PORTAVOCE DI SAN LEOPOLDO MANDIC - giugno 2019
Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)
Portavoce di san Leopoldo Mandic (Dal 1961, a Padova, la rivista del santuario di padre Leopoldo, francescano cappuccino, il santo della misericordia e dell'ecumenismo spirirituale)
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Portavoce<br />
N. 5 - GIUGNO <strong>2019</strong><br />
di san Leopoldo Mandić<br />
IL PAPA AI GIOVANI:<br />
«SIETE L’ADESSO <strong>DI</strong> <strong>DI</strong>O»<br />
L’ESORTAZIONE «CHRISTUS VIVIT»<br />
Mensile - anno 59 - n. 5 - Poste Italiane s.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD<br />
<strong>DI</strong>O NELLA BIBBIA<br />
LA CREAZIONE<br />
PARLA <strong>DI</strong> <strong>DI</strong>O<br />
100 ANNI FA<br />
I GIORNI<br />
DELL’ESILIO<br />
<strong>DI</strong> P. <strong>LEOPOLDO</strong>
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Portavoce<br />
di san Leopoldo Mandić<br />
Periodico di cultura religiosa<br />
dell’Associazione «Amici di San Leopoldo»<br />
Direzione, Redazione, Amministrazione<br />
Associazione «Amici di San Leopoldo»<br />
Santuario san Leopoldo Mandić<br />
Piazzale Santa Croce, 44 - 35123 Padova<br />
Sito internet<br />
www.leopoldomandic.it<br />
Direttore e Redattore<br />
Giovanni Lazzara<br />
Dir. Responsabile<br />
Luciano Pastorello<br />
Hanno collaborato a questo numero<br />
Massimo E. Putano, Flaviano G. Gusella,<br />
Gianfranco Tinello, Roberto Tadiello,<br />
Ivano Cavallaro, Marco Roveroni<br />
e Fabio Camillo<br />
Impaginazione<br />
Barbara Callegarin<br />
Stampa<br />
Stampe Violato - Bagnoli di Sopra (PD)<br />
Editore<br />
Associazione «Amici di san Leopoldo»<br />
Spedizione in abbonamento postale<br />
Pubblicazione registrata presso il Tribunale<br />
di Padova il 18 ottobre 1961, n. 209 e al R.O.C.,<br />
n. 13870. Con approvazione ecclesiastica<br />
e dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini<br />
Garanzia di riservatezza<br />
Nel rispetto del D.L. n. 196/2003 Portavoce di san<br />
Leopoldo Mandić garantisce che i dati personali<br />
relativi agli associati sono custoditi nel proprio<br />
archivio elettronico con le opportune misure di<br />
sicurezza. Tali dati sono trattati conformemente<br />
alla normativa vigente, non possono essere<br />
ceduti ad altri soggetti senza espresso consenso<br />
dell’interessato e sono utilizzati esclusivamente per<br />
l’invio della Rivista e iniziative connesse<br />
In copertina: papa Francesco e alcuni giovani<br />
alla Giornata mondiale della gioventù di<br />
Cracovia (Polonia) nel 2016<br />
Le foto, ove non espressamente indicato, hanno<br />
valore puramente illustrativo<br />
Questa testata non fruisce di contributi statali<br />
Chiuso in prestampa il 15 aprile <strong>2019</strong><br />
e consegnato a Poste Italiane<br />
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Santuario san Leopoldo Mandić<br />
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Rettore del santuario<br />
Fra Flaviano Giovanni Gusella<br />
Santuario san Leopoldo Mandić<br />
Piazzale S. Croce, 44 - 35123 Padova
Sommario<br />
N. 5 GIUGNO <strong>2019</strong> ANNO 59<br />
3<br />
9<br />
10<br />
14<br />
16<br />
19<br />
28<br />
38<br />
4<br />
6<br />
30<br />
32<br />
36<br />
Editoriali<br />
AGITE COME SE LA VOSTRA CASA ANDASSE A FUOCO / AI LETTORI / di Giovanni Lazzara<br />
BENEDETTO XV: L’UNICO PAPA INCONTRATO DA PADRE <strong>LEOPOLDO</strong> /<br />
LA VOCE DEL <strong>SAN</strong>TUARIO / di Flaviano G. Gusella<br />
Attualità ecclesiale<br />
FRANCESCO: CARI RAGAZZI, SIETE «L’ADESSO <strong>DI</strong> <strong>DI</strong>O» / LA PAROLA DEL PAPA /<br />
a cura della Redazione<br />
EMPATIA, POSITIVITÀ E AFFIDARSI A QUALCUNO <strong>DI</strong> PIÙ GRANDE / INTERVISTA /<br />
di Gianfranco Tinello<br />
Fede & vita<br />
LA CREAZIONE PARLA <strong>DI</strong> <strong>DI</strong>O. IL LIBRO DELLA GENESI / <strong>DI</strong>O NELLA BIBBIA > 1 /<br />
di Roberto Tadiello<br />
San Leopoldo ieri e oggi<br />
I GIORNI DELL’ESILIO / 100 ANNI FA / di Giovanni Lazzara<br />
LA VIA ECUMENICA <strong>DI</strong> P. <strong>LEOPOLDO</strong> IN UN QUADRO A U<strong>DI</strong>NE / di Ivano Cavallaro<br />
RICOR<strong>DI</strong> E PRESAGI <strong>DI</strong> GUERRA / UNA CREATURA NASCOSTA > 5 / FUMETTO /<br />
di Marco Roveroni<br />
Rubriche<br />
LA FOTO RACCONTA<br />
LETTERE A <strong>PORTAVOCE</strong> / di Massimo Ezio Putano<br />
GRAZIE, <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong> / a cura della Redazione<br />
VITA DEL <strong>SAN</strong>TUARIO / a cura della Redazione<br />
CALENDARIO LITURGICO / di Gianfranco Tinello<br />
GIUGNO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 5
ATTUALITÀ ECCLESIALE<br />
Francesco: cari ragazzi<br />
siete «l’adesso di Dio»<br />
È<br />
lo stesso Papa Francesco a<br />
definire «pietra miliare» la<br />
sua Esortazione apostolica<br />
Christus vivit, un documento<br />
che porta a compimento il<br />
cammino sinodale avviato nell’ottobre<br />
2016, quando annunciò il tema<br />
del Sinodo dei vescovi sui giovani:<br />
«I giovani, la fede e il discernimento<br />
vocazionale».<br />
Uno scritto che segnerà una tappa<br />
fondamentale del pensiero Chiesa-giovani<br />
e costituirà per il prossimo<br />
futuro un punto di riferimento<br />
imprescindibile della pastorale giovanile<br />
e vocazionale nelle diverse<br />
realtà ecclesiali, parrocchie, diocesi,<br />
movimenti.<br />
Il Santo Padre spiega subito di essersi<br />
«lasciato ispirare dalla ricchezza<br />
delle riflessioni e dei dialoghi del<br />
Sinodo dell’anno scorso. Non potrò<br />
raccogliere qui tutti i contributi…<br />
ma ho cercato di recepire le proposte<br />
che mi sembravano più significative»<br />
(n.4).<br />
IL CONTENUTO<br />
DELL’ESORTAZIONE APOSTOLICA<br />
Il primo capitolo dell’Esortazione<br />
– che si compone di 299 numeri,<br />
raccolti in 9 capitoli – parte dalla domanda:<br />
«Che cosa dice la Parola<br />
di Dio sui giovani?», ripercorrendo<br />
varie pagine dell’Antico e del<br />
Nuovo Testamento. Il secondo capitolo,<br />
invece, concentra l’attenzione<br />
su «Gesù Cristo sempre giovane»,<br />
soffermandosi sulla giovinezza del<br />
Signore per passare a considerare<br />
la giovinezza della Chiesa, di cui i<br />
La parola del Papa Nell’Esortazione apostolica<br />
Christus vivit (Cristo vive) il forte appello di Francesco<br />
a vivere la gioventù come un dono e la fede come<br />
una missione. In ascolto delle nuove generazioni,<br />
la Chiesa può rinnovarsi e diventare più credibile<br />
santi – in primis la Vergine Maria –<br />
costituiscono la più luminosa manifestazione.<br />
Il terzo capitolo ha come titolo<br />
«Voi siete l’adesso di Dio» e si<br />
impegna a riscattare la gioventù<br />
contemporanea dalla visione pessimistica<br />
che il mondo degli adulti<br />
spesso ne offre, anche dentro la<br />
Chiesa. Esiste oggi una pluralità di<br />
mondi giovanili, segnati da sfide<br />
concrete (violenza, ideologizzazione,<br />
emarginazione ed esclusione<br />
sociale). Un’attenzione speciale è<br />
rivolta al corpo e alla sessualità, essenziali<br />
per la costituzione dell’identità<br />
personale; all’ambiente digitale,<br />
tanto pervasivo quanto ambivalente;<br />
ai giovani migranti, «paradigma<br />
IL PAPA INVITA<br />
A CAMMINARE ASSIEME<br />
PER AFFRONTARE<br />
LE SFIDE POSTE DAGLI<br />
AMBIENTI <strong>DI</strong>GITALI,<br />
DALLA QUESTIONE<br />
DEI MIGRANTI, DAL<br />
PROBLEMA DEGLI ABUSI<br />
del nostro tempo»; alle vittime di<br />
abusi (di potere, economici, di coscienza,<br />
sessuali), in particolare<br />
quelli commessi da ministri della<br />
Chiesa. Accanto a questi ultimi, non<br />
mancano però – aggiunge il Santo<br />
Padre – coloro «che ogni giorno si<br />
spendono con onestà e dedizione<br />
al servizio dei giovani»: essi sono la<br />
maggioranza e «la loro opera è una<br />
foresta che cresce senza fare rumore»<br />
(n. 99).<br />
Il quarto capitolo si sofferma sul<br />
«grande annuncio per tutti i giovani».<br />
L’annuncio cristiano è quello<br />
di sempre ma va riproposto con forza<br />
ai giovani d’oggi: Dio è amore e<br />
ama gli uomini, ha inviato suo Figlio<br />
nel mondo per salvarci e attraverso<br />
lo Spirito Santo continua a comunicarci<br />
sua la vita.<br />
Il quinto capitolo traccia alcuni<br />
«percorsi di gioventù», individuando<br />
nella giovinezza un «tempo<br />
di sogni e di scelte», caratterizzato<br />
dalla «voglia di vivere e di sperimentare».<br />
La crescita e la maturazione<br />
devono nutrirsi di fraternità, impegno<br />
fattivo e testimonianza missionaria<br />
coraggiosa.<br />
Nel sesto capitolo, intitolato<br />
«Giovani con radici», ritorna un tema<br />
caro al Santo Padre: il rapporto<br />
10 | <strong>PORTAVOCE</strong> | GIUGNO <strong>2019</strong>
tra giovani e anziani, anche alla luce<br />
della profezia di Gioele 3 sui sogni<br />
degli anziani e le visioni dei giovani.<br />
Il settimo capitolo offre alcune grandi<br />
coordinate per la pastorale giovanile,<br />
che oggi dev’essere «sinodale»,<br />
cioè favorire il protagonismo di<br />
tutti, riconoscendo i doni e i carismi<br />
di cui i giovani sono portatori e con<br />
cui possono arricchire la comunità<br />
cristiana. Queste linee pastorali si<br />
estendono alle istituzioni educative,<br />
a partire dalla scuola, senza dimenticare<br />
le dimensioni della preghiera,<br />
del servizio, dell’arte e dello sport,<br />
nell’impegno a edificare una «pastorale<br />
giovanile popolare», capace<br />
di includere tutti, nessuno escluso.<br />
Dopo aver ricordato l’importanza<br />
dell’accompagnamento da parte<br />
di adulti competenti e generosi, l’ottavo<br />
capitolo descrive la vocazione<br />
come chiamata all’amicizia con Gesù,<br />
che si concretizza nel servizio<br />
missionario verso gli altri. Il Papa<br />
affronta qui i temi dell’amore e della<br />
famiglia, del lavoro e delle vocazioni<br />
a una consacrazione speciale.<br />
LA COMUNITÀ CRISTIANA<br />
DEVE LIBERARSI «DA<br />
COLORO CHE VOGLIONO<br />
RENDERLA IMMOBILE E<br />
INVECCHIARLA», MA NON<br />
CREDA «CHE È GIOVANE<br />
PERCHÉ CEDE A TUTTO<br />
CIÒ CHE IL MONDO<br />
LE OFFRE»<br />
Il nono capitolo, infine, è dedicato<br />
al discernimento, insistendo sulla<br />
formazione della coscienza, sul rapporto<br />
con Cristo, sull’arte dell’ascolto<br />
e dell’accompagnamento.<br />
ALCUNI ASPETTI DEL DOCUMENTO<br />
Se è vero che l’incipit di un Documento<br />
ecclesiastico offre solitamente<br />
una chiave per comprendere<br />
l’intero testo, il titolo Christus vivit è<br />
già un messaggio importante. Papa<br />
Francesco intende dire a voce alta,<br />
soprattutto alle nuove generazioni,<br />
che Gesù Cristo non appartiene<br />
solo al passato, ma anche al<br />
presente e al futuro, perché Egli<br />
è l’eterno Vivente. Ogni generazione<br />
di credenti scopre in Cristo un<br />
contemporaneo e un compagno<br />
di viaggio. Quest’idea, proclamata<br />
con forza nel n. 1, ritorna più avanti,<br />
quando il Papa consegna idealmente<br />
ai giovani tre verità fondamentali,<br />
«che tutti abbiamo bisogno di ascoltare<br />
sempre, più volte» (n. 111): «Dio<br />
ti ama», «Cristo ti salva» e, appunto,<br />
«Egli vive!» (cf. nn. 112-129).<br />
Così leggiamo, in particolare, al<br />
n. 124: «Egli vive! Occorre ricordarlo<br />
spesso, perché corriamo il rischio<br />
di prendere Gesù Cristo solo come<br />
un buon esempio del passato, come<br />
un ricordo, come qualcuno che ci<br />
ha salvato duemila anni fa. Questo<br />
non ci servirebbe a nulla, ci lascerebbe<br />
uguali a prima, non ci libererebbe.<br />
Colui che ci colma della sua<br />
grazia, Colui che ci libera, Colui che<br />
ci trasforma, Colui che ci guarisce e<br />
ci conforta è qualcuno che vive. È<br />
GIUGNO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 11
FRANCESCO: CARI RAGAZZI SIETE «L’ADESSO <strong>DI</strong> <strong>DI</strong>O»<br />
Cristo risorto, pieno di vitalità soprannaturale,<br />
rivestito di luce infinita.<br />
Per questo san Paolo affermava:<br />
“Se Cristo non è risorto, vana è la<br />
vostra fede” (1Cor 15,17)».<br />
Al tempo stesso, aggiunge Papa<br />
Francesco, Gesù vivo domanda a<br />
tutti gli uomini – in particolare ai<br />
giovani – di essere a loro volta «vivi»,<br />
cioè persone che accolgono fino<br />
in fondo il dono della vita e lo<br />
fanno fruttificare nell’amore. Così<br />
leggiamo ancora nel n. 1: «Tutto<br />
ciò che Lui tocca diventa giovane,<br />
diventa nuovo, si riempie di vita.<br />
Perciò, le prime parole che voglio<br />
rivolgere a ciascun giovane cristiano<br />
sono: Lui vive e ti vuole vivo!».<br />
Dai giovani il Papa si aspetta che afferrino<br />
in pienezza la loro esistenza,<br />
nonostante le contraddizioni e le<br />
difficoltà dell’ora presente, per vivificare<br />
con l’entusiasmo della loro<br />
età la Chiesa e il mondo, che non<br />
di rado appaiono invecchiati. Ecco,<br />
allora, che l’Esortazione non manca<br />
di affrontare il tema della giovinezza<br />
della Chiesa, cioè del suo<br />
rinnovamento, confidando che i<br />
giovani possano aiutarla in quest’opera<br />
(cf. nn. 34-42).<br />
Un secondo aspetto dell’Esortazione<br />
è la sua caratterizzazione<br />
mariana, ben evidenziata dalla<br />
scelta simbolica del Santo Padre di<br />
firmarla a Loreto, nella casa di Maria,<br />
il 25 marzo scorso. In quell’occasione,<br />
parlando ai fedeli accorsi sul<br />
sagrato della Basilica, tra cui numerosi<br />
giovani, papa Francesco ha affermato:<br />
«La Santa Casa è la casa dei<br />
giovani, perché qui la Vergine Maria,<br />
la giovane piena di grazia, continua<br />
a parlare alle nuove generazioni, accompagnando<br />
ciascuno nella ricerca<br />
della propria vocazione». Maria,<br />
«la ragazza di Nazaret», è indicata<br />
come «il grande modello per una<br />
Chiesa giovane che vuole seguire<br />
Cristo con freschezza e docilità»<br />
(n. 43). Al suo “sì” giovanile fa eco<br />
il “sì” di tanti altri santi giovani di<br />
diverse epoche, tra i quali il Papa<br />
ricorda s. Sebastiano, s. Francesco<br />
d’Assisi, s. Giovanna d’Arco, il b. vietnamita<br />
Andrew Phû Yên, la s. nordamericana<br />
Kateri Tekakwitha, s.<br />
Domenico Savio, s. Teresa di Gesù<br />
Bambino, il b. argentino Ceferino<br />
Namuncurá, il b. congolese Isidoro<br />
Bakanja, il b. italiano Pier Giorgio<br />
Frassati, il b. francese Marcel Callo,<br />
la b. italiana Chiara Badano (cf. nn.<br />
49-63). Ad essi il Papa affianca, ai nn.<br />
104-106, il servo di Dio Carlo Acutis,<br />
morto a soli 15 anni, che ha fatto di<br />
Internet uno strumento per testimoniare<br />
la fede, annunciare il Vangelo<br />
e trasmettere valori e bellezza. Tutti<br />
costoro testimoniano che la santità<br />
è giovane ed è possibile a tutti i<br />
giovani.<br />
CON CRISTO SI PUÒ SEMPRE<br />
GUARDARE AVANTI<br />
Cristo vive. Egli è la nostra speranza e la più bella<br />
giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca<br />
diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita. Perciò,<br />
le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane<br />
cristiano sono: Lui vive e ti vuole vivo!<br />
Lui è in te, Lui è con te e non se ne va mai. Per quanto<br />
tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il Risorto, che<br />
ti chiama e ti aspetta per ricominciare. Quando ti senti<br />
vecchio per la tristezza, i rancori, le paure, i dubbi o i<br />
fallimenti, Lui sarà lì per ridarti la forza e la speranza. […]<br />
Possiamo smettere di lamentarci e guardare avanti,<br />
perché con Cristo si può sempre guardare avanti. Questa<br />
è la sicurezza che abbiamo. Gesù è l’eterno vivente.<br />
Aggrappati a Lui, vivremo e attraverseremo indenni tutte<br />
le forme di morte e di violenza che si nascondono lungo<br />
il cammino. (cf. ChV, 1-2.127)<br />
IN<strong>DI</strong>VIDUARE PERCORSI DOVE<br />
ALTRI VEDONO SOLO MURI<br />
Oggi noi adulti corriamo il rischio di fare una lista di<br />
disastri, di difetti della gioventù del nostro tempo.<br />
Alcuni forse ci applaudiranno perché sembriamo esperti<br />
nell’individuare aspetti negativi e pericoli.<br />
Ma quale sarebbe il risultato di questo atteggiamento?<br />
Una distanza sempre maggiore, meno vicinanza, meno<br />
aiuto reciproco.Lo sguardo attento di chi è stato<br />
chiamato a essere padre, pastore e guida dei giovani<br />
consiste nell’individuare la piccola fiamma che continua<br />
ad ardere, la canna che sembra spezzarsi ma non si è<br />
ancora rotta. È la capacità di individuare percorsi dove<br />
altri vedono solo muri, è il saper riconoscere possibilità<br />
dove altri vedono solo pericoli.<br />
Così è lo sguardo di Dio Padre, capace di valorizzare<br />
e alimentare i germi di bene seminati nel cuore dei<br />
giovani. Il cuore di ogni giovane deve pertanto essere<br />
12 | <strong>PORTAVOCE</strong> | GIUGNO <strong>2019</strong>
Un terzo aspetto che mi preme rilevare<br />
è lo «stile dialogale» dell’Esortazione,<br />
la quale assume esplicitamente<br />
la forma di una «lettera» (cf.<br />
n. 3) indirizzata anzitutto ai giovani:<br />
per questo, in molte occasioni il<br />
Papa si rivolge direttamente a loro,<br />
dando a ciascuno del “tu”. D’altra<br />
parte è lo stile che caratterizza il<br />
Santo Padre nei suoi incontri con i<br />
giovani, ai quali parla sempre con<br />
franchezza, semplicità, tenerezza<br />
e simpatia. Da notare, poi, che tra<br />
i giovani a cui si rivolge, Francesco<br />
comprende anche i non credenti,<br />
coloro che non si riconoscono in<br />
Gesù Cristo e nella sua Chiesa, ma<br />
sono comunque in ricerca (cf. n.<br />
4). Il suo è davvero un esempio di<br />
pastorale inclusiva, cioè capace di<br />
accogliere tutti. Facendo sua un’esortazione<br />
del Documento finale<br />
del Sinodo, il Papa invita a «costruire<br />
una pastorale giovanile capace di<br />
creare spazi inclusivi, dove ci sia posto<br />
per ogni tipo di giovani e dove si<br />
manifesti realmente che siamo una<br />
Chiesa con le porte aperte» (n. 234);<br />
una pastorale in cui ci sia «spazio<br />
anche per “tutti quelli che hanno<br />
altre visioni della vita, professano<br />
altre fedi o si dichiarano estranei<br />
all’orizzonte religioso. Tutti i giovani,<br />
nessuno escluso, sono nel cuore<br />
di Dio e quindi anche nel cuore della<br />
Chiesa”» (n. 235). Christus vivit è<br />
una lettera consegnata ai pastori, ai<br />
consacrati e consacrate, ai catechisti<br />
e agli educatori, ai fedeli giovani<br />
e adulti, perché tutti insieme possano<br />
contribuire a rendere i giovani<br />
protagonisti nella Chiesa. Con la<br />
speranza che ne venga un “ringiovanimento”<br />
del volto della Chiesa<br />
stessa. Per il bene di tutti. P<br />
a cura della Redazione<br />
(Sulla base della presentazione del card.<br />
L. Baldisseri alla conferenza stampa della<br />
presentazione del documento papale, il<br />
cui testo completo si può leggere qui:<br />
https://tinyurl.com/papa-giovani)<br />
considerato “terra sacra”, portatore di semi di vita<br />
divina e davanti al quale dobbiamo “toglierci i sandali”<br />
per poterci avvicinare e approfondire il Mistero.<br />
(cf. ChV, 66-67)<br />
GIOVANI, NON OSSERVATE<br />
LA VITA DAL BALCONE<br />
Dobbiamo perseverare sulla strada dei sogni. Per<br />
questo, bisogna stare attenti a una tentazione che<br />
spesso ci fa brutti scherzi: l’ansia. Può diventare una<br />
grande nemica quando ci porta ad arrenderci perché<br />
scopriamo che i risultati non sono immediati. I sogni più<br />
belli si conquistano con speranza, pazienza e impegno,<br />
rinunciando alla fretta. Nello stesso tempo, non bisogna<br />
bloccarsi per insicurezza, non bisogna avere paura di<br />
rischiare e di commettere errori. Piuttosto dobbiamo<br />
avere paura di vivere paralizzati, come morti viventi,<br />
ridotti a soggetti che non vivono perché non vogliono<br />
rischiare, perché non portano avanti i loro impegni o<br />
hanno paura di sbagliare. Anche se sbagli, potrai sempre<br />
rialzare la testa e ricominciare, perché nessuno ha il<br />
diritto di rubarti la speranza.<br />
Giovani, non rinunciate al meglio della vostra giovinezza,<br />
non osservate la vita dal balcone. Non confondete la<br />
felicità con un divano e non passate tutta la vostra vita<br />
davanti a uno schermo. Non riducetevi nemmeno al<br />
triste spettacolo di un veicolo abbandonato.<br />
Non siate auto parcheggiate, lasciate piuttosto sbocciare<br />
i sogni e prendete decisioni. Rischiate, anche se<br />
sbaglierete. Non sopravvivete con l’anima anestetizzata<br />
e non guardate il mondo come se foste turisti.<br />
Fatevi sentire! Scacciate le paure che vi paralizzano,<br />
per non diventare giovani mummificati.<br />
Vivete! Datevi al meglio della vita! Aprite le porte<br />
della gabbia e volate via! Per favore, non andate in<br />
pensione prima del tempo.<br />
(cf. ChV, 142-143)<br />
GIUGNO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 13
ATTUALITÀ ECCLESIALE<br />
Tra le corsie del reparto di Oncologia<br />
Pediatrica del Policlinico<br />
Gemelli di Roma abbiamo<br />
incontrato Carla Capuano<br />
e Carmela Di Lauro, due brave<br />
infermiere. La loro esperienza<br />
e sensibilità emerge anche dalle risposte<br />
alle domande che abbiamo<br />
loro posto.<br />
La prima che incontriamo è Carla<br />
Capuano, laureatasi in Scienze<br />
infermieristiche presso l’Università<br />
Cattolica del Sacro Cuore, sempre<br />
a Roma. Dopo il mese di tirocinio<br />
presso l’Oncologia Pediatrica, si rese<br />
disponibile per lo stesso reparto,<br />
nel quale venne inserita per la sostituzione<br />
di una maternità. Lavora in<br />
questo reparto dal 2007<br />
Empatia, positività e affidarsi<br />
a qualcuno di più grande<br />
Intervista a due infermiere che operano tra i piccoli ricoverati nel reparto<br />
di Oncologia pediatrica del Policlinico Gemelli di Roma<br />
d i G i a n f r a n c o Ti n e l l o<br />
Carla, hai maturato tanti anni<br />
di esperienza. Come reagisce<br />
il paziente alla malattia?<br />
«Dipende dall’età. Il bambino è più<br />
o meno consapevole di ciò che sta<br />
vivendo. Quando si tratta di adolescenti,<br />
cerchiamo di comunicare loro<br />
lo stato di salute, salvaguardando<br />
la fiducia verso di noi e verso i genitori.<br />
Il problema è che spesso vanno<br />
a informarsi su Internet e là trovano<br />
di tutto: notizie e ricerche vere, ma<br />
pure altre, false e tendenziose. Ho<br />
notato in tutti un meccanismo di<br />
protezione che nasce nei confronti<br />
dei genitori: non vogliono farli preoccupare».<br />
Quale importanza hanno le<br />
persone che stanno attorno ai<br />
malati? Cosa consiglieresti loro?<br />
«Sono di vitale importanza, contribuiscono<br />
in massima parte a come<br />
il ragazzo reagisce alla malattia. Di<br />
fronte a un genitore che si fa vedere<br />
sofferente e non reagisce, il bam-<br />
bino ammalato è sempre nervoso,<br />
insicuro, depresso. Mentre un genitore<br />
positivo fa tanto. Per questo,<br />
consiglierei positività, senza esagerare<br />
o sminuire le cose. Intendo<br />
“positività” verso la vita e nei confronti<br />
della terapia».<br />
Quanto incide l’esperienza di fede<br />
nei pazienti e nei genitori?<br />
«La comunicazione della malattia è<br />
sempre un momento di crisi. Ci sono<br />
due reazioni opposte: chi si aggrap-<br />
14 | <strong>PORTAVOCE</strong> | GIUGNO <strong>2019</strong>
Carla Capuano e Carmela Di Lauro,<br />
ogni giorno tra i bambini ammalati<br />
pa totalmente alla fede e chi, invece,<br />
la rifiuta. Ci sono famiglie che credono<br />
fino in fondo. È tenero vedere<br />
genitori che fanno dire la preghiera<br />
della sera al bambino e cercano di<br />
mantenere le abitudini quotidiane».<br />
Carla, quanto è importante la fede<br />
nel tuo lavoro?<br />
«La fede mi aiuta tanto. Certo, in determinati<br />
momenti mi pongo delle<br />
domande. Alcuni giorni dico a Dio:<br />
“Io sono arrivata fin qui, adesso io<br />
non so più che fare”. Nei momenti<br />
brutti la fede è una consolazione,<br />
perché posso affidarmi a Qualcuno<br />
di più grande. A volte vedi sofferenze<br />
grandissime, genitori sollevati<br />
dall’arrivo della morte. La perdita<br />
c’è, il dolore non è descrivibile, ma<br />
è anche un sollievo la fine di certe<br />
atroci sofferenze. La fede mi fa continuare<br />
a stare nel reparto, perché<br />
tutto non finisce con la morte».<br />
Incontriamo anche una donna<br />
che da un maggior numero di anni<br />
si trova qui. Carmela Di Lauro,<br />
anch’essa laureata in Scienze infermieristiche<br />
presso Università Cattolica,<br />
lavora nel reparto di Oncologia<br />
Pediatrica dal 1997.<br />
Carmela, come sei approdata<br />
a questo reparto?<br />
«Sono stata “chiamata”. Mi voleva la<br />
suora responsabile: forse aveva colto<br />
in me alcune caratteristiche...».<br />
E quali caratteristiche servono<br />
per lavorare qui?<br />
«Devi essere disponibile con gli altri,<br />
saper cogliere… Una cosa importante<br />
è l’empatia. Io mi chiedo sempre:<br />
“Se ci fossi io lì?”».<br />
C’è qualcuno che suggerisce<br />
di essere distaccati...<br />
«No, non siamo macchine. Sono<br />
infermiera e persona. Non posso<br />
andare a casa e dimenticarmi assolutamente<br />
dei bambini che ci sono<br />
in corsia».<br />
Hai mai pensato di cambiare<br />
reparto?<br />
«Ricordo che durante il periodo<br />
della gravidanza avevo pensato di<br />
non ritornare. Poi, però, prima che<br />
scadesse il termine, mi richiamò la<br />
suora perché era andata via una collega.<br />
Così sono rientrata. La stessa<br />
suora mi disse: “Tu non devi essere<br />
qui per i bambini: loro hanno già<br />
la mamma. Tu devi stare qui per le<br />
mamme”».<br />
Qual è l’atteggiamento che occorre<br />
assumere nei confronti dei<br />
genitori?<br />
«È importante saperli ascoltare, senza<br />
essere pietosi. Non vogliono pietà.<br />
Quando si può, qualche deroga<br />
alle regole la devi concedere, perché<br />
non è una situazione normale<br />
avere figli malati. Se si potesse, io<br />
metterei stanze singole con tutti e<br />
due i genitori, perché alla sera vedere<br />
andare via un genitore è brutto.<br />
Una delle cose che mi riempie<br />
il cuore è vedere che le mamme,<br />
quando arrivo per la notte, sono<br />
contente che ci sei».<br />
Mi hai raccontato di provenire da<br />
una famiglia con principi religiosi.<br />
Che evoluzione ha avuto la tua<br />
fede nel corso di questi anni?<br />
«Devo ammettere che la mia fede<br />
è stata messa molto in crisi. Vedo<br />
le preghiere di tante mamme e mi<br />
chiedo perché non vengano esaudite.<br />
Se esiste un mondo superiore,<br />
chi potrà superare questi bambini<br />
che hanno sofferto così tanto? Questi<br />
bambini sono delle creature meravigliose…<br />
Un’altra cosa che mette<br />
in crisi sono le preghiere mnemoniche,<br />
quelle che ci hanno insegnato a<br />
recitare. Mi chiedo a cosa servano?<br />
Io non riesco più a pregare così. Mi<br />
pare vano pregare, per me è più significativa<br />
la vicinanza o un gesto di<br />
affetto. Non voglio annullare tutto<br />
quello che mi hanno insegnato, ma<br />
questa esperienza ha sbaragliato le<br />
idee religiose tradizionali. A volte<br />
senti tante “parolone” anche nelle<br />
prediche. Bisogna essere semplici,<br />
veri. In ogni caso, io credo che ci<br />
deve essere Qualcuno di superiore<br />
a darci supporto per fare le manovre<br />
giuste e a darci le parole giuste».<br />
E cosa hai potuto intuire della fede<br />
dei genitori?<br />
«Prima vedevo molti che moltiplicavano<br />
le preghiere. Ora, in chi è<br />
credente, vedo una fede più consapevole<br />
e matura».<br />
Ricordi un’esperienza che ti ha<br />
segnato particolarmente?<br />
«Uno dei primi anni, morì una bambina<br />
alla quale ero molto affezionata.<br />
Proprio non accettavo quella<br />
morte. Da lì ho iniziato a prendere<br />
un po’ le distanze. Quando vedo<br />
che le cose si mettono male, cerco<br />
di non ripetere quel dolore».<br />
Cosa pensi del dibattito sul come<br />
affrontare la malattia quando non<br />
ci sono quasi più speranze? Come<br />
porsi tra accanimento terapeutico<br />
ed eutanasia?<br />
«Oggi abbiamo dei sistemi molto<br />
avanzati per la “terapia del dolore”.<br />
Sono d’accordo di accompagnare i<br />
malati (terminali, ndr), ma senza<br />
portarli avanti con terapie inutili<br />
che hanno solo il risultato di prolungare<br />
la sofferenza. Questo sarebbe<br />
davvero un accanimento terapeutico.<br />
Non so come facciano quelli che<br />
praticano l’eutanasia. Per noi, anche<br />
quando sono morti, staccare le<br />
macchine è una sensazione brutta.<br />
Credo che accompagnarli fino alla<br />
fine sia l’ideale. E per quanto possiamo,<br />
cerchiamo di farli sorridere<br />
e stare sereni». P<br />
GIUGNO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 15
GRAZIE, <strong>SAN</strong> <strong>LEOPOLDO</strong><br />
«Grazie per avermi accolta<br />
tra le tue braccia»<br />
Carissimo padre Leopoldo, il giorno 15 <strong>giugno</strong><br />
2016 mi era stato diagnosticato un carcinoma<br />
alla mammella sinistra. Ero disperata. Il mondo<br />
si stava sgretolando sotto i miei piedi. La mia<br />
prima preoccupazione era di non riuscire a<br />
veder crescere la mia amata figlia, che è stata sempre<br />
protetta da te dal momento in cui ho avuto la certezza<br />
di aspettarla, tenendomi sul pancione il tuo santino.<br />
Prima della visita chirurgica e oncologica, ho sentito<br />
il bisogno di venire da te, per affidarti le mie pene.<br />
Ho pregato sulla tua tomba affinché mi aiutassi a<br />
superare questa durissima prova. Ricordo che mi sono<br />
fermata davanti alla tua statua e ho pregato ancora,<br />
piangendo disperata ma sottovoce. A fianco a me si è<br />
materializzata una donna, che non conoscevo. Lei mi<br />
ha guardata dolcemente e, sorridendomi, mi ha detto:<br />
«Vedrai: andrà tutto bene. Sei nel luogo giusto». E mi ha<br />
abbracciata. Ho sentito un calore dentro mai provato<br />
prima! Il 27 dicembre 2016 ho finito la chemioterapia.<br />
In totale ne ho fatte 16. Il successivo 2 febbraio 2017<br />
mi hanno operata e il 14 aprile ho fatto la mia 30ma e<br />
ultima radioterapia.<br />
Ho trascorso questi nove mesi in serenità, dentro<br />
avevo una forza che nemmeno io sapevo e tutt’ora so<br />
spiegarmi. È trascorso un anno e per ora tutti gli esami<br />
sono perfetti. Sono tornata a ringraziarti e a dirti che<br />
hai ragione tu: «Dio è medico e medicina». Ho avuto<br />
fede e continuerò a tenerla viva. In questi quasi due<br />
anni ho sentito la necessità di aiutare le altre persone<br />
che stanno affrontando la mia stessa battaglia e, a<br />
modo mio e con il tuo aiuto, le sto aiutando. Grazie<br />
per avermi accolta tra le tue braccia e per avermi dato<br />
la forza di combattere per me, per mia figlia, per mio<br />
marito, per la mia famiglia, e per tutti coloro che mi<br />
sono cari e che hanno pregato tanto affinché riuscissi a<br />
vincere la mia battaglia.<br />
Daniela Rubin, Padova, 6.6.2018<br />
La mia mano<br />
sul reliquiario e poi…<br />
Rendo grazie a Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo per<br />
l’intercessione di san Leopoldo. Il 30 agosto 2015 mi<br />
sono recata a pregare al santuario dei Cappuccini<br />
di Padova, dove è esposta la reliquia della mano di<br />
san Leopoldo. Dovendo subire il secondo intervento<br />
al seno sinistro il 3 settembre 2015, avevo pensato<br />
di rivolgermi all’intercessione di san Leopoldo. Mi è<br />
accaduto un fatto che ritengo soprannaturale e voglio<br />
raccontare.<br />
Quel giorno, ho recitato la preghiera appoggiando<br />
prima la mano destra, in seguito ho appoggiato la<br />
mano sinistra sul reliquiario in vetro nella cappella di<br />
san Leopoldo, dove è esposta la sua mano. Ho sentito<br />
un’attrazione verso la sua mano come se ci fosse una<br />
calamita che mi teneva la mano sul vetro del reliquiario,<br />
senza poterla staccare. Così ho prolungato la mia<br />
preghiera recitando sette Pater, Ave e Gloria, poi ho<br />
sentito come un battito di cuore pulsante tra la mia<br />
mano e il reliquiario con la mano del santo. Era come<br />
avere un cuore in mano! Solo in quel momento ho<br />
potuto staccare la mano dal vetro del reliquiario. Il 3<br />
settembre 2015 ho poi subito il secondo intervento<br />
al seno. Il giorno in cui ho ritirato l’esito dell’esame<br />
istologico, il professore – il chirurgo oncologo che mi<br />
aveva operato – ha detto che è successa una cosa che<br />
non ha capito, infatti ha voluto fare due volte l’esame<br />
istologico perché non era convinto del primo esito.<br />
Rendo grazie all’intercessione di san Leopoldo per la<br />
grazia ricevuta!<br />
Beatrice Belletti, Cesenatico (FC), 26.8.2018<br />
Un sogno<br />
che mi tranquillizzò<br />
Dopo alcuni accertamenti, nel mese di luglio 2016 mi<br />
fu diagnosticato un tumore maligno alla prostata. Fui<br />
30 | <strong>PORTAVOCE</strong> | GIUGNO <strong>2019</strong>
operato a Castelfranco Veneto (TV) il 4 ottobre 2016.<br />
In attesa dell’intervento, mi recavo spesso a pregare<br />
presso la tomba di san Leopoldo affidandomi a lui.<br />
Qualche giorno prima dell’intervento, sognai che<br />
stavo pregando san Leopoldo poggiando la mano sul<br />
vetro dell’urna, quando il santo alzò la mano e la pose<br />
pari alla mia. Questo sogno mi tranquillizzò molto e<br />
affrontai l’intervento con fiducia. Dopo l’operazione<br />
chirurgica, i medici dissero che era un tumore<br />
che poteva diramarsi, per questo motivo dovevo<br />
sottopormi alla radioterapia. Tuttavia io volli aspettare<br />
prima di farla. Ebbene, dopo quasi due anni gli esami<br />
dicono che la mia salute va bene. Grazie, san Leopoldo!<br />
A. M., Padova, 19.9.2018<br />
Un giorno una signora mi portò il libro di padre<br />
Leopoldo. Leggevo e piangevo: «Padre Leopoldo,<br />
perché non guarisci anche me?». Poi, una notte, me<br />
lo sognai a fianco del letto che mi diceva: «Ai piedi del<br />
letto, c’è una nuvoletta, là in mezzo c’è la Madonna! Tu<br />
non la vedi ma io la vedo: pregala e mangia, vedrai che<br />
guarisci». Mi svegliai e dissi a mia mamma: «Mamma,<br />
ho visto padre Leopoldo qui a fianco. Mi ha detto di<br />
mangiare e che sarei guarita». Ho mangiato subito<br />
qualcosa e non ho più vomitato. Ero guarita! Di ciò sono<br />
riconoscente a padre Leopoldo e lo prego dicendo: «O<br />
glorioso padre Leopoldo, in ogni luogo e per ogni via<br />
facci sempre compagnia con Gesù e con Maria».<br />
Bruna Dugo, Agna (PD), 6.11.2018<br />
Malgrado<br />
la macchina a fuoco<br />
In occasione del 51mo anniversario del nostro<br />
matrimonio, lo scorso 8 ottobre 2018, abbiamo voluto<br />
coronare finalmente il sogno di visitare il santuario<br />
di san Leopoldo a Padova. Dopo esserci fermati<br />
per qualche tempo, nel viaggio di ritorno verso<br />
casa abbiamo sentito un odore di bruciato, ma non<br />
pensavamo al peggio. Arrivati in prossimità di casa,<br />
appena scesi dalla macchina, una grande fiammata<br />
ci ha colti all’improvviso, invadendo il motore e<br />
rendendo in poco tempo l’automobile inutilizzabile.<br />
Abbiamo provato uno spavento tale da rimanere senza<br />
parole. E se fosse accaduto prima? Non vogliamo<br />
nemmeno pensarci. Non finiremo mai di ringraziare<br />
padre Leopoldo, questo grande santo, per averci<br />
graziati e sostenuti in questa situazione.<br />
Renzo Sartori e Rosetta Rossi, Aldeno (TN), 19.10.2018<br />
«Vedrai che guarisci»<br />
Sono una mamma, nonna e bisnonna di 90 anni. In<br />
occasione del mio 90° compleanno, mio figlio Paolo<br />
ha voluto portarmi al santuario di san Leopoldo. Colgo<br />
l’occasione per raccontare il “miracolo” che ho avuto<br />
da san Leopoldo. Dall’età di 6 anni ho molto sofferto<br />
a causa di un forte vomito. Quando ero colpita dagli<br />
attacchi di vomito, non trattenevo né cibo né acqua,<br />
mi dovevano tenere la testa dagli sforzi che facevo. A<br />
causa degli acidi intestinali, poi, mi si screpolava la<br />
gola e la lingua. A 17 anni si è aggiunta la pleure con<br />
una ghiandola polmonare. Un dottore mi disse: «Con i<br />
conati di vomito, le cose si complicano».<br />
In breve<br />
Vorrei ringraziare san Leopoldo per avere interceduto<br />
per me presso Dio e per essere stata esaudita. L’ho<br />
conosciuto nel 2016 a Loreto (durante l’ostensione del<br />
corpo di san Leopoldo, ndr) mentre ero di passaggio.<br />
Da allora l’ho sempre sentito vicino. È il mio piccolo,<br />
grande santo!<br />
Maria Luigia Donnola, Grottole (MT), 16.7.2018<br />
Lo scorso 25 aprile 2018 sono venuta a Padova in<br />
pellegrinaggio per ringraziare padre Leopoldo, di cui<br />
sono devota. Cinque anni fa ho avuto un tumore detto<br />
melanoma. Da questo sono stata guarita e oggi sono<br />
fuori pericolo. Con tanta emozione e gioia ringrazio<br />
padre Leopoldo.<br />
Anna Pattaro, Rovigo, 17.8.2018<br />
Sono una giovane di 38 anni. Nel 2014 ho subito<br />
un intervento che però è riuscito male, causandomi<br />
una peritonite. I medici si sono esposti dicendo<br />
che era difficile affrontare la vita. Ma io in sala<br />
rianimazione sentivo la presenza di padre Leopoldo<br />
e grazie a lui io sono qui a pregarlo e a ringraziarlo di<br />
avermi ridonato la vita e di essermi stato vicino nella<br />
malattia. Grazie!<br />
Emili Perini, Chioggia (VE), 15.9.2018<br />
a cura della Redazione<br />
Scriveteci e inviateci testimonianze e racconti su<br />
grazie ricevute, esperienze umane e spirituali che<br />
riguardano il vostro rapporto con p. Leopoldo.<br />
Redazione Portavoce di san Leopoldo Mandić<br />
Piazzale Santa Croce, 44 – 35123 Padova<br />
email: direttore@leopoldomandic.it<br />
GIUGNO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 31
VITA DEL <strong>SAN</strong>TUARIO<br />
Per la pubblicazione, inviate la foto<br />
del vostro pellegrinaggio di gruppo a:<br />
web@leopoldomandic.it<br />
Dal 10 marzo al 7 aprile <strong>2019</strong>,<br />
hanno visitato il nostro santuario<br />
circa 65 gruppi, per un totale di<br />
circa 3.500 persone provenienti<br />
da Plitvička Jezera (Croazia), Zagabria<br />
(Croazia), Perarolo di Vigonza (PD),<br />
Chiuppano (VI), Polverara (PD),<br />
Campodarsego (PD), Baviera (Germania),<br />
Gospić (Croazia), Selvazzano Dentro (PD),<br />
Novara, Padova, Torino, Vienna (Austria),<br />
Pieve d’Alpago (BL), Ivanić-Grad (Croazia),<br />
Spalato (Croazia), Monte San Pietro (BO),<br />
Cento (FE), Novalja (Croazia), Albignasego<br />
(PD), Vignola (MO), Pieve di Curtarolo<br />
(PD), Pozzonovo (PD), Pontevigodarzere<br />
(PD), Brindisi, Chirignago (VE), Osijek<br />
(Croazia), Chioggia (VE), Clonmel (Irlanda),<br />
Pola (Croazia), Zanè (VI), Brugine (PD),<br />
Nin (Croazia), Ostiglia (MN), Rosolina<br />
(RO), Pescara, Trieste, Este (PD), Abano<br />
terme (PD), Chioggia (VE), Rivalta sul<br />
Mincio (MN), Fonzaso (BL), Mostar<br />
(Bosnia-Erzegovina), Karlovac (Croazia),<br />
Sant’Ilario d’Enza (RE), Casalserugo (PD),<br />
Campocroce di Mirano (VE),<br />
Reggio Emilia, Varsavia (Polonia),<br />
Livorno e inoltre da altre località<br />
di Austria, Croazia, Slovenia e Germania<br />
15.3.<strong>2019</strong>: gruppo del catechismo dalla parrocchia di Campodarsego (PD)<br />
con il parroco don Enrico<br />
16.3.<strong>2019</strong>: gruppo dalla parrocchia del Sacro Cuore di Abano Terme (PD)<br />
16.3.<strong>2019</strong>: bambini del catechismo con i genitori dalla parrocchia San Domenico di Selvazzano Dentro (PD)<br />
32 | <strong>PORTAVOCE</strong> | GIUGNO <strong>2019</strong>
19.3.<strong>2019</strong>:<br />
dalla parrocchia<br />
San Michele Arcangelo<br />
di Chiuppano (VI)<br />
21.3.<strong>2019</strong><br />
la squadra di calcio<br />
A.S. Cittadella<br />
con dirigenza e<br />
accompagnatori<br />
23.3.<strong>2019</strong>: bambini della prima confessione con genitori da<br />
Monte San Pietro (BO) col parroco don Giuseppe<br />
23.3.<strong>2019</strong>: bambini del catechismo<br />
da Carpanedo di Albignasego (PD)<br />
<strong>2019</strong>.3.23 pellegrini da Cento (FE) con p. Ivano Pucetti, cappuccino<br />
<strong>2019</strong>.3.24 gruppo dalla parrocchia di Pieve di Curtarolo (PD)
24.3.<strong>2019</strong>: ragazzi dalla parrocchia<br />
di Pontevigodarzere (PD)<br />
24.3.<strong>2019</strong>: gruppo dalla parrocchia di Pozzonovo (PD)<br />
con il parroco<br />
26.3.<strong>2019</strong>: giovani veneti, lombardi e croati in accoglienza e<br />
postulanti cappuccini<br />
28.3.<strong>2019</strong>: ex-allievi dell’oratorio salesiano di Chioggia con<br />
don Rossano<br />
29.3.<strong>2019</strong>:<br />
bambini di prima<br />
confessione<br />
dalla parrocchia<br />
SS. Pietro e Paolo<br />
di Zanè (VI)<br />
29.3.<strong>2019</strong>: gruppo di 170 studenti da Pola (Croazia)<br />
34 | <strong>PORTAVOCE</strong> | GIUGNO <strong>2019</strong>
30.3.<strong>2019</strong>: ministranti dalla parrocchia San Tommaso<br />
di Albignasego (PD) con don Fabio<br />
30.3.<strong>2019</strong>: bambini del catechismo dalla parrocchia di Altichiero (PD)<br />
31.3.<strong>2019</strong>: pellegrini da Pescara<br />
31.3.<strong>2019</strong>: gruppo da Rosolina (RO)<br />
<br />
6.4.<strong>2019</strong>:<br />
famiglie da Sant’Ilario<br />
d’Enza (RE)<br />
6.4.<strong>2019</strong>:<br />
bambini di prima<br />
confessione dalla parrocchia<br />
di Campocroce di Mirano (VE)<br />
7.4.<strong>2019</strong>: pellegrini da Livorno<br />
6.4.<strong>2019</strong>: gruppo del catechismo dalla parrocchia<br />
di Casalserugo (PD)<br />
GIUGNO <strong>2019</strong> | <strong>PORTAVOCE</strong> | 35
IL TUO «5 X MILLE»<br />
PER LE OPERE <strong>DI</strong> CARITÀ<br />
DEI FRATI CAPPUCCINI<br />
Devolvi il «5 x 1000» al l’Associazione<br />
di volontariato «Amici di san Francesco»,<br />
a beneficio delle opere di carità<br />
dei cappuccini del Triveneto.<br />
Non ti costa nulla.<br />
Basta la tua firma e scri vere<br />
il numero di codice fiscale 90082970279<br />
nella dichiarazione dei redditi<br />
(modello CUD, 730, UNICO)<br />
ORARI DEL <strong>SAN</strong>TUARIO<br />
APERTURA<br />
Chiesa<br />
ore 6.00-12.00 / 15.00-19.00<br />
Cappella del santo<br />
ore 7.00-12.00 / 15.00-19.00<br />
PENITENZIERIA<br />
Festivo<br />
ore 6.15-12.00 / 15.00-19.00<br />
Feriale<br />
ore 7.00-12.00 / 15.00-19.00<br />
Il lunedì pomeriggio i frati<br />
sono impegnati in comunità,<br />
pertanto non sono disponibili<br />
per le confessioni<br />
<strong>SAN</strong>TE MESSE<br />
Festivo<br />
ore 6.30, 7.45, 9.00, 10.15,<br />
11.30, 16.00, 18.00<br />
Sabato pomeriggio e vigilia<br />
delle feste sante messe festive<br />
ore 16.00, 18.00<br />
Feriale<br />
ore 7.00, 8.30, 10.00, 18.00<br />
PREGARE CON I FRATI<br />
Al mattino ore 6.20:<br />
celebrazioni delle Lodi,<br />
meditazione e s. messa.<br />
Alla sera ore 19.00:<br />
recita del santo rosario<br />
e Vespri (giovedì: adorazione<br />
eucaristica e Vespri)<br />
PELLEGRINAGGI<br />
Per informazioni o prenotazioni, telefonare alllo 049 8802727 (orario di ufficio),<br />
email: info@leopoldomandic.it. Chiediamo di indicare il numero dei pellegrini, la<br />
data e l’ora prevista dell’arrivo, la necessità di una presentazione del santuario,<br />
l’intenzione di celebrare la santa messa con un sacerdote del gruppo.<br />
Ricordiamo che il santuario rimane chiuso dalle 12 alle 15<br />
I<br />
IN CASO <strong>DI</strong> MANCATO RECAPITO, RINVIARE ALL’UFFICIO POSTALE <strong>DI</strong> PADOVA C.M.P., DETENTORE<br />
DEL CONTO, PER LA RESTITUZIONE AL MITTENTE CHE SI IMPEGNA A PAGARE LA RELATIVA TARIFFA