5_Europa_IMI_15.02.2015
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distanza tra il campo principale e il campo secondario poteva distare anche oltre 200 km
(Hammermann 2004, 233).
L’orario di lavoro si aggirava sulle 12 ore al giorno per sei giorni la settimana, ma in caso di
punizioni o di esigenze particolari si arrivava anche a 18 ore per sette giorni. Non di rado gli
IMI furono impiegati nello sgombero delle macerie e nella sepoltura dei cadaveri dopo i
bombardamenti e così, tolto il tempo dei trasferimenti da e per il lager, le ore che restavano
per il riposo e la cura personale erano davvero poche (Avagliani 2009, 164).
I prigionieri ricevevano come salario il cosiddetto “Lagergeld” spendibile solo nei campi e
negli spacci aziendali dove spesso si trovava solo birra, sapone e sigarette (Hammermann
2004, 169). Il 25% del Lagergeld veniva sottratto per tasse e altre spese, il 50% veniva
versato allo Stalag per il vitto e l’alloggio (Avagliano 2009, 166). I nazisti canalizzarono e
ridussero con questo sistema di retribuzione applicata alle rimesse salariali dei lavoratori
stranieri la circolazione monetaria e comprimevano la domanda di beni di consumo,
subordinando il salario dei prigionieri al principio secondo cui solo la popolazione tedesca
doveva poter accedere a beni di consumo (Hammermann 2004, 167). La politica salariale
seguita dal gruppo dirigente nazista nei confronti degli stranieri e dei prigionieri di guerra
risultava coma “la fissazione delle condizioni di vita al limite del minimo esistenziale
(Hammermann 2004, 168).
Prigioniero nello Stalag IX-B di Bad Orb, Germania. Ripreso durante la liberazione dagli Americani, 1945 11
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Fonte: Dr. William L. Casey, Ufficiale della 23rd Station Hospital, http://www.lonesentry.com/badorb/,
03.01.2014
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