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La settimana dopo, nel tempo libero, controllo<br />
scrupolosamente il nuovo acquisto per fare<br />
un programma dei lavori necessari a riportarla<br />
nelle condizioni originali. Non avvio il motore<br />
per la paura di far danni, ma lo faccio girare<br />
con la manovella e per fortuna non è bloccato,<br />
le marce si innestano bene, i pedali dei freni e<br />
della frizione sono bloccati, ma le ruote girano<br />
libere; il telaio ha i numeri corretti, ancora ben<br />
leggibili e sembra in ottime condizioni.<br />
Insomma un’auto che ha fatto poca strada, ma<br />
che è stata tenuta male e tanto trascurata dai<br />
precedenti proprietari.<br />
Inizio smontando tutti i pannelli dell’abitacolo<br />
in masonite raffazzonati alla meglio per dare<br />
un certo non so che di inizio lavori di restauro<br />
o di “nascondiamo il più possibile che è meglio”;<br />
infatti la carrozzeria in alluminio vista dall’interno<br />
mostra segni di botte che all’esterno non<br />
si vedevano coperte come erano da spessi strati<br />
di stucco. Noto i legni di mogano della struttura<br />
della carrozzeria ancora in ottime condizioni<br />
e con il caratteristico e buon profumo che<br />
questo legno rilascia nell’ambiente.<br />
Poi sverniciamo la carrozzeria non lesinando<br />
sverniciatore, spatole e spazzole a mano. Non<br />
volevamo utilizzare utensili elettrici con spazzole<br />
e dischi abrasivi che avrebbero inevitabilmente<br />
rovinato la delicata “pelle” di alluminio<br />
e quindi con latte di sverniciatore, olio di gomito<br />
e tante ore, la carrozzeria fu ripulita da<br />
strati di vernice e kg e kg di stucco.<br />
Tutte le delicate fiancate erano piene di botte,<br />
profondi sfrisi e grandi avvallamenti causati<br />
sembrava più da vandalismi che da incuria<br />
continua.<br />
La squadratura delle porte porta via parecchie<br />
decine di ore, tutte le viti che fissano le<br />
cerniere delle porte sono avvitate nel legno e<br />
i fori ormai non tengono più: si devono allargare<br />
i fori, incollare dei cilindretti di mogano<br />
del giusto diametro e poi si rimettono le porte<br />
con le cerniere e si riforano le sedi delle viti…<br />
le parole rendono poco, è stato un lavoro molto<br />
impegnativo!<br />
I problemi sorgono con il bulkhead costituito<br />
con un telaio in legno rivestito in lamiera di<br />
ferro… un connubio disastroso… il legno trattiene<br />
l’umidità che corrode il ferro che non era<br />
per niente trattato.<br />
Una cara amica, nata con le <strong>Land</strong> nel sangue e<br />
appassionata restauratrice di mobili, ha delle<br />
tavole di mogano di vecchia stagionatura che<br />
abilmente trasforma nei pezzi rovinati dall’umidità.<br />
La parte in lamiera di ferro viene ricostruita e<br />
trattata all’interno con vernici protettive e resine<br />
impregnati per eliminare il problema della<br />
putrescenza e corrosione.<br />
Fu tolto il motore ed il gruppo cambio-riduttore<br />
e dato che si prevedeva un restauro integrale<br />
non provammo neanche ad avviare il motore.<br />
Qui iniziarono altre sorprese… Questa volte<br />
piacevoli e inaspettate: separando il motore<br />
dal cambio troviamo l’interno della campana<br />
appena un po’ sporco, il disco frizione con una<br />
usura da 20/30.000 km ed il telaio in perfette<br />
condizioni solo con poca ruggine superficiale.<br />
Non me la sentii di cimentarmi nella sistemazione<br />
delle carrozzeria perciò la portiamo,<br />
montata sul telaio, ad un carrozziere della nostra<br />
zona che lavorava molto bene l’alluminio.<br />
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