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Genitori rivista d'AUTUNNO 2021

In questo numero parliamo di desideri, talenti e inclinazioni dei nostri figli. Conosciamo davvero i nostri bambini e i loro talenti? E le nostre aspettative come influiscono sulla loro crescita? Ne parliamo con Paolo Crepet, Maria Rita Parsi, Alberto Pellai e tutti i nostri esperti d'eccellenza

In questo numero parliamo di desideri, talenti e inclinazioni dei nostri figli.
Conosciamo davvero i nostri bambini e i loro talenti? E le nostre aspettative come influiscono sulla loro crescita?
Ne parliamo con Paolo Crepet, Maria Rita Parsi, Alberto Pellai e tutti i nostri esperti d'eccellenza

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La rivista Etica

che sostiene le famiglie

rivistagenitori.it

anno 3 • n. 09 • autunno 2021 s e g u i c i >

In questo

numero

Le nostre

aspettative come

influiscono sulla

loro crescita?

CONOSCIAMO

DAVVERO I NOSTRI

BAMBINI E I LORO

TALENTI?

NE PARLIAMO CON:

PAOLO CREPET

MARIA RITA PARSI

ALBERTO PELLAI

QUALI DESIDERI, TALENTI E

inclinazioni

ESPRIMONO I NOSTRI BAMBINI?


PAGINA

2

Leggi la

versione integrale

dell’ultimo numero

della Rivista Genitori

collegandoti al QR

CODE qui sotto

9

Per sostenerti

nella tua genitorialità ti offriamo anche uno spazio gratuito

a te riservato, disponibile da oggi anche online

La nostra Associazione NO PROFIT

“Bambini e Genitori” da più di 10 anni

sostiene le famiglie con questa rivista

etica, unica e indipendente che poi ricevere

comodamente a casa in maxiformato

cartaceo.

Diamo voce agli Esperti

più autorevoli come Paolo Crepet, Maria

Rita Parsi e Alberto Pellai per raccogliere

la sfida che la genitorialità pone,

riscoprendo la sua dimensione di viaggio

elettivo dell’anima di ognuno di noi

genitori.

Francesca Zanolla

pedagogista,

counselor relazionale

Contatti: tel. 339.560.07.48

welfare@bambiniegenitori.it

Ma non solo!

Fra le sue tante iniziative di sostegno

alla genitorialità, offriamo uno spazio informativo

d’ascolto e sostegno gratuito

per adulti: genitori, nonni, zii, insegnanti,

educatori... un colloquio individuale dedicato

a te: con questa consulenza si

cercherà di capire insieme come essere

d’aiuto nei tuoi ostacoli quotidiani, nei

momenti duri...

Ad accoglierti per un ascolto sincero,

partecipato, non tecnico la dott.ssa

Francesca Zanolla che da oltre 15 anni

si occupa, in qualità di pedagogista, di

ascolto e sostegno a ragazzi nel percorso

formativo e anche delle loro famiglie.

Una chiacchierata a cuore aperto che

sarà possibile fare anche online, in

videocall, per ascoltare il tuo sentire e

accompagnarti verso le tue scelte senza

esprimere giudizi ne’ su di te ne’ su

chiunque altro.

Prenota il tuo spazio

d’ascolto gratuito telefonando al

339.560.07.48. Il servizio è gratuito ed è

garantita la massima riservatezza.

la Rivista Etica

di sostegno alle genitorialità

per “mettere le ali”

ai sogni dei bambini

Fondata da Ilaria Zamboni

con la collaborazione dei Soci Volontari

dell’Associazione

Registrazione presso il Tribunale di Bologna

n. 8.522 del 06/08/’19

Direttrice Responsabile: Alessandra Testa

Responsabile Comitato Scientifico:

dott.ssa Francesca Zanolla

Comunicazione, web e progetto grafico:

Ilaria Zamboni

Editor e Social managing: Lucia Zerbinati

Stampa: Casma Tipolito

via Provaglia, 3 - 40138 Bologna

Redazione: Ass.ne Culturale Bambini e Genitori APS

via Larga 36 - 40138 Bologna, tel. 370.301.26.12

redazione@bambiniegenitori.it

Finito di editare a SETTEMBRE 2021

Contribuiscono al sostegno alla genitorialità con

i loro contenuti - fra i vari specialisti - i Dottori:

Paolo Crepet, Maria Rita Parsi, Alberto Pellai,

Claudio Buccheri, Anna Maria Casadei,

Franca Errani, Silvia Ferretti, Patrizia Valenti,

Silvia Pelle, Antonio Perolfi, Antonella

Gazzellone, Francesca Zanolla.

Ogni collaborazione è a titolo gratuito. Materiali, foto e testi

inviati per la pubblicazione non vengono restituiti e tale invio

fornisce automaticamente la liberatoria per l’uso delle immagini

e del pensiero anche su mezzi digitali. La riproduzione anche

parziale dei testi e dei materiali pubblicati è espressamente vietata.


Y

La parola ai Genitori Oggi parliamo di... Approfondimenti Salute e risposte

L’EDITORIALE

Mettiamo le ali ” ai sogni

DEI NOSTRI BAMBINI!

Ma come? Con Facciamo Scuola Insieme:

questo è il nome del progetto sociale nato

dalle esigenze delle famiglie per “mettere

le ali” ai sogni dei propri figli, sfruttando al

meglio ciò che le nuove tecnologie di oggi

hanno da offrire.

Utilizzando questi linguaggi d’avanguardia,

tipici della nuova generazione “nativa

digitale”, possiamo far vivere aspetti educativi

che divertono, permettendo ai bambini

e ai ragazzi di apprendere meglio e

più velocemente.

L’obiettivo del progetto

sociale è di offrire ai nostri figli esperienze

ludico-educative multimediali che facciano

imparare divertendosi a casa propria

- online - sostenendo la loro crescita culturale.

Questa formazione extrascolastica viene

garantita dall’Università dei bambini

“UniJunior”, progetto europeo eucu.net

Sono già più di

6 anni che la nostra

Comunità Educante

offre a tutti i bambini

esperienze educative

per sostenere i loro

talenti e le loro

attitudini...

realizzato in collaborazione con le principali

Università Italiane; integrata da una

pluralità di contenuti d’eccellenza come

quelli specializzati in edutainment digitale

degli esperti di “Leo Scienza”.

Facciamo Scuola Insieme

è un vero e proprio “portale educativo”

che raccoglie il meglio del mondo digitale

e lo mette a disposizione dei tuoi figli.

I contenuti, selezionati e validati dal Comitato

Etico Scientifico della nostra Associazione,

offrono ai bambini e ai ragazzi

esperienze ad alto profilo pedagogico.

Con un’unica parola d’ordine: imparare divertendosi!

Le esperienze multimediali sono suddivise

in 20 “mondi magici” a tema, che compongono

una Collection sulle divinità dell’antico

popolo dei Celti… avete presente

“Asterix e Obelix”? Ecco, proprio loro!

Nella nostra Collection

scopriremo l’antico popolo dei Celti, la

loro visione della natura e del mondo,

espressa da miti e leggende intrecciati

con la realtà storica dell’Europa antica.

Numerosi i link d’eccellenza: da quelli

di Focus Junior all’Agenzia Spaziale

Europea ESA; dai documentari RAI alla

NASA… una vera e propria “Comunità

Educante” che sostiene la formazione dei

bambini direttamente in famiglia ma anche

a scuola: Facciamo Scuola Insieme

si rivolge anche alle primarie e secondarie

di primo grado mettendo a disposizione

eccellenze didattiche racchiuse in

cinque Kit d’apprendimento su vari argomenti

come l’ambiente, il corpo umano, le

scienze applicate, ecc...

Gli insegnanti possono

integrare le lezioni con i contenuti offerti

dai Kit d’apprendimento che includono i

materiali integrativi per preparare la lezione,

le esperienze didattiche da vedere in

classe con la LIM e le schede di follow-up

per gli alunni.

Allora, pronti al via!

Avvisate le vostre maestre: dal 01

Novembre 2021 e per tutto l’inverno

ci sarà da imparare... divertendosi!

Scoprite il nuovo sito dedicato al progetto:

vi aspettiamo dal 01 Novembre su

facciamoscuolainsieme.it

Alessandra Testa

Direttrice Rivista Genitori


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ESPERIENZE EDUCATIVE

AI BAMBINI PER IMPARARE DIVERTENDOSI

UN PROGETTO SOCIALE DELL’ASSOCIAZIONE

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BAMBINI & GENITORI

A SOSTEGNO DELLA LORO CRESCITA

APPROFONDIMENTI

CULTURALI A CURA DI:

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PAGINA

6

SILVIA FERRETTI

pedagogista

Contatti: tel. 347.178.29.48

ilchiccoinfanzia@hotmail.it

FRANCA ERRANI

counselor relazionale, formatrice,

fondatrice di “InnerTeam” percorsi di trasformazione

Contatti: tel. 347.974.39.87

franca.errani@innerteam.it

Fra talenti e desideri...

Per raggiungere la soddisfazione di un desiderio bisogna

elaborare un meccanismo psichico che permette di crescere

Inventare un proprio linguaggio, immaginare

le strategie per arrivare alla meta,

vivere l’attesa e il suo conseguente tormento,

sono elementi chiave per promuovere

i desideri. Il desiderio è una

macchina potentissima che fa evolvere,

perché quando si desidera una cosa,

automaticamente si mettono in moto delle

strategie per raggiungerla.

Se invece questa cosa

viene conseguita prima ancora di averla

desiderata, queste strategie non vengono

messe in atto.

Comprendere il bambino e aiutarlo a

camminare nel percorso della vita, significa

mettersi in ascolto dei suoi desideri

e dei suoi talenti, ben rispettando una

chiara consapevolezza della sua unicità.

Come possono i genitori riconoscere

i desideri, i talenti e le inclinazioni dei

bambini? Già dalla prima infanzia il canale

comunicativo tra adulto e bambino

si può attivare con il gioco.

Giocando il bambino

esprime se stesso e ciò che più gli piace

fare. Per far sì che possa testimoniare il

suo pensiero critico e le sue inclinazioni

è auspicabile che il bambino possa sperimentare.

Più i bambini vengono stimolati

dalle attività di gioco, più hanno la

possibilità di conoscere e di scegliere.

Di conoscere il mondo. Di conoscere se

stessi.

Il gioco ha la funzione di aprire la mente

a nuove idee e permette al bambino di

acquisire gli strumenti per esprimere le

proprie capacità.

continua nella pagina successiva W

Elisa è una bambina deliziosa, intelligente

e sensibile. I suoi genitori l’adorano e cercano

di educarla al meglio, non facendole

mancare le amicizie, le gite e le attività di

gruppo, e in generale una socialità vivace

e dinamica. Elisa partecipa nel suo modo

educato e sorridente ma poi, quando si rientra

da questi eventi, si chiude in camera

e per diverse ore legge, ascolta musica in

cuffia o semplicemente dorme. Per i genitori

questo comportamento è scomodo.

Quando rientrano

dalle gite, loro sono ancora pieni di entusiasmo

e amano ripercorrere i momenti

piacevoli, le conversazioni interessanti,

si divertono a confrontare le loro opinioni

sulle persone incontrate, immaginando anche

i possibili sviluppi delle amicizie tra gli

adulti e ovviamente anche tra i bambini -

perché per loro uno scopo fondamentale

di queste attività è di creare attorno a Elisa

un gruppo di amici fidati, che condividono

gli stessi interessi, in cui la bambina possa

fiorire in sicurezza e serenità.

I genitori di Elisa

sono molto estroversi e per loro la socialità

è un valore fondante nella vita; si sono conosciuti

in un gruppo che hanno continuato

a frequentare anche dopo sposati e che

hanno visto crescere con la nascita di vari

bambini nelle altre coppie che via via si andavano

formando. Una piccola comunità,

coppie animate da un progetto sociale e

spirituale, che traggono dalla compagnia


Y

La parola ai Genitori Oggi parliamo di... Approfondimenti Salute e risposte

Per amore si supera ogni barriera...

O FORSE NO?

iTempo Lettura > 3 min.

reciproca una grande energia e ispirazione:

“solo insieme si può creare qualcosa

di grande”. Elisa è una bimba introversa.

Potrei anche dire “molto” introversa; ma

questo aspetto della sua personalità è visto

dai genitori come un problema, come

il “mancato sviluppo” della sua “naturale”

estroversione.

Nella loro visione

l’introversione è qualcosa da correggere,

da trasformare, e molto di questo può

avvenire grazie ai frequenti contatti con

queste altre famiglie così calorose e accoglienti.

Quando Elisa, nella sua timidezza,

fa qualche passo indietro, uno dei genitori

è subito pronto a sollecitarla: “Su, cara,

perché non ti butti?” “Su, non perdere

questa occasione!”.

Elisa cresce sentendosi

sbagliata, quindi fa sua la visione genitoriale

dell’introversione come carenza di estroversione,

che si può e si deve correggere,

e siccome è molto attenta, premurosa, intelligente

e sensibile, lentamente si “abitua”

a mostrarsi più estroversa di quanto

sia. Nel fondo continua a sentirsi sbagliata,

però. Anzi, le si aggiunge il sentimento

doloroso del “sentirsi falsa”. Lei conosce i

suoi bisogni di solitudine ma ormai li giudica

con lo sguardo “estroverso” della sua

famiglia. Si sente falsa e anche fragile: lei

non ce la farà mai a “fare qualcosa di grande”

in un grande gruppo!

Fermiamoci a questo punto della storia di

E’ sufficiente

l’amore che proviamo

per i nostri figli per

superare le nostre

barriere e lasciarli liberi

di essere loro stessi?

Elisa. I suoi genitori sono persone colte,

gentili, vogliono il massimo bene per la

loro figliola. Ma la “leggono” secondo i

filtri della loro personalità.

I FILTRI CHE

ABBIAMO TUTTI,

NESSUNO ESCLUSO,

SONO DAVVERO

MOLTI...

Il papà di Marco è un uomo molto intellettuale,

razionale, e sono queste le qualità

che apprezza e tenta di stimolare in suo

figlio Dario, che è un bambino molto sensibile,

sentimentale, con tendenze artistiche.

Il filtro di Marco è giudicante verso le

caratteristiche del figlio, e fa fatica a considerarle

potenziali qualità, perché per lui, è

importante saper gestire la realtà in modo

oggettivo, determinato e razionale.

Quanti esempi

si possono fare! E quante sofferenze si

potrebbero evitare, riconoscendo almeno

i più importanti tra i nostri tanti filtri!

Perché in ogni caso i filtri sono necessari

per gestire la realtà che altrimenti ci travolgerebbe,

nella sua ampiezza. In parte

sono fisiologici, in parte innati, in parte

culturali. Se non li conosciamo, se non riflettiamo

su di essi, rischiamo davvero di

non conoscere i nostri figli (partner, amici

ecc), pur con tutto l’amore possibile a disposizione.

Si potrebbe obiettare

che l’amore è una forza superiore a qualsiasi

condizionamento, a qualsiasi filtro,

ma non è così. E non per cattiva volontà:

vi siamo immersi come i pesci sono immersi

nel mare.

Ecco che l’amore per i nostri figli può

essere la leva che ci spinge a indagare

sui nostri propri filtri, aprendoci la strada

verso radure più ampie dove possiamo

incontrarci in modi nuovi.


PAGINA

8

Fra talenti e desideri...

segue dalla pagina precedente

L’adulto attraverso un’attenta osservazione,

senza interrompere

mai la comunicazione, garantendo

rassicurazione e supporto,

entrerà facilmente nei desideri

del bambino. Ma non dovrà

né anticiparlo né sostituirsi a lui.

Se i genitori faranno troppo per i

loro figli, facilitandoli in tutto, i figli

non faranno mai abbastanza per se

stessi. Quindi diamo tempo ai bambini di

scoprire e scoprirsi!

Le passioni di mamma

e papà influenzeranno le scelte dei loro

figli, ma è fondamentale dare loro la possibilità

di affrontare in prima persona le

sfide della crescita e di scoprire passo

dopo passo le proprie capacità.

Come gestire le attività extrascolastiche

nella quotidianità dei bambini?

Spesso accade che i bambini siano impegnati

più degli adulti. Oltre alla scuola

e ai compiti ci sono anche le attività extrascolastiche

a riempire i pomeriggi.

Se da una parte si intrattengono i bambini

con attività interessanti, dall’altra si rischia

di non cogliere fino in fondo le loro

autentiche inclinazioni, i loro desideri e le

loro passioni.

iTempo Lettura > 3 min.

Tutti noi

genitori sogniamo

di avere un figlio

talentuoso,

o desideriamo che

il nostro già lo sia…

“Esiste una sola scuola:

QUELLA DEL TALENTO ”

Vladimir Nabokov

Quindi, come fare?

- Non sovraccaricare troppo

gli spazi dei bambini.

- Lasciarli liberi di provare

e di cambiare idea.

- Fino a che non trovano

ciò che amano fare.

- E se nel frattempo incontrano

un po’ di noia... che ben venga!

Valorizziamo sempre i risultati raggiunti

dai nostri bambini., rimandando a loro la

scelta del cambiamento, ma soprattutto

sottolineando ciò che ha scritto K.G.

Gibran: “I vostri figli potete amarli, ma non

costringerli ai vostri pensieri”.

Le ricerche lo confermano: l’essere umano

non nasce con caratteristiche personali

immutabili ed indelebili, ma con predisposizioni

che possono essere plasmate,

implose, o esplose dal sistema familiare,

scolastico, socio-culturale in cui crescono.

Se è inevitabile che noi

genitori nutriamo aspettative nei confronti

dei figli, è utile conoscere la natura di tali

aspettative, poiché con ogni probabilità

si trasformeranno in comportamenti; e tali

comportamenti influenzeranno in maniera

determinante il pensare, il sentire e l’agire

dei nostri bambini. E l’influenza ambientale

genera due importanti conseguenze:

contribuisce al consolidamento di quegli

schemi comportamentali definiti “personalità”

e concorre a sviluppare il senso di

fiducia, o di sfiducia, che nostro figlio sente

di poter nutrire nelle proprie possibilità.

Innumerevoli studi

rivelano come i genitori che incoraggiano,

supportano e sostengono i figli siano un

prezioso aiuto nel processo di conquista

dell’autostima, nell’atteggiamento di

apertura verso gli altri, nello sviluppo della


La parola ai Genitori

Y

Oggi parliamo di...

Approfondimenti

Salute e risposte

LARA VENTISETTE

psicoterapeuta, fondatrice del metodo

PsicoStyling®, docente presso il Centro

di Terapia Breve Strategica, insegnante di Yoga

Contatti: tel. 339.411.01.63

lara.ventisette@gmail.com

tenacia necessaria a crearsi una vita appagante;

ma le mamme e i papà che eccedono

nel motivare e nello spronare i figli

possono anche rischiare di riversare su di

loro aspettative irrealizzabili, giungendo

così a danneggiarli nonostante le buone

intenzioni.

Come fare allora

per scoprire quali sono i suoi desideri, i

suoi bisogni e i suoi talenti?

Facciamoci aiutare da alcune definizioni:

“Il talento è un punto di forza, un ambito

in cui il piccolo se la cava bene, ma non è

un’eccellenza. Può diventarlo con la pratica,

ma di base non è una dote straordinaria

o una genialità: è una propensione

naturale”.

Secondo tale fonte, già dai due anni è

possibile riconoscere le doti naturali dei

bambini, ovvero le predisposizioni che, se

allenate a dovere, hanno una chance di

diventare capacità (Associazione Italiana

sviluppo del talento e della plus-dotazione).

Altri studi autorevoli sostengono, invece,

che l’impegno, l’allenamento, l’autodisciplina

e la volontà siano le uniche condizioni

necessarie ad acquisire abilità straordinarie

e che, viceversa, il talento inteso

come dote naturale conti poco o nulla.

In genere, sono poco amante della sentenza

aristotelica “la virtù sta nel mezzo”,

ma in questo caso devo fare un’eccezione.

Probabilmente ognuna delle due prospettive

più accreditate ha le sue ragioni.

In concreto, questo significa che noi genitori

possiamo avere un ruolo cruciale

nel processo di scoperta, e di accurata

conoscenza del talento dei nostri figli. E

significa che, una volta svelate e studiate

le predisposizioni naturali del nostro bambino,

possiamo contribuire enormemente

allo sviluppo di tali predisposizioni e potenzialità.

In sostanza, l’impegno senza una predisposizione

naturale può far crescere

un’abilità fino a un certo punto, così come

un talento naturale senza allenamento si

estingue. Per parlare di talento vero e proprio,

o di potenziale sviluppato servono

entrambi gli ingredienti: predisposizione

naturale ed esercizio costante.

COME SI FA

A SCOPRIRE

QUALI SONO LE

INCLINAZIONI

NATURALI DA

INCENTIVARE NEL

NOSTRO BAMBINO?

Un punto di partenza può essere la messa

in pratica di alcune strategie nel vivere

quotidiano. Osserviamo nostro figlio: più

lo osserviamo, alla stregua di un antropologo

affamato di informazioni, più probabilmente

le sue doti naturali e le sue potenzialità

si mostreranno ai suoi e ai nostri

occhi; l’osservazione sarà tanto più efficace,

quanto più sarà supportata da alcuni

preziosi atteggiamenti alleati.

Evitiamo di intervenire:

più spesso interveniamo durante le incursioni

nel mondo del nostro bambino, più

probabilmente falseremo l’osservazione,

sovrapponendoci alla sceneggiatura in

corso; se siamo a caccia di talenti, o vogliamo

creare predisposizioni, è più utile

limitarci a prendere atto di ciò che nostro

figlio ci mostra…

Facciamo silenzio:

come tutte le prede, anche il talento, se

allertato o disturbato dal rumore, fugge!

Lasciamo che nostro figlio si esprima: nel

pianto, nel gioco, nell’interazione con gli

altri… ed evitiamo quanto più possibile

di interromperlo, di parlare al suo posto,

di dargli suggerimenti non richiesti, di frustrare

i suoi desideri senza offrirgli alternative

simili realizzabili.

E cerchiamo di fare attenzione anche al

linguaggio non verbale, poiché spesso la

mimica facciale comunica più delle parole.

Alleniamolo alle scelte:

in qualità di genitore abbiamo l’onere (e

l’onore) di guidare nostro figlio lungo il percorso

di crescita. Guidare significa dare

regole, trasmettere valori, stabilire routine,

elargire cure e manifestazioni d’amore in

linea con le nostre peculiarità e il nostro

stile genitoriale.

Ma, nella caccia al talento e nello sviluppo

del potenziale, un alleato imprescindibile è

l’allenamento alla scelta; se la scelta che

chiedi al bambino di compiere è compatibile

con la sua età, con le sue possibilità e

con le risorse (emotive e cognitive) che ha

a disposizione, egli diverrà in poco tempo

“abile ad esperire”, ovvero desideroso di

cimentarsi in situazioni che, essendo alla

sua portata, potranno dargli soddisfazione

e gettare le basi della sua autostima.

continua nella pagina successiva W


PAGINA

10

“Esiste una sola scuola: quella del talento”

segue dalla pagina precedente

di Alessandra Testa

giornalista, direttrice responsabile Genitori

BAMBINI E GENITORI

Non solo! Maggiore sarà il numero delle

scelte-esperienze che tuo figlio compirà,

maggiori saranno le tue osservazioni, le

possibilità che i talenti riescano ad emergere,

o che le potenzialità si sviluppino.

Rendiamolo autonomo:

se la scelta e l’esperienza sono il terreno

fertile per il manifestarsi di talenti o per

plasmare le inclinazioni, l’autonomia ha

a che fare con l’esercizio a fare: tentativi

costanti che, se svolti in maniera efficace,

divengono capacità.

Forse lo avrai notato, il modo migliore per

impedire ai bambini di sviluppare i propri

talenti è quello di evitargli ogni ostacolo

da superare. Come scrive Maria Montessori:

“L’adulto deve dare e fare quel tanto

che è necessario affinché il bambino

possa utilmente agire da solo: se fa meno

del necessario, il bambino non può agire

utilmente; se l’adulto fa più del necessario,

e perciò si impone o si sostituisce al

bambino, spegne i suoi impulsi fattivi”.

collegati

per curiosare

sulle novità

quotidiane

Evitiamo interpretazioni:

le interpretazioni adulte sulla presunta

personalità dei figli nascondono la loro

indole e i loro potenziali talenti; se poi “il

gioco” ad interpretare le azioni, il sentire e

il pensare dei bambini diviene un copione

generalizzato ad ogni situazione, può tramutarsi

in pericoloso etichettamento; e le

etichette sono come vestiti di parole monocolore

inchiodate addosso: “troppo introverso”,

“troppo fragile”, “troppo ribelle”.

Se i figli appaiono monocolore, i talenti e

le potenzialità, molto più simili a sfumature,

giocheranno a nascondino e si faranno

beffa di te.

Accettiamo il fallimento:

se siamo disposti a far vivere a nostro figlio

l’esperienza del quotidiano, facendolo

sentire supportato, ma allo stesso tempo

libero di esprimersi e di affrontare le sfide

che la vita gli propone, potrà capitare che

cada e si faccia male, che sbagli, che fallisca,

che perda alcune battaglie.

D’altra parte, chi non gioca non perde, ma

nemmeno corre il rischio di vincere.

Come siamo soliti reagire quando nostro

figlio fallisce, quando non fa del suo meglio,

o quando teme la competizione con

qualcuno più bravo di lui?

La parola magica è accettazione.

Accettare è diverso da consolare

o rassicurare: maggiore

sarà la nostra capacità

di vivere quelle

situazioni come necessarie

ed utili opportunità,

più facilmente nostro

figlio percepirà il

fallimento, la perdita, o

la mancata soddisfazione,

come un pugno

preso, ma non come il

ko definitivo. E imparerà

da quelle esperienze che

è proprio grazie a quei pugni

presi che affronterà i ring

delle nuove sfide molto più forte

di prima.

«Lo sport è innanzitutto un gioco, un divertimento

con valenza relazionale e di

sviluppo della personalità - afferma lo

psichiatra e sociologo -. Ben venga lo

sport, ma senza padri e madri urlanti in

tribuna come se in campo ci fossero dei

grandi campioni.

Sono pochi, meno del 3%, coloro che diventano

professionisti. I genitori si diano

una calmata e, dopo averli accompagnati

all’allenamento, lascino i figli il più possibile

da soli a viversi un’esperienza e a

conquistare l’autonomia».

È meglio quindi non

limitare la frequenza di corsi, sport e altre

esperienze di socializzazione ai nostri

figli?

«Sì, basta con bambini e adolescenti imbambolati

davanti a uno schermo.

La pandemia ha esasperato i disagi già

esistenti e i ragazzi hanno il sacrosanto

diritto di riprendersi i propri spazi e di

confrontarsi serenamente con i propri

pari».

E la tecnologia che tanto

ci ha aiutato a restare in contatto durante

i mesi più duri dell’emergenza sanitaria

che ruolo avrà?


La parola ai Genitori

Y

Oggi parliamo di...

Approfondimenti

Salute e risposte

Divertirsi e relazionarsi: ecco

LA GIUSTA ATTITUDINE ”

iTempo Lettura > 3 min.

«Per i più piccoli, e almeno fino alla scuola

primaria, ritengo che l’utilizzo della tecnologia

non sia né urgente né necessario.

Penso sia molto più urgente far ritornare i

bambini alla loro sensorialità collettiva e,

dunque, alla pratica del gioco.

Giocare e sperimentare usando i sensi

non è passato di moda perché siamo nel

2021, anzi resta fondamentale.

Abbiamo avuto così tanto tempo per utilizzare

le tecnologie che ora è arrivato

il momento di disintossicarsi un po’ e di

compensare l’abuso del virtuale dei mesi

passati, riabilitando i più giovani alla loro

vita fatta di relazioni e stimoli percettivi,

emotivi e sensoriali».

Tecnologia ridotta

al minimo anche sul piano didattico?

«A livello didattico, l’insegnante deve

fare l’insegnante; non il venditore di tecnologie.

Non capisco questa corsa alla

pratica della tecnologia in classe e, sinceramente,

sono molto preoccupato della

declinazione ipertecnologica che sta

assumendo l’educazione.

Non sono certo un anti-tecnologico, ma

credo vada usato il buon senso e ridotto

l’utilizzo di tablet e telefonini che non favoriscono

certo l’apprendimento».

Paolo Crepet ci sprona

a pensare alle attività

extrascolastiche dei

nostri figli come ad «un

gioco, un divertimento

con valenza relazionale

e di sviluppo della loro

personalità».

Che cosa è auspicabile

aspettarsi da questo terzo anno scolastico

in epoca pandemica?

«Che sia un anno affrontato con intelligenza.

Si deve avere il coraggio di mettere

da parte le polemiche e di sforzarsi

per restituire appieno a bambini e ragazzi

il percorso di educazione, formazione

e crescita di cui hanno necessità.

NE HANNO BISOGNO

I BAMBINI E GLI

ADOLESCENTI E

NE HANNO BISOGNO

I GENITORI, CHE

DEVONO RIPRENDERE

LA ROUTINE

LAVORATIVA...

Una volta risolto il problema a monte,

con l’obbligo di green pass per tutto il

personale scolastico e l’invito alla vaccinazione

per gli over 12, non vi è più

alcun motivo per imporre limitazioni alle

attività scolastiche ed extracurriculari».

In conclusione?

«Mi auguro che la scuola torni ad essere

una casa gioiosa in cui anche le regole

siano vissute come un gioco.

La mascherina? Che diventi un’opportunità

per imparare a rispettare il prossimo.

Le finestre spalancate? Che siano un

ponte con il mondo esterno e un orizzonte

di libertà e abbattimento dei confini».


PAGINA

12

di Alessandra Testa

giornalista, direttrice responsabile Genitori

Chi è mio figlio? Questa è una domanda

che si pongono tutti i genitori, ma

soprattutto noi mamme e papà di bimbi

autistici. Fin dai primi esordi del disturbo,

nostro figlio non è come gli altri bambini

coetanei, non è proprio come ce lo immaginavamo.

Linguaggio assente, interessi

ristretti e ripetitivi, scarso contatto

sociale.

Per molti di noi,

il primo e grandissimo dilemma è l’assenza

del linguaggio, che purtroppo nei

casi più severi continua a latitare per

di Francesca Delmonte

vicepresidente

“Comitato Autismo 365 APS”

Contatti: www.autismo365.it

comitato@autismo365.it

Aspirazioni e inclusione:

un’assonanza importante per tutti i bambini, che diventa

fondamentale e imprescindibile per quelli autistici.

sempre. In queste situazioni, diventa difficile

comprendere i desideri del proprio

bambino, che spesso si riducono alla

necessità di decifrare e non sottovalutare

i suoi bisogni primari: ho fame, sono

stanco, sento dolore.

Per molti di noi, nostro figlio è un piccolo

mistero, una persona che non si comprende

mai completamente.

Spesso non capiamo da dove abbiano

origine certe reazioni del nostro bambino,

sulle quali possiamo fare solo delle

ipotesi.

continua nella pagina successiva W

«Ciascuno hai i suoi talenti, c’è chi li moltiplica,

chi li fa rendere e chi li sotterra

per paura del padrone – sottolinea –. Il

compito del genitore è quello di osservare,

riconoscere libertà di espressione e

incoraggiare, senza mai forzare, le predisposizioni

dei propri figli».

Come si fa a riconoscere

e valorizzare i talenti dei nostri figli?

«Ogni genitore deve guardare ai propri

figli con lo sguardo libero, incondizionato.

È assolutamente sconsigliato cercare

in loro quel talento che non si è riusciti

a realizzare o che si è sempre sognato

di avere. Non siamo rabdomanti con l’arte

di scoprire tesori nascosti: il ruolo di

un educatore è osservare, incoraggiare

e stimolare le tendenze, le risorse e le

caratteristiche che il bambino esprime

spontaneamente attraverso il gioco, il

corpo e la mente».

C’è un segreto

per non investire i ragazzi con le nostre

aspettative? «Il segreto, forse, è tornare

indietro nel tempo, pensando a come, e

a se, i talenti che si avevano da piccoli

sono stati riconosciuti e compresi. Perché

se si trasforma una predisposizione

in un dovere, questa diventa schiavitù. Si

deve anche evitare di spronare i ragazzi

ad una malsana competizione. Il mito del


La parola ai Genitori

Y

Oggi parliamo di...

Approfondimenti

Salute e risposte

Lasciamo i nostri figli liberi di

ESPRIMERE I TALENTI ”

iTempo Lettura > 3 min.

vincitore racchiude spesso la delusione,

una sconfitta a cui i ragazzi di oggi spesso

non sono abituati».

Il virtuale è parte

della vita contemporanea. Cosa pensa

delle proposte extra-scolastiche multimediali

per gli under 14? «Come ho fatto

notare al ministro dell’Istruzione Patrizio

Bianchi, il virtuale deve diventare virtuoso

grazie a insegnanti ed educatori competenti.

A scuola si dovrebbe introdurre una

nuova materia: l’educazione al virtuale,

magari coinvolgendo il personale della

polizia postale.

Servono laboratori interdisciplinari, dentro

e fuori gli istituti, perché oggi tutto,

dalla matematica alla storia dell’arte, può

essere approfondito e arricchito grazie

alla tecnologia. Capire come usare

al meglio il virtuale è un antidoto contro

l’isolamento disfunzionale dei ragazzi e

contro la grande dipendenza da schermi

che questa pandemia ha esasperato e di

cui, però, si possono raccogliere i frutti

positivi».

Come?

«Servono poche regole e chiare. Soprattutto

per gli adulti, che devono poter

selezionare i materiali e la durata giusta

dell’esposizione al virtuale. Purtroppo

La psicoterapeuta

Maria Rita Parsi cita

la parabola dei talenti

del Vangelo di Matteo

per darci qualche

consiglio su come

riconoscere e valorizzare

le inclinazioni dei

nostri bambini.

il parental control esiste ma è davvero

poco utilizzato dalle famiglie».

A proposito di scuola:

cosa possiamo aspettarci da quest’anno

scolastico? «Grazie al vaccino per gli

adolescenti e al green pass obbligatorio

per il personale, spero sia finalmente un

anno in presenza per tutti.

ASCOLTO,

PREVENZIONE

E FORMAZIONE

DEVONO ESSERE

LE PAROLE

D’ORDINE

E che vi siano a disposizione di ogni

scuola presidi psicologici, medico-sanitari

in grado di fungere da ponte fra il

disagio che si è vissuto negli ultimi due

anni e la costruzione di una nuova normalità.

Oltre al vaccino che è indispensabile

come lo fu per sconfiggere la

polio, serve un vaccino sociale, una rete

di sostegno affinché nessuna famiglia si

senta più sola».

Sono ripartite anche

le attività extra-scolastiche che, rappresentano

un sostegno indispensabile

per le famiglie. Come influiscono nella

crescita dei nostri figli? «Lasciano un

seme. Sono esperienze decisive, che

andrebbero svolte soprattutto all’interno

delle scuole, che devono restare aperte

ovunque. Dalla mattina alla sera. Sport

e laboratori artistici sono fondamentali

non solo per accrescere le competenze

e stimolare corpo e curiosità, ma anche

in quanto luoghi di socializzazione e prevenzione

di eventuali disagi individuali e

familiari».


PAGINA

14

Aspirazioni e inclusione

segue dalla pagina precedente

di Alessandra Testa

giornalista, direttrice responsabile Genitori

In altri casi

quando i nostri bambini parlano e comunicano,

il nostro lavoro è spesso

allontanare nostro figlio dalle sue passioni

(spesso ossessioni) e dirottarlo

su interessi più vari e meno ristretti, a

volte, purtroppo, dobbiamo letteralmente

salvarli dalle loro stesse inclinazioni,

quando queste diventano totalizzanti o

esclusive.

Il tempo extrascolastico dei nostri bambini

è dedicato quasi unicamente ad

interventi educativi cognitivo-comportamentali,

e poco spazio resta per attività

ludiche.

Non ultimo

la totale esclusione per i nostri figli autistici

dalla stra grande maggioranza degli

sport, troppo strutturati o con regole a

volte difficili da comprendere, a meno di

essere seguiti individualmente da un

educatore.

Aggiungo che, spesso, bambini che sarebbero

in grado di unirsi ad un gruppo

sportivo, alla notizia della loro diagnosi

sono allontanati per il timore di reazioni

aggressive e incontrollabili: troppo spesso

la assoluta ignoranza del disturbo,

crea situazioni penalizzanti e di emarginazione.

Il nostro Comitato

lavora molto su questo aspetto creando

percorsi sportivi (l’ultimo realizzato

è un progetto di Judo) per permettere

anche ai nostri figli di sviluppare interessi

“normali” e in linea con quelli dei loro

coetanei. Proprio aspirare ad una sana

normalità è quello a cui tendiamo noi genitori

di bimbi autistici, questo è ciò che

desideriamo.

Al contrario di altri genitori che aspirano

spesso all’eccellenza per i propri figli,

noi miriamo alla loro felicità, all’inclusione

in una società che li allontana

senza conoscerli, che per

paura li emargina.

Appena uscito con il libro Vietato ai minori

di 14 anni (De Agostini), Pellai è protagonista

del progetto con cui Erickson e il

Coro dell’Antoniano hanno salutato l’inizio

delle lezioni: «Una canzone e un libro -

precisa - intitolati proprio Sta passando

la tempesta. Per fortuna gli under 12 hanno

avuto garantita la scuola in presenza

anche l’anno scorso, ma ora vaccino e

green pass rendono tutto ancora più sicuro».

Che ruolo hanno

le attività extrascolastiche nella crescita?

«Di fatto sono una palestra alla vita, in cui

il bambino è un apprendista. Un tempo

di rifinitura delle competenze e non uno

spazio in cui, fra social e video, si cerca

di compiacere il pubblico dei propri follower».

BAMBINI E GENITORI

collegati

per curiosare

sulle novità

quotidiane

Diventa allora

necessaria una giusta educazione al virtuale...

Cosa può fare la scuola?

«La tecnologia durante la pandemia è

stata uno straordinario strumento per

rimanere connessi. Un uso troppo prolungato

rischia, però, di diventare una

dipendenza. La scuola, dove già l’uso

della tecnologia sta diventando un indispensabile

strumento di insegnamento

e apprendimento integrato, deve puntare

sull’educazione digitale, fornendo

competenze al gruppo classe in modo


La parola ai Genitori

Y

Oggi parliamo di...

Approfondimenti

Salute e risposte

Non puntiamo alle performance,

MA ALLE PASSIONI ”

iTempo Lettura > 3 min.

che appena qualcuno supera i limiti è

lo stesso gruppo classe ad intervenire».

Fra le tante attività

extrascolastiche, come scegliere quelle

giuste? «Ai bambini serve esercitarsi su

aree diverse. Suggerisco di seguire la

traccia fornita dallo psicologo statunitense

Howard Gardner con la teoria delle intelligenze

multiple. C’è l’intelligenza delle

parole, l’intelligenza logico-matematica,

quella dell’arte, della musica e ancora

l’intelligenza del corpo, delle relazioni,

della conoscenza personale e l’intelligenza

della natura e l’intelligenza della spiritualità.

I genitori devono porsi la seguente domanda:

“Mio figlio sta lavorando su queste

nove aree?” Perché è proprio attraverso

l’esperienza di ognuna di esse che

si individuano le attitudini di un ragazzo».

Qual è l’errore

che noi genitori non dovremmo commettere?

«Cadere nella logica agonistica-competitiva.

Spesso quando ci si

accorge che il proprio figlio è particolarmente

portato per qualcosa, quel qualcosa

diventa tutto.

Un tutto da spremere come un limone.

La dimensione performativa va assolutamente

evitata almeno fino ai 12/13 anni

Il medico e

psicoterapeuta dell’età

evolutiva Alberto Pellai,

sprona le famiglie a

lasciar vivere i propri

figli ogni forma di

socializzazione con

tranquillità.

di età. Lo sforzo che chiediamo, soprattutto

nelle aree extrascolastiche, non

dovrebbe mai diventare competitivo.

Deve restare una passione del bambino

e l’aspettativa dell’adulto non deve trasformarsi

in una trappola secondo cui il

talento diventa un qualcosa su cui è richiesto

di produrre un risultato».

AL BAMBINO VA

LASCIATA LA LIBERTÀ

DI NON DOVER

DIMOSTRARE NIENTE,

DI SBAGLIARE E

IMPARARE DAI

PROPRI ERRORI E

DALLA SCONFITTA

Si riferisce alla

pressione che, a volte, può generare un

genitore a bordo campo? «Sì, un genitore

deve stare di lato e godersi il fatto

che il bambino stia partecipando ad una

esperienza per lui appagante e per la

quale si sta esercitando e mettendosi

alla prova. Guai a trasmettergli un’aspettativa

o l’idea che deve impegnarsi per

diventare un futuro campione».

Un genitore appassionato

che accompagna il figlio agli allenamenti

o a seguire altre attività è,

però, fondamentale per lo svolgimento

concreto dell’attività stessa...

«Certamente. Ma la giusta via è saper

accompagnare, tenendolo per mano, il

proprio figlio, ma poi affidarlo agli educatori.

È necessario evitare di creare ansie da

prestazione e la conseguente delusione

di non aver accontentato chi invece ti

deve proteggere».


PAGINA

16

ANTONELLA GAZZELLONE

medico criminologo, pedagogista clinico,

giudice tribunale minorile

Contatti: tel. 393.702.06.29

antonellagazzellone@gmail.com

Quando un figlio nasce e cresce è molto

difficile essere consapevoli di quello che

è nostro (aspettative, speranze, sogni,

desideri, proiezioni) e quello che invece

è suo e che è rappresentato dal suo

bagaglio personale, fatto delle sue reali

inclinazioni e dai suoi talenti autentici.

Il più grande regalo

che possiamo fare ai nostri figli è accompagnarli,

per dirla con Jung, padre della

psicoterapia analitica, alla scoperta del

loro Sé più autentico.

di Miriam Baraccani - Giorgia Mignani

psicologa e psicoterapeuta - dottoressa in psicologia e arteterapeuta

Rossana Ventura - Alessandra Villa - Erica Gelsi

neuropsichiatra infantile - educatrice ed arteterapeuta - logopedista

Contatti: tel. 349.685.60.45 - spazionostos@gmail.com

Farli scegliere

secondo le proprie inclinazioni… siamo capaci noi genitori

di riconoscere e rispettare i talenti propri dei nostri figli?

Cosa significa questo? Significa che per

conoscere davvero un figlio, è necessario

partire dal rispetto della sua individualità.

Quante volte,

per lo più inconsciamente, spingiamo i

nostri figli verso attività, verso sport, giochi

scelti da noi e quindi ritenuti adeguati,

idonei per lui piuttosto che lasciarlo

scegliere? Il lasciarlo scegliere non sempre

è semplice perché richiede il rispetto

dei suoi tempi, capacità di ascolto e os-

“I figli sono come aquiloni;

Insegnerai a volare,

ma non voleranno il tuo volo;

Insegnerai a sognare,

ma non sogneranno il tuo sogno;

Insegnerai a vivere,

ma non vivranno la tua vita;

Ma in ogni volo, in ogni sogno,

in ogni vita, rimarrà per sempre

l’impronta dell’insegnamento ricevuto.

Madre Teresa di Calcutta

La scuola è iniziata già da un po’ e ogni

mattina la campanella suona. Piccole

folle di bambini e ragazzi disegnano un

fiume composto che si avvia verso il portone

d’ingresso, seguendo le indicazioni

colorate dei percorsi anti-assembramento.

Il portone si chiude

ma all’esterno qualche macchia di colore

ancora rimane; sono le mamme che,

in attesa di avviarsi al bar per un caffè

commentano i fatti, o meglio i misfatti, accaduti

il giorno prima in classe; una nota

disciplinare, una convocazione dal coordinatore

di classe, una lite tra ragazzi.

Ed ecco puntuale sopraggiungere la fatidica

frase: “Mio figlio non avrebbe mai

fatto una cosa simile!”. Ma a noi che passiamo

distrattamente ascoltando, sorge

continua nella pagina successiva W


La parola ai Genitori

Y

Oggi parliamo di...

Approfondimenti

Salute e risposte

Nostro figlio,

ISTRUZIONI DI VOLO ”

iTempo Lettura > 3 min.

un dubbio altrettanto ferale: come fa quel

genitore ad affermare con assoluta convinzione

di conoscere il proprio figli; e

noi, potremmo dire altrettanto del nostro?

La risposta, come in

tutte le cose sta nel mezzo, in equilibrio,

o in bilico tra le nostre personali convinzioni,

frutto del nostro bagaglio di vita di

genitori, di figli, di persone, e l’oggettività

che si conquista grazie alla fiducia.

Fiducia in se stessi, come genitori, nelle

proprie capacità di osservazione di ciò

che accade in famiglia, e negli altri.

Gli altri sono

tutte le figure di riferimento adulte a cui

vengono affidati i bambini e i ragazzi ogni

giorno, e dai quali abbiamo il compito di

acquisire tutti gli elementi, preziosi che

quotidianamente ci vengono offerti e restituiti

proprio in cambio della fiducia che

noi accordiamo loro. Sono gli insegnanti,

gli allenatori, i genitori dei compagni e

degli amici, con cui i ragazzi trascorrono

ore importanti della giornata, spese ad

apprendere in socialità non solo le nozioni

codificate dalla scuola, ma anche e

soprattutto il sommerso, il non codificato,

lo stare insieme attraverso la convivialità

È possibile

preparare con equilibrio

e consapevolezza

i propri figli per

accompagnarli

nella loro vita a

“spiccare il volo”?

semplice di ogni giorno, ricca di dettagli

importanti, di cui il primo e non trascurabile

è l’autonomia e l’emancipazione

da casa. Sono persone che condividono

frammenti di vita con i nostri figli quando

sono lontani da noi.

UN GENITORE

DEVE OFFRIRE

LA POSSIBILITÀ

DI ESPLORARE IL

MONDO ATTRAVERSO

NUOVE ESPERIENZE

E TRAMITE L’USO

DI TUTTI I CANALI

COMUNICATIVI

Per questo è importante assecondare i

bambini e i ragazzi nella scelta di uno

sport o di una attività extrascolastica,

quali lo studio della musica o di una disciplina

artistica (la recitazione, il disegno),

purche’ si riesca a percepire a fondo

l’autenticità della richiesta che deve

essere motivata sulla base di un sincero

desiderio esplorativo ed espressivo.

Perché il compito

del genitore è sempre anche quello di

saper comporre un limite educativo dinanzi

ai tentativi esplorativi del figlio,

senza il quale il ragazzo potrebbe sentirsi

perso e senza guida. Il risultato ottenuto

sarebbe solo un girovagare infinito

alla ricerca dell’attività perfetta che naturalmente

non esiste, e la condanna all’insoddisfazione

per mamma, papà e figlio.

La funzione del genitore deve essere

l’accompagnare con la delicatezza di un

filo di seta tutti i colori dell’aquilone, lasciandolo

libero di volare nel cielo, stretto

a distanza alla mano sicura di mamma

e papà.


PAGINA

18

Farli

scegliere...

segue dalla pagina precedente

servazione. Lasciare libero un bambino

di essere non significa non dare regole

che sono, invece, fondamentali per una

crescita sana.

E’ importante ricordarsi

che queste funzionano quando sono poche,

chiare, rivolte al positivo (ad esempio,

è più utile dire “usiamo parole gentili”

piuttosto che “non usare queste brutte

parole”) e soprattutto è importante che

siano condivise tra i due genitori.

Significa instaurare con lui una comunicazione

efficace che lo accompagnerà

anche allo sviluppo di empatia (riuscire

a mettersi nei panni degli altri senza

confondersi) attraverso l’ascolto dei suoi

racconti, attraverso il sostegno nel riconoscere

le emozioni che prova, senza

giudicare (ad esempio dirgli che arrabbiarsi

è sbagliato!).

Spesso, presi da tutti gli impegni che

scandiscono il nostro quotidiano, dimentichiamo

due elementi molto importanti

nel rapporto con i nostri figli: l’ascolto attivo

e l’utilizzo dello sguardo, per questo

è sempre utile farsi raccontare le cose

solo quando davvero abbiamo il tempo

per fermarci, fare domande, incentivare

la riflessione, stimolare il pensiero critico.

Lo sguardo è

fondamentale, sin dalla nascita: restituisce

al bambino un contenimento, gli restituisce

spessore e una forma psichica

fondamentale ponendo le basi per quella

individualità che gli consentirà davvero

di realizzare sé stesso nel modo più

autentico possibile.

di Matilde Poluzzi

pedagogista

Contatti: info@ritmodanza.net

Una domanda semplice, ma poco scontata,

a cui numerose volte abbiamo cercato

invano di rispondere, fino all’età

adulta. Immergendosi nel ruolo di genitori,

diverse sono le scelte da compiere per

il percorso di crescita del proprio figlio:

cosa farà da grande? Se non fosse portato

per lo studio? In cosa riesce al meglio?

Assecondarlo o seguire una strada più

giusta secondo la mia opinione?

Diventando genitori

è molto frequente rivedere se stessi bambini

nei propri figli, con la possibilità di incombere

nell’errore di paragonare il proprio

percorso di crescita e le esperienze

fatte negli anni a quelle del bambino. Bisogna

invece diventare attenti osservatori

del proprio bambino, evitando confronti

con se stessi o con altre famiglie: “cosa

gli piace fare?”. E’ questa la domanda a

cui dovremmo cercare di rispondere, mostrando

alte aspettative nei loro confronti.

E’ bene sottolineare che è molto importante

tenere a mente la sottile differenza

tra l’avere alte aspettative e l’avanzare

delle pretese.

BAMBINI E GENITORI

collegati

per curiosare

sulle novità

quotidiane

Aspettative esagerate rispetto alla sua

età e alle sue capacità, rischiano di ostacolare

la sua crescita psicologica, non

facendolo sentire in grado di superare le

piccole sfide del quotidiano.


La parola ai Genitori

Y

Oggi parliamo di...

Approfondimenti

Salute e risposte

Cosa faranno i nostri

FIGLI DA GRANDI?

iTempo Lettura > 3 min.

E allora, come riuscire a riconoscere “la

strada giusta” per il proprio bambino?

Il complicato ruolo di genitore richiede

di essere una guida e un punto di riferimento:

supportarlo nelle scelte della

vita quotidiana, ascoltarlo, assecondarlo

e stimolarlo. Il rapporto genitore-figlio

si dovrebbe fondare su ascolto attivo, e

soprattutto bi-direzionale: prestare attenzione

ai desideri e ai bisogni del proprio

figlio è un fattore di grande influenza sul

suo sviluppo psicologico ed emotivo.

Essere consapevole di avere alle spalle

un “porto sicuro” dove poter essere libero

di esprimersi e confrontarsi, rafforza la

sua autostima e accresce la fiducia nel

suo caregiver.

Ascoltando i suoi

desideri e assecondandolo, lo si lascia libero

di sperimentare in svariati ambiti: relazionale,

educativo e sociale. Sperimentando,

il bambino imparerà a conoscere

se stesso e l’ambiente circostante, in una

prima fase limitato a quello familiare e poi

man mano allargato alla scuola e alle attività

ricreative.

Arriva infatti il momento in cui i genitori devono

compiere il difficile atto di “lasciare

andare” il proprio figlio, dandogli la possibilità

di avventurarsi all’esterno. Si potrebbe

paragonare la relazione bambino-

Quante volte da

bambini ci è stata posta

la fatidica domanda

“cosa vuoi fare da

grande?”

caregiver alla nave che lascia il porto:

si avventura in mare aperto, sapendo

di poter rientrare al porto ogni qualvolta

che lo desidera, ancorandosi durante la

burrasca.

LE ESPERIENZE

EDUCATIVE

EXTRASCOLASTICHE

CONTRIBUISCONO

ALLO SVILUPPO

DELL’AUTONOMIA

DEL BAMBINO

Tra nuove amicizie e nuove guide nel suo

percorso di crescita: specialmente in

ambito sportivo, infatti, la relazione con il

coach lo aiuta a conoscere e sviluppare

al meglio le sue abilità, scoprendo inclinazioni

e talenti.

Quindi, come rispondere

alla fatidica domanda “noi genitori conosciamo

davvero i nostri figli?”: una risposta

corretta e adatta a ogni soluzione

sicuramente non esiste.

E’ bene lasciare ai bambini il giusto spazio

e il giusto tempo, senza fare paragoni

con altre realtà: lasciar fare, accompagnandoli

e sostenendoli nelle loro scelte,

accettandone le sconfitte e gli errori in

cui inciamperanno, certi che sono e saranno

sempre parte integrante del loro

percorso di crescita emotiva, intellettuale

e sociale.

Con questo costante

sostegno alle loro spalle saranno in grado

di affrontare al meglio continue nuove

esperienze, fonte di stimolo per lo sviluppo

delle loro inclinazioni e talenti.


PAGINA

20

di Naomi Polselli

fisioterapista

Sollecitare una riflessione dei nostri figli

su questo tema ha una profonda valenza

educativa in quanto stimola l’uso del

pensiero critico che, nel bambino, varia

a seconda dell’età: le reazioni, le risposte

e i feedback cambiano e si evolvono

durante la crescita.

Da genitori attenti

cerchiamo di fornire ai nostri figli, sin da

piccoli, un ambiente ricco di stimoli e di

possibilità.

di Mariangela Iorio

psicologa- PhD in neuropsicologia

Desideri e aspettative

“Cosa desideri fare da grande?” I bambini fantasticano

dicendo: l’astronauta, il cantante, la maestra o... l’influencer?

L’ansia genitoriale spesso ci spinge a

riempire le loro agende di molteplici attività

e, in questo modo, i bambini si ritrovano

ad avere la settimana piena di

impegni, tra sport e corsi di musica. Crescendo

i figli possono diventare l’estensione

dei desideri degli adulti.

Ma cos’è il desiderio? E’ qualcosa di rivoluzionario,

è una spinta vitale che fa

crescere la motivazione e l’apprendimento

dei nostri figli.

Il desiderio è mancanza, si desidera solo

quello che non si ha. Riempire il bambini

di giocattoli o di cose che non hanno desiderato,

di cui non hanno sentito la mancanza

potrebbe soffocare i loro desideri.

Cosa possiamo

fare noi genitori? Per crescere un bambino

consapevole dei propri desideri è

necessario prima di tutto ascoltarlo,

cercare di capire quali sono le sue reali

aspirazioni.

“Assicura un adeguato sviluppo dell’apparato

scheletrico e muscolare, regola il

metabolismo, favorisce la socializzazione......

e, se praticato nel modo corretto, è

un’attività molto piacevole e divertente per

i bambini e per i ragazzi” parola di Armando

Calzolari, responsabile Unità operativa

complessa di Medicina Cardiorespiratoria

e dello Sport - Dipartimento di Medicina

Pediatrica - dell’Ospedale Bambino Gesù

di Roma, uno degli ospedali di riferimento

a livello internazionale per l’assistenza e la

ricerca in campo pediatrico.

Sin da piccoli,

i nostri figli conducono una vita sedentaria

e fare sport permette di acquisire un bagaglio

di esperienze motorie che sarà prezioso

per tutta la vita. Infatti da grande sarà

molto più avvantaggiato rispetto a chi non

ha mai praticato attività fisica, perché ha

strutturato una muscolatura migliore e ha

“sperimentato” e formato il proprio corpo

in un’età in cui si sviluppano le cosiddette

capacità coordinative, come l’equilibrio e

l’orientamento, e le capacità condizionali,

ossia la forza, la resistenza e la velocità.

Qual è il risultato? Se anche interromperà

per alcuni anni la pratica sportiva, il suo

corpo conserverà memoria dei benefici

acquisiti da piccolo e quando, da adulto,

vorrà riprendere a fare sport o vorrà intra-

continua nella pagina successiva W


La parola ai Genitori

Oggi parliamo di...

Y

Approfondimenti

Salute e risposte

Lo sport aiuta a tirare fuori

IL MEGLIO DI LORO !

iTempo Lettura > 3 min.

prendere uno sport nuovo, avrà già le basi

giuste per ripartire alla grande.

Di solito i genitori cominciano a far praticare

sport ai propri figli intorno ai tre-sei anni.

Vero è però che in questa fascia d’età non

c’è molta differenza tra i vari sport, perché

in tutti i casi l’approccio è ludico e non si

entra nello specifico della disciplina sportiva.

Fino ai sei anni infatti non si può parlare di

sport vero e proprio, ma più di esperienza

del proprio corpo, in un’età in cui l’individuo

è assai ricettivo ad imparare cose nuove.

Solo con il passare

degli anni il bambino attraverso la pratica

sportiva avrà la possibilità di sviluppare

gradualmente le varie capacità fino all’adolescenza,

quando certe potenzialità

potranno essere perfezionate con l’allenamento

e in base al proprio talento individuale

(ci sarà chi è più portato verso

l’equilibrio, chi verso l’orientamento, chi

verso la velocità ecc.). Dopo i sei anni si

assiste a un progressivo sviluppo sia del

fisico che della capacità di coordinazione

dei movimenti, che consente l’approccio a

nuove discipline sportive, come per esempio

l’atletica leggera o il basket.

Regola di base tuttavia deve continuare ad

essere la stessa: l’attività deve consentire

lo sviluppo armonico di tutto il corpo. Non

Praticare sport

in età pediatrica

presenta tanti benefici

e aspetti positivi...

ha senso accompagnare i figli al corso e

poi lasciarli lì come a un parcheggio per

approfittarne a sbrigare le proprie faccende.

VERIFICHIAMO CHE

IL BAMBINO ABBIA

LA POSSIBILITÀ

DI DIVERTIRSI E

DI FARE DAVVERO

SPORT

A qualunque età si incominci a fare sport,

la figura dell’istruttore è un punto di riferimento

importante per il bambino. Fino ai

sei anni il piccolo atleta non ha bisogno

di un semplice insegnante, che impartisca

delle nozioni tecniche, ma di una sorta di

“baby-sitter tecnico” che sappia entrare in

empatia con lui, sappia ascoltarlo e riesca

a farsi ascoltare.

Ma anche dopo

i sei anni, l’istruttore continua a ricoprire

un ruolo determinante - a lui spetta il compito

di motivare il suo allievo, sostenerlo

durante l’allenamento, ma anche interrompere,

se è il caso, la lezione per fermarsi

a parlare con lui e capire quali difficoltà

si possono nascondere dietro eventuali insuccessi.

In questo modo si instaura una

relazione che va al di là del semplice rapporto

tecnico e che alla fine dà i risultati

migliori, perché il ragazzo va a fare sport

con più piacere e un po’ per volta riesce a

tirar fuori il meglio di sé.

Non solo: se si stabilisce un rapporto di

fiducia diventa anche più facile far affrontare

all’allievo i sacrifici che l’allenamento

e l’apprendimento del gesto tecnico comportano.


PAGINA

22

Desideri e aspettative

segue dalla pagina precedente

A volte basta poco: porre l’attenzione su

un disegno o su un tema in classe attraverso

il quale il bambino dà voce a un

desiderio intimo. In ogni caso va preservata

l’individualità del bambino.

E’ importante che

il genitore sappia seguire le naturali inclinazioni

del proprio figlio, valorizzandole

o, se necessario, guidandole tenendo

conto dei possibili limiti per evitare che

alcune richieste generino frustrazioni

inutili. Inoltre, evitare di organizzare

agende fitte di attività per lasciare al

bambino del tempo libero.

Tempo per giocare, per annoiarsi e per

pensare.

La noia è un stimolo

molto potente per lo sviluppo della loro

creatività e della personalità: gli permette

di sperimentare uno spazio e un

tempo che siano solo suoi e di entrare

in contatto con le proprie emozioni e desideri.

Lo sguardo dell’adulto

dovrebbe essere teso a riconoscere

quali siano i desideri reali del bambino

e quali invece siano i propri rassicurandoli

e facendo sentire loro che non

perderanno l’affetto e la stima dei propri

genitori anche se quello che faranno si

allontana dalle loro aspettative.

Lasciamo che loro si esprimano liberamente

e seguano i propri desideri e inclinazioni!

ANTONIO PEROLFI

grafologo AGI specializzato nell’età evolutiva

Contatti: tel. 320.086.11.34

antonio.perolfi@libero.it

Sono variati i giochi che il bambino utilizza,

è dipendente nel rapporto con la

televisione e la tecnologia, ha imparato

a stare più da solo e ognuno può elencare

altri diversi modi di comportamento

riscontrati.

La natura cambia

molto lentamente e l’essere umano (quello

ingenuo, perciò il bambino), di fondo,

segue questa lungaggine naturale.

Secondo me, è il genitore che ha fatto

un salto in avanti, non proporzionato alle

esigenze del figlio e, purtroppo, spesso

non ha saputo fermarsi per riflettere su

questo suo spedito comportamento da

adulto. Tralasciamo ora queste riflessioni

psicologiche e riflettiamo su come il grafologo

potrebbe essere utile ai giovani.

BAMBINI E GENITORI

collegati

per curiosare

sulle novità

quotidiane

La scelta della scuola

di solito è il primo passo verso il lavoro e

spesso è il genitore che consiglia o impone

queste scelte; genitori titolari di un’attività

commerciale sono convinti che i figli

continueranno l’impresa di famiglia, non

pensando che, magari, vorrebbero diventare

attori o operai specializzati; pianificare

il futuro dei figli, spesso significa

tarpare loro le ali e renderli succubi.


La parola ai Genitori

Oggi parliamo di...

Y

Approfondimenti

Salute e risposte

Riconosciamo le loro inclinazioni

CON LA GRAFOLOGIA

iTempo Lettura > 3 min.

Durante la scuola superiore potrebbe

essere utile l’esame grafologico per capire

se l’indirizzo pensato dallo studente

è quello più adatto; abbiamo detto più

volte che la grafologia osserva il cervello

dell’uomo e risulta piuttosto chiaro vedere

se la persona è più portata per la matematica

rispetto ad un lavoro creativo.

Se uno studente

è dotato di buona volontà ed è capace

nello studio, riuscirà in ogni ramo che, pur

sbagliando, sceglierà; è diverso se siamo

di fronte ad un ragazzo che si impegna

per il minimo richiesto e principalmente

per lui sarebbe utile indirizzarlo oculatamente.

Come per la compatibilità fra due fidanzati,

l’analisi della scrittura offre alla persona

uno strumento che permette riflessioni

sulla propria indole e sulle scelte

della scuola, lavoro, relazioni esterne,

oggettive inclinazioni.

Ho conosciuto un

ragazzino il cui padre è un grandissimo

tifoso di calcio; ha iscritto il figlio in una

di queste categorie giovanili e dopo qualche

tempo questi ha avuto il coraggio di

dire al papà che il calcio non era la sua

passione.

C’è differenza fra un

bambino di oggi rispetto

ad uno degli anni ‘50?

A risposta secca, dico

“No”, ma aggiungo

che sono cambiati i

genitori...

Questo ragazzo, ora ha diciassette anni,

è maturo e riflessivo e ama altre forme di

evasione; mi ha fatto piacere il coraggio

di ribellarsi bonariamente all’imposizione

del genitore e tutti noi capiamo che è

stata un’azione egoistica del padre per

soddisfare una propria esigenza; se un

figlio non avesse avuto questa positiva

energia, come avrebbe subìto l’esperienza

forzata?

I RAGAZZI

VANNO AIUTATI E

SUPPORTATI PER

QUELLO CHE SONO

E NON PER QUELLO

CHE IL GENITORE

VORREBBE

DIVENTASSERO

Naturalmente, tutte le interferenze esterne

date dagli specialisti (come il grafologo)

possono ritenersi superflue a patto

di essere genitori che lasciano liberi i figli

di esprimersi attraverso i loro desideri e,

soprattutto, le proprie capacità. Se un

ragazzo è a livello 6 sarà differente da

quello a livello 9 o livello 3; tutti vanno

aiutati e supportati.

I genitori devono

allontanare l’idea di considerare il figlio

come una “cosa” propria che li riscatti

dall’eventuale passato problematico che

hanno avuto e il figlio, per la propria salvezza,

non deve soddisfare le voglie recondite

della mamma e del papà.

È arrivato in famiglia non per pagare pegno,

ma per vivere liberamente la propria

vita. Su questi argomenti, peraltro

semplici (se siamo altruisti), abbiamo il

dovere di riflettere.


PAGINA

24

MICHELA FOTI

avvocato e mediatrice familiare iscritta ad A.I.M.S.

Contatti: tel. 051.22.08.59

michelafoti@libero.it

I nostri figli...

I nostri figli sono “parte” di noi, ma è altrettanto

vero che sono profondamente “altro” da noi...

trovare insieme per i propri figli la giusta

sintesi tra i due modelli educativi provenienti

dal proprio sistema familiare di origine,

di cui ciascuno è portatore.

BAMBNI E GENITORI

“il figlio ha diritto di essere mantenuto,

educato, istruito e assistito moralmente

dai genitori, nel rispetto delle sue capacità,

delle sue inclinazioni naturali e

delle sue aspirazioni”.

Ecco ciò che

l’articolo 315bis del Codice Civile stabilisce

al primo comma.

Ma per poter comprendere quali siano

le reali capacità, inclinazioni e aspirazioni

dei propri figli, i genitori sono necessariamente

chiamati ad una costante e

attenta attività di osservazione e ascolto

attivo delle aspirazioni e progetti che li

animano.

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In quest’attività di osservazione

e ascolto il genitore

non è solo, potendo sempre

contare sull’importante

confronto con il mondo della scuola e

con tutte quelle figure di riferimento legate

alle attività extrascolastiche che

essi svolgono.

Vero è che

nel crescere la generazione successiva,

il modello che i genitori applicheranno

sarà frutto di un “doppio passaggio”: in

primo luogo, ciascun genitore ha in sé

l’esperienza di figlio e, come tale, del

modello educativo con cui è stato cresciuto.

Ciò significa che ogni genitore dovrà

pensare se riproporre (parzialmente

o totalmente) o integralmente rifuggire

quel determinato modello che in ogni

caso fungerà da esempio.

In secondo luogo, i genitori dovranno

Il rischio che

con i propri figli, i genitori cerchino di

“correggere il tiro” rispetto a possibili errori

commessi dalla generazione precedente

è assolutamente comprensibile e

sano nella misura in cui essi non finiscano

per proiettare su di loro aspirazioni un

tempo proprie e rimaste prive della giusta

soddisfazione.

Ciò è tanto più difficile

tenuto conto della comprensibile volontà

di dare il meglio ai propri figli; occorre

interrogarsi costantemente su quali significati

racchiuda la parola “meglio”, trovando

il giusto equilibrio tra l’esperienza

del genitore e il sentire dei figli, non solo

con un dialogo costante, ma imparando

anche a leggere tra le righe delle parole

non dette.


La parola ai Genitori

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Approfondimenti

Salute e risposte

Destinazioni

INASPETTATE

BENEDETTA BENINI

insegnante esperta di processi di apprendimento

e psicomotricista funzionale®

Contatti: tel. 340.591.92.82

benedetta.benini@edu.unife.it

Quanto sono disponibile a entrare in relazione

con le persone e l’ambiente che mi

circondano? Sono in contatto con le mie

emozioni?

Queste domande, e le relative risposte,

rappresentano la misura di quanto conosciamo

noi stessi come genitori, educatori

ed adulti inseriti in una società e in un

ambiente di riferimento. Vi propongo una

semplice esperienza: provate a porvi le

stesse domande riguardo ai vostri figli.

Chi è lui/lei per me?

Quali sono i suoi punti di forza, quali sono

le sue fragilità? È sicuro delle sue capacità?

Quanto è disponibile a entrare in relazione

con le persone e l’ambiente che

lo circondano? È in contatto con le sue

emozioni?

Chi sono io?

Quali sono i miei punti

di forza, quali sono

le mie fragilità?

Sono sicuro delle

mie capacità?

Prendete nota delle risposte e poi rileggetele

tenendo a mente un concetto tanto

semplice quanto difficile da applicare: i

vostri figli sono altra cosa rispetto a voi

genitori.

È normale ed umano proiettare, almeno

in parte, su di essi i vostri timori e le vostre

paure, poiché tutti nella vita abbiamo

commesso errori che avremmo voluto non

aver fatto, ma è proprio il nostro vissuto,

e le sfide incontrate lungo il percorso, ad

averci plasmato e reso gli adulti che siamo

diventati.

Aiutateli a cogliere

la differenza tra passione e desiderio passeggero,

tra moda ed emulazione e vero

talento permettendo loro di sperimentare

e sperimentarsi, ma senza fare sì che

questa ricerca si trasformi in ossessione.

Date loro feedback sinceri, senza sperticarvi

in lodi immotivate nel timore di non

sostenerli abbastanza, sottolineando invece

i progressi quando sono reali e tangibili,

facendoli in questo modo sentire

efficaci. E ricordate spesso a loro il valore

dell’imparare dagli altri e l’importanza dello

studio, affinché non inseguano effimere

chimere di successo restando ad aspettare

un’occasione particolarmente fortunata

che, forse, non arriverà nemmeno.

La sfida dunque

è rappresentata dal continuare ad espletare

la funzione educativa e genitoriale

tenendo a mente che non sarà possibile

impedire ai vostri figli di divergere dal

tracciato che avevate immaginato per

loro, se sarà quello che la vita li porterà

a fare.

Al tempo stesso

è giusto da parte vostra far loro notare

i possibili rischi nonché fare del vostro

meglio per proteggerli dai pericoli, senza

però perdere di vista il fatto che le strade

alternative al percorso che vi eravate prefigurato

potrebbero portare sia voi che

loro verso nuove, inaspettate destinazioni.


PAGINA

26

(1)

(2)

ANNA MARIA CASADEI

esperta nella lettura del disegno infantile

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(3)

La loro valvola di sfogo

Invia il disegno del tuo bambino indicando il nome e l’età,

li aspetto per spiegarli su: redazione@bambiniegenitori.it

BAMBINI E GENITORI

Disegnare è, per il bambino, un momento

di rilassamento emotivo, che utilizzano

già intorno agli 11 mesi con dei piccoli

scarabocchi, poi nel giro di poco tempo

tende a preferire una mano rispetto

all’altra (in questo non va mai corretto,

ma va incoraggiato a utilizzare la mano

con cui si trova più a suo agio).

Prima dei tre anni

non ha coscienza di poter rappresentare

qualcosa: il bambino esprime nel disegno

il suo stato interiore, disegnando

cose che fanno parte della sua quotidianità,

la famiglia, ad esempio,

rappresenta le persone che

gli sono accanto; mentre la

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quotidiane

casa è il luogo in cui cresce.

L’esperienza personale, dunque, entra

nel disegno. La simbologia, presente

nei disegni dei bambini, non deve essere

presa alla lettera, ma deve essere

inserita in un’osservazione più ampia e

personalizzata.

Ecco l’interpretazione

dei disegni arrivati in redazione:

Isabella, 4 anni ha disegnato:

disegno (01) La mamma dell’autrice è vista

con estrema precisione lo sguardo è

affettivo.

disegno (02) La base è piena di fiori a

sottolineare allegria i capelli lunghi fanno

da cornice alla figura per decorare l’insieme.

disegno (03) La mamma della piccola ha

un sorriso positivo e la piccola chiede di

essere maggiormente coccolata.

Rebecca invece ha disegnato, quando

aveva 5 anni la sua mamma nel disegno

(04): l’autrice decora i capelli della mamma

con un grande fiore per sottolineare

l’affetto tra loro, determinato anche dalle

braccia allargate per accogliere.

E la ritrae ancora a 6 anni nel disegno

(05): per la piccola la mamma e la sua

regina che presenta con corona, serena

coccolosa ed elegante.

Antonio, a 7 anni invece disegna la sua

famiglia nel disegno (06): la famiglia è ben

collocata, braccia che accolgono, però il

piccolo vorrebbe stare di più con i suoi

coetanei. È evidenziato con un fiore solitario,

come si sente lui.


La parola ai Genitori

Oggi parliamo di...

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Approfondimenti

Salute e risposte

Sognare a occhi aperti tra

FANTASIA E DESIDERI

di Francesca Cristofari

mamma di Jacopo e Jari

Le fantasie

dei bambini sono

spesso popolate di

compagni immaginari,

principi, streghe

e fate...

Il sogno ad occhi aperti o la fantasia sono

la diretta traduzione senza barriere dei nostri

desideri o bisogni.

L’attività fantastica,

a differenza di quanto si possa credere, è

vitale e non dovrebbe avere un’età, perché

è fonte di creatività e di immaginazione.

Già nell’antica Grecia esisteva il rituale per

la purificazione che consisteva in un digiuno

presso le fonti sacre, nella vestizione

con vesti simboliche e finalmente nell’accesso

al luogo sacro dove si passava la

notte per sognare nel divano che veniva

chiamato “ Kline”.

La guarigione era rappresentata dal valore

autoterapico attribuito al sogno perché

si pensava contenesse le indicazioni per

il paziente. Proprio l’immaginazione dei

bambini e la loro fervida fantasia riempiono

i loro sogni ad occhi aperti. Alcuni di

loro me li hanno raccontati.

“Sogno di andare su Plutone e magari

scoprire che ci vive qualcuno; sogno anche

di poter giocare nell’Nba con il Miami

Heat insieme a L.James” Daniele 9 anni

“Mi piacerebbe diventare un mago” Matteo

9 anni

“Vorrei costruire un edificio famoso” Filippo

9 anni

“Sogno di avere capelli lunghi” Flavia 5

anni

Federico e Diego, due amici, sognano

che la loro squadra del cuore, la Lazio,

acquisti L. Messi!

Gabriele e Martina, due fratelli, sognano

di andare a Lampedusa.

“Sogno di salire su un’astronave per poter

scoprire altri pianeti” Jacopo 7 anni

“Vorrei volare come Peter Pan” Jari 4 anni

“Sogno una scuola dove ci si possa muovere

di più!” Nicolò 7 anni

E il tuo bambino,

o la tua bambina, cosa sogna?


PAGINA

28

di Cristiano Rosafio

pediatra

Questi estratti floreali sono stati definiti

“Lanterne per l’anima”. Scoperti da

Edward Bach, medico inglese molto affermato,

intorno al 1920, i fiori di Bach

riequilibrano psiche e corpo, divenendo

chiavi di apertura e di sblocco per le

nostre risorse interiori, che spesso tralasciamo,

non abbracciamo o nascondiamo.

del paziente ed agisce nell’interezza deldi

Claudia Ciarrocchi

operatore olistico

Fiori di Bach e salute

Un rimedio efficace per curare gli stati d’animo negativi

responsabili del nostro malessere interiore e fisico...

tutti i rimedi alternativi, passione che poi

sono riuscita trasformare in professione:

quella dell’Operatore Olistico.

L’operatore olistico è un facilitatore del

benessere che utilizzando diversi strumenti,

tra i quali anche i fiori, aiuta la

persona a ritrovare il proprio benessere

psicofisico.

Sono molti, infatti, se non la maggior parte,

i bambini che si ammalano: raffreddore,

influenza, tosse, otite sono tra le patologie

più ricorrenti. Sebbene 4-5 episodi

durante la stagione autunno-inverno possano

considerarsi normali, per tanti genitori

sono fonte di preoccupazione.

A volte vale,

quale rassicurazione, spiegare che è un

fenomeno naturale: il sistema immunitario

matura e attraverso il percorso della malattia

si “costruisce” allenandosi.

E accade (sempre più di frequente) che

i genitori si rivolgano al pediatra per un

aiuto: alimentazione, integratori, “immuno-fortificanti”

e multivitaminici sono i

prodotti tra i più richiesi e questa richiesta

si riflette in un’offerta commerciale e

disponibilità di prodotti assai vasta.

Mi sono avvicinata

a questa realtà vent’anni fa, con scetticismo,

ma sentivo di poter provare: al

massimo non facevano nulla! In realtà lo

stupore e la gioia sono stati grandi nello

scoprire che “si era sciolto qualcosa”.

Nasce così la mia passione per la Floriterapia,

non solo per i fiori di Bach, ma

anche per i fiori californiani, australiani e

I fiori aiutano

e sostengono le persone nei momenti

difficili, restituendo loro armonia, migliorano

aspetti di sé, sono accessibili a tutti,

compatibili con altri tipi di cure, non

hanno controindicazioni, sono sicuri e

possono essere assunti anche da persone

allergiche. I Fiori di Bach, medicina

dolce e alternativa guarda la parte sana

continua nella pagina successiva W

Come orientarsi?

Alcuni, tra questi, posseggono un concreto

consenso d’utilità clinica, vediamoli!

Vitamina D: il suo ruolo sembra fondamentale

per il corretto funzionamento del

sistema immunitario. L’integrazione viene

raccomandata al dosaggio di 400 UI nel

primo anno di vita, da proseguire, oltre,

considerando lo stile di vita, la latitudine

alla quale si vive e il fototipo.


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Salute e risposte

Zaini, astucci, penne, colori...

VITAMINE E INTEGRATORI

iTempo Lettura > 3 min.

Vitamina A e Vitamina C: caratterizzate

entrambe da un potenziale effetto antinfettivo

che sembra venire meno in stati di

carenza. Per tanto, il consiglio di un’integrazione

in caso di diete “incerte” e infezioni,

specie se respiratorie, ricorrenti,

potrebbe essere un buon consiglio.

Ribes Nigrum: pianta dalle mille virtù ha

un contenuto di vitamina C 5 volte superiore

a quello contenuto in un’arancia e

possiede un’azione antiossidante, antinfettiva

e antinfiammatoria.

Echinacea: pianta officinale, usata per

secoli per trattare raffreddore ferite e artrite,

sembra capace di supportare efficacemente

il sistema immunitario.

Utilizzabile sia in acuto sia in prevenzione

può contribuire, specie in associazione al

propoli, ad accorciare i tempi di malattia

e a ridurre il numero di episodi di malattia.

Miele e propoli: il primo dall’utilità cicatrizzante

e antitussiva, la seconda a spiccata

azione antinfiammatoria, antiossidante,

antibatterica e antivirale sono entrambi

tra i principali utili “consigli della nonna”

che la ricerca scientifica ha saputo confermare.

Non dimentichiamoci, però, che:

- una dieta varia ed equilibrata, ricca di

frutta e verdura fresca di stagione, con

un adeguato apporto di acqua, povera di

Il periodo invernale,

per molti genitori,

rappresenta una dei

periodi più impegnativi

dell’anno.

cibi industriali e di bevande zuccherate

può e deve costituire un buon punto di

partenza di qualsiasi azione di salute.

- le malattie sono “la palestra in cui si allenano

le forze di sicurezza” e che l’aria

aperta, anche invernale, è il posto migliore

per proteggere i bambini.

ECCO ALCUNI

TRA I PRINCIPI

ATTIVI UTILMENTE

CONSIGLIABILI

PER L’INVERNO

-

l’esperienza e i consigli del pediatra

curante, cui le cure dei nostri figli sono

affidate, sono il principale e irrinunciabile

punto di partenza.

Bibliografia:

Consensus sulla Vitamina D. Pediatria - Preventiva

e Sociale, Supplemento al numero 3 - ANNO

X – 2015

Imdad, Aamer et al. “Impact of Vitamin A Supplementation

on Infant and Childhood Mortality.”

BMC Public Health 11.Suppl 3 (2011): S20. PMC.

Web. 4 July 2017.

Hemilä, Harri. “Vitamin C and Infections.” Nutrients

9.4 (2017): 339. PMC. Web. 4 July 2017.

Cohen Ha et al. E ect of honey on nocturnal cough

and sleep quality: a double-blind, randomized,

placebo controlled study. Pediatrics 2012;130:465-

71.

Wagh, Vijay D. “Propolis: A Wonder Bees Product

and Its Pharmacological Potentials.” Advances in

Pharmacological Sciences 2013 (2013): 308249.

PMC. Web. 4 July 2017.

T. Montini, https://www.uppa.it/medicina/inverno-istruzioni-per-luso,

ultimo accesso 03 Luglio 2017.

Oakley GP, Eat right and take a multivitamin.

NEJM 338:1060,1998


PAGINA

30

Fiori di Bach e salute

segue dalla pagina precedente

BAMBINI E GENITORI

la persona senza fermarsi solo alla malattia.

E’ un trattamento semplice e naturale e

può essere utilizzato fin dai primi giorni

di vita, ad esempio per superare il trauma

della nascita e l’entrata nel mondo, o

per aiutare la mamma dopo il parto.

Proprio alle neo mamme mi sento di consigliare

“star of bethlehem”, un bellissimo

fiore, che aiuta a superare i traumi emotivi,

le angosce e riporta il libero fluire

delle emozioni, rilassando mentalmente

ed emotivamente.

Utile per superare

gli shock e i traumi anche sul piano fisico.

Usato localmente aiuta a diminuire

lividi e cicatrici.

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Lo sapevate che i fiori possono essere

utilizzati anche sul corpo? Io stessa

durante i trattamenti olistici preferisco

le miscele con oli essenziali ed essenze

floreali per aiutare maggiormente le

persone nello scioglimento delle proprie

problematiche ottenendo ottimi risultati.

E possono essere usati

su persone, animali e piante… ovviamente

i fiori di Bach o californiani non

sostituiscono terapie mediche ne’ sostituiscono

il parere del medico.

I fiori lavorano con noi per aiutarci a ritrovare

equilibrio e ci aiutano a riscoprire il

passo dell’armonia e della felicità.

CLAUDIA BRATTINI

farmacista

Riuscirà a rimettere a posto l’allegria, la

tristezza, la rabbia, la paura e la calma,

ognuno con il proprio colore?

I Colori delle Emozioni, di Anna Llenas, Gribaudo

Il rientro a scuola dopo le vacanze invernali

può rappresentare una matassa

da districare, un momento di particolare

rimescolamento delle emozioni nel bambino.

Da una parte c’è il desiderio di ritrovare

gli amici, ma dall’altra anche la fatica di riprendere

la routine, insieme alla paura di

rimettersi in gioco e distaccarsi dall’ambiente

familiare.

Proprio la ricostruzione di una nuova routine

sarà un’importantissima pratica di

accudimento.

L’introduzione di rituali

favorisce nel bambino il senso di sicurezza

e di benessere psico-fisico utile

per reintegrarsi nell’ambiente scolastico.

Come fare? Innanzitutto occorre stabilire

regole chiare e condivise per la gestione

della nuova quotidianità.

La colazione rappresenta un momento

fondamentale: il bambino deve assumere

dopo le ore di riposo notturno il giusto apporto

calorico. Inoltre può rappresentare

un momento di dialogo e condivisione


La parola ai Genitori Oggi parliamo di... Approfondimenti

Y

Salute e risposte

Autunno, scuola e

RITUALI DI BENESSERE

iTempo Lettura > 3 min.

con i genitori prima di affrontare la giornata.

Può essere utile

e salutare proporre al bambino anche

alimenti che esulino dalla solita colazione

a base di biscotti o merendine, optando

per pane tostato con ricotta e marmellata,

yogurt con granola, o perché no ...

anche una colazione salata! Per esempio

un toast con un uovo strapazzato e pomodorini,

il tutto accompagnato da una

spremuta di frutta fresca o un frullato di

frutta e yogurt.

Al rientro da scuola è bene non stancare

eccessivamente i bambini, evitando anche

di fargli trascorrere troppe ore davanti

al computer, o alla televisione, soprattutto

prima di dormire.

Il bagno è

un momento di relax benefico e calmante,

magari utilizzando oli essenziali o saponi

alla lavanda o agli agrumi.

La cena può rappresentare un momento

condiviso anche nella preparazione,

coinvolgendoli con noi in cucina.

Prima di dormire mettiamo al bando le

bevande energizzanti o ricche di zuccheri,

meglio optare per una tisana al tiglio o

passiflora, magari zuccherata con un po’

Che cosa ha fatto il

mostro dei colori??

Ha mescolato le

emozioni e ora bisogna

disfare il groviglio.

di miele, o una piccola porzione di latte

caldo.

La lettura soprattutto prima di dormire

rappresenta un altro rituale “di conforto”,

che anticipa il sonno in modo sereno.

IL SONNO DEI

BAMBINI NON VA

ASSOLUTAMENTE

SOTTOVALUTATO

I bambini necessitano in base all’età di

un numero definito di ore di sonno: iniziamo

a puntare la sveglia già qualche

giorno prima del rientro a scuola, per

ristabilire il nuovo ritmo, e cerchiamo di

metterli a letto alla stessa ora.

In alcuni casi,

se il bambino fatica molto a regolarizzare

il normale ciclo di sonno e veglia,

il pediatra può consigliare di recarsi in

farmacia per la somministrazione temporanea

di melatonina.

Il percorso scolastico che si apprestano

ad affrontare i nostri figli ha un impatto

molto grande nella loro crescita: il compito

della famiglia è quello di sostenere

emotivamente i piccoli anche nella fatica,

mostrare comprensione, e aiutarli a

partire per questo “viaggio” equipaggiati

di stabilità, forza fisica ed interiore.


Non sei sola nella tua

GENITORIALITÀ

Noi ci siamo,

per te ” e “ con te ” PARTECIPA ANCHE TU!

PERCHÈ

SAPPIAMO BENE

CHE “ESSERE GENITORI”

È IL MESTIERE PIÙ

DIFFICILE DEL MONDO

E NON LO INSEGNA

NESSUNO...

ECCO PERCHÈ

DIAMO VOCE

AGLI ESPERTI

PIÙ AUTOREVOLI

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