Ioannis Schinezos è un fotografo professionista, ma non solo

le cose, nelle piccole anime, soggetti che
passano inosservati ai più. Il mio sforzo, il
mio intento è quello di dare loro una dignità
estetica e, per quanto possibile, anche spirituale.
Il microcosmo è straordinario per
bellezza e complessità. Proprio per questi
motivi, sento la necessità di conoscere a
fondo il luogo in cui mi muovo, non divoro
chilometri e non sono forzatamente attratto
dai luoghi lontani.
In natura mi ha sempre affascinato equiparare
lʼimmenso al minuscolo: la forza smisurata
del temporale al volo leggerissimo
di un insetto, il bruco non più grande di
qualche millimetro agli imponenti mammiferi,
un fugace riflesso ad un solenne
paesaggio montuoso.
Sicuramente alcune influenze pittoriche
hanno plasmato il mio modo di interpretare
il mondo naturale: parlo, ad esempio, del
lavoro di G. Oʼ Keeffe e delle composizioni
minimali, astratte, di J. Mirò.
Per quel che riguarda la fotografia della
natura contemporanea, ho sempre apprezzato
i lavori di fotografi scandinavi per
il loro approccio originale e, nello stesso
tempo, tecnicamente ineccepibile.
Ad ogni modo, cerco sempre di rimanere
aperto a qualsiasi stimolo di carattere
visivo, che esso provenga da un fotografo
conosciuto o meno.
Il digitale è il nostro futuro. Come convivi
con questo mezzo?
Del tutto pacificamente, devo dire. Mi
sorprende sentir parlare del digitale come
di un mezzo diversissimo. Se ci riferiamo
alle modalità di registrazione dellʼimmagine
oppure alla successiva fase dellʼarchiviazione,
è ovvio: rispetto alla tecnologia
analogica, iter e attrezzature sono diversi.
Ma, per quanto riguarda la ripresa vera e
propria, è cambiato davvero molto poco.
Da quattro anni ormai riprendo quasi
esclusivamente con fotocamere digitali o
dorsi digitali. Ma la metodologia di base
nel lavoro non è sostanzialmente mutata:
continuo a fotografare con le stesse precauzioni
di prima, con le stesse attenzioni
di prima. Inoltre, tranne qualche rarissima
eccezione, gli interventi in fase di postproduzione
sono minimi.
Trovo che, attualmente, i fotografi dedichino
unʼeccessiva attenzione ai software di
elaborazione dellʼimmagine; il risultato è
che si incontrano appassionati espertissimi
nellʼinformatica applicata alla fotografia
ma, spesso, modesti come fotografi.
Tra i fotografi professionisti americani (i
quali, ci piaccia o no, anticipano sempre le
6 Ritratto di Acrida ungarica.
Nikon F100, AF Micro Nikkor 105mm f/2.8, tre lampeggiatori con diffusori,
treppiede.
tendenze) iniziano a diffondersi software
di fotoritocco più snelli e, soprattutto, con
funzioni mirate alla fotografia e non alla
grafica e/o allʼelaborazione pesante delle
immagini. Insomma, senza tutte quelle
funzioni non indispensabili per la fotografia
di cui è pieno Photoshop.
E per quanto riguarda il corredo tecnico?
Non ho un rapporto morboso con lʼattrezzatura.
Ovviamente, come fotografo
professionista possiedo un corredo composto
di piccolo, medio e grande formato
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