30.03.2020 Views

GENITORI rivista Marzo 2020

In questo numero: - Quali sono i sogni e i desideri dei nostri bambini? - Impariamo a interpretare i loro disegni... - Sulle ali di un libro per imparare a volare!

In questo numero:
- Quali sono i sogni e i desideri dei nostri bambini?
- Impariamo a interpretare i loro disegni...
- Sulle ali di un libro per imparare a volare!

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La rivista Etica che sostiene le famiglie

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anno 2 • n. extra • marzo 2020

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CIRCUITO

ETICO

SPECIAL

EDITION

un girotondo a sostegno della crescita dei bambini

I N Q U E S T O N U M E R O

Quali sono

i sogni e i desideri

dei nostri bambini?

Impariamo

ad interpretare

i loro disegni

sulle “ali” di un libro

per imparare

a volare

# insiemesipuò

stare a casa e divertirsi in famiglia!


“i sogni si avverano

se si ha il coraggio

di crederci”

WaltDisney

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l’editoriale

a cura di Alessandra Testa

giornalista, Direttrice responsabile Rivista

fra i sogni

e i ricordi dei nostri bambini...

la Rivista Etica

in distribuzione gratuita nei Nidi,

Scuole d’Infanzia e Primarie dei Comuni

patrocinatori

Fondata da Ilaria Zamboni e Donatella Danesi

con la collaborazione dei Soci Volontari

dell’Associazione

Registrazione presso il Tribunale di Bologna

n. 8.522 del 06/08/’19

Direttrice Responsabile: Alessandra Testa

Editor: Silvia Bernardi

Responsabile Comitato Scientifico:

dott.ssa Francesca Zanolla

Fumetto e illustrazioni: Lucia Zerbinati

Comunicazione, web e progetto grafico:

Ilaria Zamboni

Redazione: Ass.ne Cult. Bambini e Genitori APS

via Larga 36 - 40138 Bologna, tel. 347.308.22.05

redazione@bambiniegenitori.it

Contribuiscono al sostegno alla genitorialità con

i loro contenuti i Dottori: Paolo Crepet, Maria

Rita Parsi, Marilena Pillati, Franca Errani,

Claudio Buccheri, Carla Sale Musio, Anna

Maria Casadei, Patrizia Valenti, Camilla Targher,

Michela Foti.

Ogni collaborazione è a titolo gratuito. Materiali,

foto e testi inviati per la pubblicazione

non vengono restituiti e tale invio fornisce automaticamente

la liberatoria per l’uso delle immagini

e del pensiero anche su mezzi digitali.

La riproduzione anche parziale dei testi e dei

materiali pubblicati è espressamente vietata.

Spesso i bambini, al mattino, raccontano

le belle o brutte avventure

che hanno accompagnato il loro sonno

durante la notte; ricordano con

chiarezza e lucidità ciò che li ha fatti

gioire o impaurire, evocando un’atmosfera

simile a quella del mondo

delle fiabe.

Nelle loro narrazioni, ricche di particolari

e dettagli, traspare tutto il

mondo immaginativo che li caratterizza

e che esprimono con vivezza

soprattutto nei disegni.

Ecco cosa hanno risposto alcuni

bambini di 6 anni alla nostra domanda:

“cosa ricordi dei tuoi sogni e per

te che cosa sono?”

“Per me i sogni sono infiniti, sono

come le storie incantate, sono come

delle cose che sono successe ma che

poi in realtà non sono successe!”

Atai

“Il mio sogno più bello è stato un prato

fiorito di campanelle con tante

farfalle, in quello più brutto ero dentro

il castello della paura e cadevo

dentro il fuoco.” Lorenzo

“Per me la cosa che si avvicina di più

al sogno è la fantasia, i sogni sono

delle cose che a volte sono vere e a

volte no.” Liam

“Nel mio sogno più bello ero in cima

ad una montagna, ho fatto un bel salto

e sono arrivata sull’arcobaleno!”

Giulia

“Uno dei miei sogni più belli è stato

quello in cui volavo e un uccellino mi

dava dei bacini.”

Ramon

“Sogno sempre le cose che mi fanno

pensare al Sole brillante e splendente

verso cui volano i bambini.”

Luca

“Ho sognato che, con tutta la classe,

andavamo su una montagna a toccare

l’arcobaleno che era uscito e

ci macchiavamo tutte le mani. Poi

con le mani sporche di pittura dipingevamo

un disegno sulla carta e

con i pezzi di arcobaleno creavamo

colori e disegni. C’erano anche delle

bambine che con le scale salivano

sull’arcobaleno, che era come uno

scivolo, ma se ci salivi sopra ti sporcavi

il sedere con i colori …”

Maria

Mi piace chiudere questa carrellata

dei nostri bambini con una frase

celebre: “Siamo fatti anche noi della

materia di cui son fatti i sogni; e nello

spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa

la nostra breve vita.”

William Shakespeare


5pag

> sviluppo

la relazione di aiuto

il sonno

e le sue funzioni nelle diverse età dei bambini

a cura dott.ssa Cristina Pantaleo

psicologa, psicoterapeuta

Il sonno per i bambini, dai neonati ai

più grandicelli, corrisponde a un bisogno

fisiologico e psicologico importante.

Fare la nanna permette loro di

ricaricarsi di energie e di crescere in

modo sano.

Questo è possibile grazie a particolari

caratteristiche che, in termini quantitativi,

qualitativi come pure funzionali,

rendono il sonno di un bambino molto

diverso da quello di un adulto. Innanzitutto

un elemento distintivo importante

è la quantità del sonno.

Questa cambia in base all’età: il neonato

dorme per circa 20 ore al giorno,

verso l’anno di vita le ore diventano

circa 15, dai 5 ai 10 anni sono 12 e dai

10 anni all’età adulta le ore di sonno

divengono 10. Nei bambini cambia

notevolmente anche la qualità del

sonno: diversamente da quello dell’adulto

e del bambino più grandicello,

il sonno del bebè, nei primi mesi di

vita, è costituito soprattutto da fasi

REM (circa il 50% nei neonati, il 25%

a 10 anni, il15% in età avanzata) caratterizzate

da una persistente attività

mentale e motoria. Per intenderci


Ma cosa sognano i

bambini?

Con il progredire dell’età

il contenuto dei sogni

muta notevolmente. I

sogni infatti crescono

insieme ai bambini.

sono quelle in cui si fanno i sogni più

ricchi e articolati e durante le quali

è possibile intravedere il movimento

degli occhi sotto le palpebre: da qui

il nome REM-Rapid Eyes Moviment.

Ecco perché, mentre dorme, il vostro

piccolo sobbalza, si muove, cambia

espressione del viso.

In pratica, sperimenta un sonno

meno profondo e rilassato rispetto

a quello che fa durante le fasi non-

REM, nelle quali i sogni, se presenti,

sono per lo più costituiti da immagini

fisse e poco mobili. Quello del

neonato è, dunque, un sonno molto

leggero, intercalato da piccoli risvegli

e riaddormentamenti immediati.

L’errore più frequente può essere

quello di confondere questi periodi

agitati con periodi di veglia. Prendere

in braccio il bambino, parlargli

o tentare di dargli da mangiare può

impedire al bambino di raggiungere

la fase seguente di sonno calmo, non

REM, che fa la sua regolare comparsa,

alternandosi con il sonno REM,

solo dopo il compimento dei tre mesi.

Ma cosa sognano i bambini?

Con il progredire dell’età il contenuto

dei sogni muta notevolmente. I sogni

infatti crescono insieme ai bambini.

Fino a 5 anni le scene sono fisse e i

protagonisti immobili. I sogni a que-


7pag

sta età sono generalmente semplici

realizzazioni di desideri, poco complicati

e con contenuti che dipendono

palesemente dalle esperienze della

giornata appena trascorsa. A partire

dai 5 anni i sogni cominciano ad avere

una trama, anche se ancora molto

banale. I protagonisti si muovono e

scambiano qualche parola. Prima di

elaborare infatti scene ricche di movimenti,

colori, interazioni ed emozioni

un bambino deve aver sviluppato

le proprie capacità cognitive e

arricchito la propria immaginazione.

E questo avviene attorno ai 7 anni: a

questa età i piccoli sognatori cominciano

ad avere storie interessanti da

raccontare. Ecco allora affacciarsi le

emozioni nelle loro notti.

I bambini in sogno si ritrovano a pensare,

provano gioie o paure. Rivivono

episodi avvenuti durante la giornata

o ripescati dalla memoria autobiografica.

E diventano finalmente protagonisti

di trame sempre più colorate,

complicate e - come in ogni sogno

che si rispetti - bizzarre e divertenti

da raccontare. Con l’ulteriore sviluppo

cognitivo del bambino, infatti,

la struttura del sogno si rivoluziona:

compaiono sempre più spesso

elementi bizzarri, connessi in modo

indiretto o simbolico alla realtà. Lo

spazio temporale delle esperienze

che influenzano il sogno si dilata: a

influenzarne il contenuto, infatti, non

sono più le esperienze del giorno appena

passato ma, il più delle volte,

quelle esperienze fatte settimane

o mesi prima, pregne di significati

emotivi.

La differenza tra i sogni nelle diverse

fasce di età può essere un’utile

chiave di lettura per dare risposta

all’interrogativo più difficile: perché

i bambini sognano?

I ricercatori ipotizzano che i sogni

rappresentino un’attività specifica di

apprendimento del cervello che rielabora

le esperienze e gli eventi del

giorno: gli animali più evoluti, infatti,

spendono più tempo nel sonno REM

che in qualsiasi altra attività essenziale

per la sopravvivenza. Il sonno

REM dei neonati e dei bambini, dunque,

avrebbe la funzione di consolidare

quelle tracce che gli stimoli

esterni e le prime esperienze lasciano

nel cervello. Soprattutto nei bambini

più piccoli, i sogni rafforzerebbero

la funzione di memorizzazione

delle esperienze e delle associazioni

tra di esse.

Quasi fossero un modo con cui sperimentare,

mettere in pratica, provare

schemi emotivi e rielaborare

importanti esperienze, svolgendo un

importantissimo ruolo biologico e

psicologico nel normale sviluppo del

bambino stesso. •


sviluppo <

la parola al pedagogista

a cura dott.ssa Francesca Zanolla

pedagogista e counselor relazionale

che spavento

mamma! Ho fatto un brutto sogno...”

Sognare è un’attività del tutto normale

e naturale del bambino, anzi vitale,

durante il sogno infatti consolida

e rafforza quanto appreso durante

il giorno, così come del tutto normali

sono i “brutti sogni” attraverso i quali

il bambino esprime le proprie paure.

Le cause di questi episodi possono

essere attribuite alla presenza eccessiva

di stimoli durante il sonno

(rumori molesti), all’accumulo di

stress durante la giornata, oppure a

eventi fisiologici come la febbre.

Cosa possono fare i genitori:

• Cercare di rimanere tranquilli, essere

fisicamente presenti;

• Lasciare libero il bambino di piangere

e sfogare la paura e la tensione

accumulata.

• Rimanere con il bambino finché

non si sia calmato, aspettare che riprenda

sonno.

• Non forzare il bambino a raccontare

il sogno, ma calmarlo spiegandogli

che può accadere a tutti di avere

un incubo e sentirsi spaventati, ma

che si tratta solo di un brutto sogno.

Vedere voi genitori sereni e per niente

impauriti dell’accaduto trasmetterà

al bambino un senso di sicurezza.

• Per gli incubi molto forti, se il bambino

si sveglia e fa fatica a riaddormentarsi,

può essere utile portare

il bambino a bere un bicchiere d’acqua

o preparargli una camomilla,

qualche carezza o rassicurazione lo

aiuteranno a riaddormentarsi serenamente.


9pag

code

Giochiamo con il sogno: se il bambino

ha avuto una notte travagliata a

causa di un brutto sogno l’indomani,

A quanti

di voi è capitato di

essere stati

svegliati nel cuore della

notte dal vostro

piccolo in preda alle

lacrime, spaventato

da un “brutto

sogno”?

in un momento tranquillo della giornata,

e solo se il bambino lo desidera,

gli si può proporre di raccontarci

il suo sogno e di disegnarlo, insieme

poi lo si potrebbe aiutare a trovare un

finale diverso, in cui arriva un personaggio

“buono” a salvarlo, oppure

il papà che insegue il “mostro” facendolo

scappare. Proporrete poi al

bambino di realizzare il disegno del

secondo sogno “modificato”, questo

è un buon modo per far rivivere al

bambino con più serenità un’esperienza

emotivamente forte.

I contenuti del sogno possono trovare

espressione attraverso diverse modalità

espressive: il collage, la pittura;

oppure con la plastilina o la creta

si possono realizzare i personaggi/

elementi del sogno attraverso i quali

dar vita a ciò che si è sognato e giocare

a riprodurre il sogno e cambiare

anche in questo caso il finale introducendo

elementi nuovi.

Il sogno di Francesco: Francesco è

un bambino di sei anni, frequenta la

prima elementare, e spesso gli capita

di sognare di essere inseguito da un

lupo. Con l’aiuto dei genitori Francesco,

ha inventato un finale diverso al

suo sogno, e così mentre corre terrorizzato

nel bosco, cercando di seminare

il lupo, all’improvviso da dietro

un albero appare una guardia forestale

(personaggio buono) che riesce

a mettere in fuga il lupo e a salvare

Francesco. •


tanza dal lato pagina:

4

CIRCUITO

ETICO

> Qui <

AGEVOLAZIONI

PER LA FAMIGLIA

E BUONI DIDATTICI

PER LA SCUOLA

CIRCUITO

ETICO

> Qui <

AGEVOLAZIONI

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# IO SOSTENGO

L’ISTRUZIONE DEI BAMBINI

GENIT

RI

CIRCUITO

ETICO


sviluppo <

bambini e linguaggio

a cura dott.ssa Lucia Fusco

logopedista

11

pag

ci sono sogni

che, a volte, si realizzano!

Dedico questo spazio a Mario... anzi,

sarà lui a parlare con una lettera che

mi ha inviato non poco tempo fa. Mario

è un ragazzo dislessico, lui come tanti

altri bambini e ragazzi ha sofferto

molto a scuola.

Il DSA (Disturbo Specifico Apprendimento)

se non “compreso” a fondo

può realmente rendere difficile la vita

della persona che presenta tale caratteristica.

Oggi esiste la possibilità di

fare in modo che questo non accada,

che tale emarginazione forzata non

avvenga.

Siamo in grado di fornire gli strumenti

(dispensativi e compensativi) previsti

per tale caratteristica e rivolti a consentire

ai soggetti DSA di raggiungere

esattamente gli stessi livelli di apprendimento

degli altri studenti.

“Ciao, questa volta ti scrivo per raccontarti

un fatto successo oggi che mi

ha fatto tornare fiducioso in me. Dopo

due settimana di stage, mi è stato

proposto un contratto interinale di

lavoro per tutta l’estate.

A scuola sei il perfetto asino, lo svogliato,

ti dicono che non avrai futuro

se continui così, e piano, piano finisci

col crederci. In questo fatto sembra

che la dislessia non centra ma

in realtà è una caratteristica che ha

condizionato positivamente il mio

carattere, che in questo caso ha colpito

… in un azienda nessuno ti cronometra,

nessuno ti sgrida per come

scrivi, nessuno ti dice di non usare la

calcolatrice e nessuno ti costringe a

lavorare ininterrottamente per ore

senza fiatare, e io mi chiedo: la scuola

ci prepara veramente al mondo del

lavoro?”

Mario

Oggi esiste una legge che tutela i

bambini dislessici... Se non ci si sensibilizza

tutti, ma proprio tutti, scuola,

amministrazione pubblica, strutture

sanitarie, docenti, tecnici, medici

specialisti, non sarà possibile rendere

questi strumenti (dispensativi e

compensativi) “la prassi” all’interno

delle scuole Italiane. L’abbandono

scolastico, purtroppo, è ancora troppo

elevato. •


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FATTORIA O LUNA PARK?

Luna Farm è il primo parco divertimenti

a tema contadino in Italia e ha

inaugurato a Bologna, all’interno di

FICO Eataly World, lo scorso dicembre.

Uno spazio coperto e climatizzato

di 6500 metri quadrati che ospita scenografie,

attrazioni e spettacoli per il

divertimento di tutta la famiglia.

La storia narra che Gianni, il proprietario,

abbia disseminato la sua aia di

bizzarri macchinari per far divertire

i suoi amici animali e che poi abbia

pensato di aprire a tutti le porte della

sua aia perché senza risate dei bambini

che divertimento è?!

il divertimento

da Luna Farm è una cosa seria!

Luna Farm è il nuovo luna park a tema contadino di

Bologna. Un’esperienza di divertimento per le famiglie

che non ha eguali in Italia. Scopri insieme a noi storia e

attrazioni di questo mondo a misura di bambino...

15 GIOSTRE A TEMA

Così, all’ombra dei fichi e degli alberi

da frutto di Luna Farm, ora tutti possono

divertirsi su 15 fantastiche giostre

a tema. Ci si può lasciare cullare

dal Riciclondolo, si può percorrere

una monorotaia sospesa a bordo di

una gallina, ma ci sono anche maiali

che volano e tori che si scontrano su

una pista interattiva. La ruota del mulino

monta buffi carrettini che l’hanno

trasformata in una ruota panoramica.

E nel bel mezzo dell’aia, Formula

Farm, ovvero un ottovolante progettato

per essere “la prima montagna

russa di ogni bambino”.

GAMES, SHOW E MERENDE

E per chi non sale in giostra? Nell’area

del borgo, gli appassionati di arcade

possono sfidarsi su videogiochi

di ultima generazione, intraprendere

un viaggio virtuale con il VR Box, o vivere

un’avventura multidimensionale

nel Cinema 4D. Sul palcoscenico del

Luna Show si può cantare e ballare

con Penelope (la maialina che ama la

dance anni ‘90), Ricky (il gallo influencer),

Valentino (il toro pittore) e Martina

(l’ape saputella). Tra recinti degli

animali, cortile, mulino e fabbrica del

miele Gianni ha allestito anche uno

spazio di ristoro dove è possibile fare

una merenda o una cena in compagnia,

e un Emporio dove vende i suoi

prodotti “realizzati in collaborazione

con i migliori designer del pollaio”.

IL PARTY PIÙ FICO

All’insaputa di Gianni, gli animali di

Luna Farm hanno allestito anche

alcune stanze segrete dove trascorrono

le ore a bere spremute di rose,

giocare a freccette e cantare (stonati)

il karaoke. Ma le cedono volentieri ai

bambini e ai bambini un po’ cresciuti,

per festeggiare con i loro amici compleanni

o qualsiasi altra occasione

meriti di essere celebrata. Le party

rooms di Luna Farm sono interamente

illustrate come un fumetto, e alla

magia degli spazi si può aggiungere

tutto quel che rende una festa speciale,

fino alla comparsa eccezionale di

una delle mascotte.


13pag

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salute <

pillole di pediatra

a cura dott.ssa Marina Ciampoli

pediatra d’Ospedale

l’ora della nanna

fra riposo e buone abitudini...

La mamma allora lo depone dolcemente

nel lettino, gli rincalza con

cura la copertina e si allontana in

punta di piedi... ed ecco che, come

avviene ormai da sei mesi, un pianto

straziante proviene dalla culla, i

due genitori si guardano sconsolati

e fanno “la conta” per vedere a chi

tocca stasera affrontare quel diavoletto

urlante e ormai completamente

sveglio!

Miei cari genitori, vi pare noto tutto

ciò? Ebbene è quello che spesso accade

ma, vi sembrerà strano, è piuttosto

normale.

Siamo portati infatti a ritenere il sonno,

e soprattutto quello dei più piccoli,

come un momento di estrema

tranquillità e rilassamento, al contrario

è un momento di grande attività

per quel perfetto motore di vita

che è il cervello.

Anche il feto, nella pancia della

mamma, quando dorme si muove e

si agita e durante la fase del sonno


15pag

più profondo, quello non REM, sogna,

incamera informazioni e...IMPARA!

E’ l’ora

della nanna e, come

tutte le sere, la mamma

tiene fra le braccia il

suo paffuto lattantino di

sei mesi, canta a mezza

voce una ninna nanna

mentre lui, a poco a poco,

socchiude gli occhietti e

si addormenta.

Nel neonato la fase di questo sonno

“attivo” occupa il 50% del tempo dedicato

alla nanna e nei primi mesi il

neonato dorme per l’80% del giorno!

Poi, crescendo, il periodo REM si riduce

fino ad essere nell’adulto solo

il 20%. Nella fase del sonno REM il

piccolo elabora a livello inconscio ciò

che è avvenuto nella veglia e accumula

esperienze.

Il momento dell’addormentamento

poi viene vissuto fin dalle prime età

della vita come un momento di dolorosa

separazione dalla mamma

e quindi è normale che i piccoli si

oppongano più o meno validamente

a questo distacco, poi verso l’anno

cominciano i primi sogni e con loro

gli incubi a complicare le cose!!! Comunque

rasserenatevi, verso i trecinque

anni le cose migliorano...

Cosa possono fare mamma e papà?

Nei primi mesi, quando il neonato

dorme poco e spesso, voi mamme

adattatevi al loro ritmo, riposate con

loro e siate pronte a dargli da mangiare

alle ore più impensate. Dopo

i sei mesi, quando dovrebbero acquistare

un ritmo veglia-sonno più

simile all’adulto, create “un rituale

di avvicinamento al sonno” il più sereno

e ripetitivo possibile, non fate

addormentare mai il vostro piccolo

in braccio ma sempre nel lettino, il

distacco sarà meno doloroso, trovate

un oggetto “di transizione” cui possa

attaccarsi: un peluche, una copertina

e... preparatevi a vederglielo in mano

fino alla maggiore età!!!

Anche questo è normale e, soprattutto,

affrontate serenamente queste

fasi della vita di vostro figlio, sono

passeggere, avrete tempo di rifarvi

del sonno perso e inoltre pensate

sempre che la sensazione di avere un

corpicino caldo fra le braccia che vi si

aggrappa e che dipende in tutto da voi

è una sensazione unica, dura molto

poco e... si rimpiange a lungo! •


salute <

> approfondendo

neuropsichiatria e dintorni

a cura dott.ssa Mariangela Pinci

neuropsichiatra infantile

le difficoltà

del sonno nei bambini... come affrontarle?

Nell’infanzia il tempo trascorso dormendo

è maggiore, tanto che nei

primi mesi di vita il sonno occupa più

della metà della giornata e ancora

all’inizio dell’adolescenza ne rappresenta

il 40%.

L’insieme dei processi di sviluppo del

ciclo sonno-veglia in realtà segue la

maturazione del sistema nervoso

centrale ed è strettamente correlato

con le varie fasi dello sviluppo neurocomportamentale.

Poiché dormire fa

parte della crescita fisiologica, anche

i periodi di difficoltà del sonno possono

rientrare nel fisiologico processo

di maturazione. Pertanto un sonno

agitato può anche essere solo espressione

di eccitazione per le conquiste

quotidiane.

Il sonno

è molto importante

nella vita dell’uomo

rappresentandone,

a livello quantitativo,

almeno un terzo ma

nell’infanzia il tempo

trascorso dormendo

è maggiore...

Il sonno può essere condizionato anche

da passaggi evolutivi e/o eventi

significativi della vita del bambino

(svezzamento, dentizione, paura

dell’estraneo, malattie in famiglia,

conflitti fra i genitori, eccessiva assenza

della mamma durante il giorno,

ingresso e/o passaggio a scuole di

grado superiore). Inoltre dobbiamo ricordare

che la regolazione degli stadi

di veglia e sonno è influenzata non

solo da una componente individuale

(bambino) ma anche da quella relazionale

(rapporto genitore-bambino).

Il trattamento dei disturbi del sonno

in età pediatrica permette di prevenire

l’instaurarsi di una serie di

condizioni (deficit di concentrazione,

irrequietezza, facile stancabilità diurna,

disturbi della memoria, del comportamento,

del tono dell’umore) che

possono influenzare negativamente


17pag

lo sviluppo psico-fisico, l’apprendimento

del bambino, nonché il suo

adattamento psicosociale.

Le parasonnie

sono più frequenti nel

bambino rispetto all’adulto,

la loro frequenza di

presentazione può

condizionare negativamente

la qualità della vita del

bambino e della sua

famiglia.

La classificazione internazionale dei

disturbi del sonno ne definisce tre

maggiori categorie:

1) Dissonnie, caratterizzate da alterazioni

riguardanti la quantità, la

qualità o il ritmo del sonno (Insonnie,

Ipersonnie, disturbi del ritmo circadiano

o ritmo veglia-sonno).

L’insonnia del bambino (difficoltà ad

addormentarsi e/o presenza di risvegli

multipli notturni) si caratterizza

per una mancanza di sonno piuttosto

che per un’incapacità a dormire, diversamente

da quanto accade nell’adulto.

Particolari modalità interattive

abituali, acquisite dal bambino e

dalle figure di accudimento, possono

condizionare l’insonnia nell’infanzia.

L’ipersonnia in età pediatrica può

spesso passare inosservata poiché

si presenta con caratteristiche diverse

dall’adulto. Nel bambino l’iperattività,

l’irritabilità, i problemi di

attenzione, l’aggressività e i disturbi

dell’apprendimento sono i sintomi di

presentazione più frequenti. A volte

l’eccessiva sonnolenza può essere

la conseguenza di un insufficiente

periodo di tempo passato a letto, di

un sonno notturno disturbato, di un

disturbo del ritmo sonno-veglia oppure

può essere causata da un reale

aumento del bisogno del sonno.

2) Parasonnie, eventi episodici associati

al sonno non dovuti al coinvolgimento

dei meccanismi e delle

strutture che regolano il ritmo sonno-veglia

e le diverse fasi del sonno

(Disordini dell’arousal (risveglio):

Risveglio confusionale, Pavor Nocturnus,

Sonnambulismo; Disordini

della transizione sonno-veglia: sonniloquio,

crampi notturni; Parasonnie

associate al sonno REM: incubi notturni

o sogni terrifici; Altre: Enuresi

notturna, bruxismo o digrignamento

dei denti).

Le parasonnie sono a insorgenza improvvisa

e imprevedibile, quasi sempre

facilmente identificabili a seguito

della descrizione fatta dai genitori.

A volte risulta difficile distinguerli

da crisi di natura epilettica, tanto da

rendere necessario, per una corretta

diagnosi, un prolungato e accurato

esame polisonnografico (registrazio-

ne simultanea di più parametri fisiologici

durante la notte, mediante un

polisonnigrafo).

3) Disturbi del sonno associati a patologie

mediche-psichiatriche quali

epilessia, depressione, disturbi della

condotta alimentare, etc.

Attualmente non esiste un trattamento

specifico per quasi nessuno

dei disturbi segnalati, le strategie

terapeutiche utilizzate prevedono

l’utilizzo della Melatonina (sostanza

prodotta anche dal nostro organismo)

che ha la funzione di regolare

il ritmo circadiano del sonno e il ciclo

sonno-veglia.

I rimedi fitoterapici (Passiflora, Biancospino,

Valeriana) spesso utilizzati

esplicano soltanto un’azione rilassante

e calmante. Inoltre è necessario

seguire le regole per una corretta

igiene del sonno. •



19pag

> salute

approfondiDenti

a cura dott.ssa Viviana Paturzo

specialista in ortodonzia

corrispondente), oppure può avere

un ritardo di sviluppo, che nei casi

più gravi porterà alla formazione di

una cisti.

notti insonni?

Spuntano i dentini fra gioie e doloretti

I denti dei nostri figli sono per i genitori

fonte di attenzione, preoccupazione

e spesso causa di fastidiose

notti insonni!

Quando spuntano i dentini?

6°-8° mese di vita: incisivi centrali

superiori e inferiori

8°-12° mese: incisivi laterali

12°-16° mese: primi molaretti

15°-20° mese: canini

20°-30° mese: secondi molaretti

Un ritardo fino a 6 mesi dalla data indicata

è assolutamente normale.

Lo spuntare dei dentini è spesso

doloroso e può provocare febbre,

infiammazione della gengiva, stomatite,

diarrea e acidità delle feci e

dell’urina, con comparsa di arrossamenti

da pannolino.

Per lenire i dolori gengivali si possono

utilizzare gel calmanti e disinfettanti.

Si trovano in commercio prodotti

omeopatici a base di camomilla

e calendula che, se somministrati

regolarmente per alcuni mesi, riducono

l’irritabilità del bambino.

Al compimento del 3° anno di età il

bambino dovrà avere in bocca 20

denti. E’ importante contare i denti e

accertarsi che il numero sia corretto.

Può capitare che siano presenti meno

denti o che si contino dei denti in più,

detti sovrannumerari. In entrambi i

casi è bene far visitare il piccolo da

uno specialista.

I sovrannumerari possono causare

intralci allo spuntare dei denti definitivi.

Nel caso manchino dei denti

verrà effettuata una radiografia: il

dente può non esserci del tutto (e

perciò mancherà anche il definitivo

La dentizione definitiva inizia intorno

al 5° anno di età con la comparsa dei

primi molari. Questi denti impiegano

mesi a spuntare e vengono spesso

confusi dai genitori con i denti da

latte e quindi trascurati; perciò sono

poi trovati già cariati alla prima visita

dentistica.

Tra i 6 e i 7 anni spuntano gli incisivi

centrali; tra i 7 e gli 8 gli incisivi

laterali; tra gli 8 e i 9 i primi molaretti

cadono per dare spazio ai primi

premolari; tra i 10 e i 12 anni cadono

i secondi molaretti e spuntano i secondi

premolari e in contemporanea

si ha la permuta dei canini. Anche in

questo caso un ritardo di 6-12 mesi

è normale.

E’ molto importante, quindi, effettuare

la prima visita dallo specialista tra

i 5 e i 6 anni, in modo che problemi

di eruzione ed eventuali carie possano

essere trattati tempestivamente.

Spesso lunghi e costosi trattamenti

ortodontici possono essere evitati

semplicemente favorendo una corretta

eruzione dentaria e una perfetta

salute dei denti da latte. •


salute <

farmacopea & salute

a cura dott.ssa Maria Luisa Chillemi

farmacista

sempre stanchi

i nostri bambini? Scopiamo il perchè

Generalmente un po’ di riposo extra

può aiutare ma quando il bambino

ha un prolungato bisogno di dormire

anche dopo un adeguato riposo, è

bene individuarne le cause.

È necessario quindi monitorare per

qualche giorno il bambino per poi

contattare il pediatra che potrà così

individuare la causa scatenante e

determinare una corretta diagnosi e

cura. La stanchezza è un malessere

che può colpire anche i bambini più

vivaci. Può essere uno stato temporaneo

oppure se più persistente, un

sintomo da non sottovalutare. Soprattutto

durante il periodo dello

sviluppo, i bambini possono presentare

degli episodi di stanchezza

eccessiva.

Possiamo riconoscere il tipo di stanchezza?

La necessità di riposo è il

principale sintomo: il corpo reagisce

facendo sbadigliare e chiudere

gli occhi frequentemente e rallentando

di molto la velocità con cui si

compiono le attività quotidiane. Sicuramente,

la stanchezza non è da

sottovalutare, soprattutto se compare

tutti i giorni: potrebbe trattarsi

di un disturbo o di un’infezione.

Se notate che il bambino è stanco,

non vuole giocare, ha sempre

sonno, o ancora inizia a soffrire di

enuresi e dice di avere mal di testa

potrebbe trattarsi di una stanchezza

derivante da un fattore psicologico.

E qui incidono molto i rapporti e la

convivenza in casa, e quindi tensioni

e litigi ma anche incapacità di relazionarsi

con gli altri bambini. Se

riuscite a capire che questi fattori

possono essere la causa della stanchezza,

l’unica cosa che potete fare

è quella di stare più vicino a vostro

figlio, fargli tante coccole e tenerlo

lontano da malumori tra le mura domestiche.

Se il bambino si sveglia già stanco

ed è più lento nel fare i compiti, mettendoci

dentro anche l’inappetenza

e la svogliatezza non è grave se ci

troviamo in un cambio di stagione

e non dobbiamo preoccuparci più di

tanto, i bambini come gli adulti sentono

molto i cambiamenti climatici.

Vi sono tuttavia dei rimedi, o meglio

delle regole da seguire, prima tra

tutte quella di mantenere invariata

l’ora della nanna, di preparargli

una colazione completa, in modo da

avere tutte le energie per affrontare

al meglio la giornata. Se invece la

stanchezza è dovuta all’influenza,


21

pag

il malessere durerà solo qualche

giorno e comunque dopo la cura

magari a base di antibiotici, è meglio

rinforzare il bambino con delle

vitamine.

Cambio

di stagione, allergie,

virus, infezioni virali,

disturbi immunitari,

anemia, abitudini alimentari

sbagliate, vita sedentaria,

stress problemi cardiaci e

depressione: sono queste

alcune delle cause di

stanchezza.

Una volta consultato il pediatra, potete

offrire al bambino un’alimentazione

composta da più frutta e

verdura, carne bianca, pesce, riso,

in modo da ridargli le energie perdute.

Se il bambino è pallido in viso,

ed è anche affetto da debolezza, potrebbe

trattarsi di anemia, ovvero

da una carenza di ferro. Anche qui

va consultato il pediatra che valuterà

se è il caso o meno di prescrivere

un esame di controllo per appurare

il valore del ferro nel sangue al quale

potrà seguire la prescrizione di

una dieta mirata e/o degli integratori

a base di ferro.

Infine se l’estrema stanchezza dura

per sei mesi o più, può essere diagnosticata

dal pediatra la sindrome

da stanchezza cronica (CFS).

Ovviamente il trattamento dell’eccessiva

stanchezza è il più delle

volte sintomatico, dipende cioè dal

tipo di disturbo che lo provoca. E’

comunque sempre molto importante

seguire uno stile di vita all’insegna

del benessere, con una buona e

sana alimentazione (ricca di cereali

integrali, proteine, vitamine) e praticare

attività fisica regolare.



23

pag

disegni & co.

impariamo così ad ascoltare i nostri bambini...

dossier

a cura della Redazione

in collaborazione con i propri esperti dell’infanzia

Se un bambino ti mostra il suo disegno,

ti sta rivelando parte di se stesso!

Lo scarabocchio è l’origine della scrittura,

dell’esistere come essere umano

separato dall’altro, come atto primitivo

universale simile in tutte le culture,

presso ogni razza e a tutte le latitudini.

La mano libera del bimbo, percorrendo

il foglio in lungo e in largo, lascia

una traccia, un’espressione che codifica

e rappresenta gli avvenimenti

vissuti.

Tutti i bambini

del mondo disegnano e

scarabocchiano. Cosa?

La loro vita reale. In un

periodo in cui per i bambini

è difficile esprimere i

sentimenti a parole, essi

scarabocchiano

e disegnano.

Nell’attività rappresentativa il bambino

trae grande piacere dalla triade

“occhio, cervello, mano”. Al bambino

non interessano le corrispondenze,

ma si accontenta delle somiglianze e

delle analogie, egli vede solo gli aspetti

della realtà che hanno qualche attinenza

con i suoi bisogni e le sue correnti

affettive, ecco perchè i tratti che

rappresentano l’oggetto sono pochi ed

essenziali. Fin verso i 10 anni il bambino

non disegna quello che “vede”, ma

quello che “sa” delle cose. Il disegno

non riproduce la realtà, ma esprime

una definizione di significati. La grammatica

del disegno infantile risiede in

gran parte negli “errori” che il bambino

compie.

Comprendere il significato di tali “errori”

è importante per conoscere quali


dossier <

Ha disegnato un

castello? Denota grande

fantasia e creatività del

bambino, anche in questo

caso ciò che importa

osservare è il messaggio

emotivo del disegno. Può

essere il “rifugio ideale”,

oppure una

“prigione”.

sono i bisogni, le richieste e gli interessi

del bambino. Voglio ora mettere

l’accento sull’uso dei colori nei disegni

dei vostri bambini poiché i colori

rappresentano il mondo emotivo del

bambino e come si relaziona con la

realtà. Colorare può attivare un processo

di benessere che stimola la

fantasia e la fiducia in se stessi e verso

gli altri.

Ad esempio, un bimbo che usa colori

vivaci, caldi, con i quali ricopre tutto

il foglio, esprime un carattere estroverso

e bisognoso di spazi. Userà

tutti i colori e i pastelli necessari per

comunicare la sua creatività, mentre

un bimbo sofferente o triste utilizzerà

pochi colori, probabilmente delicati

e stesi sulla carta con leggerezza.

Esiste poi un parallelismo tra enfasi

del colore e emotività. I bambini tra

i 3 e i 6 anni, hanno per il colore un

forte interesse che precede l’interesse

per la forma. Le tonalità sono tanto

più forti quanto più il bambino è piccolo,

poi con la crescita subentrano

le sfumature e i toni si fanno meno

netti e violenti. Solo con la crescita un

bambino utilizza colori adeguati agli

oggetti disegnati perchè fino agli 8

anni il bambino usa il colore sotto la

spinta delle sue emozioni: oggetto e

colore che piacciono hanno la stessa

risonanza emotiva.

Con il disegno della famiglia, reale o


25

pag

immaginaria, il bambino esprime le

dinamiche relazionali intrafamiliari.

Ogni bambino ha un particolare modo

di vivere i rapporti con gli altri membri

della famiglia che dipende, oltre che

dal suo temperamento anche dal sesso

e dalla posizione che occupa nella

gerarchia familiare.

Il disegno della figura umana varia

con la crescita. A 3/4 anni il bambino

rappresenta “la persona”. In un

unico schema rappresenta chiunque.

CERCHIO (la testa molto grande) da

cui si dipartono le braccia e le gambe.

L’omino “cefalopode” universale per

tutte le razze del mondo. Ben presto

all’interno del cerchio compaiono due

occhi grandi. Successivamente compaiono

la bocca e il naso.

A 4 anni e mezzo arriva il primo abbozzo

di tronco, a cui spesso è aggiunto

l’ombelico che affascina molto

i bambini. A volte lo posizionano al di

fuori della figura.

A 5 anni l’omino è riconoscibile, le

braccia e le gambe sono collocate in

modo corretto al tronco. Compaiono

le orecchie spesso di dimensioni eccessive.

L’occhio acquista un contorno

più preciso, nel centro compare

la pupilla (che rimarrà anche nelle

figure di profilo). Il tronco si allunga

e si allarga e diventa più grande della

testa. Braccia e gambe sono bidimensionali

e a volte compaiono accenni di

vestiario. L’omino è posto sempre in

verticale.

A 6 anni l’omino è proporzionato,

compare il collo, le braccia “acquistano”

le mani. Ci vuole un po’ più di tempo

affinché le braccia diventino una

prosecuzione delle spalle e la testa si

sollevi sul collo.

L’omino è inserito in un contesto e

personalizzato. Il cammino per arrivare

alla figura completa di organi e

abiti in corretti atteggiamenti di quiete

e di moto dura almeno 10 anni e in alcuni

casi non si conclude mai.

L’albero è un altro simbolo che ha

grande valore nel disegno. In termini

psicanalitici, l’albero è il simbolo del

Sé, cioè di quell’energia che investe

l’intera persona e ne rivela la vera

essenza. La simbologia dell’albero

è molto interessante e affascinante,

infatti il suo ciclo naturale ricorda

l’evoluzione di un essere vivente. La

nascita e lo sviluppo della vita all’interno

di un nucleo protetto (radici); la

crescita e l’evoluzione con tutti i “pericoli”

e le problematiche a esse legate,

la carica energetica entusiasmante e

vitale necessaria alla crescita; la maturazione

e il lento degrado (il tronco e

la chioma). La vita dell’albero, legata

al ciclo delle stagioni, simbolicamente

rappresenta la vita dell’essere umano,

che in base a situazioni naturali

e/o esistenziali, “impara” a dosare e

utilizzare al meglio le proprie risorse

e potenzialità. Come nell’albero, il ciclo

periodicamente si ripete.

La casa è uno dei temi più rappresentati

dai bambini: simboleggia il rifugio,

il calore familiare, il nucleo originario

amato o sofferto.

Può essere accogliente ma anche

respingente, reale o immaginaria ed

esprime un importante contenuto

emotivo del bambino dove egli proietta

se stesso. A 4/5 anni il disegno della

casa presenta tratti semplici, dai 5

ai 6 anni si arricchisce di particolari e

verso i 7 anni la casa è inserita in un

ambiente ricco di altri elementi: sole,

alberi, strade, prati, fiori, nuvole, etc.

Quando la casa disegnata è grande,

con finestre aperte e/o tendine colorate,

un comignolo con il fumo o una

strada lineare, un sole non oscurato

da nuvole, alberi o altri elementi distanti

dalla casa; denota un bambino

aperto, spontaneo, estroverso, curioso,

sicuro dei suoi rapporti affettivi. I

bambini introversi, timidi, sensibili,

tendono a disegnare una casa piccola,

sulla base inferiore del foglio, con

meno elementi, colori più tenui e tratto

più leggero; ma in entrambi i casi la

casa è accogliente.


> diventare genitori

filo diretto

a cura della Redazione

fai bei sogni

sulle ali di un libro per imparare a volare!

“Fai bei sogni” è un romanzo del 2012

ma ancora oggi attualissimo, scritto

dal giornalista Massimo Gramellini.

Dedicato a quelli che nella vita hanno

perso qualcosa. Un amore, un lavoro,

un tesoro è la storia autobiografica di

un bambino, e poi di un adulto, che

deve imparare ad affrontare il dolore

della perdita della mamma, e combattere

un mostro insidioso, il timore

di vivere. Il protagonista cammina

sulle punte dei piedi e a testa bassa

perché il cielo lo spaventa, e anche la

terra. Si rifiuta di accettare la realtà,

e così finisce per smarrire se stesso...

Massimo Gramellini raccoglie in

questo suo scritto gli slanci e le ferite

di una vita priva del suo appiglio più

solido, l’amore di una madre. Una

lotta incessante contro la solitudine,

l’inadeguatezza e il senso di abbandono,

raccontata con passione e delicata

ironia.

“Fai bei sogni” ti tocca il cuore e ti

lascia con la voglia di incontrare

“quel bambino” per stringerlo forte

al cuore! “Fai bei sogni” è soprattutto

un libro sulla verità e sulla paura

di conoscerla. Immergendosi nella

sofferenza e superandola, ci ricorda

come sia sempre possibile buttarsi

alle spalle la sfiducia per andare al di

là dei nostri limiti.

“Se un sogno

è il tuo sogno, quello

per cui sei venuto al mondo,

non riuscirai mai a

liberartene. Continuerà

a mandarti dei segnali

disperati, come la noia e

l’assenza di entusiasmo,

confidando nella

tua ribellione”.

Massimo Gramellini

autore: Silvia Biferale

edizioni Curci

prezzo ind.: € 18

“IL BAMBINO E LA MUSICA”

Prima s’inizia, meglio è: l’apprendimento musicale nei bambini, secondo il

metodo Gordon, comincia già all’età neonatale. Un libro che spiega in modo

semplice ed efficace questo metodo che intreccia linguaggio verbale e linguaggio

musicale all’importanza dell’ascolto precoce per far cresere i bambini

con la musica.

“MI È NATO UN PAPÀ”

Come vivono i padri l’esperienza della gravidanza? Il punto di vista originale e

maschile dell’attesa di un bambino. L’autore, pediatra e padre di 3 figli, racconta

le dinamiche individuali e di coppia che si attivano con la genitorialità e

suggerisce modi di interazione positiva, esplorando l’arco di tempo che va dal

concepimento al primo anno di vita.

autore: Alessandro Volta

Urrà editore

prezzo ind.: € 12


autore: Hollie Smith

editore: Red!

prezzo ind.: € 12

27

pag

“CONTIAMO FINO A 10!”

Tanti consigli utili per restare calmi

nel pieno dei capricci dei nostri figli:

lo scopo di questo libro è proprio

quello di sviluppare stategie che aiutino

a riconoscere la propria rabbia e

a darle il giusto spazio. Non si tratta

di come rispondere ai capricci, ma di

lavorare su se stessi per mantenere

la calma e la pazienza proprio quando

i nostri figli perdono il controllo.

testo e disegni:

Margaret Atwood

Giralangolo editore

prezzo ind.: € 13

testo e

disegni:

Matteo Gubellini

Bohem editore

prezzo ind.: € 14

“CHE PIACERE, SIG BABAU”

Che succede quando la sera un armadio

si apre pian-piano cigolando

e creature mostruose invadono i

sogni dei bambini? Arriva Babau, vispo

e arzillo per terrorizzarli tutti...

ma Elio, bambino coraggioso non si

lascia intimidire e lo saluta gentilmente:

“che piacere, signor Babau!”,

inizia così un’amicizia che contagia

grandi e piccini in questa divertente

storia di bambini.

autore: Zita Dazzi

illustrazioni: B. Bongini

San Paolo libri editore

prezzo ind.: € 10

“SCIROPPO DI LUMACHE

E ALTRI RIMEDI”

Due fratellini giocano felici nella loro

casa sull’albero, liberi di godersi il

sole, ripararsi dalla pioggia e giocare

con gli animaletti che popolano i

rami… ma che succede? Qualcuno

sta togliendo la scala: sono due castori

dispettosi! Che si fa? Per fortuna,

un’aquila gentile riporta a terra i

fratellini, che con assi e chiodi torneranno

in cima all’albero per continuare

a sognare le loro “avventure”!

“QUASSÙ SULL’ALBERO”

I rimedi strampalati della nonna s’inseriscono

nella routine di una bambina

di otto anni, con inediti risultati:

nel libro lei racconta le strane ricette

del dottor Gallo, un medico severissimo

e degli incredibili rimedi di nonna

Topina. La quotidianita scandita da

impegni, compiti, sport e influenze è

attraversata

dall’incontro-scontro

tra il rigido medico e la nonna con un

insolito finale tutto da leggere...


diventare genitori <

Piccola Radio è un’emittente accessibile

esclusivamente via web che

permette ai bambini di entrare nella

magia di una fiaba, oltre che consiapprofondimenti

a cura dott. Antonio Di Napoli

ingegnere informatico

favole da vedere

leggere e ascoltare sul web, ma... affidabili!

Esistono tanti siti web che contengono

fiabe, favole e fumetti adatti alle

varie età dell’infanzia o della fanciullezza;

vi segnalo solo quelli riconducibili

a organizzazioni ben note e

fidate, che hanno il grande pregio di

pubblicare spesso contenuti di alta

qualità e attendibilità garantendo

al visitatore l’assenza di materiale

osceno nonché di dubbio o dannoso

valore morale e formativo.

Per l’accesso ai siti web, anche quelli

più noti, vi consiglio di utilizzare i

più comuni motori di ricerca (Google,

Tiscali, Yahoo,…) ponendo sempre

attenzione quando digitate manualmente

un indirizzo web (anche detto

URL); basta omettere o sbagliare

anche una sola lettera per rischiare

di accedere a siti ingannevoli o con

contenuti potenzialmente dannosi

per il vostro PC o telefono (es. virus)

o addirittura osceni.

In www.carabinieri.it, c’è uno spazio

per i ragazzi (7-11 anni) e per i

più piccoli contenente fiabe, favole

e fumetti che trattano in maniera

semplice argomenti piuttosto delicati

(sfruttamento dei minori, violenza e

maltrattamenti, etc) fornendo anche

consigli molto utili per i bambini e

per i genitori.

Se volete raccontare le favole classiche

di tradizione romana e greca, vi

segnalo il sito ICONOS, i cui contenuti

sono curati dalla cattedra di Iconografia

e Iconologia del Dipartimento

di Storia dell’Arte della Facoltà di

Scienze Umanistiche dell’Università

di Roma “La Sapienza”, dove sono

elencate le principali storie di Fedro

ed Esopo.

Se ai vostri figli piace la Scienza, in

particolare l’Astronomia, vi raccomando

il sito dell’Agenzia Spaziale

Italiana (ASI). Nella sezione “Educational”

trovate “La scienza a fumetti”,

storie affascinanti come la composizione

dell’Universo, la Terra vista

dalla Spazio e la vita degli astronauti

nella stazione orbitale internazionale.

I contenuti sono particolarmente

adatti a ragazzi dai 9/10 anni, meglio

se in compagnia di adulti per via delle

tematiche complesse affrontate.

Una delle caratteristiche che ha contribuito

sin da subito alla diffusione di

Internet al grande pubblico è quella

della multimedialità. Internet non

offre solo informazioni testuali o grafiche

ma anche contenuti audio e video.

Vi segnalo il sito web di Piccola

Radio: “il percorso sonoro che RADIO

TRE dedica alla lettura per l’infanzia

e al mondo dei più piccoli”.


29

pag

gliare ricette di cucina, itinerari di

viaggio e canzoni ma tutto sempre

per i piccoli ascoltatori.

E’ possibile ascoltare sia la diretta

audio (anche detta streaming) sia

scaricare le puntate precedenti che

Come possiamo

sfruttare al meglio le

tecnologie informatiche

ed essere sicuri

dell’attendibilità e

della qualità delle

informazioni presenti

sul web?

sono disponibili in formato mp3 cliccando

sulla scritta “podcast” oppure

sul riquadro “Archivio” collocato nella

parte in basso a destra nella pagina.

Si accede a Piccola Radio dal sito

di Radio Tre (http://www.radio3.rai.

it), si scorre la pagina in basso fino a

trovare sulla destra il riquadro “piccola

RAI radio3”.

Rimanendo sempre in tema ma cambiando

canale, su RAI Radio1 sono

disponibili una serie di audiofiabe in

formato mp3, ossia dei racconti brevi

dei grandi della letteratura, ascoltabili

sul sito stesso o scaricabili sul

proprio computer o smartphone in

modo da essere riprodotti quando

si ritiene più opportuno. Per trovare

il sito vi consiglio di digitare su un

motore di ricerca le seguenti parole

chiave: audiofiabe radio1. In ogni

caso il link è il seguente:

http://www.radio.rai.it/radio1/fantasticamente/elencoaudiofiabe.cfm

Uno dei maggiori pregi dei contenuti

audio è che ben si prestano a essere

ascoltati in automobile quando siete

con i vostri figli.

Se avete uno stereo in grado di leggere

il formato mp3 allora basta unicamente

registrare le tracce audio su

un CD/DVD tramite uno dei programmi

che spesso sono già installati sui

personal computer altrimenti è necessario

prima convertire i files mp3

in formato .wav (ad esempio tramite

Windows Media Player) e poi masterizzare

il CD.

E’ importante evidenziare che le fiabe,

le favole e i fumetti in formato

digitale (testo o audio) non sono da

intendersi come sostituti dei tradizionali

libri, che mantengono ancora

un’elevata fruibilità, ma come validi

complementi da tenere in considerazione

per arricchire i contenuti

già presenti in casa, magari quando

servono in tempi rapidi dei nuovi racconti

oppure si vuole rispondere in

maniera semplice alle domande poste

da figli particolarmente curiosi su

tematiche complesse o delicate.

Se avete domande, curiosità, dubbi

scrivetemi pure una email ma anche

una bella lettera.•


> diventare genitori

cuccioli & co.

a cura dott.ssa Licia Scacco

medico veterinario

animali furbi

che passano l’inverno a dormire...

E’ finito l’inverno e alcuni animali che

hanno cercato ripari in cavità di alberi,

grotte, escavazioni nel terreno sui

pendii collinari o sotto grossi alberi si

svegliano dal letargo o riposo invernale

che ha durata diversa a seconda

delle specie ed è uno stato in cui

i processi metabolici sono estremamente

rallentati.

Sono tanti gli animali che ricorrono

alla quiescenza, dalle formiche agli

orsi, ma anche le tartaruga di terra

ed altri rettili; tutti, però, hanno in comune

l’abitare in territori con inverni

più freddi. Un esempio? Gli animali

della savana non vanno in letargo,

ma gli abitanti dei grandi boschi del

Nord America sì, ci vanno e per lunghi

mesi.

Gli orsi ad esempio nella stagione

invernale, dopo aver accumulato sufficienti

riserve di grasso, si rifugiano

in grotte dove cadono in una specie

di sonno profondo che dura anche

un mese. Durante questa fase di vita

rallentata l’orso esce ogni tanto per

alimentarsi e le femmine ne approfittano

per partorire.

L’ibernazione dell’orso bruno è differente

dal letargo ad esempio dei ghiri

per il quale il rallentamento metabolico

è assai più intenso e il risveglio

dipende da un meccanismo fisiologico

particolare, infatti l’orso durante

il suo letargo può reagire a stimoli,

seppure in modo torbido.

La temperatura corporea degli orsi

può comunque abbassarsi di 5° raggiungendo

i 31°C, il ritmo cardiaco

rallenta e il consumo di ossigeno

diminuisce della metà. Quando in

primavera riprendono la loro piena

attività, gli orsi sono dimagriti ma

sono sopravvissuti bene al freddo e

alla penuria di alimenti.

Il ghiro, invece, si nasconde dentro

un tronco d’albero o in una tana scavata

e si addormenta arrotolato su

stesso spesso in compagnia di altri

congeneri.

Il metabolismo rallenta e la temperatura

si abbassa quasi come la temperatura

esterna e l’animale trascorre

circa sette mesi in questo stato di

completo letargo da cui esce soltanto

nel mese di maggio.

Durante i mesi rigidi il sangue non

congela nonostante in alcune specie

la temperatura corporea può raggiungere

i -2°C grazie a varie sostanze,

come sali, urea, acido urico ecc...

che impediscono all’acqua presente

nel plasma sanguigno e nel citoplasma

di cristallizzare e di distruggere

così le membrane cellulari.

Quindi mettono il pigiama, prendono

il cuscino, la trapunta e via… tutti a

nanna!!!•


31

pag



33

pag

cosa bolle in pentola

a cura di Ilaria Zamboni

counselor relazionale

Angel Cake:

la torta più soffice e profumata che ci sia!

Una torta soffice e delicatamente

profumata al limone di Sorrento che

ben si presta ad essere proposta

come alternativa alla classica colomba...

per una Pasqua di nuovi sapori

mediterranei!

stampo, deve essere capovolto in

modo che possa prendere aria nella

base. Se non avete lo stampo originale,

potete girare il dolce a testa in giù,

infilandolo sul collo di una bottiglia di

vetro dal buco della ciambella stessa.

Ecco come prepararla: separare i

tuorli dagli albumi e montarli a neve

con il cremor tartaro azionando le

fruste elettriche per 10-15 minuti.

Mettere farina, zucchero, lievito e

sale setacciati in una terrina e fare un

buco al centro. Aggiungere olio, tuorli,

acqua e scorza di limone e amalgamarli

con lo sbattitore elettrico

fino ad ottenere un composto liscio

ed omogeneo. Unire gli albumi piano

piano, in 2¬3 tempi, con una frusta a

mano dal basso verso l’alto.

Versare tutto nello stampo originale

per “angel cake” o in uno stampo a

cerniera di 25-26 cm di diametro e

almeno 10 cm di altezza 01 dolce diventa

alto e soffice, è questa la sua

caratteristica!) ma non imburrare lo

stampo.

Cuocere nel ripiano basso del forno

statico preriscaldato a 160° per 50

min. e a 175° per ulteriori 10 min.

A fine cottura e per il tempo del raffreddamento

il dolce, ancora nello

Montare gli ingredienti della glassa

con le fruste elettriche finché il composto

non sarà duro e ben sostenuto.

Quando il dolce si sarà raffreddato

procedere a glassarlo con l’aiuto di

una spatola bagnata con acqua. Non

appoggiare il dolce sul piano di lavoro,

perché una volta glassato sarà

difficile spostarlo nel piatto da portata.

Mettete il dolce su un piatto da frutta

e appoggiatelo su una tazza da colazione,

in modo che rimanga rialzato

rispetto al piano di lavoro. L’eccesso

di glassa cadrà sul piano di lavoro

e, una volta terminata la glassatura,

sarà facile spostare il dolce.

Prima di procedere con l’eventuale

ulteriore decorazione, occorrerà lasciare

indurire la glassa per qualche

ora. Buon appetito!

Ingredienti:

5 uova

300 gr zucchero

300 gr farina 00

150 ml olio di semi

1 limone di Sorrento

150 ml acqua (e succo del limone)

1 cucchiaino Cremor Tartaro

1 pizzico di sale

1 bustina lievito per dolci

Per la glassa:

400 gr zucchero a velo

2 albumi d’uovo

Qualche goccia di succo e scorza di

limone

25 gr di farina di mais

Per decorare:

Ovetti di cioccolato confettati,

biscottini pasquali, nastro colorato.


bolle di sapone

fatte in casa... quanto grandi riesci a farle?

Ti sei chiesto perché si formano le

bolle di sapone? Semplice, perché

l’acqua “è elastica”.

Le molecole d’acqua sono tenute insieme

dalla tensione superficiale: una

rete di molecole che si dispongono in

superficie come fosse una pellicola

invisibile.

La tensione superficiale dell’acqua è

forte abbastanza da sostenere anche

piccoli insetti, come i ragni d’acqua…

ma torniamo alle nostre bolle!

Quando aggiungi detersivo all’acqua,

la tensione superficiale si riduce, le

molecole possono andarsene in giro e

questo permette di stendere l’acqua in

una sottile pellicola.

Una bolla di sapone che “fluttua” piena

d’aria sarà sempre di forma sferica,

come un pallone: è proprio la

tensione superficiale che la riporta a

quella forma, come fosse un palloncino

di gomma.

Ma dopo questa spiegazione scientifica,

facciamo insieme le migliori bolle

di sapone per stupire amici e parenti!

Ecco cosa ti serve per farle “smisurate”:

detersivo liquido per piatti;

glicerina o sciroppo di glucosio; una

bacinella larga e bassa; una gruccia

attaccapanni di metallo; un gomitolo

di spago; del nastro isolante; acqua;

una brocca.

Per fare le bolle di sapone buone

davvero, per ogni 15 parti di acqua,

aggiungi una parte di detersivo per i

piatti e un quarto di una parte di glicerina.

Puoi comprare la glicerina

in farmacia, ma è molto costosa e se

hai in programma di fare un sacco di

bolle, lo sciroppo di glucosio è un ottima

alternativa a buon mercato... tieni

presente che la miscela per le bolle si

mantiene per parecchi giorni, basta

darle una mescolata prima di usarla.

Metti il detersivo e la glicerina nella

brocca, mescola un po’ e poi rovescia

la miscela nella bacinella d’acqua. Dai

alla gruccia attaccapanni una forma

circolare e fatti aiutare da un adulto a

piegare il gancio in dentro in modo da

creare un’impugnatura.

Avvolgi lo spago intorno alla gruccia

partendo dall’impugnatura, e ricoprendo

completamente il filo metallico.

Quando hai finito, fissa lo spago

con il nastro isolante all’altezza

dell’impugnatura.

A questo punto sei pronto per fare

le bolle: immergi il tuo “archetto”

per le bolle nella bacinella facendo

attenzione che l’acqua bagni tutto lo

spago dell’archetto, da tutti i lati…

tira fuori l’archetto e lascia che la miscela

sgoccioli un po’… fai le tue bolle

muovendo l’archetto nell’aria… se giri

con un colpo secco il tuo archetto, la

bolla si staccherà, liberandosi nell’aria,

mentre se muovi l’archetto in orizzontale

davanti a te farai una bolla a

forma di salsicciotto! Insomma, sperimenta

e divertiti a fare le bolle più

grandi che riesci! •


RILEGGI

LA 1° PUNTATA

da cui tutto è cominciato!!!




a cura di Marianna De Luca

educatrice scuola materna e elementari

piccolo grande

Dentino...

Carissimi miei piccoli lettori, Sicuramente

anche voi conoscete la Fata dei Dentini

vero? Bè, proprio di lei vi raccontero’: lei

che con gioia passa a recuperare i dentini

caduti dei piccoli, lasciando traccia del

suo passaggio con un soldino, un piccolo

dono o dolcissime bontà...

vi raccontero’ di lei, di

Oliver e del suo Dentino.

Finalmente giunse la sera

e Oliver che aveva perso

il suo quinto dentino era

impaziente di andare a letto

perchè la Fatina passasse...

chissà quale dono avrebbe

lasciato!

Cosi’, Oliver mise il suo bel

dentino sotto il cuscino

e con uno splendido

sorriso stampato sul

volto si addormento’

felice. Ma qualcosa ando’

come nessuno si sarebbe

mai aspettato: il dentino

di Oliver sguscio’ fuori

dal cuscino, si avvicino’

alla finestra e decise di

voler andare in giro per

il mondo, quel mondo che

tanto lo aveva incantato...

un balzo e fu fuori!

Quanta bellezza davanti

ai suoi occhi: la natura,

i suoi odori, il vento, i

colori: la libertà. Dentino

trascorse ore a gustarsi

quella meraviglia di mondo

e il silenzio della notte

lo fecero riflettere

profondamente...

La Fatina, a mezzanotte in punto arrivo’

e non trovando Dentino, intui’ cosa poteva essere

successo. Tutta la magia in suo potere a nulla

serviva contro la volontà e la libera scelta di

Dentino. Già, Il Libero Arbitrio! Dentino aveva fatto

la sua scelta, e non c’era altro da fare se non

provare a essere felice per lui. E Oliver?

Non ci pensava a lui?


A quanto dispiacere gli

avrebbe procurato?

Evidentemente no, fino ad

allora!

pur essendo un semplice

Dentino, comprese grandi

verità: in quel posto i

ncantato chiamato

mondo, la natura,

ogni singolo essere,

anche il più piccolo

è stato creato tenendo conto di una complessità, di una totalità

molto più grande di quella che in realtà appare ai nostri “piccoli

occhi”. Una grande Totalità che ha radici ed esistenza da tutti gli

esseri viventi e non.

Piccolo Dentino dal cuore grande e altruista ha compreso e

ora sceglie un ideale più grande: il sorriso e la speranza di un

bambino! Dentino aveva contribuito a generare la fiducia nei propri

sogni. I sogni di Oliver, che a sua volta avrebbe trasmesso a

un’altra persona e questa a un’altra ancora e ancora...

migliorando l’incanto del Mondo!

Un fiabesco abbraccio

dalla Fata Raccontastorie

Illustrazioni di Lucia Zerbinati

counselor relazionale, illustratrice di favole per bambini

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