francesco Draghi pag. 46<br />
È bene saperlo a cura di MF Ottica pag. 50<br />
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3
EDITORIALE<br />
OLTRE L’IMMAGINABILE<br />
di Fabio Gimignani<br />
Sulla luna ci siamo già andati<br />
cinquant’anni fa.<br />
O era il deserto del Nevada?<br />
Chi può dirlo? Comunque sia<br />
quell’impronta sul suolo polveroso,<br />
rimbalzata nelle scale di<br />
grigio in milioni di apparecchi<br />
televisivi, ha cristallizzato la<br />
fine di un’epoca.<br />
Niente più razzi creati da scienziati<br />
folli, no: Selene è stata<br />
colonizzata insieme ai sogni di<br />
chi passava le notti con il naso<br />
all’insù immaginando avventure<br />
fantastiche.<br />
Ma da allora le persone hanno<br />
forse smesso di leggere “Dalla<br />
terra alla luna” di Jules Verne<br />
o di sedersi davanti al televisore,<br />
magari a orari improponibili,<br />
per guardare ancora una<br />
volta “L’astronave atomica del<br />
dottor Quatermass”?<br />
Eppure che lassù non ci sia<br />
niente di quanto ci era stato raccontato<br />
non rappresenta più un<br />
mistero.<br />
Ma abbiamo continuato a leggere<br />
e guardare, come se ci<br />
volessimo chiudere in un isolamento<br />
forzato, noi novelli<br />
stiliti, e riportare la memoria<br />
ai tempi in cui Armstrong non<br />
aveva ancora spiccato il balzo<br />
dall’ultimo piolo della scaletta<br />
metallica del LEM.<br />
E non siamo congenitamente<br />
stupidi. Non tutti, almeno.<br />
Abbiamo semplicemente bisogno<br />
di credere che lassù ci sia<br />
davvero un ometto pallido nascosto<br />
dietro a qualche roccia,<br />
in attesa del momento giusto<br />
per creare un contatto.<br />
Perché della luna amiamo più<br />
il lato oscuro e perché “non<br />
amo che le rose che non colsi”<br />
non è solo uno sproloquio di<br />
Gozzano, ma l’essenza stessa<br />
dell’animo umano, sempre alla<br />
ricerca di qualcosa al di là delle<br />
proprie possibilità e oltre a ciò<br />
che siamo in grado di spiegare.<br />
Il desiderio di stupore, di mistero,<br />
di territori sconosciuti<br />
nei quali procedere con timore<br />
e curiosità, passo dopo passo.<br />
E noi scrittori?<br />
Noi siamo lo Stargate per raggiungere<br />
tali territori; siamo<br />
l’inesauribile riserva di fantasia<br />
capace di generare mondi<br />
nei mondi ai quali i lettori si<br />
rivolgono per convincersi che<br />
quel passo sia veramente stato<br />
mosso in un teatro di posa nel<br />
deserto del Nevada e che lassù,<br />
su quella piccola sfera pallida,<br />
ci siano migliaia di ometti verdi<br />
che ci osservano in attesa di... e<br />
chi lo sa di cosa?<br />
L’importante è che siano là ogni<br />
volta che apriamo un libro.<br />
E che siano ometti verdi, agenti<br />
segreti, il grande amore o le miserie<br />
umane, poco importa.<br />
Shakespeare diceva che “siamo<br />
fatti della stessa materia dei sogni”,<br />
e non aveva torto.<br />
Il nostro compito consiste nel<br />
condensare tale materia tra le<br />
righe che scriviamo e renderla<br />
disponibile per tutti coloro che<br />
ancora riescono a immergersi<br />
nella lettura come nella piscina<br />
di Cocoon.<br />
E coordinare tutto questo dal<br />
Quadrato di un galeone pirata<br />
che solca i mari della fantasia<br />
alla ricerca di parole con cui accendere<br />
i sogni delle persone,<br />
be’, vi confesso che mi rende<br />
orgoglioso e a volte mi commuove<br />
fino alle lacrime.<br />
Ma è anche ciò che mi pone nella<br />
condizione di non interrompere<br />
mai il flusso dei pensieri<br />
volti a creare sempre nuove rotte<br />
che portino Scrittori e Lettori<br />
a incontrarsi su quel piano sottile<br />
chiamato Letteratura; affinché<br />
gli uni affascinino gli altri<br />
e vengano da questi gratificati e<br />
spronati a dare sempre più fondo<br />
al proprio dono.<br />
Lasciatemelo dire: anche se<br />
ogni tanto i venti di tempesta<br />
rendono difficile tenere le mani<br />
salde intorno alle manopole del<br />
timone e la rotta sembra tracciata<br />
sulla battigia, pronta a<br />
scomparire con la prima ondata,<br />
non esiste un altro posto in<br />
cui vorrei stare.<br />
Qui. Al timone.<br />
Insieme alla ciurma più bella<br />
del mondo!<br />
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5
PLANCIA DI COMANDO<br />
PLANCIA DI COMANDO<br />
GLI ANNI VENTI<br />
IL CHARLESTON E LOVECRAFT<br />
“More Weird Tales” è il titolo della nuova collana<br />
con cui <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong> rende omaggio alla nascita del Pulp<br />
Dal marzo 1923 al settembre<br />
1954. Trentuno anni nei quali<br />
il pubblico dei lettori americani<br />
ha potuto sognare sulle pagine<br />
ruvide di “Weird Tales”, il Pulp<br />
Magazine più famoso del mondo.<br />
Cartaccia da poco prezzo (la<br />
più economica: quella ottenuta<br />
dalla polpa di legno; da qui il<br />
termine “pulp”) stampata a un<br />
colore e fasciata da una copertina,<br />
unico vezzo della pubblicazione,<br />
con immagini evocative<br />
e ammiccanti.<br />
Un prezzo talmente popolare<br />
da permettere la sopravvivenza<br />
della rivista anche durante<br />
quel famigerato 1929 che ha<br />
visto l’America crollare in ginocchio,<br />
fiaccata dal più grande<br />
cataclisma economico che la<br />
storia ricordi.<br />
Eppure anche in quel periodo<br />
buio, le pagine di Weird Tales<br />
hanno accompagnato i lettori,<br />
conducendoli in tante piccole<br />
baie tranquille nelle quali ritemprarsi<br />
per recuperare forze<br />
e ottimismo dopo la tempesta.<br />
Una rivista comunque in perenni<br />
difficoltà economiche fin<br />
dalla fondazione a cura di J.C.<br />
di Fabio Gimignani<br />
I dodici racconti<br />
classificati al primo<br />
posto saranno<br />
pubblicati in un’antologia<br />
cartacea<br />
con distribuzione<br />
nazionale, mentre i<br />
ventiquattro racconti<br />
classificati al secondo<br />
e terzo posto<br />
saranno pubblicati<br />
in un’antologia in<br />
formato eBook.<br />
Il tutto completamente<br />
a carico di<br />
Edizioni <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong><br />
Henneberger, in quel di Chicago,<br />
che ha visto avvicendarsi<br />
editori da Edwin Baird a Dorothy<br />
McIlwraith senza che il<br />
definitivo successo economico<br />
premiasse mai i loro sforzi.<br />
Certo, c’è da dire che durante<br />
la seconda guerra mondiale il<br />
problema della carenza di carta<br />
fu un elemento di gran peso<br />
nell’andamento commerciale<br />
della pubblicazione, ma comunque<br />
Weird Tales ha continuato<br />
a tener duro fino al fatidico<br />
numero 279, con il quale<br />
ha salutato definitivamente i<br />
propri lettori consegnandosi al<br />
mondo dei ricordi.<br />
È pur vero che ci sono stati alcuni<br />
tentativi di rianimarla, ma<br />
come ci hanno insegnato fin<br />
troppi telefilm, quando qualcuno<br />
esclama “lo stiamo perdendo”<br />
è difficile che il paziente<br />
lasci la scena sulle proprie<br />
gambe.<br />
Comunque sia, la rivista ha<br />
avuto l’indubbio merito di portare<br />
all’attenzione del grande<br />
pubblico autori del calibro<br />
di Lovecraft, Ashton Smith,<br />
Quinn e Tennessee Willims,<br />
oltre a quello di aver tenuto a<br />
battesimo un personaggio scaturito<br />
dalla fantasia di Robert<br />
Howard e poi diventato un beniamino<br />
dei lettori con il nome<br />
di Conan il Barbaro.<br />
Nata dalla passione di Henneberger<br />
per i racconti dalle tinte<br />
macabre, Weird Tales divenne<br />
un ricettacolo dei generi più<br />
amati dall’uomo della strada,<br />
raccogliendo e pubblicando<br />
storie di fantascienza, paranormali,<br />
noir, horror e western,<br />
creando così il “non genere”<br />
letterario che verrà conosciuto<br />
come “Pulp”.<br />
AVANTI NEL PASSATO<br />
Forse oggi non c’è più spazio<br />
per una rivista come Weird Tales.<br />
Troppi input veloci forniti dagli<br />
schermi di smartphone e tablet,<br />
troppe serie TV prodotte a ritmo<br />
serrato per ammaliare e stordire<br />
lo spettatore, troppa obsolescenza<br />
più o meno programmata<br />
che alimenta la voglia di<br />
nuovo compulsiva e decreta la<br />
fine prematura di tanti progetti<br />
creati con la presunzione del<br />
lungo periodo.<br />
Ma se è vero, come è vero, che<br />
la voglia di sognare non si è mai<br />
spenta in chi continua a credere<br />
nei libri, forse c’è ancora spazio<br />
per un tributo da dedicare<br />
al sogno visionario con il quale<br />
un pugno di coraggiosi, negli<br />
anni del Charleston decisero di<br />
dar vita al tempio letterario delle<br />
Strane Storie.<br />
È con malcelato orgoglio (e<br />
anche con una punta di presunzione)<br />
che Edizioni <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong><br />
ha deciso di riesumare “Weird<br />
Tales” dando vita a una collana<br />
dedicata ai racconti che lo<br />
stesso Henneberger avrebbe accolto<br />
nelle pagine della propria<br />
rivista.<br />
Si tratterà di pubblicazioni che<br />
raggrupperanno sei Autori per<br />
volta e saranno edite nella collana<br />
“Pulp’n’Roll” con il titolo<br />
“More Weird Tales” e un numero<br />
progressivo.<br />
Cercheremo addirittura la carta<br />
originale, quella da poveracci,<br />
che sicuramente in odore di<br />
Vintage ci costerà un occhio<br />
della testa, e faremo i salti mortali<br />
con triplo avvitamento per<br />
riuscire a permetterci copertine<br />
con illustrazioni esclusive.<br />
Ma vogliamo che il gusto di<br />
ogni raccolta, che la sensazione<br />
di chi ne sfogli le pagine, sia la<br />
stessa di chi lo faceva negli anni<br />
ruggenti alla ricerca dell’ultimo<br />
delirio vergato dalla penna del<br />
Solitario di Providence, Mr,<br />
Howard Phillips Lovecraft.<br />
Siamo convinti che sarà un pia-<br />
6 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1 www.edizionijollyroger.it<br />
7
cevole tuffo nel passato con lo<br />
sguardo ben piantato sul futuro<br />
dell’editoria che, proprio in<br />
virtù dei tempi rarefatti ai quali<br />
sono costretti i lettori medi,<br />
deve passare giocoforza attraverso<br />
la formula del racconto<br />
se vuole ricreare l’abitudine<br />
e l’amore per un’arte desueta<br />
come la lettura.<br />
Nel rispetto della filosofia impostata<br />
da Henneberger, i volumi<br />
della collana saranno messi<br />
in vendita con un prezzo di<br />
copertina quanto più popolare<br />
possibile e diffusi secondo i<br />
consueti canali di distribuzione<br />
(librerie, shop online, etc), ma<br />
non escludiamo di poter creare<br />
veri e propri eventi dedicati alla<br />
riscoperta di generi che hanno<br />
affascinato il mondo per decenni<br />
e decenni.<br />
Insomma, noi ce la stiamo mettendo<br />
davvero tutta e la squadra<br />
che comporrà il primo numero<br />
è già al lavoro; da parte vostra,<br />
di voi lettori, speriamo di ottenere<br />
quell’affetto che ci avete<br />
sempre dimostrato, unito a un<br />
tam-tam quanto più esteso possibile<br />
che porti questo omaggio<br />
all’editoria coraggiosa di inizio<br />
secolo ben oltre i mondi immaginati<br />
nei tanti racconti con i<br />
quali l’America ha sognato.<br />
STRANE STORIE<br />
E STRANI AUTORI<br />
Quindi se quello che scrivete si<br />
rispecchia nelle parole fin qui<br />
lette o se conoscete chi scrive<br />
storie non proprio convenzionali,<br />
questo è il momento di<br />
mettersi in gioco.<br />
Edizioni <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong> ha un progetto<br />
e un sogno, ma per realizzare<br />
l’uno e l’altro c’è bisogno<br />
di altri sognatori; persone in<br />
grado di guardare la normalità<br />
e trasformarla in avventura con<br />
pochi semplici tratti di penna.<br />
Horror, fantascienza, fantasy,<br />
western, splatter, noir... tutto<br />
ciò che esula dalla letteratura<br />
comme il faut è nei canoni di<br />
“More Weird Tales”, una volta<br />
superata la selezione.<br />
Già, perché non vogliamo e<br />
non possiamo pubblicare tutto:<br />
abbiamo un dovere morale nei<br />
confronti dei nostri lettori che<br />
ci impone di selezionare solo<br />
quanto di meglio sarete in grado<br />
di sottoporci e trasformarlo<br />
in qualcosa di ineccepibile che<br />
possa galleggiare nello stesso<br />
Olimpo nel quale risiedono<br />
le pagine gloriose della rivista<br />
PLANCIA DI COMANDO<br />
originale.<br />
La lunghezza ideale dei racconti<br />
che intendiamo pubblicare è<br />
di circa 35mila battute e il genere<br />
è uno di quelli poc’anzi<br />
elencati, quindi fate voi.<br />
Aspettiamo i parti della vostre<br />
menti inquiete per capire se c’è<br />
ancora qualcuno capace di immaginare<br />
divinità tentacolari,<br />
guerre tra mondi, detectives col<br />
trench, entità soprannaturali e<br />
pistoleri tanto silenziosi quanto<br />
letali.<br />
Noi ci siamo.<br />
E voi?<br />
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8 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1
AUTORI JOLLY ROGER<br />
AUTORI JOLLY ROGER<br />
l’universo burbero<br />
di un genio amareggiato<br />
Marco Burberi si racconta a <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong> Magazine<br />
tra irriverenza, cinismo e amarezza<br />
di Bruno Ferro<br />
Marco Burberi è difficile da intervistare,<br />
e la telegraficità delle<br />
risposte ve ne potrà fornire<br />
la prova, ma non lasciatevi ingannare:<br />
Marco non solo è l’inventore<br />
del Folletto Burbero,<br />
irriverente e cinico mattatore di<br />
YouTube, ma è anche uno scrittore<br />
con i fiocchi.<br />
Il suo romanzo “Il Folletto Burbero.<br />
Un viaggio inaspettato a<br />
Burberilandia” (Edizioni <strong>Jolly</strong><br />
<strong>Roger</strong>, 2018) è un concentrato<br />
di psicologia abilmente mimetizzata<br />
tra la piacevolezza di una<br />
prosa scorrevole e inframezzata<br />
dalle favole più famose del<br />
mondo, passate al tritacarne di<br />
Tutti conoscono il<br />
Folletto Burbero,<br />
beniamino di You-<br />
Tube, ma forse non<br />
tutti conoscono il suo<br />
creatore.<br />
Abbiamo rivolto<br />
qualche domanda a<br />
Marco Burberi che,<br />
un po’ perché si annoiava<br />
e un po’ per<br />
amicizia, ha deciso<br />
di risponderci.<br />
Con amarezza,<br />
ça va sans dire.<br />
un Pulp che commuoverebbe<br />
anche Chuck Palanhiuk in persona.<br />
Oggi, oltre all’intramontabile e<br />
seguitissimo YouTube, gestisce<br />
un canale Twitch tramite il quale<br />
imperversa in Rete con live<br />
che toccano ogni argomento in<br />
maniera a dir poco dissacrante.<br />
Aspettiamo di vederlo nuovamente<br />
su un palcoscenico per<br />
applaudirlo dal vivo e condividere<br />
con lui gioie e amarezze<br />
(le seconde più numerose delle<br />
prime), ridendo dal primo<br />
all’ultimo minuto di show.<br />
Ma non è tutto: Marco Burberi<br />
è il fondatore di una corrente filosofica,<br />
l’Amarismo, secondo<br />
il quale l’Amarezza è una gioia<br />
che non ce l’ha fatta.<br />
Marco Burberi. Youtuber,<br />
twitcher, performer, scrittore,<br />
cameraman… e che altro?<br />
Niente di tutto questo... Ma apprezzo<br />
lo sforzo della presentazione<br />
per introdurmi: Sono solo<br />
un fallito con pochi capelli che<br />
guarda la luna per impietosirla<br />
e farsi fare un pompino su marte.<br />
Raccontaci l’origine di tutte<br />
queste tue sfaccettature.<br />
Non ho mai apprezzato un genere,<br />
un’etichetta, una classe<br />
pura nei GDR... Nel dubbio voglio<br />
fare tutto ma nel tutto non<br />
sono bravo in niente. Quindi<br />
scrivo.<br />
Fra tutti i mezzi d’espressione<br />
che cavalchi, quali sono quelli<br />
che ti rappresentano meglio, e<br />
perché?<br />
La scrittura perché mi costa<br />
meno. Se dovessi girare le scene<br />
che scrivo mi ci vorrebbero<br />
miliardi... Come tutti.<br />
Il tuo alter ego indossa la salopette,<br />
ha i riccioli rossi e dice<br />
che la gene deve “farsi i cazzi<br />
suoi”. Ci parli della genesi e<br />
della crescita di Folletto Burbero?<br />
Il folletto è la nemesi di un<br />
bambino cresciuto negli anni<br />
80 - 90. Quando ti accorgi che<br />
le favole RAI dell’albero azzurro<br />
non esistono, quando scopri<br />
che Babbo Natale è tuo padre,<br />
quando ogni risposta allo stupore<br />
non è appartenente al mondo<br />
della magia (perché scopri che<br />
non esiste) ci rimani male.<br />
Il mio Doppleganger nasce<br />
così.<br />
Il folletto burbero è la risposta<br />
cinica che nessun adulto ti ha<br />
mai dato e che nessun bambino<br />
dovrebbe mai sentire... Ma<br />
essendo uno show youtube per<br />
un pubblico adulto scoppia la<br />
risata perché l’esorcizzazione<br />
del vero nasce dalla follia e dal<br />
paradosso alchemico del sacro<br />
e profano. Sono ubriaco mentre<br />
rispondo... spero di aver detto<br />
bene...<br />
Da Youtube a Twitch. Come è<br />
cambiato il modo di fare Live<br />
su internet?<br />
Le live sono il marciapiede del<br />
2<strong>02</strong>1. Nel bene e nel male... c’è<br />
chi si è fatto casa e chi si paga<br />
il caffé.<br />
Folletto Burbero è entrato in<br />
contatto con molti personaggi<br />
famosi. Quali tra loro ti hanno<br />
lasciato i migliori ricordi, e<br />
perché?<br />
Sicuramente Claudio Madia.<br />
Primo vero “babbo”, “insegnante”,<br />
“fratello maggiore”, “presentatore”<br />
dell’albero azzurro<br />
con la brava e bella Francesca<br />
Paganini. Claudio si è prestato<br />
al mio gioco nell’episodio 11<br />
del Folletto burbero, dove si<br />
narra, in maniera didascalica,<br />
tutto ciò che ho detto fin’ora in<br />
questa intervista.<br />
Il tuo libro “Il Folletto Burbero.<br />
Un viaggio inaspettato a<br />
Burberilandia” come è nato?<br />
Volevo raccogliere i miei racconti<br />
in un unico romanzo. Con<br />
amici, ex colleghi di tv e radio,<br />
amanti... ne ho parlato. Poi una<br />
sera ero ubriaco ed è nato.<br />
All’interno del libro hai massacrato<br />
i fratelli Grimm e Andersen<br />
senza pietà, passandoli<br />
attraverso il tritacarne di<br />
un umorismo tanto macabro<br />
quanto esilarante. Cosa sono<br />
per te le Favole Burbere?<br />
Le favole Burbere sono il ridere<br />
e non prendersi sul serio riguardo<br />
quello che ho già detto.<br />
Il bambino cresce, capisce che<br />
le favole non esistono e allora<br />
invece di incazzarsi troppo, da<br />
adulto, le massacra e le rende<br />
almeno simpatiche per esorcizzare<br />
il fallimento della magia.<br />
10 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1 www.edizionijollyroger.it<br />
11
Sempre nel libro incontriamo<br />
moltissimi personaggi che, tra<br />
le risate e il raccapriccio, ci<br />
fanno intravedere una profonda<br />
analisi psicologica dell’Autore.<br />
Senza spoilerare troppo,<br />
vuoi parlarci un po’ di loro?<br />
No. C’entra un percorso Junghiano<br />
che intrapresi all’epoca<br />
e che oggi accarezzo come un<br />
figlio che dorme ma con la faccia<br />
di mia nonna che sta morendo.<br />
O viceversa.<br />
Marco Burberi scrittore ha<br />
nuovi progetti in cantiere?<br />
Sì ma anche no. Quelli che ho<br />
non esistono e quelli che sto<br />
scrivendo non mi convincono<br />
mica.<br />
Marco Burberi youtuber e<br />
twitcher, con le sue Live, dove<br />
vuole arrivare?<br />
A 1000 euro il mese.<br />
Marco Burberi performer cosa<br />
vorrebbe portare su un palcoscenico?<br />
Una mia opera che faccia alzare<br />
i parrucconi.... Ma solo per<br />
andare nei bagni a scoparsi a<br />
vicenda.<br />
Tre grandi amori: Dylan Dog,<br />
le Donne e la Faxe. Come è<br />
messa la classifica, e perché?<br />
Donne perché amo le gambe e<br />
la fica vista da dietro (a pecora).<br />
Amo inoltre le tette e quel<br />
sorriso che una donna fa quando<br />
le fai un complimento. Amo<br />
quando una donna esiste nelle<br />
parole dette prima di dormire,<br />
quando una donna la sento<br />
anche se si sta zitti a guardare<br />
Gerry Scotti. La Faxe viene<br />
quando non sento questo oppure<br />
per sentirlo di più. Dylan<br />
Dog è la poesia nella quale mi<br />
rifugio, come la moglie dopo<br />
che l’hai tradita con la vita.<br />
Cosa dobbiamo aspettarci di<br />
AUTORI JOLLY ROGER<br />
veder uscire dal cilindro di<br />
Marco Burberi in futuro?<br />
Capelli. Li sto perdendo a ciocche.<br />
Quando non sei il Folletto<br />
Burbero, i cazzi tuoi te li fai<br />
mai?<br />
Talmente troppi che dovrei farmi<br />
quelli degl’altri per distrarmi<br />
in effetti...<br />
AUTORI JOLLY ROGER<br />
FATEVI SEMPRE<br />
I CAZZI VOSTRI<br />
IL romanzo del FOLLETTO BURBERO e le sue fiabe al vetriolo<br />
Il romanzo di Marco Burberi è acquistabile in tutte le librerie,<br />
sui migliori shop online e direttamente dal sito www.edizionijollyroger.it<br />
con spedizione gratuita in tutta Italia.<br />
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12 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1 www.edizionijollyroger.it<br />
13
BUSSOLA E SESTANTE<br />
BUSSOLA E SESTANTE<br />
CHI BEN COMINCIA<br />
È alla metà dell’opera<br />
Mai sottovalutare l’importanza di un buon incipit,<br />
anche se costa sudore, lacrime e sangue<br />
di Amelia Volpe<br />
Poche parole<br />
per vincolare il<br />
Lettore al vostro<br />
libro, scritte con<br />
la stessa solennità<br />
che impieghereste<br />
per declamare una<br />
formula magica.<br />
Perché di questo<br />
si tratta: un dolce<br />
sortilegio che<br />
ammalia chi ne<br />
percorre le righe e lo<br />
precipita nel gorgo<br />
della vostra prosa.<br />
Ci sono rituali che si ripetono<br />
da tempo immemorabile e ai<br />
quali nessuno può sperare di<br />
sfuggire, per quanto possa essere<br />
famoso o fortunato.<br />
Uno di questi è l’esame di un<br />
libro che il lettore medio effettua<br />
subito dopo averlo estratto<br />
dallo scaffale della libreria, sia<br />
che si tratti dell’ultima fatica<br />
di Ken Follett in Feltrinelli, sia<br />
che si tratti di un illustre sconosciuto<br />
in un’altrettanto sconosciuta<br />
libreria di provincia.<br />
Il rituale si compone di tre gesti<br />
fondamentali: l’esame della<br />
copertina, una rapida sbirciata<br />
alla quarta di coperta e, laddove<br />
i primi due gesti abbiano<br />
generato la soddisfazione<br />
del Lettore, la lettura (attenta,<br />
questa volta) delle prime righe<br />
che compongono il libro vero e<br />
proprio; quello che va sotto al<br />
nome di “incipit”.<br />
Non mi stancherò mai di ripetere<br />
quanto sia importante che<br />
le suddette poche righe siano<br />
la parte dell’intera opera sulla<br />
quale Autore e Editor devono<br />
porre la massima attenzione.<br />
Sì, perché se i virtuosismi grafici<br />
della copertina e l’estrapolazione<br />
dei brani per la quarta<br />
di coperta hanno fatto il loro<br />
sporco lavoro, ovvero quello di<br />
attrarre e incuriosire il Lettore,<br />
il momento della verità si compie<br />
nell’attimo in cui le primissime<br />
righe del libro si insinuano<br />
nelle vene della persona che<br />
le sta leggendo, per poi esplodergli<br />
nella mente come un trip<br />
lisergico capace di promettere,<br />
senza rivelare, mondi al di là<br />
dell’umana immaginazione.<br />
È l’attimo che decide se i libro<br />
abbandonerà lo scaffale tra<br />
le mani del Lettore o se sarà<br />
condannato a rimanervi finché<br />
qualcuno non si innamori di lui<br />
per altri motivi.<br />
Ma una cosa è certa: più l’incipit<br />
sarà ruffiano e ammiccante,<br />
maggiori saranno le possibilità<br />
che l’intero libro ne benefici facendo<br />
scoccare quella scintilla<br />
nella mente del Lettore che lo<br />
condurrà dritto alla cassa della<br />
libreria con la mente già immersa<br />
nella storia e il bancomat<br />
in mano.<br />
Soltanto una categoria di libri<br />
è immune alla regola dell’incipit:<br />
quelli che la gente compra<br />
(la gente, attenzione, non i Lettori)<br />
così come comprerebbe<br />
l’ultimo glossy pubblicizzato<br />
dall’influencer di turno.<br />
Sono libri che solitamente<br />
vengono usati come complemento<br />
d’arredo e per mostrare<br />
alle amiche in visita, altrettanto<br />
sgallettate, che “sì, ce l’ho<br />
anch’io”.<br />
Raramente vengono letti, quindi<br />
se il vostro non appartiene<br />
alla categoria del must to have<br />
da analfabeti di ritorno, tirate<br />
pure un sospiro di sollievo<br />
e dedicatevi alle stramaledette<br />
prime righe.<br />
Ma come dovrebbe essere un<br />
incipit efficace?<br />
E soprattutto, quali trucchi magici<br />
impiegare per comporlo?<br />
Innanzitutto sfatiamo un mito:<br />
se può essere vero che tutto il<br />
libro venga scritto di getto, in<br />
preda a un furor creativo secondo<br />
solo all’uragano Katrina,<br />
per l’incipit bisogna ragionare;<br />
e parecchio.<br />
È un capolavoro di pura tattica<br />
comunicativa volto a solleticare<br />
nel Lettore le zone più sensibili,<br />
portandolo là dove vogliamo<br />
che giunga.<br />
E chiarisco.<br />
Se il libro appartiene a un genere<br />
ben definito e tale genere<br />
traspare dalla copertina, dal titolo<br />
o da entrambi, è abbastanza<br />
ovvio supporre che chiunque<br />
lo estragga dallo scaffale sia un<br />
appassionato di tale genere,<br />
quindi dobbiamo concentrarci<br />
sulle passioni che a esso ruotano<br />
attorno.<br />
Dobbiamo riuscire a spremere<br />
la quintessenza per versarla nelle<br />
parole con le quali andremo a<br />
comporre l’incipit, mantenendo<br />
comunque l’onestà intellettuale<br />
di non portare il Lettore fuori<br />
strada, perché la rappresaglia<br />
sarebbe terribile e difficilmente<br />
rimediabile.<br />
Dovremo al tempo stesso generare<br />
curiosità e rassicurare<br />
circa il contenuto del libro,<br />
così da confermare la scelta e<br />
promettere che non ci saranno<br />
delusioni.<br />
E soprattutto non abbiate paura<br />
di riscriverlo decine di volte: la<br />
posta in gioco è talmente alta<br />
che ogni sforzo è giustificato, a<br />
patto che rimaniate nel seminato<br />
senza far trasparire cose che<br />
poi il libro non saprà sostenere.<br />
Ricordo un Gordon Gekko (Michael<br />
Douglas, nel film “Wall<br />
Streer” di Oliver Stone, 1987)<br />
che diceva al giovane broker<br />
interpretato da Charlie Sheen<br />
«Oggi hai avuto di che entrare<br />
nel mio ufficio; adesso vediamo<br />
se hai di che rimanerci».<br />
E niente, secondo me, esemplifica<br />
meglio il rapporto che c’è<br />
tra incipit e opera completa.<br />
Quando mi chiedono di portare<br />
un esempio di incipit geniale,<br />
nonostante tenti di variare la<br />
risposta per non essere monotono,<br />
la mia risposta è sempre<br />
la stessa.<br />
“Molti anni dopo, di fronte al<br />
plotone di esecuzione, il colonnello<br />
Aureliano Buendìa si sarebbe<br />
ricordato di quel remoto<br />
pomeriggio in cui suo padre lo<br />
aveva condotto a conoscere il<br />
ghiaccio”.<br />
Lo riconoscete?<br />
È Gabriel Garcia Marquez che<br />
apre le danze di “Cent’anni di<br />
solitudine”, opera che gli valse<br />
il Nobel per la Letteratura.<br />
Riuscite a scorgerne la genialità?<br />
In sostanza Marquez riesce, fornendo<br />
un’informazione drammatica<br />
e forse totale (il plotone<br />
di esecuzione), a non svelare<br />
niente costringendo il Lettore<br />
ad accettare la sfida e divorare<br />
il libro per giungere al punto in<br />
cui l’incipit lo ha incatenato, se<br />
non altro per capire cosa c’entri<br />
il ghiaccio con una fucilazione.<br />
Che poi il libro possa piacere o<br />
non piacere dipende esclusivamente<br />
dal gusto personale, ma<br />
l’efficacia delle prime poche righe<br />
è incontestabile.<br />
Quindi non importa quanta fatica<br />
vi costi cesellarle, né quante<br />
nottate spenderete modificando<br />
ogni singola virgola e nutrendovi<br />
di caffè per endovena:<br />
l’incipit è quanto di più sacro<br />
possa esistere tra le pagine di<br />
un libro, quindi non risparmiatevi<br />
mai.<br />
14 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1 www.edizionijollyroger.it<br />
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NON DI SOLE LETTERE<br />
NON DI SOLE LETTERE<br />
Gianni giudici<br />
eccellenza e graphic novel<br />
Un grafico, un disegnatore, un creativo.<br />
Gianni Giudici si racconta a <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong> Magazine<br />
Gianni Giudici, grafico, illustratore<br />
e creatore di graphic<br />
novel. Come è nata la tua passione,<br />
e come si è sviluppata<br />
nel tempo?<br />
La passione parte da lontano.<br />
Da bambino, 8 anni, mio padre<br />
o come si dice in Toscana “il<br />
mi’ babbo” per farmi stare buono<br />
mi disegnava su di un foglio<br />
metà oggetti che io poi dovevo<br />
completare (es. metà caffettiera,<br />
metà lampadina...) e così mi<br />
sono divertito tantissimo a disegnare<br />
tutto ciò che mi circondava,<br />
sia in casa che fuori. Poi da<br />
adolescente fai una scuola che<br />
non è la tua (Ragioneria) insisti<br />
e fai anche due anni di Università<br />
pensando che potresti<br />
diventare Dottore Commercialista<br />
(Scienze Bancarie) per poi<br />
ritrovarti in facoltà a disegnare<br />
dei cartamodelli per vestiti per<br />
un’amica. Un fallimento? No!<br />
Mai! La passione è come la<br />
gramigna che spacca l’asfalto<br />
e viene fuori cercando il sole e<br />
ti chiedi: “Come è possibile?”<br />
Aveva altro posto dove nascere,<br />
quindi una strada più facile da<br />
percorre? No. Era quella. Perché<br />
nella vita le cose accadono<br />
di Fabio Gimignani<br />
“La passione è come<br />
la gramigna che<br />
spacca l’asfalto e<br />
viene fuori cercando<br />
il sole”.<br />
Questa è la filosofia<br />
di un uomo che ha<br />
percorso la propria<br />
strada con caparbietà<br />
e dedizione fino a<br />
coronare un sogno.<br />
Il sogno si chiama<br />
disegno.<br />
Lui si chiama<br />
Gianni Giudici<br />
e vanno in una sola direzione.<br />
Non si può tornare indietro, si<br />
deve solo andare avanti con la<br />
testa fra le nuvole e i piedi per<br />
terra. Inizio quindi il mio percorso<br />
di grafico pubblicitario<br />
che è ad oggi il mio lavoro, che<br />
da 26 anni svolgo senza fatica,<br />
ma con tutte le sue difficoltà,<br />
come ogni lavoro, accompagnato<br />
dalla passione per il disegno<br />
che mi ha portato a passare<br />
dalla Comics di Firenze e a creare<br />
una commistione fra queste<br />
due forme di arte.<br />
Come nasce l’idea per una<br />
graphic novel, e secondo quale<br />
percorso si sviluppa fino a diventare<br />
un prodotto finito?<br />
La stessa domanda potresti farla<br />
a un poeta, un cantautore,<br />
uno scrittore e credo che ciascuno<br />
di loro ti direbbe che a un<br />
certo punto, non della vita, ma<br />
della giornata accade qualcosa<br />
di inaspettato che fa da scintilla...<br />
o fiammata!<br />
Un profumo nell’aria, una canzone<br />
che non ascoltavi da tanti<br />
anni, un déjà-vu, tornare casualmente<br />
in un luogo che ti<br />
riaccende una marea di ricordi.<br />
In quel momento vorresti far<br />
uscire quell’onda che ti riempie<br />
la gola, urlare quella sensazione<br />
elettrizzante al mondo<br />
intero, ma non puoi. Ti arresterebbero!<br />
E allora scegli una via<br />
più educata e difficile per farlo:<br />
scrivi una poesia, una canzone,<br />
un romanzo, oppure decidi di<br />
disegnare una storia a fumetti.<br />
Inizi a scrivere di pancia, ascoltando<br />
musica ispiratrice, triste<br />
o ritmata, a seconda della situazione<br />
che vivono i personaggi,<br />
e butti giù un mix fra soggetto,<br />
dialoghi, note, il tutto velocemente<br />
per non rischiare di<br />
scordarti le idee che vanno più<br />
veloci delle dita sulla tastiera;<br />
insomma una roba dove solo<br />
tu riesci poi a capire. Poi piano<br />
piano metti tutto in ordine, aggiungi,<br />
togli, tagli e incolli e rileggi<br />
almeno venti o trenta volte,<br />
ma forse anche di più finché<br />
tutto non prende una forma accettabile<br />
per essere trasformata<br />
in sceneggiatura con dialoghi e<br />
di conseguenza in regia (tutte<br />
le inquadrature delle vignette,<br />
con i primi volumi e ingombri),<br />
per poi passare alla prima<br />
matita sporca a cui ne seguirà<br />
anche una seconda prima del<br />
cleanup (la matita pulita pronta<br />
da inchiostrare o trattare in altri<br />
modi che le nuove tecnologie<br />
informatiche ci mettono a disposizione).<br />
Dopo aver scansionato<br />
ed eventualmente colorato<br />
tutte le tavole non resta che impaginare<br />
il tutto e fare un paio<br />
di copie magari da presentare a<br />
qualche editore o da mettere in<br />
auto produzione. Tutte queste<br />
fasi possono richiedere, se chi<br />
fa tutto ciò è la stessa persona<br />
e non lo fa di lavoro 24 ore su<br />
24, anche due o quattro anni,<br />
talvolta anche di più.<br />
Chi sono i disegnatori che<br />
hanno fatto maturare la tua<br />
passione fino a trasformarla<br />
in una professione?<br />
I primi... i disegnatori di Topolino<br />
che si comprava la domenica<br />
mattina in edicola, poi Magnus<br />
con Alan Ford e il Gruppo<br />
TNT, Kriminal, Shang-chi con<br />
Kung Fu, e poi Jacovitti, Andrea<br />
Pazienza, Sergio Toppi,<br />
Moebius, Hugo Pratt e (I love)<br />
Manara, più un esercito di Maestri<br />
che hanno disegnato i vari<br />
Tex, Zagor, Mister No o L’Intrepido,<br />
Il Monello, i supereroi<br />
Marvel come Capitan America,<br />
I Fantastici 4, ecc... fino ai più<br />
recenti Martin Mystere o Dylan<br />
Dog disegnato da altrettanti<br />
bravissimi disegnatori capitanati,<br />
dal mio preferito, da brivido,<br />
grandissimo Corrado Roy<br />
e comunque dalle bellissime<br />
storie scritte da genii come Tiziano<br />
Scavi.<br />
Ci sono differenze tra “striscia”,<br />
“fumetto” e “graphic<br />
novel”? E se sì, quali sono?<br />
Sì certo. La striscia la definirei<br />
un mini fumetto generalmente<br />
composta da quattro vignette<br />
affiancate che formano una<br />
Striscia appunto; le prime che<br />
molti della mia età (non la dico<br />
per privacy... diciamo che avevano<br />
9 anni nel 1977) hanno sicuramente<br />
letto, sono quelle di<br />
Snoopy, Charlie Brown & Co.<br />
(Peanuts).<br />
Quando parliamo di Fumetto<br />
penso sempre al formato Bonelli<br />
ovvero Tex per rimanere<br />
nel classico, o ad Orfani per arrivare<br />
ai giorni nostri; a storie<br />
divise in episodi pubblicati con<br />
cadenza settimanale o quindicinale.<br />
Penso alle molteplici<br />
avventure di Diabolik delle sorelle<br />
Giussani, ma anche agli<br />
infiniti Manga, agli ineguagliabili<br />
Marvel.<br />
Poi ci sono le Graphics Novels<br />
che inquadrerei come storie autoconclusive<br />
come LMVDM<br />
(La Mia Vita Disegnata Male)<br />
di Gipi o Quaderni Giapponesi<br />
di Igort e tantissimi altri, quindi<br />
non ad episodi anche se in alcuni<br />
casi il personaggio diciamo<br />
ritorna con nuove avventure,<br />
come accade con Zero Calcare.<br />
Poi aggiungerei che mentre nei<br />
fumetti classici, tanti sono i disegnatori<br />
e gli scrittori che si<br />
adoperano per creare storie diverse<br />
che dovranno uscire ogni<br />
7 o 15 giorni, nelle graphics novels<br />
spesso accade che chi scrive,<br />
disegna e colora la storia<br />
possa essere la solita persona.<br />
Quindi mentre nel fumetto<br />
Marvel o Manga, ad esempio,<br />
c’è una squadra composta da<br />
chi scrive, fa sceneggiatura,<br />
disegna inchiostra, colora e<br />
confeziona lettering e impaginazione,<br />
tipo catena di montaggio,<br />
nella graphic novel a fare<br />
tutto questo può essere una sola<br />
persona o talvolta due. Quindi<br />
anche i tempi di produzione,<br />
capisci si allungano un bel po’.<br />
Oriente e occidente. Quali<br />
sono secondo te i tratti distintivi<br />
delle due Scuole?<br />
16 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1 www.edizionijollyroger.it<br />
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NON DI SOLE LETTERE<br />
NON DI SOLE LETTERE<br />
In Oriente domina il Manga<br />
con una produzione di fumetti<br />
mostruosa, principalmente<br />
in bianco e nero, di piccolo<br />
formato, più piccolo di Dylan<br />
Dog per capirci, che si legge in<br />
senso inverso rispetto all’Occidente,<br />
partendo dall’ultima<br />
pagina. Il Manga ha un mercato<br />
fortissimo reso ancora più forte<br />
dalla trasposizione dei fumetti<br />
in Cartoni Animati, gli Anime,<br />
che hanno aiutato a far conoscere<br />
la cultura Giapponese nel<br />
mondo. Passiamo da Naruto o<br />
Dragon Ball a Death Note per<br />
arrivare al Maestro Jirō Taniguchi<br />
che vi consiglio di leggere<br />
e mangiare con gli occhi. Direi<br />
che in Oriente gli ingredienti<br />
sono sicuramente la delicatezza<br />
e il dettaglio del tratto messe a<br />
disposizione, a mio avviso, di<br />
una creatività unica che solo il<br />
popolo del Sol Levante possiede.<br />
Ecco perchè non esiste disegnatore/illustratore<br />
e fumettista<br />
che non vada a mangiare un<br />
sushi per assorbire le magiche<br />
influenze del Mangaka!<br />
In Occidente, puntando il dito<br />
sugli USA, c’è il mondo Disney<br />
- Marvel - DC con tutti i supereroi<br />
di cui il cinema ha raccontato<br />
le gesta con bellissimi<br />
films, da Topolino e Paperino<br />
ai Fantastici 4, Capitan America,<br />
Superman, Iron Man, Batman,<br />
Hulk, DareDevil, Elektra,<br />
l’Uomo Ragno, ecc... con una<br />
predisposizione per l’azione<br />
e la cultura/scultura del corpo<br />
umano, Topolino escluso,<br />
il tutto stampato su carta patinata,<br />
rigorosamente a colori in<br />
un formato invece un po’ più<br />
grande del nostro Dylan Dog.<br />
Godetevi però prima i fumetti<br />
di Will Heisner!<br />
Nel mezzo ci siamo noi e la<br />
Francia con un fumetto più<br />
ricco del nostro, sia come produzione<br />
che come dettaglio<br />
illustrativo, con un formato<br />
stampa più grande di quello<br />
americano e cartonato (copertina<br />
rigida). Si parte da Tin Tin<br />
di Hergé per andare ad Asterix<br />
di Goscinny e Uderzo, a Philippe<br />
Druillet e Jean Giraud<br />
in arte Moebius (che ho avuto<br />
occasione di conoscere e con<br />
il quale ho avuto la fortuna di<br />
parlare ad Angoulême anni fa),<br />
per arrivare ad una produzione<br />
ricca e incredibilmente varia<br />
per la quale molti disegnatori,<br />
illustratori, coloristi italiani lavorano.<br />
Perché? Perché siamo<br />
bravi. Gli italiani se vogliono<br />
sono i migliori in tutto, da sempre,<br />
ma spesso ci comportiamo<br />
da Italiani e questo ci frena. Ma<br />
stiamo facendo grandi passi in<br />
avanti. L’Italia ha un esercito di<br />
ragazzi e ragazze che scrivono,<br />
disegnano e colorano da Dio e<br />
li amo tutti!<br />
Quando crei un personaggio<br />
sei tu a comandare lui o è lui<br />
che vive di vita propria?<br />
Direi che è una via di mezzo.<br />
Un po’ come ha fatto Geppetto<br />
con Pinocchio, inizi a sbozzare<br />
il o i personaggi che poi vivono<br />
di vita propria, ma per respirare<br />
hanno bisogno della polvere di<br />
grafite della tua matita.<br />
Attualmente chi sono gli artisti<br />
che, secondo te, vale la pena<br />
seguire e perché?<br />
Guarda, il fumetto per me è<br />
come la cucina (italiana): ci<br />
sono pietanze per tutti i gusti.<br />
La panoramica del Fumetto è<br />
veramente ricchissima. Quello<br />
che posso dire, soprattutto a chi<br />
non ha mai letto un fumetto o<br />
una graphic novel è di iniziare,<br />
di avvicinarcisi. Andare in edicola<br />
per i fumetti e in libreria<br />
per le graphics novels. Soprattutto<br />
nelle città più grandi, ma<br />
anche da noi, si inizia a trovare<br />
una bella scelta di storie, di<br />
stili. Il Fumetto in generale è<br />
uno strumento che ci fa tornare<br />
un po’ bambini, ci fa tornare<br />
a sognare e poi non c’è niente<br />
di più intrigante che sfogliare<br />
un bel fumetto nuovo di pacca<br />
e sentire il rumore della carta<br />
sotto le dita che sfogliano, guidate<br />
dallo sguardo curioso di<br />
sapere cose accadrà nella pagina<br />
successiva... però solo dopo<br />
averci infilato il naso dentro e<br />
respirato a pieni polmoni il profumo<br />
inconfondibile della carta<br />
e dell’inchiostro. Proprio come<br />
si fa con un buon vino! Provare<br />
per credere.<br />
Cos’è per te la grafica?<br />
La grafica, insieme al fumetto,<br />
è la mia vita. Quando la sera<br />
vado a letto non vedo l’ora di<br />
alzarmi la mattina successiva<br />
per fare colazione (soprattutto)<br />
e andare a lavoro. Un lavoro<br />
fatto di sacrifici, difficoltà, errori<br />
ma anche di tante soddisfazioni.<br />
Non c’è cosa più bella<br />
del sorriso del cliente che ti<br />
ringrazia per il lavoro che gli<br />
hai fatto, sia che si tratti dello<br />
studio di un marchio, di un’etichetta<br />
di vino, del packaging di<br />
un prodotto, di un catalogo o di<br />
una campagna pubblicitaria.<br />
Quando lavori per un committente<br />
come imposti il rapporto?<br />
Fai fatica ad adattarti alle<br />
richieste?<br />
Agli inizi è stato difficile. Tutti<br />
gli inizi lo sono. Poi capisci<br />
che il modo migliore di porsi è<br />
quello di essere semplicemente<br />
come sei.<br />
Non essere né arrogante né presuntuoso.<br />
Se le persone hanno<br />
fiducia in te e c’è rispetto reciproco<br />
tutto diventa più facile.<br />
La professionalità si acquisisce<br />
studiando e lavorando, sbagliando<br />
e correggendo, senza<br />
mai fermasi, senza mai pensare<br />
di essere arrivati all’apice del<br />
successo, anche perché nel mio<br />
caso credo di essermi perso a<br />
metà del cammino. Ritroverò la<br />
diritta via!<br />
Per quanto riguarda le richieste,<br />
be’, Sono tutte diverse e<br />
ogni volta dobbiamo trovare un<br />
compromesso, una quadra non<br />
tanto legata all’andare d’accordo<br />
io e il cliente, ma all’obiettivo<br />
che vogliamo raggiungere,<br />
e quindi dobbiamo pianificare,<br />
prendere le misure di dove<br />
vogliamo andare, con quali risorse<br />
e in quale tempi. Aiuto i<br />
miei clienti a presentare meglio<br />
i loro prodotti e i loro servizi,<br />
quindi come il sarto cucio per<br />
loro un abito su misura pensato<br />
in base all’evento a cui devono<br />
partecipare. E devo stare attento<br />
a non bucarli con gli spilli,<br />
anche se a volte gli spilli sono<br />
rimasti in tasca a me e mi sono<br />
bucato io!<br />
In Italia, oggi, c’è spazio e<br />
mercato per la graphic novel?<br />
Assolutamente sì! C’è bisogno<br />
di tornare a scrivere, a disegnare,<br />
a colorare, a raccontare storie<br />
vere o storie inventate, che<br />
siano sogni o speranze piuttosto<br />
che proteste e/o storie di vita<br />
quotidiana, storie d’amore o di<br />
follia. Siamo un popolo di artisti<br />
e dobbiamo necessariamente<br />
tirar fuori la grinta, le unghie<br />
e iniziare a riappropriarci di<br />
quegli strumenti che abbiamo<br />
lasciato per troppo tempo in<br />
disuso, vivendo sugli allori dei<br />
nostri grandi scrittori, poeti e<br />
pittori, compositori. Siamo figli,<br />
insomma... pro-pro-pro nipoti,<br />
di artisti idolatrati in tutto<br />
il mondo. Iniziamo a lasciare il<br />
cellulare con tutte le sue App<br />
nel cassetto, accendiamo la<br />
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musica, appuntiamo la matita<br />
e iniziamo a scrivere, comporre<br />
o disegnare e condividere il<br />
nostro lavoro. Non è l’arrivo<br />
che deve preoccuparci, ma la<br />
soddisfazione che proveremo<br />
giorno dopo giorno nel vedere i<br />
progressi che faremo in questo<br />
viaggio dove ciascuno di noi<br />
potrà essere ciò che ha sempre<br />
sognato di essere.<br />
Quali sono le maggiori difficoltà<br />
che si incontrano, quando ci<br />
si scontra con il mercato?<br />
Il discorso sarebbe lungo e complesso.<br />
Ti dico che per quanto<br />
riguarda il fumetto, sicuramente<br />
serve bravura, quella vera,<br />
quella che io ancora non ho.<br />
Serve avere un po’ di fortuna<br />
e trovare un editore che veda il<br />
business nella tua storia, perché<br />
se prevede di non guadagnarci<br />
lui nella vendita, non ti pubblicherà<br />
mai o magari ti pubblicherà<br />
solo perché ha bisogno<br />
di far vedere che ha delle novità<br />
in mano, ma dei cinque che<br />
presenta quell’anno tu sei solo<br />
una riserva, un segnaposto uno<br />
che serve solo a fare numero.<br />
So che è brutta raccontata così,<br />
ma il mercato è anche questo,<br />
e non solo nel fumetto direi:<br />
soprattutto nel settore alimentare,<br />
farmaceutico, dell’energia<br />
dove le dinamiche sono ancora<br />
più tristi e meschine. Ma non<br />
avveleniamoci il fegato proprio<br />
ora. Questo non deve essere un<br />
deterrente. Testa alta, schiena<br />
dritta e lavorare sempre, ogni<br />
giorno con costanza e determinazione.<br />
Talvolta le occasioni<br />
sono dietro l’angolo, quindi bisogna<br />
essere sempre pronti.<br />
Attualmente su cosa stai lavorando?<br />
Senza spoilerare più di<br />
tanto, ce ne vuoi parlare?<br />
Sto lavorando ad una Graphic<br />
Novel che parla di manicomi,<br />
avventura, pazzia e amicizia,<br />
con un carissimo amico/collega<br />
di Lucca. Un progetto di<br />
168 pagine sul quale abbiamo<br />
lavorato e lavoriamo ancora a<br />
quattro mani (cosa insolita per<br />
un fumetto), che sta andando<br />
un po’ a rilento per impegni di<br />
entrambi, ma la luce è in fondo<br />
al tunnel; ce la faremo.<br />
Nel frattempo mentre il mio lavoro<br />
di grafico mi tiene occupato<br />
almeno 8/9 ore al giorno<br />
sono stato colpito dalla fiammata<br />
di cui parlavo prima e che<br />
come il Natale... quando arriva,<br />
arriva! Ho preso il portatile, inserite<br />
le cuffie, musica a palla e<br />
ho iniziato a scrivere una nuova<br />
graphic novel, e completate<br />
sceneggiatura e regia ho iniziato<br />
a fare la prima matita sporca<br />
di 88 pagine. Storia a fumetti<br />
ambientata all’Isola d’Elba,<br />
luogo a cui sono legato tantissimo,<br />
che parla un po’ di me e di<br />
altre persone che sono passate<br />
dalla mia vita e dalla mia fantasia.<br />
In corso anche lo studio<br />
di un’altra graphic novel per un<br />
cliente, che racconterà del suo<br />
sogno diventato realtà. Insomma<br />
come vedi non riesco a stare<br />
fermo. Le giornate sono piene<br />
ma continuo a infilarci cose da<br />
fare: è troppo bello!<br />
Un sogno che vorresti realizzare?<br />
Riuscire ad invertire le ore che<br />
dedico alla grafica con quelle<br />
che dedico al fumetto.<br />
Grafica e Fumetto sono per me<br />
NON DI SOLE LETTERE<br />
come una Brioche con la Crema<br />
(la mattina perà faccio colazione<br />
con gli Oro Saiwa eh!); ora<br />
avrei bisogno di far straboccare<br />
la crema e impiastricciarmi tutto.<br />
Non so se ho reso l’idea!<br />
I consigli di un professionista<br />
come Gianni Giudici a chi<br />
vorrebbe affacciarsi a questo<br />
mondo?<br />
Seguite il cuore. Ciascuno dentro<br />
di voi sa cosa gli piacerebbe<br />
fare nella vita; non vi fare influenzare<br />
da scelte sbagliate. Il<br />
nodo che vi chiude la gola vi<br />
dirà ogni volta che quella è la<br />
strada giusta, anche se sembra<br />
difficile e magari la meno adatta<br />
o comoda, se pensate a dove<br />
abitate a dove avete la famiglia<br />
e le amicizie. Ma non fermatevi,<br />
non rinunciate. Siate egoisti<br />
quel tanto che serve a voler<br />
bene a voi stessi. Niente è impossibile.<br />
Amate ciò che fate,<br />
che sia il fumetto, la grafica o<br />
qualunque altro studio o lavoro<br />
decidiate di intraprendere. Il<br />
tempo vi ricompenserà per ciò<br />
che avete dato a lui.<br />
Ti ringrazio Fabio, e per concludere<br />
vorrei anche precisare<br />
che le risposte che ho dato<br />
sono legate al mio punto di<br />
vista. Altri autori, professori e<br />
disegnatori potrebbero sicuramente<br />
dare versioni alternative<br />
su cui si potrebbero aprire dibattiti<br />
infiniti e di cui a me, alla<br />
fine, non importa più di tanto,<br />
perché come dice un mio carissimo<br />
collega “Dobbiamo disegnare!”.<br />
Buon fumetto e buona vita a<br />
tutti!<br />
miele, sangue<br />
e vetriolo<br />
racconti ai confini della perversione umana... e anche oltre<br />
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20 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1
RACCONTAMI UNA STORIA<br />
RACCONTAMI UNA STORIA<br />
SECONDO ROUND<br />
“E PENSARE CHE ALLORA...”<br />
I tre vincitori del concorso <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong><br />
prendono posto sul secondo podio, pronti per le antologie<br />
Il pokerino<br />
di Raffaello Bisordi<br />
So che rischio di ripetermi<br />
e diventare noioso,<br />
ma anche questa<br />
volta è stato davvero<br />
difficile decidere non<br />
tanto chi dovesse salire<br />
sul podio, quanto chi<br />
dovesse esserne escluso.<br />
Non è una bella sensazione, ve<br />
lo assicuro: voltare il pollice<br />
verso il suolo nei confronti di<br />
elaborati che meriterebbero di<br />
salire quei gradini è frustrante<br />
e mi fa desiderare di tornare indietro<br />
nel tempo per creare un<br />
nuovo Regolamento che permetta<br />
a tutti i racconti meritevoli<br />
di essere pubblicati.<br />
Ma, come ho già accennato,<br />
l’ipotesi non è così bislacca.<br />
Sto meditando di aggiungere<br />
una postilla al Regolamento che<br />
consenta una sorta di menzione<br />
d’onore per tutti gli elaborati<br />
meritevoli, anche al di fuori dei<br />
tre vincitori.<br />
Quindi, carissimi Autori, se non<br />
avete visto il vostro racconto citato<br />
tra i primi tre classificati di<br />
ogni Round, non disperate, perché<br />
successivamente alla pubblicazione<br />
delle due antologie,<br />
che ricordo essere cartacea per<br />
di Fabio Gimignani<br />
Primo classificato<br />
Raffaello Bisordi<br />
“Il pokerino”<br />
Seconda classificata<br />
Paola Cimmino<br />
“Mossa d’autore”<br />
Terzo classificato<br />
Gianni Cammilli<br />
“Estate”<br />
i primi classificati e in formato<br />
eBook per i secondi e terzi,<br />
anche le vostre fatiche saranno<br />
premiate con la pubblicazione.<br />
Infatti tutti i racconti ricevuti e<br />
ritenuti meritevoli andranno a<br />
costituire dei numeri speciali di<br />
<strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong> Magazine<br />
che saranno pubblicati<br />
come allegati ai primi<br />
numeri in uscita nel<br />
2<strong>02</strong>2.<br />
State inviando delle<br />
vere e proprie perle che<br />
non meritano di essere abbandonate,<br />
e quindi la decisione è<br />
stata presa: vedranno la luce!<br />
Con molta probabilità questa<br />
decisione è scaturita dai sensi<br />
di colpa che per la seconda volta<br />
mi hanno azzannato mentre<br />
escludevo alcuni bellissimi racconti<br />
dal podio, maledicendo<br />
mentalmente l’inventore delle<br />
classifiche, ma mi consolo pensando<br />
che la sana e leale competizione<br />
è un motore in grado<br />
di sviluppare un propulsione<br />
difficilmente ottenibile per le<br />
vie ordinarie.<br />
E quindi dateci dentro, signore<br />
e signori, perché il quarto round<br />
è pronto e attende la vostra creatività<br />
per constringermi un’altra<br />
volta a trascorrere delle sane<br />
ore di angoscia ricordando i<br />
giorni felici nei quali mi limitavo<br />
a succhiarmi il pollice, anziché<br />
voltarlo in alto o in basso.<br />
Grazie a tutti. Di cuore!<br />
La cena è finita da poco. Le signore<br />
si sono appartate su un<br />
comodo divano a continuare le<br />
loro chiacchiere. Seduti al tavolo<br />
siamo rimasti noi, a corto<br />
di argomenti. La bottiglia della<br />
grappa reclina il collo sopra<br />
ciascun bicchiere. Sull’ultimo è<br />
addirittura a testa in giù, a stillare<br />
l’ultimo goccio. Poi una<br />
voce interrompe il mutismo<br />
generale: «Facciamo un pokerino?»<br />
Una vampata di calore irrora il<br />
mio viso: non è l’alcol. Mi sento<br />
pervaso da un misto di desiderio<br />
e di paura. In un lontano<br />
passato ho vissuto un periodo<br />
in cui sono stato stregato dalle<br />
carte da gioco. Mi piacevano.<br />
Le emozioni che provavo nel<br />
maneggiarle, mi procuravano<br />
una soddisfazione da cui ero<br />
diventato dipendente. Il piacere<br />
era tale da vincere persino sul<br />
richiamo sessuale. Quante volte<br />
ho preferito il tavolo verde a<br />
un’avventura galante!<br />
Il problema non era il gioco,<br />
che di per sé era soltanto un<br />
gioco… ma la posta. Più era<br />
alta, maggiore era il rischio, più<br />
grande era l’eccitazione e… il<br />
desiderio. Mi tremano le gambe<br />
a pensare di aver giocato dei<br />
piatti superiori alle mie possibilità.<br />
In seguito, con giudizio, o per<br />
paura, sono riuscito a perdere il<br />
vizio. Però, in fondo al cuore,<br />
un vecchio amore il posto lo<br />
mantiene per sempre. E ora mi<br />
ritrovo faccia a faccia con lui.<br />
«Dai, ragazzi! Una cosina leggera!<br />
Senza rovinarsi!» Il promotore<br />
insiste, cerca di convincerci<br />
a giocare.<br />
Il desiderio si sta facendo strada<br />
dentro di me. Ho la certezza<br />
che cederò. Aspetto solo la scusa<br />
per tacitare la mia coscienza.<br />
«Allora… cinquanta centesimi<br />
per la messa, cinquanta per<br />
l’apertura, senza buio e rilancio<br />
massimo due euro! Si fa per divertirsi…<br />
dai, giochiamo!»<br />
Mi ritrovo a sorridere. Vent’anni<br />
fa, ho giocato per cifre dieci<br />
volte superiori. Col buio.<br />
Controbuio. E over. Avevamo<br />
raggiunto un accordo, per non<br />
farci del male: due scale reali si<br />
sarebbero divise la posta.<br />
Non dico di sì, ma i miei occhi<br />
parlano per me. Ci ritroviamo<br />
seduti. Come per magia compaiono<br />
le carte e una scatola di<br />
fiches multicolori. La posta in<br />
palio sarà di un’inezia, ma la<br />
tensione comincia ad assalirmi.<br />
Il mazziere distribuisce la prima<br />
mano. Con fare cerimonioso<br />
prendo le mie carte… con cura.<br />
Ne scruto il dorso. Le mescolo<br />
e le posiziono con precisione le<br />
une sulle altre. Le volto. La prima<br />
mi lascia deluso. Le stillo<br />
alla ricerca di una buona combinazione.<br />
Percepisco una sensazione<br />
che credevo di aver perduto<br />
per sempre. Ho una mano<br />
bruttissima. La posta in gioco è<br />
bassa, il rischio… irrisorio. La<br />
voglia mi spinge verso l’impossibile.<br />
Cambio due carte alla ricerca<br />
di un’improbabile scala<br />
a doppio incastro. Il concetto<br />
di fortuna è relativo. Mi entra<br />
una doppia coppia. Questo è il<br />
male. Bluffo. Che senso ha con<br />
dei rilanci così bassi! Infatti<br />
vengono tutti a vedere: il mio<br />
gioco è il peggiore!<br />
Ormai ho rotto il ghiaccio.<br />
Scruto i miei avversari e cerco<br />
di studiarne la psicologia. Torno<br />
alla realtà: sto prendendo la<br />
faccenda troppo sul serio. Mi<br />
giustifico. Questa è la mia indole.<br />
Gioco con impegno, ma<br />
la mia mente si assenta ripercorrendo<br />
il passato. Nostalgia.<br />
Rimorso. Rimpianto. Le carte<br />
mi passano con alterna fortuna.<br />
22 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1 www.edizionijollyroger.it<br />
23
Continuo a far mio il vecchio<br />
detto “non è un buon giocatore<br />
quello che quando vince, vince<br />
tanto, ma quello che quando<br />
perde, perde poco”.<br />
Guardo i monticelli di variopinta<br />
bachelite di fronte a noi.<br />
Mi accorgo di essere il più fortunato.<br />
In uno slancio di modestia,<br />
io, che ho calcato palcoscenici<br />
migliori, mi rendo<br />
conto che con questi avversari<br />
non si può parlare di bravura.<br />
Nonostante ciò, mi gratifico per<br />
le scelte e sono orgoglioso dei<br />
rilanci. La mia mente si assenta<br />
ancora.<br />
L’aria, per le tante sigarette<br />
consumate, è molto pesante. La<br />
bottiglia del whisky è quasi agli<br />
sgoccioli. Gli occhi sono irritati<br />
dal fumo e dalla stanchezza.<br />
La testa inizia a dolere per l’alcol<br />
e la tensione. Nella strada<br />
circolano soltanto un metronotte<br />
e il panettiere che si reca al<br />
forno. Un turnista va al lavoro,<br />
un altro rientra a casa. Io sono<br />
inchiodato al tavolo verde, insensibile<br />
alla stanchezza, sostenuto<br />
dall’adrenalina.<br />
Sto vincendo. I miei compagni,<br />
che hanno preso il gioco per il<br />
verso giusto, scherzano. Fanno<br />
battute su di me. È naturale: la<br />
troppa fortuna attrae sempre la<br />
facile ironia. Sorrido, insensibile<br />
alle loro parole. Mi sento<br />
coinvolto in maniera esagerata,<br />
ma quel fremito, che mi percorre,<br />
è come una droga. Rispondo<br />
cortese alle loro parole. Mi presto<br />
al loro gioco. Partecipo. Ma<br />
mi sento distante da loro.<br />
È una brutta serata. Le belle<br />
carte mi evitano. Le buone<br />
combinazioni trovano sempre<br />
qualcosa di migliore nelle mani<br />
dell’avversario, oppure niente.<br />
Il loro valore, a volte, si vanifica<br />
anche così. Sto perdendo<br />
abbastanza. Mi assale un senso<br />
di rimorso. Con questi soldi<br />
avrei potuto comprarmi quella<br />
maglia che mi piace tanto.<br />
Avrei potuto fare il grande in<br />
discoteca. Avrei potuto…<br />
Per fortuna iniziano a vincere<br />
anche gli altri. È vero che le<br />
carte girano, ma è innaturale<br />
gioire dei successi degli avversari.<br />
Mi consolo pensando che<br />
non possano annoiarsi o demoralizzarsi.<br />
Così continueremo<br />
a giocare ancora. E io godo di<br />
questo ritorno al passato.<br />
C’è chi si sente rinfrancato da<br />
questo cambiamento. Alza la<br />
cresta. Fa lo sbruffone. Evoca<br />
il fatto che la fortuna, ora, sia<br />
bendata in modo più accurato.<br />
Attinge a piene mani dalla cornucopia.<br />
La serata volge al termine.<br />
Ormai i giochi sono fatti. Chi<br />
perderà, non lo farà per una<br />
somma compromettente. Non<br />
sarebbe stato possibile. Si dichiarano<br />
i giri che rimangono<br />
alla fine della partita. Anche i<br />
più cauti si sono lasciati trascinare<br />
dall’eccitazione del gioco.<br />
Per il gran finale ci accordiamo<br />
nel raddoppiare la posta. Tutti<br />
vogliamo finire in bellezza. Tutti<br />
speriamo nell’ultima buona<br />
combinazione. Tutti, scontenti<br />
della nostra mano, optiamo per<br />
un piatto di parola. Due piatti<br />
di parola. Tre. In palio, ora,<br />
c’è una cifra che, per un tavolo<br />
povero come questo, è molto<br />
allettante.<br />
Il giocatore di mano apre. Il<br />
successivo lo segue. Non faccio<br />
in tempo a guardare le mie<br />
RACCONTAMI UNA STORIA<br />
carte. Cerco un’altra emozione:<br />
vado al buio. «Piatto ricco, mi<br />
ci ficco!» E viene anche il mazziere.<br />
Stillo le mie carte. Asso di<br />
fiori. Nove di cuori. Regina di<br />
cuori. Sette di picche. Dieci di<br />
cuori. Impreco.<br />
Il giocatore di fronte a me<br />
cambia due carte. È probabile<br />
che abbia un tris. Quello alla<br />
mia destra ne chiede una. Avrà<br />
una doppia coppia? Cercherà di<br />
ottenere una scala o un colore?<br />
Senz’altro ha una combinazione<br />
più forte della mia. Guardo<br />
sconsolato la mia mano. Scarto<br />
l’asso e il sette. Decido di andare<br />
all’avventura. L’ultimo ne<br />
tiene solamente due. Che sia<br />
messo peggio di me? Se fosse,<br />
sarebbe comunque una magra<br />
consolazione.<br />
Il mazziere ha finito la distribuzione<br />
delle carte. Non ci stiamo<br />
giocando la casa, ma si palpa<br />
una forte tensione. Ora, tutti<br />
vogliamo vincere. Mi ritrovo<br />
a scoprire le mie carte con eccezionale<br />
lentezza. Voglio prolungare<br />
il più a lungo possibile<br />
questo stato di attesa che vuol<br />
dire emozione. Tensione. Speranza.<br />
Gioia. O delusione. Lo<br />
stato mentale si riflette su quello<br />
fisico. Le mani tremano. Per<br />
nascondere agli altri la mia<br />
condizione, riesco a trasferire il<br />
fremito lungo la schiena.<br />
La prima carta che mi appare<br />
è il jack di cuori. Sento le<br />
mie guance bruciare. Penso<br />
di essere diventato paonazzo.<br />
Una sensazione di piacere si<br />
manifesta al basso ventre. Ho<br />
quattro carte dello stesso seme,<br />
disposte a scala bilaterale. Ho<br />
la possibilità di chiudere varie<br />
QUANDO IL THRILLER<br />
incontra le tenebre<br />
mistero, storia e paranormale in un romanzo dal fascino magnetico<br />
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24 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1
combinazioni, non ultima…<br />
Ma è meglio non pensarci. I<br />
miei polpastrelli sono sudati.<br />
Le carte, però, non sono nuovissime.<br />
Non scivolano nelle<br />
mie mani umide. La loro superficie,<br />
vecchia e rugosa, fa da<br />
appiglio alle mie dita.<br />
Nell’angolo, in alto a sinistra,<br />
appare una cuspide. È rossa. La<br />
sensazione di piacere, all’inguine,<br />
aumenta. Assomiglia<br />
RACCONTAMI UNA STORIA<br />
sempre più allo stimolo che<br />
precede un orgasmo. L’ultima<br />
carta, ora, si manifesta: è un re.<br />
Gioisco. Ho in mano una scala.<br />
Ma non è finita. Movimenti impercettibili<br />
stanno per svelarmi<br />
la verità: o la punta acuminata<br />
del seme di denari, o la dolce<br />
curva del seme di cuori. È cuori!<br />
È scala reale!<br />
Mentre dispiego le carte per<br />
godermi lo spettacolo, mi ritrovo<br />
a dover stringere le cosce,<br />
per contenere il riflesso fisico<br />
di quell’emozione. Ho conquistato<br />
il piatto.<br />
Sarei un bugiardo a dire che<br />
ho vinto solo una colazione al<br />
bar. Forse due… e un aperitivo.<br />
La serata è finita. La mia mente<br />
si rivolge un’ultima volta al<br />
passato.<br />
E pensare che allora…<br />
amare o non amare?<br />
questo e' il dilemma<br />
una storia dolce, profonda e graffiante come solo le donne sanno essere<br />
Mossa d’autore<br />
di Paola Cimmino<br />
«E pensare che allora…»<br />
Bugsy si guardò attorno. La<br />
stanza era calda e accogliente.<br />
Sempre la stessa.<br />
Il vassoio con la colazione<br />
campeggiava al centro del letto.<br />
Caffè, latte macchiato e toast.<br />
Per due. Allungò le gambe nude<br />
a cercare il pavimento, inforcò<br />
le décolleté e si diresse alla finestra,<br />
fermandosi a osservare<br />
le spesse calate color del miele<br />
debordanti sul pavimento.<br />
«Allora… cosa?» le arrivò<br />
all’orecchio.<br />
Roca, ma suadente. Quella voce<br />
femminile era uno spettacolo.<br />
Come tutto il resto.<br />
«12 mesi fa… Ricordavo tutto,<br />
non mi sfuggiva nulla» si limitò<br />
a rispondere, senza voltarsi.<br />
Il suo caschetto nero liscio brillava<br />
d’un colore insolito fra le<br />
luci soffuse.<br />
Si voltò e colse il riflesso del<br />
suo corpo nudo nello specchio.<br />
«Eh, mi ricordo. Invece adesso?»<br />
Un sospiro le scosse lievemente<br />
il seno. Giovane, sodo. Caustico.<br />
«Adesso… Mi sorprendo a<br />
pensare che certe cose non le<br />
ho fatte io, ma un’altra».<br />
«Non ti seguo».<br />
«Ecco, appunto. Non mi seguo<br />
neppure io».<br />
Gladys si fermò un attimo a osservarla.<br />
«Mi stai dicendo che ci sono<br />
cose che non ricordi di avere<br />
fatto, questo vuoi dire?»<br />
«Più o meno».<br />
«E quali cose sarebbero?»<br />
«Cose…»<br />
«Tipo? Non avrai mica ammazzato<br />
qualcuno».<br />
«Non saprei. Questo è il fatto».<br />
«Cazzo, Bugsy! Non sai se hai<br />
ucciso qualcuno? E quando le<br />
avresti fatte?»<br />
«Non lo ricordo».<br />
«Aspetta… Non ricordi di avere<br />
fatto cose che adesso non ricordi,<br />
e nemmeno quando?»<br />
L’altra annuì.<br />
«Mi sta venendo mal di testa»<br />
Gladys bevve un sorso di caffè,<br />
poi riprese a tampinarla «Scusa,<br />
ma allora come te ne sei accorta?»<br />
«Ho trovato un sacco di soldi<br />
sul mio conto, e un biglietto per<br />
le Cayman… Ah, dimenticavo,<br />
anche un sms anonimo: “Nessuna<br />
come te”».<br />
«Quando?»<br />
«Non ricordo».<br />
Gladys la fissò tutt’a un tratto<br />
con aria maliziosa.<br />
«Non ti sarai mica fatta un magnate<br />
del petrolio, sai uno di<br />
quelli che ti regala casa al Colosseo?»<br />
«No, quello capita solo a certe<br />
italiane».<br />
«Ma non hai proprio nessun ri-<br />
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26 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1
cordo, niente di niente?»<br />
«Buio totale».<br />
«Beh, potrebbe anche essere<br />
una cosa buona. Dovresti parlarne<br />
col Dottor Wyler».<br />
«E chi è?»<br />
«Non ricordo».<br />
«Anche tu… Sarà l’obsolescenza<br />
programmata. Oppure è<br />
il nuovo virus delle IA».<br />
«Cos’è una IA?»<br />
«Non ricordo».<br />
Al Sikomor Hotel, stanza 401,<br />
si poteva accedere con una card<br />
in uso ai reparti speciali di sicurezza.<br />
Un uomo alto e robusto,<br />
occhiali scuri e impermeabile,<br />
entrò limitando al minimo ogni<br />
rumore. Non voleva rischiare<br />
di dare nell’occhio.<br />
Lui era lì, per terra, esattamente<br />
come se lo aspettava.<br />
Wyler si piegò sulle ginocchia.<br />
Si sporse in avanti quel tanto<br />
che bastava a constatare che il<br />
vecchio presidente era passato<br />
a miglior vita. Per quanto, in<br />
quella appena trascorsa se l’era<br />
sicuramente spassata, e pure<br />
parecchio. Stanti le condizioni<br />
di una parte del corpo.<br />
Si sollevò e in tutta calma attivò<br />
il suo microfono.<br />
«Okay, Houston, abbiamo avuto<br />
un problema qui».<br />
Una voce altrettanto pacata si<br />
avvertì nella stanza: «Che genere<br />
di problema?»<br />
«Il nostro esimio presidente ci<br />
ha lasciato».<br />
«Interessante. Come, se posso<br />
chiedere?»<br />
«Si è fatto fregare da una<br />
dell’Intelligence a quanto pare.<br />
Un lavoretto fatto per bene,<br />
modestamente».<br />
«Ne è sicuro?»<br />
«Più che sicuro».<br />
«Capisco. Occorrerà sistemarla,<br />
allora».<br />
«No, non ricorda di averlo fatto,<br />
e…» osservando l’orologio<br />
«fra cinque minuti esatti smetterà<br />
di esistere anche lei».<br />
L’altro rimase qualche secondo<br />
a soppesare.<br />
«Ha pensato a tutto come sempre.<br />
Bene, Wyler. Buona notte<br />
a lei».<br />
Buona notte, stava per rispondere,<br />
realizzando in quell’istante<br />
che era giorno.<br />
Ebbe solo il tempo di percepire<br />
RACCONTAMI UNA STORIA<br />
lo spostamento d’aria e un rumore<br />
che ricordava per averlo<br />
sentito in un film. Un ricordo, il<br />
suo, che spiazzò fulmineamente<br />
tutti gli altri.<br />
Un secondo rumore si attutì fra<br />
le maglie dello spesso tappeto.<br />
Bugsy si piegò sulle ginocchia.<br />
Si sporse in avanti, quel tanto<br />
che bastava a constatare che<br />
anche il secondo corpo riposasse<br />
in pace. Per sempre.<br />
«Smemorata, ma non stupida,<br />
Wyler… Hai sbagliato a programmare<br />
l’anno».<br />
Voi inglesi siete così fottutamente…<br />
qualcosa, le tornò alla<br />
mente, prima di andarsene.<br />
Alle Cayman, con Wikipedia e<br />
Youtube, si sarebbe rinfrescata<br />
la memoria.<br />
Sempre che glielo ricordasse<br />
Gladys, la sua coscienza. Anche<br />
lei stava perdendo colpi.<br />
Ultimamente.<br />
OPS<br />
Omaggio a Monty P… qualcosa.<br />
O era la mossa Kansas<br />
City?<br />
Non ricordo.<br />
il xvi secolo<br />
attuale come non mai<br />
Le bande nere rivivono tra le pagine geniali di lorenzo leoni<br />
Estate<br />
di Gianni Cammilli<br />
E pensare che allora era tutto<br />
pulito e trasparente. Pulito<br />
come il mare del Giglio e trasparente<br />
come i vestitini che<br />
Chiara portava con innocente<br />
malizia.<br />
Quando la conobbi era abbronzata,<br />
con la faccia stanca, i capelli<br />
biondi raccolti e gli occhi<br />
azzurri senza trucco. Maglietta,<br />
jeans e sandalini bassi dai quali<br />
facevano capolino le unghie dei<br />
piedi tinte di nero.<br />
«Scusa dov’è l’agenzia di soggiorno<br />
qui?»<br />
«Quella strada porta a una piazzetta<br />
con una fontana. Lì c’è<br />
l’agenzia di soggiorno. Hai bi-<br />
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28 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1
RACCONTAMI UNA STORIA<br />
RUBRICA<br />
vite intrecciate<br />
sogno di informazioni?»<br />
«No. Lavorerò lì. Piacere…<br />
Chiara».<br />
«Sergio» – risposi e intanto la<br />
guardavo.<br />
«Lavori qui?»<br />
«Faccio la serata di flamenco<br />
dopo cena. Con una ballerina».<br />
«Allora stasera ti vengo a sentire?»<br />
«Mi farebbe piacere. Hai mangiato?»<br />
«No, ho una fame...»<br />
«Lucio apparecchia per due,<br />
stasera ho ospiti».<br />
Il Pequod è un vecchio locale<br />
di legno sulla spiaggia. È un’ottima<br />
trattoria di pesce. Jack, il<br />
proprietario, cucina quello che<br />
due pescatori di fiducia gli portano<br />
la mattina. Può capitare di<br />
ordinare spaghetti con l’orata e<br />
sentirsi rispondere che non hanno<br />
orate fresche. «Ma abbiamo<br />
ottimi spaghetti coi ricci oggi»<br />
dice allora Lucio, il vecchio cameriere<br />
del locale.<br />
«Sergio la tua ospite è incantevole,<br />
permette vero, signorina?»<br />
Chiara rise e i suoi denti candidi<br />
brillavano come le luci dei<br />
pescherecci. Era laureata in lingue<br />
e il suo sogno era quello di<br />
fare la guida nei viaggi avventura.<br />
In Africa, India, Stati Uniti.<br />
Parlava il tedesco, l’inglese e lo<br />
spagnolo; ora stava studiando<br />
il cinese «la lingua del futuro»<br />
diceva. Il posto all’agenzia di<br />
soggiorno all’isola del Giglio<br />
non era Marrakesh o Istanbul<br />
ma da qualche parte si doveva<br />
pur cominciare.<br />
«Io sono di Roma, Sergio. Finita<br />
l’università ho conosciuto un<br />
uomo molto più grande di me<br />
e ci siamo innamorati. Mi sono<br />
trasferita a Capalbio, per amore,<br />
diciamo. Di Luca mi colpì la<br />
parlantina, il suo fascino. Prendemmo<br />
un appartamento nel<br />
centro del paese e per un anno<br />
siamo stati felici. Gli piacevano<br />
le barche e le donne. Soprattutto<br />
le donne. Luca faceva, sì, velate<br />
avances ad amiche, conoscenti,<br />
ma sapevo che scherzava. Poi<br />
arrivò Loredana. Impossibile<br />
competere con quella mantide.<br />
Una sera a cena si guardavano<br />
come se non ci fosse un domani<br />
e io... che stupida! Un giorno<br />
tornai a casa e trovai sul letto un<br />
biglietto di Luca: andava a fare<br />
una crociera con Lory. Mi ringraziava<br />
del bel tempo passato<br />
insieme, le solite stronzate…<br />
ma ti sto sommergendo scusa...<br />
è una vita che non parlavo così<br />
tanto...»<br />
Per me poteva parlare anche<br />
tutta la notte. E invece chiese:<br />
«Che si beve qui?»<br />
«Se vuoi la lista dei vini scordatela.<br />
Qui c’è l’Ansonica o<br />
l’Ansonica».<br />
«Credo che prenderò un Ansonica».<br />
«Ottima scelta. Ecco Fina».<br />
La mia partner non si chiamava<br />
né Carmen, né Consuelo, ma<br />
Serafina ed era di Cascina in<br />
provincia di Pisa. Tutti la chiamavamo<br />
Fina. Era una bella<br />
mora, alta, con le caviglie nervose<br />
e sottili, una gran coda di<br />
cavallo e gli occhi scuri; inoltre<br />
era una vera professionista<br />
del flamenco. Viveva con Jack,<br />
il proprietario del Pequod, in<br />
una stanzetta sopra il ristorante.<br />
Stavano insieme ormai da<br />
cinque anni. Lui aveva quindici<br />
anni più di lei ma era un fascinoso<br />
mascalzone e le donne lo<br />
adoravano. Fina si avvicinò col<br />
suo passo morbido e si sedette<br />
con noi. Prese un bicchiere e si<br />
versò una generosa dose di Ansonica.<br />
«Chi è la tua amica?» – esordì<br />
Fina<br />
«Lei è Chiara. Lavorerà da<br />
Francesco all’agenzia. Avrai<br />
occasione di migliorare il tuo<br />
spagnolo, visto che è laureata<br />
in lingue».<br />
«Piacere, Fina, cioè Serafina...<br />
c’è qualcosa che non sia frutto<br />
di un assassinio qui?»<br />
Chiara chiese: «Sei vegetariana?»<br />
«Sì, da qualche anno. Jack mi<br />
prepara piatti di verdure, caponatine,<br />
frittate, roba così. Dimmi<br />
di te».<br />
Le ragazze si erano prese in<br />
simpatia e la cena trascorse<br />
serena, complice l’ottima cucina<br />
e l’Ansonica che, dietro<br />
un aspetto innocente, nasconde<br />
quindici gradi.<br />
«A che ora iniziate?» – chiese<br />
Chiara.<br />
«Verso le 22.30. Allora vieni?»<br />
risposi «O vuoi riposarti un<br />
po’? A proposito dove starai?»<br />
«Dietro l’agenzia c’è un piccolo<br />
monolocale. Starò lì».<br />
«Io abito in una stanzetta sopra<br />
il ristorante. Un gioiello sia per<br />
la vista mare che per l’angolo<br />
cottura. Non sempre scendo al<br />
Pequod per cenare.»<br />
«Però» disse lei «Che nome altisonante,<br />
Pequod... fan di Melville?»<br />
«Jack si atteggia a lupo di mare<br />
in disarmo. Non credo che in<br />
uno dei suoi tanti passati abbia<br />
fatto il marinaio, ma sicuramente<br />
cucina il pesce da dio.<br />
Il nome comunque viene da un<br />
tra storie di ogni giorno<br />
il nuovo romanzo di camilla cosi che punta dritto al cuore<br />
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30 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1 www.edizionijollyroger.it<br />
31
ar di Gloucester, dubito che<br />
abbia mai letto Moby Dick, ma<br />
eccolo!»<br />
Jack uscì dallo sgabbiotto della<br />
cucina. Era vestito di bianco e<br />
macchiato di sugo, di olio, di<br />
pomodoro. Chiara lo guardò;<br />
Jack era un Casanova c’è poco<br />
da fare: magrissimo tutto abbronzato,<br />
con la faccia rugosa<br />
di chi ne ha viste di tutti i colori<br />
e illuminata da due occhi<br />
azzurrissimi e vivi. Portava in<br />
quei giorni una barbetta ispida<br />
e bianca e capelli tagliati a<br />
spazzola, bianchi anche loro.<br />
Camminava ondeggiando, tipo<br />
lupo di mare. Da quando aveva<br />
deciso di smettere di fumare<br />
teneva perennemente fra le labbra<br />
una sigaretta spenta.<br />
«Ciao, ragazzi. E tu chi sei, meraviglia?»<br />
«Mi chiamo Chiara e lavorerò<br />
all’agenzia di soggiorno<br />
quest’estate».<br />
«Allora verrai ogni tanto eh?<br />
Qui si mangia il miglior totano<br />
alla diavola di tutto l’arcipelago<br />
e Sergio è un drago con la<br />
chitarra».<br />
«Pensavo di fermarmi stasera<br />
per assistere allo spettacolo, ma<br />
prima volevo capire dove dormirò.<br />
Il suo Sergio mi ha praticamente<br />
rapito».<br />
«Ha buon gusto, il mio Sergio».<br />
Chiara rise di nuovo e io volevo<br />
prendere Jack e buttarlo a mare<br />
con un’ancora come salvagente,<br />
invece dissi semplicemente:<br />
«Hai ragione Jack».<br />
Rise pure Fina e allora per<br />
non compromettermi mi alzai<br />
e andai a prendere la chitarra<br />
per quello che pomposamente<br />
definivo sound check. Teoricamente<br />
un chitarrista di flamenco<br />
dovrebbe suonare senza<br />
amplificazione... in Spagna. In<br />
Italia dove tutti fanno casino il<br />
volume non è sufficiente e devo<br />
collegare la mia classica a un<br />
amplificatore. 5 minuti ed ero<br />
pronto a iniziare.<br />
«Sergio, adesso vado a capire<br />
dove dormo. Ci vediamo fra un<br />
po’ ok?»<br />
Suonavo e ogni tanto spiavo se<br />
arrivava Chiara: la vidi spuntare<br />
da dietro i tavolini mentre<br />
stavo eseguendo un bellissimo<br />
brano di Vicente Amigo. Si era<br />
messa uno di quei famosi vestitini<br />
trasparenti che lasciavano<br />
indovinare il seno piccolo ma<br />
sodo, due gambe lunghe e tornite,<br />
la vita sottile. Non portava<br />
reggiseno e si era truccata leggermente.<br />
Un sogno. Alla fine<br />
dello spettacolo venne da me.<br />
«Ciao chitarrista».<br />
«Ciao, sei uno spettacolo, lasciatelo<br />
dire».<br />
«Grazie. Suoni bene tu».<br />
«Me la cavo. Il flamenco è caldo<br />
e altero e mi ci trovo».<br />
«Perché tu sei caldo e altero?»<br />
«Sono caldo, specialmente ora»<br />
risposi.<br />
«Scemo» – Rise.<br />
«Bevi qualcosa?»<br />
«Ma sì un po’ di quel vostro<br />
vino, perché no?»<br />
Mi alzai e andai a prendere due<br />
bicchieri di Ansonica. Si era<br />
seduta sugli scalini che guardavano<br />
il mare e stava seduta<br />
abbracciandosi le ginocchia. Le<br />
portai il bicchiere e mi sedetti<br />
al suo fianco. Il mare aveva un<br />
rumore ritmico e avrei potuto<br />
morire lì, in quel momento.<br />
«Chi sei Sergio?»<br />
«Ho fatto il conservatorio e mi<br />
RACCONTAMI UNA STORIA<br />
sono diplomato in chitarra classica.<br />
Lavoro non ce n’è molto,<br />
per fortuna insegno musica alle<br />
medie. Mi sono appassionato<br />
al flamenco ma in Italia è poco<br />
più che folklore. Ho provato a<br />
lavorare in Spagna ma ho visto<br />
che, se qui sono un buon tocaor,<br />
laggiù sono uno dei tanti e<br />
neanche il migliore. Ho conosciuto<br />
un tale Xavier a Siviglia<br />
che non aveva la minima idea<br />
di cosa stesse suonando, ma lo<br />
suonava così bene».<br />
«Sei fidanzato?»<br />
«Lo ero. Lei si chiamava Marina.<br />
Se ne è andata con un assicuratore,<br />
ma si può? Diceva<br />
che aveva bisogno di sicurezza,<br />
di stabilità, sai le solite cose.<br />
Spero si annoi mortalmente ma<br />
anche che sia felice».<br />
«Cos’è quella luce laggiù?» – e<br />
nel dirmi così si avvicinò pericolosamente<br />
al mio viso.<br />
«Pescatori» – risposi io e la baciai.<br />
Lei rispose al mio bacio<br />
e restammo così con le labbra<br />
incollate fino alle due del mattino.<br />
«Vado adesso» disse lei.<br />
«Non vuoi venire a vedere il<br />
panorama dalla mia stanza?»<br />
«Domani».<br />
«È venuta poi?» chiese John.<br />
John, una mia recente conoscenza,<br />
si vestiva sempre di<br />
nero, scarpe comprese. I capelli,<br />
curatissimi, erano bianchi. Mi<br />
avvicinò a Boston e si presentò<br />
come un lontano amico di Jack:<br />
mi disse che sapeva che sarei<br />
arrivato quel giorno. Si offrì di<br />
accompagnarmi a Gloucester e<br />
facemmo amicizia. Si comportava<br />
con tatto nei miei confronti:<br />
come se volesse proteggermi<br />
da qualcosa. John sorseggiava<br />
la poesia<br />
senza pudore ne' pieta'<br />
squarci d'amima, profondi come solo la poesia sa essere<br />
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32 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1
RACCONTAMI UNA STORIA<br />
il suo whiskey e io parlavo.<br />
«Lei venne, John. Trascorremmo<br />
due mesi meravigliosi, a<br />
fare l’amore, a nuotare, a goderci<br />
il mare del Giglio. Poi<br />
un giorno di settembre dovetti<br />
recarmi a Porto Santo Stefano<br />
e malauguratamente persi il<br />
traghetto di ritorno. Chiamai<br />
Chiara e le spiegai che sarei<br />
tornato l’indomani verso le 16,<br />
tanto avevo amici che potevano<br />
ospitarmi per la notte. Nella<br />
trattoria dove mi fermai per<br />
cena trovai Filippo che si offrì<br />
di riaccompagnarmi al Giglio<br />
con la sua barca senza aspettare<br />
il battello di linea, tanto lui doveva<br />
andare per affari a Campese.<br />
Avevo preso una collanina<br />
per Chiara e non vedevo l’ora<br />
di farle una sorpresa. Arrivai al<br />
Pequod col motorino lasciato al<br />
porto la sera. Al ristorante non<br />
c’era quasi nessuno a causa del<br />
brutto tempo. Lucio era seduto<br />
al bancone, inattivo. Chiesi a<br />
Lucio dov’era Chiara e lui mi<br />
rispose che non l’aveva vista.<br />
Mi chiese se avevo provato a<br />
chiamarla. Avevo provato ma<br />
non rispondeva, forse aveva il<br />
cellulare scarico. Allora salii<br />
per darmi una rinfrescata. Sentii<br />
ridere Fina in camera da Jack,<br />
poi anche Chiara. Quando entrai<br />
erano tutti e tre nudi. C’era<br />
odore di alcool nella stanza:<br />
Jack se la stava spassando con<br />
Chiara e Fina guardava e si toccava.<br />
Uno strazio».<br />
«E poi?»<br />
«Ho preso la pistola che Jack<br />
teneva nel cassetto del comodino<br />
e, prima che potesse reagire,<br />
ho sparato a tutti e tre e sono<br />
scappato».<br />
«Devi venire con me, Sergio».<br />
John aveva tirato fuori un tesserino.<br />
«Niente manette però».<br />
«Ok».<br />
Appuntamento al 5 febbraio con il nuovo <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong> Magazine<br />
dove conoscerete i vincitori del secondo round dal tema<br />
“Diritto di sangue”<br />
CONTEST MENSILE<br />
PER RACCONTI INEDITI<br />
Edizioni <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong> promuove un contest<br />
mensile per racconti inediti della lunghezza<br />
massima di 10.000 battute.<br />
La partecipazione è aperta a tutti, non prevede<br />
vincoli di genere ed è gratuita.<br />
I tre elaborati giudicati di volta in volta migliori<br />
verranno pubblicati integralmente sulla<br />
rivista “<strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong> Magazine”, in uscita<br />
il 5 di ogni mese.<br />
Su ogni numero della rivista sarà reso noto il<br />
tema per il contest successivo, e gli elaborati<br />
dovranno pervenire entro il 5 del mese successito<br />
all’indirizzo mail indicato.<br />
Trascorso un anno dall’inizio del contest,<br />
i dodici racconti classificatisi al primo posto<br />
saranno inseriti in un’antologia cartacea<br />
pubblicata e distribuita su scala nazionale a<br />
cura di Edizioni <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong>.<br />
I racconti classificatisi al secondo e terzo<br />
posto saranno inseriti in un’antologia realizzata<br />
e distribuita in eBook a cura di Edizioni<br />
<strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong>.<br />
Il tema mensile potrà essere sviluppato in<br />
piena libertà, senza limite di genere e contesto<br />
temporale, purché non leda la dignità di<br />
persone, enti o religioni esistenti.<br />
Per qualsiasi ulteriore informazione è possibile<br />
inoltrare le richieste alla casella mail<br />
info@edizionijollyroger.it<br />
CONTEST MENSILE<br />
PER RACCONTI INEDITI<br />
Tema per il numero di Aprile 2<strong>02</strong>1<br />
Diritto<br />
di sangue<br />
Gli elaborati, della dimensione massima di 10.000<br />
(diecimila) battute spazi inclusi, dovranno pervenire<br />
entro la mezzanotte del giorno 5 marzo 2<strong>02</strong>1<br />
in formato OpenOffice alla casella<br />
contest@edizionijollyroger.it<br />
Gli Autori dei racconti classificati ai primi tre posti e<br />
pubblicati sul numero di aprile 2<strong>02</strong>1 della rivista online<br />
“<strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong> Magazine” si impegnano a non divulgare<br />
l’elaborato con altri canali o sottoporlo ad altri Editori<br />
fino alla pubblicazione in cartaceo o in eBook a cura di<br />
Edizioni <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong>.<br />
Nella mail di invio si prega di inserire i dati anagrafici<br />
dell’Autore, un recapito telefonico e l’autorizzazione a<br />
pubblicare l’elaborato in caso di vittoria.<br />
34 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1
CULTURA E INTERNET<br />
CULTURA E INTERNET<br />
FABRIzio d’alessandri<br />
e le belle letture su facebook<br />
“Leggo Letteratura Contemporanea”: un gruppo<br />
nel quale la cultura (quella vera) trova finalmente spazio<br />
Fabrizio D’alessandri, amministratore<br />
e fondatore del<br />
Gruppo Facebook “Leggo<br />
Letteratura Contemporanea”.<br />
Come è nato questo progetto?<br />
Il Gruppo Facebook “Leggo<br />
Letteratura Contemporanea” è<br />
nato ormai più di sei anni fa,<br />
nel giugno del 2014. In quel periodo<br />
frequentavo alcuni gruppi<br />
Facebook a tema la letterario e,<br />
a un certo punto, ho avuto la<br />
sensazione che si sarebbe potuto<br />
cercare di “fare di più”, migliorare<br />
qualcosa. Avevo l’impressione<br />
che diversi gruppi si<br />
limitassero a offrire un terreno<br />
di Fabio Gimignani<br />
Inauguriamo questa<br />
nuova rubrica<br />
con l’intervista al<br />
fondatore di uno dei<br />
gruppi più seguiti<br />
di Facebook nel campo<br />
della lettura.<br />
Oltre 130mila membri<br />
e un numero impressionante<br />
di post<br />
dimostrano come, se<br />
si lavora bene, anche<br />
l’amore per i libri<br />
possa essere motivo<br />
di aggregazione<br />
di discussione libera senza una<br />
vera e propria componente propositiva.<br />
Inoltre, spesso questi<br />
gruppi mi sembravano luoghi<br />
poco accoglienti, dove le discussioni<br />
erano sovente appannaggio<br />
di chi cercava di eccellere,<br />
magari con modi aggressivi,<br />
mettendo in ombra chi aveva<br />
letto meno o semplicemente<br />
non voleva accettare quel tipo<br />
di confronto. Ho pensato che<br />
si potesse provare ad aggregare<br />
i lettori in una prospettiva in<br />
parte diversa. Che si potesse<br />
immaginare un gruppo in cui<br />
l’interazione tra i membri fosse<br />
stimolata con delle iniziative<br />
da parte degli amministratori.<br />
Un gruppo in cui tutti fossero<br />
bene accetti, ci fosse un clima<br />
amichevole e chiunque potesse<br />
scrivere, al suo livello, senza<br />
venire criticato, sbeffeggiato<br />
o sfidato a salire su un ring.<br />
Inoltre, ho immaginato che si<br />
sarebbe potuto provare a salire<br />
il gradino successivo, passando<br />
dal mondo virtuale della rete, a<br />
quello reale, organizzando degli<br />
eventi “dal vivo” all’insegna<br />
della letteratura.<br />
Tanto per fare un esempio,<br />
nel dare il benvenuto ai nuovi<br />
membri del gruppo, scrivo che<br />
LLC è nato per essere una sorta<br />
di bar dello sport di paese, dove<br />
si va per stare in compagnia e<br />
fare due chiacchiere senza pretese,<br />
solo con i libri al posto<br />
del pallone. Sin dall’inizio mi è<br />
piaciuto pensarlo così, come un<br />
luogo dove tutti sono bene accetti,<br />
possono dire la loro, senza<br />
la presunzione di fare critica<br />
letteraria, anche se poi in realtà<br />
molti hanno tutti i mezzi per<br />
farla.<br />
Ho quindi chiamato a raccolta<br />
qualche lettore “conosciuto”<br />
sul web e fondato il gruppo, facendo<br />
partire questa specie di<br />
avventura, questa sorta di salotto<br />
virtuale dove si discute di libri<br />
ventiquattrore su ventiquattro.<br />
Il gruppo poi è cresciuto<br />
anche abbastanza rapidamente<br />
e ormai ha superato i 130.000<br />
membri.<br />
Nel frattempo si è sviluppata<br />
anche l’idea di passare dal virtuale<br />
al reale, con la creazione<br />
di gruppi locali affiliati a LLC,<br />
per organizzare degli eventi dal<br />
vivo all’insegna della passione<br />
per i libri e fare in modo che i<br />
lettori si potessero conoscere<br />
realmente<br />
Così all’interno del gruppo nazionale<br />
sono nati ben 21 gruppi<br />
Facebook locali in diverse città.<br />
Il primo nato, il più grande, è<br />
sorto a Roma (con ormai più di<br />
2.200 membri), ma l’iniziativa<br />
è andata anche oltre i confini<br />
nazionali e, ad esempio, c’è in<br />
gruppo locale a Londra e ne era<br />
nato uno anche in svizzera.<br />
Nei gruppi locali Facebook è<br />
utilizzato per organizzare eventi<br />
di ogni tipo: presentazioni di<br />
libri, cene, dibattiti, reading,<br />
incontri con case editrici, ma<br />
anche visite a mostre o serate al<br />
teatro, al cinema e persino feste<br />
di Natale o di Halloween a tema<br />
letterario. Poi ogni anno c’è un<br />
raduno nazionale dei membri di<br />
Leggo Letteratura Contemporanea<br />
che dura un week end.<br />
Inutile dire che sono nate tantissime<br />
vere amicizie e questi<br />
eventi sono diventati anche una<br />
bella occasione per recarsi a<br />
conoscere di persona gli amici<br />
virtuali di altre regioni e visitare<br />
altre città. Naturalmente da<br />
quando è iniziata la pandemia<br />
da Covid 19 le attività dal vivo<br />
sono state del tutto sospese, ma<br />
speriamo di riprenderle, presto<br />
perché queste iniziative dei<br />
gruppi locali sono una componente<br />
importante e, in fondo, la<br />
cosa che differenzia maggiormente<br />
LLC dagli altri gruppi<br />
Facebook.<br />
Ci presenti la squadra con cui<br />
coordini il Gruppo?<br />
Leggo Letteratura Contemporanea<br />
ha diversi amministratori<br />
che agiscono coordinandosi tra<br />
loro. L’idea iniziale, dopo la<br />
sua nascita, era che ogni gruppo<br />
locale avesse un suo rappresentante<br />
quale amministratore<br />
del gruppo nazionale. Nel<br />
tempo questa idea è diventata<br />
una indicazione di massima<br />
perché i gruppi locali sono diventati<br />
troppi, ma in ogni caso,<br />
seppure senza veste formale, i<br />
rappresentanti dei gruppi locali<br />
collaborano attivamente<br />
all’amministrazione del gruppo.<br />
Insomma è una struttura<br />
aperta e condivisa, dove spesso<br />
di discute, anche animatamente,<br />
per trovare l’accordo sulle<br />
linee guida di gestione del<br />
gruppo. Inoltre, tutti portano<br />
avanti delle iniziative (che noi<br />
chiamiamo “rubriche”) per stimolare<br />
la partecipazione dei<br />
36 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1 www.edizionijollyroger.it<br />
37
membri. L’iniziativa “storica”<br />
è la lettura condivisa, che in sostanza<br />
consiste nella lettura di<br />
un libro scelto dal gruppo con<br />
una votazione, che termina con<br />
una discussione in simultanea.<br />
Ultimamente stiamo anche organizzando<br />
molte presentazioni<br />
on line con autori. Quanto<br />
alle altre “rubriche” ci sono<br />
il club del buongiorno, dove<br />
ogni giorno della settimana, a<br />
turno, un membro dà il buongiorno<br />
al gruppo; un incipit al<br />
giorno nella quale viene quotidianamente<br />
condiviso l’incipit<br />
di un libro; l’angolo della poesia,<br />
dove vengono condivisi<br />
dei versi di poesia; Calimero<br />
dedicata ai libri che sono poco<br />
noti; letteratura e cinema, nella<br />
quale si confrontano un libro<br />
famoso e il film che ne è stato<br />
tratto; Tarli musicali: dove si<br />
parla di musica; una settimana<br />
d’autore nella quale per un<br />
settimana si raccontano la vita<br />
e le storie degli scrittori; leggo<br />
anche saggi, che raccoglie<br />
le recensioni che riguardano i<br />
saggi; una frase un rigo appena,<br />
che parte dalla frase famosa<br />
di uno scrittore per discutere<br />
su quegli argomenti; giro del<br />
mondo, nella quale si va alla<br />
scoperta degli autori delle varie<br />
nazioni; io amo l’arte, che tratta<br />
di arte; decensurando, nella<br />
quale vengono svelati i tagli e<br />
i rimaneggiamenti effettuati su<br />
romanzi famosissimi; l’angolo<br />
di houdini che presenta le opere<br />
degli scrittori emergenti facenti<br />
parte del gruppo di LLC.<br />
A questo punto faccio i nomi di<br />
chi, al di là della veste formale,<br />
amministra con me LLC, anche<br />
per ringraziarli del loro impegno<br />
quotidiano: Alessandra Fineschi,<br />
Antonella Pulpito, Elena<br />
Raspanti, Loredana Pulito,<br />
Annalisa Tomadini, Maria Laura<br />
Labriola, Marina Giannini,<br />
Susi Cappucci, Concetta Colonna,<br />
Stefania Farinella, Maira<br />
Pollastrini, Ugo Iezzi, Daniele<br />
Bertolucci, Ramona Chessari,<br />
Carlo Carlipso, Nicola Feo,<br />
Alessandro Vietti e Maurizio<br />
Vicedomini. Una menzione<br />
d’onore al nostro grafico Davide<br />
Corsetti.<br />
Quali sono le maggiori difficoltà<br />
che si incontrano gestendo<br />
una community di lettori?<br />
Sicuramente la difficoltà maggiore<br />
consiste nel moderare le<br />
CULTURA E INTERNET<br />
discussioni per fare in modo<br />
che non degerinino e mantenere<br />
un clima amichevole e costruttivo.<br />
In un gruppo così grande,<br />
per quanto si possa essere accorti<br />
nell’accogliere le richieste<br />
di iscrizione, può capitare che<br />
ci siano dei membri che assumono<br />
un atteggiamento aggressivo,<br />
travalicando i toni di una<br />
discussione civile, se non dei<br />
veri e propri troll con atteggiamenti<br />
volutamente provocatori<br />
o offensivi. Per fortuna è un<br />
fenomeno limitato, ma quando<br />
accade è necessario intervenire<br />
e, purtroppo, cancellare<br />
alcuni commenti se non interi<br />
post, sino all’estrema ratio di<br />
espellere i membri che danno<br />
seriamente in escandescenze.<br />
D’altra parte il gruppo è nato<br />
all’insegna della gentilezza e<br />
dell’accoglienza per cui questo<br />
“controllo” è davvero molto<br />
importante. È, inoltre, necessario<br />
intervenire per ricordare il<br />
rispetto di altre regole di convivenza<br />
del gruppo, come ad<br />
esempio quella che vieta l’autopromozione<br />
o le iniziative<br />
commerciali.<br />
Quasi 130mila iscritti e un<br />
cosa nascondono<br />
le apparenzE?<br />
quattordici racconti per capire che niente e' come sembra<br />
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38 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1
CULTURA E INTERNET<br />
CULTURA E INTERNET<br />
numero impressionante di discussioni<br />
aperte ogni giorno.<br />
Quando hai creato il Gruppo<br />
ti aspettavi una crescita del genere?<br />
Certamente no, era una cosa<br />
inimmaginabile. All’inizio ho<br />
faticato per trovare quella manciata<br />
di membri che serviva<br />
per fondarlo e ricordo che il<br />
giorno del primo raduno nazionale<br />
romano c’erano qualche<br />
centinaio di iscritti, eravamo<br />
presenti forse in una trentina,<br />
e mi sembravano tantissimi.<br />
Però evidentemente la formula<br />
proposta da Leggo Letteratura<br />
Contemporanea funziona.<br />
Le persone hanno voglia di un<br />
luogo amichevole dove parlare<br />
della loro passione comune<br />
per i libri, si fanno coinvolgere<br />
dalle iniziative proposte, sono<br />
contente di creare dei rapporti<br />
con altri lettori, di espandere<br />
le loro conoscenze letterarie<br />
semplicemente frequentando il<br />
gruppo, di avere l’opportunità<br />
di potersi conoscere anche di<br />
persona e partecipare a eventi<br />
reali. La rete di amicizie che si<br />
è creata penso sia davvero una<br />
cosa importante. Io, ad esempio,<br />
posso dire di avere tanti<br />
amici in parecchie città e sono<br />
amici concreti, quelli che vai a<br />
trovare se capiti in un posto e<br />
che ogni tanto chiami per sentire<br />
come stanno o, perché no, se<br />
hai bisogno di un consiglio.<br />
I dati ISTAT ci comunicano<br />
un panorama deludente per<br />
quanto riguarda la lettura. Secondo<br />
te l’abbandono dei libri<br />
da parte di così tante persone<br />
da cosa dipende?<br />
Sento tante voci negative su<br />
questo, che gridano all’ignoranza<br />
dilagante, alla superficialità<br />
che impera e così via. Io<br />
voglio essere positivo e penso<br />
che magari ci sono altri mezzi<br />
di informazione e di svago<br />
culturale, come internet, la televisione,<br />
il cinema. A volte<br />
l’aspetto deludente dipende dal<br />
livello di questi mezzi, e basta<br />
guardare i contenuti di alcuni<br />
programmi televisivi, però non<br />
necessariamente il libro è un<br />
mezzo culturale di buon livello,<br />
ci sono libri e libri, come ci<br />
sono film e film, e sta al lettore<br />
distinguerli e magari scegliere<br />
quelli che hanno dei contenuti.<br />
In fondo ogni secolo ha le sue<br />
arti trainanti, forse questo secolo<br />
sta mettendo la letteratura in<br />
secondo piano; io spero di no,<br />
ma anche se fosse non significherebbe<br />
il dilagare della barbarie<br />
nel mondo, ma solo che ci<br />
sono altri “strumenti”, forse più<br />
al passo con i tempi.<br />
Peraltro, personalmente conosco<br />
tantissimi assidui e appassionati<br />
lettori, e nel mio mondo<br />
i libri occupano un posto<br />
di primo piano in tutti i sensi.<br />
Dal mio limitato punto di vista,<br />
quindi, mi sembra quasi astruso<br />
sentir parlare di abbandono<br />
dei libri, anche devo arrendermi<br />
all’evidenza delle statistiche<br />
ISTAT.<br />
Sul fronte di chi scrive ci sono<br />
i mostri sacri, le rivelazioni<br />
contemporanee, gli emergenti,<br />
gli esordienti e i principianti.<br />
Come definiresti ciascuna delle<br />
categorie?<br />
I mostri sacri sono i classici,<br />
magari i classici moderni come<br />
certi autori del novecento come<br />
Garcia Marquez, Boll, Levi eccetera.<br />
Le altre categorie io le<br />
confondo sempre un po’ e mi<br />
rimane difficile distinguere tra<br />
rivelazioni, emergenti, esordienti<br />
e principianti. In fondo<br />
un buon libro è un buon libro<br />
senza classificazioni.<br />
Sul fronte di chi legge, invece,<br />
ci sono i costanti, i compulsavi,<br />
i talebani, gli occasionali e<br />
le maestrine dalla penna rossa.<br />
Una definizione personale<br />
anche per loro?<br />
Naturalmente si scherza. Il<br />
costante è il lettore che legge<br />
un’ora al giorno tutti i giorni;<br />
il compulsivo quello che se<br />
non legge oltre quell’ora tutti i<br />
giorni si sente male. Il talebano<br />
legge solo libri impegnati e<br />
non tollera la lettura d’intrattenimento<br />
o certi autori leggeri;<br />
l’occasionale entra saltuariamente<br />
in libreria, tiene lo stesso<br />
libro sul comodino tre mesi<br />
e probabilmente è il romanzo<br />
regalato dall’amico o di cui ha<br />
sentito parlare bene dal vicino<br />
di casa. Le maestrine della penna<br />
rossa sono quelle che hanno<br />
letto tutto loro, capito tutto loro<br />
e appena parli di un romanzo ti<br />
fulminano con gli occhi della<br />
serie “attento a quello che dici”,<br />
o ti guardano in modo compassionevole.<br />
Cosa pensi dell’attuale panorama<br />
letterario nazionale?<br />
Vedo moltissimi ottimi scrittori,<br />
però poi solo alcuni riescono<br />
a stare sul mercato, a farne<br />
un mestiere e non è detto che<br />
siano i migliori. Spesso sono<br />
quelli che riescono ad andare<br />
maggiormente incontro ai gusti<br />
del pubblico, che ormai regna<br />
sovrano. Forse oggi il lettore è<br />
più pigro, vuole maggior semplicità,<br />
aspetta di essere conquistato<br />
e non si sforza più di<br />
tanto su un testo difficile o che<br />
semplicemente richiede un po’<br />
di sforzo per entrare nel mondo<br />
dell’autore. Peccato perché<br />
a volte è proprio con i testi più<br />
ostici all’inizio che si cresce<br />
come lettori, perché magari<br />
esulano dai sentieri battuti<br />
e provano qualcosa di nuovo.<br />
Mi pare, tuttavia, che quella di<br />
40 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1 www.edizionijollyroger.it<br />
41
preferire i contenuti di veloce<br />
consumo sia una tendenza generale,<br />
ad esempio evidente nel<br />
mondo televisivo.<br />
E di quello internazionale?<br />
Il panorama internazionale è<br />
talmente vasto che è difficile<br />
fare una considerazione generale<br />
che non sia banale. Certo<br />
è un po’ di tempo che gli statunitensi<br />
bene o male la fanno<br />
da padroni. Molti paesi sono<br />
del tutti sconosciuti e, magari,<br />
certi autori per essere tradotti<br />
e pubblicati devono vincere il<br />
premio Nobel.<br />
La pandemia, a tuo avviso, ha<br />
portato gli italiani a leggere di<br />
più o semplicemente a leggere<br />
in maniera diversa?<br />
La pandemia non credo abbia<br />
spostato gli equilibri. Chi leggeva<br />
prima ha continuato a leggere,<br />
chi non lo faceva magari<br />
ha continuato a guardare la televisione,<br />
andare sui social etc.<br />
Ho sentito dire proprio qualche<br />
giorno fa che l’editoria non<br />
avrebbe registrato una flessione<br />
delle vendite durante il Covid,<br />
anzi avrebbe visto un incremento.<br />
Non so se sia davvero così,<br />
ma, almeno da quanto scrivono<br />
nel gruppo, le abitudini di lettura<br />
sono rimaste le stesse, anzi<br />
molti hanno scritto che in questi<br />
mesi stanno leggendo meno,<br />
perchè non trovano la concentrazione.<br />
CULTURA E INTERNET<br />
Cartaceo ed elettronico. Quali,<br />
secondo te, pregi e difetti di<br />
entrambe le categorie?<br />
Non richiamerò il profumo<br />
della carta e cose simili, molto<br />
romantiche ma che lasciano il<br />
tempo che trovano e sembrano<br />
più che altro degli slogan. Il digitale<br />
è più pratico, non ha problemi<br />
di spazio e polvere ed è<br />
anche più economico. Però forse<br />
ti toglie il gusto dell’oggetto,<br />
del collezionismo, del vedere<br />
gli scaffali pieni, di accarezzare<br />
gli amati volumi e questo per<br />
un vero lettore è altrettanto importante<br />
quanto punto di vista<br />
pratico, se non di più. Spesso,<br />
al di là del contenuto, il libro è<br />
avvertito anche con un bell’oggetto<br />
che fa piacere possedere,<br />
a cui ci si affeziona. Fateci<br />
caso, vedere un libro in un cassonetto<br />
della nettezza urbana fa<br />
una certa impressione, non lo<br />
considerate al pari di un altro<br />
un viaggio ai confini<br />
dell'anima<br />
gli anni settanta, vent'anni e la voglia di fuggire per trovare se stessi<br />
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42 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1
CULTURA E INTERNET<br />
dalle crociate alle veline<br />
tra amore e morte<br />
l'eterna lotta tra il bene e il male raccontata con ironia attraverso i secoli<br />
vecchio oggetto, sembra uno<br />
spreco, un peccato.<br />
Librai vecchio stile e grandi<br />
catene. Una tua riflessione sul<br />
mercato attuale.<br />
Penso sia indubbio che il mercato<br />
vada verso la grande distribuzione,<br />
per i libri esattamente<br />
come per gli altri prodotti, che<br />
ormai si comprano on line o nei<br />
negozi di grandi catene. Sono<br />
i tempi che cambiano. Certo è<br />
triste e anche un po’ crudele vedere<br />
le difficoltà che attraversano<br />
i librai e venire a sapere<br />
ogni tanto che è scomparsa una<br />
libreria di quartiere. Spero che<br />
i piccoli librai riescano a trovare<br />
una formula, se non per fare<br />
ricchi guadagni, almeno per sopravvivere.<br />
Qual è il tuo giudizio sui grandi<br />
gruppi editoriali?<br />
Non posso formulare un giudizio<br />
sui grandi gruppi editoriali,<br />
perché non conosco abbastanza<br />
quel mondo. Certo l’impressione<br />
è che trattino il libro come un<br />
prodotto “industriale”, secondo<br />
la logica del mercato, e non potrebbe<br />
essere diversamente.<br />
E sulla piccola editoria indipendente?<br />
La piccola editoria indipendente<br />
certamente fa simpatia. Uno<br />
si immagina il piccolo editore<br />
appassionato di libri, magari in<br />
cerca di cerca di nuovi talenti, e<br />
devo dire che i miei contatti con<br />
le piccole realtà editoriali sono<br />
stati sempre molto positivi. Ho<br />
visto competenza e dedizione e<br />
poi è naturale che in un mondo<br />
come quello attuale, dove le<br />
dimensioni contano, si è portati<br />
istintivamente a parteggiare per<br />
i più piccoli.<br />
E per concludere il Fabrizio<br />
D’alessandri lettore. Autori<br />
preferiti, generi, amori e repulsioni.<br />
Di autori preferiti ne ho tanti,<br />
troppi per farne qui un elenco<br />
anche parziale. Forse in Italia<br />
posso spezzare una lancia per<br />
Michele Mari ma ci tanti ottimi<br />
scrittori. Amo i libri di “contenuto”,<br />
non di semplice intrattenimento,<br />
che possibilmente<br />
trattino problematiche contemporanee.<br />
Credo, infatti, che uno<br />
scrittore debba dare al lettore<br />
delle lenti diverse per guardare<br />
e interpretare il mondo che lo<br />
circonda, non quello di un secolo<br />
fa, anche se poi i grandi<br />
autori arrivano all’universale<br />
dell’animo umano e non conta<br />
più se il libro sia stato scritto nel<br />
seicento come Don Chisciotte<br />
o un mese fa. Un genere che<br />
non amo sono i noir, per capirci<br />
i polizieschi con l’assassino,<br />
perchè trovo che sia diventata<br />
una collaudata formula di successo<br />
per gli autori che vogliono<br />
andare incontro al pubblico,<br />
magari pensando a una possibile<br />
trasposizione sul grande o<br />
piccolo schermo. Ma anche qui<br />
c’è noir e noir.<br />
Il tuo sogno più grande?<br />
È difficile avere sogni in questo<br />
momento che non sia la<br />
scomparsa del Covid e, quindi,<br />
parlando di libri, sogno che si<br />
possa ricominciare a fare gli<br />
incontri e le presentazioni dal<br />
vivo, guardandoci negli occhi.<br />
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44 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1
SOUND CHECK<br />
SOUND CHECK<br />
the jolly roger<br />
la fratellanza della costa<br />
Sotto teschio e tibie la musica è un grido di libertà<br />
che parla la lingua del Rock da fratello a fratello<br />
I The <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong> si formano<br />
nel 2018, in Valdelsa. I membri<br />
provengono da varie esperienze<br />
in gruppi locali, in cui hanno<br />
maturato esperienza ed ampliato<br />
i propri orizzonti musicali.<br />
Li accomuna la voglia di raccontare<br />
le storie delle persone<br />
normali, quelli che potreste<br />
incontrare ogni giorno per strada.<br />
Il sound spazia dallo Street<br />
Punk di matrice americana fino<br />
al rock italiano anni 90, passando<br />
per altre e varie sonorità, al<br />
fine di non sentirsi troppo rigidamente<br />
confinati in alcun cliché.<br />
Dopo alcuni cambi di formazione,<br />
che li costringono a rimaneggiare<br />
la line-up, continuano<br />
di Francesco Draghi<br />
“Una musica schietta,<br />
in cui le piccole<br />
cose sono il tesoro<br />
per cui battersi,<br />
sempre”.<br />
Questa è la filosofia<br />
di una Band capace<br />
di toccare corde<br />
profonde con brani<br />
originali che puntano<br />
dritto al cuore.<br />
Nasce la nuova Fratellanza<br />
della Costa<br />
tra pirati moderni<br />
con qualcosa da dire<br />
a lavorare su pezzi propri, sempre<br />
alla ricerca di nuove sonorità.<br />
Durante questo periodo alcuni<br />
membri del gruppo fanno piccole<br />
comparsate in altre realtà<br />
musicali, proprio per ampliare<br />
le influenze da portare all’interno<br />
della band.<br />
Sicuramente la più soddisfacente<br />
di queste collaborazioni<br />
è stata la partecipazione della<br />
cantante, in veste di ospite per<br />
un brano, durante il tour celebrativo<br />
del 2019 di Viaggio<br />
Senza Vento di Omar Pedrini,<br />
leader dei Timoria. A lui, per altro,<br />
è ispirata e dedicata la canzone<br />
della band Eroe Ribelle.<br />
Una Band che parla la lingua<br />
immortale di quel Rock a<br />
cavallo tra ballate struggenti<br />
e sonorità di metallo pesante.<br />
Chi sono i “The <strong>Jolly</strong> <strong>Roger</strong>”?<br />
Siamo un gruppo di amici, prima<br />
di tutto, un gruppo di amici<br />
che prova a mettere in musica<br />
la realtà che li circonda, raccontando<br />
storie ed esperienze che<br />
possono essere comuni anche<br />
al pubblico a cui ci rivolgiamo,<br />
utilizzando un genere musicale<br />
non mainstream e testi molto<br />
diretti, evitando gli stereotipi<br />
ed i luoghi comuni della musica<br />
più commerciale.<br />
Domanda d’obbligo: perché<br />
questo nome?<br />
Il nome della band è un evidente<br />
richiamo alla bandiera pirata.<br />
Il simbolo della volontà di una<br />
vita controcorrente, fuori dagli<br />
schemi, una vita in cui la Libertà<br />
è il valore principale ed il<br />
fine ultimo. Una strada che non<br />
è mai facile e sulla quale spesso<br />
di finisce reietti ed incompresi,<br />
ma non di meno l’unica davvero<br />
autentica.<br />
Con le dovute proporzioni, nel<br />
nostro piccolo, siamo pirati<br />
moderni, che non si arrendono<br />
all’incessante dilagare di una<br />
banalità fatta di superficialità e<br />
vuoto interiore, che proviamo<br />
a combattere con una musica<br />
schietta, in cui le piccole cose<br />
sono il tesoro per cui battersi,<br />
sempre.<br />
Come siete approdati alla musica?<br />
Quali sono stati i percorso<br />
che vi hanno portato alla<br />
creazione della Band?<br />
Rifacendosi proprio al concetto<br />
di cui parlavamo, a quello<br />
dei pirati appunto, la nostra<br />
“ciurma” è composta da personalità<br />
eterogenee, perfino di<br />
differenti generazioni, immerse<br />
in realtà musicali diverse, con<br />
un bagaglio di esperienze variegato.<br />
Tutto questo converge<br />
nella band, creando sonorità e<br />
rimandi che seppure si impiantano<br />
su una matrice Street Punk<br />
di stampo prettamente americano,<br />
non disdegna irruzioni<br />
nell’indie italiano degli anni 90<br />
e perfino in un folk di sapore<br />
europeo.<br />
Per alcuni dei membri del<br />
gruppo è il naturale proseguo<br />
di esperienze musicali passate<br />
mentre per altri è un progetto<br />
più innovativo. Per tutti è comunque<br />
un modo per esprimersi,<br />
per esprimere ciò che si agita<br />
dentro di noi.<br />
Avete deciso di scrivere i testi<br />
in italiano, scartando la scelta<br />
certamente più commerciale<br />
dei testi in inglese. Perché?<br />
Pur non avendo alcuna difficoltà<br />
con l’inglese e nonostante<br />
siamo consapevoli che l’inglese<br />
sia la “lingua universale”,<br />
abbiamo scelto comunque di<br />
scrivere testi in italiano per ricercare<br />
come una sorta di canale<br />
più diretto, preferenziale<br />
se vogliamo, verso quelli che<br />
hanno interesse o occasione<br />
di ascoltarci, così che possano<br />
immedesimarsi, ritrovarsi nel<br />
nostro mondo che poi, alla fin<br />
fine, è o può essere anche il<br />
loro. E’ un modo per sentirsi<br />
più uniti, più vicini, più parte di<br />
qualcosa. Più compresi, magari,<br />
e forse meno soli.<br />
Cosa significa per voi la musica?<br />
Così come per i percorsi e le<br />
esperienze, anche il significato<br />
della musica assume sfumature<br />
diverse per ognuno dei membri<br />
della band. Quello che le accomuna,<br />
che in effetti ci accomuna,<br />
è la presenza praticamente<br />
46 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1 www.edizionijollyroger.it<br />
47
SOUND CHECK<br />
SOUND CHECK<br />
costante della musica nella vita<br />
di ognuno di noi, che si tratti di<br />
un semplice sottofondo, di quel<br />
colore che rende tutto più intenso<br />
fino ad arrivare a chi vede in<br />
essa un effettivo stile di vita.<br />
Ci sono artisti dai quali avete<br />
tratto ispirazione? Chi sono e<br />
cosa vi hanno trasmesso?<br />
Partendo dal presupposto che<br />
tutto ciò che si sente, che si<br />
vede, che si vive, che si percepisce<br />
e ci emoziona è fonte di<br />
ispirazione, in questa band sono<br />
confluiti echi di tutta la scena<br />
Celtic e Street Punk, così come<br />
il Folk, il Grunge e quella tradizione<br />
rock, italiana ed internazionale,<br />
in cui siamo immersi al<br />
punto da averla assimilata come<br />
parte di noi. È quindi praticamente<br />
impossibile identificare<br />
in una manciata di artisti quelli<br />
che possono averci ispirato per<br />
questa band.<br />
Come nasce un brano dei<br />
TJR?<br />
Che sia soltanto un caso o meno,<br />
per il momento è principalmente<br />
uno l’autore di testi e musiche.<br />
La stesura dei brani incanala<br />
le emozioni del momento,<br />
talvolta prima in parole, altre in<br />
suoni. Non c’è un iter preciso.<br />
È come se qualcosa si agitasse<br />
dentro ed annaspasse per trovare<br />
una dimensione, una forma<br />
per farsi sentire. Quella forma<br />
grezza poi arriva in sala prove<br />
e lì è tutta la band che l’affina,<br />
aggiungendo dettagli, particolari,<br />
spunti e colori.<br />
In sala di registrazione, in concerto<br />
dal vivo o davanti a una<br />
birra in versione totalmente<br />
“unplugged”. Quali sensazioni<br />
vi trasmette ognuna di queste<br />
situazioni?<br />
Ognuna di queste situazioni è<br />
per certi versi complementare<br />
all’altra ed avrebbero ben poco<br />
senso se anche solo una venisse<br />
a mancare. È come se fossero<br />
naturali tappe in cui la musica<br />
deve confluire e da ognuna di<br />
esse, scaturendo nuove emozioni,<br />
possono avere origine<br />
nuovi brani.<br />
Il Rock non è soltanto musica.<br />
Cosa vuol dire per voi viverlo<br />
in ogni singolo respiro?<br />
Il Rock alla fine è autenticità ed<br />
istinto, essere se stessi in ogni<br />
attimo ed ambito. Seguire l’impulso<br />
almeno quanto i propri<br />
principi, credendoci sempre,<br />
fino in fondo.<br />
Nel panorama musicale odierno<br />
c’è ancora posto per chi<br />
scrive musica con il cuore invece<br />
che con le indicazioni del<br />
commercialista?<br />
Vivere di musica è sempre meno<br />
facile per chi non vuole uniformarsi<br />
ad un music business che<br />
noi, così come altri, non riconosciamo.<br />
Per contro, mezzi e<br />
tecnologie attuali permettono a<br />
chiunque, anche fuori dei percorsi<br />
più commerciali, di far<br />
sentire la propria voce. Quindi<br />
il posto per chi scrive musica<br />
con il cuore c’è, forse persino<br />
più di prima, è solo diventato<br />
davvero arduo sperare di poter<br />
vivere di questo restando autentici<br />
e fedeli a se stessi.<br />
Che consiglio dareste a chi<br />
oggi si vuole dedicare alla musica?<br />
“Fate altro!”. Battute a parte,<br />
consiglieremmo di studiare<br />
bene la musica, di approfondire<br />
questo così quanto l’ascolto,<br />
che dovrebbe essere il più variegato<br />
possibile, in modo da<br />
avere un panorama più vario da<br />
cui trarre ispirazione e molteplici<br />
emozioni a cui attingere.<br />
Immergersi nella realtà che ci<br />
circonda, sentire con ogni fibra<br />
del proprio essere quello che<br />
c’è attorno, vivere ogni cosa,<br />
cavalcare ogni vibrazione.<br />
I tre musicisti (o Band) più<br />
grandi di tutti i tempi?<br />
La prima risposta, ovviamente<br />
ironica è stata “A parte noi<br />
tre?”. Più seriamente, qui ognuno<br />
ha dovuto dire la propria<br />
che, per didascalico dovere di<br />
cronaca, riportiamo.<br />
Giorgio, il nostro bassista ed<br />
autore, indica Joe Strummer,<br />
Lemmy Kilminster e Mike<br />
Ness.<br />
Claudio, il nostro batterista,<br />
parla di Van Halen, Motley<br />
Crue, Red Hot Chili Peppers.<br />
Lu, la nostra cantante, vira un<br />
po’ su altri generi: Mozart, Puccini<br />
ed Andre Matos.<br />
Cosa ci dobbiamo aspettare<br />
prossimamente da “The <strong>Jolly</strong><br />
<strong>Roger</strong>”<br />
Puntiamo ad un continuo miglioramento,<br />
ad un’evoluzione<br />
che prosegua costantemente ma<br />
senza stravolgerci.<br />
In termini meramente pratici,<br />
sarebbe nostra intenzione rimediare<br />
ai disagi e ritardi che l’attuale<br />
pandemia ha causato a noi<br />
come a moltissime altre band.<br />
Giusto alcuni giorni prima del<br />
primo lockdown era in uscita<br />
la nostra prima demo. Avremmo<br />
dovuto promuoverla con<br />
eventi live in diversi locali, per<br />
poi giungere, alcuni mesi dopo,<br />
alla registrazione di un singolo<br />
e relativo video. Praticamente<br />
ogni cosa si è invece fermata<br />
ai primi di Marzo 2<strong>02</strong>0 e non<br />
appena ci sarà occasione, ripartiremo<br />
da lì.<br />
Per il momento la demo è digitalmente<br />
fruibile sulla piattaforma<br />
di Bandcamp (https://<br />
thejollyrogerpunkrock.bandcamp.com/releases),<br />
mentre<br />
sul nostro canale Youtube è presente<br />
il brano composto e dedicato<br />
alla rivoluzione del Rojava<br />
(https://www.youtube.com/<br />
channel/UCiOGHXbFHuf-<br />
Phmd7qJ1LKFw) e sulle nostre<br />
pagine Facebook (https://<br />
www.facebook.com/The<strong>Jolly</strong><strong>Roger</strong>PunkRock/)<br />
e Instagram<br />
(https://www.instagram.<br />
com/thejollyrogerpunkrock)<br />
pubblichiamo di tanto in tanto<br />
contenuti ed aggiornamenti,<br />
che si spera consistano a breve<br />
nell’annuncio di una serie di<br />
concerti nuovamente davanti<br />
ad un pubblico pronto a far festa<br />
con noi.<br />
48 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1 www.edizionijollyroger.it<br />
49
È BENE SAPERLO<br />
È BENE SAPERLO<br />
OCCHIO!<br />
LA PREvenzione è importante<br />
I danni che gli UV e la Luce Blu<br />
possono provocare ai nostri occhi<br />
a cura di MF Ottica<br />
TV, computer, illuminazione<br />
a Led,<br />
smartphone e tablet.<br />
Ogni giorno sottoponiamo<br />
i nostri occhi<br />
a stress che, a lungo<br />
andare, potrebbero<br />
portare conseguenze<br />
anche gravi.<br />
Cerchiamo di capire<br />
cosa succede e come<br />
prevenire disagi futuri<br />
grazie alle<br />
informazioni di<br />
MF Ottica (Firenze)<br />
Da tempo è noto che la luce, nonostante<br />
rappresenti l’elemento<br />
fondamentale del processo visivo,<br />
comprende lunghezze d’onda<br />
più o meno nocive.<br />
Quello che noi vediamo, il<br />
cosiddetto spettro visibile, è<br />
compreso tra i 390 e i 700 nanometri.<br />
In questo spettro sono<br />
comprese le radiazioni UV (A<br />
e B) prodotte dalle radiazioni<br />
solari e la HEV (luce viola ad<br />
alta energia), quella che è più<br />
comunemente chiamata Luce<br />
Blu<br />
La luce blu è emessa dalle luci<br />
a LED o allo Xeno delle lampadine<br />
a basso consumo e da tutti<br />
gli schermi di smartphone, PC,<br />
Tablet e TV.<br />
Possiamo dire che tutti gli strumenti<br />
inventati per migliorare e<br />
facilitare la nostra vita rappresentano<br />
una minaccia per i nostri<br />
occhi, perché il loro utilizzo<br />
è diventato parte integrante delle<br />
nostre attività quotidiane.<br />
Molti studi hanno riscontrato<br />
che il 57% delle persone controlla<br />
lo smartphone appena<br />
sveglio, oltre l’80% legge le<br />
mail durante la notte e che questo<br />
device viene controllato almeno<br />
200 volte al giorno.<br />
All’utilizzo dello smartphone<br />
bisogna aggiungere quello dei<br />
tablet e dei PC ,che ha avuto in<br />
questi ultimi mesi un notevole<br />
incremento dovuto alla DAD e<br />
allo Smart Working .<br />
Questo grafico mostra in percentuale<br />
il tempo che la popolazione<br />
passa davanti ai devices<br />
La luce blu penetra attraverso<br />
cornea e cristallino e va direttamente<br />
a colpire la retina proprio<br />
nella zona maculare<br />
Pensate che dopo 6 -8 ore il<br />
91% della popolazione che utilizza<br />
questi strumenti lamenta<br />
uno o più disturbi quali occhi<br />
rossi e irritati, secchezza oculare,<br />
astenopia, insonnia e mal di<br />
testa.<br />
Oltre a queste sintomatologie la<br />
luce blu a medio e lungo termine<br />
può causare patologie ben<br />
più gravi come l’ occhio secco<br />
la cataratta e la degenerazione<br />
maculare retinica senile . Per<br />
quest’ultima la soglia anagrafica<br />
dell’insorgenza si è abbassata<br />
negli ultimi 20 anni. Un tempo<br />
questa patologia era riscontrata<br />
intorno ai 70-80 anni invece<br />
adesso viene riscontrata anche<br />
intorno ai 50 anni. Questo avviene<br />
perché la radiazione fototossica<br />
unendosi all’ossigeno<br />
produce delle reazioni chimiche<br />
dalle quali scaturiscono i<br />
radicali liberi. Questii vanno ad<br />
alterare l’epitelio pigmentato<br />
della retina che è il principale<br />
responsabile dello smaltimento<br />
dei prodotti di scarto dei fotorecettori.<br />
Queste variazioni strutturali<br />
dell’epitelio pigmentato (<br />
“spazzino della retina” ) causano<br />
un accumulo degli scarti che<br />
esso non riesce più a smaltire<br />
e da vita ai cosiddetti “drusen”<br />
che segnano l’inizio della degenerazione<br />
maculare retinica<br />
meglio conosciuta come macu-<br />
Degenerazione maculare retinica<br />
Formazione di Drunsen<br />
lopatia.<br />
La sintomatologia della degenerazione<br />
maculare retinica è<br />
inizialmente la distorsione delle<br />
immagini mentre, nelle fasi<br />
terminali atrofiche, si ha uno<br />
scotoma centrale<br />
Le radiazioni fototossiche della<br />
luce blu possono causare anche<br />
l’insorgenza precoce della cataratta.<br />
Questa è un’opacizzazione<br />
del cristallino progressiva e<br />
irreversibile che porta alla perdita<br />
della funzionalità visiva.<br />
I processi ossidativi indotti<br />
dalle radiazioni ultraviolette e<br />
dalla luce blu producendo fotossidazione<br />
hanno un ruolo<br />
fondamentale in questa patologia,<br />
perché si ha una elevata<br />
formazione di radicali liberi in<br />
concomitanza ad una riduzione<br />
delle difese antiossidanti (Vitamina<br />
E o A)<br />
La luce blu può scatenare anche<br />
la sindrome da occhio secco<br />
poiché varia l’osmolarità<br />
del film lacrimale e dei suoi tre<br />
strati (mucinico, acquoso e lipidico)<br />
Nella sintomatologia classica<br />
dell’ occhio secco si ha sensazione<br />
di corpo estraneo, bruciore,<br />
fotofobia, dolore all’apertura<br />
degli occhi al mattino,<br />
occhio rosso, dolore e anche la<br />
riduzione della vista, perché il<br />
film lacrimale rappresenta per<br />
il nostro occhio una lente correttiva<br />
naturale.<br />
Adesso che abbiamo visto i<br />
possibili danni che gli ultravioletti<br />
e la luce blu possono provocare<br />
ai nostri occhi dobbiamo<br />
chiederci : Come possiamo<br />
proteggerci?<br />
La tecnologia ha fatto enormi<br />
passi avanti nella costruzioni di<br />
lenti oftalmiche protettive atte<br />
a bloccare i raggi ultravioletti e<br />
la luce blu.<br />
50 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1 www.edizionijollyroger.it<br />
51
È BENE SAPERLO<br />
MAL DI SCHIENA?<br />
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Per bloccare i raggi ultravioletti<br />
è necessario utilizzare gli<br />
occhiali da sole consigliabili<br />
anche in caso di cielo nuvoloso,<br />
perché i raggi solari, anche se<br />
non percepit, filtrano anche attraverso<br />
le nuvole e penetrano<br />
nei nostri occhi. E’ importante<br />
che anche i bambini indossino<br />
gli occhiali da sole perché i loro<br />
mezzi oculari sono molto trasparenti<br />
e le radiazioni nocive<br />
penetrano con molta facilità.<br />
E’ importante sapere che gli<br />
occhiali da sole sono dispositivi<br />
di protezione individuati<br />
disciplinati dal Regolamento<br />
2016/425 UE.<br />
Per essere a norma un occhiale<br />
da sole deve avere i requisiti<br />
di legge idonei per filtrare effettivamente<br />
le radiazioni nocive,<br />
nel caso che non li abbia<br />
potrebbe aumentare quantità<br />
di raggi nocivi che penetrano<br />
nell’occhio, perché davanti ad<br />
una superficie scura la nostra<br />
pupilla tende ad allargarsi per<br />
un fenomeno chiamato midriasi.<br />
Questo allargamento provoca<br />
l’ingresso di un maggior numero<br />
di raggi nocivi di quanto<br />
possa succedere ad occhio nudo<br />
quando la pupilla in presenza<br />
della luce si restringe.<br />
E’ dunque necessario che gli<br />
occhiali da sole abbiamo le<br />
certificazioni CE per la quale il<br />
produttore dovrà redigere una<br />
valutazione di conformità.<br />
Per quanto riguarda la luce blu<br />
esistono sul mercato le lenti oftalmiche<br />
filtranti, ma, anche in<br />
questo caso bisogna fare attenzione<br />
alla quantità di radiazioni<br />
nocive che esse filtrano.<br />
La luce blu è compresa tra i 390<br />
e i 455 nanometri quindi filtrare<br />
le radiazioni nocive solamente<br />
di una o di poche bande<br />
comprese tra queste lunghezze<br />
d’onda non ha molta efficacia<br />
nella salvaguardia dei nostri<br />
occhi. Pertanto le lenti effettivamente<br />
filtranti devono avere<br />
le caratteristiche tecniche tali<br />
da bloccare la maggior parte<br />
delle radiazioni tra i 390 e i 455<br />
nanometri .<br />
Per sapere quanto e se una lente<br />
è veramente filtrante e protettiva<br />
lo si rileva attraverso il diagramma<br />
di trasmittanza rilevato<br />
da uno spettrofotometro oppure<br />
più semplicemente attraverso<br />
un’apposita pila che emette radiazioni<br />
comprese tra i 390 e i<br />
455 nanometri<br />
Paola Lazzerini<br />
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52 ANNO <strong>IV</strong> • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2<strong>02</strong>1
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