16.09.2021 Views

La Conquista_3:2021

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

26

La Conquista

A Luggau

Maria

È stato il 24° pellegrinaggio

quello di domenica 11 luglio. Dal Comelico

si è partiti insieme tutti a Pramarino.

La salita è parsa meno lunga

perché intervallata da rosario, litanie,

intenzioni e ricordi di chi questa volta

non c’è.

La tappa ristoratrice a Malga

Dignas è stata breve, grazie al tè offerto

dai malgari (che quest’anno hanno dovuto

fare un mese in meno di alpeggio,

perché i lavori sulla strada e sul ponte

per Val Visdende si sono protratti fino

alla fine di giugno! A loro l’augurio che

possano andare avanti bene da ora in

poi).

Sosta (panoramica) in cima

sulla forcella: canto “Dio del cielo”

e preghiera per tutti i Caduti (mentre

incrociamo una comitiva che sale

dall’Austria verso il Palombino). Noi

invece scendiamo tra praterie fiorite di

rododendri e di una varietà colorita di

fiori. Il laghetto è sempre uguale, terso:

una sosta rilassante ma che non

si prolunga perché arrivano le prime

gocce. Non tutti hanno preventivato

la pioggia, ma nello zaino di chi va in

montagna non mancano mai giacca a

vento o poncio e magari l’ombrello impacchettabile.

Non si è in molti questa volta,

dato il rinvio a una data diversa dal

solito, ma c’è tutta la soddisfazione di

recuperare un pellegrinaggio che era

saltato un anno fa per il Covid. Si è

una cinquantina. Non ci si era ancora

contati: quarantaquattro per l’esattezza!

quarantaquattro gatti? No! Per il

distanziamento è meglio così, questa

volta! Non si era molto numerosi, ma

si sono ricordate numerose persone,

problemi, intercessioni… che l’animatore

Gianluigi non tralasciava di enumerare.

Sosta al Crocifisso. Breve memoria

di Santi poco conosciuti come

i due grandi vescovi della Germania,

ma popolari in tutto l’arco alpino (e anche

in Comelico!): St. Ulrich (Odorico

o Ulderico) e St. Wolfgang (Volfango o

Bolfo). Il discorso vorrebbe prolungarsi

sull’anno Mille, sul X secolo che fu

nero, secondo molti, ma molto luminoso,

in realtà, perché vide la conversione

dei popoli slavi: Polonia, Russia,

ecc. compresa l’Ungheria (popolo non

slavo). Ora la pioggia si è fatta abbondante

e rivoli da “brentana” scorrono

sulla strada, ma un ciuffo fitto di abeti

fa da ombrello molto bene.

Si continua a camminare

ancora a lungo, con soste brevi,

concentrati sulla strada e sulle

gambe indolenzite, col desiderio

di sedersi sui banchi in legno del

santuario, ma non si arriva mai! Il

grande campanile stenta ad avvicinarsi!

Ora si va meglio perché

la pioggia non si fa più sentire.

Mirabilmente Gianluigi persevera

ad animare il rosario, instancabile.

Davanti al santuario, sotto il

campanile, c’è la foto di gruppo

col fotografo ufficiale, Paolo di

Costa, che è arrivato prima di noi.

Un padre, di origine asiatica,

ci viene incontro col secchiello dell’acqua

santa e benedice i pellegrini. Qui

un religioso venuto da lontano e questa

mattina a Costalissoio e a S. Stefano

due preti che studiano a Roma, uno

birmano e l’altro africano, hanno celebrato

le messe. Il mondo è piccolo…

anche se i problemi sono grandi.

La messa conclude la giornata…

straordinaria come sempre! È

stato bello così – dicono - anche con

un po’ di pioggia. I pellegrini stanchi

conversano nel pullman che li riporta al

punto da cui sono partiti alle 4 di mattina.

Conversano rilassati e pronti…

all’appuntamento con la finale dell’europeo

di calcio, alle 21, sicuri che nessuno

andrà a dormire!

Il tè di Malga Dignas.

Dopo due anni, è ripartito

il pellegrinaggio a piedi.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!