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Santi_Pietro_e_Paolo_Pregasso

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Il prospetto absidale del complesso architettonico di San <strong>Pietro</strong><br />

La seconda muratura è visibile nell’area sommitale del dosso e si connette<br />

alla zona presbiteriale della chiesa di San <strong>Pietro</strong> e dei relativi annessi.<br />

Si tratta di una struttura lunga circa 12 metri, realizzata con pietre<br />

di forma irregolare, allettate in abbondante malta, rinforzata nell’angolo<br />

di nordest da conci bugnati provvisti di un nastrino poco definito. Il fatto<br />

che rigirasse verso ovest, unitamente alle dimensioni del tratto a vista,<br />

può far pensare a un edificio di tipo residenziale, una sorta di palazzetto,<br />

di cui si ha testimonianza in alcuni castelli del Bresciano (si veda, per<br />

esempio, il castello di Paratico) 56 . La struttura venne in seguito utilizzata<br />

per la realizzazione dell’abside della chiesa del XVI secolo e della contigua<br />

sagrestia. Sul lato nord, si addossò poi la muratura del corpo di<br />

fabbrica con base scarpata che ingloba il campanile.<br />

L’anteriorità della costruzione più antica rispetto alla chiesa cinquecentesca<br />

consente l’assegnazione della stessa all’età medievale. Le caratteristiche<br />

del paramento murario, nonché la mancanza di stilature, fanno<br />

tuttavia supporre una datazione piuttosto tarda, forse già quattrocentesca.<br />

56<br />

A. Valsecchi. Torri, chiese e castelli nella valle del Gandovere e del Martigango, in [a cura<br />

di] G. Archetti, A. Valsecchi. La terra di Ome in età medievale, Brescia, 2003, pp. 194-201.<br />

A questi dati si deve aggiungere il sussistere di una cisterna, elemento<br />

comune a diversi siti fortificati 57 . Nella visita di san Carlo (1580) essa è<br />

segnalata come interna alla chiesa, non più utilizzata, «aperta» e quindi<br />

da chiudere 58 .<br />

In sintesi, la presenza significativa di elementi sia documentari che<br />

archeologici permette di ipotizzare l’esistenza a <strong>Pregasso</strong> di una «rocca», in<br />

parte naturalmente difesa dalla morfologia del sito e in parte da strutture<br />

murarie, che inglobava edifici di tipo residenziale e la prima chiesa di San<br />

<strong>Pietro</strong>, indicata nelle visite pastorali come la vecchia parrocchiale della<br />

comunità maronese 59 .<br />

L’insediamento perse la funzione difensiva forse già in antico, sostituita<br />

dalla dimensione essenzialmente religiosa che l’altura venne ad assumere<br />

anche grazie alla realizzazione, nel Cinquecento, della nuova chiesa<br />

di San <strong>Pietro</strong>.<br />

57<br />

Rimanendo in ambito bresciano si ricordano le cisterne individuate nei castelli di Provaglio<br />

e Cimbergo (Valsecchi. Torri, chiese e castelli, planimetria a p. 191; A. Leoni, indagini<br />

archeologiche nel castello di Cimbergo. considerazioni preliminari, Lucus rupestris, sei millenni<br />

d’arte rupestre a Campanine di Cimbergo, a cura di U. Sansoni e S. Gavaldo, Esine,<br />

2009, p. 362).<br />

58<br />

Pavimentum est omnino dirutum et est concavitas in medio ecclesiae, ubi olim erat cisterna<br />

[…] Cisterna quae est in medio ecclesiae in sepulcrum redigenda erit, aut saltem contegenda<br />

ne ecclesiam impediat, Visita apostolica e Decreti di san Carlo Borromeo alla diocesi<br />

di Brescia. III. Sebino, Franciacorta e Bassa occidentale, a cura di A. Turchini, G. Donni, G.<br />

Archetti, “Brixia Sacra”, Brescia, 2004, pp. 58 e 62; L.Guerini, Le visite pastorali, in [a cura]<br />

di R. Predali, Marone tra 1500 e 1600 l’antica parrocchiale, Marone 2008, pp. 103 e 106.<br />

59<br />

L. Guerini, Le visite pastorali cit., pp. 94, 96, 101, 103.<br />

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