La Lettera dicembre 2019
Bollettino Parrocchiale di Palazzago e Burligo di Dicembre 2019
Bollettino Parrocchiale di Palazzago e Burligo di Dicembre 2019
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giorno dei traslochi, dell’abbandono delle case
da parte di quei contadini che non possedevano
nulla ed erano alla mercé dei loro padroni: ci
racconta di queste vicende anche l’amatissimo
film di Ermanno Olmi L’albero degli zoccoli...
Sì, l’autunno con il cadere delle foglie ci rimanda
alla nostra precarietà. Ne è consapevole un
autore nato in Grecia ma di origine turca, Nazim
Hikmet (1902-1963), quando scrive una poesia
intitolata Veder cadere le foglie...
Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
Soprattutto se sono ippocastani
soprattutto se passano dei bimbi
soprattutto se il cielo è sereno
soprattutto se ho avuto, quel giorno,
una buona notizia
soprattutto se il cuore, quel giorno,
non mi fa male
soprattutto se credo, quel giorno,
che quella che amo mi ami
soprattutto se quel giorno
mi sento d’accordo
con gli uomini e con me stesso.
Veder cadere le foglie mi lacera dentro
soprattutto le foglie dei viali
dei viali d’ippocastani.
stagione autunnale che invece è presente. Lo
è nell’ultima strofa che parla di esuli - certo, i
pensieri - e di migrazione - certo, di uccelli neri
(forse le rondini?). Ma non possiamo non tenere
presente che il giorno di San Martino, l’11 novembre,
non era solo il giorno in cui si celebrava
la maturazione del vino nuovo ma era anche il
Nelle parole di questa poesia c’è come un grido,
un’obiezione tragica alla vita, potremmo dire
anche a Dio: perché la vicenda umana ha in sé
delle esperienze così entusiasmanti da convincere
l’uomo ad amarla e poi delle smentite così
crudeli? Perché i giochi di bambini sereni, una
bella notizia che rende sereno il giorno, l’amore
tra un uomo e una donna, la convivenza pacifica
debbano trovare, prima o poi, la smentita
della caducità? Perché tutto ciò che è buono è
così fragile e presto se ne va? Ma non saremmo
uomini se non avessimo il senso della caducità,
del tempo che passa e che ci trasforma. Almeno
questo è importante saperlo: l’uomo, a differenza
di ogni altra creatura, ha il senso della
morte.
Tale domanda nasce abbastanza presto anche
nei cuccioli d’uomo: i pedagogisti dicono verso i
tre anni. Ed è importante che ci sia perché questo
determina un modo diverso da tutti gli altri
esseri viventi di affrontare l’avventura dell’e-
La Lettera
dicembre ‘19
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