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La Conquista_3:2021

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La Conquista

alla luce della vicenda di Gesù, aiuta

ad avviare i procedimenti più giusti. La

storia di Gesù è perfetta ed esemplare

nel donare la propria vita. È un dono

che inizia dal Padre e si propaga tra gli

uomini disponibili ad accoglierlo.

È il momento di ripartire. Le

parrocchie camminano insieme. Si usa

lo slogan “sinodalità” e vuol dire proprio

che insieme si fa strada. Le parrocchie

si guardano allo specchio, ma lo

fanno per un momento prima di uscire:

è ora di partire, bisogna fare strada.

Se la comunità di Gesù sta lì a

contarsi, sta perdendo tempo. Si deprime

e finisce per ammalarsi. Allo specchio

si vede quello che manca, ma occorre

vedere anche tutto quello che c’è.

Mettendosi sulle difensive si può dire

che ci sono tante cose, che si fa questo

e si fa quello… Ad essere realisti, una

parrocchia può sentirsi povera: povera

di iniziative, di risorse, di pratica religiosa…

ma sarà sempre ricca perché

ha Cristo.

Abbiamo una ricchezza che

non sappiamo neanche di avere, perché

forse viviamo come in una soffitta piena

cianfrusaglie. Una parrocchia che si

guarda bene allo specchio si accorgerà

di avere Gesù. Questa è la sua unica

ricchezza!

Lui è uno che non si lascia

mettere sotto chiave, in quella specie

di cassaforte dorata che chiamiamo tabernacolo.

Sta lì, ma preferisce uscire

con i suoi sulle strade. Sappiamo di lui

che invece di starsene a Nazaret è andato

in giro per i villaggi, ha cercato la

gente, ha ascoltato le preoccupazioni e

le sofferenze di tanti.

Noi, Chiesa di oggi, dovremmo

fare altrettanto: non aspettare che

gli altri vengano in chiesa ma andare

verso di loro, non pretendere che

gli altri si convertano ma esser noi in

sintonia col Vangelo… Possiamo noi

prestare quel piccolo aiuto, che magari

nessuno vede, o quella parola di speranza

che aiuta a costruire il mondo.

Aspettare che siano gli altri a

credere, a fare, a convertirsi… non serve

a niente. Teniamo ben presenti gli

esempi del nostro “fuoriclasse” e gli

stimoli del suo ct, perché solo così si

riparte veramente!

Giornata dei nonni

e degli anziani

Gli anziani sono tanti. All’evidenza di questa considerazione non corrisponde

l’altrettanto ovvia conseguenza di un’attenzione pastorale adeguata.

Papa Francesco l’ha intuito fin dall’inizio del pontificato e ha segnalato,

in più di un’occasione, che la spiritualità cristiana è stata colta di sorpresa

dall’invecchiamento della popolazione. La sua insistenza sul dialogo intergenerazionale,

sui sogni degli anziani e sul ruolo dei nonni non può che essere letta

in questa prospettiva.

L’istituzione della Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, va letta

alla luce di altre linee del pontificato di Francesco. Egli muove da una concezione

larga del santo popolo di Dio. Fin dai primi mesi di pontificato, Francesco

ci ha accompagnato a riconoscere i protagonisti in categorie di persone che

non sempre eravamo abituati a considerare tra i soggetti delle dinamiche ecclesiali.

Si tratta dei poveri, per i quali ha istituito un’apposita giornata, dei popoli

dell’Amazzonia protagonisti di un Sinodo, dei movimenti popolari ai cui

congressi ha partecipato, dei migranti per i quali tanto si è speso, delle famiglie

(anche irregolari) alle quali ha chiesto di essere protagoniste, dei santi della

porta accanto e oggi degli anziani.

È un popolo disordinato e poliedrico che assomiglia molto alle folle

di ciechi, storpi e zoppi che seguivano Gesù e che offre un’immagine molto

verosimile della composizione effettiva delle nostre comunità ecclesiali. La

scommessa sembra essere quella di costruire un edificio spirituale a partire

da ciò che in apparenza è solo materiale di risulta, strutturalmente inadeguato

a sostenere un peso considerevole. In termini evangelici, a utilizzare pietre di

scarto come testate d’angolo.

Per ognuna di queste categorie di persone il Papa individua una precisa

vocazione all’interno del popolo. E, per quanto riguarda gli anziani, egli insiste

spesso sul tema della memoria o su quello della trasmissione della fede alle

nuove generazioni.

Tuttavia, ciò che appare più rilevante non è tanto la scelta della missione

affidata agli anziani, ma il fatto stesso che essi siano considerati destinatari

di una chiamata specifica. Non sono esclusi dall’orizzonte ecclesiale e nemmeno

vanno considerati clienti delle nostre parrocchie, ma compagni di strada.

(V.SCELZO, “Vita pastorale” 7.2021)

“Io sono con te tutti i giorni” sono anche le parole che da Vescovo di

Roma e da anziano come te vorrei rivolgerti in occasione di questa

prima Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani: tutta la Chiesa ti è

vicina – diciamo meglio, ci è vicina –: si preoccupa di te, ti vuole bene e

non vuole lasciarti solo! (Papa Francesco)

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