Jolly Roger magazine_IV_02

combinazioni, non ultima…
Ma è meglio non pensarci. I
miei polpastrelli sono sudati.
Le carte, però, non sono nuovissime.
Non scivolano nelle
mie mani umide. La loro superficie,
vecchia e rugosa, fa da
appiglio alle mie dita.
Nell’angolo, in alto a sinistra,
appare una cuspide. È rossa. La
sensazione di piacere, all’inguine,
aumenta. Assomiglia
RACCONTAMI UNA STORIA
sempre più allo stimolo che
precede un orgasmo. L’ultima
carta, ora, si manifesta: è un re.
Gioisco. Ho in mano una scala.
Ma non è finita. Movimenti impercettibili
stanno per svelarmi
la verità: o la punta acuminata
del seme di denari, o la dolce
curva del seme di cuori. È cuori!
È scala reale!
Mentre dispiego le carte per
godermi lo spettacolo, mi ritrovo
a dover stringere le cosce,
per contenere il riflesso fisico
di quell’emozione. Ho conquistato
il piatto.
Sarei un bugiardo a dire che
ho vinto solo una colazione al
bar. Forse due… e un aperitivo.
La serata è finita. La mia mente
si rivolge un’ultima volta al
passato.
E pensare che allora…
amare o non amare?
questo e' il dilemma
una storia dolce, profonda e graffiante come solo le donne sanno essere
Mossa d’autore
di Paola Cimmino
«E pensare che allora…»
Bugsy si guardò attorno. La
stanza era calda e accogliente.
Sempre la stessa.
Il vassoio con la colazione
campeggiava al centro del letto.
Caffè, latte macchiato e toast.
Per due. Allungò le gambe nude
a cercare il pavimento, inforcò
le décolleté e si diresse alla finestra,
fermandosi a osservare
le spesse calate color del miele
debordanti sul pavimento.
«Allora… cosa?» le arrivò
all’orecchio.
Roca, ma suadente. Quella voce
femminile era uno spettacolo.
Come tutto il resto.
«12 mesi fa… Ricordavo tutto,
non mi sfuggiva nulla» si limitò
a rispondere, senza voltarsi.
Il suo caschetto nero liscio brillava
d’un colore insolito fra le
luci soffuse.
Si voltò e colse il riflesso del
suo corpo nudo nello specchio.
«Eh, mi ricordo. Invece adesso?»
Un sospiro le scosse lievemente
il seno. Giovane, sodo. Caustico.
«Adesso… Mi sorprendo a
pensare che certe cose non le
ho fatte io, ma un’altra».
«Non ti seguo».
«Ecco, appunto. Non mi seguo
neppure io».
Gladys si fermò un attimo a osservarla.
«Mi stai dicendo che ci sono
cose che non ricordi di avere
fatto, questo vuoi dire?»
«Più o meno».
«E quali cose sarebbero?»
«Cose…»
«Tipo? Non avrai mica ammazzato
qualcuno».
«Non saprei. Questo è il fatto».
«Cazzo, Bugsy! Non sai se hai
ucciso qualcuno? E quando le
avresti fatte?»
«Non lo ricordo».
«Aspetta… Non ricordi di avere
fatto cose che adesso non ricordi,
e nemmeno quando?»
L’altra annuì.
«Mi sta venendo mal di testa»
Gladys bevve un sorso di caffè,
poi riprese a tampinarla «Scusa,
ma allora come te ne sei accorta?»
«Ho trovato un sacco di soldi
sul mio conto, e un biglietto per
le Cayman… Ah, dimenticavo,
anche un sms anonimo: “Nessuna
come te”».
«Quando?»
«Non ricordo».
Gladys la fissò tutt’a un tratto
con aria maliziosa.
«Non ti sarai mica fatta un magnate
del petrolio, sai uno di
quelli che ti regala casa al Colosseo?»
«No, quello capita solo a certe
italiane».
«Ma non hai proprio nessun ri-
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26 ANNO IV • NUMERO 2 • FEBBRAIO 2021