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LA SAGGEZZA DEL TEMPO, I NONNI:
la storia di una famiglia, di una comunità, perché sono un “popolo” di alberi le cui
radici continuano a portare frutto, nonostante la vecchiaia.
Iniziamo con questo numero un filo diretto tra i lettori di LNG ed i nonni, anello di congiunzione
tra le generazioni, disponibili a raccontare di fede, di nipoti, di tradizioni, di
emigrazione, di vita.
la nostra gente pag 20
ESSERE NONNI
Cosa
vuol dire ESSERE NONNI?
ESSERE NONNI vuol dire
essere un “grande” uomo, ma piccolo
come un bambino perché devi giocare
come un bambino, ma pure adulto per
rapportarti ancora con i figli ora adulti
anche loro.
ESSERE NONNI vuol dire avere un cuore
per amare tanto, una pazienza che non
ha fine, due braccia aperte pronte a coccolare
e consolare e un sorriso per rasserenare
e incoraggiare gli uni, i nipoti, ma
anche gli altri, i figli.
ESSERE NONNI è avere la casa sempre in
disordine e renderti conto che non ti
interessa più nulla.
ESSERE NONNI vuol dire avere il tempo
per ascoltare, per giocare, per inventare
favole, per viziare.
Mio marito ed io in pochi anni siamo
diventati nonni di cinque nipoti e ci siamo
accorti che il bene non si divide, ma
si moltiplica. Siamo diventati molto più
pazienti e, quando ci sono i bambini,
siamo a loro completa disposizione; e poi
che bello quando vengono nel lettone!!
Uno dei nostri giochi preferiti è fare lo
gnocco fritto e allora preparo cinque
assettine, cinque cannelline, metto ai
miei nipoti i loro cappelli da cuoco con il
loro nome ed io sono la chef……non vi
dico la farina che cade a terra, ma vi garantisco
che sono diventati bravissimi a
tirare la pasta e a fare diverse forme che
devono essere rigorosamente fritte e
mangiate. Questi momenti insieme, dove
il gioco unisce e i bambini interagiscono
con te, adulto complice, facendo qualcosa
che li diverte, crea un rapporto di sinergia
indissolubile. I loro occhi incrociano
i tuoi e sanno che possono fidarsi . Per
questo essere nonni vuol dire donare
saggezza e ricevere allegria, perché anche
se hai male un ginocchio o sei triste,
vedere i nipoti devi sfoderare il sorriso
più accattivante che ci sia, perché pensi
solo alla loro felicità.
ESSERE NONNI vuol dire nascondere una
lacrima di commozione nel sentire
“Nonna ti voglio bene“ ma anche far
capire con uno sguardo: “Noi ci siamo
sempre”.
VALERIA
A
che punto siamo? Siamo fermi a…
“La guerra continua”! Putin sembra
attendere il giorno d’aver distrutto tutto,
per sedersi, padrone, al tavolo della pace
e far girare il mondo secondo l’ORDINE
che la sua mente partorirà e che lui indentifica
con quello della Grande Madre
Russia. E’ inaccettabile. Zelensky – Ucraina-
chiede armi all’occidente, perché
vuole “vincere la Guerra”. Ma le armi
sanno solo distruggere e seminare altro
odio. Le guerre odierne, come del resto
quelle del secolo XX, creano solo il “Tutti
perdenti”. Papa Francesco ce lo ripete
ogni giorno: “Se vuoi la pace, prepara la
pace”. Non lo ascoltano: non è una novità;
i capi dei popoli non hanno ascoltato
neppure i suoi predecessori (A parte Gorbaciov
e Kennedy-Kruscev: al tempo della
crisi di Cuba accolsero l’appello di papa
Giovanni XXIII, nel 1961) Timidi tentativi
d'avviare un dialogo tra Russia e Ucraina
hanno fatto in questi giorni l’Europa
(Telefonata Macron-Putin), poi il turco
Erdogan che ha ospitato i delegati russi e
ucraini, ma il risultato è stato nullo. Da
ultimo il segretario dell’ONU Guterres ha
voluto incontrare sia Putin che Zelensky.
Il capo russo l’ha accolto in modo gelido,
collocandolo a uno dei due capi del lunghissimo
tavolo, come per scongiurare il
contagio da covid o di qualche lebbra.
Già lo scenario esprimeva indifferenza o
rifiuto di qualsiasi voglia di trattativa,
piuttosto che desiderio di aprire la strada
almeno alla sospensione temporanea
degl’incessanti bombardamenti russi.
Questo clima era capace di scoraggiare
anche il più consumato diplomatico. Poi
Guterres si è recato da Zelensky e ha
visitato la desolata Ucraina. In visita a
Borodianka egli ha confessato: “Quando
ho visto i palazzi distrutti ho immaginato
la mia famiglia in una di queste case ora
distrutte. Ho visto i miei nipoti correre
fuori nel panico e parte della mia famiglia
uccisa. La guerra è un’assurdità nel
XXI secolo”. E quanto alle prospettive
future, Guterres ha dichiarato: “La guerra
finirà quando la Federazione Russa deciderà
di finirla e quando ci sarà, dopo un
cessate il fuoco, la possibilità di un accordo
politico serio”. Questo lo sfogo. Pieno
di amaro realismo, del segretario dell’O-
NU. Speriamo che tutti i responsabili civili
e religiosi del mondo lo raccolgano nella
sua drammatica portata e agiscano di
fronte alla sfida in unità d’intenti.
Nell’immediato la prima cosa da fare,
capi e popoli, operatori e cittadini è questa:
“TUTTI DOBBIAMO REAGIRE ALLA
TENTAZIONE DELLO SCORAGGIAMEN-
TO". In questo momento, da semplice
credente e cittadino, mi sento di suggerire
quattro corretti atteggiamenti: a noi
tutti e a ciascuno.
1.LA PREGHIERA: personale e organizzata
in comunità, con qualche adorazione
eucaristica per implorare la pace dal Signore
Misericordioso.
2.L’INFORMAZIONE, dobbiamo conoscere
bene la realtà, sia amara che confortevole,
del mondo in cui viviamo.
3.L’AIUTO agli ucraini attraverso i canali
civili e religiosi, già all’opera.
4.L’AUSPICIO che le associazioni di volontariato
organizzino nelle città e paesi
di tutto il mondo, manifestazioni popolari
aperte a tutti i cittadini di ogni età, condizione,
fede, unite nel chiedere la pace e
la lotta ad ogni violenza, anche silenziosa,
a orari fissi, settimanali, mensili. Le
autorità garantiscano spazi, servizio d’ordine
e permessi se dovuti. Ogni persona
porti il suo mattone alla costruzione di un
mondo di pace.
Don Callisto