Jolly Roger magazine_IV_02

NON DI SOLE LETTERE
NON DI SOLE LETTERE
In Oriente domina il Manga
con una produzione di fumetti
mostruosa, principalmente
in bianco e nero, di piccolo
formato, più piccolo di Dylan
Dog per capirci, che si legge in
senso inverso rispetto all’Occidente,
partendo dall’ultima
pagina. Il Manga ha un mercato
fortissimo reso ancora più forte
dalla trasposizione dei fumetti
in Cartoni Animati, gli Anime,
che hanno aiutato a far conoscere
la cultura Giapponese nel
mondo. Passiamo da Naruto o
Dragon Ball a Death Note per
arrivare al Maestro Jirō Taniguchi
che vi consiglio di leggere
e mangiare con gli occhi. Direi
che in Oriente gli ingredienti
sono sicuramente la delicatezza
e il dettaglio del tratto messe a
disposizione, a mio avviso, di
una creatività unica che solo il
popolo del Sol Levante possiede.
Ecco perchè non esiste disegnatore/illustratore
e fumettista
che non vada a mangiare un
sushi per assorbire le magiche
influenze del Mangaka!
In Occidente, puntando il dito
sugli USA, c’è il mondo Disney
- Marvel - DC con tutti i supereroi
di cui il cinema ha raccontato
le gesta con bellissimi
films, da Topolino e Paperino
ai Fantastici 4, Capitan America,
Superman, Iron Man, Batman,
Hulk, DareDevil, Elektra,
l’Uomo Ragno, ecc... con una
predisposizione per l’azione
e la cultura/scultura del corpo
umano, Topolino escluso,
il tutto stampato su carta patinata,
rigorosamente a colori in
un formato invece un po’ più
grande del nostro Dylan Dog.
Godetevi però prima i fumetti
di Will Heisner!
Nel mezzo ci siamo noi e la
Francia con un fumetto più
ricco del nostro, sia come produzione
che come dettaglio
illustrativo, con un formato
stampa più grande di quello
americano e cartonato (copertina
rigida). Si parte da Tin Tin
di Hergé per andare ad Asterix
di Goscinny e Uderzo, a Philippe
Druillet e Jean Giraud
in arte Moebius (che ho avuto
occasione di conoscere e con
il quale ho avuto la fortuna di
parlare ad Angoulême anni fa),
per arrivare ad una produzione
ricca e incredibilmente varia
per la quale molti disegnatori,
illustratori, coloristi italiani lavorano.
Perché? Perché siamo
bravi. Gli italiani se vogliono
sono i migliori in tutto, da sempre,
ma spesso ci comportiamo
da Italiani e questo ci frena. Ma
stiamo facendo grandi passi in
avanti. L’Italia ha un esercito di
ragazzi e ragazze che scrivono,
disegnano e colorano da Dio e
li amo tutti!
Quando crei un personaggio
sei tu a comandare lui o è lui
che vive di vita propria?
Direi che è una via di mezzo.
Un po’ come ha fatto Geppetto
con Pinocchio, inizi a sbozzare
il o i personaggi che poi vivono
di vita propria, ma per respirare
hanno bisogno della polvere di
grafite della tua matita.
Attualmente chi sono gli artisti
che, secondo te, vale la pena
seguire e perché?
Guarda, il fumetto per me è
come la cucina (italiana): ci
sono pietanze per tutti i gusti.
La panoramica del Fumetto è
veramente ricchissima. Quello
che posso dire, soprattutto a chi
non ha mai letto un fumetto o
una graphic novel è di iniziare,
di avvicinarcisi. Andare in edicola
per i fumetti e in libreria
per le graphics novels. Soprattutto
nelle città più grandi, ma
anche da noi, si inizia a trovare
una bella scelta di storie, di
stili. Il Fumetto in generale è
uno strumento che ci fa tornare
un po’ bambini, ci fa tornare
a sognare e poi non c’è niente
di più intrigante che sfogliare
un bel fumetto nuovo di pacca
e sentire il rumore della carta
sotto le dita che sfogliano, guidate
dallo sguardo curioso di
sapere cose accadrà nella pagina
successiva... però solo dopo
averci infilato il naso dentro e
respirato a pieni polmoni il profumo
inconfondibile della carta
e dell’inchiostro. Proprio come
si fa con un buon vino! Provare
per credere.
Cos’è per te la grafica?
La grafica, insieme al fumetto,
è la mia vita. Quando la sera
vado a letto non vedo l’ora di
alzarmi la mattina successiva
per fare colazione (soprattutto)
e andare a lavoro. Un lavoro
fatto di sacrifici, difficoltà, errori
ma anche di tante soddisfazioni.
Non c’è cosa più bella
del sorriso del cliente che ti
ringrazia per il lavoro che gli
hai fatto, sia che si tratti dello
studio di un marchio, di un’etichetta
di vino, del packaging di
un prodotto, di un catalogo o di
una campagna pubblicitaria.
Quando lavori per un committente
come imposti il rapporto?
Fai fatica ad adattarti alle
richieste?
Agli inizi è stato difficile. Tutti
gli inizi lo sono. Poi capisci
che il modo migliore di porsi è
quello di essere semplicemente
come sei.
Non essere né arrogante né presuntuoso.
Se le persone hanno
fiducia in te e c’è rispetto reciproco
tutto diventa più facile.
La professionalità si acquisisce
studiando e lavorando, sbagliando
e correggendo, senza
mai fermasi, senza mai pensare
di essere arrivati all’apice del
successo, anche perché nel mio
caso credo di essermi perso a
metà del cammino. Ritroverò la
diritta via!
Per quanto riguarda le richieste,
be’, Sono tutte diverse e
ogni volta dobbiamo trovare un
compromesso, una quadra non
tanto legata all’andare d’accordo
io e il cliente, ma all’obiettivo
che vogliamo raggiungere,
e quindi dobbiamo pianificare,
prendere le misure di dove
vogliamo andare, con quali risorse
e in quale tempi. Aiuto i
miei clienti a presentare meglio
i loro prodotti e i loro servizi,
quindi come il sarto cucio per
loro un abito su misura pensato
in base all’evento a cui devono
partecipare. E devo stare attento
a non bucarli con gli spilli,
anche se a volte gli spilli sono
rimasti in tasca a me e mi sono
bucato io!
In Italia, oggi, c’è spazio e
mercato per la graphic novel?
Assolutamente sì! C’è bisogno
di tornare a scrivere, a disegnare,
a colorare, a raccontare storie
vere o storie inventate, che
siano sogni o speranze piuttosto
che proteste e/o storie di vita
quotidiana, storie d’amore o di
follia. Siamo un popolo di artisti
e dobbiamo necessariamente
tirar fuori la grinta, le unghie
e iniziare a riappropriarci di
quegli strumenti che abbiamo
lasciato per troppo tempo in
disuso, vivendo sugli allori dei
nostri grandi scrittori, poeti e
pittori, compositori. Siamo figli,
insomma... pro-pro-pro nipoti,
di artisti idolatrati in tutto
il mondo. Iniziamo a lasciare il
cellulare con tutte le sue App
nel cassetto, accendiamo la
18 ANNO IV • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2021 www.edizionijollyroger.it
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