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2022-04 LNG 434

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LA SAGGEZZA DEL TEMPO, I NONNI:

la storia di una famiglia, di una comunità, perché sono un “popolo” di alberi le cui

radici continuano a portare frutto, nonostante la vecchiaia.

Iniziamo con questo numero un filo diretto tra i lettori di LNG ed i nonni, anello di congiunzione

tra le generazioni, disponibili a raccontare di fede, di nipoti, di tradizioni, di

emigrazione, di vita.

la nostra gente pag 20

ESSERE NONNI

Cosa

vuol dire ESSERE NONNI?

ESSERE NONNI vuol dire

essere un “grande” uomo, ma piccolo

come un bambino perché devi giocare

come un bambino, ma pure adulto per

rapportarti ancora con i figli ora adulti

anche loro.

ESSERE NONNI vuol dire avere un cuore

per amare tanto, una pazienza che non

ha fine, due braccia aperte pronte a coccolare

e consolare e un sorriso per rasserenare

e incoraggiare gli uni, i nipoti, ma

anche gli altri, i figli.

ESSERE NONNI è avere la casa sempre in

disordine e renderti conto che non ti

interessa più nulla.

ESSERE NONNI vuol dire avere il tempo

per ascoltare, per giocare, per inventare

favole, per viziare.

Mio marito ed io in pochi anni siamo

diventati nonni di cinque nipoti e ci siamo

accorti che il bene non si divide, ma

si moltiplica. Siamo diventati molto più

pazienti e, quando ci sono i bambini,

siamo a loro completa disposizione; e poi

che bello quando vengono nel lettone!!

Uno dei nostri giochi preferiti è fare lo

gnocco fritto e allora preparo cinque

assettine, cinque cannelline, metto ai

miei nipoti i loro cappelli da cuoco con il

loro nome ed io sono la chef……non vi

dico la farina che cade a terra, ma vi garantisco

che sono diventati bravissimi a

tirare la pasta e a fare diverse forme che

devono essere rigorosamente fritte e

mangiate. Questi momenti insieme, dove

il gioco unisce e i bambini interagiscono

con te, adulto complice, facendo qualcosa

che li diverte, crea un rapporto di sinergia

indissolubile. I loro occhi incrociano

i tuoi e sanno che possono fidarsi . Per

questo essere nonni vuol dire donare

saggezza e ricevere allegria, perché anche

se hai male un ginocchio o sei triste,

vedere i nipoti devi sfoderare il sorriso

più accattivante che ci sia, perché pensi

solo alla loro felicità.

ESSERE NONNI vuol dire nascondere una

lacrima di commozione nel sentire

“Nonna ti voglio bene“ ma anche far

capire con uno sguardo: “Noi ci siamo

sempre”.

VALERIA

A

che punto siamo? Siamo fermi a…

“La guerra continua”! Putin sembra

attendere il giorno d’aver distrutto tutto,

per sedersi, padrone, al tavolo della pace

e far girare il mondo secondo l’ORDINE

che la sua mente partorirà e che lui indentifica

con quello della Grande Madre

Russia. E’ inaccettabile. Zelensky – Ucraina-

chiede armi all’occidente, perché

vuole “vincere la Guerra”. Ma le armi

sanno solo distruggere e seminare altro

odio. Le guerre odierne, come del resto

quelle del secolo XX, creano solo il “Tutti

perdenti”. Papa Francesco ce lo ripete

ogni giorno: “Se vuoi la pace, prepara la

pace”. Non lo ascoltano: non è una novità;

i capi dei popoli non hanno ascoltato

neppure i suoi predecessori (A parte Gorbaciov

e Kennedy-Kruscev: al tempo della

crisi di Cuba accolsero l’appello di papa

Giovanni XXIII, nel 1961) Timidi tentativi

d'avviare un dialogo tra Russia e Ucraina

hanno fatto in questi giorni l’Europa

(Telefonata Macron-Putin), poi il turco

Erdogan che ha ospitato i delegati russi e

ucraini, ma il risultato è stato nullo. Da

ultimo il segretario dell’ONU Guterres ha

voluto incontrare sia Putin che Zelensky.

Il capo russo l’ha accolto in modo gelido,

collocandolo a uno dei due capi del lunghissimo

tavolo, come per scongiurare il

contagio da covid o di qualche lebbra.

Già lo scenario esprimeva indifferenza o

rifiuto di qualsiasi voglia di trattativa,

piuttosto che desiderio di aprire la strada

almeno alla sospensione temporanea

degl’incessanti bombardamenti russi.

Questo clima era capace di scoraggiare

anche il più consumato diplomatico. Poi

Guterres si è recato da Zelensky e ha

visitato la desolata Ucraina. In visita a

Borodianka egli ha confessato: “Quando

ho visto i palazzi distrutti ho immaginato

la mia famiglia in una di queste case ora

distrutte. Ho visto i miei nipoti correre

fuori nel panico e parte della mia famiglia

uccisa. La guerra è un’assurdità nel

XXI secolo”. E quanto alle prospettive

future, Guterres ha dichiarato: “La guerra

finirà quando la Federazione Russa deciderà

di finirla e quando ci sarà, dopo un

cessate il fuoco, la possibilità di un accordo

politico serio”. Questo lo sfogo. Pieno

di amaro realismo, del segretario dell’O-

NU. Speriamo che tutti i responsabili civili

e religiosi del mondo lo raccolgano nella

sua drammatica portata e agiscano di

fronte alla sfida in unità d’intenti.

Nell’immediato la prima cosa da fare,

capi e popoli, operatori e cittadini è questa:

“TUTTI DOBBIAMO REAGIRE ALLA

TENTAZIONE DELLO SCORAGGIAMEN-

TO". In questo momento, da semplice

credente e cittadino, mi sento di suggerire

quattro corretti atteggiamenti: a noi

tutti e a ciascuno.

1.LA PREGHIERA: personale e organizzata

in comunità, con qualche adorazione

eucaristica per implorare la pace dal Signore

Misericordioso.

2.L’INFORMAZIONE, dobbiamo conoscere

bene la realtà, sia amara che confortevole,

del mondo in cui viviamo.

3.L’AIUTO agli ucraini attraverso i canali

civili e religiosi, già all’opera.

4.L’AUSPICIO che le associazioni di volontariato

organizzino nelle città e paesi

di tutto il mondo, manifestazioni popolari

aperte a tutti i cittadini di ogni età, condizione,

fede, unite nel chiedere la pace e

la lotta ad ogni violenza, anche silenziosa,

a orari fissi, settimanali, mensili. Le

autorità garantiscano spazi, servizio d’ordine

e permessi se dovuti. Ogni persona

porti il suo mattone alla costruzione di un

mondo di pace.

Don Callisto

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