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La Lettera dicembre 2019

Bollettino Parrocchiale di Palazzago e Burligo di Dicembre 2019

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Veder cadere le foglie…

Spoliazione

o preludio di accensioni?

[Ognissanti e Defunti]

dunque godiamo di questa raccolta e, in unico

sguardo, contempliamo le vite colme di frutti di

coloro che hanno vissuto una vita legata a Gesù,

una vita che ha abitato in Lui, nella sua Parola,

nei suoi insegnamenti ed è diventata una vita

simile alla sua. Il verbo decisivo per dire la qualità

del rapporto tra Gesù-vite e i suoi discepoli è

menein che significa rimanere, ma anche dimorare,

stare di casa:

Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non

può portare frutto da se stesso se non rimane

nella vite, così neanche voi se non rimanete in

me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me,

e io in lui, porta molto frutto, perché senza di

me non potete far nulla (vv. 4-5).

Con la solennità di Ognissanti abbiamo iniziato Possiamo pensare al paradiso come ad un luogo

di raccolta, dove finalmente ritrovarsi; come

un percorso di preghiera e meditazione su alcuni

temi importanti della nostra fede: la risurrezione

dai morti che ci è promessa, il paradiso cui sta che non finirà mai.

casa che ci accoglie e ci pone al sicuro; come fe-

siamo destinati, la speranza che siamo chiamati

a testimoniare a tutti.

pano già del cielo - sono quei cristiani che con-

I santi dunque - che sono coloro che parteci-

L’abbiamo fatto partendo da una bella metafora

che consiste nella stagione dell’anno in cui È particolarmente bello ricordare ciò che la giotinuamente

agiscono per noi, a nostro favore.

riprendiamo sempre questa meditazione, cioè vane santa Teresa di Lisieux diceva della sua

l’autunno. Anche i segni posti in chiesa parrocchiale

- uva, botti, foglie, rami spogli… - ci del bene sulla terra”. Diceva così perché sapeva

speranza più grande: “Passerò il mio cielo a far

hanno rimandato all’autunno quando, dalle viti che nel mondo di Dio ciò che non termina mai

finalmente cariche di acini maturi e dolci si portano

i frutti nei tini per essere spremuti e dare smettere di amare coloro che ha conosciuto

è proprio l’amore e che chi è con Dio non può

poi il vero frutto della vite: il vino buono che rallegra

in ogni momento le tavole ed è il segno

sulla terra e che ancora vivono sulla terra.

per eccellenza della festa.

Nel giorno della commemorazione dei defunti,

Così, possiamo guardare ai santi come ai tralci

carichi che vengono raccolti nei magazzini di sieduta da Mons. Patrizio Rota Scalabrini, nella

dopo la messa al cimitero del pomeriggio pre-

Dio. Non a caso, un giorno, Gesù si era paragonato

alla vite e aveva visto nei suoi discepoli i li e le sorelle che ci hanno lasciato nell’ultimo

celebrazione serale abbiamo ricordato i fratel-

tralci chiamati a stare attaccati a Lui, a prendere

costantemente da Lui la linfa vitale per po-

abbiamo consegnato ai familiari una lampada

anno. Al termine, come è ormai tradizione,

ter effettivamente dare frutto (cfr Gv 15). Noi preparata per l’occasione e un cartoncino con la

La Lettera

[12] dicembre ‘19

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