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Be Sport Magazine n.3

Tutto lo sport di Bologna

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il Bologna stava cercando un nuovo custode per lo<br />

Stadio. Mi sembrava un sogno, ebbi la possibilità<br />

di unire l’utile al dilettevole. Abbandonai il mio<br />

precedente lavoro da artigiano, facevo le pellicce,<br />

e diventai così il nuovo custode”. La voce è quella<br />

di Maurizio Savi che abbiamo avuto la fortuna di<br />

incontrare all’interno del suo “ufficio”: uno stanzino<br />

4 metri per 4, a non più di 15 metri dalla bandierina<br />

del calcio d’angolo tra la tribuna laterale<br />

e la curva ospiti. Targhette, foto della famiglia,<br />

documenti, attrezzi, ma soprattutto chiavi: ne<br />

avrà non meno di 200. Un uomo schietto, ironico,<br />

autentico, di quelli che puoi incontrare al bar o la<br />

domenica mattina mentre aggiustano qualcosa<br />

nel garage sotto casa. Un uomo legato alla famiglia<br />

e alla fede per il Bologna Calcio. “Sono tifoso<br />

del Bologna dal 1969. Ho vissuto lo spareggio con<br />

l’Inter, davanti a casa mia con la radiolina attaccata<br />

alle orecchie. Andavo sempre in Curva Andrea<br />

Costa, ma la curva di allora era un’altra cosa: mi<br />

ricordo benissimo che portavamo il fiasco di vino,<br />

il panino, qualcuno portava anche le lasagne: ci<br />

trovavamo a mezzogiorno, erano altri tempi”.<br />

Maurizio ricorda tutto quello che ha vissuto<br />

allo Stadio negli ultimi 20 anni, anche il suo primo<br />

giorno di lavoro. “Ero venuto a provare, c’era<br />

ancora il vecchio custode che aveva altre condizioni<br />

di lavoro rispetto alle mie. Dico sempre che lui in

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