Be Sport Magazine n.3
Tutto lo sport di Bologna
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successivi mi chiamavano così per abitudine. Però lì<br />
cominciai a portare a casa qualche soldino visto che<br />
si facevano sprint per allenamento dove c’erano in palio<br />
ben 500 lire. A 18 anni il tecnico regionale Loatti mi<br />
disse che mi vedeva bene in pista per le “Sei giorni”,<br />
ma che avrei dovuto fare almeno un anno a Milano o a<br />
Padova per prepararmi al meglio. Non volevo lasciare<br />
Bologna, ma quando mi arrivò la lettera come papabile<br />
olimpico non volevo crederci. Fu la mia fidanzata, attuale<br />
moglie, a spingermi a fare questo passo.<br />
Quando ho lasciato la casa a vent’anni mia madre<br />
mi disse “mi raccomando se hai bisogno di soldi siamo<br />
qui”. Ma ho sempre creduto che fosse giusto essere<br />
indipendente e così quando fui davanti alla scelta<br />
tra una società che mi offriva vitto e alloggio a una che<br />
mi offriva alloggio e un lavoro non ci pensai due volte<br />
a favore di quest’ultima. A Padova mi aspettava il tecnico<br />
della nazionale al quale dissi che avevo voglia di<br />
smettere perchè quell’anno avevo corso con la squadra<br />
Zabov Moccia di Ferrara, facendo talmente tanta<br />
salita che non ne potevo più. Così mi mandarono al<br />
club Genova di Milano dove mi sarei potuto esprimere<br />
al meglio.<br />
Per due anni ho dormito in una stanza che dava su<br />
un cinema e quindi appena veniva acceso il proiettore<br />
sentivo l’audio del film senza vederlo. Un rumore<br />
al quale mi abituai presto. Lavoravo anche dieci ore al<br />
giorno alla ditta Marina di accessori per auto di proprietà<br />
di Franco Pellegatta, che era un dirigente della<br />
STORIE E INTERVISTE | 61