GreenPlanner2021, almanacco dei progetti italiani Green
GreenPlanner 2021: l'almanacco dei progetti green italiani è giunto alla sua decima edizione e presenta anche quest'anno interessanti progetti legati alla sostenibilità, nelle sue forme più varie. Dalla mobilità all'edilizia, dalle nuove tecnologie allo sviluppo delle città a misura d'uomo e di ambiente... La pubblicazione è disponibile a 15 euro sul sito greenplanner.it all'interno del negozio online Seguiteci su https://www.greenplanner.it
GreenPlanner 2021: l'almanacco dei progetti green italiani è giunto alla sua decima edizione e presenta anche quest'anno interessanti progetti legati alla sostenibilità, nelle sue forme più varie. Dalla mobilità all'edilizia, dalle nuove tecnologie allo sviluppo delle città a misura d'uomo e di ambiente... La pubblicazione è disponibile a 15 euro sul sito greenplanner.it all'interno del negozio online
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9ª edizione
PENSA AL TUO
FUTURO
SOSTENIBILE
ALMANACCO
SETTIMANALE
2021
Cultura Formazione
Buone pratiche Green
Anno IX- edizione 2020 Registrazione presso il Tribunale di Milano n.267/9.9.2013 - Compendio a magazine.greenplanner.it
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questa
2021
appartiene a
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professione
hobby
cell / tel
indirizzo email
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come mi muovo per andare al lavoro •a piedi •bici •treno •auto
ho installato
£ tetto fotovoltaico £ pannelli solari termici
£ impianto geotermico £ pale minieoliche
il mio footprint
giornaliero è
(per calcolarlo:)
la mia produzione annua di energia rinnovabile è pari a
kW
In questa
parliamo di:
1 gennaio
Edilizia Bio /
Vorrei abitare qui
Street artist: Tony Gallo
L’opera è stata realizzata per il
capodanno cinese “l’anno del
topo” e parla dell’amicizia.
Per noi è anche simbolo del
buon abitare.
2 febbraio
Alimentazione /
Stop allo spreco di cibo
Foto: Camilla Galli Macricè
(2019) A Lubiana, il quartiere
Metelkova è un museo d’arte
all’aperto. I colori spiccano tutto
l’anno, ma soprattutto quando la
città è coperta di neve.
3 marzo
pag.9 pag.25 pag.37
Inquinamento /
Mettiamolo al bando
Street artist: Iena Cruz (Roma
2018) Hunting Pollution è il più
grande murales Green d’Europa
dipinto con le pitture Airlite: mille
metri quadrati che assorbono lo
smog di 80 veicoli al giorno.
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In questa parliamo di:
4 aprile
pag.51
Percorsi formativi /
Segui l'intuito green
Foto: Tommaso Maria Galli
(Londra, 2019)
Arte, cultura, conoscenza:
strumenti minimi necessari per
sopravvivere in ogni tempo. In
questo soprattutto.
5 maggio
pag.69
Botanica antinquinamento /
Una pianta ci salverà
Street artist: Fabio Petani
(Torino, 2019) Alchimia, botanica
e chimica: da sempre l’opera di
Petani invita a riappropriarsi della
conoscenza naturale del mondo.
Siamo assolutamente d’accordo.
6 giugno
pag.83
Green style /
Viviamolo tutti i giorni
Foto: Eleonora Pradella (2012)
Mr Brainwash lascia sempre
il segno, almeno finché non lo
“cancellano”: ora il murales londinese
non c’è più. Peccato, perché la gente
passava ed era felice.
7 luglio
pag.95
Territori smart / Luoghi da riscoprire
Street artist: Giorgio Casu
(Miami, 2012) Si trova negli
Usa questo murales che ha per
protagonista il Dodo, animale
che esiste ormai solo se lo
immaginiamo. Un invito a creare
luoghi sostenibili.
8 agosto
pag.111
Wild world /
Animali e loro habitat
Street artist: Louis Masai
(Torino, TOwards 2030)
Scrive di sé Masai: «Dipingo
giocattoli perché se non agiamo
subito, solo i giocattoli rimarranno
al posto degli animali».
9 settembre
pag.125
Mobilità sostenibile /
Muoviamoci al meglio
Foto: Camilla Galli Macricé
(Milano, 2020) Mentre anche
l’Italia recepisce il fine vita degli
pneumatici, ragioniamo su come
d’ora in poi dobbiamo impostare
la nostra mobilità Green.
10 ottobre
Economia Green /
Il futuro è circolare
Foto: M.Cristina Ceresa (Palau,
2018)
Nella sarda Palau spicca questo
murales simbolo di passaggio
tra generazioni. Il senso della
vita è circolare. Continuativo.
11 novembre
Tecnologie Green / Tempo di
energie positive
Foto: Roberto Papini (Atene,
2019) L’immagine catturata è
un’allegoria della tecnologia che dà
una mano all’uomo. Ma è chiaro
che se non gestita al meglio può
sopraffarlo.
12 dicembre
pag.139 pag.153 pag.167
Stop al climate change /
Salviamo il Pianeta
Foto: M.Cristina Ceresa (Milano,
2020) Sarà la tecnologia a salvarci
dai cambiamenti climatici?
Chiamiamo a raccolta i moderni
Leonardo. Ma intanto attutiamo la
nostra impronta ambientale.
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editoriale
Più eco e meno ego:
il Pianeta ha bisogno di te
Q
uante volte il pensiero: «Ma quello che
sto facendo fa bene al Pianeta?» ti passa
per la mente? Quante ti informi su cosa
sta succedendo attorno a te al di là dei momenti
dove la natura si ribella con risultati catastrofici?
Se ti parlo di animali, pensi solo al tuo cane o
riesci a percepire anche quello che accade agli
altri esseri viventi? Se ti siedi all’ombra di un
albero, ti viene da ringraziare chi l’ha piantato lì
anche per te?
Faccio queste domande perché, sempre più,
trovo una netta contrapposizione tra chi si
preoccupa di ambiente e chi invece non ha di
fronte a sé che il proprio ego. Ecco: la nona
edizione della Green Planner che hai per
le mani è molto adatta nel primo caso, ma
indispensabile nel secondo: perché sono
sicura che anche tu - poco eco e molto
ego - alla fine capirai che il nostro Pianeta
ha bisogno di te, della tua attenzione,
per invertire la rotta. E garantire anche la tua
sopravvivenza.
Perché l’ambiente ha la febbre. Scotta: lo
zero termico, la scorsa estate in Italia, si è
portato progressivamente sempre più in alto,
fino ai 4700-4800 metri (fonte: Ansa). Le città
in cui viviamo hanno già superato quella soglia
a cura di M.Cristina Ceresa
di 1,5° indicata per mantenere a bada la crisi
climatica: la temperatura media nei Comuni
italiani rispetto a cinquant’anni fa - secondo
quanto rilevato da Osservatorio Balcani Caucaso
Transeuropa/EdJnet - è cresciuta di 2,2
gradi, toccando picchi di oltre 4 in alcune aree
del Paese.
Proviamo a riflettere su questi dati, a capire cosa
noi stessi possiamo fare per invertire la rotta. Il
margine è stretto, ma c’è, per fortuna, ancora.
Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’Aea
(Agenzia europea per l’ambiente) è concreto
quando dice che l’ambiente in Europa si trova in
un punto di svolta. E aggiunge: «Abbiamo uno
stretto margine di opportunità nel prossimo
decennio per potenziare le misure finalizzate a
proteggere la natura, attenuare gli effetti dei
cambiamenti climatici e ridurre drasticamente
il consumo di risorse naturali. Dalla
nostra valutazione emerge che
i cambiamenti incrementali
hanno prodotto dei progressi
in alcuni settori, che tuttavia
sono di gran lunga insufficienti
per raggiungere
i nostri obiettivi a lungo termine.
Disponiamo già delle tecnologie e
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2021 anno della frutta
e della verdura
E intanto questo è l'anno internazionale
dedicato alla frutta e alla verdura.
Lo ha deciso l'Onu: che ha voluto anche
eleggere il 21 maggio come Giornata internazionale
del tè e il 29 settembre come
Giornata internazionale della consapevolezza
sulle perdite e gli sprechi alimentari, a
seguito delle richieste avanzate dalla Conferenza
della Fao.
Un anno dedicato, quindi, alla sana alimentazione.
Ma anche alla sana agricoltura. E
Green Planner onora, soprattutto, il ritorno
alla terra dei giovani. Portatori di conoscenze
nuove e nel contempo protettori di
antiche nozioni agricole che salvaguardano
l'ambiente e gli animali. Persone comprese.
degli strumenti necessari per rendere sostenibili
i sistemi di produzione e consumo quali
l’alimentazione, la mobilità e l’energia. Il nostro
benessere e prosperità per il futuro dipendono
da questo e dalla nostra capacità di sfruttare le
potenzialità di azione della società a tutti i livelli
per promuovere il cambiamento e creare un
futuro migliore».
LA CRESCITA ECO Una crescita che rispetti
l’ambiente e non umili le persone si può. Che non
si pensi quindi solo al profitto. In fondo, è quanto
si dicono pronte a fare le BCorp. Hai mai sentito
parlare di questo movimento? Contrassegnato
da un logo con una B al centro (lo vedi in copertina
di questo almanacco), le BCorp sono aziende
che si sono date delle linee guida che prevedono
attività sociali e ambientali. Buone pratiche da
replicare perché ”se non rispetto l’ambiente non
rispetto la vita, mia e quella degli altri“ (agganciati
al Qrcode che trovi qui sotto e scoprirai tutte le
BCorp italiane). Detto in altre parole: l’ambiente è
un bene comune, la casa di
tutti noi, animali e vegetali
compresi, abbiamo il dovere
di salvaguardarlo. Per
vivere bene, sani e magari
anche felici. Noi ci proviamo.
Unisciti a noi.
Anno IX - edizione 2020
Registrazione presso
il Tribunale di Milano
n. 267/9.9.2013
EDITORE
Edizioni Green Planner
Sede legale: Via Riva di Trento, 17a - Milano
Direttore responsabile
M.Cristina Ceresa
cristina@greenplanner.it
REDAZIONE
redazione@greenplanner.it
Alfredo Agosti, Mario Airaghi (vignette),
Ilaria Amato, Camilla Galli Macricé,
Bartolomeo Galli, Tommaso Maria Galli,
Paolo Galli, Silvia Massimino
HANNO COLLABORATO
Federico Beffa, Maurizio Bettiga,
Sebastian Brocco, Susanna Di Lernia,
Dino Marcozzi, Sara Pavone
GRAFICA E IMPAGINAZIONE
5.08 di Bianca Milani
ILLUSTRAZIONI
Freepik
MARKETING
marketing@greenplanner.it
Paolo Galli
STAMPA
Galli Thierry
Via E. Caviglia, 3 - 20139 Milano
Questa pubblicazione è realizzata con inchiostro
a base vegetale ed energia rinnovabile. La
plastificazione della copertina è in acetato di
cellulosa. #plasticfree
FOTO DI COPERTINA
Alessio-B è uno street
artist che crea scene uniche
spesso con messaggi di
amore e pace. Per questo
l’abbiamo scelto per la
copertina della Green
Planner 2021: positività,
fantasia e azione.
Testi chiusi in redazione il 7 agosto 2020
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Perché è importante costruire Green
Sono ben 9 gli obiettivi di Sviluppo
Sostenibile (Sustainable
Development Goals o SDGs)
che riguardano l’edilizia. E
questo mostra l’impatto delle
costruzioni degli edifici sulle
nostre città, sul clima, sulla
nostra vita. «In particolare,
l’obiettivo 11, “Città e comunità
sostenibili”, è sicuramente
quello che tocca più da vicino il
settore delle costruzioni ed è
incentrato sullo sviluppo e sulla
trasformazione delle città,
per renderle più sicure, durature
e sostenibili – ha fatto notare
Marco Dettori, presidente di
Assimpredil Ance Milano, Lodi
e Monza e Brianza durante un
meeting organizzato da Green
Building Council Italia (Gbc
Italia). Riqualificare i quartieri
e le parti più degradate delle
città, potenziare un’urbanizzazione
inclusiva, integrata e
sostenibile, supportare i positivi
legami economici, sociali e
ambientali tra aree urbane, periurbane
e rurali, rafforzando
la pianificazione dello sviluppo
nazionale e regionale. Si tratta,
quindi, di un approccio integrato
e multidisciplinare, dove
- a partire da un obbligo e da
obiettivi comuni - si possono
creare opportunità di crescita
per il settore. Sicuramente, un
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ruolo chiave in questo processo
è in capo agli Stati che devono
creare le condizioni per
un reale sviluppo di un mercato
sostenibile e circolare».
Basti pensare che solo in Europa
gli edifici e il
settore delle costruzioni
sono responsabili
del 36%
delle emissioni
annuali di CO 2
, del
40% del consumo
di energia, del 50% delle estrazioni
di materie prime, del 21%
di acqua potabile e interessa
18 milioni di posti di lavoro. I
green building sono, dunque,
un’opportunità non solo per
risparmiare energia,
acqua e ridurre
le emissioni di CO 2
,
ma anche per educare,
creare posti
di lavoro e migliorare
la salute e il
benessere delle persone che
normalmente trascorrono il
90% del loro tempo all’interno
di edifici.
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del Braille
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Costruire in legno fa bene all’ambiente
Si può creare una filiera del
legno sostenibile e innovativa
per la costruzione di edifici.
Anche a più piani, come
dimostra una tendenza ormai
in atto. È questo l’obiettivo di
Build-In-Wood, un progetto internazionale
Horizon 2020 (Call
H2020-Rur-2018-2020 - Rural
Renaissance) cui l’Università
di Siena partecipa assieme ad
altri 20 partner internazionali.
Finanziato per 8,6 milioni di
euro (di cui 600mila destinati
al gruppo dell’ateneo senese),
Build-In-Wood (abbreviazione
di una ben più ampia denominazione:
“Sustainable wood
value chains for construction
of low-carbon multi-storey
buildings from renewable resources”)
punta alla riduzione
delle emissioni di gas serra nel
settore edile attraverso la valorizzazione
dell’uso del legno.
Come spiega Simone Bastianoni,
docente e responsabile
scientifico per l’Università di
Siena:«Il potenziale impatto
stimato dal progetto è una riduzione
delle emissioni di gas
a effetto serra di 12,1 Mt/
anno entro il 2030». L'obiettivo
ultimo di questo progetto è
rendere il legno un materiale
edile competitivo, fornendo un
sistema di costruzione pienamente
documentato, dimostrato,
sostenibile ed
economico, «che
ovviamente –
precisa Bastianoni
- terrà conto della
capacità portante
delle foreste».
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Fatti una casa di… canapa
Nel settore delle costruzioni i
prodotti a base di canapulo, il
residuo legnoso della canapa,
sono capaci di sostituire più
materiali in un colpo solo, grazie
alla particolare microstruttura
della pianta base che, a
contatto con la calce, origina un
materiale traspirante, isolante,
ignifugo e resistente. «Un muro
di mattoni a base di canapa e
calce -spiega Paolo Ronchetti,
direttore commerciale e marketing
per la linea Tecnocanapa
by Senini- è in grado di sostituire
lo strato portante e i diversi
strati isolanti (tipicamente di
origine sintetica, ndr.)». Esiste
anche un nuovo metodo che
permette di miscelare direttamente
in cantiere canapulo e
calce, per creare strati di 40cm
di composto, da usare come
muro per i nuovi edifici. Con i
sistemi a base di calce e canapa
si possono costruire pareti,
soffitti, sottotetti, divisori e
ogni altro tipo di muro.
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Una vita tra le pareti
Hai mai fatto un calcolo di quanto
tempo passi all’interno di un
edificio? Durante la fase degli
studi, i giovani trascorrono in
media dalle 12 alle 15mila ore
nei locali degli edifici scolastici.
Durante la loro vita, i lavoratori
passano oltre 1500 ore l’anno
all’interno del proprio ufficio. Gli
esercizi ricettivi italiani hanno
contato circa 428,8 milioni di
presenze nel 2018. Il resto, per
lo più, è vita casalinga. Moltissimo
tempo, quindi. Tanto più che
la tendenza pare sia destinata
ad aumentare. Anche per questo,
l’innalzamento del benessere
all’interno degli ambienti
diventa sempre più una richiesta
determinante in architettura, a
fronte della consapevolezza,
ormai acquisita, che molti materiali,
col passare degli anni,
emettono sostanze nocive per
l’ambiente circostante e per
l’organismo stesso, il quale, a
lungo andare, ne risente, sia fisicamente
che psicologicamente.
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Giornata mondiale
della neve
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La buona energia delle nostre case
Gli edifici assorbono più del
40% del fabbisogno nazionale
di energia. Il motivo di un’incidenza
tanto elevata è da ricercare
in un patrimonio edilizio
obsoleto, scarsamente dotato
di isolamento termico, privo
di sistemi per il controllo della
qualità dell’aria, oltre che alimentato
da impianti di climatizzazione
a bassa efficienza
e spesso sovradimensionati.
«L’energia più pulita in asso-
luto – afferma Peter Rubner,
presidente del Gruppo Rubner
- è quella che non viene
consumata. In questo senso
l’isolamento termico rappresenta
una fonte di energia
importante, che consente di
ridurre il consumo per il riscaldamento
degli edifici, quindi di
risparmiare materie prime e di
evitare l’emissione di sostanze
nocive o dannose per il clima,
come il biossido di carbonio».
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edilizia bio
Coltivazione tech assorbi CO 2
a cura della redazione
La BioBombola che produce
spirulina in casa
La spirulina, un’alga che
promette di essere la coltivazione
del futuro, ora si
può far crescere in casa. Due
architetti italiani, che stanno da
tempo a Londra, hanno ideato
un kit per la raccolta di spirulina
fresca pronta da consumare,
cotruita da un sacchetto di
nutrienti e una partita iniziale
di cellule di spirulina. E tutto
questo l’hanno chiamato la
BioBombola. L’idea è di Chiara
Pasquero e Marco Poletto
dello studio di architettura e
design ecoLogicStudio.
Il progetto high tech nasce per
raggiungere due importanti
obiettivi: contribuire all’assorbimento
della CO 2
e ossigenare
l’ambiente in cui si trova e
poter coltivare l’alga spirulina,
importante fonte di proteine
vegetali, direttamente a casa.
«BioBombola - affermano i
due inventori -, sarebbe in grado
di assorbire lo stesso quantitativo
di CO 2
di due giovani
alberi e di produrre la stessa
La BioBombola, il progetto high tech di Chiara Pasquero e Marco
Poletto, architetti italiani a Londra. La loro invenzione punta a
produrre spirulina, alga utile a assorbire la CO 2
presente nell'aria.
quantità di ossigeno che emetterebbero
sette piante da appartamento.
Inoltre, la coltivazione
indoor dell’alga spirulina
segue un processo semplice
che permette la raccolta di sette
grammi al giorno di questa
fonte di proteine vegetali».
Il progetto è parte del programma
di ricerca Photo.Synth.Etica
sviluppato da ecoLogicStudio
in partnership con
l’Urban Morphogenesis Lab
Bpro (University College of
London) e il Synthetic Landscape
Lab (Università di Innsbruck).
In particolare, la BioBombola
è costituita da un fotobioreattore
(un contenitore di vetro
alto un metro) riempito da 15
litri di spirulina fotosintetica
vivente e terreno di coltura con
nutrienti. Il tutto è poi dotato di
un sistema di tubazione e una
piccola pompa ad aria che agita
costantemente il terreno.
In questo modo, la leggera
ebollizione che si crea permette
all’alga di restare a galla,
favorendone l’ossigenazione e
rilasciando ossigeno nell’ambiente
circostante.
BioBombola può essere facilmente
assemblata e smontata,
senza alcun tipo di spreco.
Inoltre, il fotobioreattore si
adatta facilmente a qualsiasi
tipo di ambiente, l’importante
è disporlo a luce diretta.
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edilizia bio
Street art al Madama Hostel & Bistrot
a cura della redazione
C’è un nuovo coworking in città:
passa a trovarci al Madama
Se passate da Milano, veniteci
a trovare da Madama
Hostel & Bistrot. È qui che
la redazione di Green Planner
vi aspetta (via Benaco,1) in un
coworking all’insegna del Green.
Riuso, al Madama (come ormai i
milanesi la chiamano) è la parola
d’ordine: il bancone, i tavolini, tutti
gli arredi sono stati progettati
con materiale di riuso, costruiti
sapientemente da artigiani locali.
Per abbellire le pareti delle
stanze di quello che è anche un
ostello sono stati chiamati alcuni
street artist. Niente qui è banale.
Tutto molto colorato e non manca
un tocco di Urban jungle.
Il Madama ha una storia che affonda
le radici in un tempo che
precede la sua nascita e al quale
vuole rimanere legato. L’edificio
in cui sorge è stato prima un
Commissariato della Polizia e poi
un hammam. E, da poco è diventato
anche un coworking con va-
rie scelte per lavorare in un contesto
dove, appunto, la Street art
è di casa. Il Madama Museum
è, infatti, entrato di diritto nel
percorso espositivo del Maua, il
primo Museo di arte urbana aumentata,
nato a fine 2017 con il
sostegno del Comune di Milano.
Il progetto è quello di decorare
tutti i muri disponibili, grazie alla
collaborazione con artisti che
hanno risposto e continuano a rispondere
alla call to action. Tra le
firme più conosciute: Giovannais
Ammaniac, Giovanni Di Modica,
Camilla Falsini, Fra!, Frantz Gauviniere,
Nadya Guarnizo Rozo,
Mumble Mumble, Silvia Negri,
Daniele Nitti, SeaCreative, Paola
Tassetti, Mr. Thoms, Zed1.
Nella sala comune è presente
anche una scultura in rete di
Edoardo Tresoldi, ospite dell’ostello
nel 2015, mentre la saracinesca
esterna accanto all’ingresso
è decorata da Hopare.
Madama goes Green
È
un vero e proprio vademecum di buone
pratiche quello che si sono dati in Madame
Bistrot: da tempo la plastica monouso è
bandita – posate e piatti per l’aperitivo a buffet
e per l’asporto sono in materiale biodegradabile
e organico, tovagliette e tovaglioli sono in carta
riciclata, le cannucce sono state eliminate – e
l’acqua gassata e naturale, servita sempre gratuitamente,
è di rubinetto e depurata.
Lo staff, inoltre, sensibilizza i clienti sia del bistrot
sia dell’ostello a seguire correttamente
la raccolta differenziata dei rifiuti in ogni spazio
del Madama – camere incluse –, in nome di una
maggiore consapevolezza ambientale. Gli ospiti
sono invitati anche a non sprecare acqua e cibo.
Per questo la redazione di Green Planner non
poteva trovare una nuova casa migliore. E qui
vi aspettiamo.
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Quanto è bello (e buono) un tetto verde
Tantissimi sono i benefici se i
tetti li facciamo verdi: trattengono
le acque piovane e le
rilasciano più lentamente al
sistema fognario, contribuendo
così a diminuire il rischio di
allagamenti nel caso di piogge
intense. Riducono, inoltre, la
temperatura estiva della copertura
fino a 5° in meno e i picchi
di calore in città fino a 2°. E garantiscono
consistenti risparmi
nei consumi e nei costi di riscaldamento
e condizionamento,
fino al 10%. Ma non solo, i tetti
verdi riducono l’inquinamento
atmosferico e sonoro e migliorano
le prestazioni dei pannelli
fotovoltaici nel caso fossero
installati. Infine, aumentano la
qualità dell’edificio e, a quanto
pare, favoriscono la socializzazione.
Anche per questo una
città come Milano punta a farli
verdi. Tanto più che costituirebbero
ben 13 milioni di mq capaci
di ospitare vegetazione.
Il progetto Clever Cities avanza
Finanziato con un Horizon2020, il progetto europeo
Clever Cities rende verde a Milano anche una
stazione dei treni, quella Tibaldi che è sottoposta
a un maquillage a base di piante. Utilizzate anche
per attutire i rumori. I partner attivi sono: Comune
di Milano, Amat, Ambiente Italia, Eliante, Fondazione
Politecnico, Rfi e Italferr, Wwf.
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DOMENICA
Giornata
internazionale
dell’Educazione
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Nuovi spazi creativi per il cohousing
Per fare un vero cohousing bisogna
considerare di avere vari
spazi da organizzare in servizi per
la comunità. Ecco quelli innovativi
previsti dalla riqualificazione della
Cascina Boldinasco di via De
Lemene a Milano: la bacheca del
tempo per promuovere la cultura
del riuso e della condivisione;
un centro di smistamento per un
Gruppo di acquisto solidale; un
servizio di lavanderia a gettone;
un laboratorio per piccoli lavori
di manutenzione; uno spazio
per laboratori didattici; una sala
prove musicale attrezzata; uno
spazio per l’accompagnamento
psicologico degli adolescenti;
ambienti a libero accesso per lo
studio e il lavoro. Qui, ci sarà anche
la Locanda solidale, ovvero 6
monolocali per un servizio di accoglienza
alberghiera gestito da
persone con fragilità; il pub musicale,
un spazio di aggregazione
che potrà anche ospitare eventi
live. Saranno, infine, valorizzati e
gestiti gli orti interni.
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EDILIZIA BIO / Vorrei abitare qui
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Giornata
internazionale di
commemorazione in
memoria delle vittime dell’Olocausto
AM AM AM
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La casa del futuro è… già qui
La casa del futuro è "off grid",
ovvero può essere sconnessa
dalla rete elettrica e del gas,
perché è completamente autosufficiente
e il surplus energetico
che produce viene condiviso
con le abitazioni vicine. La casa
del futuro utilizzerà la tecnologia
Vehicle To Home (Vth), dando
e prendendo energia dalle
auto elettriche parcheggiate nel
box che al bisogno diventano,
quindi, batterie aggiuntive per
l'abitazione. La casa del futuro
avrà una serra idroponica che
produrrà quotidianamente il
fabbisogno di verdure, germogli
e piante aromatiche. E sarà per
forza di cose una casa “controllabile”
da remoto via app. Con
elettrodomestici smart come le
lavatrici e lavastoviglie bitermiche,
che prelevano acqua calda
semplicemente dalla pompa di
calore. La casa del futuro darà
spazio anche al benessere fisico.
Ma non ci sarà la solita palestra,
quanto piuttosto una bici
"generatore" che produrrà energia
dal movimento del corpo e
la cederà alla bicicletta elettrica
che non mancherà in garage.
Una casa così, costruita in pura
bioedilizia, c’è già, si trova sulle
colline tra le Langhe e il Monferrato.
Di nome fa EcoLibera, ed è
stata firmata da Marco Scaglione
Architetto.
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DOMENICA
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LO SAPEVI?
Dal primo gennaio 2021,
tutti gli edifici nuovi o soggetti
a una ristrutturazione
importante dovranno essere
NZeb (Nearly zero energy
building), cioè ad altissima
prestazione energetica, in
cui il fabbisogno (molto basso
o nullo) è coperto in misura
significativa da energia da
fonti rinnovabili o prodotta in
loco. Gli edifici pubblici hanno
seguito questa direttiva già
dal 2019.
il punto di vista dei Chinson
a cura di Mario Airaghi
Il diario continua a pag. 26
EDILIZIA BIO / Vorrei abitare qui
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edilizia bio
Per una scuola Green
Immagina la tua classe
come una foresta
Mettiamo più piante
nelle classi scolastiche.
Scegliamo quelle che
assorbono CO 2
, facciamole
crescere dai ragazzi: che se ne
prendano cura sin da piccoli,
è un bel modo per far sviluppare
la biofilia che è in loro. È
anche questa una nuova strada
da percorrere per una buona
scuola. L’indicazione del verde
in aula viene anche da Enea,
che ha recentemente pubblicato
#Scuola in Classe A – Istruzioni
per l’uso, ma è molto interessante
anche il progetto portato
avanti dalla Libera Università
di Bolzano: Eden di Beate
Weyland che insegna presso
la facoltà di Scienze della
formazione di Bressanone.
Obiettivo dei progetti: disegnare
ambienti confortevoli, efficienti,
accoglienti e salubri anche a
livello energetico che di qualità
dell’aria. Tutti principi che trovano
nell’introduzione del verde
nelle aule un grande alleato.
Rivolto sia al personale docente
che agli studenti delle scuole di
ogni ordine e grado, l’opuscolo
informativo di Enea contiene
suggerimenti corredati di schede
di facile consultazione, validi per
massimizzare i vantaggi in tutti
gli edifici scolastici, soprattutto
in quelli che non hanno impianti
di climatizzazione e aerazione
automatizzati. Patrizia Aversa
e Antonia Marchetti, che hanno
curato la pubblicazione, sottolineano
con forza che nelle aule
bisogna garantire i giusti valori
di temperatura e umidità, assicurando
sempre un opportuno
ricambio d’aria.
Ecco, quindi, i suggerimenti nel
dettaglio a partire dall’introduzione
del verde sia come materiale
didattico che come complemento
d’arredo per abbellire
aule e corridoi: le piante – infatti
– hanno un effetto rilassante
e possono essere d’aiuto per
regolare la qualità dell’aria e il
microclima interno all’aula.
Piante in classe: i consigli
Alcuni studi hanno mostrato
come le piante possono contribuire
a ridurre la concentrazione
di anidride carbonica e la temperatura
negli ambienti chiusi.
Tuttavia per non incorrere in un
aumento eccessivo di umidità è
sufficiente una pianta ogni nove
metri quadrati e non lasciare
l’acqua nei sottovasi. Inoltre:
• Controllate la temperatura e
l’umidità: In inverno, per legge la
temperatura deve essere compresa
tra i 18 e i 20°C, mentre
nel corso della stagione estiva
deve fermarsi attorno ai 26°C,
anche se è auspicabile non
superare di oltre 5°C la differenza
tra temperatura esterna
e interna. L’umidità, invece, va
mantenuta tra il 40 e il 60%. Per
rendere l’ambiente confortevole
e salubre, è necessario regolare
a cura di M.Cristina Ceresa
il termostato se la temperatura
è diversa da quella stabilita e
deumidificare aprendo le finestre.
Va evidenziato che, anche
nelle giornate invernali più
fredde e umide, il quantitativo di
vapore acqueo presente nell’aria
interna alle aule è maggiore di
quello contenuto nell’ambiente
esterno.
• Rinnovate l’aria che respirate:
Vivere per molte ore in un
ambiente chiuso, privo di un’adeguata
ventilazione, provoca
un aumento della concentrazione
di anidride carbonica e
di sostanze volatili inquinanti
(Cov), con conseguente sonnolenza,
calo di concentrazione
e di rendimento, ma anche un
incremento dei mal di testa e
delle irritazioni respiratorie, in
quanto spesso anche i batteri e i
virus trovano un ambiente favorevole
alla prolificazione. Per
questo è indispensabile aprire
le finestre in presenza di cattivo
odore e di aria viziata ed evitare
di appendere i cappotti in aula.
L’aria che proviene dall’esterno
riduce temperatura e umidità e
favorisce la diminuzione della
concentrazione di anidride carbonica
e degli inquinanti chimici
e biologici che si trovano spesso
negli ambienti chiusi.
• Ottimizzate e rendete efficace
il ricambio d’aria: La qualità
dell’aria in un’aula scolastica
può essere valutata, per
esempio, misurando la concentrazione
di anidride carbonica
presente. Alcuni studi hanno
dimostrato che è buona o
ottima all’inizio delle lezioni e
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edilizia bio
peggiora progressivamente fino
a che, durante le ultime ore, può
diventare così scadente da poter
essere valutata come insufficiente
dal punto di vista igienico.
Per questo è necessario aprire
le finestre regolarmente, per
non meno di 5 minuti, più volte
al giorno e a prescindere dalle
condizioni atmosferiche, prima
dell’inizio delle lezioni, a ogni
cambio insegnante, durante la
ricreazione e soprattutto dopo
la pulizia dell’aula. È, tuttavia,
preferibile evitare di aprirle
durante le ore di punta del traffico
veicolare, in modo da scongiurare
la diffusione all’interno
delle aule dei gas di scarico delle
automobili. Per un coordinamento
più efficace nell’ambito
di queste attività è utile creare
Vivere sugli alberi
un piano di azione per decidere
chi fa cosa, segnando su un
calendario settimanale modi,
tempi e responsabilità, facendo
partecipare tutta la comunità
scolastica.
•Accendete la luce solo quando
serve: Un impianto di illuminazione
ben dimensionato e
finestre dotate di tende e tapparelle,
se correttamente utilizzati,
permettono di evitare
zone d’ombra e abbagliamenti,
favorendo un ambiente confortevole.
Inoltre l’impiego di lampade
ad alta efficienza, come i
Led, e l’installazione di rilevatori
di presenza e sistemi di gestione
domotici ne aumentano l’efficienza
e riducono sensibilmente
i consumi di energia.
Una casetta sull’albero. Alzi la mano chi non l’ha sognata da piccolo.
Alcuni architetti ne hanno fatto la loro specializzazione e
ora ce ne sono per passare quanto meno una vacanza. Difatti,
oltre alle case sono spuntati anche gli alberghi sugli alberi. Come in
Svezia fanno i Treehotel di Harads. Ideati da Kent Lindvall e Britta
Jonsson-Lindvall, le loro camere sugli alberi rispettano gli standard di
ecosostenibilità. Ognuna di esse è caratterizzata da forme e materiali
differenti, ma tutte sono situate tra i 4 e i 10 metri di altezza da terra,
misurano tra i 15 e i 30 mq, sono dotate di servizi igienici ecocompatibili,
una zona diurna e una notturna e presentano arredi moderni.
Ma una casa vacanze sull’albero si può anche affittare. Come quella di
San Pancrazio (in Val d’Ultimo) costruita attorno a un noce da Thomas
Egger. Tutta in legno ricavato in loco, recuperando i minimi scarti, per
realizzare, per esempio, le maniglie e l’oggettistica.
“Nido alla sughera” di Barbara Tavoso,
architetto di Orbita Architettura, è una casa
prefabbricata in parte in laboratorio, poi
installata con tutte le finiture, direttamente
sul posto. Questa casetta sull’albero
è in lamellare di larice proveniente da
riforestazione e trattato in modo naturale,
con isolamenti fatti in fibra di legno.
La giungla
in casa
L
’Urban Jungle è l’ultima
tendenza in fatto di arredamento.
Si tratta di
uno stile che celebra la natura
sempre più presente all’interno
delle nostre abitazioni,
ma non è solo un fenomeno
estetico, perché prendersi
cura delle piante fa bene anche
allo spirito. Ovviamente
in una casa Urban Jungle che
si reputi tale le piante la fanno
da padrone, attorniate da
carte da parati e oggettistica
in stile. Simonetta Chiarugi,
garden designer, scrittrice e
fotografa ha qualche consiglio:
«Le piante che si adattano
a essere coltivate in casa
sono specie che in natura
crescono felici nel sottobosco
delle foreste tropicali, dove
hanno umidità costante e
tanta luce indiretta, e queste
sono le condizioni ideali da
ricreare per la loro sopravvivenza.
Consiglio varietà come
Filodendro, Potos e Sanseveria
o la Dracena, comunemente
chiamata tronchetto
della felicità e tante altre che,
accostate, danno vita a un
gradevole effetto jungla».
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appunti del mese
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febbraio /
alimentazione
Stop allo spreco del cibo
LUNEDÌ
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Giornata mondiale
delle zone umide
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MERCOLEDÌ
3
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Le eccedenze alimentari non si buttano più
L’Italia che combatte la malsana
abitudine di buttare via il cibo ha
un alleato nella legge n. 166/16,
nota come Legge Gadda, dal
nome della sua prima firmataria.
Da quando la norma è entrata
in azione (era il 2016) ha portato
con sé la riorganizzazione del
quadro normativo sulla gestione
delle eccedenze alimentari
e farmaceutiche, favorendo
misure di semplificazione,
incentivazione e donazione.
Un provvedimento che ha
reso il nostro Paese un esempio
virtuoso nella lotta allo spreco
in Europa.
Agricoltura 4.0
contro lo spreco
La Legge Gadda agisce anche
sulla filiera a monte e affida al
Ministero delle Politiche Agricole,
Alimentari e Forestali
(MiPaaf) un ruolo
cardine nella ricerca di
progetti per limitare gli
sprechi. In questo senso,
l’agricoltura 4.0 attraverso
le tecnologie digitali consente di
ottimizzare le rese del raccolto,
prevenendo eventuali malattie
e parassiti che possono colpirlo.
Sfruttando le immagini satellitari,
inoltre, è possibile avere un
quadro dello stato di salute del
campo e definire i corretti tassi
di semina e di fertilizzante.
Il pane avanzato
si dona
Può essere donato il pane
entro le 24 ore, oltre agli alimenti
che sulla confezione riportano
la frase “da consumarsi
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settimana 6
GIOVEDÌ
Giornata mondiale
contro il cancro
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SABATO
Giornata internazionale
contro le mutilazioni
genitali femminili
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febbraio 2021
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DOMENICA
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preferibilmente entro” dopo il
termine di scadenza, i prodotti
confiscati, e quelli che presentano
irregolarità nelle etichette
o nel confezionamento. Il tutto
seguendo rigide norme igienico
sanitarie che regolano conservazione,
trasporto, raccolta e
redistribuzione. La legge, oltre
alla lotta allo spreco, punta sulla
solidarietà, per cui i beneficiari
delle donazioni devono essere
associazioni che operano
per persone bisognose.
Alimenti in circolo
I prodotti non idonei
al consumo alimentare umano
possono, invece, essere destinati
agli animali o al compostaggio.
«La norma ha aperto il dialogo
tra le realtà no profit, le istituzioni
e le aziende private - fa notare
Giovanni Bruno, presidente di
Banco Alimentare – prendere
atto del problema insieme e collaborare
tra più interlocutori si è
dimostrata la strada da seguire
per risolvere il problema dello
spreco che impatta sulla società
e sull'ambiente: recuperando
cibo si riducono le
emissioni di CO 2
e lo spreco
di acqua».
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ALIMENTAZIONE / Stop allo spreco del cibo
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LUNEDÌ
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MARTEDÌ
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10 regole per smettere di sprecare
Dal frigo al carrello, ognuno di
noi deve ridurre lo spreco di cibo
visto che la maggior parte delle
eccedenze si produce in casa, a
un costo di 6,5 miliardi di euro,
secondo Waste Watcher. Un
decalogo stilato dall'Enea ci indica
come fare:
1 Evita acquisti inutili aiutandoti
con la lista della spesa
e valuta la quantità di
cibo che puoi consumare
in un pasto.
2 Controlla la scadenza
dei prodotti,
considerando quando
consumarli.
3 Leggi le etichette: scegli
prodotti che riportano informazioni
su tecnologie
sostenibili o ingredienti
che aiutano
a allungarne la vita: il
latte, per esempio, può essere
sottoposto a processi che
ne mantengono inalterate le
proprietà, oppure biscotti, grissini,
fette biscottate vengono
arricchiti con aromi di origine
vegetale che prevengono l’irrancidimento.
4 Scegli prodotti con indicato
il destino della confezione
a “fine vita”:
così contribuisci a
ridurre la quantità di
indifferenziata nell’immondizia.
5 Preferisci il biologico: riduce
i consumi energetici di agricoltura
e industria alimentare di
almeno il 25%, limita
le emissioni di CO 2
e
non inquina le falde
acquifere.
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settimana 7
GIOVEDÌ
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Giornata internazionale
per le donne e le
ragazze nella scienza
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6 Usa accorgimenti per allungare
e migliorare la conservazione
dei cibi. Per esempio,
condisci insalate e
verdure solo al momento
di servirle:
così possono essere
consumate anche nei pasti
successivi.
7 Utilizza gli avanzi
per inventare nuove
ricette: scegli la cucina
del riciclo.
8 Dopo feste e ricevimenti,
invita gli
ospiti a portar via
quello che avanza.
9 Informati sui programmi
antispreco
della tua città, oppure
prendi contatto
con le Onlus che raccolgono gli
avanzi e li redistribuiscono a
chi ne ha bisogno.
10 Metti gli avanzi di cibo nella
raccolta dell’umido: si trasformeranno
in compost, riducendo
le spese di smaltimento (ogni
tonnellata di frazione organica
in discarica costa alla comunità
circa 200 euro, cioè il
50% delle spese totali
per la gestione dei
rifiuti).
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ALIMENTAZIONE / Stop allo spreco del cibo
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LUNEDÌ
Da oggi al 17
My plant&garden
(Rho fiera -Milano)
vi aspettiamo al CONVEGNO ORTI 4.0
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MARTEDÌ
Giornata mondiale
delle balene
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MERCOLEDÌ
Giornata nazionale
del gatto
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E tu fai food sharing?
La parola d'ordine della lotta
contro lo spreco alimentare è
food sharing, che si traduce in
dare valore sociale al cibo anche
quando ha perso quello
economico (perché non si può
più vendere). Come? Attraverso
la condivisione degli alimenti
invenduti o non consumati a
chi ne ha più bisogno. In questo
ambito la grande distribuzione
e le aziende stanno investendo
energie e risorse. A Milano ad
esempio, sul modello dell'Hub
di via Borsieri, crescono i centri
di smistamento di quartiere,
dove ogni giorno, grazie ai volontari
del Banco Alimentare,
vengono raccolti prodotti freschi
o secchi invenduti da supermercati
come Coop, Carrefour,
Lidl, Il Gigante, oltre a cibo
non servito da mense aziendali
(Deutsche Bank, Siemens,
Maire Tecnimont, Pirelli) per
poi essere redistribuiti grazie a
una rete di Onlus. L'hub è attivo
sul recupero delle eccedenze
piccole e diffuse, le più difficili
da gestire. La cella frigorifera di
cui è dotato consente di agire
su ogni tipologia di cibo: fresco,
cucinato e secco, frutta e verdura,
pane.
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settimana 8
GIOVEDÌ
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Giornata internazionale
della lingua
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materna
Intanto ai mercati rionali
Nei mercati rionali c'è tanto
cibo danneggiato o invenduto,
ma ancora commestibile,
che a fine giornata
deve essere buttato per
legge. Un gruppo di ragazze
di Milano, al motto di “recupera,
raggruppa, prendi” ha
trovato il modo di salvarlo
dalla pattumiera e metterlo
a disposizione di chi lo vuole.
L'associazione che hanno
fondato si chiama Recup e
ogni giorno nei mercati milanesi
raccoglie una media
di 100 kg di prodotti dai
commercianti che decidono
di donarli, invece che gettarli.
Il cibo, poi, può essere
ritirato liberamente da tutti
presso il loro punto di ritrovo
all'interno del mercato.
Ne usufruiscono persone di
tutte le età, ceto e nazionalità
(associazionerecup.org/
e Facebook).
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ALIMENTAZIONE / Stop allo spreco del cibo
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MARTEDÌ
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Le buone abitudini antispreco
sono contagiose
«La consapevolezza e le
buone pratiche si dimostrano
la miglior via per la
riduzione dello spreco di
cibo che, dopo varie campagne
di sensibilizzazione
e informazione sul tema,
ha fatto registrare un calo
del 25%» afferma Andrea
Segré, fondatore di Last Minute
Market. Gli strumenti ci sono e
si moltiplicano, complice anche il
cambiamento di abitudini “spre-
cone” e il superamento
di qualche cliché duro a
morire. Al ristorante ora
puoi chiedere, senza
vergogna, la doggy bag,
il contenitore con il cibo
non mangiato da portar
via, perché è regolamentata
dalla legge e le Regioni
possono stipulare accordi
con i ristoratori per fare in modo
che si dotino di contenitori riutilizzabili
e riciclabili.
Il riciclo gourmet
Hai un ospite a cena? Cucinagli
un avanzo. Preparare piatti
gourmet con gli scarti è ormai
diventata una tendenza
e soprattutto una missione
per molti grandi chef in tutto
il mondo, da New York a Londra,
dalla Svezia fino in Italia.
I migliori cuochi si danno alla
cucina circolare, cioè usano le
parti inutilizzate di cibo, dalla
buccia di patata a quella del
finocchio, o rimanenze anco-
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settimana 9
GIOVEDÌ
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Giornata
internazionale
dell'orso polare
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ra buone per
preparare
piatti prelibati.
Anche
un'istituzione
dell'arte culinaria
come
Il cucchiaio d'argento ha
creato il suo ricettario antispreco
(ilcucchiaio.it). Frittate,
polpette, zuppe sono
gustose e raffinate le ricette
a base di avanzi e scarti. E
una nuova sfida con cui cimentarsi
a tavola.
il punto di vista dei Chinson
a cura di Mario Airaghi
Il diario continua a pag. 38
ALIMENTAZIONE / Stop allo spreco del cibo
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alimentazione
Food sustainability
La circolarità del cibo: la miglior
soluzione per non buttarlo via
a cura di Ilaria Amato
La lotta allo spreco di cibo
è una delle sfide di sostenibilità
più avvincenti e il
settore agrifood sta iniziando a
prendere seriamente in considerazione
la questione. Secondo
una ricerca dell'Osservatorio
Food Sustainability della School
of Management del Politecnico
di Milano negli ultimi anni c'è
stato un boom di startup, circa
400, che propongono modelli di
business “sostenibili”, in grado di
trasformare lo spreco alimentare
in un valore condiviso attraverso
soluzioni circolari.
Il punto di partenza è la gerarchia
di utilizzo delle eccedenze (Food
waste hierarchy) che consente
di mettere in pratica il paradigma
della circolarità: prima viene
il recupero e la ridistribuzione dei
Così pui pagare meno tasse
prodotti alimentari in prossimità
di scadenza a persone in stato
di bisogno, poi il recupero per
consumo animale, il riciclo per
uso industriale, la produzione di
fertilizzanti e concimi, il recupero
energetico e, lo sottolineiamo,
Poche realtà imprenditoriali sono a conoscenza del fatto che esiste
l'opportunità di alleggerire la tassa dei rifiuti se non si getta via il cibo.
Grazie agli sgravi fiscali introdotti dalla legge Gadda, infatti, gli esercizi
commerciali che producono o distribuiscono beni alimentari, quali bar,
ristoranti, mense, e che cedono a titolo gratuito prodotti derivanti
dalla propria attività a persone indigenti o a enti di beneficienza hanno
diritto a ottenere una riduzione della Tari fino al 20%. Lo sgravio è in
proporzione alla quantità di cibo recuperato. Per poterne usufruire le
imprese dovranno presentare al proprio Comune una dichiarazione
contenente la stima delle quantità che intendono donare e l’indicazione
delle organizzazioni alla quale le eccedenze saranno consegnate,
insieme alle autocertificazioni rese dai soggetti che ricevono i prodotti,
attestanti la loro qualifica di Onlus. Lo sconto sarà applicato a conguaglio
nell’anno successivo. Secondo alcune stime, un ristorante potrebbe
arrivare a risparmiare fino a 600 euro, mentre un supermercato
addirittura a 1.500.
soltanto come ultima opzione,
lo smaltimento in discarica. Tra
le pratiche innovative di prevenzione
e gestione circolare delle
eccedenze vanno segnalate, per
il settore ortofrutta, le tecnologie
di agricoltura di precisione valide
per monitorare la salute delle
coltivazioni ed elaborare interventi
mirati, sia in campo che nei
centri di raccolta; in questo modo
si prevengono sprechi e si soddisfano
le esigenze del mercato.
Nell'ambito delle aziende di trasformazione
e grande distribuzione
emergono buone pratiche
nel riutilizzo e ridistribuzione dei
prodotti in eccedenza per l’alimentazione
umana, la prevenzione
dei resi per invenduto con
iniziative promozionali, tecnologie
per tracciare la data di scadenza
e stato di conservazione
degli alimenti, materiali di imballaggio
che estendono la vita dei
prodotti sullo scaffale.
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alimentazione
La tecnologia ci dà una mano
Basta un click per non sprecare
a cura di Sara Pavone
Sprecare meno si può,
anzi si deve. Non è, comunque,
così difficile:
scaricando delle specifiche
applicazioni sul telefonino è
possibile avere a portata di
click una serie di servizi e informazioni
utili per evitare lo
spreco, per lo più alimentare.
In questa tabella vi segnaliamo
alcune applicazioni da
avere sempre a portata di
mano, utili non solo all’ambiente,
ma anche al portafoglio:
evitare lo spreco alimentare
significa, infatti, avere un
impatto minore sulle risorse
del nostro Pianeta, ma è anche
sinonimo di risparmio, dal
momento che gli acquisti in
eccesso vengono così evitati.
Le applicazioni che proponiamo
sono utili per evitare lo
spreco sia in casa che fuori:
dalle App che vi aiutano a fare
la differenziata o trovare ricette
svuota frigo a quelle di acquisto
e ritiro degli invenduti e
quelle per segnalare la presenza
di immondizia per strada.
Quelle App che ti danno una mano a evitare sprechi e rifiuti
COME SI CHIAMA
CleanWorld
Di Stagione – Frutta e
Verdura
DOVE SCARICARLA
App Store, Play Store
App Store, Play Store (non gratuita)
COS'È
Si tratta di un’applicazione che permette
di scattare una foto dei rifiuti raccolti
al mare, in spiaggia, in montagna o in
strada e ricevere dei premi: si accumulerà
del credito che potrà poi essere ritirato
nell'apposita sezione.
In questo caso l’applicazione ti aiuta
a individuare e a capire quale frutta e
verdura di stagione conviene acquistare.
Junker
App Store, Play Store
Junker, attraverso la scannerizzazione del
codice a barre dell’alimento, aiuta a capire
come fare la raccolta differenziata. In
qualunque luogo tu ti trovi.
Myfoody
App Store, Play Store
Questa applicazione consente di trovare
le offerte dei supermercati più vicini,
facendo risparmiare fino al 50% sulla
spesa e contribuendo a ridurre lo spreco
alimentare.
My Little Plastic Footprint
Puccifrigo
App Store, Play Store
Play Store
L’applicazione in questione permette di
selezionare gli oggetti di plastica che più
usate quotidianamente (dallo spazzolino
alle bottiglie di plastica) fornendovi
soluzioni sostenibili per sostituirli
adeguatamente.
L’applicazione Puccifrigo, disponibile solo
per Android, ricorda le scadenze degli
alimenti riposti nel vostro frigorifero,
evitando sprechi inutili e costosi.
Tabella non esaustiva, testi chiusi in redazione giugno 2020
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Hunting pollution.
Street artist: Jena Cruz
(foto Rebecca Romagnani
Cencioni)
marzo /
inquinamento
Mettiamolo al bando
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Giornata contro la
discriminazione
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2
MERCOLEDÌ
3
Da oggi al 5
World smart energy week
Giornata mondiale
della fauna selvatica
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PM PM PM
Questione di civiltà: siamo noi che “sporchiamo”
Sarà difficile dimenticare l’anno
appena passato con il Covid
19. Ma una cosa ci ha aiutato a
capirla: più l’uomo è attivo, più
inquina. Lo evidenziano i dati che
ha raccolto l'Istituto superiore
per la protezione e la ricerca
ambientale che ha stimato una
decrescita delle emissioni di gas
serra tra il 5-7% in Italia relative
al primo trimestre dello scorso
anno (dato in nostro possesso
a chiusura della pagina, giugno
2020). Le riduzioni sono dovu-
te principalmente al settore dei
trasporti, a causa della diminuzione
del traffico privato in ambito
urbano; in misura minore al
riscaldamento, per la chiusura
parziale o totale di edifici pubblici
e attività commerciali; e infine ai
minori consumi energetici dovuti
al blocco delle attività produttive.
Ovviamente, questo calo non
contribuisce alla soluzione del
problema dei cambiamenti climatici,
che ha necessità di modifiche
strutturali, tecnologiche e
comportamentali che portino al
minimo le emissioni di gas serra
nel medio e lungo periodo.
I settori che inquinano di più
7,1%
4,3%
24%
12,6%
19,5%
8,1%
24,5%
Rifiuti
Agricoltura
Processi
industriali
Residenziali e
servizi
Trasporti
Industria
manifatturiera
Industrie
energetiche
Fonte: Ispra 2020
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Un po’ di
decrescita c’è
A confermare il quadro della
situazione tra alti e bassi
è Ernesto Taurino, ricercatore
dell’Ispra: «Per fortuna
certi inquinanti stanno
decrescendo. È il caso del
piombo (-95% dal 1990 al
2018). Idem per l’ossido di
azoto (NOx), direttamente
collegato ai trasporti su
strada (circa il 43% nel 2018)
e che mostra una riduzione
del 71% tra il 1990 e il 2018.
Purtroppo non si può dire la
stessa cosa se prendiamo
il settore residenziale, ovvero
del riscaldamento, che
continua a inquinare con un
aumento pari al 36%».
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INQUINAMENTO / Mettiamolo al bando
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LUNEDÌ
Giornata
internazionale
della donna
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La questione del bue e dell’asinello
Anche l’agricoltura italiana,
con circa 30 milioni di tonnellate
di CO 2
equivalente,
inquina. Ma sono soprattutto
gli allevamenti a creare il
danno maggiore per l'ambiente.
Quasi l’80%- conferma
l’ultima analisi condotta
da Ispra - deriva, infatti, da
quelli intensivi, in particolare
del bestiame bovino (quasi
il 70%) e suino (più del 10%),
Fermentazione
enterica
46%
Suoli
agricoli
Gestione delle
deiezioni
27,6% 18,8%
5,1%
Coltivazione
del riso
Applicazione
di urea e calce
1,4%
0,1%
Combustione
delle stoppie
Fonte: ISPRA 2020
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mentre il 10% proviene dall’uso
dei fertilizzanti sintetici. La
maggior parte delle emissioni
dipende dalla fermentazione
enterica, a carico in particolare
dei ruminanti e dalla gestione
delle deiezioni (stoccaggio e
spandimento).
I composti organici “volano”
un po’ meno
I Composti organici volatili diversi dal metano
(Covnm) sono, insieme agli NOx, tra i principali
precursori dell’ozono (O3) e del materiale
particolato (PM). Ovvero: inquinano assai. La
buona notizia è che il trend delle emissioni mostra
una riduzione di circa il 54% tra il 1990 e il 2018. Il dato
si deve leggere con la messa al bando di diversi solventi.
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INQUINAMENTO / Mettiamolo al bando
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inquinamento
Con il progetto Noplà
a cura di Donatella Pavan, presidente Giacimenti Urbani
Proviamo a dire no
alla plastica monouso
N
oplà, facciamo esercizio
contro la plastica
monouso (www.no-pla.
com) è un progetto per la “deplastificazione”
di alcuni contesti
milanesi, ovvero tre plessi
scolastici: l’Università Bicocca,
Cascina Cuccagna e i negozi
NaturaSì. Avviato dall’associazione
Giacimenti Urbani (www.
giacimentiurbani.eu) grazie al
bando Cariplo Plastic Challenge
2019, in collaborazione con
l’Università degli Studi Milano
Bicocca e Cascina Cuccagna, e
la collaborazione di Mm, gestore
idrico milanese e Giostyle,
il progetto prevede il ripensamento
del nostro approccio con
la quotidianità, del nostro rapporto
con il monouso, in particolare
con la plastica, uno dei
principali nonsense dell’attuale
sistema di consumo. Dalla metà
degli anni ‘90 a oggi, è cresciuta
in modo spropositato l’erogazione,
spesso imposta, di prodotti
monouso: dai sacchetti per
la spesa a un repertorio infinito
di beni che ci siamo abituati a
utilizzare e gettare, come i contenitori
per il trasporto di cibo, i
bicchieri dell’acqua e del caffè,
senza valutarne le ricadute ambientali
– solo il 30% della plastica
prodotta in Europa e il 14%
di quella mondiale va a riciclo -
ed economiche del problema –
ogni anno circa il 95% del valore
economico dell’imballaggio, stimato
tra i 70 e i 105 miliardi, va
perso dopo il primo ciclo di vita.
Per contrastare questo problema
e prepararci all’arrivo della
cosiddetta Sup (Single plastic
use), la Direttiva Europea che
entro quest’anno dovrà essere
adottata dai diversi Paesi, il
progetto prevede un percorso
di riflessione nelle scuole sulla
qualità dell’acqua pubblica, con
l'analisi nel punto di ingresso e
al rubinetto in collaborazione
con i tecnici Mm e la sperimentazione
di kit ad uso dei bambini
con i ricercatori della Bicocca;
si prevede poi l’adozione di un
portapranzo lavabile e riusabile
per l’asporto del cibo tra un
gruppo selezionato di studenti
dell’Università e un percorso di
“deplastificazione” della comunità
Cuccagna con l’adozione di
borracce al posto dei bicchieri
monouso e, last, but not least,
l’adozione di contenitori riusabili
per il trasporto del cibo nei negozi
milanesi di NaturaSì.
All’inizio e alla fine di ogni percorso
sono previsti dei formulari
sull’uso/abuso di plastica
rivolti alle diverse comunità di
riferimento – scolari/famiglie,
studenti, sostenitori Cuccagna,
clienti NaturaSì - che verranno
analizzati da parte dei ricercatori
dell’Università Bicocca per
fare un quadro dell’esistente e
verificare i vantaggi ambientali.
Uno sguardo ai Giacimenti Urbani
L’associazione Giacimenti Urbani (di cui anche
Green Planner fa parte) nasce nel 2014 con
l’idea di mettere in rete le attività che aiutano
la salvaguardia delle risorse del Pianeta, lavorando
sulla prevenzione, sulla riparazione, il
riuso, il riutilizzo e il riciclo dei materiali e degli
spazi. Oltre alla mappa digitale che racconta
e geolocalizza i “minatori”, Giacimenti Urbani
si occupa di sensibilizzare sui temi legati alla
cura del sistema Terra e alla riduzione degli
sprechi, attraverso l’organizzazione di eventi
e la produzione di mostre, tra cui quella itinerante
Deplastic, azioni e buone pratiche contro
l’abuso di plastica.
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Qui si muore di mal d’aria
L'inquinamento atmosferico è
causa di quasi 9 milioni di decessi
l'anno. Il dato è emerso
da uno studio (pubblicato su
www.pnas.org) messo a punto
da oltre 50 scienziati provenienti
da tutto il mondo che
hanno potuto calcolare i decessi
basandosi sulla misura
diretta delle concentrazioni di
polveri sottili PM 2,5 di tutto il
globo. Le misure sono, poi, state
incrociate con i casi di tumore
al polmone, ictus, ischemie,
infezioni polmonari e malattie
cronicoostruttive. Lo studio
conferma ulteriormente il ruolo
negativo dell'inquinamento sul
diabete e nelle malattie neurodegenerative.
Solo in Italia
l’inquinamento dell’aria è la
causa di circa 80 mila decessi
l’anno. Nove persone su dieci
nel mondo vivono in luoghi in
cui si respirano inquinanti ogni
giorno. Emissioni da industria,
trasporti, agricoltura, riscaldamento
domestico. Cause in
parte comuni con la catastrofe
della crisi climatica. Che c'entra
il clima con la salute? L'Oms
stima che fra il 2030 e il 2050
il problema causerà 250.000
vittime in più ogni anno per
malnutrizione, malaria, diarrea
e malori da calore. Secondo
i ricercatori dell’Ipcc entro
il 2100 le perdite economiche
dovute all’emergenza climatica
oscilleranno tra gli 8,1 e i 15
trilioni di dollari. Certo, molti di
noi a quella data non saranno
più neanche polvere. Quindi,
perché preoccuparsi anche per
questo?
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Giornata
internazionale
della felicità
Giornata mondiale
del passero
marzo 2021
Fonte: Oxford Uniniversity
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La CO 2
nel piatto
Per ottenere 100 grammi
di proteine ricavate da carne
bovina vengono emessi
fino a 105 chili di CO²eq e
si utilizzano 370 mq di terreno.
Per raggiungere lo
stesso ammontare proteico
ma con i legumi (fonte
degli stessi nutrienti, ma
a basso impatto) si producono
solo 0,3 chili di CO 2
eq (comprensivi del ciclo di
lavorazione, imballaggio e
PM
trasporto) e si utilizza solo
1 mq di terreno. Pensiamoci.
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Giornata
internazionale
delle foreste
Giornata
internazionale per l’eliminazione
della discriminazione
Giornata mondiale per
la sindrome di Down
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INQUINAMENTO / Mettiamolo al bando
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Giornata mondiale
dell’acqua
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MARTEDÌ
Giornata mondiale
della meteorologia
MERCOLEDÌ
AM AM AM
PM PM PM
Calcola il tuo carbon footprint
Una domanda è d’obbligo: siamo
consapevoli di quanto noi
stessi inquiniamo ogni giorno
a causa delle nostre scelte e
azioni? Se la risposta è negativa
vi consigliamo di affrettarvi
a calcolare il carbon footprint.
Come? Basta andare sul web.
Oggi è sempre più facile e immediato
trovare un sito che
La tua carbon
footprint corrisponde a
(facciamo un esempio):
fornisca gratuitamente la cifra.
Noi di GreenPlanner ne abbiamo
uno sul nostro magazine online
(greenplanner.it), ma non è certo
l’unico. Una giovane start up
dal nome inequivocabile, Mugo,
attraverso domande semplici
come la metratura della propria
abitazione, le abitudini alimentari
o di movimento, è in grado
52m 2
di superficie
artica sciolta
15
alberi
tagliati
di elaborare un report personalizzato
per sapere quante
tonnellate di gas serra sono
state emesse annualmente
per sostenere uno preciso stile
di vita.
Oppure, sul blog The Green
Evolution è possibile ricevere
i risultati accreditati dal Dipartimento
di Scienze e Politiche
Ambientali (Esp) dell’Università
degli Studi di Milano.
14 voli
Milano-
New York
98.500 km
percorsi in
automobile
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Come combattere
l’inquinamento
Tutti noi possiamo dare una
mano e limitare l’inquinamento
delle nostre città. Diminuire
gli spostamenti in auto è buona
cosa. Adottare le due ruote fa
bene, anche alla nostra salute.
Circondarsi di verde è ancora
meglio: una pianta adulta è capace
di catturare dall’aria dai 100
ai 250 grammi di polveri sottili e
un ettaro di piante è in grado di
catturare 20mila kg di anidride
carbonica (CO 2
) all’anno.
il punto di vista dei Chinson
a cura di Mario Airaghi
Il diario continua a pag. 52
INQUINAMENTO / Mettiamolo al bando
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inquinamento
Progetto di trasformazione dei mozziconi
La cicca per terra non va bene
a cura di Camilla Galli Macricè
Quanto inquinamento crea
una sigaretta? Certamente
molto rispetto ai nostri
polmoni limitati e già sollecitati
da altre forme di inquinamento,
ma altrettanto a rischio è
l’ambiente, visto che i fumatori
hanno spesso la malabitudine di
buttare la “cicca” per terra.
Ne sanno qualcosa gli organizzatori
del Cicca day che organizzano
a Trieste la raccolta dei mozziconi
dalle spiagge. I contenitori
portati dai volontari si riempiono
a dismisura. Non c’è verso: il gesto
atavico è duro a morire.
Eppure da quei mozziconi si potrebbe
generare un buon compost
utile all’agricoltura. È quanto
promette il progetto Focus
(Filter of cigarettes reuse safely)
che vede come capofila il Centro
interdipartimentale Enrico
Avanzi dell'Università di Pisa
in collaborazione con il Comune
di Capannori, l'Istituto sugli
Il 31 maggio di
ogni anno è in programma
la Giornata mondiale
senza tabacco iniziativa
dell’Oms dedicata alla
lotta contro il fumo
ecosistemi terrestri del Cnr, il
Dipartimento di scienze agrarie,
alimentari e Agro-ambientali
(DiSaaaa) e Ascit. Al momento
Focus ha ricevuto un finanziamento
dalla Fondazione Cassa
di risparmio di Lucca.
La quantità non è un problema,
la raccolta sì: ogni anno vengono
prodotti circa 1 milione di tonnellate
di mozziconi che, essendo
rifiuto non biodegradabile, porta
a evidenti effetti negativi per
l’ambiente, la salute pubblica e
l’economia. Uno studio pubblicato
sul Tobacco Control Journal da
Schneider e collaboratori riporta
come i rifiuti derivanti dall’uso di
sigarette rappresentino tra il 22%
e il 36% di tutti i rifiuti visibili.
Così da rifiuto altamente inquinante,
i mozziconi di sigaretta
potrebbero trasformarsi in substrato
inerte, come base biodegradabile
per la coltivazione,
da parte dei vivaisti, di piante
ornamentali e di arbusti. Ma
pare che sia allo studio anche
una sostanza utile da cui ricavare,
attraverso l'uso di alghe,
biocarburanti.
Combatti anche tu ogni giorno l'inquinamento
Ecco 10 consigli redatti da Cittadini per l'aria, associazione per il diritto a respirare pulito
1. Fai sentire la tua voce. Perché i politici prendano
provvedimenti serve il sostegno dell'opinione
pubblica.
2. Cammina, usa la bici o i mezzi pubblici.
3. Condividi il tuo percorso: utilizza il car sharing
per andare al lavoro, a scuola. E, quando possibile,
scegli il telelavoro che riduce il costi di trasporto.
4. Se l’auto è indispensabile, scegli quella giusta.
Verifica quali sono le emissioni reali su strada
del modello che ti interessa Inoltre, guidare in
modo sostenibile permette di ridurre i consumi. Se
rallenti, abbassi i rischi e anche il consumo di carburante:
a 110 km/h è di circa il 20% superiore di
quando si guida a 90 km/h. Controlla la pressione
degli pneumatici. Rimuovi i pesi inutili e il portapacchi.
Usa l’aria condizionata con moderazione.
5. Prendi il treno piuttosto che l’aereo.
6. Usa elettrodomestici a elevata efficienza energetica.
7. Evita il riscaldamento con combustibili solidi,
abbassa il termostato e risparmia acqua calda.
8. Elimina gli spifferi che fanno uscire calore.
9. Controlla la provenienza delle merci e se possibile
fai la spesa nei paraggi invece che recarti nei
centri commerciali fuori città.
10. Compra elettricità verde.
greenplanner 48
La casa a indipendenza energetica sonnen
Da oggi puoi proporre ai tuoi clienti un sistema
completo per produrre e gestire l’energia a costo zero
Tramite la propria rete di Partner esclusivi EINS, sonnen ti offre la possibilità
di proporre ai tuoi clienti un sistema integrato composto da un impianto
fotovoltaico per produrre tutta l'energia necessaria all'abitazione, abbinato
a un sistema di accumulo intelligente sonnenBatterie che consente di
immagazzinare l’energia quando non la famiglia non è presente a casa e di
utilizzarla la sera o quando se ne ha bisogno, ma anche di controllare i sistemi
di riscaldamento a pompa di calore.
E in aggiunta il cliente può avere anche il sistema di ricarica per veicoli elettrici
sonnenCharger per muoversi gratuitamente grazie all’energia autoprodotta.
Potrai così offrire ai tuoi clienti una soluzione completa per la produzione e la
gestione dell’energia elettrica e termica della loro abitazione, che permetterà
loro di abbattere non solo la bolletta elettrica, ma anche quella del gas.
E se vorranno, potranno dire addio anche ai costi di carburante, trasformando
la loro abitazione in una casa a indipendenza energetica sonnen.
Per maggiori informazioni chiama il numero 800 502 640 o visita il sito https://sonnen.it/ecobonus110
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aprile /
percorsi formativi
Segui l’intuito Green
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I trend in atto nel mondo del lavoro
Nel prossimo quinquennio oltre
quattro quinti del fabbisogno
occupazionale in Italia sarà collegato
al naturale turnover, cioè
alla replacement demand (circa
2.608.000/2.645.000 posti
di lavoro), mentre la crescita
economica potrà determinare
una creazione di posti molto
più contenuta, a seconda della
sua intensità e in maniera
molto differenziata nei diversi
settori. Lo afferma il rapporto
sulle Previsioni dei fabbisogni
occupazionali in Italia (2019-
2023) elaborato con il modello
informativo excelsior da Union-
Camere.
La digital trasformation e l’ecosostenibilità
avranno un peso
determinante nel caratterizzare
i fabbisogni occupazionali
dei diversi settori economici,
arrivando a coinvolgere tra il 26
e il 29% dei lavoratori di cui le
imprese e la Pubblica ammini-
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settimana 14
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Giornata mondiale
di sensibilizzazione
sull’Autismo
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marzo/aprile 2021
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strazione avranno bisogno nei
prossimi 5 anni. Circa un quarto
del fabbisogno occupazionale
previsto nel periodo 2019-
2023 sarà, poi, attivato dalle
richieste di figure professionali
da parte di cinque filiere individuate
(Salute e Benessere,
Education e Cultura, Meccatronica
e Robotica, Mobilità e
Logistica, Energia). Non a caso,
esse sono costruite considerando
i settori che saranno
maggiormente investiti dagli
attuali grandi trend di cambiamento
(globalizzazione, invecchiamento
della popolazione,
digitalizzazione e automazione,
cambiamenti climatici).
È importante tenere in considerazione
queste tendenze
per poter trovare lavoro: purtroppo
a oggi, invece, nella
scelta della scuola superiore
le famiglie sembrerebbero
troppo focalizzate su aspetti
di breve termine (il gradimento
dello studente, l'impegno
necessario, la qualità percepita
dell'istituto) e troppo poco
sugli aspetti di lungo periodo,
come le prospettive in termini
di mercato del lavoro o di accesso
all’università.
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PERCORSI FORMATIVI / Segui l’intuito Green
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Giornata internazionale
dello sport per lo
sviluppo e per la pace
MERCOLEDÌ
Giornata mondiale
della salute
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AM AM AM
PM PM PM
Le imprese Green cercano nuovi collaboratori
L’assunto di base è
semplice: la Green
economy, anche
quella italiana, ha
alla base il bisogno
di un profondo
cambiamento dei
modelli professionali.
Come dire,
questa nuova economia
può avvenire
solo sulla spinta
di investimenti eco e assunzioni
di figure tipicamente green.
Va, quindi, accelerata
la preparazione
e la diffusione
dei Green jobs
in Italia che, nel
2018, si attestava
sulla soglia dei
3 milioni (ovvero
il 13,4% del totale
dell’occupazione
complessiva). Ma,
in effetti, qualcosa
sta cambiando anche per
una certa trasversalità delle
competenze. I Green jobs
stanno, infatti, aumentando e
non sono più solo le professioni
legate alla trasformazione
dell’energia da fonti fossili a
rinnovabili o quelle tipicamente
legate all’ambiente. Così,
come non sono più professioni
con competenze solo scientifiche
o ingegneristiche. Moda,
mobilità, food, farmaceutica,
chimica e servizi: l’industria
tutta richiede profili green da
inserire nel suo organico.
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settimana 15
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aprile 2021
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Imprenditori: più sono
young più sono Green
Sono i giovani imprenditori a
chiedere collaboratori green.
E sono loro a dare un’importante
spinta al nostro sistema
manifatturiero verso la
Sostenibilità ambientale. Tra
le imprese guidate da under
35, il 47% ha fatto eco-investimenti,
contro il 23 delle over
35. Green economy significa
anche cura sociale: il 56% delle
imprese Green sono imprese
coesive, che investono cioè
nel benessere economico e
sociale dei propri lavoratori e
della comunità di appartenenza,
relazionandosi con gli attori
del territorio.
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PERCORSI FORMATIVI / Segui l’intuito Green
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LUNEDÌ
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MARTEDÌ
MERCOLEDÌ
AM AM AM
PM PM PM
Il lavoro è sempre più smart
Erano 570mila gli smart worker,
solo in Italia. Poi c'è stato un vero
boom che probabilmente terrà
anche nei prossimi anni. Per opportunità
o forza maggiore che
sia, lo smart working rappresenta
la soluzione a una crescente
necessità di flessibilità, agilità,
capacità di creare connessioni.
Tra i pro: oltre a un cambiamento
della stessa cultura del lavoro e
un'attenzione al work-life balance
e al networking, si tratta
di ripensare anche il modo in cui
sono organizzati fisicamente gli
uffici. Perché lo smart working fa
rima per lo più con il coworking.
E tra i contro? Beh, dimenticate
la scrivania fissa. Ma in fondo in
epoca di sharing economy, dove
ormai non si possiedono più
i beni, è un concetto superato.
Anche per questo, secondo le
stime di Copernico, rete di luoghi
di lavoro, nel 2030 in Italia il
30% del portfolio societario delle
aziende sarà composto da spazi
flessibili.
I segreti
dell'home
working
Gli esperti del gruppo Isper
hanno individuato 4 criteri
base per far funzionare bene
lo smart working.
Coordinamento: favorire la
partecipazione alle attività,
promuovendo l’autonomia
e il senso di responsabilità.
Per mantenere il controllo e il
senso di comunità il consiglio
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settimana 16
GIOVEDÌ
AM
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VENERDÌ
16
AM
SABATO
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aprile 2021
PM
PM
DOMENICA
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è fare call a orari fissi, di team
o one to one.
Comunicazione: andare al
punto e evitare riunioni non
più lunghe di 30 minuti e mail
“infinite”.
Umiltà: facilita la guida delle
persone. L’umiltà crea motivazione,
coinvolgimento, collaborazione,
a differenza del
carisma che in questa situazione
ha effetti negativi sulla
motivazione del team.
Diversity: le persone a fronte
della medesima situazione
hanno aspettative, mindset
e stili di approccio diversi. Integrare
è fondamentale: bisogna
far interagire risorse
diverse, a livello culturale, di
genere e generazionale.
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PERCORSI FORMATIVI / Segui l’intuito Green
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percorsi formativi
Professione: Agronomo del futuro
Agricoltura 4.0, ovvero campi
collegati in Iot
a cura di M.Cristina Ceresa
Dal campo alla tavola con zero sprechi
e tracciabilità sicura. Ecco in sintesi
il modello Farm to Fork (F2f) voluto
dall'Unione Europea per declinare le
linee guida dell’Agenda 2030 all’interno
del nuovo piano Pac 2021-2027
(Politica Agricola Comune). Anche in
questo caso si lavora per non sprecare
cibo e materia prima.
agroalimentare di
domani ha delle necessità
L’Industria
concrete che collimano con
una figura professionale che sia
capace di unire al sapere agronomo
quello della tecnologia, sempre
più spinta verso lo Iot. L’Internet
of things and everything
farà, infatti, una differenza sostanziale.
Aggiungerlo nel curriculum
vitae è indispensabile da
oggi in poi.
Agricoltura 4.0 è questa la frontiera
dei campi: dematerializzazione
e digitalizzazione sono
le parole chiave. Cui aggiungere
conoscenze su precision farming,
chain traceability, safety and security,
consumer experience.
«Come si sviluppano nuove tecniche
di produzione agricola o
nuove "cultivar", può rappresentare
un buon esempio del dove
l’agricoltura si sta concentrando
- spiega Michele Festuccia,
direttore tecnico di Cisco - Per
questi scenari il digitale offre gli
strumenti di misura e analisi dei
rendimenti e performance e facilita
lo scambio interdisciplinare
delle informazioni. Dall'altra
parte guardiamo al filone dell'innovazione
digitale applicata alla
produzione agricola o zootecnica,
per sviluppare un sistema a controllo
numerico, per l’automazione
e la programmabilità delle
filiere, capace di implementare il
principio di “self driving” e modelli
di supporto alle decisioni».
L’Italia in questo scenario si
Safety for Food
Si chiama Safety for Food
(S4F) il progetto firmato Cisco
nato dalla collaborazione
con Penelope Spa attraverso
la piattaforma ValueGo.
In concreto, significa rendere
collegabili sensori, Internet
of Things, apparati wearable
per la zootecnia e l'irrigazione
intelligente, il monitoraggio di
piante, il controllo delle condizioni
ambientali, lo studio
del comportamento animale.
può candidare a “piattaforma”
abilitante della trasformazione
tecnologica del comparto agroalimentare,
offrendo tutte le “facility”
(academy, aziende agricole,
macchinari di ultima generazione)
e “capability” (suolo, acqua,
clima, biodiversità) necessarie a
una ricerca applicata e sostenibile,
costituendo, così, un ecosistema
di eccellenza a servizio
dell’intero Pianeta.
Accesso a risorse e terre qualificate,
a varie latitudini e con
specie produttive diverse, su
cui testare tecnologie differenti
e abilitanti, a partire dalla
connettività e dall’Internet of
everything; una rete di aziende
e di borghi su tutto il territorio
nazionale su cui sperimentare i
prototipi; know how specialistico
di natura universitaria e produttiva;
capitali privati e pubblici
a sostenere la fase di attrazione,
accelerazione e go to market
delle iniziative: ogni elemento è
parte di un piano di valorizzazione
di dimensione globale.
greenplanner 58
Il consiglio della redazione
Ti interessa la bioeconomia?
percorsi formativi
Dove studiare le biotecnologie in Italia: ecco le Università che offrono un
corso di laurea triennale in Biotecnologie (codice L2 del CdL) o magistrale
e corsi specializzati in tema
SITO UNIVERSITÀ NOME UNIVERSITÀ CDL
www.uniba.it Università degli studi di Bari Bioscienze, Biotecnologie e Biofarmaceutica
www.univaq.it Università degli studi dell’Aquila Biotecnologie
www.unitus.it Università degli studi della Tuscia Biotecnologie
www.unibas.it Università degli studi della Basilicata Biotecnologie
www.uninsubria.it Università degli studi dell’Insubria Biotecnologie
www.unisannio.it Università degli studi del Sannio Biotecnologie
www.unisalento.it Università del Salento Biotecnologie
www.unica.it Università degli studi di Cagliari Biotecnologie
www.unicam.it Università degli studi di Camerino Bioscienze e Biotecnologia
www.unict.it Università degli studi di Catania Biotecnologie
www.unicz.it
Università degli studi “Magna Graecia”
di Catanzaro
Biotecnologie
www.unife.it Università degli studi di Ferrara Biotecnologie
www.unifi.it Università degli studi di Firenze Biotecnologie
www.unifg.it Università degli studi di Foggia Scienze e Tecnologie Biomolecolari
www.unige.it Università degli studi di Genova Biotecnologie
www.unime.it Università degli studi di Messina Biotecnologie
www.unimi.it Università degli studi di Milano Biotecnologia
www.unimib.it Università degli studi di Milano Bicocca Biotecnologie
www.unimore.it Università degli studi di Modena
e Reggio Emilia
Biotecnologie
www.unina.it Università degli studi di Napoli Biotecnologie Biomolecolari
e Industriali
www.unipd.it Università degli studi di Padova Biotecnologie
www.unipa.it Università degli studi di Palermo Biotecnologie
www.unipr.it Università degli studi di Parma Biotecnologie
www.unipv.eu Università degli studi di Pavia Biotecnologie
www.unipg.it Università degli studi di Perugia Biotecnologie
www.uniroma2.it Università degli studi di Roma
Tor Vergata
Biotecnologie
www.uniroma1.it Università degli studi di Roma La Sapienza Biotecnologie
www.uniss.it Università deglii studi di Sassari Biotecnologie
www.unisi.it Università degli studi di Siena Biotecnologie
www.unite.it Università degli studi di Teramo Biotecnologie
www.unito.it Università degli studi di Torino Biotecnologie
www.unitn.it Università degli studi di Trento Scienze e Tecnologie Biomolecolari
www.units.it Università degli studi di Trieste Scienze e Tecnologie Biologiche
www.uniud.it Università degli studi di Udine Biotecnologie
www.uniurb.it Università deglii studi di Urbino Biotecnologie
www.univr.it Università degli studi di Verona Biotecnologie
www.unipi.it Università degli studi di Pisa Biotecnologie
www.unisr.it Università Vita-Salute San Raffaele Ricerca biotecnologica in medicina
www.iusspavia.it Istituto universitario di Studi Superiori Pavia Classe di Scienze Umane e della Vita
www.unipmn.it Università degli studi del Piemonte Orientale Biotecnologie
www.sssup.it Scuola Superiore Sant’Anna Classe di Scienze Sperimentali
www.unibo.it Università degli studi di Bologna Biotecnologie
www.unibs.it Università degli studi di Brescia Biotecnologie
www.unical.it Università della Calabria Scienze e tecnologie biologiche
www.unicampania.it Università degli studi della Campania Biotecnologie
www.unile.it Università del Salento Biotecnologie
http: /roma.unicatt.it Università Cattolica del Sacro Cuore Biotecnologie per la medicina personalizzata
Tabella non esaustiva, testi chiusi in redazione giugno 2020
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LUNEDÌ
MARTEDÌ
MERCOLEDÌ
Giornata mondiale
della creatività e
dell’innovazione
Giornata mondiale
della migrazione dei pesci
AM AM AM
PM PM PM
Hai mai pensato di diventare un biologo marino?
C’è necessità di ampliare la conoscenza
sull’ambiente marino
e, allo stesso tempo, di capire
come meglio possiamo tutelarlo.
Lo dice una biologa marina
qual è Mariasole Bianco (qui
nella foto).
Lo dice riferendosi ai ragazzi
che potrebbero valutare di intraprendere
un percorso di studi
per occuparsi di queste tematiche
nella loro vita professionale.
«Se dovessi consigliare - suggerisce
la Bianco che è ormai
il volto televisivo e social della
biologia marina - direi di frequentare
un’università italiana,
per esempio quella di Genova,
che è in grado di offrire un’ottima
formazione a livello teorico
da integrare, poi, con una preparazione
pratica che garantiscono
alcune università estere,
incrementando anche la conoscenza
dell’inglese, che è fondamentale
in questa materia».
E poi, l’esperta aggiunge: «Ancor
più che in altri tipi di studi, sono
necessari grande passione e
determinazione per poter valorizzare
le proprie competenze e
potersi affermare come professionista
del mare, in un settore
che al momento non garantisce
molti sbocchi occupazionali».
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settimana 17
GIOVEDÌ
Giornata
della Terra
AM
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VENERDÌ
Giornata mondiale
del libro e del diritto
d’autore
AM
SABATO
Giornata mondiale
per gli animali da
laboratorio
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aprile 2021
PM
PM
È il Green Deal che “assume”
Europrogettisti, mobility manager,
ingegneri ambientali,
energy manager ed esperti
in gestione dell’energia (Ege),
architetti sostenibili, ecodesigner,
avvocati e chimici verdi.
Ma anche geologi ambientali,
scienziati dei materiali, data
analist green, esperti di marketing
ambientale e di acquisti
verdi. Ecco una top list suggerita
da IlSole24Ore in tema
di GreenJobs, posizioni che il
Green Deal della Commissione
europea necessita per arrivare
alla sua attuazione.
25
Giornata nazionale
della liberazione
Giornata mondiale
della malaria
Giornata mondiale del pinguino
Giornata mondiale
del cane da soccorso
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PERCORSI FORMATIVI / Segui l’intuito Green
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LUNEDÌ
MARTEDÌ
MERCOLEDÌ
Giornata mondiale
Giornata mondiale
del tapiro
della sicurezza e
della salute sul lavoro
Giornata mondiale per la salvaguardia
delle rane
AM AM AM
PM PM PM
Serve la vocazione per fare un lavoro Green
Ci sono dei trend sempre più
chiari che conviene tenere ben
presenti quando si cerca lavoro.
Tra questi spicca la necessità
di sottolineare la propensione
alla Sostenibilità. Ancora
prima di affermare di fare un
Green job, conviene dimostrare
di essere Green “dentro”. E
metterlo in evidenza nel proprio
curriculum vitae è buona
cosa. Con dati di fatto. Che
non vuol dire essere ambientalisti
sfegatati, ma rispettare
degli assunti di base da cui
non si può più prescindere.
Il trend lo si evince anche
sfogliando il manuale
firmato da Tessa Gelisio
e Marco Gisotti
“100 Green jobs per
trovare lavoro. Guida
alle professioni sicure,
circolari e sostenibili”
(edizioni Ambiente).
Dopo una serie di interviste ad
alcuni protagonisti del mondo
del lavoro e dell’imprenditoria,
il volume esplora le implicazioni
e le potenzialità della
transizione verso la circolarità
in 18 settori, dal promoter
ecoturistico al parrucchiere
Green, dall’installatore di impianti
di condizionamento
a basso
impatto ambientale
al manager del ciclo
integrato dei rifiuti:
non esiste settore
produttivo e lavorativo,
ormai, che
non esiga figure professionali
esperte di Sostenibilità e ambiente,
competenze sempre
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settimana 18
GIOVEDÌ
AM
29 30
VENERDÌ
Arbor day (Usa)
AM
SABATO
Festa dei lavoratori
1
aprile/maggio 2021
PM
PM
DOMENICA
Giornata mondiale
del tonno
2
più spesso richieste, dai reclutatori,
in prima battuta. Nella
guida si trova, poi, un quadro
aggiornato delle competenze
verdi, oggi sempre più richieste,
ed elenca tutti gli strumenti
che danno un supporto
concreto a chi cerca lavoro, a
chi vuole cambiarlo o a chi lo
ha perso e vuole reinventarsi
nel Green (l’analisi dei fabbisogni
di Inapp, le Skills for
Jobs dell’Ocse, il Sistema informativo
Excelsior, i tirocini,
la Garanzia giovani, l’offerta
formativa regionale, gli ammortizzatori
sociali).
il punto di vista dei Chinson
a cura di Mario Airaghi
Il diario continua a pag. 70
PERCORSI FORMATIVI / Segui l’intuito Green
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Per conoscere le imprese
Con i progetti didattici
"La Grande Macchina del Mondo" e "un pozzo di scienza"
Il Gruppo Hera per la scuola
La multiutility al fianco di insegnanti e nuove generazioni
con progetti gratuiti di educazione ambientale e divulgazione scientifica
per costruire insieme un futuro alternativo per il Pianeta
on sei mai troppo piccolo
"Nper fare la differenza” ha
detto Greta Thunberg. E il Gruppo
Hera ormai da tempo ha fatto
sua questa convinzione, nella teoria
e nella pratica, valorizzando
il ruolo attivo dei ragazzi come
cittadini di domani: infatti è fin
da piccoli che si impara a essere
adulti responsabili e a rispettare
ciò che ci circonda, ma soprattutto
a pensare e ad agire per
proteggere l’ambiente e garantire
così il futuro del pianeta che
ci ospita.
È per questo che il Gruppo Hera
dedica da oltre 10 anni risorse,
impegno e cuore al progetto
didattico La Grande Macchina
del Mondo, pensato per portare
gratuitamente l’educazione ambientale
e la divulgazione scientifica
nelle scuole di ogni ordine
e grado con percorsi, metodologie
e attività adatti a ogni fascia
d’età, e soddisfare così le diverse
esigenze delle classi e degli insegnanti.
Del resto, la multiutility che fornisce
acqua, energia e servizi ambientali
a oltre 4 milioni di cittadini
in Emilia Romagna, Veneto, Friuli-Venezia
Giulia, Marche, Toscana
e Abruzzo, si impegna a creare
valore condiviso e a rispondere ai
bisogni dei territori in cui opera
anche mettendo la sostenibilità
e l’educazione ambientale tra le
priorità della sua strategia.
Solo in Emilia Romagna ogni
anno sono oltre 100.000 ragazzi
dai 4 ai 18 anni, 3.500 classi
e 7.000 insegnanti che partecipano
a La Grande Macchina
del Mondo, che si rivolge alle
scuole dell’infanzia, primarie e
secondarie di primo grado, e a un
pozzo di scienza, il progetto di
divulgazione scientifica dedicato
agli istituti superiori. Gli studenti,
guidati e stimolati da educatori
esperti, possono prendere parte
in modo interattivo a laboratori
pratici, incontri scientifici, giochi,
attività multimediali, spettacoli e
atelier creativi. L’obiettivo è quello
di conoscere meglio l’ambiente
che li circonda, imparare come
funziona il ciclo idrico dell’acqua,
come fare correttamente
la raccolta differenziata dei rifiuti
e riflettere sul tema dell’energia
e sull’uso di fonti alternative. Il
filo rosso che lega i diversi temi
è quello dell’economia circolare,
da cui parte la riflessione sulla
necessità di trasformare il nostro
stile di vita, non più sostenibile,
per preservare le risorse del pianeta.
Diverse le modalità di svolgimento
dei percorsi previste, in
presenza o a distanza, a cui si
aggiunge la possibilità di scaricare
gratuitamente online sul sito
educational box ed educational
kit per insegnanti e famiglie.
I progetti di educazione ambientale
che il Gruppo Hera offre
alle scuole vogliono essere un
punto di riferimento per istituti
e docenti, nella convinzione
che solo la conoscenza possa
aprire a un cambiamento reale
che modifichi i comportamenti
e costruisca un futuro più sostenibile.
Arrivando alle menti
e ai cuori di bambini e ragazzi,
Hera vuol far crescere in loro la
consapevolezza che le proprie
azioni possono davvero fare la
differenza.
greenplanner 64
percorsi formativi
Esperienze
da una serie di attività rivolte alla
riduzione nell’uso di combustibili
fossili, diminuzione dell’inquinamento
e delle emissioni di gas
serra, aumento dell’efficienza
energetica, riciclaggio dei materiali
e sviluppo nonché l'adozione
di fonti di energia rinnovabili.
La sostenibilità ambientale è nel
corso degli anni diventata non
solo determinante per la salvaguardia
dell’ambiente, ma anche
un’occasione per contrastare la
disoccupazione.
Gli studi condotti nel corso degli
ultimi anni dall’Organizzazione
internazionale del lavoro prevedono,
infatti, che la transizioa
cura di Sara Pavone
L’importanza di fare un Green Job
Il lavoro del futuro? Sicuramente
sarà Green. Ovvero dovrà
contemplare tutta una serie di
parametri e comportamenti che
hanno a che fare con la Sostenibilità
e l’economia circolare. Alcuni
lavori saranno però più di altri
dei Green Job. Così come alcuni
mestieri saranno probabilmente
maggiormente richiesti: tutto
sta nell'individuare verso dove la
tecnologia galoppa.
Però, attenzione: non c’è una
modalità univoca per dire cosa
sia un Green Job. La definizione
dell’Occupational information
network (O*Net) evidenzia che
un Green Job è tale se definito
ne verso un’economia a basse
emissioni di carbonio e più verde
potrebbe generare fino a 60
milioni di nuovi posti di lavoro in
tutto il mondo nel corso dei prossimi
due decenni, rispetto a un
percorso di sviluppo tradizionale.
Una transizione che avrà effetti
non solo sulla quantità, ma anche
e soprattutto sulla composizione
e la qualità dei posti di lavoro nei
diversi settori. È per questo che si
rende, quindi, necessario creare
competenze e profili adatti seguendo
un determinato percorso
di studi, favorendo così l’incontro
tra domanda e offerta di Green
Job e lo sviluppo.
I Green Job si imparano a scuola
Magari anche nella tua
Una guida per gli imprenditori green di domani:
è quello che vuole essere l’iniziativa
di sviluppo imprenditoriale Green Jobs, un
progetto che affianca professori e studenti delle
Superiori in un percorso scolastico
di realizzazione dei giovani in
ambito culturale, sociale e professionale.
Avviato in Lombardia nel 2015 da
Fondazione Cariplo, Green Jobs si
è esteso a livello nazionale a partire
dal 2018 grazie al coinvolgimento
di altre otto fondazioni di origine
bancaria aderenti all’Acri: Fondazione
Crt, Fondazione Compagnia
di San Paolo, Fondazione Carispezia, Fondazione
Cariparo, Fondazione Caritro, Fondazione
Cassa di Risparmio di Perugia, Fondazione
Tercas e Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana.
Sul campo, in aula con gli studenti: Junior
Achievement Italia e InVento Innovation Lab.
Obiettivo del progetto Green Jobs è condurre i
ragazzi a creare mini imprese che
propongono risposte concrete a
problemi ambientali e in linea con
gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile
dell’Agenda 2030 delle Nazioni
Unite. Ogni anno la giuria decreta
una mini impresa green vincitrice.
La scorsa edizione – la 2020 – ha
premiato il progetto della classe 4G
del Liceo Rosmini di Rovereto (Tn)
che ha ideato la WoodCard, una
smart card realizzata con il legno proveniente dagli
alberi caduti durante la tempesta del 2018 in
Trentino.
greenplanner 65
percorsi formativi
Professioni su cui puntare
a cura di Sebastian Brocco
Studiare i cambiamenti climatici
e farne un mestiere
Dove imparare in Italia a gestire la crisi climatica: ecco le
Università che offrono corsi di laurea triennale o magistrale e
anche percorsi specializzati sulle materie del futuro
formativa legata ai
cambiamenti climatici sta
L’offerta
crescendo, offrendo percorsi
dedicati nei maggiori atenei
italiani. Certo, però, non si può
dire che sia facile imbattersi in
uno di questi corsi di laurea. Il
problema principale risiede nel
fatto che si tratta di un argomento
inedito, per cui è necessario un
approccio interdisciplinare con
forti basi scientifiche, che porti
con sé la capacità di fare valutazioni
di ordine economico, finanziario
e analisi delle policy. Non
basta essere scienziati insomma:
bisogna anche imparare a gestire
le risorse, a negoziare con gli
stakeholder e a leggere la società
nella sua globalità.
Ma qualcosa si sta muovendo:
ecco le principali offerte degli
atenei italiani.
Percorso di studi lauree triennali
Le lauree triennali, per forza di
cose, non possono giungere ai
livelli di approfondimento di un
master, ma sono senz’altro essenziali
per dotarsi dei principali
strumenti concettuali utili per
compiere i passi successivi.
A Milano ci sono l'Università
degli studi Bicocca, con la
triennale in Scienze e Tecnologie
per l’Ambiente (unimib.
it/ugov/degree/5575) che
punta allo studio delle tematiche
ambientali a tutto tondo:
cambiamenti climatici ma anche
inquinamento atmosferico,
bonifiche, conservazione
della biodiversità. Si tratta di
un corso di laurea che punta
a dare ampie conoscenze di
base su come funzioni il pianeta
e su come l’essere umano
interagisce con esso. Uno
stampo simile lo ha Scienze
Ambientali al Campus di Ravenna
(corsi.unibo.it/laurea/
ScienzeAmbientali). Tornando
a Milano, più orientato verso la
gestione delle risorse troviamo
la triennale dell'Università
Statale con Scienze e Politiche
Ambientali: Scienze e Tecnologie
per l’Ambiente, Tutela
e Gestione dell’Ambiente e
Politiche per la Sostenibilità
(unimi.it/it/corsi/corsi-di-laurea/scienze-e-politiche-ambientali).
E dopo la triennale? Ecco le lauree magistrali
Con le lauree magistrali il gioco
si fa duro: gli insegnamenti
di settore sono la maggior
parte e puntano a formare
esperti per il mondo della ricerca,
della divulgazione e delle
imprese.Ancora una volta
troviamo Università Bicocca
e Statale di Milano: la magistrale
di Scienze e Tecnologie
per l’Ambiente e il Territorio
(unimib.it/ugov/degree/5577)
offre la possibilità di studiare
maggiormente ciò che accade
al nostro clima con i corsi di
Fisica dell’Atmosfera, Cambiamenti
Climatici, Chimica
dell’Atmosfera e altri affini;
mentre alla Statale è possibile
studiare per conseguire
una laurea in lingua inglese
con due curriculum, incentrati
sui sistemi agroalimentari
e sull’economia dell’energia:
Environmental and Energy
Economics e Economics and
Management of Agri-Food
System (unimi.it/it/corsi/
corsi-di-laurea/environ-
greenplanner 66
percorsi formativi
Ora mi faccio un master
Per quanto riguarda i master,
troviamo corsi altamente professionalizzanti,
come il master
di secondo livello offerto
dalla Statale di Milano (unimi.it/it/corsi/corsi-post-laurea/master-e-perfezionamento/catalogo-master/
aa-2019/2020-master-interdisciplinary-approaches-climate-change-secondo-livello),
Interdisciplinary
approaches to climate change,
che intreccia insegnamenti
scientifici a questioni
umanitarie, economiche
Aspiri a un dottorato?
Stanno comparendo infine i
primi dottorati interamente
incentrati sul tema dei cambiamenti
climatici: alla Ca’
Foscari di Venezia possiamo
trovare Scienze e Gestione dei
Cambiamenti Climatici (unive.it/pag/7762/),
con diverse
linee di ricerca che vanno
dall’aumento del livello dei
mari al funzionamento degli
ecosistemi marini. Bologna,
invece, offre il dottorato di
e sociali. Troviamo, poi, la
proposta del Politecnico di
Torino, con il master Climate
Change: Adaptation and
Mitigation Solutions (diati.
polito.it/focus/cambiamenti_climatici/master_di_ii_
livello), dedicato a laureati
in discipline scientifiche o
ingegneristiche e quello
della veneziana Ca’ Foscari
Science and Management
of Climate Change (unive.it/
pag/33465/), strettamente
collegato all’omonimo dottorato
di ricerca.
ricerca Il futuro della Terra,
Cambiamenti Climatici e
Sfide Sociali (magazine.unibo.it/archivio/2019/11/19/
al-via-il-nuovo-dottorato-di-ricerca-201cil-futuro-della-terra-cambiamenti-climatici-e-sfide-sociali201d),
che, attraverso uno
sguardo multidisciplinare,
punta a dare delle risposte ad
alcune delle sfide più complesse
dei giorni nostri.
Professione
meterologo
Nevica o non nevica? C’è il
sole o pioverà? La risposta
la cerchiamo sempre
più affidandoci a Internet. Ma chi
c’è dietro alle previsioni? Geologi,
meteorologi e professioni assimilate
come tecnici fisici: sono
queste le figure che studiano il
tempo e cercano di prevenire il
clima. Stando ai dati della Camera
di commercio di Milano Monza
Brianza Lodi, sono professioni
e specializzazioni sempre
più ricercate. Tanto che si parla
di 1.400 assunzioni all’anno in
tutta Italia. Le caratteristiche più
richieste? La capacità di lavorare
in gruppo, il problem solving ma
anche l’applicazione di modelli
matematici e l’attenzione alla
sostenibilità ambientale. Sono
più di 300 le aziende specializzate
in fabbricazione di strumenti
di meteorologia e attività riguardanti
le previsioni: il 10% in più
rispetto al 2013. Il lavoro, quindi,
non manca. La precisione delle
previsioni, a volte, purtroppo, sì.
Ma anche questo fa parte della
sfida ai cambiamenti climatici.
Che ci obbliga a studiare meglio
le follie del tempo, a creare nuovi
strumenti di misurazione e nuovi
algoritmi per il clima.
mental-and-food-economics).
Spostandoci nel capoluogo
piemontese, troviamo la
nuova offerta Climate Change
in lingua inglese del Politecnico
di Torino (diati.polito.it/
focus/cambiamenti_climatici/laurea_magistrale),
che
punta a formare ingegneri
capaci di trattare modelli climatici
e pianificare strategie
di mitigazione e adattamento.
Grazie alla laurea magistrale
in Analisi e Gestione
dell’Ambiente (corsi.unibo.
it/magistrale/AnalisiGestioneAmbiente/curriculum-climate-kic)
dell’Alma Mater
Studiorum di Bologna, nel
distaccamento del Campus
di Ravenna, è possibile seguire
il curriculum Climate-Kic,
promosso dall’omonima community
europea che riunisce
esperti, accademici e industrie
attorno ai principali temi della
crisi climatica.
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appunti del mese
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maggio /
botanica antinquinamento
Una pianta ci salverà
Phospine & vaccinum
macrocarpon.
Street artist: Fabio Petani
LUNEDÌ
Giornata mondiale
per la libertà
di Stampa
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MARTEDÌ
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AM AM AM
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Noi (uomini) sporchiamo, loro (piante) ripuliscono
Siamo la civiltà dell’inquinamento
e dei rifiuti. Perché
sappiamo produrne con una
capacità illimitata. Inquiniamo
l’aria, le acque. Il suolo non
solo lo sporchiamo, ma lo rendiamo
sterile, anche senza cementificarlo.
Usiamo e sprechiamo,
accumulando scarti.
Siamo proprio una in-civiltà.
Per fortuna accanto a noi vivono
le piante. Silenziose e
belle ci circondano senza che
neppure, a volte, ce ne accorgiamo.
Oltre a sfamarci, a darci
aria pulita e fornirci energia,
sono gli alberi che ci permetteranno
di moderare l’innalzamento
della temperatura del
globo. Inoltre, le piante sono
la semplice soluzione per limitare
i danni degli allagamenti,
straripamenti, inondazioni
perché le radici assorbono acqua
e un terreno piantumato
è molto più sano e sicuro che
uno disboscato. La soluzione
a portata di tutti? Circondarci
di alberi, piantarli ovunque, sia
dentro che fuori casa. Non ci
sono scuse che tengano. Né
per noi, né per i politici: nel nostro
pianeta – rileva uno studio
condotto dal Politecnico
Federale di Zurigo - ci sono
abbastanza terre (1,7 miliardi
di ettari) idonee per aumentare
la superficie forestale di
un terzo, senza andare a in-
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settimana 19
GIOVEDÌ
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SABATO
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maggio 2021
PM
terferire con le aree urbane o
agricole. Ma bisogna cambiare
marcia: i più di noi percepiscono
gli alberi come esseri
inanimati, privi di vita. Solo
oggetti da tagliare, estirpare
PM
o piantare a seconda dei nostri
desideri. E invece… nelle
pagine successive scopriremo
come le piante sono una
delle nostre poche ancore di
salvezza.
a proposito di rifiuti
Dopo sei anni di decrescita, sotto 30 milioni
di tonnellate, nel 2018 la produzione
nazionale di rifiuti urbani è tornata a
superare tale cifra, assestandosi a quasi
30,2 milioni di tonnellate (+ 2% rispetto
al 2017). Il che vuol dire che siamo arrivati
a produrre 500 chilogrammi di rifiuti
per abitante.
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Giornata mondiale
degli uccelli
migratori
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BOTANICA ANTINQUINAMENTO / Una pianta ci salverà
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LUNEDÌ
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MARTEDÌ
MERCOLEDÌ
AM AM AM
PM PM PM
L’infinita intelligenza delle piante
Sarebbe utile inserire al più
presto corsi di botanica in tutti
i gradi di istruzione. Tanto più
che il rispetto delle piante è
un senso assopito dell’uomo,
ma esiste. E va risvegliato.
Conoscere gli alberi e la loro
fisiologia permetterà di avvicinarsi
sapientemente ad essi.
Stefano Mancuso, esperto
di neurobiologia vegetale, ritiene
che si debba guardare
alle piante in un modo nuovo,
usarle non solo per quello che
hanno da offrirci, ma per quello
che possono insegnarci. «Le
piante esistono sulla Terra da
molto più tempo di noi - è l’assunto
di Mancuso che si ritrova
anche nel libro "La nazione
delle piante" (Laterza editore)
- sono meglio adattate, e probabilmente
ci sopravvivranno:
nella loro evoluzione hanno
trovato soluzioni tanto efficienti,
quanto non predatorie
nei confronti dell’ecosistema
in cui noi, assieme a loro, vivia-
Sviluppare la cultura delle piante
è una buona strada per renderci
conto di quali altre “civiltà”
superano e aiutano la nostra.
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GIOVEDÌ
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SABATO
Giornata
internazionale
della famiglia
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maggio 2021
PM
mo». Mancuso è un profondo
conoscitore del mondo vegetale.
I suoi più recenti studi, in
seno all’Università di Firenze,
hanno dimostrato che gli alberi
sono dotati di sensi, memorizzano
e comunicano tra loro e
quindi possono essere descritti
come organismi intelligenti a
tutti gli effetti.
Tanto che lo studioso ritiene
che ci siano le basi per rivendicare
un’organizzazione “politica”
del mondo vegetale. Una
Nazione delle piante. Politicamente
corretta senza ombra
di dubbio.
PM
Facci caso
«Amo appoggiare
la mia mano
sul tronco di un
albero davanti al
quale passo, non per assicurarmi
dell’esistenza dell’albero
– di cui io non dubito
– ma della mia». Christian
Bobin, scrittore e poeta
francese poco noto in Italia,
ci comunica così il senso
di solidità e protezione che
emanano gli alberi.
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BOTANICA ANTINQUINAMENTO / Una pianta ci salverà
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LUNEDÌ
17
Giornata
internazionale contro
l’omofobia, la bifobia
e la transfobia
MARTEDÌ
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AM AM AM
PM PM PM
Forestiamo le nostre città
Le città verdi non crescono
come funghi. Ma vanno “coltivate”.
Cittadini, aziende, associazioni
sono chiamati allo
sviluppo di ciò che Umberto
Andolfato, vicepresidente
dell'Associazione italiana
architettura del paesaggio
(Aiapp), definisce “Verde
fondamentale”, superando il
luogo comune che il verde sia
solo ornamentale.
Gli alberi sono generatori di
ecosistemi, partendo dalla loro
stessa natura di ecosistemi.
Che siano querce, pini, betulle,
sequoie o baobab, sono creature
che grazie a complessi apparati
sensoriali comunicano
tra loro. Alcuni alberi secolari
arrivano a essere considerati
veri e propri monumenti e vengono
quindi posti sotto tutela.
Basti pensare alle faggete del
nostro Appennino, come quella
di Pescocostanzo in provincia
de L'Aquila, che è diventata patrimonio
dell'Unesco.
Un libro dello scrittore Tiziano
Fratus ci invita a diventare
cercatori di piante e a scoprire
gli alberi monumentali del
nostro Paese "Il manuale del
perfetto cercatore di alberi",
(Feltrinelli). Questa bella azione
si può mettere in pratica
anche in una città come Milano,
dove c'è l’obiettivo di costruire
una foresta di 3 milioni
di alberi entro il 2030. A far
crescere questa foresta – già
battezzata ForestaMi - potranno
contribuire tutti: cittadini
e imprese private.
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settimana 21
GIOVEDÌ
Giornata
mondiale
delle api
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VENERDÌ
Giornata
internazionale
del tè
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SABATO
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Giornata
internazionale della
diversità biologica
maggio 2021
PM
Piante assorbi smog
Nella top ten delle piante più
adatte a combattere l’inquinamento
atmosferico al primo
posto c’è in assoluto l'acero
riccio: ogni esemplare
di questo possente
albero è in grado
– secondo il Centro
nazionale delle ricerche
(Cnr) – di assorbire
fino a 3.800 chili di CO 2
nell’arco di vent’anni.
Per questo lo si valuta
PM
per la sua capacità complessiva
di mitigazione dello smog.
A pari merito, con 3.100 chili
di CO 2
aspirati dall’aria, ci
sono poi la betulla verrucosa
e il cerro. Catturano fino a 2,8
tonnellate in un ventennio
il ginkgo biloba,
il tiglio nostrano e
selvatico, il bagolaro,
l’olmo e il frassino comuni.
L’ontano nero,
con 2,6 tonnellate,
chiude questa speciale
classifica.
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Giornata mondiale
delle tartarughe
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BOTANICA ANTINQUINAMENTO / Una pianta ci salverà
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La vera materia degli alberi
Ogni albero ha una propria architettura,
un fogliame caratteristico
apprezzabile anche
da un punto di vista estetico.
«I nostri studi ci dicono che gli
alberi non sono mirabili solo
per il loro aspetto estetico ma
anche per la loro prodigiosa
fisiologia - afferma Mauro
Bernabei dell’Istituto di bioeconomia
(Ibe) del Consiglio
nazionale delle ricerche -. Tra
gli alberi troviamo esemplari
che arrivano a oltre 4.500 anni
di vita, come certi pini dell’ovest
degli Stati Uniti, oppure in
grado di superare i 100 metri
d’altezza, come le sequoie o
gli eucalipti australiani. Inoltre,
ci forniscono il legno, un materiale
caldo, confortevole, resistente.
Non a caso i Romani
chiamavano il legno "materia",
da cui lo spagnolo madera, la
radice del nostro termine materiale».
In sostanza, per i Romani
il legno era il materiale
per antonomasia.
La storia
degli anelli…
«Gli anelli degli alberi delle
zone temperate crescono
con cadenza annuale: la
dendrocronologia (da dendron,
albero, e kronos, tempo)
li studia in relazione al tempo
ed è, a oggi, il più preciso
strumento per la datazione
del legno- spiega Bernabei
- La dendroclimatologia, invece,
studia la correlazione
dell’accrescimento degli al-
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GIOVEDÌ
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beri con i parametri climatici.
La successione nel tempo di
anelli più spessi e più sottili
può indicare annate favorevoli
e sfavorevoli per la pianta
e quindi, indirettamente,
fornire informazioni sulle
variazioni climatiche».
PM
il punto di vista dei Chinson
a cura di Mario Airaghi
DOMENICA
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Il diario continua a pag. 84
BOTANICA ANTINQUINAMENTO / Una pianta ci salverà
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botanica antinquinamento
Botanica da portare in casa
5 piante che
fanno bene a noi
e all’ambiente
C
ircondiamoci di nuove piante, buone per
l’ambiente, ma anche per la nostra salute.
La prima segnalazione che diamo è relativa
alla Tillandsia. Si tratta di una pianta che non
ha bisogno di terra. Le sue radici respirano aria,
proprio come noi, ma a differenza nostra la purificano
anche. La Tillandsia, infatti, è nota perché
in grado di assorbire e di trattenere le sostanze
inquinanti presenti nell’atmosfera, come
la formaldeide, che si trova in tutti gli ambienti
di vita e di lavoro, ma anche i PM10,
molecole inquinanti prodotte durante i
processi di combustione che normalmente
le altre piante non sono in grado di assorbire.
Circondarsi in casa o in ufficio di
Tillandsia fa, dunque, bene.
Anche lo Spatafillo sarebbe in grado di
assorbire particelle inquinanti nell’aria,
purificandola così dalle sostanze nocive
a cura di M.Cristina Ceresa
presenti. La pianta è, altresì, un perfetto regolatore
di umidità. Detto anche il "giglio della pace",
lo Spatafillo si adatta facilmente a qualsiasi tipo
di ambiente. Tenere lontano dai raggi diretti del
sole e avere l’accortezza di annaffiarlo spesso.
La Dracaena sanderiana è la madre dei rametti
di bambù che possono vivere nelle nostre case.
Nell’arte del Feng Shui (la teoria taoista che
suggerisce regole di buona edilizia e arredamento)
si crede che questa pianta porti felicità,
ecco perché lo chiamano "Lucky bambu".
Anche le Orchidee, secondo le regole del Feng
Shui, sono un must per la casa perché in grado
di dare vitalità agli ambienti e alleggerire la
mente. Questo fiore rilascia ossigeno, soprattutto
nelle ore notturne, quindi si consiglia di
posizionarlo in camera da letto, in modo da
trovare nuova serenità già dalle prime
ore del giorno.
Infine, sarebbe bello rivedere nei nostri
giardini il Sorbo. Perché? Soprattutto
per il suo frutto che andrebbe “riscoperto”
ora che la moda delle spremute
da estrattore impazza: la sua rosacea
è ricca di vitamine. La crescita di questa
pianta è lenta. Ma ne vale la pena: ogni
anno le bacche spuntano per darci una
ventata di vitalità.
La Fabbrica dell'Aria
All’Università di Firenze
(Linv) si sta sperimentando
la filtrazione botanica,
che utilizza le piante per
purificare l’aria. Poiché esse
catturano molecole inquinanti
e le incorporano nella loro biomassa,
il loro filtro ha una durata
indefinita ed è quindi molto
più efficiente rispetto alla filtrazione
meccanica. La Fabbrica
dell’Aria è una struttura vetrata
attraverso cui viene fatta passare
l’aria da depurare. Essa
passa attraverso un intercapedine
sotto al piano di calpestio,
fluisce attraverso le vasche
dove vengono messe a dimora
le piante, per poi tornare, depurata,
nell’ambiente. Quando
le sostanze inquinanti passano
attraverso il substrato di coltura,
vengono bloccate e quindi
assorbite dalle radici delle
piante. Gli inquinanti rimanenti
vengono assorbiti dalle foglie
attraverso gli stomi, degradate
e convertite in nutrienti.
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appunti del mese
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giugno /
green style
Viviamolo tutti i giorni
LUNEDÌ
Giornata mondiale
contro il fumo
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MARTEDÌ
MERCOLEDÌ
Festa della
Repubblica
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Forse sei anche tu un po’… Lohas
Lohas è un acronimo che indica
chi fa del "Lifestyle of health and
sustainability" la propria scelta
di vita. Non possiamo indicarli
come veri e propri ambientalisti,
ma di sicuro sono green dentro.
Secondo una ricerca firmata
Astarea, i Lohas si
contraddistinguono per
una programmazione
delle strategie di acquisto
a basso impatto
ambientale. Agiscono a
valle sul “contenimento
dell’accumulo” ed eviterebbero il
“digital shopping”. Elevata, invece,
sarebbe la frequentazione dei
gruppi di acquisto solidale.
Inoltre, i Lohas, mostrano un
interesse più marcato per i negozi
dove si vendono
prodotti sfusi: punti di
vendita a km zero in
cui si trovano prodotti
stagionali. In sostanza i
Lohas, mostrano interesse
per la protezione
dell’ambiente, sono
propensi ad agire e interagire
con il business socialmente responsabile
e sono avvezzi ad
adottare prodotti sostenibili.
Può definirsi un Lohas chi cerca
prodotti naturali e salutari, con
una dieta sempre più vegetale
con alimenti biologici, ricchi di
fibre, senza ogm e conservanti;
scelta di cosmetici senza nichel,
parabeni e petrolati; preferenza
per capi di abbigliamento in fibra
naturale. Tra i comportamenti
sostenibili di un Lohas troviamo
l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile;
risparmio di risorse domestiche
come acqua ed ener-
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settimana 23
GIOVEDÌ
Giornata mondiale
della bicicletta
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Giornata internazionale
dei bambini innocenti
vittime d’aggressioni
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dell’ambiente
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maggio/giugno 2021
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Giornata mondiale
della decrescita
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Fonte: Arestea
Donne 62%
Lohas in Italia
Active consumers: 15%
Tendenzialmente più presenti nelle classi di età
mature e le coppie senza figli conviventi
Più numerosi nei comuni tra i 30 e i 100.000 abitanti
Tra le professioni: più rappresentati imprenditori,
liberi professionisti, quadri intermedi e insegnanti
gia; contenimento degli sprechi
di cibo e altro, riduzione del superfluo;
preferenza per il trasporto
pubblico e per le formule
alternative all'auto di proprietà.
Insomma, in giro c’è gente che ci
tiene a condurre una vita a basso
impatto ambientale. E noi siamo
convinti che chi usa la Green
Planner sia un po’ (tanto) Lohas.
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GREEN STYLE / Viviamolo tutti i giorni
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MARTEDÌ
Giornata mondiale
degli oceani
MERCOLEDÌ
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La moda ai tempi del Green
LO SAPEVI?
In uno scenario in cui i consumatori
sono sempre più sensibili e le
normative sempre più stringenti,
il settore della Moda (un mercato
che vale 2.000 miliardi di dollari)
non può più far finta di nascondere
dietro la creatività l’inquinamento
che produce in maniera
considerevole. Ma come avverrà
la trasformazione e quanto
costerà? Uno studio di Boston
Consulting Group e Fashion for
Good parla di una cifra dai 20 ai
30 miliardi di dollari l'anno. Necessari
sono: nuovi materiali,
processi, tecnologie e modelli di
business. In particolare, è da affrontare
lo studio di materie prime
alternative mentre le soluzioni
di fine vita dei prodotti hanno
il più alto potenziale di impatto,
anche economico. Se pensiamo
alle infrastrutture necessarie per
il riciclaggio chimico dei rifiuti tessili,
notiamo che richiedono investimenti
più ampi nella raccolta
e nella creazione di strutture per
smistamento e pulizia.
Un impulso importante alla
rivoluzione green nel settore
della Moda è stato dato dalla
campagna Detox di Greenpeace,
che dal 2011 ha
chiesto alle aziende
del comparto
nel mondo di
eliminare le
sostanze chimiche
nocive
dalla catena di
produzione.
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settimana 24
GIOVEDÌ
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Giornata mondiale
contro il lavoro
minorile
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La ricerca è in atto
La moda Sostenibile c’è e sta
già lavorando su materiali derivati
da scarti vegetali come
ananas e arance. Ma sono
nate collezioni realizzate con
tessuti ecologici, spesso recuperati
dalla tradizione, derivati
da fibre di ortica, ginestra,
canapa, bamboo e molte
altre. Si sta diffondendo inoltre
l’utilizzo di tessuti derivati
dal riciclo di materiali particolarmente
inquinanti come
la plastica. Per i finissaggi
come l’impermeabilizzazione
o l’effetto used dei tessuti è
stato diminuito l’utilizzo della
chimica e molte aziende
hanno ridotto
le emissioni
e il consumo
di acqua particolarmente
abbondanti in
questo settore.
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GREEN STYLE / Viviamolo tutti i giorni
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Giornata mondiale dei
LUNEDÌ
donatori di sangue
MARTEDÌ
Giornata mondiale
del vento
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Giornata mondiale della
MERCOLEDÌ
tartaruga marina
AM AM AM
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Sì viaggiare, ma senza inquinare
LO SAPEVI?
Con un giro di affari di oltre
1200 miliardi di dollari, il turismo
è una delle principali
voci della bilancia commerciale,
subito dopo i carburanti, i
prodotti chimici
e quelli
alimentari.
Peccato che
sia anche uno
dei settori a
forte impatto
ambientale:
secondo uno studio della rivista
scientifica Nature Climate
Change, l’industria del turismo
sarebbe responsabile dell’8%
di emissioni di gas serra a livello
globale. Inquinamento di
acqua, aria e terreni, sfruttamento
delle risorse idriche, degrado
ambientale, distruzione
degli ecosistemi: il turismo di
massa produce tutte queste
conseguenze. Rinascerà più
green dopo la pandemia?
Il fenomeno del “Leakage”
(che significa perdita in inglese)
riguarda il ritorno del denaro
generato
dal turismo nei
Paesi di provenienza
dei
visitatori. La
maggior parte
degli stakeholder turistici sono
rappresentati da grandi compagnie
occidentali. Nei Paesi
più poveri rimane poco.
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settimana 25
GIOVEDÌ
Giornata mondiale
per combattere la
desertificazione e
la siccità
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gastronomia sostenibile
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Giornata della
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DOMENICA
Giornata mondiale
dei rifugiati
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Turismo responsabile si può
Ecobnb è una piattaforma
che promuove turismo responsabile
e a ridotto impatto
ambientale, i soggiorni in
strutture ricettive ecosostenibili,
il cibo biologico, gli itinerari
rispettosi dell’ambiente, gli
spostamenti non inquinanti,
la riscoperta di luoghi vicini ed
autentici. Tutto è iniziato qualche
anno fa con ViaggiVerdi, la
community italiana dedicata al
turismo sostenibile. Il progetto
è diventato Ecobnb grazie
al finanziamento Seed Money
2014 di Trentino sviluppo e
al cofinanziamento Europeo
EcoDots dedicato a progetti di
turismo sostenibile.
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GREEN STYLE / Viviamolo tutti i giorni
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LUNEDÌ
Giornata mondiale
della giraffa
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MARTEDÌ
MERCOLEDÌ
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Non c’è più spazio per le guerre
Bombe di idee creative, contro
la guerra. Sono quelle sollecitate
ai designer di tutto il
mondo dalle call di Emergency
– Design Against War - lanciata
sulla piattaforma Desall
- con l’obiettivo di creare progetti
e soluzioni per attutire
l’impatto di chi vive in zone di
guerra. L’ultima call ha riunito
150 progetti. Bellissime idee,
alcune anche molto fattibili.
Come l’Emergency Box ideato
da Marta Sánchez Pérez, José
María Mateo Torres e Tomás
Larios Roca. Si tratta di una
toilette pubblica pieghevole
e adattabile a ogni luogo per
essere installata in aree colpite
da tragedie umanitarie.
Costruite in alluminio e tessuto
di pelle le toilette origami,
sono azionate da un pedale
interno collegato a una molla
che eleva la struttura coprendo
l’utente e dandogli intimità.
Possiamo fare a
meno di fumare?
Sono tante, troppe, le sigarette
che vanno in fumo ogni giorno
in Italia: l’Istat rileva che i
fumatori attivi sono circa 11,9
milioni, ossia il 22% della popolazione
(dato al 2016). Una
percentuale che rimane prevalentemente
stabile da circa 8
anni. Spaventoso il numero delle
sigarette che si fumano ogni
giorno in tutto il mondo: più di
15 miliardi di piccoli bastoncini
che – è dimostrato – non fanno
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Giornata mondiale
del cane in ufficio
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internazionale contro
l’abuso di droghe
e il traffico illecito
Giornata
internazionale delle
Nazioni Unite a
sostegno delle vittime
di torture
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Giornata
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bene né alla salute né all’ambiente.
Sì, perché è ancora troppo
diffusa l’abitudine di gettare
il mozzicone per terra con rilascio
di sostanze tossiche, come
il catrame, che arrivano anche
alla falda acquifera.
il punto di vista dei Chinson
a cura di Mario Airaghi
Il diario continua a pag. 96
GREEN STYLE / Viviamolo tutti i giorni
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green style
Tendenze in atto
a cura di Silvia Massimino
Sai cosa sono le sartorie digitali?
C’è una nuova generazione
di creativi della moda che
ha dato vita a collezioni
dal sapore sartoriale, ma altamente
tecnologiche, sia per materiali
che per processi utilizzati.
Sono soprattutto quelli digitali
che permettono di progettare le
collezioni, confezionare su misura,
creare strategie di marketing,
vendere e comunicare i valori del
marchio in un dialogo diretto con
la clientela, attento alla qualità,
alla sostenibilità e, spesso, anche
cruelty free.
I nuovi sarti digitali mantengono
un forte legame con il territorio
nel rispetto della cultura
e dell’ambiente, riducendo gli
sprechi e ottimizzando la produzione
attraverso capi artigianali
con lavorazioni manuali, tessuti
e tinture naturali, stampe digitali,
riuso di tessuto vintage e
l'utilizzo di packaging ecologico.
La vendita e la promozione
avvengono prevalentemente
online attraverso App, social
o piattaforme dedicate come
Etsy. I clienti sanno che possono
cambiare o restituire il prodotto
e che i sarti dall’altra parte dello
schermo possono apportare
tutte le modifiche richieste per
realizzare un capo su misura.
La struttura è, dunque, molto
più leggera: si limitano oltre
alle spese di un negozio, anche
produzioni in eccesso e scarti,
riducendo così notevolmente i
costi della comunicazione e della
distribuzione.
Questa tendenza è in atto da
tempo, ma con la pandemia c’è
stata un'impennata. Il sistema
moda è stato tra i primi a mettersi
in discussione essendo fra
i settori più impattanti sull'ambiente.
Da subito, infatti, è stata
accertata la correlazione fra
Quanto è chimico un vestito?
La varietà, il colore e la consistenza dei tessuti dipendono
dai processi di fabbricazione, dai materiali e dalle sostanze
chimiche utilizzate durante la produzione. La direttiva Reach
regolamenta queste sostanze e per esempio, vieta l’ossido di trisaziridinilfosfina
negli articoli tessili, limita il difenile polibromumato
così come il pentaclorofenolo, il nichel e i coloranti azoici. Insomma,
si torna a dare valore alle stoffe naturali che fanno bene una volta
indossate, ma anche all’ambiente.
inquinamento ed epidemie, ed
è risultato evidente che un'industria
basata su una serrata
corsa al profitto non è più sostenibile,
a nessuna latitudine.
Fra le prime voci autorevoli a
esprimersi in merito, sin dal primo
diffondersi del virus, ci sono
stati personaggi come Giorgio
Armani, Anna Wintour, Brunello
Cucinelli, che hanno dichiarato
la necessità di un cambio di
rotta verso un sistema più sostenibile.
In generale, le aziende,
soprattutto i grandi brand, si
sono orientati verso un’innovazione
responsabile, accelerando
le tempistiche di un processo
già in atto prima dell’esplosione
della pandemia.
Nuovi influencer
Non basta più il suggerimento
di un influencer. Il consumatore
più responsabile e attento
cerca prodotti di valore nel
rispetto dell’ambiente e delle
persone. Si informa online
prima di acquistare e poi si
reca in negozio. Si parla quindi
di comunicazione Figital
(unione fra i termini fisico e
digitale), punto di contatto fra
informazione digitale e customer
experience fisica. Occhi
puntati sulle certificazioni del
prodotto per conoscerne l’intera
filiera produttiva. App ed
etichette sono i nuovi influencer
per gli acquisti.
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green style
Tendenze
a cura di Sara Pavone
On line, stagionale e fatto a mano
Ecco come acquistano gli italiani
Anche gli italiani acquistano
sempre più on
line: lo afferma Consorzio
Netcomm – il digital hub
italiano per l’evoluzione delle
imprese verso i consumatori
digitali nel mondo: riferendosi
ai primi mesi del 2020 erano
2 milioni i nuovi consumatori
online in Italia (in tutto 29 milioni).
Certo, ricordiamo tutti
che periodo fosse quello, ma
gli esperti dicono che la tendenza
non sparirà. Supernova
Hub, distretto di innovazione
finalizzato alla creazione di un
ecosistema per la promozione
e la nascita di startup, stima
infatti che nell’80% dei casi la
tendenza ad acquistare online
rimarrà negli anni, semplicemente
perché si è compresa la
comodità che acquistare online
comporta.
Il grande boom nei settori degli
acquisti online si è verificato
soprattutto per il settore
dell’eGrocery: secondo l’Osservatorio
eCommerce b2c del
Politecnico di Milano, il volume
degli acquisti online di food
e grocery è raddoppiato e il
loro valore è persino triplicato.
Come evidenziato da Supermercato24
(comparatore di
siti di acquisto), infatti, il 15%
degli intervistati conferma di
aggiungere al carrello solo cibi
e brand che abbiano un basso
impatto ambientale e alti
standard green, mentre poco
meno di due terzi (63%) dei rispondenti
spiegano di apprezzare
molto prodotti e aziende
alimentari eco friendly, ma di
non sceglierli sempre al momento
della spesa, soprattutto
a causa del prezzo.
Dal sondaggio è poi emersa
una particolare attenzione nei
È sempre più consapevole la
spesa degli italiani: le scelte di
acquisto e il consumo rispondono
all’ottica “migliori per sé e per
l’ambiente”. Anche se a volte
l’attrazione per il prezzo più basso
è in agguato.
confronti della stagionalità e
della provenienza dei prodotti,
del biologico e sulle modalità
per evitare gli sprechi.
L’hand made effect
Come dimostra uno studio del
ricercatore Stijn van Osselaer
(Cornell University) pubblicato
sul Journal of Marketing, esiste
il cosiddetto "handmade
effect": le persone sono più disposte
ad acquistare o pagare
una cifra più alta per oggetti o
capi confezionati a mano.
L’amore riscoperto dei consumatori
proprio per il “fatto a mano”,
unico nel dare un senso di calore
e autenticità che altri prodotti
non riescono a dare, rappresenta
una tendenza che speriamo
rimarrà nel tempo e che spingerà
per la rinascita del Made in Italy.
Un fatto incoraggiante, soprat-
tutto perché il business delle
piccole medie imprese in Italia
rappresenta la spina dorsale
del Paese: secondo i dati
dell’Unione europea, solo le
Pmi italiane generano infatti
un valore aggiunto del 67%
contro il 57% della media europea.
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luglio /
territori smart
Luoghi da riscoprire
Dodo, have you ever seen
an elephant egg?
Street artist: Giorgio Casu
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Rispettiamo il “suolo” italiano
L’Italia è un Paese da curare:
dobbiamo farlo perché solo se
starà bene la nostra terra potremo
farlo noi. Da dove cominciare?
Proprio dal suolo: che
bisogna imparare a preservare.
Perché per formare 1 cm di
terreno fertile sono necessari
dai 100 ai 1000 anni. Purtroppo,
però, si stima che oltre il 33% dei
terreni mondiali siano degradati.
In tutto il Pianeta se ne vanno
circa 500 ettari ogni mezz’ora.
Il che vuol dire perdita di biodiversità
e di suolo agricolo. Lo
afferma la Fao le cui linee Guida
volontarie sull’uso sostenibile
del suolo sono state pubblicate
in italiano a cura del Crea (Consiglio
per la ricerca in agricoltura
e l'analisi dell'economia agraria).
Queste direttive puntano a fornire
una valida disciplina in tema
di salvaguardia dei terreni da cui
nasce il 95% della produzione di
cibo che permette la vita a noi
essere viventi.
Una gestione sostenibile del
suolo significa salvaguardare,
oltre che la produzione e la sicurezza
alimentare tutti i servizi
ecosistemici ad esse legati: vale
a dire immagazzinare e fornire
acqua pulita (decine di migliaia di
Km3 l’anno), sequestrare carbonio
(regolazione delle emissioni
di anidride e di altri gas a effetto
serra, aumentando così la resilienza
ai cambiamenti climatici),
conservare la biodiversità
perché oltre il 90% in termini di
organismi viventi del pianeta, in
grado di regolare i nutrienti indispensabili
per le colture, si trova
nei primi 5 centimetri di suolo.
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delle cooperative
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Fonte: Fao
Linee guida volontarie sulla gestione sostenibile del suolo
1 • Contenere l’erosione
2 • Contenere il degrado della struttura
3 • Garantire una adeguata copertura vegetale
4 • Promuovere lo stoccaggio del carbonio
5 • Garantire la fertilità dei suoli per le produzioni evitando
perdite di nutrienti
6 • Assicurare livelli minimi di salinizzazione e sodicizzazione
7 • Garantire il corretto drenaggio delle acque
8 • Assicurare livelli di contaminanti sotto la soglia
di tossicità
9 • Garantire il mantenimento della biodiversità del suolo
e di tutte le sue funzioni
10 • Garantire un giusto e sicuro apporto di nutrienti
per la produzione di cibo, foraggi, ecc
11 • Ridurre il consumo di suolo con una responsabile
pianificazione territoriale
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Zone umide: perché sono importanti
Se la biodiversità è un tema
misconosciuto dai più, quella
dell'importanza dell'ecosistema
che le zone umide creano è
ancor meno risaputa. Eppure,
queste aree regolano i fenomeni
idrogeologici, che attenuano
e prevengono fenomeni di eutrofizzazione
delle acque funzionando
come “trappole per
nutrienti”, sono la base per la
riproduzione dei pesci, hanno
grande importanza anche per
la fissazione del carbonio pre-
sente nella biosfera, con conseguente
mitigazione degli effetti
dei cambiamenti climatici, sono
aree vocate per la fruizione e
l’educazione ambientale (birdwatching
e turismo naturalistico),
sono fenomenali serbatoi
di biodiversità, essendo tra gli
ambienti con la più elevata diversità
biologica.
Le Riserve delle aree umide
sono una ricchezza di biodiversità
garantita da un fitto sistema
irrigo minore, composto da rogge
e centinaia di fontanili. Negli
ultimi 30 anni la perdita di biodiversità
nelle zone umide è stata
enorme, le comunità vegetali si
sono ridotte drasticamente, è
diminuito il numero di specie e si
sono impoveriti gli habitat: boschi,
siepi e prati. Questa perdita
ha portato con sé la riduzione
inevitabile anche della fauna:
uccelli, pesci e mammiferi.
L’azione umana ha delle grandi
responsabilità sia per l’uso
intensivo del suolo che per il
massiccio utilizzo di diserbanti,
che sono molto dannosi per la
biodiversità nei corsi d’acqua.
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Giornata mondiale
della popolazione
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Nel delta del… Po
Il fenomeno del "river plume",
ovvero quando le acque dei fiumi
sfociano nel mare seguendo
delle precise regole fisiche,
è sotto stretta osservazione
dai ricercatori che hanno come
obiettivo la riduzione dei rischi
idro-meteorologici attraverso
lo sviluppo di soluzioni innovative
"basate sulla natura" (nbs=nature-based
solution). Gli
scenari realizzati aiuteranno
in particolare nelle attività del
progetto finalizzate a impiantare
vegetazione in grado di
mitigare il rischio di alluvione e
di contenere i fenomeni di erosione
e d’intrusione salina. Un
progetto interessante di Cmcc
(Centro Euro-Mediterraneo sui
Cambiamenti Climatici) che riguarda
anche il delta del Po”.
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E nei fondali cosa troviamo?
Allarmante la situazione dei
fondali italiani: in più del 70% di
quelli marini ha trovato il suo
habitat – non certo naturale - la
plastica. Lo denuncia, mettendolo
nero su bianco, Ispra (Istituto
Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale) che ha
inquadrato il tema attraverso il
progetto Medsealitter.
Nella regione adriatico-ionica la
media degli scarti rinvenuti supera
i 300 rifiuti ogni km 2 , dei
quali l'86% è plastica, in parti-
colare usa e getta (il 77%). Imballaggi
industriali e alimentari,
borse/shopper e bottiglie di plastica,
comprese le retine per la
mitilicoltura (queste ultime
particolarmente abbondanti
lungo le coste italiane), sono
i rifiuti più comuni.
L'area costiera a sud del delta
del Po (983 rifiuti al km 2 ),
quella settentrionale (910
rifiuti al km 2 ) e meridionale
(829 rifiuti al km 2 ) di Corfù
e le acque di fronte a Dubrovnik
(559 rifiuti al km 2 ) sono
le località adriatico–ioniche con
la maggiore densità di rifiuti in
fondo al mare.
Strategico è l’appello di Ispra,
insieme alla collaborazione dei
pescatori. D’altra parte nelle
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Mari pieni zeppi di plastica
Purtroppo la tendenza non si è ancora arrestata e
ogni anno, circa 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono
in mare, di cui il 7% nelle acque del Mediterraneo.
I dati parlano chiaro: alle foce dei fiumi si trova il maggior quantitativo
di rifiuti galleggianti (più di 1000 oggetti per km 2 ) e vicino
la costa tra i 10 e i 600 oggetti per km 2 . Più ci si allontana in
mare aperto e più il numero di oggetti scende a 1-10 per km 2 .
Non va meglio lungo le spiagge: i litorali nazionali “ospitano”
dai 500 ai 1000 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia.
loro reti finiscono tanti pesci
quanti rifiuti di plastica. In 10
mesi (da luglio 2018 ad aprile
2019) sei barche della marineria
di Chioggia hanno raccolto ben
14 tonnellate di rifiuti nell'alto
Adriatico con l’iniziativa Fishing
for Litter (Ffl).
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TERRITORI SMART / Luoghi da riscoprire
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territori smart
Progetti per non sprecarla e recuperarla
a cura di Camilla Galli Macricè
Rabdomanti d’acqua
R
ischio carenza acqua: gli
italiani non sembrano
preoccuparsi molto di quei
220 litri pro capite al giorno che
vengono consumati, facendola
scorrere dal rubinetto. E questo
anche se il World Resources
Institute prevede che entro il
2040 lo stress idrico dell’Italia –
cioè il rapporto tra l’uso dell’acqua
e l'approvvigionamento
– rientrerà nella fascia critica
“alta” (la quarta su 5).
Non sprecarla, ma anche recuperarla
è importante. A cominciare
da quella piovana che non
sarà possibile berla, ma servirà
per essere riutilizzata in diverse
Qui piove sempre meno
attività: industriali, giardinaggio,
servizi igienici, per esempio.
I dati a disposizione, però, testimoniano
una scarsa propensione
all’utilizzo di acqua depurata,
in favore di quella potabile. Ogni
anno in Europa – secondo dati
dell’Unione Europea – vengono
“trattati” nei depuratori più
di 40 miliardi di metri cubi di
acque reflue, ma ne vengono
“riusati” soltanto 964 milioni di
Da uno studio pubblicato nel 2018 su Nature Climate
Change nell’intera regione del Mediterraneo le temperature
sono mediamente aumentate di 1,4°C rispetto all’era
preindustriale. La riduzione delle precipitazioni estive in
alcune aree è stimata tra il 10 e il 30%.
+1,4 C°
-10% / -30%
metri cubi. In Italia si trattano e
si riusano ogni anno 233 milioni
di metri cubi di acque reflue, ma
solo l’8% viene riutilizzato. Ben
poca cosa rispetto a un Paese
come Israele che ne sfrutta ben
l’86%.
Eppure, la raccolta d’acqua si
può fare anche dal tetto di casa
o almeno, da tutti quelli piani
inseriti in fabbricati che possono
avere bisogni di recuperarla
(industriali, commerciali, residenziali
e/o uffici sono perfetti).
Ovviamente vanno rivestiti con
una copertura che mantenga il
Ph neutro, in modo da non alterarne
le proprietà.
Vale, poi, la pena di sfruttare al
meglio le acqua di infiltrazione.
Una ricerca di Enea (Agenzia nazionale
per le nuove tecnologie,
l'energia e lo sviluppo economico
sostenibile) mostra che è
possibile farlo anche sulle isole
che tipicamente, soprattutto in
estate sotto l’onda del turismo,
ricorrono a navi cisterne per il
rifornimento idrico. Così, alcuni
ricercatori dell’ Enea si sono fatti
rabdomanti e hanno messo a
punto una metodologia multidisciplinare
che consente di
stimare la qualità e la quantità
delle potenziali riserve idriche
nelle falde delle piccole isole.
Attraverso misure idrogeologiche,
analisi chimiche delle acque
di falda e il calcolo dei tassi di
precipitazione e di evaporazione
sono stimabili le possibili riserve
con migliori qualità o, al contrario,
quelle più esposte al rischio
di salinizzazione per intrusione
dell’acqua di mare.
Si tratta in sostanza di un bilancio
idrogeologico che, al pari
di quelli economici, consente di
stimare i consumi e le perdite
di acqua.
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Sostenibilità urbana sotto controllo
Che cosa rende una città
sostenibile, ovvero il posto
adatto per viverci bene? I
parametri da tenere in considerazione
sono diversi: li
possiamo suddividere in tre
cluster principali: trasporti,
energia e ambiente (qui inteso
come acqua, verde e
rifiuti).
Dall’ultimo report firmato da
EY (Ernst & Young) analizzando
proprio questi parametri è
emerso che il grado di equilibrio
tra mobilità, energia e
ambiente è perfetto in città
come Trento, Torino, Bologna,
Mantova, Milano, Bolzano, e
Brescia. Sono queste le città
che di fatto occupano le prime
posizioni in tutte le classifiche
parziali, segnale che riescono
a portare avanti i loro investimenti
infrastrutturali in
sostenibilità in maniera omogena
sui vari fronti.
L’importante è
come ci muoviamo
Mobilità sostenibile significa
mobilità elettrica, “lenta” o
“dolce” (cioè ciclabile e pedonale)
e condivisa. In particolare,
la mobilità elettrica
è l’ambito che ha
registrato gli incrementi
più significativi:
le colonnine di
ricarica mostrano
dei tassi d’installazione
di raddoppio
ogni due anni (+92%).
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Ha detto:
«Da diversi anni le città nel nostro
Paese si stanno evolvendo in
maniera sensibile verso la sostenibilità,
attivando diverse iniziative
per essere a basso impatto
ambientale, favorire la mobilità
green e ridurre fenomeni come l’inquinamento atmosferico e
il congestionamento del traffico. È presente tuttavia ancora
un grande divario con le città del Sud, ad eccezione di Lecce e
Bari che si collocano tra le prime 50 nella classifica dedicata
al tema della sostenibilità».
Andrea D’Acunto
Mediterranean Government and
Public Sector Leader di EY
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È “ceduo”, ma non molla
Il cosiddetto bosco ceduo è una
forma di gestione antica, basata
sulla capacità, tipica delle
latifoglie, di produrre nuovi
fusti dalle ceppaie tagliate. Nel
bacino del Mediterraneo interessa
una superficie di circa 23
milioni di ettari (circa il 10% delle
foreste europee), di cui 3,7 in
Italia (oltre il 40% della superficie
forestale). Nonostante l’ampia
diffusione, però, i boschi cedui
sono scarsamente considerati
negli scenari di gestione forestale
sostenibile. Proprio per queste
ragioni, i ricercatori del Crea e i
partner coinvolti nel progetto
Life FutureForCoppiceS hanno
confrontato 3 diversi metodi di
gestione del ceduo (ceduo tradizionale,
evoluzione naturale
e conversione ad alto fusto
tramite diradamenti selettivi).
Obiettivo: valutare l’efficacia di
ciascun approccio gestionale
nell'assicurare, oltre ai tradizionali
prodotti (legna da ardere,
biomasse ad uso energetico,
funghi, tartufi, miele, selvaggina…),
anche altri beni e funzioni
offerti dalle foreste (protezione
idrogeologica, stoccaggio del
carbonio).
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Giornata mondiale
della tigre
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contro la tratta di
esseri umani
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La vita che viene
dai boschi
I boschi danno un contributo
fondamentale al Pianeta: acqua,
stoccaggio del carbonio,
conservazione della biodiversità,
del suolo. Cui si aggiungono
i servizi turistico-ricreativi,
oltre a cibo, riparo e altre funzioni
da cui dipendono circa 1,6
miliardi di persone nel mondo.
Per fortuna sono molti quelli
che si impegnano nella loro
salvaguardia. Tra cui il Forest
stewardship council.
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il punto di vista dei Chinson
a cura di Mario Airaghi
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Il diario continua a pag. 112
TERRITORI SMART / Luoghi e percorsi da riscoprire
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Il rispetto per la natura
è un’occasione da cogliere.
Nella Val di Non, la prima mela D.O.P. italiana cresce in modo sostenibile.
seguici su
melinda.it
Ogni mela Melinda nasce dall’amore per il territorio. Un amore sconfinato,
che si esprime dentro confini precisi: quelli della sostenibilità ambientale.
Il Consorzio Melinda irriga con tecniche all’avanguardia, e risparmia il 50% di
acqua. Utilizza energia da fonti rinnovabili per rispettare l’ambiente.
Conserva le proprie mele in grotte sotterranee come dentro a un frigo naturale
per preservare e tutelare il territorio. La bontà vera nasce dall’amore per la natura.
Golden Del. - Red Delicious - Renetta C. sono le D.O.P. MELA VAL DI NON
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territori smart
Rigenerazione urbana e filiera del food
a cura di M.Cristina Ceresa
Dove finisce la città, cresce il grano
di Davide Longoni
AMilano lo conoscono in
molti: è il panettiere della
“pasta madre”. Ma Davide
Longoni non si limita a fare il
pane, bensì ha dato vita, assieme
ad Andrea Perini di Terzo Paesaggio,
a un’azienda agricola che
ha il compito di produrre le farine
che usa per panificare. Un bisogno
e desiderio che permette
anche di contribuire alla rigenerazione
urbana di Chiaravalle, il
borgo di Milano Sud. È qui, infatti,
che cresce buona parte di farro
e segale che utilizza per i suoi
pani. Quelli che usa sono campi
sottratti alla speculazione edilizia
prima e alla desertificazione
agricola poi, e hanno un forte valore
simbolico: esprimono l’idea
di città che vogliamo abitare per
il futuro. L’acqua è del depuratore
del Vettabbia che torna così –
pulita - ai campi. Insomma, nel
pane di Longoni gli ingredienti ci
sono tutti: materie prime locali,
rigenerazione urbana, formazione
dedicata alle nuove generazioni.
Ma non è detto che il tutto
si limiti alla cintura milanese.
L’agricoltura chiama e Longoni
risponde anche nel resto d’Italia.
Piantiamo alberi con il Garda
Il Garda non è solo un lago, ma anche un’associazione. Difatto
è l’acronimo di Gruppi e associazioni riunite a difesa dell'ambiente
che hanno lanciato una call to action per piantare alberi
rivolta a tutti: cittadini e associazioni. Obiettivo festeggiare con
quante più piantumazioni possibili la Giornata nazionale degli
alberi che anche quest’anno cade il 21 novembre. L'iniziativa si
applica sia ad aree comunali, previe autorizzazioni, sia a terreni
e giardini privati e Garda fornisce informazioni e supporto per la
realizzazione dell'iniziativa. Molti i Comuni che hanno già aderito.
Ed è bello sapere che
anche all’estero sono
stati stimolati e seguono
questa iniziativa.
L'elenco è provvisorio
– ci dicono gli organizzatori
- visto che viene
aggiornato man mano
che pervengono nuove
adesioni. Per aderire è
possibile andare sulla
pagina Facebook: coordinamento.garda.
Troppo cemento
Un brutto dato: ogni abitante
italiano ha in “carico” oltre
380 m 2 di superfici occupate
da cemento, asfalto o altri
materiali artificiali. Un valore
che, purtroppo, cresce di quasi
2m 2 ogni anno, con la popolazione
che, al contrario, diminuisce
sempre di più. È come
se, nell’ultimo anno, avessimo
costruito 456 m 2 per ogni abitante
in meno. I dati sono stati
rilasciati da Ispra che avverte:
nelle aree urbane ad alta densità
solo nel 2018 abbiamo
perso 24m 2 per ogni ettaro di
area verde.
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appunti del mese
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Swimming towards a new existence.
Street artist: Louis Masai
agosto /
wild world
Animali e loro habitat
LUNEDÌ
2
MARTEDÌ
3
MERCOLEDÌ
4
AM AM AM
PM PM PM
È amore tra gli italiani e gli animali. O no?
C’è la giornata del cane (26
agosto), la giornata del gatto
(16 febbraio). Quella del cavallo
(che si solito coincide con
la seconda domenica di giugno
di ogni anno). Insomma:
volendo potremmo far festa
ogni mese dedicando, così, un
po’ più tempo ai nostri amici
animali. Tanto più che secondo
i dati Eurispes quattro italiani
su dieci accolgono almeno
un animale in casa. A volte
ne ospitano anche più di uno.
I territori maggiormente legati
alla presenza di amici a due
o quattro zampe nella propria
abitazione sono il Centro e le
Isole, in cui quasi la metà della
popolazione (il 48%) possiede
almeno un animale domestico.
A livello nazionale, i genitori
single con figli sono in assoluto
la tipologia familiare che ha
più spesso in casa un animale
(47,5%), seguono le coppie con
figli (40,6%). La spesa media
mensile per la loro cura è aumentata
negli anni: uno su dieci
investe tra i 100 e i 200 euro. In
particolare, il 32,8% spende da
31 a 50 euro, il 28,7% da 51 a
100, il 22,4% meno di 30, il 9,7%
da 101 a 200, il 4,3% da 201 a
300 e il 2,1% più di 300.
greenplanner 112
settimana 32
GIOVEDÌ
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5
VENERDÌ
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SABATO
7
agosto 2021
PM
PM
DOMENICA
Giornata
internazionale
del gatto
8
Fonte: Eurispes 2020
Gli Italiani che accolgono almeno
un animale in casa
40
35
30
25
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15
10
5
0
39,5% 33,6% 32,4%
2020 2019 2018
48,8%
29,6%
21,6%
3,5% uccelli
3,4% tartarughe
2,9% pesci
2,4% criceti
2,3% conigli
Nel 20,7%
dei casi
un animale
Nel 9,6% dei
casi due pet
Nel 3,6%
più di tre
1,8% cavalli
1% rettili
0,8% animali
esotici
0,4% asini
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WILD WORLD / Animali e loro habitat
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LUNEDÌ
Giornata internazionale
dei popoli indigeni
9
MARTEDÌ
Giornata mondiale
del leone
10
MERCOLEDÌ
11
AM AM AM
PM PM PM
Stop alla caccia, l’appello di Lav
Il 3 marzo si celebra la Giornata
mondiale per la tutela della natura
selvatica, istituita dall’Onu
per attirare l’attenzione sulle importanti
responsabilità umane
nei confronti di piante e animali
selvatici. «Questi ultimi, però,
sono ancora troppo spesso
considerati “oggetti” a
completa disposizione degli
uomini – commenta
Massimo Vitturi, responsabile
area animali
selvatici di
Lav - Anche nel nostro Paese,
dove i cacciatori ogni anno possono
legalmente uccidere fino a
400 milioni di animali selvatici
per esclusivo divertimento».
Ogni anno la caccia comporta
anche la morte di milioni di
uccelli migratori. Animali che
non causano alcun problema
all’agricoltura e che, anzi,
contribuiscono a mantenere un
habitat sano e ospitale anche
per noi umani. Tuttavia, i cacciatori
si accaniscono lo stesso
contro questi piccoli uccelli, che
molto spesso pesano meno
del piombo utilizzato per
ucciderli, al solo scopo
di soddisfare la loro passione
sanguinaria.
L’appello della Lav è chiaro: «Se
l’Italia vuole festeggiare degnamente
la giornata indetta dall’Onu
a tutela della vita selvatica, lo
può fare, fin da subito, vietando
la caccia, una pratica che oramai
non ha alcuna ragione di esistere,
praticata da un’esigua minoranza
di cittadini e da sempre
avversata da quasi l’80% della
popolazione».
greenplanner 114
settimana 33
GIOVEDÌ
12
Giornata internazionale
della gioventù
Giornata mondiale
dell'elefante
AM
VENERDÌ
AM
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SABATO
14
agosto 2021
PM
PM
DOMENICA
15
Grazie alle nuove norme del
Codice della Strada, il soccorso
agli animali è legge: per i
trasgressori sono previste
sanzioni amministrative. Se
vi capita di assistere a un incidente
dove sono coinvolti gli
animali contatta il Servizio Veterinario
della Asl di competenza
territoriale per un tempestivo
intervento di soccorso
(in mancanza di un numero di
pronto soccorso specifico e
LO SAPEVI?
pubblico per animali feriti): se
non conosci il numero, puoi
contattare il centralino della
Asl. Se assisti a un’omissione
di soccorso è opportuno coinvolgere
le forze di polizia (Carabinieri
112, Polizia di Stato
113, Guardia di Finanza 117,
Polizie Locali/Municipali/
Provinciali chiamando il centralino
di Comune o Provincia)
e raccogliere il numero più elevato
possibile di prove.
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WILD WORLD / Animali e loro habitat
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LUNEDÌ
16 17 18
MARTEDÌ
MERCOLEDÌ
AM AM AM
PM PM PM
Sempre più aziende si dicono pet friendly
Si diffonde anche in Italia la possibilità
di portare in ufficio il proprio
cane. Secondo una ricerca
condotta da The Banfield Pet
Hospital emerge che le aziende
che praticano il pet friendly office
hanno riscontrato un impatto
concreto e misurabile sul business,
con particolare riferimento
alla reputazione e alla capacità di
attrarre e trattenere nuovi talenti.
Stare in ufficio con noi non è il
massimo a cui gli animali possono
aspirare, ma è comunque
un passo avanti. Pensiamo che il
cane, per sua natura, concepisce
la sua vita come collaborazione
con l’umano di riferimento,
ovvero fare attività insieme
che siano di gioco, di ricerca o
di lavoro. Oggi la nostra vita è
se lo porti in ufficio…
Il benessere dell’animale deve comunque essere
prioritario. Se il luogo di lavoro è eccessivamente
rumoroso o presenta elementi di stress per
l’animale, è meglio rinunciare. Buona norma è
collocare la cuccia in un angolo vicino al proprietario,
ma al riparo dal via vai delle persone, dove
possa rilassarsi e concedersi un tranquillo riposo.
Ottimale è anche, ogni paio d’ore, fargli fare un giro
per sgranchirsi e per i bisogni. Un’abitudine, quella
di alzarsi dalla sedia e fare due passi, molto consigliata
anche per la salute del lavoratore.
greenplanner 116
GIOVEDÌ
Giornata mondiale
dell’aiuto umanitario
Giornata internazionale
dell'orango
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VENERDÌ
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settimana 34
21
agosto 2021
PM
PM
DOMENICA
22
organizzata, nella maggior parte
dei casi, in attività lavorative
sedentarie che prevedono ore
alla scrivania davanti a un pc, in
posti chiusi. Per i nostri cani (a
volte anche gatti) stare con noi
nella stessa stanza, sapere che
siamo lì vicini, controllarci tra un
sonnellino e l’altro aspettando la
pausa pranzo per una bella passeggiata,
è comunque un privilegio.
(sil. mas.)
La Giornata
Mondiale del
cane in ufficio
si celebra il 21
giugno.
IL DATO
La spesa media mensile degli
italiani per la cura degli animali
domestici è aumentata negli
ultimi anni: tanto che una
famiglia su dieci – dati Eurispes
– investe tra i 100 e i 200
euro. Tra le nuove tendenze, da
segnalare l’uso degli integratori
alimentari: un quarto (25,8%) di
chi possiede animali li aggiunge
alla loro dieta; degli alimenti
biologici (22,2%) e dei farmaci
omeopatici (13,1%).
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WILD WORLD / Animali e loro habitat
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greenplanner 118
wild world
Esperimento di citizen science
a cura di Silvia Massimino
Insieme per proteggere
le tartarughe nel Mediterraneo
Potrebbe capitarvi quest’estate
di incontrare una
tartaruga dotata di trasmettitore
satellitare. Si tratta di
una delle cento reclutate per lo
studio Life Med turtles, un progetto
europeo che ha l’obiettivo
di proteggere due specie a rischio
che popolano i nostri mari:
la tartaruga comune (Caretta
caretta) e quella verde (Chelonia
mydas).
L'iniziativa, partita l’anno scorso
e coordinata dai professori
Paolo Casale e Paolo Luschi del
dipartimento di Biologia dell’Università
di Pisa, è stata finanziata
con circa 3 milioni di euro
dalla Ue sino al 2023 e riguarderà
Albania, Italia (in particolare
il Mar Adriatico), Spagna, Tunisia
e Turchia.
L’obiettivo è quello di identificare
i siti di nidificazione e tracciare i
movimenti migratori per proteggere
le tartarughe dalle azioni
antropiche dovute soprattutto
alla pesca, che rappresenta la
minaccia più rilevante.
I pescatori sono stati coinvolti
attivamente nel progetto: hanno
ricevuto attrezzi modificati
per diminuire le catture acciden-
tali e indicazioni su come trattare
le tartarughe comunque
catturate, in modo da ridurre la
mortalità successiva al rilascio.
Life Med turtles prevede anche
una campagna di sensibilizzazione
per evitare l’abbandono in
mare di reti e attrezzi da pesca
che costituiscono un pericolo
grave per le tartarughe. La novità
di questo studio è l’approccio
collaborativo che si è creato con
i pescatori in un’ottica di citizen
science. I pescatori, infatti, sono
coinvolti nella ricerca e diventano
essi stessi fonti di rilevazioni.
Lo studio prevede anche l’utilizzo
di droni.
Partecipa anche tu ai citizen science
Con la dicitura "citizen science" si intende un’attività scientifica
condotta da membri del pubblico in collaborazione e sotto
la direzione di scienziati o istituzioni del settore. Quindi, tutti
noi possiamo contribuire a un esperimento per far avanzare le
ricerca e le conoscenze per la protezione del Pianeta.
Ognuno nel proprio habitat
L’
esperienza della pandemia ci ha insegnato
che dobbiamo rispettare gli habitat
naturali ed evitare i contatti con gli animali
selvatici. Il traffico di animali esotici continua
a essere un business da circa 100 miliardi di
euro all’anno solo nell’Unione Europea. Molte
specie esotiche, minacciate dall’estinzione,
rappresentano anche il canale primario di
contatto tra l’uomo e i virus presenti in natura,
come si è verificato con il Covid 19. È quindi
indispensabile promuovere una nuova idea di
rapporto con gli animali esotici che devono
essere tutelati nel loro ambiente naturale e
mantenuti a distanza. L’associazione Lav con
il manifesto #noncomeprima si è affiancata
a molte altre associazioni per promuovere
la tutela della biodiversità nel Green Deal
europeo da realizzare entro il 2030.
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LUNEDÌ
Giornata internazionale
di commemorazione
della tratta degli
schiavi e della sua abolizione
23 24 25
MARTEDÌ
AM AM AM
MERCOLEDÌ
PM PM PM
Anche i pesci chiedono aiuto
In via d’estinzione
Continua l’allarme legato alla
plastica ingerita dai pesci nel
Mediterrano. Sardine, triglie,
orate, merluzzi, acciughe, tonni,
scampi, gamberi rossi risultano
contaminati. È quanto emerge
da uno studio condotto anche da
ricercatori dell’Ispra, che hanno
raccolto i dati in una pubblicazione:
Plastics in the Aquatic
Environment - Current Status
and Challenges. Almeno 116
specie diverse nel Mediterraneo
prese in considerazione dalla
ricerca hanno ingerito plastica
(l'ingestione è il principale effetto
noto della plastica in mare); il
59% di queste sono pesci ossei, il
restante 41% è costituito da altri
animali marini come mammiferi,
crostacei, molluschi, meduse,
tartarughe, uccelli.
Diverse specie marine sono
minacciate e quindi incluse
nella Lista Rossa dell'International
Union for Conservation
of Nature - dal corallo
rosso, passando per il tonno
rosso, lo spinarolo, e arrivando
al capodoglio - risultano
compromesse dai rifiuti marini.
greenplanner 120
settimana 35
GIOVEDÌ
Giornata mondiale
del cane
AM
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VENERDÌ
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agosto 2021
PM
PM
DOMENICA
Giornata
internazionale
contro i test
nucleari
29
I consigli della Lipu
per chi cade dal nido
Capita sempre più spesso di
trovare piccoli uccellini caduti
dal nido. Forse sono i frequenti
sbalzi di temperatura,
forse le folate di vento. La Lipu
ha un vademecum da seguire
per evitare errori. A cominciare
dal fatto che se l’uccellino
sta sulle zampe, ha gli occhi
aperti e, avvicinandovi piano,
si sposta, va lasciato lì. Molto
probabilmente ci sono i genitori
in zona.
il punto di vista dei Chinson
a cura di Mario Airaghi
Il diario continua a pag. 126
WILD WORLD / Animali e loro habitat
greenplanner 121
greenplanner 122
wild world
Insetti buoni
Api, due volte regine
a cura di Camilla Galli Macricè
Le api sono vere e proprie
regine della biodiversità:
a loro si deve il 50% della
vita sul nostro Pianeta. Tra la
classe degli impollinatori le
api rappresentano la specie
più importante ed efficiente e
senza di loro sarebbe a rischio
il 70% delle varietà agricole che
finiscono sulle nostre tavole
ogni giorno. Grazie all’impollinazione,
si produce un terzo
del cibo che viene consumato
in tutto il mondo. Le api, fantastici
esseri perfettamente
regolati dalle loro leggi, oltre
al nettare, raccolgono polline,
acqua, resina, e percorrono normalmente
più di un chilometro
per farlo. Quindi, le api di un
alveare possono “bottinare” in
un’area di circa 7 km quadrati
e sul loro corpo ricoperto di peli
possono trattenere particelle
di vario genere. Per questo, in
alcuni progetti, questi piccoli
preziosi insetti sono utilizzati
come bio indicatori, in grado di
fornire una misura del livello
di contaminazione di un agroecosistema
da pesticidi, metalli
pesanti o altre sostanze. Per
studiarle al meglio il Crea nel
suo centro di ricerca Agricoltura
e Ambiente, erede dell’Istituto
Nazionale di Apicoltura
Nonostante la loro evidente importanza,
le api sono esposte a sempre
più pericoli, che potrebbero addirittura
condurle all’estinzione. Tra
le principali cause: le modifiche di
destinazione del suolo, l’impiego di
pesticidi, i sistemi agricoli monocolturali
e i cambiamenti climatici.
nato negli anni ’30, si occupa
da tempo di monitorare lo stato
di salute di queste sentinelle
ambientali. E, proprio a tale
attività è finalizzato il progetto
BeeNet: api e biodiversità nel
monitoraggio dell’ambiente,
attraverso postazioni dislocate
sul territorio italiano ed equipaggiate
con dispositivi tecnologici
(smart hives), in grado di
misurare e trasmettere dati in
maniera automatica.
Calendario del birdwatching
Assi da ponte recuperate e
legni di bancale diventano
un orto con cui giocare due
volte. Perché sotto ci si può
creare un piccolo rifugio per i
propri animali. L’idea si deve
all’architetto Barbara Tavoso.
Cuccia in legno di bancale
recuperato e trattato.
Per gli uccelli migratori l’Italia
costituisce un vero e
proprio ponte verso l’Europa.
I maggiori arrivi dall’Africa
si verificano in aprile. Ma anche
in marzo i cieli si riempiono di
uccelli in volo: dopo un lunghissimo
viaggio arriva dall’Africa,
infatti, la rondine, messaggera
per eccellenza della primavera.
Ma state attenti anche al cardellino,
riconoscibile per la sua
mascherina rossa. Per fortuna
la cicogna bianca, specie protetta,
sta ricolonizzando il nostro
Paese, anche se è più facile avvistarla
in campagna che in città.
Il nibbio bruno è quello splendido
rapace che si trova nella
fascia prealpina, nelle regioni
tirreniche e nel sud. L’usignolo,
celebre per il suo canto melodioso,
viaggia in primavera verso
l’Italia per la stagione dell’accoppiamento.
Verso la fine di
marzo fanno la loro comparsa
anche allodola, ballerina bianca,
tordo bottaccio, migliarino
di palude, capinera, codirosso
spazzacamino. (sil.mas)
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appunti del mese
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3
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settembre /
mobilità sostenibile
Muoviamoci al meglio
LUNEDÌ
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Giornata internazionale
MARTEDÌ
della solidarietà
MERCOLEDÌ
1
AM AM AM
PM PM PM
L’Internet of things sale in macchina
torio Autopromotec sulla base
di informazioni Roland Berger,
mettono in risalto come le automobili
"Iot" (internet of things)
siano destinate a giocare un
ruolo sempre più di spicco nel
futuro dell’automotive.
Che siano vetture immesse sul
mercato già dotate di sistemi di
connettività integrati a bordo o
auto collegate tramite soluzioni
di retrofit, ovvero da vetture
che sono in grado di connettersi
Entro il 2025 circa il 70% del
parco circolante di auto sulle
strade europee sarà connesso,
cioè costituito da vetture
dotate di strumenti telematici
che, grazie alle connessioni
Internet e ai dispositivi mobili,
sono in grado di collegare l’auto
con il mondo esterno (con
le infrastrutture stradali, con
altri veicoli e dispositivi). Queste
previsioni, che derivano da
un’elaborazione dell’Osservain
rete grazie all’installazione
di componenti avvenuta
successivamente alla vendita
(aftermarket), poco importa: il
futuro prevede che lo Iot entri
in macchina. E, agli autoriparatori
del futuro spetterà
il compito di specializzarsi
sempre più nell’interpretazione
delle informazioni che arrivano
dall’autovettura (dalle
banche dati, dai software di
diagnostica, dalle attrezzature
connesse con il veicolo). La
riparazione degli autoveicoli
cambia marcia.
greenplanner 126
settimana 36
GIOVEDÌ
AM
2
VENERDÌ
AM
3
SABATO
4
agosto/settembre 2021
PM
Auto nativamente
connesse
Auto connesse
in retrofit
Totale auto
connesse 13,6%
PM
Tasso di penetrazione delle auto
connesse sul totale del parco circolante
di autovetture in Europa (stime)
2016 2019 2022 2025
7,3% 17,4% 28,9% 39,8%
6,3% 23,6% 31,6% 29,7%
41,0% 60,5% 69,5%
Fonte: elaborazione Osservatorio Autopromotec su dati Roland Berger
DOMENICA
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3
MOBILITÀ SOSTENIBILE / Muoviamoci al meglio
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LUNEDÌ
6
MARTEDÌ
7
MERCOLEDÌ
Giornata internazionale
per l’alfabetizzazione
8
AM AM AM
PM PM PM
Nel 2030 elettrico batte benzina e diesel
Le vendite di veicoli elettrici
crescono più velocemente del
previsto e – secondo Boston
Consulting Group - arriveranno
a un terzo del mercato
mondiale dell’auto entro
il 2025 e toccheranno il 51%
entro il 2030, quando supereranno
quelle di veicoli alimentati
da motori a combustione
interna.
Le previsioni dicono anche che
tra dieci anni ben un quarto
del mercato mondiale dell’auto
sarà costituito da elettrici
a batteria Bev (18%) e ibridi
GLOSSARIO
Abituiamoci a identificarle,
perché non tutte le auto elettriche
sono uguali:
Bev (Battery electric vehicle)
è l’auto elettrica pura.
Phev (Plug-in hybrid electric
vehicle) sono gli ibridi elettrici
plug-in.
Hev (Hybrid electric vehicle)
sono gli ibridi completi.
Mhev (Mild hybrid electric
vehicle) sono gli ibridi leggeri.
greenplanner 128
settimana 37
GIOVEDÌ
AM
9
VENERDÌ
AM
10
SABATO
11
settembre 2021
PM
plug-in Phev (6%), le due tipologie
in maggiore crescita, che
accelereranno nella seconda
metà del prossimo decennio.
Il calo dei prezzi delle batterie
porterà a un punto di non
ritorno il costo totale di possesso
(Tco) a cinque anni di
un’auto Bev nel 2022 o 2023
(a seconda della regione e alle
dimensioni dell'auto) e una
spinta verrà anche da taxi e
servizi di trasporto passeggeri.
La crescita delle vendite
di Phev sarà più lenta, ma sostenuta
dai produttori e dagli
incentivi.
PM
2030
Nel
la quota di mercato del DIESEL
è destinata a contrarsi dal
Il
-14% al -4%
e quella della BENZINA dal
-78% al -44%
(datI relativI al 2019)
51%
del parco
auto sarà
ELETTRICO
Fonte: Boston Consulting Group
12
Giornata internazionale
DOMENICA
senza sacchetti
di plastica
L
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6
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3
MOBILITÀ SOSTENIBILE / Muoviamoci al meglio
greenplanner 129
LUNEDÌ
13 14 15
MARTEDÌ
MERCOLEDÌ
AM AM AM
PM PM PM
Se è “autonomo” lo prendo (il mezzo)
IL DATO
Secondo uno studio condotto
da Accenture, molti automobilisti
sarebbero disposti a rinunciare
al possesso di un veicolo
per adottare soluzioni di
mobilità autonoma, come ad
esempio autobus o taxi a guida
autonoma. Il dato chiave è
che, nonostante il 96% dei proprietari
d'auto sia convinto che
continuerà a possederne una, la
metà (il 48%) ha dichiarato che
se fossero disponibili soluzioni
di mobilità autonoma potrebbe
prendere in considerazione
la possibilità di rinunciare al
possesso del proprio mezzo.
Condotto su un campione di
7.000 consumatori in diversi
paesi tra cui l’Italia, lo studio ha
messo in evidenza come, entro
il 2030, i ricavi dei servizi di
mobilità arriveranno quasi a 1,2
trilioni di euro, con una crescita
esponenziale del mobility as a
service trainata dal progressivo
sviluppo della tecnologia a guida
autonoma.
L’Italia è il Paese europeo
col tasso più alto di auto:
644 per 1.000 abitanti (dato
al 2018). La maggior parte
dei bus pubblici è molto
anziana ed è alimentata ancora
a diesel. Gli ebus sono
presenti solo in città come
Milano, Torino, Bergamo e
Cagliari.
Fonte: Stati Generali della
GreenEconomy 2019
greenplanner 130
GIOVEDÌ
Giornata internazionale
per la preservazione
dello strato d’ozono
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VENERDÌ
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settimana 38
18
settembre 2021
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PM
A Bolzano si va a idrogeno
Entro il 2030 la strategia di
Bolzano e provincia è quella
di puntare sull'idrogeno, che
tra l’altro è prodotto in loco
e quindi a km zero. I piani
redatti dall’amministrazione
pubblica prevedono che fino
al 15% dei viaggi di veicoli
pesanti sarà a
zero emissioni.
E a oggi con un
singolo pieno di
idrogeno (che
avviene in appena 5 minuti),
si riesce a garantire un’autonomia
fino a 666 chilometri.
Un altro dato importante:
dal 2013 a oggi gli autobus
a idrogeno hanno già percorso
oltre 1,4 milioni di chilometri.
DOMENICA
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MOBILITÀ SOSTENIBILE / Muoviamoci al meglio
greenplanner 131
LUNEDÌ
20 21 22
MARTEDÌ
Giornata internazionale
della Pace
AM AM AM
MERCOLEDÌ
Giornata mondiale
senza auto
Giornata mondiale
del rinoceronte
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Viaggiamo sicuri e senza inquinare
Le tematiche fondamentali
legate alla mobilità sostenibile
sono due: sicurezza degli
spostamenti e non inquinamento.
I temi scottano e, purtroppo,
non si è raggiunta una
buona posizione né sul primo
tema né sul secondo.
Infatti, continua a crescere
la mortalità stradale in Italia.
Le stime Aci-Istat basate
sui dati preliminari relativi al
primo semestre 2019 - evidenziano
un calo, rispetto allo
stesso periodo del 2018, sia
di incidenti con lesioni (-1,3%)
che di feriti (-2,9%), mentre
aumentano le vittime (+1,3%).
La crescita si registra, in
particolare, sulle autostrade
(oltre il 25%) e sulle strade
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settimana 39
GIOVEDÌ
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VENERDÌ
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25
settembre 2021
PM
extraurbane (+0,3%). Per le
strade urbane si stima, invece,
una diminuzione pari a
circa il 3%. Non si registrano,
invece, aumenti significativi
della mobilità.
Eccesso di velocità, mancato
utilizzo delle cinture di sicurezza
e uso del cellulare sono i
“vizi” più ricorrenti degli italiani
al volante. Soltanto nei primi
sei mesi del 2019 nel nostro
Paese le contravvenzioni fatte
scattare dalla Polizia Stradale
per queste infrazioni sono aumentate
rispettivamente del
38%, 7,5% e 15%.
PM
.
LO SAPEVI?
Multe per chi tiene il motore
acceso in sosta: dai 218 euro
fino ai 435 euro. È quanto
prevede il codice della strada,
che però non ci risulta
venga di solito applicato, né
tanto meno conosciuto dagli
automobilisti. Troppo spesso
capita di passare accanto
a veicoli parcheggiati con il
motore acceso e magari
anche con il condizionatore
dell’aria a manetta.
DOMENICA
26
Giornata marittima
mondiale
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MOBILITÀ SOSTENIBILE / Muoviamoci al meglio
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LUNEDÌ
Giornata mondiale
del turismo
27 28 29
MARTEDÌ
MERCOLEDÌ
Giornata internazionale
della consapevolezza
sulle perdite e gli
sprechi alimentari
AM AM AM
PM PM PM
Ma l’auto elettrica inquina o no?
Il dibattito è aperto: la diffusione
di auto elettriche contribuirà
a ridurre la quantità
di gas serra, seppure diversi
studi abbiano dimostrato che,
a seconda della regione di
produzione del veicolo e delle
dimensioni della batteria,
la produzione di un veicolo
Bev può generare più emissioni
di CO2 rispetto a quella
di un veicolo a combustione
interna. Almeno a oggi. Per
questo gli original equipment
manufacturer e i fornitori
dovranno investire in nuove
tecnologie, capacità e modelli
di business. I governi e le autorità
di regolamentazione
dovranno valutare con attenzione
come l'elettrificazione
dei veicoli cambierà i requisiti
di trasporto e come possono
contribuire a questa evoluzione
attraverso politiche e
normative adeguate.
Controlla se la tua
città ha un Pums
I Pums (Piani urbani di mobilità
sostenibile) sono l’occasione per
pianificare l’uscita dalla mobilità
inquinante e fossile. Come? Pianificando
la cosiddetta mobilità dolce
(piedi e biciclette) e con mezzi
a zero emissioni (dalla micromobilità
all’autobus e l’elettrico). È
fondamentale ridurre il numero
dei veicoli in circolazione e anche
liberare vaste aree di città, per
esempio quelle di parcheggio, per
destinarle ad altri usi, più green.
greenplanner 134
settimana 40
GIOVEDÌ
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settembre/ottobre 2021
PM
PM
DOMENICA
3
LO SAPEVI?
La transizione alla mobilità
elettrica pone, tra gli altri,
due interrogativi separati
ma ugualmente importanti
alla rete elettrica: avere abbastanza
energia e averla
“qui” e “ora” quando, cioè, mi
collego alla rete per ricaricare
la mia vettura; cosa succederebbe
se in un futuro i 36
milioni di vetture diventate
elettriche si collegassero tutte
contemporaneamente?
il punto di vista dei Chinson
a cura di Mario Airaghi
Il diario continua a pag. 140
MOBILITÀ SOSTENIBILE / Muoviamoci al meglio
greenplanner 135
mobilità sostenibile
Finanziamenti per il biometano liquefatto rinnovabile
Dai campi ai motori:
così la logistica viaggia pulita
a cura di Maurizio Bettiga
Il Gruppo Maganetti, BCorp che
si occupa di logistica e ha le sue
radici in Valtellina, ha ottenuto,
grazie alla collaborazione con il
Cluster Lombardo della Chimica
Verde, il prestigioso supporto
del Dg Regio della Commissione
Europea per espandere il suo
modello di trasporto sostenibile,
basato su biogas prodotto localmente.
Circa un terzo dei camion
del Gruppo Maganetti usa
già un carburante pulito, il metano
liquefatto (Lng). Ma grazie
all’accordo con la Cooperativa
Speranza di Candiolo (To) per la
fornitura annua di biometano liquefatto
rinnovabile, i veicoli potranno
percorrere fino a 7 milioni
di km con un impatto ambientale
ridottissimo. Questo modello virtuoso
di logistica sostenibile ha
attirato l’attenzione del Cluster
Lombardo per la Chimica Verde
(Lgca) e dell’iniziativa europea
Vanguard, per la quale il Cluster
coordina un progetto di supporto
alle aziende che vogliono implementare
filiere sostenibili nel
campo della bioeconomia, secondo
il modello della cosiddetta
“Smart Specialisation”.
Grazie a questo supporto, il
Gruppo Maganetti ha partecipato
al bando europeo per accedere
al servizio detto Taf (Technical
assistance facility), che mette
a disposizione gratuitamente
consulenti top alle aziende
vincitrici. Il progetto, presentato
dal Cluster Lombardo e da
Maganetti, è stato uno dei pochi
a essere approvati, vincendo il
supporto di un consulente specializzato
nella preparazione di
business plan innovativi.
Così, agricoltura e logistica collaborano
per valorizzare in modo
sostenibile gli scarti zootecnici e
far viaggiare i camion sulle strade
a impatto sempre più green.
Viaggia green, scegli il mezzo più adatto
L’aereo è 7 volte più inquinante del treno, del bus o del car sharing. È preferibile scegliere questi mezzi di
trasporto, soprattutto a fronte di brevi distanze: se ci pensiamo, per coprire la tratta tra Parigi e Barcellona o tra
Parigi e Londra, è più veloce il treno che l’aereo. Le reti ferroviarie di – quasi – tutto il mondo sono connesse in
maniera eccellente tra di loro e hanno molte linee ad alta velocità.
greenplanner 136
mobilità sostenibile
Riflessioni e spunti per la ripresa
a cura di Dino Marcozzi, Segretario Generale Motus-E
Prospettive “elettriche”
di mobilità sostenibile
Èlecito sostenere che l’abbattimento
dell’inquinamento
delle nostre città e
la decarbonizzazione dell’industria
non rappresentano più una
scelta, ma una necessità e un’opportunità
anche di tipo economico-industriale.
In questo progetto
ambizioso la mobilità gioca un
ruolo determinante. Sono però
necessarie a livello di Sistema
Italia alcune azioni di tipo strutturale,
la cui concreta attuazione
può consentire il rafforzamento
del ruolo dell’Italia nella transizione,
il pieno e concreto rilancio
di tutte le aziende coinvolte e uno
stimolo per la creazione di nuove
imprese e nuove professionalità.
Partiamo dalle infrastrutture. Il
Piano Nazionale Infrastrutturale
per la Ricarica Elettrica, il “Pnire”,
è uno degli argomenti principali
di dibattito: riteniamo sia necessario
il coinvolgimento di tutti gli
stakeholder di settore da parte
del Governo per lo studio, l’analisi
e l’elaborazione di questo provvedimento.
È fondamentale, in
particolare, non proseguire sul
modello dell’”asset ownership”
dei Comuni, che finora non ha
portato a uno sviluppo di progetti
significativo. In tal senso, è opportuno
che MiSE e Mit richiedano
(come già fatto da Germania
e Romania) una deroga alle regole
europee sugli aiuti di Stato,
in maniera tale da coinvolgere
gli operatori di mercato nell’infrastrutturazione
del territorio
nazionale. I fondi devono essere
primariamente destinati alle infrastrutture
ultra veloci (“Hpc”,
sopra i 100 kW di potenza) sia in
ambito autostradale/extraurbano
sia in nodi selezionati in ambito
urbano e ai Comuni in cui non
c'è convenienza economica da
parte degli operatori a installare
(Comuni sotto i 15.000 abitanti
non a vocazione turistica).
Il trasporto pubblico va rinnovato
L’Italia ha una flotta di trasporto pubblico con età media nettamente
superiore alla media dei paesi Ue, per questo è necessario
un serio piano di rinnovamento del parco autobus attraverso
investimenti in tecnologie a zero emissioni. Come raggiungere
l’obiettivo? Per esempio definendo target vincolanti a livello
nazionale di elettrificazione del Tpl, puntando al 100% entro il
2040. Ancora, nell’ambito delle procedure a evidenza pubblica, è
necessario prevedere un meccanismo di selezione della migliore
offerta in base al costo a vita intera del mezzo, in sostituzione del
prezzo di acquisto, per valorizzare la scelta degli “e-bus”.
Trasporto merci
l’elettrico è top
In un recente report del World
economic forum (precedente
alla pandemia globale)
si osserva come in uno scenario
business as usual e in
un contesto di sempre maggiore
utilizzo degli strumenti
di commercio elettronico, le
emissioni di CO 2
relative al
trasporto merci aumenterebbero
a livello globale del 32%
raggiungendo quota 6 mln
di tonnellate. Quali le soluzioni?
Il Wef individua diversi
strumenti correttivi: uno dei
principali riguarda proprio il
vehicle change. Passando a
un veicolo elettrico – in uno
scenario di mandeted adoption
– le emissioni di CO 2
scenderebbero di circa il 60%
(contro il 28% e 40% rispettivamente
dei veicoli più efficienti
a combustione interna
e i veicoli a idrogeno).
A beneficiarne sono anche i
costi associati al trasporto di
ultimo miglio che nel caso di
vehicle change con un veicolo
elettrico scenderebbero del
2% (per aumentare invece sia
nel caso del veicolo a combustione
di ultima generazione,
sia nel caso di idrogeno). Se
ne sono accorti gruppi leader
nella logistica di ultimo miglio
che stanno pianificando un
cambio massivo dei propri
mezzi con veicoli 100% elettrici
per i prossimi anni.
greenplanner 137
appunti del mese
ottobre /
economia green
Il futuro è circolare
4
Giornata mondiale
dell’habitat
Giornata mondiale degli animali
LUNEDÌ
MARTEDÌ
Giornata mondiale
dell’insegnante
5
MERCOLEDÌ
6
AM
AM
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PM
PM
PM
Green Deal & economia circolare: l’Europa e l’Italia ripartono da qui
Il Green Deal europeo, lanciato
dalla Commissione Ue guidata
da Ursula von der Leyen, ha un
unico grande obiettivo: arrivare
al 2050 con un Continente a impatto
climatico zero. Così inteso
sarebbe il più grande progetto
sostenibile portato avanti in questi
anni.
Rendere l’Europa Green vuol
dire agire in maniera profonda
su ciascuno dei nostri sistemi
economici: trasporti, energia, industria,
agricoltura, edilizia, cit-
tà. Abbiamo bisogno di direttive
chiare, obblighi giuridici e volontà.
A quel punto ci guadagneremo
tutti. Perché come Ursula von
der Leyen ha più volte sostenuto,
il Green Deal europeo è una
strategia per la crescita che «ci
consentirà di ridurre le emissioni
e di creare posti di lavoro».
Parte fondamentale di questa
strategia è l’economia circolare,
che è già in avanzata fase di
attuazione. Anche in ambito industriale.
E l’Italia è messa bene
perché sta già facendo ottimi
passi avanti. Ecco perché nelle
pagine successive ci concentreremo
sui progetti italiani che
possono fare la differenza.
DA SAPERE
Al Green Deal lavorano sia la
Commissione europea – l’organo
esecutivo dell’Unione
– sia il Parlamento europeo
e il Consiglio, che invece detengono
il potere legislativo.
greenplanner 140
settimana 41
GIOVEDÌ
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VENERDÌ
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SABATO
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ottobre 2021
PM
PM
DOMENICA
10
«ll Green Deal europeo è la nostra
nuova strategia per la crescita che
restituisce più di quanto prende.
Tutti noi possiamo partecipare alla
transizione e beneficiare delle opportunità
che offre. Muovendoci
per primi e rapidamente aiuteremo
la nostra economia ad assumere la
leadership a livello mondiale. Mostrando
al resto del mondo la nostra
capacità di essere sostenibili
e competitivi, possiamo convincere
altri paesi a muoversi con noi».
Ursula von der Leyen
presidente della
Commissione europea
Hanno detto:
«Stiamo vivendo un'emergenza
climatica e ambientale. Il Green
Deal europeo costituisce un'opportunità
per migliorare la salute
e il benessere dei nostri concittadini.
Il piano illustra come
ridurre le emissioni, ripristinare
la salute del nostro ambiente
naturale, proteggere la fauna
selvatica, creare nuove opportunità
economiche e migliorare
la qualità della vita dei nostri
concittadini».
Frans Timmermans vicepresidente
esecutivo della Commissione
europea cui è affidato il progetto
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greenplanner 141
ECONOMIA GREEN / Il futuro è circolare
economia green
Editoria
Se è usato vale di più
Il recupero dei libri di seconda mano ha vantaggi
ambientali ed economici: non solo permette di
diminuire i costi di smaltimento, ma offre anche
prezzi molto convenienti a lettori e studenti.
Libraccio è un esempio di economia circolare nato
dal sogno di un gruppo di amici negli anni Settanta
Valorizzare il libro usato,
recuperarlo e fare in
modo che possa conoscere
una nuova vita: essere
così letto più volte, donando il
suo prezioso contenuto a diverse
persone. Da quarant’anni
è l’attività di Libraccio che
dal 1979 commercia libri second
hand in ottica di economia
circolare ante litteram, sottraendo
così al macero milioni di
pubblicazioni.
Nato a Milano su iniziativa di
un gruppo di amici ventenni,
oggi conta 48 negozi in 31 città
d’Italia e negli anni ha accolto
milioni di lettori con uno
stile identificativo fin dall’origine:
il cliente in ogni punto
vendita trova non un semplice
commesso, ma un libraio con
una conoscenza approfondita
del suo prodotto, in grado di
consigliare. L’esperienza dei
fondatori parte dai mercatini
dell’usato, detti anche politici
in quegli anni, diffusi in
zone strategiche della città,
come per esempio lo spazio
antistante l’Università Statale,
per poi approdare al primo
negozio storico sull’Alzaia del
Naviglio Grande.
Alla base di questo progetto c’è
l’amore per il libro che non perde
mai il suo valore e anzi se è
usato vale di più poiché, come
dichiarano i fondatori, il libro è
emozione che muove le parole
e le organizza. E, come tale, idealmente
non può avere una fine.
L’intuizione di partenza è stata
quella di creare un luogo di
commercio del libro usato, in
particolare dei testi scolastici,
consentendo dapprima agli
studenti di vendere e acquistare
i libri di testo a metà prezzo e
quindi di rendere più accessibili
lo studio e la lettura. Nel tempo
l’offerta si è estesa ai volumi
nuovi, reminder, fuori cataloghi,
rarità editoriali e modernariato,
a cura di Silvia Massimino
Una delle sedi
di Libraccio
dove è possibile
acquistare la
Green Planner
oltre a un ampio assortimento
di cartoleria, dvd, cd, vinili e
giocattoli. Libraccio ha sempre
saputo evolversi al passo con
i cambiamenti e nel 2009 ha
inserito la sua offerta online
con il sito Libraccio.it. L’anima
dell’usato convive con il nuovo
e con il digitale a testimonianza
dell’immortalità della lettura a
ogni età e in ogni epoca, ponte
fra passato, presente e futuro,
da vero e proprio collegamento
fra le diverse generazioni.
Il libro è il simbolo del trasferimento
di conoscenza e di emozioni
tramandate attraverso le
pagine stampate, in grado di
creare un dialogo fra scrittori,
classici o contemporanei, e
lettori di ogni periodo. Il libro
traccia una mappa ideale dell’evoluzione
e dell’essenza più
profonda degli uomini, anche
se distanti in termini di tempo
e di spazio. Il libro come oggetto
fisico con la sua copertina e
l'interno da sfogliare racchiude
questi valori e Libraccio se ne
fa custode con l’intenzione di
evitare che diventi un rifiuto,
offrendogli una seconda vita.
greenplanner 142
economia green
Il progetto Resilk
a cura di Silvia Massimino
Seta al giro di boa: 100% rigenerata
Èdal 2015 che Mantero
Seta ha inserito nei suoi
obiettivi di sviluppo anche
l’economia circolare ottenendo
la certificazione Rcs (Recycled
claim standard), soprattutto con
il progetto Resilk, che ha visto
la luce nel 2019 per donare una
seconda vita alla seta. In collaborazione
con Ecotec by Marchi
& Fildi, è nato così un nuovo
materiale interamente realizzato
in Italia, tracciabile e di elevata
qualità. Si tratta di una seta 100%
rigenerata derivata dagli scarti
dei processi produttivi della seta
altrimenti destinati allo smaltimento.
L’eleganza non fa una
piega. Mantero ha solide basi
nel passato, ma sa adeguarsi
ai cambiamenti osservando la
contemporaneità. Nell’ultimo
decennio ha attuato scelte decise
verso una filiera produttiva
sempre più sostenibile e verso
la responsabilità sociale. Ha ottenuto
diverse certificazioni, da
quelle ambientali come la Iso
14001 alla Bs Ohsas 18001 che
tutela salute e sicurezza sul luogo
di lavoro, fino alla Sa 8000 per
la responsabilità sociale.
Tra le iniziative a favore dell’ambiente,
Mantero utilizza stampe
con coloranti privi di metalli, tessuti
certificati Gots (Global organic
textile standard), eliminazione
dell’uso di sostanze chimiche,
ottimizzazione dell’energia negli
impianti produttivi, installazione
di un impianto fotovoltaico da
500Kw, illuminazione a Led.
In Francia la legge antispreco fa letteratura
L’anti-gaspillage è la legge francese dedicata
all’anti-spreco: plaude all’iniziativa la start up Sfridoo,
realtà che aiuta le imprese italiane a risparmiare
o guadagnare dagli scarti. Ottimi spunti
sorgono ora: dall’anno prossimo i marchi della
moda non potranno più distruggere i prodotti
invenduti che, secondo il Ministero dell’Ambiente
francese, valgono oltre 650 milioni di euro ogni
anno. In particolare, l’articolo 5 della legge obbliga
i produttori e i distributori di nuovi prodotti a riutilizzarli
tramite donazioni a “società socialmente
responsabili”. In alternativa, possono riciclarli dando
loro una seconda vita. La nuova legge agevola
le donazioni, eliminando il principio secondo cui
l’Iva non era detraibile, un ostacolo fiscale che incentivava
la distruzione. Inoltre le aziende saranno
autorizzate a rivendere i propri articoli invenduti
ai dipendenti, con uno sconto massimo del 50%.
La buona plastica si
fa strada: ecco i manichini
che non inquinano
Non ci sono più i manichini di una
volta: quelli che produce Bonaveri sono
biodegradabili. Ovvero, realizzati in B
Plast, una bio plastica che deriva al 72%
dalla canna da zucchero, e poi verniciati
con B Paint, la prima vernice naturale
composta da sostanze organiche
rinnovabili. «Le mode passano, ma la
natura resta ed è il bene più prezioso
che abbiamo» ha commentato Andrea
Bonaveri, Ceo dell’azienda che ha sede
a Renazzo di Cento, in provincia di
Ferrara.
greenplanner 143
LUNEDÌ
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MARTEDÌ
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Giornata internazionale
per la riduzione dei
disastri naturali
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Perché l’economia deve essere circolare?
Il rapporto Global resources
outlook 2019 dell’International
resource panel firmato
dall’Unep, il Programma delle
Nazioni Unite per l'ambiente,
ha evidenziato chiaramente
come «l’estrazione e l’uso delle
risorse contribuiscono per oltre
il 90% alla perdita globale di
biodiversità e allo stress idrico
e generano circa la metà delle
emissioni di gas serra globali».
Il modello dell’economia circolare
si basa sulla raziona-
lizzazione del ciclo produttivo,
l’innovazione, la spinta e il recupero
degli scarti. Secondo le
stime della Commissione europea,
nel 2025 il risparmio di
materie prime per l'industria
europea potrebbe essere di circa
400 miliardi di euro - il 14%
a parità di produzione - e di 12
miliardi di euro soltanto per la
nostra Italia.
Le problematicità di questo
nuovo modello di produzione
deriva dalla necessaria revisione
delle procedure interne
delle imprese che producono
e che gestiscono i rifiuti. Più
volte le associazioni italiane e
i consorzi di recupero hanno già
denunciato questa situazione.
Mancano soprattutto i decreti
attuativi che permettano l’utilizzo
degli scarti. Il problema
non è banale.
Dagli scarti
delle stoffe
una volta si
faceva
la carta
(qui Museo
della carta
di Amalfi)
greenplanner 144
GIOVEDÌ
Giornata mondiale contro
l’incenerimento dei rifiuti
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SABATO
Giornata mondiale
dell’alimentazione
settimana 42
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ottobre 2021
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Giornata internazionale
per l’eliminazione
DOMENICA
della povertà
La direttiva 2018/852 prevede
che entro il 31 dicembre
2025 almeno il 65% degli imballaggi
in peso venga riciclato,
ovvero:
• il 50% per la plastica;
• il 25% per il legno;
• il 70% per i metalli ferrosi;
• il 50% per l’alluminio;
• il 70% per il vetro
• il 75% per carta e cartone.
Solo il 10% dei rifiuti
urbani potrà finire
in discarica (obiettivo
del 2035).
IL DATO
1.000 miliardi: è la cifra
che il Green Deal europeo
intende mobilitare per finanziare
il passaggio alla
Sostenibilità. Più o meno
100 miliardi all’anno. Ma
si tratta per adesso di una
stima: la cifra reale sarà
stabilita dai bilanci pluriennali
dell’Unione Europea. Il
primo step riguarda il periodo
compreso fra il 2021
e il 2027.
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ECONOMIA GREEN / Il futuro è circolare
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LUNEDÌ
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MARTEDÌ
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Luci e ombre dei primati in circolarità
L’Italia è al 22esimo posto in
Europa per spesa ambientale
in ricerca e sviluppo, che è scesa
del 17% tra il 2010 e il 2017.
Quella pro capite è di soli 8,7
euro, molto al di sotto della
media europea: 14,4. Per la digitalizzazione
siamo al 24esimo
posto su 28 Paesi (fonte: Stati
Generali della GreenEconomy
2019). Mentre siamo al primo
posto in fatto di circolarità della
produzione, rispetto alle prime 5
economie europee. Calcolando
l’indice complessivo di circolarità,
ovvero il valore attribuito secondo
il grado di uso efficiente delle
risorse, utilizzo di materie prime
seconde e innovazione nelle categorie
di produzione, consumo
e gestione dei rifiuti, l’Italia ha
ottenuto un punteggio di 103.
Un ottimo risultato se consideriamo
i risultati di Regno Unito
(90), Germania (88), Francia (87)
e Spagna (81).
Ha detto:
«Il concetto di economia
circolare fa riferimento alla
capacità di mantenere il più
a lungo possibile il valore di
prodotti, materiali e risorse e
di minimizzare la produzione
di rifiuti. Da un lato il focus è
su un migliore utilizzo delle
risorse stesse e su un miglioramento
dei processi di produzione,
dall’altro sul riciclo».
Patrizia Lombardi, prorettrice
e coordinatrice area circular
economy Politecnico di Torino
greenplanner 146
GIOVEDÌ
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Giornata internazionale
del leopardo delle nevi
SABATO
settimana 43
ottobre 2021
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DOMENICA
Giornata delle
Nazioni Unite
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La Bei dice stop alle fonti fossili
Entro la fine del 2021 la Banca
Europea per gli Investimenti
(Bei) non destinerà più fondi a
progetti industriali che usano
combustibili fossili o tecnologie
inquinanti, non in linea con
i Sustainable development
goal (Sdg) 2030
delle Nazioni Unite.
Una decisione importante,
cui si aggiunge
la dichiarazione dell’emergenza
climatica da
parte del Parlamento
Europeo, con l’obiettivo di
trasformare profondamente
la politica economica dell’Ue,
con effetti previsti anche sui
mercati finanziari delle materie
prime. La decarbonizzazione
dell’Europa comporterà
l’abbandono di
alcune di alcune materie
prime, come il
carbone e i derivati
del petrolio, per la
produzione di energia
elettrica.
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ECONOMIA GREEN / Il futuro è circolare
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Riparati, usati… il consumo è alternativo
Un po’ per salvaguardare
il mondo,
un po’ per ridurre le
spese, anche gli italiani
si orientano verso
comportamenti
di uso e acquisto
diversi. Così, si può
leggere la tendenza
a riparare oggetti
rotti invece che sostituirli
con degli altri nuovi (63,9%).
Oppure, la propensione ad
acquistare prodotti
di seconda mano
(58,6%). Capita però
che si decida anche
di non comprare più
prodotti di marca
per scegliere quelli
senza label (58,9%).
Inoltre si è diffusa
l'abitudine di compiere
acquisti condivisi allo
scopo di risparmiare (37,9%).
(Fonte: Eurispes 2020)
Anche i vestiti
vanno “recuperati”
Dal 2025 la raccolta differenziata
degli abiti usati dovrà
essere organizzata secondo le
nuove direttive europee, spiega
Andrea Fluttero, Presidente
Conau (Consorzio
nazionale
abiti usati). La
raccolta della
frazione tessile
dei rifiuti urbani
è attualmente
organizzata in
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settimana 44
GIOVEDÌ
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ottobre 2021
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DOMENICA
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Italia in modo spontaneo, seguendo
le norme del decreto
legislativo del 5 febbraio 1997,
ma non è omogenea sul territorio.
Nel 2018 sono state raccolte
133mila tonnellate di abiti usati,
di questi il 30-35% viene riutilizzato,
il 45-50% viene trasformato
in pezzame industriale,
imbottiture, ovatta per realizzare
materiale fonoassorbente
o fibre, soprattutto nel distretto
di Prato altamente specializzato
in questa attività. Il 10-15%
finisce in discarica dato in peggioramento
anche a causa degli
acquisti di fast fashion.
il punto di vista dei Chinson
a cura di Mario Airaghi
Il diario continua a pag. 154
ECONOMIA GREEN / Il futuro è circolare
greenplanner 149
economia green
Iniziative: pinkandgreen.it
Economia circolare:
la parola alle donne
Sta, per fortuna, permeando
la nostra vita. Tutti
i giorni e sempre più. È il
bello dell’economia circolare che
pretende anche da parte nostra
un approccio diverso. Fatto di attenzione
agli scarti che possono
diventare “altro”. Ce ne rendiamo
conto ogni volta che facciamo la
raccolta differenziata: quell’umido
che raccogliamo a parte
diventa compost che può concimare
i nostri orti in maniera
perfetta. La plastica? Se non la
disperdiamo, ma la conferiamo
nel giusto cassonetto fa nascere
una marea di nuovi prodotti. Il
pile ne è solo un esempio, finanche
banale.
Oltre al comparto produttivo, noi
cittadini siamo il fulcro dell’economia
circolare: acquistare beni
che prevedono l’attuazione di
queste buone pratiche, può fare
la differenza. Ma come accorgersi
che un prodotto sia ideato
in maniera tale che il suo scarto
non finisca nell’inceneritore, bensì
diventi altra materia? Al momento
solo con l’informazione.
Valutando la sua progettazione
e magari anche il packaging, in
linea con le direttive dell’Ecodesign.
Con un piccolo sforzo e attenzione
è possibile entrare nei
processi produttivi, conoscendo
la filiera che sta dietro a quel prodotto,
riutilizzandolo al meglio,
seguendo le concezioni base del
riuso e del riciclo.
Ovviamente, anche le aziende
dovrebbero iniziare a tenere in
considerazione il bisogno che
la gente ha di essere informata
sotto questi aspetti e a comunicare
al meglio quello che stanno
facendo in merito. Perché dietro
c’è tecnologia, creatività e un’impronta
ambientale rispettosa
della natura e dell’ambiente.
Su questi presupposti è nato il
progetto Pink&Green. Sviluppato
all’interno del format I talenti
delle donne (italentidelledonne.
a cura di M.Cristina Ceresa
C’entra anche
la politica
È stata lei, Simona Bonafè,
europarlamentare
Gruppo Alleanza progressiva,
a portare avanti per
ben più di tre anni presso
il parlamento Europeo un
pacchetto di misure per
l’adozione di norme che
regolamentino l’Economia
Circolare. Il suo lavoro è
poi sfociato nelle Direttive
pubblicate in Gazzetta
Ufficiale il 30 maggio del
2018.
comune.milano.it/node/8) voluto
dall’assessorato alla cultura
del Comune di Milano, Pink&-
Green dà visibilità a quelle donne
che si occupano con intelligenza,
creatività e forza a progetti di
economia circolare. Video, interviste
ed ebook stanno facendo
da cassa di risonanza alla loro
esperienza. E ne vedremo, conosceremo
delle belle. Storie
fantastiche che fanno bene al
mondo.
Call to action
per la
salvaguardia
delle acque
Nessun messaggio ha più forza dell’arte. E
siccome noi battiamo il chiodo sui temi del
riuso e del rispetto all’ambiente, abbiamo
ideato un nuovo progetto per gli studenti di secondo
grado: Sea Art. Si tratta di un vero e proprio
contest dove i ragazzi dovranno presentare la propria
opera tridimensionale costruita con materiale
di scarto (possono usarli tutti, tranne la plastica).
Una giuria decreterà i vincitori. E le opere saranno installate presso il
giardino dell'Acquario di Milano dove rimarranno sotto gli occhi di tutti
con un appello ben chiaro: salvare il Pianeta è un dovere di tutti noi.
greenplanner 150
economia green
L’esperienza di una multiutility italiana
Gruppo Hera ha un pallino:
rigenerare le risorse
a cura di Camilla Galli Macicré
del futuro. Così
definisce l’economia circolare,
il presidente ese-
L‘economia
cutivo del Gruppo Hera: Tomaso
Tommasi di Vignano. «Mi piace
dire - aggiunge - che siamo “attivatori
del futuro”». Di fatto, il
business plan del Gruppo, una
delle utility più poliedriche nel
panorama italiano, è tutto teso
alla rigenerazione delle risorse.
Principio fondante di un business
sostenibile. Così, i rifiuti
organici vengono trasformati in
Aliplast: il riciclo della plastica
biometano e compost. La plastica
a fine vita viene raccolta e
convertita in prodotti in plastica
rigenerata destinati a una pluralità
di mercati. Ma fondamentale
per Hera è anche la rigenerazione
nel settore idrico, dove ha effettuato
importanti investimenti
come il Piano di Salvaguardia
della Balneazione a Rimini e il
depuratore di Servola a Trieste,
e realizzato progetti all’avanguardia
per tutelare una risorsa
preziosa come l’acqua, a partire
Come dare nuova vita alla plastica raccolta? L’azienda trevisana
Aliplast, entrata nel 2017 a far parte del Gruppo Hera, mette al
centro dei propri processi la Sostenibilità e la creazione di valore
condiviso, lavorando oltre 90 mila tonnellate di plastica all’anno e
ricavandone prodotti in plastica rigenerata, destinati a una pluralità
di mercati. Qualche esempio: nell’industria
dello pneumatico le bobine di plastica usurate,
sulle quali vengono spalmate le gomme
che poi diventano pneumatico, vengono
macinate, rigranulate ed estruse in nuove
bobine con le stesse caratteristiche della
plastica vergine.
dal riuso. I risultati sono evidenti:
+12% è la crescita del fatturato
2019 con un margine operativo
lordo (Mol) di oltre un miliardo
e un utile netto pari a 402 milioni
di euro. Inoltre il titolo -
già quotato nel Ftse Mib – nel
2020 è entrato nel Ftse4Good
Index Series, serie di indici etici
concepiti da Ftse Russell per
raccogliere le migliori aziende
che, nel mondo, si impegnano
attivamente per uno sviluppo
sostenibile. Significativa anche
la partecipazione da anni come
membro alla Fondazione Ellen
MacArthur.
«Non ci limitiamo a non sprecare
– precisa il presidente - ma puntiamo
al riuso delle risorse e, ancora
prima, a un modo diverso di
concepirle e realizzarle a monte,
passando da un approccio mitigante
e di recupero a una progettazione
ex-ante che pianifica
la minimizzazione dell’impatto.
E questo lo facciamo a partire
dal settore ambiente e dai rifiuti,
ma non solo». Ambiente, energia
e acqua ringraziano.
Viaggi a bassa impronta di carbonio
La trasformazione di rifiuti organici in biometano e compost
per il Gruppo Hera è già una realtà nell’impianto di
Sant’Agata Bolognese. Il biometano prodotto qui alimenta
bus, taxi e auto che circolano a Bologna. Anche per questo il
Gruppo Hera sta incentivando la raccolta differenziata, con
l’obiettivo di superare il 75% nel 2023, e prevede sempre
nuovi progetti a supporto del modello di economia circolare.
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Èa Vipiteno, all’estremo nord
dell’Alto Adige, che ha sede
LEITWIND, l’unico produttore
italiano di impianti eolici classe
Megawatt. LEITWIND ha mosso
i suoi primi passi con lo sviluppo
del DirectDrive, sistema
di azionamento diretto e cuore
pulsante degli impianti eolici e,
oggi, anche degli impianti funiviari.
Leader in Italia nel segmento
di potenza 1,0 MW, LEI-
TWIND, specializzata in singole
installazioni, grazie alla vasta
gamma di prodotti sempre più
Per conoscere le imprese
Energie rinnovabili
LEITWIND: unici nell’eolico in Italia
efficienti ed affidabili, offre la
soluzione perfetta per qualsiasi
zona, indipendentemente
dalle condizioni morfologiche e
di ventosità, garantendo sempre
la produzione ottimale di
energia. La strategia LEITWIND
mira a progetti customizzati, repowering
e autoconsumo.
LEITWIND è parte del Gruppo
HTI (High Technology Industries),
un gruppo di aziende
altamente tecnologiche e innovative,
specializzate in sistemi
funiviari (LEITNER ropeways
Leitner Ag/Spa - Via Brennero, 34 39049 Vipiteno (BZ) Italia
e POMA), mezzi battipista e
veicoli cingolati multiuso (PRI-
NOTH), sistemi di trasporto
urbano (MINIMETRO) e innevamento
tecnico programmato
(DEMACLENKO). Con 11 siti
produttivi, e oltre 130 centri
vendita e assistenza sparsi in
tutto il mondo, il Gruppo sfrutta
al meglio le sinergie interne: la
condivisione della filosofia produttiva
e del patrimonio tecnologico
si traducono in qualità e
affidabilità, riconosciute in tutto
il mondo.
novembre /
tecnologie green
Tempo di energie positive
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L’Italia Rinnovabile non può più aspettare
30 GW di capacità aggiuntiva,
in 10 anni. È questa la quota
di energia verde che l’Italia
deve raggiungere in 10 anni. Il
quadro 2030 per l’energia e il
clima ha stabilito nuovi obiettivi
per la decarbonizzazione,
l’efficienza energetica, la ricerca,
l’innovazione e la competitività,
finalizzati a una migliore
sostenibilità ambientale, sociale
ed economica.
Parliamo di 3 GW l’anno: una
cifra notevole. Ce la faremo
a starci dietro? «Un obiettivo
sfidante e, certamente a livello
teorico, in linea con le possibilità
del Paese - commenta
Valerio Natalizia, Regional
Manager Sma South Europe
– Siamo passati dai circa
700 MW di nuovo installato
annuale del 2019, a circa 1 GW
Verso un’elettricità più verde
Abilitare i consumatori alla transizione energetica promuovendo
soluzioni innovative come quelle che permettono una
migliore gestione dei consumi energetici (demand response)
e tecnologie efficienti come le colonnine di ricarica per la mobilità
e l’accumulo di energia. Puntare su una transizione che sia
economicamente accessibile e inclusiva e migliorare l’esperienza
degli utenti con il fornitore di energia, incrementando i servizi
in maniera semplice e trasparente (Fonte: Elettricità futura).
greenplanner 154
settimana 45
GIOVEDÌ
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VENERDÌ
Giornata per la
sensibilizzazione
sugli tsunami
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6
Giornata internazionale
per la prevenzione dello
sfruttamento dell’ambiente
nella guerra e nei conflitti armati
SABATO
novembre 2021
PM
PM
del 2020, trainati soprattutto
dal decreto
Fer1 che ha introdotto
meccanismi incentivanti.
Numeri, però,
ancora distanti dal
target 2030».
Un divario dovuto
principalmente alla
mancanza di un piano
operativo di una
strategia energetica
formalizzata per l’attuazione
del quadro, lamentano gli addetti
ai lavori. Allora su cosa
converrebbe intanto puntare?
Le possibilità esistono: tre filoni
da seguire sono quelli delle
comunità energetiche e della
digitalizzazione, oltre all’intelligenza
artificiale. Anche questo
farà parte del gioco.
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TECNOLOGIE GREEN / Tempo di energie positive
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LUNEDÌ
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Giornata mondiale della
Scienza per la pace
e lo sviluppo
AM AM AM
PM PM PM
Energia verde: qualche nube all’orizzonte
Cosa incombe sulle tecnologie
che producono energia Green? A
vederla bene molte cose: in primis
la volontà di alcune lobby a
mantenere viva l’economia che
ruota attorno alle fonti fossili.
Ma a parte ciò, ci sembrano più
che giustificati alcuni spunti che
emergono da una società di consulenza
come la Willis Towers
Watson. Questa realtà ha pubblicato
la sua prima Renewable
Energy Market Review dove
emerge qualche allarme. Come
quello relativo alle tensioni geo
politiche; al rischio legato alla sicurezza
informatica e ai problemi
di un eccesso di riassicurazione
del capitale. In quest’ultimo caso
di fronte al peggioramento del
rapporto sinistri/premi e all’aumento
dei costi, il mercato assicurativo
delle Energie Rinnovabili
sembra aver raggiunto un punto
critico. È interessante, però, notare
che anche la crisi climatica
minaccia il comparto: in particolare
all’interno di segmenti come
l’eolico offshore galleggiante e
della rinnovabile ibrida. Infine, incombe
il rischio meteorologico,
non assicurabile e sempre meno
predittivo: quanta energia produco
con il sole, il vento, l’acqua?
La volatilità dei prezzi dell’energia
e le interruzioni di rete non
legate a danni fisici, ma dovute
“al tempo” fanno impazzire gli
addetti ai lavori.
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settimana 46
GIOVEDÌ
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novembre 2021
PM
«Un terzo circa delle emissioni mondiali legate all’energia
provengono dal settore elettrico prodotto con il fossile. Per
rispettare l’Accordo di Parigi abbiamo quindi bisogno di modificare
radicalmente e velocemente i nostri sistemi energetici
nei decenni a venire, e il fotovoltaico è in prima linea in questa
transizione energetica mondiale. È l’unica fonte di energia
rinnovabile allestibile abbastanza in fretta in dimensioni
praticabili, su tetti, terreni e acque, senza elementi esterni.
Le installazioni fotovoltaiche accumulate negli ultimi quattro
anni hanno superato del 36 per cento le previsioni del 2015.
È un dato positivo che però non basta».
Steve O’Neil,
Ceo di Rec Group
PM
Ha detto:
DOMENICA
Giornata mondiale
del diabete
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TECNOLOGIE GREEN / Tempo di energie positive
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LUNEDÌ
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MARTEDÌ
Giornata internazionale
per la tolleranza
MERCOLEDÌ
Giornata internazionale
del gatto nero
AM AM AM
PM PM PM
Con il sector coupling si limitano i gas serra
L'elettrificazione dei trasporti,
degli edifici e dell’industria
in Europa potrebbe ridurre
del 60% le emissioni di gas
serra tra il 2020 e il 2050: è
quanto afferma un report di
BloombergNef. Detta anche
"sector coupling", l'elettrificazione
potrebbe realizzarsi
attraverso un mix di cambiamenti
diretti e indiretti. I primi
implicherebbero una proliferazione
quanto più capillare
possibile di veicoli elettrici nel
settore dei trasporti e l’ampia
diffusione di sistemi di riscaldamento
elettrici, come
le pompe di calore negli edifici
e in alcuni ambiti industriali.
I cambiamenti indiretti,
invece, comporterebbero un
passaggio all'“idrogeno verde”
– prodotto dall'elettrolisi
utilizzando elettricità rinnovabile
– come combustibile per
riscaldare gli edifici e applicato
al maggior numero possibile
di processi industriali,
Sector coupling
-68%
-60%
Dal 2020 al 2050
le emissioni totali
prodotte dal settore
energetico, dei
trasporti, dell’edilizia
e dell’industria
considerando solo i
trasporti, gli edifici
e l'industria
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settimana 47
GIOVEDÌ
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VENERDÌ
Giornata internazionale
dell’uomo
AM
SABATO
Giornata mondiale
dell’infanzia
20
novembre 2021
PM
che altrimenti utilizzerebbero
combustibili fossili. Fondamentale
in questo passaggio
anche il tema dell’immagazzinamento
dell’energia, che assumerà
un ruolo chiave entro
il 2023, poiché contribuirà ad
aumentare l’affidabilità e la
resilienza dei sistemi elettrici
decentralizzati. L’adozione di
soluzioni alternative di stoccaggio
dell’energia, incluse le
batterie a lunga durata per
l’integrazione delle rinnovabili
su vasta scala, crescerà almeno
del 30% anno su anno, fino
al 2023.
PM
.
LO SAPEVI?
Per produrre acqua potabile e
per depurare le acque reflue
è necessaria tanta energia
elettrica. In Italia, secondo
l’Autorità per l’Energia Elettrica
il Gas e il Sistema Idrico
i consumi nel servizio idrico
integrato rappresentano circa
il 2,3% dell’intero fabbisogno
nazionale, con un valore pari
a 7,5 miliardi di kWh all’anno,
dato che si prevede tenda ad
aumentare (fonte Enea).
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TECNOLOGIE GREEN / Tempo di energie positive
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LUNEDÌ
22 23 24
MARTEDÌ
MERCOLEDÌ
AM AM AM
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Fotovoltaico: si punta a un’efficienza del 30%
La perovskite e il silicio sembrano
essere un’accoppiata fantastica
per catturare i raggi del
sole e produrre energia. Lo sta
dimostrando un progetto- tutto
italiano - firmato dai ricercatori
dell'Agenzia nazionale per le
nuove tecnologie, l'energia e
lo sviluppo economico sostenibile,
assieme all’Università di
Roma Tor Vergata e l’Istituto
Italiano di Tecnologia. Finora
è stata ottenuta l’efficienza record
del 26,3%, ma l’obiettivo
è di superare il 30%. «La combinazione
dei due materiali
massimizza l’assorbimento dei
raggi solari e produce un'elevata
foto-tensione, pari alla
somma delle tensioni generate
dalle due singole celle, producendo
in questo modo una
maggiore efficienza rispetto ad
una singola cella solare» svela
Mario Tucci, responsabile del
Laboratorio Tecnologie Fotovoltaiche
dell’Enea. Le ricerche
proseguono.
Ricarica lo
smartphone
con il sole
Gli smartphone e i tablet si
usano troppo e ciò richiede
una continua ricarica della
batteria. Capita così che sia
difficile trovare una presa
elettrica con la quale ricaricare
anche i relativi powerbank.
Così, il gruppo di ricerca
NewPV dell’Istituto dei
materiali per l'elettronica
assieme al Cnr-Imem di Par-
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GIOVEDÌ
Giornata internazionale
per l’eliminazione
della violenza contro
le donne
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VENERDÌ
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settimana 48
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novembre 2021
PM
ma ha ideato un sistema (il
NewPV-3) che permette di
utilizzare l’energia solare,
sfruttando un mini-modulo
fotovoltaico opportunamente
ingegnerizzato per
caricare fino a 6 smartphone
contemporaneamente.
Zero spesa di ricarica e zero
emissioni di
CO 2 . Piccoli
e leggeri:
6 dispositivi
pesano circa
400 grammi.
PM
il punto di vista dei Chinson
a cura di Mario Airaghi
DOMENICA
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Il diario continua a pag. 168
TECNOLOGIE GREEN / Tempo di energie positive
greenplanner 163
tecnologie green
Energia del futuro: il vincitore di NextEnergy 2020
Il riscatto dell’idrogeno
Guidare la transizione
energetica del Paese:
era questo il tema 2020
della call for ideas Next Energy,
iniziativa promossa da Terna,
Fondazione Cariplo e Cariplo
Factory con l’obiettivo di valorizzare
talenti e dare sostegno
a idee e startup che abbiano
sviluppato progetti innovativi
in tema energetico.
Infatti, transizione energetica e
passaggio a un sistema energetico
pulito è una priorità che
il Green Deal europeo incoraggia,
in vista della scadenza del
2050 in cui in Europa le
emissioni dovranno
essere azzerate.
L’idrogeno, in questo
scenario, è un
vettore energetico
che, se si svilupperanno
le opportune
tecnologie per avviarne
la produzione in modo
sostenibile- economicamente
ed energeticamente - potrà
aiutare più di altri a produrre
energia pulita, in quantità elevata
e senza inquinare.
Per riuscirci sarà però necessario
produrre idrogeno attraverso
un processo elettrolitico,
sfruttando energia elettrica
proveniente da fonti rinnovabili,
non attraverso il reforming del
metano, un processo di estrazione
attualmente utilizzato
che ha il difetto di produrre CO 2
.
Sarà per questo che il vincitore
di Next Energy 2020 è risultata
la toscana Nemesys, una
startup – dalle competenze
consolidate - specializzata in
tecnologie innovative per la diffusione
dell’uso dell’idrogeno.
L’idea innovativa di Nemesys
è una cella elettrolitica che
consente il recupero di energia
elettrica durante il processo di
produzione dell’idrogeno, superando
gli obiettivi di efficienza
Eu al 2030 (48kWh/kgH2).
Inoltre, il prototipo non utilizza
metalli preziosi, né costose
membrane Pem come avviene
invece nelle attuali soluzioni di
mercato e, per questo,
ha un costo di realizzazione
inferiore e
più competitivo.
Le celle elettrolitiche
sviluppate
con questa tecnologia,
se le aspettative
dello studio
preliminare saranno confermate,
potranno ottenere un
grande vantaggio competitivo
nel mercato degli elettrolizzatori
per la produzione di
idrogeno verde nel prossimo
futuro.
Gli ambiti di applicazione della
soluzione di Nemesys – che
si è aggiudicata, grazie a Next
Energy 2020, un voucher di
50.000 euro, spendibili in ulteriori
servizi di accelerazione
- potranno essere sia indirizzati
all'uso domestico, sia per
le industrie e i grandi mezzi di
trasporto.
a cura di Paolo Galli
Un futuro carbon
neutral salverà
l’uomo. Parola di
Risto Linturi
Per contrastare inquinamento
e azioni
antropiche, causa del
cambiamento climatico in
atto, è necessario cambiare
modo di produrre energia,
passando quanto prima al
100% di energie rinnovabili.
Ma per riuscirci è fondamentale
consumare più energia,
per stimolare la produzione
energetica pulita e avviare la
transizione energetica, definitivamente.
È questa l’unica strada possibile,
secondo il futurologo
finlandese Risto Linturi, per
il quale non abbiamo bisogno
di una decrescita energetica
per salvare il mondo;
al contrario dobbiamo accelerare
l’adozione di tecnologie
pulite ed ecosostenibili
attraverso un aumento dei
consumi energetici.
Cosa possibile per Linturi
grazie all’energia solare.
Risto Linturi a Milano durante
l’evento organizzato da
Vaillant: Scegliamo l’aria pulita
greenplanner 164
tecnologie green
Green Ict
a cura di Paolo Galli
Quanta energia consuma il mondo
dell’Information technology?
Per far quadrare i conti con
la Sostenibilità è necessario
che l’industria dell’Information
technology faccia
passi avanti verso l’efficienza
energetica. Il settore è, infatti,
estremamente energivoro: secondo
il rapporto di Greenpeace
Usa del 2017 Clicking clean:
who is winning the race to build
a green internet, le grandi
aziende di It consumano il 7%
dell’elettricità globale per alimentare
i loro centri di elaborazione
dati. Certo, da allora a
oggi passi in avanti se ne sono
fatti, anche attraverso l’adozione
di energia rinnovabile. Ma,
al tempo stesso, il proliferare
delle risorse video in Rete – a
fine 2020 il traffico video occupa
l’80% della banda – fa crescere
le stime sui consumi energetici,
con una previsione di crescita
annua del 4% fino al 2030.
E già nel 2025 il mondo dell’It
sarà responsabile della produzione
di più emissioni di carbonio
rispetto a qualsiasi altro
Paese sulla Terra, arrivando a
consumare fino a 3.000 TWh
l’anno con i centri elaborazione
dati che, da soli, potrebbero produrre
fino a 1,9 gigatonnellate
di CO 2
, ovvero il 3,2% del totale
mondiale.
Insomma, è giunta l’ora di rendere
più efficiente il settore,
cominciando a rivedere il modo
di concepire i data center e,
Otto email
inquinerebbero
quanto
percorrere un
chilometro in
auto
soprattutto, di progettare le
risorse energetiche che li alimentano
puntando sulle fonti
rinnovabili.
Una corsa all’Internet green che
vede, finalmente, colossi digitali
come Facebook, Apple e Google
fondare il proprio consumo
energetico sulle fonti rinnovabili,
stimolando una conversione
sostenibile di altri data center e
società di cloud.
Sai quanto consumi quando navighi?
Una email da
1 megabyte
emette circa
19 grammi
di CO 2
Nel 2018
l'energia
consumata per
i video online
ha generato
306 milioni
di tonnellate
di CO 2
Oltre un terzo di queste emissioni
(100 MtCO 2
) sono state generate
dai video on demand (per esempio
Netflix o Amazon Prime Video)
Fonte: The Shift Project
Il 5G sarà green?
La nuova keyword nel settore It è mobility: tutto
si deve poter fare, con le stesse prestazioni
che si avrebbero in ufficio o a casa, anche in
mobilità. Ecco allora che il 5G – la quinta generazione
di tecnologie per la connessione mobile – è una
spinta fondamentale alla modernizzazione e allo
sviluppo del mondo dell’Information technology.
Velocità di trasmissione dei dati più elevata, tempi
di risposta più rapidi: potenzialmente il 5G può arrivare
fino a 10 Gigabit per secondo, 10 volte più
dell’attuale 4G. Con consumi, sia per gli smartphone
che per i datacenter che dovranno servire i dati,
più elevati.
Quindi, la vera sfida del 5G non è se fa male alla
salute – gli studi per il momento lo escludono –
ma quanto impatto avrà sull’ambiente.
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#ScelgoBancaEtica e tu?
FINANZA FUORI DAL FOSSILE
INQUINAMENTO?
#nonconimieisoldi
SALVIAMO IL CLIMA
Diamo credito al pianeta
La finanza etica può salvare il pianeta e combattere i cambiamenti
climatici. Da oltre 20 anni Banca Etica esclude le fonti fossili e le attività
inquinanti dai propri finanziamenti e investe esclusivamente in imprese
e progetti che rispettano l’ambiente e i diritti delle persone.
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soggetta alla valutazione della Banca
dicembre /
stop al climate change
Salviamo il Pianeta
LUNEDÌ
Giornata
internazionale
del giaguaro
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MARTEDÌ
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MERCOLEDÌ
Giornata mondiale
dell’Aids
1
AM AM AM
PM PM PM
Tocca a noi limitare la crisi climatica
La crisi climatica non ha fretta.
Attende con pazienza che l’uomo
tocchi il suo massimo sopruso
- non è ancora convinto
che deve limitare lo sfruttamento
del Pianeta - per presentare
il conto con la sua più grande
catastrofe.
Una batosta l’abbiamo già incassata:
il Covid 19. Molte ricerche
hanno messo in luce come
la pandemia da Sars Cov2 abbia
attecchito sull'inquinamento indotto
dall’uomo. Polveri sottili,
NO 2
, diossine: sono state complici
della diffusione del virus.
Ma non solo: ci sono anche gli
incendi che si propagano con
molta più facilità grazie alla siccità;
ci sono le alluvioni che non
lasciano vita dietro loro; ci sono
i ghiacciai che ritirandosi alzano
i livelli dei mari e corrodono le
aree vivibili; ci sono i cambiamenti
repentini di temperatura
che minano le produzioni agricole.
In termini concreti, i Governi
devono alzare di molto le
loro ambizioni di riduzione delle
emissioni di CO 2
entro il 2030,
puntando alla completa decarbonizzazione
ben prima della
metà del secolo, se vogliamo
sperare di limitare il riscaldamento
globale a 1,5°C e attuare
davvero l’Accordo di Parigi. Con
gli attuali target di riduzione, saremmo
condannati a superare
i 3°C di aumento medio della
temperatura globale.
E noi, intanto, che possiamo
fare? Trasporti più puliti; efficienza
energetica nelle nostre
case; ricorso a energia verde;
adozione di piante e verde
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settimana 49
2
Giornata internazionale per
l’abolizione della schiavitù
GIOVEDÌ
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VENERDÌ
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SABATO
4
novembre/dicembre 2021
PM
dentro e fuori casa. E un nuovo
modo di concepire l’alimentazione:
produrre carne e latticini
comporta un altissimo dispendio
energetico. «I dati scientifici
sono inequivocabili – mette
in guardia la Lav - sia a livello
politico e collettivo che individuale,
occorre modificare subito
abitudini e scelte alimentari che
per decenni hanno incentivato il
consumo di carne, spacciandolo
come forma di benessere, ed è
invece tra i principali responsabili
dell’impatto sul clima, con
conseguenze drammatiche sugli
animali allevati».
PM
Meglio farlo
o non farlo?
vecchie auto a benzina
o diesel
veicoli elettrici, biciclette
o camminare, usare i mezzi
pubblici pretendendo che
siano ecologici davvero
fonti fossili
energia rinnovabile
mangiare verdure e frutta
Ma soprattutto:
non sprecare e risparmiare
più energia possibile
Fonte: I consigli di GreenPlanner
DOMENICA
Giornata internazionale
del volontariato per lo
sviluppo economico
e sociale
Giornata mondiale
del suolo
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STOP AL CLIMATE CHANGE / Salviamo il Pianeta
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MERCOLEDÌ
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AM AM AM
PM PM PM
È allarme nel Mediterraneo
Il Mediterraneo è una zona particolarmente
sensibile alle vicissitudini
climatiche in quanto
collocato in un’area di transizione
tra i climi aridi e caldi del
Nord Africa e quelli piovosi e
temperati dell’Europa centrale.
L’alternarsi di maggiori precipitazioni
e lunghi periodi di siccità,
il rischio idrogeologico e la
scarsità d’acqua aumenteranno,
con conseguenze negative notevoli
sul settore agricolo. L’innalzamento
del livello del mare
e l’aumento delle temperature
medie ed estreme potrà accelerare
l’erosione costiera e influire
negativamente sul turismo. Non
siamo quindi messi bene.
«I cambiamenti climatici sono
un fatto eclatante, il cui impatto
sull’ambiente e sui territori si
manifesta attraverso fenomeni
estremi, che generano ingenti
costi e difficoltà per la crescita
sostenibile dell’ecosistema.
Questo è particolarmente vero
per alcune aree del bacino mediterraneo,
dove dinamiche del
clima, pressioni antropiche e
fenomeni economico-sociali si
intersecano in un rapporto di
doppia causalità: produzioni ed
emissioni inefficienti e intensive
influenzano il clima che, a sua
volta, influenza i processi di desertificazione,
le migrazioni e la
sostenibilità di intere
economie».
La pensa così Salvatore
Capasso,
del Cnr-Ismed.
«Le distanze tra
i livelli di produzione,
sviluppo e
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settimana 50
GIOVEDÌ
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Giornata internazionale
VENERDÌ
Giornata dei
diritti umani
dei diritti degli animali
AM
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Giornata internazionale
SABATO
della montagna
dicembre 2021
PM
ricchezza delle economie più ricche
e più povere dell’area si traducono
in altrettanto differenti
relazioni tra attività economica
e qualità ambientale. Al crescere
dello sviluppo, i Paesi possono
infatti permettersi tecniche di
produzione maggiormente efficienti,
virare verso settori meno
inquinanti, cambiare attitudini
culturali e aumentare il valore
della qualità ambientale nel paniere
dei consumatori. Anche le
pressioni demografiche e il grado
di urbanizzazione sfavoriscono
le economie meno sviluppate
della sponda sud».
PM
Ha detto:
«Le anomalie climatiche hanno
agito da acceleratore delle
tensioni sfociate nei conflitti
che, a partire dal 2011, hanno
infiammato il Nord Africa e la
Siria. Anche se non si possono
etichettare le rivolte del Mediterraneo
come guerre ambientali,
non vi è dubbio che
il cambiamento climatico ne
risulti spesso un fattore scatenante»
.
DOMENICA
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Grammenos Mastrojeni
vicesegretario generale dell’Unione del Mediterraneo
(UfM) incaricato per il settore clima ed energia
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STOP AL CLIMATE CHANGE / Salviamo il Pianeta
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LUNEDÌ
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MARTEDÌ
MERCOLEDÌ
AM AM AM
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Cosa fare se arriva il maremoto
Come spiega la campagna
della Protezione civile “Io non
rischio” se sei in spiaggia o in
una zona costiera e ricevi un
messaggio di allerta che indica
il possibile arrivo di un’onda
di maremoto, allontanati e
raggiungi rapidamente l’area
vicina più elevata (per esempio
una collina o i piani alti di
un edificio). Avverti le persone
intorno a te del pericolo
imminente. Corri seguendo
la via di fuga più rapida e non
usare l’automobile, potrebbe
diventare una trappola. Se sei
in mare rischi di non accorgerti
dei fenomeni che accompagnano
l’arrivo di un maremoto, per
questo è importante ascoltare
sempre i comunicati radio. Se sei
in barca e hai avuto notizia di un
terremoto sulla costa o in mare,
portati al largo. Se sei in porto
abbandona la barca e mettiti al
sicuro in un posto alto.
segnali d’allarme
P forte terremoto
P improvviso e insolito ritiro
del mare
P rapido innalzamento del
livello del mare o grande onda
estesa su tutto l’orizzonte
P rumore cupo e crescente
che proviene dal mare, come
quello di un treno o di un aereo
a bassa quota.
Il maremoto può essere generato
da un terremoto o da attività
vulcanica: informati, quindi,
anche su cosa fare in caso di
terremoto o eruzione.
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settimana 51
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L’importanza dell’impronta ambientale
Si tornerà a scioperare per il
clima? La sensazione è che ci
sia bisogno di altre azioni da
mettere in atto per far sentire
la propria voce alla politica. Difatto,
è sempre più importante
che ognuno sappia quanto
incidono le nostre abitudini
sull’ambiente. Buona cosa è
calcolare, così, la propria impronta
ambientale. Poi sarebbe
utile iniziare a proteggere le
foreste esistenti, soprattutto
quelle più antiche e più ricche
di biodiversità, dai danni causati
dall’uomo.
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STOP AL CLIMATE CHANGE / Salviamo il Pianeta
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LUNEDÌ
Giornata internazionale
della solidarietà umana
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MARTEDÌ
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Idee e soluzioni: forza startup
Servono nuove soluzioni a
impatto zero che risolvano la
crisi climatica. Le startup che
vogliono avere un ruolo importante
in questa fase storico-economica
devono concentrarsi
su idee innovative in
termini sia di prevenzione e
gestione dell'emergenza, sia di
assistenza nel post, secondo
la formula delle tre P: prevenire,
prevedere, pianificare. Il
mercato sta dando particolare
fiducia ai progetti capaci di cogliere
una sfida: quella di attivare
un sistema "assicurativo"
tra Stati, di "mutua assistenza"
nella condivisione del rischio e
della rete di previdenza.
LO SAPEVI?
Si definisce emergenza ambientale
un evento catastrofico
che interessa le matrici
ambientali, quali acqua, aria
e suolo; può avvenire a sé
stante o costituire uno specifico
aspetto di un evento di
più ampio impatto. Nei casi
di emergenza, le attività immediate
sono di competenza
degli enti di primo soccorso e
intervento quali, per esempio,
i Vigili del fuoco.
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settimana 52
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Cosa fare per ridurre il rischio delle alluvioni
La prima buona norma è rispettare
l’ambiente: sempre. Se vedi
rifiuti ingombranti abbandonati,
tombini intasati, corsi d’acqua
parzialmente ostruiti, non far finta
di niente: segnalalo al tuo Comune.
Altra buona norma sarebbe
quella di informarsi sul Piano
di protezione civile per sapere
quali sono le aree alluvionabili
e quelle sicure della tua città. In
questo modo potrai assicurarti
che la scuola o il luogo di lavoro
ricevano le allerte e abbiano il
PM
proprio piano di emergenza. Se
non ci dovesse essere il Piano di
protezione civile pretendi che sia
predisposto, così da sapere come
comportarti. Tieni in casa una copia
dei documenti, una cassetta
di pronto soccorso, una torcia
elettrica, una radio a pile e fai in
modo che ognuno sappia dove
siano. È bene evitare di conservare
oggetti di valore in cantina o
al piano seminterrato. O almeno
così consiglia la campagna della
Protezione civile “Io non rischio”.
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STOP AL CLIMATE CHANGE / Salviamo il Pianeta
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MERCOLEDÌ
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Ne siamo
consapevoli, ma…
I cittadini dell’Unione Europea
sembrano essere sempre più
sensibili al tema della crisi climatica:
il 92% di essi si dichiara
favorevole a un’Europa climaticamente
neutrale nel 2050 (fonte:
Eurobarometro, 2019). E noi
italiani? Secondo quanto affermano
Andrea Ballabio e Donato
Berardi di Ref Laboratorio Servizi
Pubblici Locali: «Abbiamo preso
coscienza del problema climatico
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settimana 53
GIOVEDÌ
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e siamo pronti a mettere in
campo qualunque azione
necessaria ad aumentare
la resilienza al cambiamento,
a patto di essere
guidati efficacemente dalle
Istituzioni». E questo è un
importante risultato, che i
policy maker non devono
trascurare. I due ricercatori
suggeriscono con forza di
sostituire al più presto la logica
dell’emergenza, di cui si
paga il conto e sulla quale si
continua a fare affidamento,
con una di prevenzione.
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il punto di vista dei Chinson
a cura di Mario Airaghi
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STOP AL CLIMATE CHANGE / Salviamo il Pianeta
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stop al climate change
Cause dirette e indirette
a cura di Susanna di Lernia, Fondazione osservatorio metereologico
Di cambiamento climatico si muore
Secondo le stime dell’Oms,
il 23% delle morti a livello
globale sono legate a cause
ambientali di diverso tipo, tra
cui la qualità dell’aria e il cambiamento
climatico. Quest’ultimo
influenza la salute con meccanismi
diretti, indiretti e mediati da
fattori socioeconomici.
Tra le conseguenze dirette, la
maggiore incidenza di eventi
meteorologici estremi (ondate di
calore, alluvioni...) è già sotto gli
occhi di tutti. Diverse fonti stimano
che, in un futuro non troppo
lontano, le ondate di calore arriveranno
a causare più di 120.000
decessi l'anno nella sola Unione
Europea qualora non vengano
fin da ora adottate misure idonee
a fronteggiare la situazione.
Le alte temperature sono, inoltre,
spesso associate a inquinamento
atmosferico, causa di problemi
respiratori e cardiovascolari e, in
alcuni casi, di morti premature.
Tra le conseguenze del climate
change di tipo indiretto, i mutamenti
previsti nella distribuzione
di patologie trasmesse da vettori
(come zecche e zanzare) avranno
un importante impatto sulla
salute. L’innalzamento di temperatura,
unito al cambiamento
nella distribuzione di precipitazioni
nel corso dell’anno, aumen-
ta la probabilità di sopravvivenza
del vettore e il tasso di crescita
della sua popolazione. Anche lo
sfasamento dei cicli biologici tra
predatori e prede, quali le zanzare,
contribuisce alla crescita delle
seconde. Le temperature elevate
e l’aumento di umidità e di punti
di acqua stagnante stanno già
espandendo le aree in cui gli insetti
portatori di malattie come
malaria,dengue o chikungunya,
si moltiplicano. Temperatura e
precipitazioni influenzano anche
l’incidenza di infezioni quali colera
o salmonellosi.
Si parla, infine, di conseguenze,
legate al cambiamento climatico,
mediate da fattori socioeconomici.
Variazioni di temperatura
e precipitazioni comporteranno,
secondo la Fao, la perdita di oltre
l’11% di terreni coltivabili nei Paesi
in via di sviluppo entro il 2080,
con conseguente riduzione della
produzione di cereali e impoverimento
della qualità alimentare.
Questo, non solo aggraverebbe
il problema della malnutrizione
locale, ma potrebbe innescare
altre conseguenze diffuse, come
un aumento dei prezzi del cibo su
scala globale.
Come correre ai ripari
È ormai chiaro che occorre adottare misure di
mitigazione e adattamento per salvaguardare
la salute pubblica, a diversi livelli. Alcuni di questi
interventi potrebbero, inoltre, comportare
benefiche ricadute sulla salute (strategia winwin):
ad esempio, promuovere il cosiddetto
"trasporto attivo" (come andare in bicicletta
e camminare) può contribuire alla riduzione
dell'obesità e delle malattie non trasmissibili.
Oppure, l'energia rinnovabile come quella solare
può contribuire a garantire energia in modo
continuativo alle strutture che forniscono servizi
sanitari in aree remote.
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La call for ideas di Fondazione Cariplo
stop al climate change
a cura di Federico Beffa, project manager Fc
“Strategia clima” finanzia i progetti
per affrontare le nuove emergenze
Tra i presupposti del Bando le soluzioni Sostenibili legate alle nuove
abitudini e stili di vita. Aggiornamenti e date di nuove call sul sito di
Fondazione Cariplo
Le concentrazioni di gas climalteranti
hanno raggiunto
i valori più elevati degli
ultimi 800.000 anni, principalmente
a causa delle emissioni
da attività umane. L’aumento di
tali concentrazioni è probabilmente
la causa predominante
del riscaldamento globale, osservato
a partire dalla metà del
XX secolo. Come ha più volte
ribadito l’Ipcc (Intergovernmental
panel on climate change), la
temperatura media globale è
aumentata di circa 1°C rispetto
ai livelli preindustriali e a partire
dal 1950 circa si è rilevata una
frequenza crescente degli eventi
meteorologici estremi, tra cui alluvioni,
ondate di calore e periodi
di siccità.
Fenomeni di questa portata
stanno provocando un esteso
e profondo processo di cambiamento
a livello di paradigma
politico, economico e sociale a
livello internazionale, e i primi
segni sono già evidenti.
La grave crisi sanitaria causata
dal Covid 19 ha, comprensibilmente,
assorbito la maggior
parte degli sforzi globali riorientando
l’attenzione politica
ed economica al contenimento
del contagio da un lato e a una
ripresa economica dall’altro.
L’Unione Europea ha colto, in
questo frangente, l’opportunità
e la necessità di accelerare la
3,4 milioni di
euro e assistenza
tecnica: tutti i
dettagli del Bando
Strategia Clima, con una
dotazione di 3,4 milioni di
euro, è mirata a selezionare
al massimo due aree
nell’ambito del territorio di
riferimento della Fondazione
Cariplo da accompagnare,
tramite un servizio
di “assistenza tecnica”, nella
co-progettazione di una
Strategia di transizione climatica
(Stc) e nella realizzazione
di alcuni interventi di
adattamento, mitigazione,
revisione degli strumenti
urbanistici locali, capacity
building per i funzionari comunali
coinvolti e sensibilizzazione
e coinvolgimento
della cittadinanza.
Chiusa la prima fase di “Strategia clima” la
scorsa estate, consigliamo di connettervi al sito
di Fondazione Cariplo
per gli aggiornamenti in merito alle idee
progettuali selezionate e alle prossime call.
predisposizione di nuove e dirompenti
misure per lo sviluppo
green dei territori, pubblicando
qualche mese fa la "Roadmap
for recovery. Towards a more resilient,
sustainable and fair Europe”
per il rilancio e la trasformazione
dell’economia secondo
criteri di sostenibilità, coesione
ed equità.
Strategia Clima è la nuova Call
for ideas di Fondazione Cariplo,
concepita in epoca pre-Covid ma
che si coniuga perfettamente nel
contesto europeo attuale dove è
forte la necessità di prepararsi a
gestire nuove emergenze e dove
si vogliono trovare soluzioni sostenibili
alle nuove abitudini e stili
di vita a cui ci dobbiamo abituare.
La Call fa parte del più ampio
progetto “F2c – Fondazione
Cariplo per il Clima”, finalizzato
alla mitigazione e adattamento
al cambiamento climatico e alla
sensibilizzazione e diffusione di
conoscenza scientifica sugli impatti
del riscaldamento globale
nei confronti di istituzioni e cittadinanza.
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SE MI AMI, SEI DI PARTE.
Dimostralo con il tuo 5xmille.
Con il tuo aiuto difenderemo più cani e gatti dai maltrattamenti.
Quando ami qualcuno lo vuoi proteggere, è inevitabile.
Per questo siamo dalla parte di tutti gli animali. Sempre.
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