Genitori rivista d'AUTUNNO 2021
In questo numero parliamo di desideri, talenti e inclinazioni dei nostri figli. Conosciamo davvero i nostri bambini e i loro talenti? E le nostre aspettative come influiscono sulla loro crescita? Ne parliamo con Paolo Crepet, Maria Rita Parsi, Alberto Pellai e tutti i nostri esperti d'eccellenza
In questo numero parliamo di desideri, talenti e inclinazioni dei nostri figli.
Conosciamo davvero i nostri bambini e i loro talenti? E le nostre aspettative come influiscono sulla loro crescita?
Ne parliamo con Paolo Crepet, Maria Rita Parsi, Alberto Pellai e tutti i nostri esperti d'eccellenza
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La rivista Etica
che sostiene le famiglie
rivistagenitori.it
anno 3 • n. 09 • autunno 2021 s e g u i c i >
In questo
numero
Le nostre
aspettative come
influiscono sulla
loro crescita?
CONOSCIAMO
DAVVERO I NOSTRI
BAMBINI E I LORO
TALENTI?
NE PARLIAMO CON:
PAOLO CREPET
MARIA RITA PARSI
ALBERTO PELLAI
QUALI DESIDERI, TALENTI E
inclinazioni
ESPRIMONO I NOSTRI BAMBINI?
PAGINA
2
Leggi la
versione integrale
dell’ultimo numero
della Rivista Genitori
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9
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di sostegno alle genitorialità
per “mettere le ali”
ai sogni dei bambini
Fondata da Ilaria Zamboni
con la collaborazione dei Soci Volontari
dell’Associazione
Registrazione presso il Tribunale di Bologna
n. 8.522 del 06/08/’19
Direttrice Responsabile: Alessandra Testa
Responsabile Comitato Scientifico:
dott.ssa Francesca Zanolla
Comunicazione, web e progetto grafico:
Ilaria Zamboni
Editor e Social managing: Lucia Zerbinati
Stampa: Casma Tipolito
via Provaglia, 3 - 40138 Bologna
Redazione: Ass.ne Culturale Bambini e Genitori APS
via Larga 36 - 40138 Bologna, tel. 370.301.26.12
redazione@bambiniegenitori.it
Finito di editare a SETTEMBRE 2021
Contribuiscono al sostegno alla genitorialità con
i loro contenuti - fra i vari specialisti - i Dottori:
Paolo Crepet, Maria Rita Parsi, Alberto Pellai,
Claudio Buccheri, Anna Maria Casadei,
Franca Errani, Silvia Ferretti, Patrizia Valenti,
Silvia Pelle, Antonio Perolfi, Antonella
Gazzellone, Francesca Zanolla.
Ogni collaborazione è a titolo gratuito. Materiali, foto e testi
inviati per la pubblicazione non vengono restituiti e tale invio
fornisce automaticamente la liberatoria per l’uso delle immagini
e del pensiero anche su mezzi digitali. La riproduzione anche
parziale dei testi e dei materiali pubblicati è espressamente vietata.
Y
La parola ai Genitori Oggi parliamo di... Approfondimenti Salute e risposte
L’EDITORIALE
“
Mettiamo le ali ” ai sogni
DEI NOSTRI BAMBINI!
Ma come? Con Facciamo Scuola Insieme:
questo è il nome del progetto sociale nato
dalle esigenze delle famiglie per “mettere
le ali” ai sogni dei propri figli, sfruttando al
meglio ciò che le nuove tecnologie di oggi
hanno da offrire.
Utilizzando questi linguaggi d’avanguardia,
tipici della nuova generazione “nativa
digitale”, possiamo far vivere aspetti educativi
che divertono, permettendo ai bambini
e ai ragazzi di apprendere meglio e
più velocemente.
L’obiettivo del progetto
sociale è di offrire ai nostri figli esperienze
ludico-educative multimediali che facciano
imparare divertendosi a casa propria
- online - sostenendo la loro crescita culturale.
Questa formazione extrascolastica viene
garantita dall’Università dei bambini
“UniJunior”, progetto europeo eucu.net
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6 anni che la nostra
Comunità Educante
offre a tutti i bambini
esperienze educative
per sostenere i loro
talenti e le loro
attitudini...
realizzato in collaborazione con le principali
Università Italiane; integrata da una
pluralità di contenuti d’eccellenza come
quelli specializzati in edutainment digitale
degli esperti di “Leo Scienza”.
Facciamo Scuola Insieme
è un vero e proprio “portale educativo”
che raccoglie il meglio del mondo digitale
e lo mette a disposizione dei tuoi figli.
I contenuti, selezionati e validati dal Comitato
Etico Scientifico della nostra Associazione,
offrono ai bambini e ai ragazzi
esperienze ad alto profilo pedagogico.
Con un’unica parola d’ordine: imparare divertendosi!
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popolo dei Celti… avete presente
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scopriremo l’antico popolo dei Celti, la
loro visione della natura e del mondo,
espressa da miti e leggende intrecciati
con la realtà storica dell’Europa antica.
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NASA… una vera e propria “Comunità
Educante” che sostiene la formazione dei
bambini direttamente in famiglia ma anche
a scuola: Facciamo Scuola Insieme
si rivolge anche alle primarie e secondarie
di primo grado mettendo a disposizione
eccellenze didattiche racchiuse in
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Alessandra Testa
Direttrice Rivista Genitori
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BAMBINI & GENITORI
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PAGINA
6
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FRANCA ERRANI
counselor relazionale, formatrice,
fondatrice di “InnerTeam” percorsi di trasformazione
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Fra talenti e desideri...
Per raggiungere la soddisfazione di un desiderio bisogna
elaborare un meccanismo psichico che permette di crescere
Inventare un proprio linguaggio, immaginare
le strategie per arrivare alla meta,
vivere l’attesa e il suo conseguente tormento,
sono elementi chiave per promuovere
i desideri. Il desiderio è una
macchina potentissima che fa evolvere,
perché quando si desidera una cosa,
automaticamente si mettono in moto delle
strategie per raggiungerla.
Se invece questa cosa
viene conseguita prima ancora di averla
desiderata, queste strategie non vengono
messe in atto.
Comprendere il bambino e aiutarlo a
camminare nel percorso della vita, significa
mettersi in ascolto dei suoi desideri
e dei suoi talenti, ben rispettando una
chiara consapevolezza della sua unicità.
Come possono i genitori riconoscere
i desideri, i talenti e le inclinazioni dei
bambini? Già dalla prima infanzia il canale
comunicativo tra adulto e bambino
si può attivare con il gioco.
Giocando il bambino
esprime se stesso e ciò che più gli piace
fare. Per far sì che possa testimoniare il
suo pensiero critico e le sue inclinazioni
è auspicabile che il bambino possa sperimentare.
Più i bambini vengono stimolati
dalle attività di gioco, più hanno la
possibilità di conoscere e di scegliere.
Di conoscere il mondo. Di conoscere se
stessi.
Il gioco ha la funzione di aprire la mente
a nuove idee e permette al bambino di
acquisire gli strumenti per esprimere le
proprie capacità.
continua nella pagina successiva W
Elisa è una bambina deliziosa, intelligente
e sensibile. I suoi genitori l’adorano e cercano
di educarla al meglio, non facendole
mancare le amicizie, le gite e le attività di
gruppo, e in generale una socialità vivace
e dinamica. Elisa partecipa nel suo modo
educato e sorridente ma poi, quando si rientra
da questi eventi, si chiude in camera
e per diverse ore legge, ascolta musica in
cuffia o semplicemente dorme. Per i genitori
questo comportamento è scomodo.
Quando rientrano
dalle gite, loro sono ancora pieni di entusiasmo
e amano ripercorrere i momenti
piacevoli, le conversazioni interessanti,
si divertono a confrontare le loro opinioni
sulle persone incontrate, immaginando anche
i possibili sviluppi delle amicizie tra gli
adulti e ovviamente anche tra i bambini -
perché per loro uno scopo fondamentale
di queste attività è di creare attorno a Elisa
un gruppo di amici fidati, che condividono
gli stessi interessi, in cui la bambina possa
fiorire in sicurezza e serenità.
I genitori di Elisa
sono molto estroversi e per loro la socialità
è un valore fondante nella vita; si sono conosciuti
in un gruppo che hanno continuato
a frequentare anche dopo sposati e che
hanno visto crescere con la nascita di vari
bambini nelle altre coppie che via via si andavano
formando. Una piccola comunità,
coppie animate da un progetto sociale e
spirituale, che traggono dalla compagnia
Y
La parola ai Genitori Oggi parliamo di... Approfondimenti Salute e risposte
Per amore si supera ogni barriera...
O FORSE NO?
iTempo Lettura > 3 min.
reciproca una grande energia e ispirazione:
“solo insieme si può creare qualcosa
di grande”. Elisa è una bimba introversa.
Potrei anche dire “molto” introversa; ma
questo aspetto della sua personalità è visto
dai genitori come un problema, come
il “mancato sviluppo” della sua “naturale”
estroversione.
Nella loro visione
l’introversione è qualcosa da correggere,
da trasformare, e molto di questo può
avvenire grazie ai frequenti contatti con
queste altre famiglie così calorose e accoglienti.
Quando Elisa, nella sua timidezza,
fa qualche passo indietro, uno dei genitori
è subito pronto a sollecitarla: “Su, cara,
perché non ti butti?” “Su, non perdere
questa occasione!”.
Elisa cresce sentendosi
sbagliata, quindi fa sua la visione genitoriale
dell’introversione come carenza di estroversione,
che si può e si deve correggere,
e siccome è molto attenta, premurosa, intelligente
e sensibile, lentamente si “abitua”
a mostrarsi più estroversa di quanto
sia. Nel fondo continua a sentirsi sbagliata,
però. Anzi, le si aggiunge il sentimento
doloroso del “sentirsi falsa”. Lei conosce i
suoi bisogni di solitudine ma ormai li giudica
con lo sguardo “estroverso” della sua
famiglia. Si sente falsa e anche fragile: lei
non ce la farà mai a “fare qualcosa di grande”
in un grande gruppo!
Fermiamoci a questo punto della storia di
E’ sufficiente
l’amore che proviamo
per i nostri figli per
superare le nostre
barriere e lasciarli liberi
di essere loro stessi?
Elisa. I suoi genitori sono persone colte,
gentili, vogliono il massimo bene per la
loro figliola. Ma la “leggono” secondo i
filtri della loro personalità.
I FILTRI CHE
ABBIAMO TUTTI,
NESSUNO ESCLUSO,
SONO DAVVERO
MOLTI...
Il papà di Marco è un uomo molto intellettuale,
razionale, e sono queste le qualità
che apprezza e tenta di stimolare in suo
figlio Dario, che è un bambino molto sensibile,
sentimentale, con tendenze artistiche.
Il filtro di Marco è giudicante verso le
caratteristiche del figlio, e fa fatica a considerarle
potenziali qualità, perché per lui, è
importante saper gestire la realtà in modo
oggettivo, determinato e razionale.
Quanti esempi
si possono fare! E quante sofferenze si
potrebbero evitare, riconoscendo almeno
i più importanti tra i nostri tanti filtri!
Perché in ogni caso i filtri sono necessari
per gestire la realtà che altrimenti ci travolgerebbe,
nella sua ampiezza. In parte
sono fisiologici, in parte innati, in parte
culturali. Se non li conosciamo, se non riflettiamo
su di essi, rischiamo davvero di
non conoscere i nostri figli (partner, amici
ecc), pur con tutto l’amore possibile a disposizione.
Si potrebbe obiettare
che l’amore è una forza superiore a qualsiasi
condizionamento, a qualsiasi filtro,
ma non è così. E non per cattiva volontà:
vi siamo immersi come i pesci sono immersi
nel mare.
Ecco che l’amore per i nostri figli può
essere la leva che ci spinge a indagare
sui nostri propri filtri, aprendoci la strada
verso radure più ampie dove possiamo
incontrarci in modi nuovi.
PAGINA
8
Fra talenti e desideri...
segue dalla pagina precedente
L’adulto attraverso un’attenta osservazione,
senza interrompere
mai la comunicazione, garantendo
rassicurazione e supporto,
entrerà facilmente nei desideri
del bambino. Ma non dovrà
né anticiparlo né sostituirsi a lui.
Se i genitori faranno troppo per i
loro figli, facilitandoli in tutto, i figli
non faranno mai abbastanza per se
stessi. Quindi diamo tempo ai bambini di
scoprire e scoprirsi!
Le passioni di mamma
e papà influenzeranno le scelte dei loro
figli, ma è fondamentale dare loro la possibilità
di affrontare in prima persona le
sfide della crescita e di scoprire passo
dopo passo le proprie capacità.
Come gestire le attività extrascolastiche
nella quotidianità dei bambini?
Spesso accade che i bambini siano impegnati
più degli adulti. Oltre alla scuola
e ai compiti ci sono anche le attività extrascolastiche
a riempire i pomeriggi.
Se da una parte si intrattengono i bambini
con attività interessanti, dall’altra si rischia
di non cogliere fino in fondo le loro
autentiche inclinazioni, i loro desideri e le
loro passioni.
iTempo Lettura > 3 min.
Tutti noi
genitori sogniamo
di avere un figlio
talentuoso,
o desideriamo che
il nostro già lo sia…
“Esiste una sola scuola:
QUELLA DEL TALENTO ”
Vladimir Nabokov
Quindi, come fare?
- Non sovraccaricare troppo
gli spazi dei bambini.
- Lasciarli liberi di provare
e di cambiare idea.
- Fino a che non trovano
ciò che amano fare.
- E se nel frattempo incontrano
un po’ di noia... che ben venga!
Valorizziamo sempre i risultati raggiunti
dai nostri bambini., rimandando a loro la
scelta del cambiamento, ma soprattutto
sottolineando ciò che ha scritto K.G.
Gibran: “I vostri figli potete amarli, ma non
costringerli ai vostri pensieri”.
Le ricerche lo confermano: l’essere umano
non nasce con caratteristiche personali
immutabili ed indelebili, ma con predisposizioni
che possono essere plasmate,
implose, o esplose dal sistema familiare,
scolastico, socio-culturale in cui crescono.
Se è inevitabile che noi
genitori nutriamo aspettative nei confronti
dei figli, è utile conoscere la natura di tali
aspettative, poiché con ogni probabilità
si trasformeranno in comportamenti; e tali
comportamenti influenzeranno in maniera
determinante il pensare, il sentire e l’agire
dei nostri bambini. E l’influenza ambientale
genera due importanti conseguenze:
contribuisce al consolidamento di quegli
schemi comportamentali definiti “personalità”
e concorre a sviluppare il senso di
fiducia, o di sfiducia, che nostro figlio sente
di poter nutrire nelle proprie possibilità.
Innumerevoli studi
rivelano come i genitori che incoraggiano,
supportano e sostengono i figli siano un
prezioso aiuto nel processo di conquista
dell’autostima, nell’atteggiamento di
apertura verso gli altri, nello sviluppo della
La parola ai Genitori
Y
Oggi parliamo di...
Approfondimenti
Salute e risposte
LARA VENTISETTE
psicoterapeuta, fondatrice del metodo
PsicoStyling®, docente presso il Centro
di Terapia Breve Strategica, insegnante di Yoga
Contatti: tel. 339.411.01.63
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tenacia necessaria a crearsi una vita appagante;
ma le mamme e i papà che eccedono
nel motivare e nello spronare i figli
possono anche rischiare di riversare su di
loro aspettative irrealizzabili, giungendo
così a danneggiarli nonostante le buone
intenzioni.
Come fare allora
per scoprire quali sono i suoi desideri, i
suoi bisogni e i suoi talenti?
Facciamoci aiutare da alcune definizioni:
“Il talento è un punto di forza, un ambito
in cui il piccolo se la cava bene, ma non è
un’eccellenza. Può diventarlo con la pratica,
ma di base non è una dote straordinaria
o una genialità: è una propensione
naturale”.
Secondo tale fonte, già dai due anni è
possibile riconoscere le doti naturali dei
bambini, ovvero le predisposizioni che, se
allenate a dovere, hanno una chance di
diventare capacità (Associazione Italiana
sviluppo del talento e della plus-dotazione).
Altri studi autorevoli sostengono, invece,
che l’impegno, l’allenamento, l’autodisciplina
e la volontà siano le uniche condizioni
necessarie ad acquisire abilità straordinarie
e che, viceversa, il talento inteso
come dote naturale conti poco o nulla.
In genere, sono poco amante della sentenza
aristotelica “la virtù sta nel mezzo”,
ma in questo caso devo fare un’eccezione.
Probabilmente ognuna delle due prospettive
più accreditate ha le sue ragioni.
In concreto, questo significa che noi genitori
possiamo avere un ruolo cruciale
nel processo di scoperta, e di accurata
conoscenza del talento dei nostri figli. E
significa che, una volta svelate e studiate
le predisposizioni naturali del nostro bambino,
possiamo contribuire enormemente
allo sviluppo di tali predisposizioni e potenzialità.
In sostanza, l’impegno senza una predisposizione
naturale può far crescere
un’abilità fino a un certo punto, così come
un talento naturale senza allenamento si
estingue. Per parlare di talento vero e proprio,
o di potenziale sviluppato servono
entrambi gli ingredienti: predisposizione
naturale ed esercizio costante.
COME SI FA
A SCOPRIRE
QUALI SONO LE
INCLINAZIONI
NATURALI DA
INCENTIVARE NEL
NOSTRO BAMBINO?
Un punto di partenza può essere la messa
in pratica di alcune strategie nel vivere
quotidiano. Osserviamo nostro figlio: più
lo osserviamo, alla stregua di un antropologo
affamato di informazioni, più probabilmente
le sue doti naturali e le sue potenzialità
si mostreranno ai suoi e ai nostri
occhi; l’osservazione sarà tanto più efficace,
quanto più sarà supportata da alcuni
preziosi atteggiamenti alleati.
Evitiamo di intervenire:
più spesso interveniamo durante le incursioni
nel mondo del nostro bambino, più
probabilmente falseremo l’osservazione,
sovrapponendoci alla sceneggiatura in
corso; se siamo a caccia di talenti, o vogliamo
creare predisposizioni, è più utile
limitarci a prendere atto di ciò che nostro
figlio ci mostra…
Facciamo silenzio:
come tutte le prede, anche il talento, se
allertato o disturbato dal rumore, fugge!
Lasciamo che nostro figlio si esprima: nel
pianto, nel gioco, nell’interazione con gli
altri… ed evitiamo quanto più possibile
di interromperlo, di parlare al suo posto,
di dargli suggerimenti non richiesti, di frustrare
i suoi desideri senza offrirgli alternative
simili realizzabili.
E cerchiamo di fare attenzione anche al
linguaggio non verbale, poiché spesso la
mimica facciale comunica più delle parole.
Alleniamolo alle scelte:
in qualità di genitore abbiamo l’onere (e
l’onore) di guidare nostro figlio lungo il percorso
di crescita. Guidare significa dare
regole, trasmettere valori, stabilire routine,
elargire cure e manifestazioni d’amore in
linea con le nostre peculiarità e il nostro
stile genitoriale.
Ma, nella caccia al talento e nello sviluppo
del potenziale, un alleato imprescindibile è
l’allenamento alla scelta; se la scelta che
chiedi al bambino di compiere è compatibile
con la sua età, con le sue possibilità e
con le risorse (emotive e cognitive) che ha
a disposizione, egli diverrà in poco tempo
“abile ad esperire”, ovvero desideroso di
cimentarsi in situazioni che, essendo alla
sua portata, potranno dargli soddisfazione
e gettare le basi della sua autostima.
continua nella pagina successiva W
PAGINA
10
“Esiste una sola scuola: quella del talento”
segue dalla pagina precedente
di Alessandra Testa
giornalista, direttrice responsabile Genitori
BAMBINI E GENITORI
Non solo! Maggiore sarà il numero delle
scelte-esperienze che tuo figlio compirà,
maggiori saranno le tue osservazioni, le
possibilità che i talenti riescano ad emergere,
o che le potenzialità si sviluppino.
Rendiamolo autonomo:
se la scelta e l’esperienza sono il terreno
fertile per il manifestarsi di talenti o per
plasmare le inclinazioni, l’autonomia ha
a che fare con l’esercizio a fare: tentativi
costanti che, se svolti in maniera efficace,
divengono capacità.
Forse lo avrai notato, il modo migliore per
impedire ai bambini di sviluppare i propri
talenti è quello di evitargli ogni ostacolo
da superare. Come scrive Maria Montessori:
“L’adulto deve dare e fare quel tanto
che è necessario affinché il bambino
possa utilmente agire da solo: se fa meno
del necessario, il bambino non può agire
utilmente; se l’adulto fa più del necessario,
e perciò si impone o si sostituisce al
bambino, spegne i suoi impulsi fattivi”.
collegati
per curiosare
sulle novità
quotidiane
Evitiamo interpretazioni:
le interpretazioni adulte sulla presunta
personalità dei figli nascondono la loro
indole e i loro potenziali talenti; se poi “il
gioco” ad interpretare le azioni, il sentire e
il pensare dei bambini diviene un copione
generalizzato ad ogni situazione, può tramutarsi
in pericoloso etichettamento; e le
etichette sono come vestiti di parole monocolore
inchiodate addosso: “troppo introverso”,
“troppo fragile”, “troppo ribelle”.
Se i figli appaiono monocolore, i talenti e
le potenzialità, molto più simili a sfumature,
giocheranno a nascondino e si faranno
beffa di te.
Accettiamo il fallimento:
se siamo disposti a far vivere a nostro figlio
l’esperienza del quotidiano, facendolo
sentire supportato, ma allo stesso tempo
libero di esprimersi e di affrontare le sfide
che la vita gli propone, potrà capitare che
cada e si faccia male, che sbagli, che fallisca,
che perda alcune battaglie.
D’altra parte, chi non gioca non perde, ma
nemmeno corre il rischio di vincere.
Come siamo soliti reagire quando nostro
figlio fallisce, quando non fa del suo meglio,
o quando teme la competizione con
qualcuno più bravo di lui?
La parola magica è accettazione.
Accettare è diverso da consolare
o rassicurare: maggiore
sarà la nostra capacità
di vivere quelle
situazioni come necessarie
ed utili opportunità,
più facilmente nostro
figlio percepirà il
fallimento, la perdita, o
la mancata soddisfazione,
come un pugno
preso, ma non come il
ko definitivo. E imparerà
da quelle esperienze che
è proprio grazie a quei pugni
presi che affronterà i ring
delle nuove sfide molto più forte
di prima.
«Lo sport è innanzitutto un gioco, un divertimento
con valenza relazionale e di
sviluppo della personalità - afferma lo
psichiatra e sociologo -. Ben venga lo
sport, ma senza padri e madri urlanti in
tribuna come se in campo ci fossero dei
grandi campioni.
Sono pochi, meno del 3%, coloro che diventano
professionisti. I genitori si diano
una calmata e, dopo averli accompagnati
all’allenamento, lascino i figli il più possibile
da soli a viversi un’esperienza e a
conquistare l’autonomia».
È meglio quindi non
limitare la frequenza di corsi, sport e altre
esperienze di socializzazione ai nostri
figli?
«Sì, basta con bambini e adolescenti imbambolati
davanti a uno schermo.
La pandemia ha esasperato i disagi già
esistenti e i ragazzi hanno il sacrosanto
diritto di riprendersi i propri spazi e di
confrontarsi serenamente con i propri
pari».
E la tecnologia che tanto
ci ha aiutato a restare in contatto durante
i mesi più duri dell’emergenza sanitaria
che ruolo avrà?
La parola ai Genitori
Y
Oggi parliamo di...
Approfondimenti
Salute e risposte
“
Divertirsi e relazionarsi: ecco
LA GIUSTA ATTITUDINE ”
iTempo Lettura > 3 min.
«Per i più piccoli, e almeno fino alla scuola
primaria, ritengo che l’utilizzo della tecnologia
non sia né urgente né necessario.
Penso sia molto più urgente far ritornare i
bambini alla loro sensorialità collettiva e,
dunque, alla pratica del gioco.
Giocare e sperimentare usando i sensi
non è passato di moda perché siamo nel
2021, anzi resta fondamentale.
Abbiamo avuto così tanto tempo per utilizzare
le tecnologie che ora è arrivato
il momento di disintossicarsi un po’ e di
compensare l’abuso del virtuale dei mesi
passati, riabilitando i più giovani alla loro
vita fatta di relazioni e stimoli percettivi,
emotivi e sensoriali».
Tecnologia ridotta
al minimo anche sul piano didattico?
«A livello didattico, l’insegnante deve
fare l’insegnante; non il venditore di tecnologie.
Non capisco questa corsa alla
pratica della tecnologia in classe e, sinceramente,
sono molto preoccupato della
declinazione ipertecnologica che sta
assumendo l’educazione.
Non sono certo un anti-tecnologico, ma
credo vada usato il buon senso e ridotto
l’utilizzo di tablet e telefonini che non favoriscono
certo l’apprendimento».
Paolo Crepet ci sprona
a pensare alle attività
extrascolastiche dei
nostri figli come ad «un
gioco, un divertimento
con valenza relazionale
e di sviluppo della loro
personalità».
Che cosa è auspicabile
aspettarsi da questo terzo anno scolastico
in epoca pandemica?
«Che sia un anno affrontato con intelligenza.
Si deve avere il coraggio di mettere
da parte le polemiche e di sforzarsi
per restituire appieno a bambini e ragazzi
il percorso di educazione, formazione
e crescita di cui hanno necessità.
NE HANNO BISOGNO
I BAMBINI E GLI
ADOLESCENTI E
NE HANNO BISOGNO
I GENITORI, CHE
DEVONO RIPRENDERE
LA ROUTINE
LAVORATIVA...
Una volta risolto il problema a monte,
con l’obbligo di green pass per tutto il
personale scolastico e l’invito alla vaccinazione
per gli over 12, non vi è più
alcun motivo per imporre limitazioni alle
attività scolastiche ed extracurriculari».
In conclusione?
«Mi auguro che la scuola torni ad essere
una casa gioiosa in cui anche le regole
siano vissute come un gioco.
La mascherina? Che diventi un’opportunità
per imparare a rispettare il prossimo.
Le finestre spalancate? Che siano un
ponte con il mondo esterno e un orizzonte
di libertà e abbattimento dei confini».
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12
di Alessandra Testa
giornalista, direttrice responsabile Genitori
Chi è mio figlio? Questa è una domanda
che si pongono tutti i genitori, ma
soprattutto noi mamme e papà di bimbi
autistici. Fin dai primi esordi del disturbo,
nostro figlio non è come gli altri bambini
coetanei, non è proprio come ce lo immaginavamo.
Linguaggio assente, interessi
ristretti e ripetitivi, scarso contatto
sociale.
Per molti di noi,
il primo e grandissimo dilemma è l’assenza
del linguaggio, che purtroppo nei
casi più severi continua a latitare per
di Francesca Delmonte
vicepresidente
“Comitato Autismo 365 APS”
Contatti: www.autismo365.it
comitato@autismo365.it
Aspirazioni e inclusione:
un’assonanza importante per tutti i bambini, che diventa
fondamentale e imprescindibile per quelli autistici.
sempre. In queste situazioni, diventa difficile
comprendere i desideri del proprio
bambino, che spesso si riducono alla
necessità di decifrare e non sottovalutare
i suoi bisogni primari: ho fame, sono
stanco, sento dolore.
Per molti di noi, nostro figlio è un piccolo
mistero, una persona che non si comprende
mai completamente.
Spesso non capiamo da dove abbiano
origine certe reazioni del nostro bambino,
sulle quali possiamo fare solo delle
ipotesi.
continua nella pagina successiva W
«Ciascuno hai i suoi talenti, c’è chi li moltiplica,
chi li fa rendere e chi li sotterra
per paura del padrone – sottolinea –. Il
compito del genitore è quello di osservare,
riconoscere libertà di espressione e
incoraggiare, senza mai forzare, le predisposizioni
dei propri figli».
Come si fa a riconoscere
e valorizzare i talenti dei nostri figli?
«Ogni genitore deve guardare ai propri
figli con lo sguardo libero, incondizionato.
È assolutamente sconsigliato cercare
in loro quel talento che non si è riusciti
a realizzare o che si è sempre sognato
di avere. Non siamo rabdomanti con l’arte
di scoprire tesori nascosti: il ruolo di
un educatore è osservare, incoraggiare
e stimolare le tendenze, le risorse e le
caratteristiche che il bambino esprime
spontaneamente attraverso il gioco, il
corpo e la mente».
C’è un segreto
per non investire i ragazzi con le nostre
aspettative? «Il segreto, forse, è tornare
indietro nel tempo, pensando a come, e
a se, i talenti che si avevano da piccoli
sono stati riconosciuti e compresi. Perché
se si trasforma una predisposizione
in un dovere, questa diventa schiavitù. Si
deve anche evitare di spronare i ragazzi
ad una malsana competizione. Il mito del
La parola ai Genitori
Y
Oggi parliamo di...
Approfondimenti
Salute e risposte
“
Lasciamo i nostri figli liberi di
ESPRIMERE I TALENTI ”
iTempo Lettura > 3 min.
vincitore racchiude spesso la delusione,
una sconfitta a cui i ragazzi di oggi spesso
non sono abituati».
Il virtuale è parte
della vita contemporanea. Cosa pensa
delle proposte extra-scolastiche multimediali
per gli under 14? «Come ho fatto
notare al ministro dell’Istruzione Patrizio
Bianchi, il virtuale deve diventare virtuoso
grazie a insegnanti ed educatori competenti.
A scuola si dovrebbe introdurre una
nuova materia: l’educazione al virtuale,
magari coinvolgendo il personale della
polizia postale.
Servono laboratori interdisciplinari, dentro
e fuori gli istituti, perché oggi tutto,
dalla matematica alla storia dell’arte, può
essere approfondito e arricchito grazie
alla tecnologia. Capire come usare
al meglio il virtuale è un antidoto contro
l’isolamento disfunzionale dei ragazzi e
contro la grande dipendenza da schermi
che questa pandemia ha esasperato e di
cui, però, si possono raccogliere i frutti
positivi».
Come?
«Servono poche regole e chiare. Soprattutto
per gli adulti, che devono poter
selezionare i materiali e la durata giusta
dell’esposizione al virtuale. Purtroppo
La psicoterapeuta
Maria Rita Parsi cita
la parabola dei talenti
del Vangelo di Matteo
per darci qualche
consiglio su come
riconoscere e valorizzare
le inclinazioni dei
nostri bambini.
il parental control esiste ma è davvero
poco utilizzato dalle famiglie».
A proposito di scuola:
cosa possiamo aspettarci da quest’anno
scolastico? «Grazie al vaccino per gli
adolescenti e al green pass obbligatorio
per il personale, spero sia finalmente un
anno in presenza per tutti.
ASCOLTO,
PREVENZIONE
E FORMAZIONE
DEVONO ESSERE
LE PAROLE
D’ORDINE
E che vi siano a disposizione di ogni
scuola presidi psicologici, medico-sanitari
in grado di fungere da ponte fra il
disagio che si è vissuto negli ultimi due
anni e la costruzione di una nuova normalità.
Oltre al vaccino che è indispensabile
come lo fu per sconfiggere la
polio, serve un vaccino sociale, una rete
di sostegno affinché nessuna famiglia si
senta più sola».
Sono ripartite anche
le attività extra-scolastiche che, rappresentano
un sostegno indispensabile
per le famiglie. Come influiscono nella
crescita dei nostri figli? «Lasciano un
seme. Sono esperienze decisive, che
andrebbero svolte soprattutto all’interno
delle scuole, che devono restare aperte
ovunque. Dalla mattina alla sera. Sport
e laboratori artistici sono fondamentali
non solo per accrescere le competenze
e stimolare corpo e curiosità, ma anche
in quanto luoghi di socializzazione e prevenzione
di eventuali disagi individuali e
familiari».
PAGINA
14
Aspirazioni e inclusione
segue dalla pagina precedente
di Alessandra Testa
giornalista, direttrice responsabile Genitori
In altri casi
quando i nostri bambini parlano e comunicano,
il nostro lavoro è spesso
allontanare nostro figlio dalle sue passioni
(spesso ossessioni) e dirottarlo
su interessi più vari e meno ristretti, a
volte, purtroppo, dobbiamo letteralmente
salvarli dalle loro stesse inclinazioni,
quando queste diventano totalizzanti o
esclusive.
Il tempo extrascolastico dei nostri bambini
è dedicato quasi unicamente ad
interventi educativi cognitivo-comportamentali,
e poco spazio resta per attività
ludiche.
Non ultimo
la totale esclusione per i nostri figli autistici
dalla stra grande maggioranza degli
sport, troppo strutturati o con regole a
volte difficili da comprendere, a meno di
essere seguiti individualmente da un
educatore.
Aggiungo che, spesso, bambini che sarebbero
in grado di unirsi ad un gruppo
sportivo, alla notizia della loro diagnosi
sono allontanati per il timore di reazioni
aggressive e incontrollabili: troppo spesso
la assoluta ignoranza del disturbo,
crea situazioni penalizzanti e di emarginazione.
Il nostro Comitato
lavora molto su questo aspetto creando
percorsi sportivi (l’ultimo realizzato
è un progetto di Judo) per permettere
anche ai nostri figli di sviluppare interessi
“normali” e in linea con quelli dei loro
coetanei. Proprio aspirare ad una sana
normalità è quello a cui tendiamo noi genitori
di bimbi autistici, questo è ciò che
desideriamo.
Al contrario di altri genitori che aspirano
spesso all’eccellenza per i propri figli,
noi miriamo alla loro felicità, all’inclusione
in una società che li allontana
senza conoscerli, che per
paura li emargina.
Appena uscito con il libro Vietato ai minori
di 14 anni (De Agostini), Pellai è protagonista
del progetto con cui Erickson e il
Coro dell’Antoniano hanno salutato l’inizio
delle lezioni: «Una canzone e un libro -
precisa - intitolati proprio Sta passando
la tempesta. Per fortuna gli under 12 hanno
avuto garantita la scuola in presenza
anche l’anno scorso, ma ora vaccino e
green pass rendono tutto ancora più sicuro».
Che ruolo hanno
le attività extrascolastiche nella crescita?
«Di fatto sono una palestra alla vita, in cui
il bambino è un apprendista. Un tempo
di rifinitura delle competenze e non uno
spazio in cui, fra social e video, si cerca
di compiacere il pubblico dei propri follower».
BAMBINI E GENITORI
collegati
per curiosare
sulle novità
quotidiane
Diventa allora
necessaria una giusta educazione al virtuale...
Cosa può fare la scuola?
«La tecnologia durante la pandemia è
stata uno straordinario strumento per
rimanere connessi. Un uso troppo prolungato
rischia, però, di diventare una
dipendenza. La scuola, dove già l’uso
della tecnologia sta diventando un indispensabile
strumento di insegnamento
e apprendimento integrato, deve puntare
sull’educazione digitale, fornendo
competenze al gruppo classe in modo
La parola ai Genitori
Y
Oggi parliamo di...
Approfondimenti
Salute e risposte
“
Non puntiamo alle performance,
MA ALLE PASSIONI ”
iTempo Lettura > 3 min.
che appena qualcuno supera i limiti è
lo stesso gruppo classe ad intervenire».
Fra le tante attività
extrascolastiche, come scegliere quelle
giuste? «Ai bambini serve esercitarsi su
aree diverse. Suggerisco di seguire la
traccia fornita dallo psicologo statunitense
Howard Gardner con la teoria delle intelligenze
multiple. C’è l’intelligenza delle
parole, l’intelligenza logico-matematica,
quella dell’arte, della musica e ancora
l’intelligenza del corpo, delle relazioni,
della conoscenza personale e l’intelligenza
della natura e l’intelligenza della spiritualità.
I genitori devono porsi la seguente domanda:
“Mio figlio sta lavorando su queste
nove aree?” Perché è proprio attraverso
l’esperienza di ognuna di esse che
si individuano le attitudini di un ragazzo».
Qual è l’errore
che noi genitori non dovremmo commettere?
«Cadere nella logica agonistica-competitiva.
Spesso quando ci si
accorge che il proprio figlio è particolarmente
portato per qualcosa, quel qualcosa
diventa tutto.
Un tutto da spremere come un limone.
La dimensione performativa va assolutamente
evitata almeno fino ai 12/13 anni
Il medico e
psicoterapeuta dell’età
evolutiva Alberto Pellai,
sprona le famiglie a
lasciar vivere i propri
figli ogni forma di
socializzazione con
tranquillità.
di età. Lo sforzo che chiediamo, soprattutto
nelle aree extrascolastiche, non
dovrebbe mai diventare competitivo.
Deve restare una passione del bambino
e l’aspettativa dell’adulto non deve trasformarsi
in una trappola secondo cui il
talento diventa un qualcosa su cui è richiesto
di produrre un risultato».
AL BAMBINO VA
LASCIATA LA LIBERTÀ
DI NON DOVER
DIMOSTRARE NIENTE,
DI SBAGLIARE E
IMPARARE DAI
PROPRI ERRORI E
DALLA SCONFITTA
Si riferisce alla
pressione che, a volte, può generare un
genitore a bordo campo? «Sì, un genitore
deve stare di lato e godersi il fatto
che il bambino stia partecipando ad una
esperienza per lui appagante e per la
quale si sta esercitando e mettendosi
alla prova. Guai a trasmettergli un’aspettativa
o l’idea che deve impegnarsi per
diventare un futuro campione».
Un genitore appassionato
che accompagna il figlio agli allenamenti
o a seguire altre attività è,
però, fondamentale per lo svolgimento
concreto dell’attività stessa...
«Certamente. Ma la giusta via è saper
accompagnare, tenendolo per mano, il
proprio figlio, ma poi affidarlo agli educatori.
È necessario evitare di creare ansie da
prestazione e la conseguente delusione
di non aver accontentato chi invece ti
deve proteggere».
PAGINA
16
ANTONELLA GAZZELLONE
medico criminologo, pedagogista clinico,
giudice tribunale minorile
Contatti: tel. 393.702.06.29
antonellagazzellone@gmail.com
Quando un figlio nasce e cresce è molto
difficile essere consapevoli di quello che
è nostro (aspettative, speranze, sogni,
desideri, proiezioni) e quello che invece
è suo e che è rappresentato dal suo
bagaglio personale, fatto delle sue reali
inclinazioni e dai suoi talenti autentici.
Il più grande regalo
che possiamo fare ai nostri figli è accompagnarli,
per dirla con Jung, padre della
psicoterapia analitica, alla scoperta del
loro Sé più autentico.
di Miriam Baraccani - Giorgia Mignani
psicologa e psicoterapeuta - dottoressa in psicologia e arteterapeuta
Rossana Ventura - Alessandra Villa - Erica Gelsi
neuropsichiatra infantile - educatrice ed arteterapeuta - logopedista
Contatti: tel. 349.685.60.45 - spazionostos@gmail.com
Farli scegliere
secondo le proprie inclinazioni… siamo capaci noi genitori
di riconoscere e rispettare i talenti propri dei nostri figli?
Cosa significa questo? Significa che per
conoscere davvero un figlio, è necessario
partire dal rispetto della sua individualità.
Quante volte,
per lo più inconsciamente, spingiamo i
nostri figli verso attività, verso sport, giochi
scelti da noi e quindi ritenuti adeguati,
idonei per lui piuttosto che lasciarlo
scegliere? Il lasciarlo scegliere non sempre
è semplice perché richiede il rispetto
dei suoi tempi, capacità di ascolto e os-
“I figli sono come aquiloni;
Insegnerai a volare,
ma non voleranno il tuo volo;
Insegnerai a sognare,
ma non sogneranno il tuo sogno;
Insegnerai a vivere,
ma non vivranno la tua vita;
Ma in ogni volo, in ogni sogno,
in ogni vita, rimarrà per sempre
l’impronta dell’insegnamento ricevuto.
Madre Teresa di Calcutta
La scuola è iniziata già da un po’ e ogni
mattina la campanella suona. Piccole
folle di bambini e ragazzi disegnano un
fiume composto che si avvia verso il portone
d’ingresso, seguendo le indicazioni
colorate dei percorsi anti-assembramento.
Il portone si chiude
ma all’esterno qualche macchia di colore
ancora rimane; sono le mamme che,
in attesa di avviarsi al bar per un caffè
commentano i fatti, o meglio i misfatti, accaduti
il giorno prima in classe; una nota
disciplinare, una convocazione dal coordinatore
di classe, una lite tra ragazzi.
Ed ecco puntuale sopraggiungere la fatidica
frase: “Mio figlio non avrebbe mai
fatto una cosa simile!”. Ma a noi che passiamo
distrattamente ascoltando, sorge
continua nella pagina successiva W
La parola ai Genitori
Y
Oggi parliamo di...
Approfondimenti
Salute e risposte
“
Nostro figlio,
ISTRUZIONI DI VOLO ”
iTempo Lettura > 3 min.
un dubbio altrettanto ferale: come fa quel
genitore ad affermare con assoluta convinzione
di conoscere il proprio figli; e
noi, potremmo dire altrettanto del nostro?
La risposta, come in
tutte le cose sta nel mezzo, in equilibrio,
o in bilico tra le nostre personali convinzioni,
frutto del nostro bagaglio di vita di
genitori, di figli, di persone, e l’oggettività
che si conquista grazie alla fiducia.
Fiducia in se stessi, come genitori, nelle
proprie capacità di osservazione di ciò
che accade in famiglia, e negli altri.
Gli altri sono
tutte le figure di riferimento adulte a cui
vengono affidati i bambini e i ragazzi ogni
giorno, e dai quali abbiamo il compito di
acquisire tutti gli elementi, preziosi che
quotidianamente ci vengono offerti e restituiti
proprio in cambio della fiducia che
noi accordiamo loro. Sono gli insegnanti,
gli allenatori, i genitori dei compagni e
degli amici, con cui i ragazzi trascorrono
ore importanti della giornata, spese ad
apprendere in socialità non solo le nozioni
codificate dalla scuola, ma anche e
soprattutto il sommerso, il non codificato,
lo stare insieme attraverso la convivialità
È possibile
preparare con equilibrio
e consapevolezza
i propri figli per
accompagnarli
nella loro vita a
“spiccare il volo”?
semplice di ogni giorno, ricca di dettagli
importanti, di cui il primo e non trascurabile
è l’autonomia e l’emancipazione
da casa. Sono persone che condividono
frammenti di vita con i nostri figli quando
sono lontani da noi.
UN GENITORE
DEVE OFFRIRE
LA POSSIBILITÀ
DI ESPLORARE IL
MONDO ATTRAVERSO
NUOVE ESPERIENZE
E TRAMITE L’USO
DI TUTTI I CANALI
COMUNICATIVI
Per questo è importante assecondare i
bambini e i ragazzi nella scelta di uno
sport o di una attività extrascolastica,
quali lo studio della musica o di una disciplina
artistica (la recitazione, il disegno),
purche’ si riesca a percepire a fondo
l’autenticità della richiesta che deve
essere motivata sulla base di un sincero
desiderio esplorativo ed espressivo.
Perché il compito
del genitore è sempre anche quello di
saper comporre un limite educativo dinanzi
ai tentativi esplorativi del figlio,
senza il quale il ragazzo potrebbe sentirsi
perso e senza guida. Il risultato ottenuto
sarebbe solo un girovagare infinito
alla ricerca dell’attività perfetta che naturalmente
non esiste, e la condanna all’insoddisfazione
per mamma, papà e figlio.
La funzione del genitore deve essere
l’accompagnare con la delicatezza di un
filo di seta tutti i colori dell’aquilone, lasciandolo
libero di volare nel cielo, stretto
a distanza alla mano sicura di mamma
e papà.
PAGINA
18
Farli
scegliere...
segue dalla pagina precedente
servazione. Lasciare libero un bambino
di essere non significa non dare regole
che sono, invece, fondamentali per una
crescita sana.
E’ importante ricordarsi
che queste funzionano quando sono poche,
chiare, rivolte al positivo (ad esempio,
è più utile dire “usiamo parole gentili”
piuttosto che “non usare queste brutte
parole”) e soprattutto è importante che
siano condivise tra i due genitori.
Significa instaurare con lui una comunicazione
efficace che lo accompagnerà
anche allo sviluppo di empatia (riuscire
a mettersi nei panni degli altri senza
confondersi) attraverso l’ascolto dei suoi
racconti, attraverso il sostegno nel riconoscere
le emozioni che prova, senza
giudicare (ad esempio dirgli che arrabbiarsi
è sbagliato!).
Spesso, presi da tutti gli impegni che
scandiscono il nostro quotidiano, dimentichiamo
due elementi molto importanti
nel rapporto con i nostri figli: l’ascolto attivo
e l’utilizzo dello sguardo, per questo
è sempre utile farsi raccontare le cose
solo quando davvero abbiamo il tempo
per fermarci, fare domande, incentivare
la riflessione, stimolare il pensiero critico.
Lo sguardo è
fondamentale, sin dalla nascita: restituisce
al bambino un contenimento, gli restituisce
spessore e una forma psichica
fondamentale ponendo le basi per quella
individualità che gli consentirà davvero
di realizzare sé stesso nel modo più
autentico possibile.
di Matilde Poluzzi
pedagogista
Contatti: info@ritmodanza.net
Una domanda semplice, ma poco scontata,
a cui numerose volte abbiamo cercato
invano di rispondere, fino all’età
adulta. Immergendosi nel ruolo di genitori,
diverse sono le scelte da compiere per
il percorso di crescita del proprio figlio:
cosa farà da grande? Se non fosse portato
per lo studio? In cosa riesce al meglio?
Assecondarlo o seguire una strada più
giusta secondo la mia opinione?
Diventando genitori
è molto frequente rivedere se stessi bambini
nei propri figli, con la possibilità di incombere
nell’errore di paragonare il proprio
percorso di crescita e le esperienze
fatte negli anni a quelle del bambino. Bisogna
invece diventare attenti osservatori
del proprio bambino, evitando confronti
con se stessi o con altre famiglie: “cosa
gli piace fare?”. E’ questa la domanda a
cui dovremmo cercare di rispondere, mostrando
alte aspettative nei loro confronti.
E’ bene sottolineare che è molto importante
tenere a mente la sottile differenza
tra l’avere alte aspettative e l’avanzare
delle pretese.
BAMBINI E GENITORI
collegati
per curiosare
sulle novità
quotidiane
Aspettative esagerate rispetto alla sua
età e alle sue capacità, rischiano di ostacolare
la sua crescita psicologica, non
facendolo sentire in grado di superare le
piccole sfide del quotidiano.
La parola ai Genitori
Y
Oggi parliamo di...
Approfondimenti
Salute e risposte
Cosa faranno i nostri
FIGLI DA GRANDI?
iTempo Lettura > 3 min.
E allora, come riuscire a riconoscere “la
strada giusta” per il proprio bambino?
Il complicato ruolo di genitore richiede
di essere una guida e un punto di riferimento:
supportarlo nelle scelte della
vita quotidiana, ascoltarlo, assecondarlo
e stimolarlo. Il rapporto genitore-figlio
si dovrebbe fondare su ascolto attivo, e
soprattutto bi-direzionale: prestare attenzione
ai desideri e ai bisogni del proprio
figlio è un fattore di grande influenza sul
suo sviluppo psicologico ed emotivo.
Essere consapevole di avere alle spalle
un “porto sicuro” dove poter essere libero
di esprimersi e confrontarsi, rafforza la
sua autostima e accresce la fiducia nel
suo caregiver.
Ascoltando i suoi
desideri e assecondandolo, lo si lascia libero
di sperimentare in svariati ambiti: relazionale,
educativo e sociale. Sperimentando,
il bambino imparerà a conoscere
se stesso e l’ambiente circostante, in una
prima fase limitato a quello familiare e poi
man mano allargato alla scuola e alle attività
ricreative.
Arriva infatti il momento in cui i genitori devono
compiere il difficile atto di “lasciare
andare” il proprio figlio, dandogli la possibilità
di avventurarsi all’esterno. Si potrebbe
paragonare la relazione bambino-
Quante volte da
bambini ci è stata posta
la fatidica domanda
“cosa vuoi fare da
grande?”
caregiver alla nave che lascia il porto:
si avventura in mare aperto, sapendo
di poter rientrare al porto ogni qualvolta
che lo desidera, ancorandosi durante la
burrasca.
LE ESPERIENZE
EDUCATIVE
EXTRASCOLASTICHE
CONTRIBUISCONO
ALLO SVILUPPO
DELL’AUTONOMIA
DEL BAMBINO
Tra nuove amicizie e nuove guide nel suo
percorso di crescita: specialmente in
ambito sportivo, infatti, la relazione con il
coach lo aiuta a conoscere e sviluppare
al meglio le sue abilità, scoprendo inclinazioni
e talenti.
Quindi, come rispondere
alla fatidica domanda “noi genitori conosciamo
davvero i nostri figli?”: una risposta
corretta e adatta a ogni soluzione
sicuramente non esiste.
E’ bene lasciare ai bambini il giusto spazio
e il giusto tempo, senza fare paragoni
con altre realtà: lasciar fare, accompagnandoli
e sostenendoli nelle loro scelte,
accettandone le sconfitte e gli errori in
cui inciamperanno, certi che sono e saranno
sempre parte integrante del loro
percorso di crescita emotiva, intellettuale
e sociale.
Con questo costante
sostegno alle loro spalle saranno in grado
di affrontare al meglio continue nuove
esperienze, fonte di stimolo per lo sviluppo
delle loro inclinazioni e talenti.
PAGINA
20
di Naomi Polselli
fisioterapista
Sollecitare una riflessione dei nostri figli
su questo tema ha una profonda valenza
educativa in quanto stimola l’uso del
pensiero critico che, nel bambino, varia
a seconda dell’età: le reazioni, le risposte
e i feedback cambiano e si evolvono
durante la crescita.
Da genitori attenti
cerchiamo di fornire ai nostri figli, sin da
piccoli, un ambiente ricco di stimoli e di
possibilità.
di Mariangela Iorio
psicologa- PhD in neuropsicologia
Desideri e aspettative
“Cosa desideri fare da grande?” I bambini fantasticano
dicendo: l’astronauta, il cantante, la maestra o... l’influencer?
L’ansia genitoriale spesso ci spinge a
riempire le loro agende di molteplici attività
e, in questo modo, i bambini si ritrovano
ad avere la settimana piena di
impegni, tra sport e corsi di musica. Crescendo
i figli possono diventare l’estensione
dei desideri degli adulti.
Ma cos’è il desiderio? E’ qualcosa di rivoluzionario,
è una spinta vitale che fa
crescere la motivazione e l’apprendimento
dei nostri figli.
Il desiderio è mancanza, si desidera solo
quello che non si ha. Riempire il bambini
di giocattoli o di cose che non hanno desiderato,
di cui non hanno sentito la mancanza
potrebbe soffocare i loro desideri.
Cosa possiamo
fare noi genitori? Per crescere un bambino
consapevole dei propri desideri è
necessario prima di tutto ascoltarlo,
cercare di capire quali sono le sue reali
aspirazioni.
“Assicura un adeguato sviluppo dell’apparato
scheletrico e muscolare, regola il
metabolismo, favorisce la socializzazione......
e, se praticato nel modo corretto, è
un’attività molto piacevole e divertente per
i bambini e per i ragazzi” parola di Armando
Calzolari, responsabile Unità operativa
complessa di Medicina Cardiorespiratoria
e dello Sport - Dipartimento di Medicina
Pediatrica - dell’Ospedale Bambino Gesù
di Roma, uno degli ospedali di riferimento
a livello internazionale per l’assistenza e la
ricerca in campo pediatrico.
Sin da piccoli,
i nostri figli conducono una vita sedentaria
e fare sport permette di acquisire un bagaglio
di esperienze motorie che sarà prezioso
per tutta la vita. Infatti da grande sarà
molto più avvantaggiato rispetto a chi non
ha mai praticato attività fisica, perché ha
strutturato una muscolatura migliore e ha
“sperimentato” e formato il proprio corpo
in un’età in cui si sviluppano le cosiddette
capacità coordinative, come l’equilibrio e
l’orientamento, e le capacità condizionali,
ossia la forza, la resistenza e la velocità.
Qual è il risultato? Se anche interromperà
per alcuni anni la pratica sportiva, il suo
corpo conserverà memoria dei benefici
acquisiti da piccolo e quando, da adulto,
vorrà riprendere a fare sport o vorrà intra-
continua nella pagina successiva W
La parola ai Genitori
Oggi parliamo di...
Y
Approfondimenti
Salute e risposte
Lo sport aiuta a tirare fuori
IL MEGLIO DI LORO !
iTempo Lettura > 3 min.
prendere uno sport nuovo, avrà già le basi
giuste per ripartire alla grande.
Di solito i genitori cominciano a far praticare
sport ai propri figli intorno ai tre-sei anni.
Vero è però che in questa fascia d’età non
c’è molta differenza tra i vari sport, perché
in tutti i casi l’approccio è ludico e non si
entra nello specifico della disciplina sportiva.
Fino ai sei anni infatti non si può parlare di
sport vero e proprio, ma più di esperienza
del proprio corpo, in un’età in cui l’individuo
è assai ricettivo ad imparare cose nuove.
Solo con il passare
degli anni il bambino attraverso la pratica
sportiva avrà la possibilità di sviluppare
gradualmente le varie capacità fino all’adolescenza,
quando certe potenzialità
potranno essere perfezionate con l’allenamento
e in base al proprio talento individuale
(ci sarà chi è più portato verso
l’equilibrio, chi verso l’orientamento, chi
verso la velocità ecc.). Dopo i sei anni si
assiste a un progressivo sviluppo sia del
fisico che della capacità di coordinazione
dei movimenti, che consente l’approccio a
nuove discipline sportive, come per esempio
l’atletica leggera o il basket.
Regola di base tuttavia deve continuare ad
essere la stessa: l’attività deve consentire
lo sviluppo armonico di tutto il corpo. Non
Praticare sport
in età pediatrica
presenta tanti benefici
e aspetti positivi...
ha senso accompagnare i figli al corso e
poi lasciarli lì come a un parcheggio per
approfittarne a sbrigare le proprie faccende.
VERIFICHIAMO CHE
IL BAMBINO ABBIA
LA POSSIBILITÀ
DI DIVERTIRSI E
DI FARE DAVVERO
SPORT
A qualunque età si incominci a fare sport,
la figura dell’istruttore è un punto di riferimento
importante per il bambino. Fino ai
sei anni il piccolo atleta non ha bisogno
di un semplice insegnante, che impartisca
delle nozioni tecniche, ma di una sorta di
“baby-sitter tecnico” che sappia entrare in
empatia con lui, sappia ascoltarlo e riesca
a farsi ascoltare.
Ma anche dopo
i sei anni, l’istruttore continua a ricoprire
un ruolo determinante - a lui spetta il compito
di motivare il suo allievo, sostenerlo
durante l’allenamento, ma anche interrompere,
se è il caso, la lezione per fermarsi
a parlare con lui e capire quali difficoltà
si possono nascondere dietro eventuali insuccessi.
In questo modo si instaura una
relazione che va al di là del semplice rapporto
tecnico e che alla fine dà i risultati
migliori, perché il ragazzo va a fare sport
con più piacere e un po’ per volta riesce a
tirar fuori il meglio di sé.
Non solo: se si stabilisce un rapporto di
fiducia diventa anche più facile far affrontare
all’allievo i sacrifici che l’allenamento
e l’apprendimento del gesto tecnico comportano.
PAGINA
22
Desideri e aspettative
segue dalla pagina precedente
A volte basta poco: porre l’attenzione su
un disegno o su un tema in classe attraverso
il quale il bambino dà voce a un
desiderio intimo. In ogni caso va preservata
l’individualità del bambino.
E’ importante che
il genitore sappia seguire le naturali inclinazioni
del proprio figlio, valorizzandole
o, se necessario, guidandole tenendo
conto dei possibili limiti per evitare che
alcune richieste generino frustrazioni
inutili. Inoltre, evitare di organizzare
agende fitte di attività per lasciare al
bambino del tempo libero.
Tempo per giocare, per annoiarsi e per
pensare.
La noia è un stimolo
molto potente per lo sviluppo della loro
creatività e della personalità: gli permette
di sperimentare uno spazio e un
tempo che siano solo suoi e di entrare
in contatto con le proprie emozioni e desideri.
Lo sguardo dell’adulto
dovrebbe essere teso a riconoscere
quali siano i desideri reali del bambino
e quali invece siano i propri rassicurandoli
e facendo sentire loro che non
perderanno l’affetto e la stima dei propri
genitori anche se quello che faranno si
allontana dalle loro aspettative.
Lasciamo che loro si esprimano liberamente
e seguano i propri desideri e inclinazioni!
ANTONIO PEROLFI
grafologo AGI specializzato nell’età evolutiva
Contatti: tel. 320.086.11.34
antonio.perolfi@libero.it
Sono variati i giochi che il bambino utilizza,
è dipendente nel rapporto con la
televisione e la tecnologia, ha imparato
a stare più da solo e ognuno può elencare
altri diversi modi di comportamento
riscontrati.
La natura cambia
molto lentamente e l’essere umano (quello
ingenuo, perciò il bambino), di fondo,
segue questa lungaggine naturale.
Secondo me, è il genitore che ha fatto
un salto in avanti, non proporzionato alle
esigenze del figlio e, purtroppo, spesso
non ha saputo fermarsi per riflettere su
questo suo spedito comportamento da
adulto. Tralasciamo ora queste riflessioni
psicologiche e riflettiamo su come il grafologo
potrebbe essere utile ai giovani.
BAMBINI E GENITORI
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per curiosare
sulle novità
quotidiane
La scelta della scuola
di solito è il primo passo verso il lavoro e
spesso è il genitore che consiglia o impone
queste scelte; genitori titolari di un’attività
commerciale sono convinti che i figli
continueranno l’impresa di famiglia, non
pensando che, magari, vorrebbero diventare
attori o operai specializzati; pianificare
il futuro dei figli, spesso significa
tarpare loro le ali e renderli succubi.
La parola ai Genitori
Oggi parliamo di...
Y
Approfondimenti
Salute e risposte
Riconosciamo le loro inclinazioni
CON LA GRAFOLOGIA
iTempo Lettura > 3 min.
Durante la scuola superiore potrebbe
essere utile l’esame grafologico per capire
se l’indirizzo pensato dallo studente
è quello più adatto; abbiamo detto più
volte che la grafologia osserva il cervello
dell’uomo e risulta piuttosto chiaro vedere
se la persona è più portata per la matematica
rispetto ad un lavoro creativo.
Se uno studente
è dotato di buona volontà ed è capace
nello studio, riuscirà in ogni ramo che, pur
sbagliando, sceglierà; è diverso se siamo
di fronte ad un ragazzo che si impegna
per il minimo richiesto e principalmente
per lui sarebbe utile indirizzarlo oculatamente.
Come per la compatibilità fra due fidanzati,
l’analisi della scrittura offre alla persona
uno strumento che permette riflessioni
sulla propria indole e sulle scelte
della scuola, lavoro, relazioni esterne,
oggettive inclinazioni.
Ho conosciuto un
ragazzino il cui padre è un grandissimo
tifoso di calcio; ha iscritto il figlio in una
di queste categorie giovanili e dopo qualche
tempo questi ha avuto il coraggio di
dire al papà che il calcio non era la sua
passione.
C’è differenza fra un
bambino di oggi rispetto
ad uno degli anni ‘50?
A risposta secca, dico
“No”, ma aggiungo
che sono cambiati i
genitori...
Questo ragazzo, ora ha diciassette anni,
è maturo e riflessivo e ama altre forme di
evasione; mi ha fatto piacere il coraggio
di ribellarsi bonariamente all’imposizione
del genitore e tutti noi capiamo che è
stata un’azione egoistica del padre per
soddisfare una propria esigenza; se un
figlio non avesse avuto questa positiva
energia, come avrebbe subìto l’esperienza
forzata?
I RAGAZZI
VANNO AIUTATI E
SUPPORTATI PER
QUELLO CHE SONO
E NON PER QUELLO
CHE IL GENITORE
VORREBBE
DIVENTASSERO
Naturalmente, tutte le interferenze esterne
date dagli specialisti (come il grafologo)
possono ritenersi superflue a patto
di essere genitori che lasciano liberi i figli
di esprimersi attraverso i loro desideri e,
soprattutto, le proprie capacità. Se un
ragazzo è a livello 6 sarà differente da
quello a livello 9 o livello 3; tutti vanno
aiutati e supportati.
I genitori devono
allontanare l’idea di considerare il figlio
come una “cosa” propria che li riscatti
dall’eventuale passato problematico che
hanno avuto e il figlio, per la propria salvezza,
non deve soddisfare le voglie recondite
della mamma e del papà.
È arrivato in famiglia non per pagare pegno,
ma per vivere liberamente la propria
vita. Su questi argomenti, peraltro
semplici (se siamo altruisti), abbiamo il
dovere di riflettere.
PAGINA
24
MICHELA FOTI
avvocato e mediatrice familiare iscritta ad A.I.M.S.
Contatti: tel. 051.22.08.59
michelafoti@libero.it
I nostri figli...
I nostri figli sono “parte” di noi, ma è altrettanto
vero che sono profondamente “altro” da noi...
trovare insieme per i propri figli la giusta
sintesi tra i due modelli educativi provenienti
dal proprio sistema familiare di origine,
di cui ciascuno è portatore.
BAMBNI E GENITORI
“il figlio ha diritto di essere mantenuto,
educato, istruito e assistito moralmente
dai genitori, nel rispetto delle sue capacità,
delle sue inclinazioni naturali e
delle sue aspirazioni”.
Ecco ciò che
l’articolo 315bis del Codice Civile stabilisce
al primo comma.
Ma per poter comprendere quali siano
le reali capacità, inclinazioni e aspirazioni
dei propri figli, i genitori sono necessariamente
chiamati ad una costante e
attenta attività di osservazione e ascolto
attivo delle aspirazioni e progetti che li
animano.
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In quest’attività di osservazione
e ascolto il genitore
non è solo, potendo sempre
contare sull’importante
confronto con il mondo della scuola e
con tutte quelle figure di riferimento legate
alle attività extrascolastiche che
essi svolgono.
Vero è che
nel crescere la generazione successiva,
il modello che i genitori applicheranno
sarà frutto di un “doppio passaggio”: in
primo luogo, ciascun genitore ha in sé
l’esperienza di figlio e, come tale, del
modello educativo con cui è stato cresciuto.
Ciò significa che ogni genitore dovrà
pensare se riproporre (parzialmente
o totalmente) o integralmente rifuggire
quel determinato modello che in ogni
caso fungerà da esempio.
In secondo luogo, i genitori dovranno
Il rischio che
con i propri figli, i genitori cerchino di
“correggere il tiro” rispetto a possibili errori
commessi dalla generazione precedente
è assolutamente comprensibile e
sano nella misura in cui essi non finiscano
per proiettare su di loro aspirazioni un
tempo proprie e rimaste prive della giusta
soddisfazione.
Ciò è tanto più difficile
tenuto conto della comprensibile volontà
di dare il meglio ai propri figli; occorre
interrogarsi costantemente su quali significati
racchiuda la parola “meglio”, trovando
il giusto equilibrio tra l’esperienza
del genitore e il sentire dei figli, non solo
con un dialogo costante, ma imparando
anche a leggere tra le righe delle parole
non dette.
La parola ai Genitori
Oggi parliamo di...
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Approfondimenti
Salute e risposte
Destinazioni
INASPETTATE
BENEDETTA BENINI
insegnante esperta di processi di apprendimento
e psicomotricista funzionale®
Contatti: tel. 340.591.92.82
benedetta.benini@edu.unife.it
Quanto sono disponibile a entrare in relazione
con le persone e l’ambiente che mi
circondano? Sono in contatto con le mie
emozioni?
Queste domande, e le relative risposte,
rappresentano la misura di quanto conosciamo
noi stessi come genitori, educatori
ed adulti inseriti in una società e in un
ambiente di riferimento. Vi propongo una
semplice esperienza: provate a porvi le
stesse domande riguardo ai vostri figli.
Chi è lui/lei per me?
Quali sono i suoi punti di forza, quali sono
le sue fragilità? È sicuro delle sue capacità?
Quanto è disponibile a entrare in relazione
con le persone e l’ambiente che
lo circondano? È in contatto con le sue
emozioni?
Chi sono io?
Quali sono i miei punti
di forza, quali sono
le mie fragilità?
Sono sicuro delle
mie capacità?
Prendete nota delle risposte e poi rileggetele
tenendo a mente un concetto tanto
semplice quanto difficile da applicare: i
vostri figli sono altra cosa rispetto a voi
genitori.
È normale ed umano proiettare, almeno
in parte, su di essi i vostri timori e le vostre
paure, poiché tutti nella vita abbiamo
commesso errori che avremmo voluto non
aver fatto, ma è proprio il nostro vissuto,
e le sfide incontrate lungo il percorso, ad
averci plasmato e reso gli adulti che siamo
diventati.
Aiutateli a cogliere
la differenza tra passione e desiderio passeggero,
tra moda ed emulazione e vero
talento permettendo loro di sperimentare
e sperimentarsi, ma senza fare sì che
questa ricerca si trasformi in ossessione.
Date loro feedback sinceri, senza sperticarvi
in lodi immotivate nel timore di non
sostenerli abbastanza, sottolineando invece
i progressi quando sono reali e tangibili,
facendoli in questo modo sentire
efficaci. E ricordate spesso a loro il valore
dell’imparare dagli altri e l’importanza dello
studio, affinché non inseguano effimere
chimere di successo restando ad aspettare
un’occasione particolarmente fortunata
che, forse, non arriverà nemmeno.
La sfida dunque
è rappresentata dal continuare ad espletare
la funzione educativa e genitoriale
tenendo a mente che non sarà possibile
impedire ai vostri figli di divergere dal
tracciato che avevate immaginato per
loro, se sarà quello che la vita li porterà
a fare.
Al tempo stesso
è giusto da parte vostra far loro notare
i possibili rischi nonché fare del vostro
meglio per proteggerli dai pericoli, senza
però perdere di vista il fatto che le strade
alternative al percorso che vi eravate prefigurato
potrebbero portare sia voi che
loro verso nuove, inaspettate destinazioni.
PAGINA
26
(1)
(2)
ANNA MARIA CASADEI
esperta nella lettura del disegno infantile
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(3)
La loro valvola di sfogo
Invia il disegno del tuo bambino indicando il nome e l’età,
li aspetto per spiegarli su: redazione@bambiniegenitori.it
BAMBINI E GENITORI
Disegnare è, per il bambino, un momento
di rilassamento emotivo, che utilizzano
già intorno agli 11 mesi con dei piccoli
scarabocchi, poi nel giro di poco tempo
tende a preferire una mano rispetto
all’altra (in questo non va mai corretto,
ma va incoraggiato a utilizzare la mano
con cui si trova più a suo agio).
Prima dei tre anni
non ha coscienza di poter rappresentare
qualcosa: il bambino esprime nel disegno
il suo stato interiore, disegnando
cose che fanno parte della sua quotidianità,
la famiglia, ad esempio,
rappresenta le persone che
gli sono accanto; mentre la
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quotidiane
casa è il luogo in cui cresce.
L’esperienza personale, dunque, entra
nel disegno. La simbologia, presente
nei disegni dei bambini, non deve essere
presa alla lettera, ma deve essere
inserita in un’osservazione più ampia e
personalizzata.
Ecco l’interpretazione
dei disegni arrivati in redazione:
Isabella, 4 anni ha disegnato:
disegno (01) La mamma dell’autrice è vista
con estrema precisione lo sguardo è
affettivo.
disegno (02) La base è piena di fiori a
sottolineare allegria i capelli lunghi fanno
da cornice alla figura per decorare l’insieme.
disegno (03) La mamma della piccola ha
un sorriso positivo e la piccola chiede di
essere maggiormente coccolata.
Rebecca invece ha disegnato, quando
aveva 5 anni la sua mamma nel disegno
(04): l’autrice decora i capelli della mamma
con un grande fiore per sottolineare
l’affetto tra loro, determinato anche dalle
braccia allargate per accogliere.
E la ritrae ancora a 6 anni nel disegno
(05): per la piccola la mamma e la sua
regina che presenta con corona, serena
coccolosa ed elegante.
Antonio, a 7 anni invece disegna la sua
famiglia nel disegno (06): la famiglia è ben
collocata, braccia che accolgono, però il
piccolo vorrebbe stare di più con i suoi
coetanei. È evidenziato con un fiore solitario,
come si sente lui.
La parola ai Genitori
Oggi parliamo di...
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Approfondimenti
Salute e risposte
Sognare a occhi aperti tra
FANTASIA E DESIDERI
di Francesca Cristofari
mamma di Jacopo e Jari
Le fantasie
dei bambini sono
spesso popolate di
compagni immaginari,
principi, streghe
e fate...
Il sogno ad occhi aperti o la fantasia sono
la diretta traduzione senza barriere dei nostri
desideri o bisogni.
L’attività fantastica,
a differenza di quanto si possa credere, è
vitale e non dovrebbe avere un’età, perché
è fonte di creatività e di immaginazione.
Già nell’antica Grecia esisteva il rituale per
la purificazione che consisteva in un digiuno
presso le fonti sacre, nella vestizione
con vesti simboliche e finalmente nell’accesso
al luogo sacro dove si passava la
notte per sognare nel divano che veniva
chiamato “ Kline”.
La guarigione era rappresentata dal valore
autoterapico attribuito al sogno perché
si pensava contenesse le indicazioni per
il paziente. Proprio l’immaginazione dei
bambini e la loro fervida fantasia riempiono
i loro sogni ad occhi aperti. Alcuni di
loro me li hanno raccontati.
“Sogno di andare su Plutone e magari
scoprire che ci vive qualcuno; sogno anche
di poter giocare nell’Nba con il Miami
Heat insieme a L.James” Daniele 9 anni
“Mi piacerebbe diventare un mago” Matteo
9 anni
“Vorrei costruire un edificio famoso” Filippo
9 anni
“Sogno di avere capelli lunghi” Flavia 5
anni
Federico e Diego, due amici, sognano
che la loro squadra del cuore, la Lazio,
acquisti L. Messi!
Gabriele e Martina, due fratelli, sognano
di andare a Lampedusa.
“Sogno di salire su un’astronave per poter
scoprire altri pianeti” Jacopo 7 anni
“Vorrei volare come Peter Pan” Jari 4 anni
“Sogno una scuola dove ci si possa muovere
di più!” Nicolò 7 anni
E il tuo bambino,
o la tua bambina, cosa sogna?
PAGINA
28
di Cristiano Rosafio
pediatra
Questi estratti floreali sono stati definiti
“Lanterne per l’anima”. Scoperti da
Edward Bach, medico inglese molto affermato,
intorno al 1920, i fiori di Bach
riequilibrano psiche e corpo, divenendo
chiavi di apertura e di sblocco per le
nostre risorse interiori, che spesso tralasciamo,
non abbracciamo o nascondiamo.
del paziente ed agisce nell’interezza deldi
Claudia Ciarrocchi
operatore olistico
Fiori di Bach e salute
Un rimedio efficace per curare gli stati d’animo negativi
responsabili del nostro malessere interiore e fisico...
tutti i rimedi alternativi, passione che poi
sono riuscita trasformare in professione:
quella dell’Operatore Olistico.
L’operatore olistico è un facilitatore del
benessere che utilizzando diversi strumenti,
tra i quali anche i fiori, aiuta la
persona a ritrovare il proprio benessere
psicofisico.
Sono molti, infatti, se non la maggior parte,
i bambini che si ammalano: raffreddore,
influenza, tosse, otite sono tra le patologie
più ricorrenti. Sebbene 4-5 episodi
durante la stagione autunno-inverno possano
considerarsi normali, per tanti genitori
sono fonte di preoccupazione.
A volte vale,
quale rassicurazione, spiegare che è un
fenomeno naturale: il sistema immunitario
matura e attraverso il percorso della malattia
si “costruisce” allenandosi.
E accade (sempre più di frequente) che
i genitori si rivolgano al pediatra per un
aiuto: alimentazione, integratori, “immuno-fortificanti”
e multivitaminici sono i
prodotti tra i più richiesi e questa richiesta
si riflette in un’offerta commerciale e
disponibilità di prodotti assai vasta.
Mi sono avvicinata
a questa realtà vent’anni fa, con scetticismo,
ma sentivo di poter provare: al
massimo non facevano nulla! In realtà lo
stupore e la gioia sono stati grandi nello
scoprire che “si era sciolto qualcosa”.
Nasce così la mia passione per la Floriterapia,
non solo per i fiori di Bach, ma
anche per i fiori californiani, australiani e
I fiori aiutano
e sostengono le persone nei momenti
difficili, restituendo loro armonia, migliorano
aspetti di sé, sono accessibili a tutti,
compatibili con altri tipi di cure, non
hanno controindicazioni, sono sicuri e
possono essere assunti anche da persone
allergiche. I Fiori di Bach, medicina
dolce e alternativa guarda la parte sana
continua nella pagina successiva W
Come orientarsi?
Alcuni, tra questi, posseggono un concreto
consenso d’utilità clinica, vediamoli!
Vitamina D: il suo ruolo sembra fondamentale
per il corretto funzionamento del
sistema immunitario. L’integrazione viene
raccomandata al dosaggio di 400 UI nel
primo anno di vita, da proseguire, oltre,
considerando lo stile di vita, la latitudine
alla quale si vive e il fototipo.
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Salute e risposte
Zaini, astucci, penne, colori...
VITAMINE E INTEGRATORI
iTempo Lettura > 3 min.
Vitamina A e Vitamina C: caratterizzate
entrambe da un potenziale effetto antinfettivo
che sembra venire meno in stati di
carenza. Per tanto, il consiglio di un’integrazione
in caso di diete “incerte” e infezioni,
specie se respiratorie, ricorrenti,
potrebbe essere un buon consiglio.
Ribes Nigrum: pianta dalle mille virtù ha
un contenuto di vitamina C 5 volte superiore
a quello contenuto in un’arancia e
possiede un’azione antiossidante, antinfettiva
e antinfiammatoria.
Echinacea: pianta officinale, usata per
secoli per trattare raffreddore ferite e artrite,
sembra capace di supportare efficacemente
il sistema immunitario.
Utilizzabile sia in acuto sia in prevenzione
può contribuire, specie in associazione al
propoli, ad accorciare i tempi di malattia
e a ridurre il numero di episodi di malattia.
Miele e propoli: il primo dall’utilità cicatrizzante
e antitussiva, la seconda a spiccata
azione antinfiammatoria, antiossidante,
antibatterica e antivirale sono entrambi
tra i principali utili “consigli della nonna”
che la ricerca scientifica ha saputo confermare.
Non dimentichiamoci, però, che:
- una dieta varia ed equilibrata, ricca di
frutta e verdura fresca di stagione, con
un adeguato apporto di acqua, povera di
Il periodo invernale,
per molti genitori,
rappresenta una dei
periodi più impegnativi
dell’anno.
cibi industriali e di bevande zuccherate
può e deve costituire un buon punto di
partenza di qualsiasi azione di salute.
- le malattie sono “la palestra in cui si allenano
le forze di sicurezza” e che l’aria
aperta, anche invernale, è il posto migliore
per proteggere i bambini.
ECCO ALCUNI
TRA I PRINCIPI
ATTIVI UTILMENTE
CONSIGLIABILI
PER L’INVERNO
-
l’esperienza e i consigli del pediatra
curante, cui le cure dei nostri figli sono
affidate, sono il principale e irrinunciabile
punto di partenza.
Bibliografia:
Consensus sulla Vitamina D. Pediatria - Preventiva
e Sociale, Supplemento al numero 3 - ANNO
X – 2015
Imdad, Aamer et al. “Impact of Vitamin A Supplementation
on Infant and Childhood Mortality.”
BMC Public Health 11.Suppl 3 (2011): S20. PMC.
Web. 4 July 2017.
Hemilä, Harri. “Vitamin C and Infections.” Nutrients
9.4 (2017): 339. PMC. Web. 4 July 2017.
Cohen Ha et al. E ect of honey on nocturnal cough
and sleep quality: a double-blind, randomized,
placebo controlled study. Pediatrics 2012;130:465-
71.
Wagh, Vijay D. “Propolis: A Wonder Bees Product
and Its Pharmacological Potentials.” Advances in
Pharmacological Sciences 2013 (2013): 308249.
PMC. Web. 4 July 2017.
T. Montini, https://www.uppa.it/medicina/inverno-istruzioni-per-luso,
ultimo accesso 03 Luglio 2017.
Oakley GP, Eat right and take a multivitamin.
NEJM 338:1060,1998
PAGINA
30
Fiori di Bach e salute
segue dalla pagina precedente
BAMBINI E GENITORI
la persona senza fermarsi solo alla malattia.
E’ un trattamento semplice e naturale e
può essere utilizzato fin dai primi giorni
di vita, ad esempio per superare il trauma
della nascita e l’entrata nel mondo, o
per aiutare la mamma dopo il parto.
Proprio alle neo mamme mi sento di consigliare
“star of bethlehem”, un bellissimo
fiore, che aiuta a superare i traumi emotivi,
le angosce e riporta il libero fluire
delle emozioni, rilassando mentalmente
ed emotivamente.
Utile per superare
gli shock e i traumi anche sul piano fisico.
Usato localmente aiuta a diminuire
lividi e cicatrici.
collegati
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sulle novità
quotidiane
Lo sapevate che i fiori possono essere
utilizzati anche sul corpo? Io stessa
durante i trattamenti olistici preferisco
le miscele con oli essenziali ed essenze
floreali per aiutare maggiormente le
persone nello scioglimento delle proprie
problematiche ottenendo ottimi risultati.
E possono essere usati
su persone, animali e piante… ovviamente
i fiori di Bach o californiani non
sostituiscono terapie mediche ne’ sostituiscono
il parere del medico.
I fiori lavorano con noi per aiutarci a ritrovare
equilibrio e ci aiutano a riscoprire il
passo dell’armonia e della felicità.
CLAUDIA BRATTINI
farmacista
Riuscirà a rimettere a posto l’allegria, la
tristezza, la rabbia, la paura e la calma,
ognuno con il proprio colore?
I Colori delle Emozioni, di Anna Llenas, Gribaudo
Il rientro a scuola dopo le vacanze invernali
può rappresentare una matassa
da districare, un momento di particolare
rimescolamento delle emozioni nel bambino.
Da una parte c’è il desiderio di ritrovare
gli amici, ma dall’altra anche la fatica di riprendere
la routine, insieme alla paura di
rimettersi in gioco e distaccarsi dall’ambiente
familiare.
Proprio la ricostruzione di una nuova routine
sarà un’importantissima pratica di
accudimento.
L’introduzione di rituali
favorisce nel bambino il senso di sicurezza
e di benessere psico-fisico utile
per reintegrarsi nell’ambiente scolastico.
Come fare? Innanzitutto occorre stabilire
regole chiare e condivise per la gestione
della nuova quotidianità.
La colazione rappresenta un momento
fondamentale: il bambino deve assumere
dopo le ore di riposo notturno il giusto apporto
calorico. Inoltre può rappresentare
un momento di dialogo e condivisione
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Autunno, scuola e
RITUALI DI BENESSERE
iTempo Lettura > 3 min.
con i genitori prima di affrontare la giornata.
Può essere utile
e salutare proporre al bambino anche
alimenti che esulino dalla solita colazione
a base di biscotti o merendine, optando
per pane tostato con ricotta e marmellata,
yogurt con granola, o perché no ...
anche una colazione salata! Per esempio
un toast con un uovo strapazzato e pomodorini,
il tutto accompagnato da una
spremuta di frutta fresca o un frullato di
frutta e yogurt.
Al rientro da scuola è bene non stancare
eccessivamente i bambini, evitando anche
di fargli trascorrere troppe ore davanti
al computer, o alla televisione, soprattutto
prima di dormire.
Il bagno è
un momento di relax benefico e calmante,
magari utilizzando oli essenziali o saponi
alla lavanda o agli agrumi.
La cena può rappresentare un momento
condiviso anche nella preparazione,
coinvolgendoli con noi in cucina.
Prima di dormire mettiamo al bando le
bevande energizzanti o ricche di zuccheri,
meglio optare per una tisana al tiglio o
passiflora, magari zuccherata con un po’
Che cosa ha fatto il
mostro dei colori??
Ha mescolato le
emozioni e ora bisogna
disfare il groviglio.
di miele, o una piccola porzione di latte
caldo.
La lettura soprattutto prima di dormire
rappresenta un altro rituale “di conforto”,
che anticipa il sonno in modo sereno.
IL SONNO DEI
BAMBINI NON VA
ASSOLUTAMENTE
SOTTOVALUTATO
I bambini necessitano in base all’età di
un numero definito di ore di sonno: iniziamo
a puntare la sveglia già qualche
giorno prima del rientro a scuola, per
ristabilire il nuovo ritmo, e cerchiamo di
metterli a letto alla stessa ora.
In alcuni casi,
se il bambino fatica molto a regolarizzare
il normale ciclo di sonno e veglia,
il pediatra può consigliare di recarsi in
farmacia per la somministrazione temporanea
di melatonina.
Il percorso scolastico che si apprestano
ad affrontare i nostri figli ha un impatto
molto grande nella loro crescita: il compito
della famiglia è quello di sostenere
emotivamente i piccoli anche nella fatica,
mostrare comprensione, e aiutarli a
partire per questo “viaggio” equipaggiati
di stabilità, forza fisica ed interiore.
Non sei sola nella tua
GENITORIALITÀ
Noi ci siamo,
“
per te ” e “ con te ” PARTECIPA ANCHE TU!
PERCHÈ
SAPPIAMO BENE
CHE “ESSERE GENITORI”
È IL MESTIERE PIÙ
DIFFICILE DEL MONDO
E NON LO INSEGNA
NESSUNO...
ECCO PERCHÈ
DIAMO VOCE
AGLI ESPERTI
PIÙ AUTOREVOLI
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