12.06.2020 Views

Pulp Libri 002

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

u

u

J

.,'

.

(

>

(

'

(

.,

(

>

)

J

.,

' • •

a

Come è stata conviverf

con una stona come 11

raaazzo a I usro _nr ot t o

atlfl 1 ci I 7

seg u 1to ?- t sta a

dura. ·

Devo dire che mi ha fatto impazzire. Per dirla più

chiaramente: se avessi saputo, dall'inizio, che questo

libro mi avrebbe preso otto anni, io penso che avrei

dato letteralmente fuori di matto: Ma fortunatamente

è stato un processo lento e graduale. Perciò davo fuori

di testa ogni volta che vedevo il libro diventare sempre

più lungo e non mi districavo, nel frattempo però

con degli sprazzi di salute mentale. Ho veramente

avuto dei momenti di grossa disperazione. Perché mi

rendevo conto di non potere tornare indietro, di non

volere tagliare i miei personaggi che diventavano sempre

più corposi e à cui mi attaccavo sempre di più; ma

allo stesso tempo ero terrorizzato dalla situazione

oggettiva, cioè dalla fine che non riuscivo ad intravedere.

Ern sicuro,. man mano che il lavoro procedeva,

che un libro cosi lungo nessuno l'avrebbe mai letto,

nessuno l'avrebbe mai comprato. Senza contare il

fatto che probabilmente nessuno 'l'avrebbe mai pubblicato.

Insomma io ero li, per otto anni; a spese dei

miei genitori, senza nessuna via d'uscita davanti. Detto

questo però mi ero talmente compenetrato nella storia

e nelle vicende dei miei personaggi che, devo dire, non

mi sono mai sentito solo. I personaggi che scrivevo mi

facevano compagnia, dandomi quel minimo di fiducia

e di forza per continuare. Avevo solo paura che una

volta arrivato alla fine nessuno avrebbe mai avuto la

possibilità o l'interesse per una storia cosi. Con la vita di oggi, con

le pressioni di oggi, mi domandavo - e ancora mi domando - chi

potesse avere il tempo per una cosa simile .

Infatti una domanda che mi sorge spontanea è se

non ti disturba il fatto, o lo hai messo in conto, che

comunque ci saranno lettori che una volta comprato

il libro arriveranno alle prime due-trecento pagine

per poi lasciarlo. Non necessariamente per disinteresse ma

semplicemente per mancanza di tempo o di concentrazione giusta.

Non è sproporzionato il rapporto tra la tua fatica per scriverlo

e il consumo che ne potrà derivare?

Mah, ... penso che se il lettore di questo libro arriverà veramente alle prime centocinquanta

pagine, se ce la farà ad arrivare fin li, allora forse non riuscirà più a

smettere e continuerà la storia fino alla fine. O almeno come scrittore lo spero

proprio. Del resto è quello che iò stesso ho sentito dopo che ho• cominciato a

scrivere 11 ragazzo giusto. Dopo essermi sentito coinvolto nella scrittura, non

sono più riuscito a smettere ed ho dovuto continuare nella narrazione. Gli scrittori

sono dei pettegoli, C?me i lettori, e di solito i pettegoli vogliono sempre

sapere come va a finire. E una curiosita che deve essere appagata. Per questo

penso, e spero, che anche questa volta sia cosi. Se poi la maggior parte delle

persone dovesse veramente solo comprarlo e non leggerlo, beh, allora che questo

serva per finanziare il mio prossimo folle libro.

In effetti devo confermare, da lettore, le tue parole. Le pagine

della storia scorrono via veloci e leggere, è quel che si dice un

libro che prende, avvincente ma allo stesso tempo carico di

significati. Un libro in cui si awerte costantemente uno spessore,

una epicità che rimanda subito ai grandi romanzi ottocenteschi.

Ma per un poeta quale tu sei cosa ha voluto dire scrivere

ua storia a tutto tondo, intrecciata come una grande tela ottocentesca,

una storia epica?

A me piace darmi a cose diverse. All'inizio scrissi un libro di viaggio ed il mio

editore era molto contento (Autostop per l'Himalaya), cosi voleva che continuassi

a scrivere libri di viaggio perché il primo aveva avuto un buon successo.

Invece scrissi un libro che era un romanzo in versi (The Golden Gate) e che il

primo editore si rifiutò di pubblicare perché si aspettava un libro di altro genere.

Qualcun'altra me lo pubblicò, aspettandosi che avrei continuato a scrivere libri

di versi ed io invece volevo già cambiare, stavo già pensando alla Brahmpur

del mio ultiry,o libro. In altre parole: gli editori sono dei posapiano.

"'

Vogliono che la gente faccia quello ch·e si prevede che faccia, non

vogliono avere sorprese. Invece preferiscono programmare che da un

certo scrittore venga fuori un tot numero di libri di un certo genere. Ma

io non sono cosi, la mia musa non ha nessuna· voglia di essere sempre

uguale e ripetitiva. Perdipiù io mi annoio moltissimo se devo scrivere

più o meno nello stesso genere. E, io credo, se mi annoio si vede tantissimo.

Si capisce che lo scritto non ha passione, non ha spontaneità, ma che

scrivo giusto per guadagnarmi da vivere. Perciò a me piace ·spostarmi da un

genere letterario. all'altro. La poesia è molto diversa, è vero, dalla narrativa. La

poesia ha un ritmo, una struttura, una forma mentale di un certo tipo. La forma

oltretutto è una forma compatta, dove si lavora per stringere, mentre nella narrativa

ci si estende, si tende ad ampliare. lo però non discuto con l'ispirazione,

dopotutto l'ispirazione la prendo come viene, se poi si fallisce ... beh, si è fallito, e

al massimo si ricomincia. Il libro è lungo, su questo sono d'accordo, che poi sia

anche epico ho i miei dubbi. A me non sembra che risponda alle tipiche caratteristiche

del romanzo epico, anche se francamente non mi interessa troppo. Se lo

si vuole inserire nella categoria dei romanzi epici, vada per quello, ma a me

importa fondamentalmente che la gente lo legga e che si diverta.

Che effetto fa, da questo punto di vista, essere paragonato a

Tolstoj e al suo Guerra e Pace? Il Times ha definito il tuo libro

uno dei più belli del novecento, e leggendolo si capisce che non è

quattro

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!