Ioannis Schinezos è un fotografo professionista, ma non solo
Ioannis Schinezos è un fotografo professionista, ma non solo
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La natura<br />
di <strong>Ioannis</strong>
on-line<br />
<strong>Schinezos</strong><br />
Fotografia naturalistica<br />
<strong>Ioannis</strong> <strong>Schinezos</strong> <strong>è</strong> <strong>un</strong><br />
<strong>fotografo</strong> <strong>professionista</strong>,<br />
<strong>ma</strong> <strong>non</strong> <strong>solo</strong>: ha diretto<br />
<strong>un</strong>a rivista su carta ed ora<br />
ne ha realizzato <strong>un</strong>a sul<br />
web, www.naturae<strong>ma</strong>gazi<br />
ne.com. Unʼintervista per<br />
approfondire il te<strong>ma</strong> della<br />
fotografia naturalistica oggi.<br />
Conobbi <strong>Ioannis</strong> <strong>Schinezos</strong> quando<br />
era socio dellʼAFNI (lʼAssociazione<br />
Fotografi Naturalisti Italiani). <strong>Ioannis</strong> fu<br />
il primo direttore editoriale di "Asferico"<br />
quando la rivista, <strong>un</strong>ica in Italia ad occuparsi<br />
<strong>solo</strong> di natura e fotografia (vedi TF<br />
giugno 2006), passò nelle <strong>ma</strong>ni dellʼAF-<br />
NI dopo anni di percorso sotto la guida<br />
delle Edizioni Trana. Era il 2002. <strong>Ioannis</strong><br />
traghettò la rivista in quel suo passaggio<br />
ardito <strong>ma</strong> fort<strong>un</strong>ato, tenendone il timone<br />
per circa <strong>un</strong> anno. Poi <strong>Ioannis</strong> intraprese<br />
<strong>un</strong>ʼaltra strada e ancora <strong>un</strong>a volta fu il<br />
primo ad iniziare <strong>un</strong>ʼavventura. Ideò<br />
www.naturae<strong>ma</strong>gazine.com, rivista online<br />
di fotografia naturalistica, di cui <strong>è</strong><br />
tuttora direttore. Finalmente anche in Italia<br />
lʼappassionato di im<strong>ma</strong>gini di natura ha <strong>un</strong><br />
sito ben fatto a cui rivolgersi per attingere<br />
infor<strong>ma</strong>zioni dedicate esclusivamente al<br />
proprio genere preferito: lʼimpostazione<br />
grafica <strong>è</strong> di livello professionale e le<br />
im<strong>ma</strong>gini sono di ottimi fotografi naturalisti,<br />
italiani <strong>ma</strong> <strong>non</strong> <strong>solo</strong>.<br />
Ma <strong>Ioannis</strong> <strong>non</strong> <strong>è</strong> attivo <strong>solo</strong> nel mondo<br />
virtuale. È <strong>fotografo</strong> <strong>professionista</strong> e<br />
pubblicista, con numerose pubblicazioni<br />
allʼattivo nel settore dellʼeditoria specializzata<br />
in natura, geografia e fotografia tra<br />
Italia, Ger<strong>ma</strong>nia, Grecia ed Inghilterra.<br />
<strong>Ioannis</strong>, come <strong>è</strong> nata lʼidea di dar<br />
vita in Italia a <strong>un</strong>a rivista di fotografia<br />
naturalistica on-line? E dal nome<br />
anglo-latino!<br />
1 Marangone dal ciuffo (Phalacrocorax<br />
aristotelis).<br />
Nikon F100, Nikkor 400mm f/5.6.<br />
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2 Fiore di ipomea a tre colori (Ipomoea tricolor).<br />
Nikon D200, Micro Nikkor 200mm f/4, treppiede, luce naturale.<br />
Siamo partiti quattro anni fa, in <strong>un</strong><br />
momento di pieno sviluppo del settore<br />
web, almeno per quanto riguarda la natura<br />
in Italia. Avevamo le competenze sia<br />
nel graphic e web design, sia nel lavoro<br />
redazionale e così abbiamo iniziato questa<br />
avventura.<br />
Lʼaccoglienza <strong>è</strong> stata otti<strong>ma</strong>, quasi<br />
immediatamente. Dopo qualche mese ci<br />
hanno recensito diverse pubblicazioni del<br />
settore, <strong>non</strong>ché il supplemento Il Venerdì<br />
di Repubblica e questo ha contribuito ad<br />
innalzare in <strong>ma</strong>niera sensibile e costante i<br />
contatti del sito.<br />
Siamo nati pensando anche ai lettori di<br />
lingua inglese, ecco il perché del nome<br />
"misto". Dopo l'esperienza di questi<br />
primi quattro anni, abbiamo optato<br />
per <strong>un</strong> restyling del sito per offrire <strong>un</strong>a<br />
migliore fruibilità dei contenuti e per<br />
implementare importanti novità, pri<strong>ma</strong><br />
fra tutte la pubblicazione degli articoli<br />
anche in inglese.<br />
Ovviamente tutto ciò <strong>è</strong> impegnativo. Non<br />
siamo legati a ness<strong>un</strong> gruppo o associazio-<br />
ne e questo, se da <strong>un</strong>a parte ci consente <strong>un</strong>a<br />
gestione libera ed indipendente, dallʼaltra<br />
<strong>non</strong> ci permette di disporre di risorse economiche<br />
sufficienti da investire.<br />
Mi sorprende rilevare come naturae<strong>ma</strong>gazine<br />
<strong>non</strong> abbia <strong>un</strong> Forum, a differenza<br />
di quanto avviene per altre riviste online<br />
in lingua inglese.<br />
Eʼ vero: molti web-<strong>ma</strong>gazine (o webzine)<br />
di lingua inglese hanno il relativo forum,<br />
noi siamo <strong>un</strong>a realtà editoriale on-line che<br />
<strong>non</strong> ha <strong>ma</strong>i seguito la corrente; preferiamo<br />
presentare articoli di qualità in <strong>un</strong> ambiente<br />
grafico mini<strong>ma</strong>le ed elegante. I nostri<br />
aggiornamenti sono mensili e costanti. Dal<br />
p<strong>un</strong>to di vista dei contenuti, <strong>non</strong> amiamo<br />
coccolare per forza il lettore e siamo stati<br />
i primi a toccare te<strong>ma</strong>tiche solitamente<br />
ignorate da chi scrive di fotografia e/o<br />
natura. Inoltre, crediamo molto nella<br />
qualità delle parole, abitudine piuttosto<br />
rara nellʼambiente web.<br />
Per tutto questo abbiamo <strong>un</strong> pubblico<br />
molto fedele ed affezionato. Insom<strong>ma</strong>,<br />
nel mondo della rete che si occupa di<br />
fotografia naturalistica, siamo <strong>un</strong>a mosca<br />
bianca … piuttosto attraente.<br />
Lʼaccoglienza di alc<strong>un</strong>i articoli da parte<br />
dei lettori ci ha piacevolmente sorpresi in<br />
più di <strong>un</strong>a occasione: ad esempio, qualche<br />
mese fa abbiamo pubblicato <strong>un</strong> articolo<br />
dal titolo "…Belle foto…" ; il contenuto,<br />
affatto facile, riguardava <strong>un</strong> certo disagio,<br />
<strong>un</strong> forte senso di critica (ed autocritica,<br />
naturalmente) verso <strong>un</strong> determinato tipo<br />
di im<strong>ma</strong>gini esteticamente valide <strong>ma</strong><br />
piuttosto sterili, senza messaggi. Bene,<br />
inaspettatamente abbiamo ricevuto moltissimi<br />
apprezzamenti da parte dei lettori per<br />
quel pezzo. Questo indica che lʼappassionato<br />
fotonaturalista <strong>non</strong> desidera leggere<br />
esclusivamente di tempi di otturazione<br />
e di profondità di campo, <strong>ma</strong> ha anche<br />
bisogno dʼaltro.<br />
Produrre oggi im<strong>ma</strong>gini che colpiscano<br />
la nostra attenzione sta diventando<br />
sempre più difficile; alla <strong>ma</strong>ggiore<br />
facilità di fotografare si contrappone
<strong>un</strong>a crescente difficoltà di meravigliare<br />
lʼosservatore.<br />
Oggi <strong>un</strong> <strong>fotografo</strong> può raggi<strong>un</strong>gere ogni<br />
santuario naturale del pianeta, dalle foreste<br />
del Borneo allʼAntartide, dagli altopiani<br />
desertici del sud America ai <strong>ma</strong>ri artici.<br />
Questo accesso alla fonte più facile che<br />
nel passato, ha fatto aumentare verticalmente<br />
il numero delle im<strong>ma</strong>gini di natura<br />
disponibili sul mercato; spesso di tratta<br />
di im<strong>ma</strong>gini sostanzialmente simili, se<br />
<strong>non</strong> identiche, <strong>ma</strong> questa sovrabbondanza<br />
di <strong>ma</strong>teriale fa sì la che concorrenza<br />
sia diventata serrata. Negli anni settanta<br />
qualsiasi banalissi<strong>ma</strong> im<strong>ma</strong>gine della<br />
Patagonia o delle isole Falkland ci lasciava<br />
a bocca aperta. Ora <strong>non</strong> <strong>è</strong> più così.<br />
Tuttavia i <strong>ma</strong>rgini ci sono e vanno ricercati<br />
proprio in quegli ambienti considerati a<br />
torto saturi e del tutto esplorati. La sfida<br />
attuale <strong>è</strong> quella di mostrare e interpretare<br />
soggetti nor<strong>ma</strong>li, già visti, <strong>ma</strong> in modo<br />
diverso. Questo richiede <strong>un</strong>o sforzo notevole<br />
poiché implica <strong>un</strong>a profonda conoscenza<br />
sia della realtà naturale del luogo,<br />
sia del soggetto in questione. Credo che<br />
il <strong>fotografo</strong> dovrebbe mirare a produrre<br />
im<strong>ma</strong>gini attive, nelle quali vengono a<br />
confluire la sua esperienza, la sua sensibilità<br />
estetica, la sua cultura.<br />
Una volta chiariti i concetti relativi alla<br />
tecnica, la fotografia ad alto livello (e quella<br />
della natura <strong>non</strong> fa eccezione) riguarda<br />
esclusivamente gli occhi della mente.<br />
E d<strong>un</strong>que anche il lavoro del <strong>fotografo</strong><br />
di professione si sta evolvendo.<br />
Eccome! Lʼ<strong>un</strong>iverso della fotografia sta<br />
attraversando <strong>un</strong> periodo di drastici cambiamenti.<br />
Questo riguarda sia le aziende<br />
produttrici, sia i fotografi. Basta ricordare<br />
le disavventure di alc<strong>un</strong>e aziende di importanza<br />
mondiale per rendersi conto di come<br />
sia stata violenta lʼondata digitale.<br />
Fino a dieci anni fa il <strong>fotografo</strong> <strong>professionista</strong><br />
era <strong>un</strong> piccolo artigiano, ora <strong>è</strong><br />
quasi <strong>un</strong> imprenditore che deve intendersi<br />
<strong>non</strong> <strong>solo</strong> di fotografia, <strong>ma</strong> soprattutto<br />
di <strong>ma</strong>rketing. Le realtà che <strong>non</strong> hanno<br />
saputo percepire in tempo tutti questi<br />
cambiamenti hanno naufragato. Oggi<br />
essere bravi fotografi <strong>non</strong> assicura auto<strong>ma</strong>ticamente<br />
la sopravvivenza in ambito<br />
professionale; <strong>un</strong>a realtà poco piacevole<br />
da accettarsi, purtroppo.<br />
A proposito di questi argomenti, volevo<br />
spendere qualche parola riguardo <strong>un</strong> quesito<br />
che mi sento rivolgere molto spesso:<br />
"qualʼ<strong>è</strong> la differenza tra <strong>un</strong> <strong>fotografo</strong><br />
<strong>professionista</strong> ed <strong>un</strong> <strong>fotografo</strong> che opera<br />
3 Fiore di Allium carinatum.<br />
Nikon F100, Micro Nikkor 200mm f/4, treppiede, luce naturale.<br />
per diletto?"<br />
In genere si pensa che la differenza tra i<br />
due riguardi la loro abilità, <strong>ma</strong> <strong>è</strong> <strong>un</strong> errore;<br />
esistono in Italia ottimi fotografi dilettanti,<br />
e su questo vi <strong>è</strong> poco da discutere, <strong>ma</strong><br />
la differenza riguarda "tutto il resto". Il<br />
<strong>fotografo</strong> dilettante riprende abitualmente<br />
ciò che lo ispira, lo fa solamente quando<br />
ha tempo libero, investe esclusivamente<br />
quando ha la disponibilità economica, può<br />
permettersi di essere alquanto selettivo per<br />
ciò che riguarda i soggetti e gli argomenti<br />
da sviluppare, soprattutto in termini di<br />
tempo. Tutto questo per il fatto che egli<br />
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ha <strong>un</strong> altro lavoro che lo sostiene economicamente.<br />
Il <strong>fotografo</strong> <strong>professionista</strong> invece deve<br />
produrre costantemente buon <strong>ma</strong>teriale<br />
senza tralasciare il rapporto costi/benefici,<br />
deve necessariamente investire in attrezzature<br />
per ri<strong>ma</strong>nere competitivo ed in linea<br />
con le recenti tecnologie, deve seguire<br />
con attenzione lo sviluppo e le tendenze<br />
del mercato editoriale, deve sostenere<br />
delle consistenti spese per la promozione<br />
dellʼattività, per le assicurazioni, per gli<br />
aggiornamenti professionali, ecc. Se ha<br />
<strong>un</strong> lavoro commissionato, lo deve saper<br />
svolgere in modo soddisfacente qualsiasi<br />
sia lʼargomento ed il soggetto, sapendo<br />
superare gli imprevisti e le difficoltà di<br />
carattere pratico che si possono incontrare<br />
sul campo. Tutto questo, molto<br />
spesso, in <strong>un</strong> arco di tempo decisamente<br />
ristretto. Ecco, la professionalità emerge<br />
proprio in quei frangenti: saper portare a<br />
termine qualsiasi incarico di lavoro con<br />
successo. Credo che Edward Weston abbia<br />
sintetizzato perfettamente la questione con<br />
la frase: "Per il dilettante la fotografia <strong>è</strong><br />
svago, per il <strong>professionista</strong> <strong>è</strong> lavoro, anzi<br />
duro lavoro, per quanto piacevole possa<br />
essere."<br />
Come dicevo, in Italia esistono fotografi<br />
<strong>non</strong> professionisti molto bravi, prova ne<br />
sono i numerosi successi raggi<strong>un</strong>ti in<br />
importanti concorsi internazionali da <strong>un</strong><br />
buon numero di appassionati. Dallʼaltra<br />
parte però, sono relativamente pochi i<br />
fotografi che riescono ad andare oltre,<br />
a pubblicare validi lavori completi in<br />
riviste internazionali del settore (in Italia<br />
or<strong>ma</strong>i <strong>è</strong> ri<strong>ma</strong>sto poco). In altre parole, vi<br />
<strong>è</strong> <strong>un</strong>a certa difficoltà nello realizzare <strong>un</strong><br />
buon servizio completo per <strong>un</strong>a rivista<br />
o <strong>ma</strong>teriale fotografico per <strong>un</strong> libro su<br />
<strong>un</strong> argomento specifico. Perché avviene<br />
questo? Probabilmente perché i fotografi<br />
di natura italiani tendono a lavorare su<br />
im<strong>ma</strong>gini singole, forse attratti soprattutto<br />
dai concorsi del settore.<br />
Devo altresì constatare che la <strong>ma</strong>ggior<br />
parte dei fotografi di natura <strong>non</strong> a<strong>ma</strong> scrivere:<br />
questo può costituire <strong>un</strong> limite serio,<br />
soprattutto quando il principale mercato di<br />
riferimento <strong>è</strong> quello editoriale. Conosco<br />
diversi casi di fotografi il cui lavoro <strong>è</strong><br />
stato rifiutato dalle redazioni esclusivamente<br />
a causa dei testi, brevi, incompleti,<br />
inadeguati.<br />
Ovviamente le eccezioni vi sono, tutte<br />
queste considerazioni riguardano la situazione<br />
in generale.<br />
Un <strong>professionista</strong> dellʼim<strong>ma</strong>gine <strong>non</strong><br />
può <strong>non</strong> considerare, oltre allʼeditoria,<br />
il mercato pubblicitario. Quale consiglio<br />
puoi dare a chi, <strong>fotografo</strong> naturalista,<br />
volesse ampliare la propria offerta rivolgendosi<br />
anche a questo settore?<br />
Nel mercato pubblicitario americano<br />
ed europeo (soprattutto in Inghilterra,<br />
Ger<strong>ma</strong>nia e Paesi scandinavi), lʼutilizzo<br />
delle im<strong>ma</strong>gini naturalistiche <strong>è</strong> piuttosto<br />
frequente. In queste realtà i pubblicitari<br />
sono decisamente più aperti ed audaci e,
soprattutto, i destinatari del messaggio (il<br />
cosiddetto target) sono più sensibili. Da<br />
questo p<strong>un</strong>to di vista, lʼItalia ri<strong>ma</strong>ne <strong>un</strong>a<br />
realtà piuttosto tradizionale.<br />
Ovviamente <strong>non</strong> tutte le fotografie di natura<br />
si prestano ad <strong>un</strong> utilizzo in pubblicità<br />
e im<strong>ma</strong>gini validissime dal p<strong>un</strong>to di vista<br />
naturalistico potrebbero risultare totalmente<br />
inadeguate. In linea generale occorrono<br />
im<strong>ma</strong>gini evocative, con forte contenuto<br />
simbolico, oppure astratte, e così via. Eʼ<br />
necessaria quindi <strong>un</strong>ʼattenta selezione del<br />
<strong>ma</strong>teriale che si intende proporre; <strong>è</strong> <strong>un</strong>a<br />
sfida difficile <strong>ma</strong> <strong>non</strong> impossibile.<br />
La fotografia di natura sembrerebbe<br />
<strong>un</strong>ʼattività quasi esclusivamente<br />
<strong>ma</strong>schile. Eppure certe im<strong>ma</strong>gini della<br />
nota fotografa inglese Heather Angel<br />
sono <strong>un</strong>ʼindubbia fonte di ispirazione.<br />
Eʼ azzardato ipotizzare che la crescente<br />
presenza di fotografe <strong>non</strong> potrà che<br />
arricchire la fotografia naturalistica<br />
italiana?<br />
Heather Angel <strong>è</strong> <strong>un</strong>a fotografa <strong>professionista</strong><br />
attiva da quasi quaranta anni nel settore<br />
della fotografia naturalistica; <strong>è</strong> autrice di<br />
decine di libri e di migliaia di articoli,<br />
pubblicati sia in Europa sia negli Stati<br />
Uniti. Il suo stile <strong>non</strong> <strong>è</strong> <strong>ma</strong>i stato forzatamente<br />
spettacolare (<strong>non</strong> ha <strong>ma</strong>i p<strong>un</strong>tato<br />
su im<strong>ma</strong>gini da concorso, per capirci) <strong>ma</strong><br />
il suo percorso professionale, la costanza<br />
nella produzione di im<strong>ma</strong>gini e la capacità<br />
di ricerca di nuovi mercati possono<br />
considerarsi davvero esemplari. Quando<br />
iniziai a fotografare la natura, negli ultimissimi<br />
anni settanta, il libro della Angel<br />
"The book of nature photography" <strong>è</strong> stato<br />
davvero decisivo per il mio approccio successivo<br />
col mondo della natura. Durante<br />
quegli anni, fotografare la natura in Italia<br />
significava esclusivamente riprendere gli<br />
uccelli; nel libro in questione cʼera invece<br />
<strong>un</strong> approccio decisamente più articolato<br />
4 Castagni (Castanea sativa) nella nebbia.<br />
Hasselblad Xpan, 45mm, treppiede.<br />
allʼ<strong>un</strong>iverso naturale, approccio che mi<br />
ha entusias<strong>ma</strong>to; ben presto mi resi conto<br />
come "natura" <strong>non</strong> volesse significare<br />
<strong>un</strong>icamente aironi e stambecchi, <strong>ma</strong> anche<br />
insetti e licheni, acque, piante, rettili, aracnidi<br />
e fossili, alberi e segni minimi.<br />
Mi rendo conto che per <strong>un</strong>a donna la<br />
situazione <strong>non</strong> <strong>è</strong> facile e come rivista<br />
on-line abbiamo dato il nostro - benché<br />
modestissimo - contributo, pubblicando <strong>un</strong><br />
articolo dedicato ad alc<strong>un</strong>e delle fotografe,<br />
professioniste o meno, che si dedicano a<br />
questo settore di ripresa.<br />
A proposito di cultura della fotografia,<br />
da quali fotografi sei stato influenzato?<br />
Per quanto riguarda lʼapproccio generale<br />
allʼ<strong>un</strong>iverso naturale, mi sono appena<br />
espresso. Ho <strong>un</strong>a predilezione per le riprese<br />
ravvicinate, amo indagare nelle picco-<br />
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5 Riflessi di luce nel torrente.<br />
Nikon F100, Micro Nikkor 200mm f/4, treppiede, luce naturale.<br />
Il Micro-Nikkor AI-S 105mm f/2.8<br />
sulla Mamiya medio-for<strong>ma</strong>to<br />
Nel mio percorso professionale ho avuto occasione di lavorare con<br />
diverse fotocamere di medio for<strong>ma</strong>to, dall'Hasselblad 500 CM alla<br />
Mamiya RB 67, dalla Pentax 67 alla Mamiya 645 Super. Tuttavia,<br />
nella ripresa naturalistica le mie esperienze riguardano soprattutto<br />
l'ultimo degli apparecchi nominati. La Mamiya 645 Super, or<strong>ma</strong>i<br />
fuori produzione, <strong>è</strong> <strong>un</strong>a fotocamera for<strong>ma</strong>to 6x4.5cm (in realtà le<br />
dimensioni effettive del fotogram<strong>ma</strong> risultano 56x41.5mm) con<br />
otturatore a tendina sul piano focale e <strong>ma</strong>gazzini intercambiabili.<br />
L'idea di montare il Micro Nikkor 105mm f/2.8 AI-S sulla Mamiya<br />
645 <strong>è</strong> partita dal mio amico Paolo Paolucci, il quale costruì <strong>un</strong> anello<br />
di raccordo utilizzando semplicemente il coperchio di protezione<br />
anteriore del corpo Mamiya ed <strong>un</strong> sottile tubo di prol<strong>un</strong>ga Nikon. Il<br />
coperchio veniva forato ed aperto in tutta la sua superficie interna e<br />
su di esso veniva fissato con <strong>un</strong> potente collante il tubo di prol<strong>un</strong>ga.<br />
In questo modo si passa dall'innesto Mamiya a quello Nikon per<br />
montare l'ottica <strong>ma</strong>cro. L'anello di raccordo risulta sufficientemente<br />
rigido per consentire sicure ed agevoli riprese. Un eventuale, piccolo<br />
difetto di parallelismo tra il piano pellicola e l'obiettivo <strong>non</strong> costituisce<br />
serio ostacolo in quanto le riprese <strong>ma</strong>cro avvengono solitamente<br />
con diaframmi piuttosto chiusi e, di conseguenza, con profondità di<br />
campo sufficientemente ampia.<br />
Montato in questo modo sulla Mamiya, il Micro-Nikkor 105mm<br />
perde la messa a fuoco all'infinito, <strong>ma</strong> per la ripresa ravvicinata<br />
questa <strong>è</strong> <strong>un</strong>a limitazione assolutamente <strong>ma</strong>rginale; inoltre <strong>non</strong> <strong>è</strong><br />
possibile ness<strong>un</strong> dialogo tra fotocamera e obiettivo ed occorre<br />
procedere in stop-down.<br />
Le im<strong>ma</strong>gini ricavate <strong>non</strong> presentano tracce di caduta di luce ai<br />
bordi, il for<strong>ma</strong>to 6x4.5cm <strong>è</strong> coperto interamente e la resa ottica<br />
finale risulta eccellente.<br />
Chi ha poca dimestichezza con la <strong>ma</strong>croripresa naturalistica potrà<br />
obiettare che lavorare in stop-down sul campo <strong>è</strong> improponibile per la<br />
sua complessità; invece posso affer<strong>ma</strong>re di aver effettuato numerose<br />
riprese in esterni, persino di soggetti mobili come gli insetti. In questo<br />
caso specifico occorre naturalmente operare nelle primissime ore<br />
della giornata, poiché i soggetti, intorpiditi dalla bassa temperatura<br />
notturna, ri<strong>ma</strong>ngono inattivi per qualche tempo.<br />
Con l'anello di raccordo descritto ho potuto utilizzare sulla Mamiya<br />
645 anche il Micro-Nikkor 200mm f/4 IF il quale - a parità di rapporto<br />
di riproduzione - <strong>è</strong> caratterizzato da <strong>un</strong>a <strong>ma</strong>ggiore distanza di<br />
lavoro. Con questo accoppiamento si ha <strong>un</strong>a leggera vignettatura,<br />
dovuta a fattori meccanici, evidente soprattutto sugli sfondi chiari<br />
e <strong>un</strong>iformi; l'inconveniente tuttavia <strong>è</strong> facilmente eliminabile con <strong>un</strong><br />
rapido intervento digitale, escludendo i pochi millimetri periferici<br />
interessati dalla caduta di luce.
le cose, nelle piccole anime, soggetti che<br />
passano inosservati ai più. Il mio sforzo, il<br />
mio intento <strong>è</strong> quello di dare loro <strong>un</strong>a dignità<br />
estetica e, per quanto possibile, anche spirituale.<br />
Il microcosmo <strong>è</strong> straordinario per<br />
bellezza e complessità. Proprio per questi<br />
motivi, sento la necessità di conoscere a<br />
fondo il luogo in cui mi muovo, <strong>non</strong> divoro<br />
chilometri e <strong>non</strong> sono forzatamente attratto<br />
dai luoghi lontani.<br />
In natura mi ha sempre affascinato equiparare<br />
lʼimmenso al minuscolo: la forza smisurata<br />
del temporale al volo leggerissimo<br />
di <strong>un</strong> insetto, il bruco <strong>non</strong> più grande di<br />
qualche millimetro agli imponenti <strong>ma</strong>mmiferi,<br />
<strong>un</strong> fugace riflesso ad <strong>un</strong> solenne<br />
paesaggio montuoso.<br />
Sicuramente alc<strong>un</strong>e influenze pittoriche<br />
hanno plas<strong>ma</strong>to il mio modo di interpretare<br />
il mondo naturale: parlo, ad esempio, del<br />
lavoro di G. Oʼ Keeffe e delle composizioni<br />
mini<strong>ma</strong>li, astratte, di J. Mirò.<br />
Per quel che riguarda la fotografia della<br />
natura contemporanea, ho sempre apprezzato<br />
i lavori di fotografi scandinavi per<br />
il loro approccio originale e, nello stesso<br />
tempo, tecnicamente ineccepibile.<br />
Ad ogni modo, cerco sempre di ri<strong>ma</strong>nere<br />
aperto a qualsiasi stimolo di carattere<br />
visivo, che esso provenga da <strong>un</strong> <strong>fotografo</strong><br />
conosciuto o meno.<br />
Il digitale <strong>è</strong> il nostro futuro. Come convivi<br />
con questo mezzo?<br />
Del tutto pacificamente, devo dire. Mi<br />
sorprende sentir parlare del digitale come<br />
di <strong>un</strong> mezzo diversissimo. Se ci riferiamo<br />
alle modalità di registrazione dellʼim<strong>ma</strong>gine<br />
oppure alla successiva fase dellʼarchiviazione,<br />
<strong>è</strong> ovvio: rispetto alla tecnologia<br />
analogica, iter e attrezzature sono diversi.<br />
Ma, per quanto riguarda la ripresa vera e<br />
propria, <strong>è</strong> cambiato davvero molto poco.<br />
Da quattro anni or<strong>ma</strong>i riprendo quasi<br />
esclusivamente con fotocamere digitali o<br />
dorsi digitali. Ma la metodologia di base<br />
nel lavoro <strong>non</strong> <strong>è</strong> sostanzialmente mutata:<br />
continuo a fotografare con le stesse precauzioni<br />
di pri<strong>ma</strong>, con le stesse attenzioni<br />
di pri<strong>ma</strong>. Inoltre, tranne qualche rarissi<strong>ma</strong><br />
eccezione, gli interventi in fase di postproduzione<br />
sono minimi.<br />
Trovo che, attualmente, i fotografi dedichino<br />
<strong>un</strong>ʼeccessiva attenzione ai software di<br />
elaborazione dellʼim<strong>ma</strong>gine; il risultato <strong>è</strong><br />
che si incontrano appassionati espertissimi<br />
nellʼinfor<strong>ma</strong>tica applicata alla fotografia<br />
<strong>ma</strong>, spesso, modesti come fotografi.<br />
Tra i fotografi professionisti americani (i<br />
quali, ci piaccia o no, anticipano sempre le<br />
6 Ritratto di Acrida <strong>un</strong>garica.<br />
Nikon F100, AF Micro Nikkor 105mm f/2.8, tre lampeggiatori con diffusori,<br />
treppiede.<br />
tendenze) iniziano a diffondersi software<br />
di fotoritocco più snelli e, soprattutto, con<br />
f<strong>un</strong>zioni mirate alla fotografia e <strong>non</strong> alla<br />
grafica e/o allʼelaborazione pesante delle<br />
im<strong>ma</strong>gini. Insom<strong>ma</strong>, senza tutte quelle<br />
f<strong>un</strong>zioni <strong>non</strong> indispensabili per la fotografia<br />
di cui <strong>è</strong> pieno Photoshop.<br />
E per quanto riguarda il corredo tecnico?<br />
Non ho <strong>un</strong> rapporto morboso con lʼattrezzatura.<br />
Ovviamente, come <strong>fotografo</strong><br />
<strong>professionista</strong> possiedo <strong>un</strong> corredo composto<br />
di piccolo, medio e grande for<strong>ma</strong>to<br />
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7 Gruppo di storni (Sturnus vulgaris) sui fili della luce. Nikon D100, AF Nikkor 300mm f/4.<br />
Nel suo ultimo libro intitolato<br />
"Naturae", <strong>Ioannis</strong> <strong>Schinezos</strong> ha raccolto<br />
circa settanta im<strong>ma</strong>gini a colori e<br />
in bianconero in cui gli elementi della<br />
natura, tutti, vengono ritratti con originalità<br />
e con ricchezza stilistica. Molte le<br />
im<strong>ma</strong>gini in cui forme e colori prevalgono<br />
sullʼaspetto descrittivo del soggetto.<br />
Il libro <strong>è</strong> pubblicato dalla Input<br />
Edizioni (www.inputedizioni.com).<br />
Oltre che nelle librerie, può essere<br />
acquistato direttamente dallʼeditore via<br />
on-line, oppure da HF Distribuzione<br />
(www.hfnet.it)<br />
(Nikon, Mamiya e Sinar, rispettivamente).<br />
Poiché il mio campo dʼelezione<br />
nellʼambito della natura <strong>è</strong> il close-up,<br />
in questo segmento di ripresa possiedo<br />
<strong>un</strong>ʼattrezzatura piuttosto completa con<br />
tre obiettivi <strong>ma</strong>cro e tutti gli accessori<br />
relativi: tubi di prol<strong>un</strong>ga, soffietti, staffe,<br />
anelli di inversione, slitte di messa a<br />
fuoco, diversi lampeggiatori a parabola<br />
classica ed anulari, ecc.<br />
Per quanto riguarda le fotocamere speciali,<br />
utilizzo con <strong>un</strong>a certa costanza anche la<br />
Hasselblad X-Pan, <strong>un</strong> apparecchio con cui<br />
mi sento in perfetta sintonia.<br />
Ad ogni modo, <strong>non</strong> sono attratto forzatamente<br />
dallʼulti<strong>ma</strong> novità del mercato. Ho<br />
sempre dato molta importanza allʼaffinità<br />
con ogni singolo elemento tecnico dellʼattrezzatura,<br />
affinità che consente di operare<br />
sul campo con rapidità e senza incertezze.<br />
Tale intesa si sviluppa operando a l<strong>un</strong>go<br />
con le stesse fotocamere, gli stessi obiettivi,<br />
gli stessi accessori; <strong>un</strong> frequente ed<br />
immotivato rinnovo del corredo tecnico<br />
risulta alla fine controproducente (oltre<br />
che poco conveniente dal p<strong>un</strong>to di vista<br />
economico).<br />
È recentemente uscito il tuo quinto<br />
libro. Ma sono sicuro che hai in mente<br />
già qualche progetto da realizzare nel<br />
prossimo futuro …<br />
Il libro, dal titolo Naturae, <strong>è</strong> uscito qualche<br />
mese fa; si tratta del catalogo di <strong>un</strong>a<br />
mostra personale che ho fatto nella città<br />
di Padova e raccoglie poco più di settanta<br />
im<strong>ma</strong>gini.<br />
I miei futuri progetti sono tutti legati<br />
allʼeditoria. Anzitutto, proprio in questo<br />
periodo esce <strong>un</strong> libro con im<strong>ma</strong>gini dei<br />
fotografi, italiani e stranieri, che hanno<br />
collaborato con il nostro web-<strong>ma</strong>gazine.<br />
Inoltre, sto lavorando a due libri sullʼ<strong>un</strong>iverso<br />
delle piante e che verranno pubblicati<br />
tra quest'anno ed il 2008. Infine, <strong>un</strong> libro<br />
sulla natura di Rodi, isola greca nella quale<br />
ho trascorso i miei anni giovanili.<br />
Riccardo Polini<br />
www.naturephoto.it