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Atto del notaio Pietro Pialbene, 11 Novembre 1376 (in Biblioteca Comunale Ariostea, Collezione Antonelli, 868)
Guglielmo III, non essendosi mai sposato aveva per sua volontà preso i voti di stato semi-monacale e aveva
per questo deciso di praticare povertà, castità ed obbedienza e la testimonianza diretta di questo suo voto lo si
ricava dallo stemma della Famiglia Adelardi dove, oltre alla figura araldica (leone rampante accostato a due
stelle), nel capo compare il distintivo dell’Ordine Templare (fondo argento e croce patente rossa), che
rappresenta senza dubbio l’appartenenza all’Ordine e l’alto grado ricoperto nell’Ordine stesso.
Era quindi Cavaliere Professo, tanto che venne raffigurato in una terracotta che faceva parte delle dodici
formelle che adornavano la Porta dei Pellegrini (definita Porta dei Mesi) che ancora oggi è possibile
individuare nel centro del lato lungo della Cattedrale, che delimita la piazza del listone (attuale Trento Trieste).
Le formelle sono oggi conservate presso il Museo della Cattedrale, ma una copia che rappresenta il Cavaliere
Professo (mese di maggio) è presente sul fronte della Cattedrale lungo il pilastro d’angolo con la via degli
Adelardi. Di grande interesse l’analisi che lo storico Paolo Sturla Avogadri avanza a proposito dello scudo
brandito da Guglielmo, dove si riconosce l’escarboucle (carbonchio) che è inequivocabilmente il fregio che si
evidenzia sul caratteristico Sigillo Templare.
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