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la nostra gente pag 16
PAGINE
E’ possibile essere costruttori di Pace ognuno nel proprio quotidiano?
ANNA MAZZALI, studentessa universitaria Corso di Laurea Scienze
della Formazione, 23 anni, aiuto Capo Reparto Agesci Rolo 1°.
La pace è una questione di educazione
LORENZO FUSARI
studente universitario Corso di Lau-
D
urante l’ultima uscita, in una competizione
ludica, un ragazzo è accidentalmente
caduto e ho notato che un
amico a lui vicino si è fermato, l’ha aiutato
a sollevarsi e sono ripartiti insieme.
Ciò mi ha fatto riflettere. «Se metti te
stesso al servizio degli altri giorno per
giorno, nelle piccole come nelle grandi
cose, ti renderai conto di star sviluppando
in te quella scintilla d'amore, finché
diventerà talmente forte da sollevarti al
di sopra di tutte le difficoltà e le noie
della vita» diceva Baden Powell, che
invitava gli scout e le guide a «lasciare
questo mondo un po’ meglio di come lo
abbiamo trovato». Affidandoci alle parole
di BP, ricordiamo che. Lo scopo di
noi capi è quello di sensibilizzare per
poter sviluppare nei ragazzi un pensiero
critico riguardo alla loro impronta nella
vita quotidiana. Il nostro mandato è
quello di aiutarli ad essere responsabili
della parola data, rendendo la loro promessa
un intervento concreto nella realtà
per poter essere veri costruttori di
pace. La vita comunitaria, esperienza
educativa indispensabile, è la concretizzazione
dei valori che vogliamo trasmettere.
Non ci si rivolge genericamente
al gruppo, ma si ha fiducia nella persona
e nelle potenzialità che esprime. Ci
auguriamo che ogni ragazzo possa conoscere
le proprie abilità per sentirsi valorizzato
e mettersi a disposizione del
prossimo, in associazione e all’esterno
di questa. Ciò sviluppa naturalmente un
senso di cooperazione e solidarietà in
cui il più giovane è accompagnato dal
più esperto e il più grande si fa piccolo
per accompagnare il giovane. Questa
mentalità improntata sulla collaborazione
e sul dialogo la concretizziamo anche
attraverso il gioco, incisivo per formare
persone che abbiano coraggio e sappiano
superare limiti, paure o invidie. Perché
la paura e l’invidia sono all’origine
di tanti conflitti.
Uno scout, allora, è un vero operatore
di pace quando ascolta, aspetta e tende
la mano al suo vicino, chiunque esso sia.
Anna Mazzali
S
ono Lorenzo Fusari, studio scienze
politiche all’Università Alma Mater di
Bologna. Da quando ho 19 anni sono consigliere
comunale per cui ho avuto la fortuna
di poter affiancare lo studio e le
riflessioni teoriche sulla politica ad attività
più pragmatiche. Il tema della guerra è
piuttosto onnipresente nei vari corsi del
mio indirizzo.
La guerra è parte integrante della storia
dell’uomo, forse il vero unico filo conduttore
dall’alba dei tempi ad oggi. Sul
perché la condizione umana sia tale da
confluire sempre nella guerra si sono interrogati
molteplici studiosi nel corso della
storia. Ma la letteratura della guerra riconduce
sempre all’antropologia, e si sviluppa
con un percorso dicotomico. La corrente
del Realismo, che considera la guerra parte
integrante dell’uomo, espressione della
sua natura conflittuale e dunque elemento
imprescindibile dell’essere umano. D’altra
parte si sviluppa la corrente dell’Idealismo,
secondo cui la natura umana non è immu-