Santi_Pietro_e_Paolo_Pregasso
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località “castello”<br />
Il «castello» di Collepiano<br />
La rocca Oldofredi Martinengo a Sensole<br />
Situata in posizione strategica, la rocca Oldofredi Martinengo a Sensole<br />
è ricordata da Marin Sanudo: «[il Sebino] à un monte in mexo, sopra<br />
il qual è 8 ville, e una rocha picolla» 43 . Tradizionalmente è considerata<br />
una committenza Oldofredi, proprietari anche della rocca di Peschiera.<br />
Poi passò ai Martinengo, che la trasformarono in residenza; alla fine del<br />
Cinquecento, tuttavia, la fortificazione era già in rovina, tanto che alla fine<br />
del secolo successivo era definita “disabitata e totalmente distrutta» 44 .<br />
La costruzione presenta una struttura a pianta quadrangolare, con due<br />
torri semicircolari in corrispondenza degli angoli di nordest e nordovest.<br />
Nella corte interna vi è l’unica torre a sezione circolare conservatasi in<br />
ambito sebino, mentre addossati al lato nord si dipongono gli ambienti<br />
residenziali, preceduti un tempo da un portico colonnato. Sul lato ovest,<br />
un portale bugnato, realizzato in Sarnico e unito, tramite ponte levatoio, a<br />
un rivellino merlato, costituisce l’unico accesso alla rocca 45 . Significativa è<br />
la presenza di una scalinata, difesa da muraglie, che la collega all’abitato<br />
di Sensole e al suo porto 46 .<br />
La presenza a Collepiano di un toponimo collegato a strutture «munite»<br />
è attestata dall’estimo di Marone del 1641. In particolare, si segnala una<br />
«contrada del Castello», confinante a nord con la strada 47 . Ancora oggi si<br />
assegna la denominazione «Castello» al dosso che sovrasta l’abitato di Collepiano,<br />
ora occupato da un edificio di recente costruzione 48 . Vi è, inoltre,<br />
la «via del Castello» che dal dosso conduce dalla chiesa di San Bernardo.<br />
Il rilievo, in posizione preminente anche rispetto alla strada per Zone e<br />
caratterizzato, in alcuni punti, da pendici particolarmente scoscese, potrebbe<br />
realmente essere stato sede di una fortificazione, di cui, tuttavia,<br />
non rimangono tracce materiali, o perché demolite o perché realizzate in<br />
materiale deperibile.<br />
La rocca di Pisogne<br />
Nella cartografia ottocentesca, nonché in quella attuale, a nord di<br />
Govine compare il toponimo «Rocchetta», messo in relazione da Alberto<br />
Bianchi e Francesco Macario con la Rocha attestata nel Designamento dei<br />
beni e dei diritti che il vescovo di Brescia deteneva nel territorio di Pisogne.<br />
Redatto nel 1299, il documento ci informa che la fortificazione era<br />
presidiata da sei guardie e che gli uomini di Toline e Sedergnò dovevano<br />
proteggerla con grates et vuminas (graticci intrecciati).<br />
Gli edifici presenti in località Rocchetta, essendo in gran parte trasformati<br />
da interventi successivi, non consentono di definire con precisione<br />
l’assetto della struttura d’età medievale. Sussiste ancora un edificio con<br />
base scarpata, identificata ipoteticamente come una torre, ora ridotta in<br />
altezza, posta a guardia dell’ingresso principale 49 .<br />
43<br />
Sanudo, Itinerario cit., p. 75.<br />
44<br />
Turla, La vergine bellezza di Montisola cit., pp. 68-69; V.M. Coronelli, Isolario, Venezia,<br />
1696, p. 34.<br />
45<br />
Turla, La vergine bellezza di Montisola cit., pp. 71-72.<br />
46<br />
A. A. Zani, I da Iseo Oldofredi (secoli XIV-XV), in [a cura di] G. Archetti, Famiglie di Franciacorta<br />
nel Medioevo, Atti delle Biennali di Franciacorta, 6, Brescia, 2000, nota 38 a p. 158.<br />
47<br />
Polizza n. 120.<br />
48<br />
Morandini, Marone sul lago d’Iseo cit., p. 18.<br />
49<br />
Bianchi A., Macario F., In loco de Pisoneis. Pisogne 1299: il borgo del vescovo, Gianico,<br />
2008, pp. 32-34.<br />
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