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5_Europa_IMI_15.02.2015

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1945, mentre gli altri ritornano a casa tra la fine dell’anno, il 1946 o addirittura l’ inizio del

1947 (Avagliano 2009, 304).

Nei campi di accoglienza ne vennero registrati 635'132. Il principale era quello di Pescantina,

a nord di Verona, che nei momenti di maggiore affollamento arrivava a ospitare fino a 4'500

persone al giorno. Più o meno nello stesso arco di tempo, inoltre, 410'401 prigionieri di guerra

italiani vennero rilasciati dagli inglesi, 125'471 dagli americani, 37'591 dai francesi e 12'514

dai sovietici. Complessivamente, quindi, l’ Italia postbellica dovette fare i conti con quasi un

milione e quattrocentomila reduci.

L’ assistenza da parte delle istituzioni statali fu particolarmente sdegnante. Ben diversa fu

l’assistenza prestata dalle istituzioni ecclesiastiche coadiuvate dalla Croce rossa che

organizzarono una fitta rete di interventi a sostegno degli ex internati (Hammermann 2004,

343).

La prigionia che è durata quasi due anni è costata la vita a 50'000 internati 14 . Uccisi dalle

sevizie dei carcerieri, dalle malattie, dalla denutrizione, fucilati o impiccati senza che

mancassero casi di veri e propri eccidi collettivi, soprattutto nei primi mesi del 1945, alla

vigilia della liberazione come i 127 IMI trucidati il 23 aprile 1945 nel campo di

Treuenbrietzen dai nazisti che oramai stavano sgomberando il campo davanti all’ avanzata

russa 15 .

Ma il sacrificio e la sofferenza non fu onorato. In seno al governo Parri (21.06.1945-

10.12.1945) si dimostrò una totale ignoranza dei fatti e si giunse alla conclusione che

l’impiego degli IMI era avvenuta su base volontaria e si escluse i rimpatriati da ogni

risarcimento (Hammermann 2004, 350).

Anche il successivo governo guidato da De Gasperri (dicembre 1945-settembre 1946)

respinse ogni richiesta a causa della catastrofica situazione del bilancio. Prioritaria era la lotta

all’ inflazione e per l’economia del paese e alla fine con una serie di cavilli giuridici il

governo italiano mantenne ferma la sua posizione secondo la quale una modifica delle

disposizioni vigenti avrebbe comportato un eccessivo aggravio per il disastrato bilancio

statale (Hammermann 2004, 352).

Relativamente alla questione dei risarcimenti anche gli accordi interstatali non hanno dato

grandi risultati. Lo scenario internazionale era radicalmente mutato, rendendo indispensabile e

urgente la riabilitazione della Germania, alla quale gli ex internati e “schiavi di Hitler”

14

Fonte: Istituto di Storia Contemporanea “Pier Amato Perretta” di Como.

http://www.schiavidihitler.it/Pagine_schiavi/italiani_lager.htm, 02.01.2014

15

Claus-Dieter Steyer: Stadt ohne Männer. Der Tagesspiegel. Berlin, 21.06.2006.

http://www.tagesspiegel.de/berlin/stadt-ohne-maenner/723142.html, 02.01.2014.

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