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La mia ditta 1/2024

La rivista di AXA al servizio delle aziende vi informa tre volte all'anno su temi che interessano i piccoli imprenditori.

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1 | <strong>2024</strong><br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong>DITTA<br />

<strong>La</strong> rivista per PMI di AXA<br />

Gestione<br />

dell’innovazione<br />

semplice ed efficace<br />

Pagina 8<br />

ChatGPT & Co. –<br />

ecco cosa sanno<br />

fare i nuovi chatbot<br />

Pagina 20<br />

Cuori selvaggi<br />

Rappresentano stile di vita, emozioni, autenticità ed<br />

esclusività: Jean-Pierre Erni, Francesca e Marco Kuonen<br />

fanno sci per passione.<br />

Pagina 30


Il mio motivo d’orgoglio<br />

Alexandre Vacher,<br />

CEO Physiodermie<br />

Per una pelle radiosa<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA<br />

L’azienda svizzera Physiodermie è stata<br />

fondata nel 1974 da un biologo. <strong>La</strong> nostra<br />

visione originaria – ossia sviluppare formule<br />

efficaci e naturali per la cura della<br />

pelle e dei capelli – è rimasta invariata. Nel<br />

nostro laboratorio di Ginevra sviluppiamo<br />

e produciamo i nostri prodotti cosmetici e<br />

anti-aging di primissima qualità. È la combinazione<br />

di efficacia clinica e ingredienti<br />

sostenibili che ha permesso al marchio<br />

di affermarsi non solo sul mercato svizzero,<br />

ma anche all’estero, ad esempio in<br />

Asia, dove gestiamo due società affiliate.<br />

Esportiamo il nostro know-how in oltre<br />

2<br />

20 Paesi. Abbiamo deciso di orientare la<br />

nostra strategia su aziende – come spa e<br />

cliniche di medicina estetica – dove for<strong>mia</strong>mo<br />

i terapeuti in modo tale che possano<br />

comporre trattamenti personalizzati<br />

per ogni tipo di pelle. Physiodermie è la<br />

prima scelta in strutture rinomate come<br />

il Grand Hotel Tschuggen di Arosa o il<br />

<strong>La</strong>usanne Palace. Ho rilevato l’azienda nel<br />

2017. Insieme al team esistente e ai nuovi<br />

collaboratori siamo riusciti a triplicare il<br />

fatturato in soli sei anni nonché a dare<br />

nuovo slancio al marchio.<br />

physiodermie.com<br />

01/<strong>2024</strong><br />

Foto: Fred Merz/lundi13.ch


Il mio motivo d’orgoglio<br />

Lidija Marković,<br />

fondatrice e titolare<br />

di Wheely Pop<br />

Per far brillare gli occhi ai bambini<br />

Le biciclette mi entusiasmavano già da bambina e<br />

per diversi anni sono andata in giro in BMX. Ciononostante,<br />

ho svolto una formazione nel commercio<br />

al dettaglio e poi ho lavorato in vari settori; tra cui<br />

ho gestito anche un bar. Quando ha dovuto chiudere,<br />

per un po’ non sapevo cosa fare. Mi serviva<br />

un nuovo piano. Sono sempre stata affascinata dai<br />

pony express che sfrecciavano per la città di Zurigo.<br />

Così ho comprato una bici da corsa di seconda<br />

mano e ho iniziato ad allenarmi. Poi ho effettivamente<br />

fatto per qualche anno il corriere in bicicletta,<br />

dopodiché un negozio di bici di Zurigo mi ha<br />

offerto l’opportunità di lavorare come venditrice<br />

e in officina. Durante questa esperienza ho notato<br />

che non esistono negozi di biciclette esclusivamente<br />

per bambini; spesso si vedono pochi sparuti<br />

modelli per bambini esposti in un angolino. Nel<br />

marzo 2022 ho fondato Wheely Pop, realizzando<br />

così il sogno di avere un’attività in proprio e creando<br />

un mondo colorato e allegro per i bambini.<br />

Oltre alla vendita e alla riparazione, offro anche<br />

un servizio di scambio: se i bambini sono ormai<br />

cresciuti troppo e la bicicletta è ancora in buone<br />

condizioni, è possibile scambiarla con una bici più<br />

grande a prezzo ridotto. Per me non c’è nulla di più<br />

bello che vedere gli occhi dei bambini illuminarsi<br />

quando ricevono la loro prima bicicletta.<br />

wheelypop.ch<br />

<strong>La</strong> 01/<strong>2024</strong> <strong>mia</strong> DITTA<br />

3 <strong>La</strong> <strong>mia</strong> 03/2023 DITTA


Mai arrendersi.<br />

Garantire la<br />

sopravvivenza.<br />

DONATE<br />

ORA:<br />

UNICEF.CH<br />

© UNICEF/CH-LI/Sukali


Indice<br />

Foto: Dan Cermak; sutterstock.com; Herbert Zimmermann<br />

7<br />

8<br />

14<br />

19<br />

20<br />

22<br />

25<br />

26<br />

30<br />

2<br />

3<br />

34<br />

35<br />

18<br />

Successo<br />

Gestione dell’innovazione:<br />

come anche un’azienda<br />

ricca di tradizione può<br />

restare aggiornata.<br />

Fringe Benefits: un nuovo<br />

trend o un reale vantaggio<br />

competitivo per aggiudicarsi<br />

i talenti?<br />

Sicurezza<br />

ChatGPT & Co.: come<br />

l’intelligenza artificiale può<br />

essere utilizzata in modo<br />

proficuo anche dalle PMI.<br />

Studio: gran parte delle<br />

PMI elvetiche è interessata<br />

da assenze dovute a<br />

problemi psichici.<br />

Responsabilità<br />

Cyber security:<br />

come ci si difende da<br />

intrusi.<br />

Intervista: fanno sci per<br />

passione: tre giovani<br />

“cuori selvaggi” di<br />

Stansstad rivoluzionano<br />

con AK Ski il panorama<br />

tradizionale dello scii.<br />

Rubriche<br />

Il mio motivo d’orgoglio<br />

Alexandre Vacher<br />

Lidija Marković<br />

Matthias Erb<br />

Remo Riebel<br />

Grafica: Woman power<br />

COLOPHON<br />

Editore: AXA, Newsroom<br />

8<br />

22<br />

30<br />

Siamo anche su LinkedIn. Venite a visitarci all’indirizzo<br />

www.linkedin.com/company/meine-firma per contenuti interessanti anche online.<br />

Indirizzo della redazione: AXA, «<strong>La</strong> <strong>mia</strong> <strong>ditta</strong>», Römerstrasse 17, 8400 Winterthur,<br />

www.la-<strong>mia</strong>-<strong>ditta</strong>.ch, E-mail: meine.firma@axa.ch<br />

Redazione: Melanie Ade (direzione) Hanno collaborato a questo numero: Joëlle Jeitler Online: Urs<br />

Wildi Traduzione: <strong>La</strong>nguage Services, AXA Concezione e realizzazione: Der <strong>La</strong>youter, Marco Vara,<br />

AXA Newsroom Stampa e spedizione: Swissprinters AG, Brühlstrasse 5, CH-4800 Zofingen<br />

Periodicità: pubblicazione quadrimestrale in italiano, tedesco e francese<br />

Tiratura complessiva: 84 000 copie Amministrazione delle inserzioni: Galledia Fachmedien AG,<br />

Burgauerstrasse 50, 9230 Flawil, ornella.assalve@galledia.ch, www.galledia.ch<br />

Modifiche d’indirizzo e disdette: via mail a meine.firma@axa.ch<br />

Stampato<br />

myclimate.org/01-24-376195<br />

Editoriale<br />

Innovazione<br />

quale elemento<br />

chiave<br />

Melanie Ade<br />

Caporedattrice<br />

«<strong>La</strong> <strong>mia</strong> <strong>ditta</strong>»<br />

Il successo economico della Svizzera<br />

è dovuto in larga misura alla<br />

capacità innovativa delle aziende.<br />

Ma spesso sono proprio le PMI a non<br />

avere le risorse necessarie per creare<br />

una propria gestione dell’innovazione<br />

e, nella frenesia del quotidiano,<br />

l’innovazione viene spesso trascurata<br />

in favore dell’attività operativa. Ciononostante,<br />

la gestione dell’innovazione<br />

è un fattore importante per la<br />

crescita e la competitività e dovrebbe<br />

quindi essere radicata nell’impresa<br />

stessa. Vi mostriamo come ogni PMI<br />

può aumentare, con mezzi semplici,<br />

la propria innovatività distinguendosi<br />

dalla concorrenza.<br />

A proposito di competitività: anche<br />

in considerazione dell’attuale<br />

carenza di personale specializzato,<br />

la competitività acquisisce una<br />

rilevanza sempre maggiore nella<br />

cosiddetta «Guerra dei Talenti».<br />

A costituire un vantaggio decisivo<br />

nella competizione per accaparrarsi<br />

personale qualificato possono essere<br />

delle allettanti prestazioni salariali<br />

accessorie. I fringe benefit devono<br />

inoltre contribuire a fidelizzare<br />

a lungo termine il personale e ad<br />

aumentare il grado di soddisfazione<br />

sul lavoro. In questo numero scoprirete<br />

perché il parcheggio aziendale<br />

gratuito o il generoso contributo<br />

previdenziale comunque in fin dei<br />

conti non sostituiscono una buona<br />

cultura d’impresa.<br />

Vi auguro una piacevole lettura!<br />

01/<strong>2024</strong> 5<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA


Più benefit.<br />

Per lei e per il suo personale.<br />

Grazie ai vantaggi modulari di Swibeco, potrà aumentare il potere<br />

d'acquisto del suo personale. È facile, con gli sconti permanenti<br />

presso centinaia di rivenditori e i benefit personalizzati del tutto<br />

esenti da imposte. In questo modo attrae i migliori talenti e<br />

migliora la motivazione del suo personale.<br />

Calcoli i suoi risparmi e richieda una demo.<br />

www.swibeco.ch/MF<br />

Incluso<br />

Per le aziende<br />

con contratto<br />

LPP o IGM<br />

di AXA.


Successo<br />

Domanda di un lettore<br />

Protezione dai danni<br />

da eventi naturali<br />

Con l'assicurazione lavori di costruzione<br />

sono coperti i danni causati agli stabili da<br />

incendio e da eventi naturali?<br />

S. F., Crans Montana<br />

L’assicurazione contro l’incendio e gli eventi<br />

naturali (per fabbricati in costruzione) copre i<br />

rischi di smottamenti, fulmini, inondazioni,<br />

uragani ecc. È obbligatoria nella maggior<br />

parte dei cantoni e viene stipulata tramite<br />

un’assicurazione cantonale degli stabili.<br />

Esistono tuttavia delle eccezioni. Nel Canton<br />

Svitto, l’assicurazione contro l’incendio e gli<br />

eventi naturali è obbligatoria, ma non esiste<br />

alcuna soluzione assicurativa cantonale. Nei<br />

cosiddetti cantoni GUSTAVO (Ginevra, Uri,<br />

Svitto, Ticino, Appenzello Interno, Vallese,<br />

Obvaldo) il committente dell’opera deve<br />

rivolgersi a un assicuratore privato per tale<br />

copertura. Oppure non è previsto alcun<br />

obbligo di assicurazione, come in Ticino: il<br />

committente deve occuparsi di persona della<br />

copertura assicurativa. Nei cantoni con un'as​<br />

si​curazione cantonale degli stabili, i danni da<br />

incendio ed eventi naturali sono coperti<br />

dall’assicurazione lavori di costruzione, a<br />

complemento dell’assicurazione contro<br />

l’incendio e gli eventi naturali dell’assicurazione<br />

cantonale degli stabili. Nei cantoni<br />

senza la copertura cantonale, i danni causati<br />

da incendio e da eventi naturali possono<br />

essere inclusi nell’assicurazione lavori di<br />

costruzione come copertura complementare.<br />

Per sapere quali sono le norme in materia di<br />

assicurazione sulla durata dei lavori di<br />

costruzione nel vostro cantone potete<br />

rivolgervi ad architetti, al vostro assicuratore<br />

o anche effettuare ricerche online.<br />

Gian Urs Jezek,<br />

Underwriting assicurazioni<br />

costruzioni<br />

Foto: Marco Vara; iStockphoto/Simon Skafar<br />

Gestione parchi veicoli:<br />

AXA acquisisce CarNet<br />

AXA Svizzera acquisisce il gestore di parchi veicoli CarNet, con l’obiettivo<br />

di integrare gradualmente la PMI nella propria affiliata AXA<br />

Mobility Services AG (AMS). Questa operazione consente all’offerente<br />

di servizi di mobilità di rafforzare la propria posizione di mercato e<br />

ampliare il suo ventaglio di servizi per parchi veicoli. In futuro AMS<br />

potrà infatti offrire un mix ideale di esperienza pluriennale e knowhow<br />

digitale. <strong>La</strong> clientela potrà così usufruire di prestazioni semplici,<br />

convenienti e commisurate alle esigenze individuali nella gestione parchi<br />

veicoli. «Abbiamo trovato in CarNet un’azienda ottimamente impostata<br />

che condivide i nostri valori e completa le nostre competenze alla<br />

perfezione. Potremo così unire i nostri punti di forza in un’unica realtà<br />

operativa, sfruttare le sinergie e accelerare ulteriormente la nostra crescita»,<br />

afferma Mensur Jasari, CEO di AMS. Per ora, l’operazione per ora<br />

non comporta alcun cambiamento per il personale coinvolto che manterrà<br />

il proprio impiego e la sede di CarNet a Schlieren resterà operativa<br />

fino a nuovo avviso. Tania e Daniel <strong>La</strong>nz, titolari uscenti di CarNet,<br />

affermano: «Eravamo alla ricerca di un partner in grado di investire<br />

in maniera sostenibile nelle soluzioni di mobilità del futuro. In AXA<br />

Svizzera abbiamo trovato un partner che comprende il nostro business<br />

e intrattiene sia con il personale che con la clientela una collaborazione<br />

stretta come quella da noi messa in campo negli scorsi 25 anni. Adesso<br />

potremo mettere i nostri servizi a disposizione di una platea di clienti<br />

ancora più ampia, traghettando così l’azienda verso un futuro sicuro».<br />

«<strong>La</strong> nostra famiglia ha sempre guardato al futuro in anticipo sui<br />

tempi senza adagiarsi sui successi aziendali»<br />

Carl Elsener, CEO Victorinox . Pagina 12<br />

01/<strong>2024</strong> 7<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA


GESTIONE DELL’INNOVAZIONE<br />

Pensare fuori<br />

dagli schemi<br />

Sul fronte delle imprese oggi i mercati, spesso molto competitivi,<br />

richiedono sempre più innovazione. Molte PMI però hanno difficoltà<br />

a trasformare un’idea valida in un prodotto commercializzabile.<br />

A volte invece basta poco per crescere in termini di innovazione.<br />

Testo Melanie Ade Immagini Dan Cermak<br />

Il termine «innovazione» è spesso associato<br />

all’imprenditoria promossa da<br />

giovani e alle start-up, fatte di talenti<br />

che sviluppano nuove soluzioni digitali<br />

nei Technopark del Paese tra una risata<br />

e l’altra, bevendo litri di caffè di Starbucks.<br />

Il tema riguarda però da vicino anche le PMI<br />

consolidate o tradizionali, che devono mantenersi<br />

al passo con i tempi. «Molte start-up o PMI<br />

non hanno responsabili per l’innovazione o un<br />

team dedicato, ma non ne hanno nemmeno bisogno»,<br />

spiega Claudia Bienentreu, Head Open<br />

Innovation di AXA Svizzera. Questo perché «la<br />

maggior parte delle PMI è aperta all’innovazione<br />

per natura: lo sviluppo continuo di soluzioni<br />

e prodotti è infatti essenziale per restare<br />

competitive. Si può dire che la capacità d’innovazione<br />

sia nel loro DNA».<br />

Accedere a nuovi gruppi target<br />

L’approccio è lo stesso anche nelle cantine Rimuss<br />

di Hallau: «In Svizzera il marchio Rimuss<br />

ha un indice di notorietà superiore al 90%,<br />

anche grazie a storiche campagne pubblicitarie<br />

per tutta la famiglia», racconta Micha Davaz,<br />

direttore della Rimuss & Strada Wein AG.<br />

Ma sarebbe sbagliato credere che un marchio<br />

di lunga tradizione come Rimuss possa continuare<br />

a puntare solo sui suoi prodotti ormai<br />

rodati. «L’innovazione è imprescindibile per<br />

mantenere il successo in un’ottica di lungo periodo»,<br />

prosegue il direttore trentenne. Nel settore<br />

degli spumanti per famiglie, ci racconta,<br />

Rimuss detiene già una quota di mercato molto<br />

elevata, per cui i tassi di crescita nel segmento<br />

sono prevedibili. Ora l’azienda mira dunque<br />

a includere nuovi gruppi target: «Notiamo<br />

che per diversi motivi sono proprio i giovani<br />

a optare sempre più per le bevande analcoliche,<br />

senza però voler rinunciare al piacere di<br />

uno spumante. In questo settore siamo in forte<br />

crescita, di conseguenza le nostre risorse per<br />

la gestione dell’innovazione vengono investite<br />

innanzitutto qui».<br />

Un nuovo brand di successo<br />

Secondo Micha Davanz, anche nell’ingresso in<br />

nuovi ambiti commerciali si cela un grande potenziale:<br />

«<strong>La</strong> richiesta di spumanti analcolici è<br />

molto elevata anche nella ristorazione, tuttavia<br />

i gestori sono spesso restii a inserire nella<br />

loro carta bevande in vendita nel commercio<br />

al dettaglio». Nel caso di Rimuss, il fatto che<br />

le bevande del marchio non vengano percepite<br />

come prodotti per adulti complica ulteriormente<br />

le cose. A questo punto ci si può amareggiare<br />

oppure cercare una soluzione, come<br />

racconta il viticoltore: «Abbiamo sviluppato<br />

un nuovo brand appositamente per il settore<br />

gastronomico, “Zero’sì by Rimuss”, pensato<br />

per chi vuole gustare uno spumante con stile.<br />

Grazie a questo marchio ora possiamo crescere<br />

anche nella ristorazione, perché il prodotto in<br />

sé convince».<br />

Per Micha Davaz la sfida maggiore nella gestione<br />

dell’innovazione è non disperdere le<br />

risorse, ma concentrarsi su un’idea e portarla<br />

avanti. «Nella frenesia della quotidianità occuparsi<br />

di innovazione risulta difficile, ma è compito<br />

della direzione riconoscere questa sfida e<br />

garantire lo spazio necessario. In tal senso una<br />

buona pianificazione e l’organizzazione di meeting<br />

regolari sono fondamentali». Da Rimus<br />

ogni settimana si tiene un incontro del team innovazione,<br />

composto dalle menti più creative<br />

di produzione, marketing e vendite. «I meeting<br />

ci aiutano a procedere in maniera strutturata.<br />

In più abbiamo una lista dei progetti in corso<br />

e una con le idee “di riserva”, che teniamo ben<br />

distinte una dall’altra. Così non si corre il rischio<br />

di disperdere l’energia iniziale lungo il<br />

percorso».<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> <strong>ditta</strong><br />

Dal 1954 Rimuss trasforma<br />

ogni momento in compagnia<br />

in una vera festa. Nata inizialmente<br />

come produttrice di<br />

spumanti per famiglie, oggi<br />

le sue bevande per l’aperitivo<br />

sono molto apprezzate da<br />

ogni generazione e per ogni<br />

occasione. L’azienda è stata<br />

fondata da Jakob Rahm ad<br />

Hallau e nel 2017 è passata<br />

nelle mani della famiglia Davaz,<br />

viticoltori di lunga data.<br />

Oggi la cantina appartiene<br />

alla Rimuss & Strada Wein AG<br />

e impiega 35 persone.<br />

rimuss.ch<br />

▶<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA<br />

8 01/<strong>2024</strong>


In qualità di direttore della Rimuss<br />

& Strada Wein AG, Micha Davaz<br />

ha traghettato l’azienda nel futuro<br />

con nuove linee di prodotti<br />

e brand per adulti, sempre<br />

all’insegna del gusto.<br />

01/<strong>2024</strong> 9<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA


Il CEO di Maestrani Christoph<br />

Birchler si confronta regolarmente<br />

con la clientela, che ha<br />

così un ruolo attivo nell’innovazione<br />

dei prodotti.<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA 10<br />

01/<strong>2024</strong>


GESTIONE DELL’INNOVAZIONE<br />

«Le richieste del pubblico cambiano e nascono nuove tendenze.<br />

Come marchio non si può rimanere fermi»<br />

Christoph Birchler, CEO Maestrani<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> <strong>ditta</strong><br />

Maestrani produce cioccolato<br />

in Svizzera dal 1852; tra le<br />

sue marche più note Minor e<br />

Munz. <strong>La</strong> società per azioni<br />

di proprietà familiare ha oggi<br />

la sua sede e lo stabilimento<br />

di produzione a Flawil<br />

(SG), dove impiega circa 160<br />

persone. Dal 2017 permette<br />

inoltre di scoprire da vicino<br />

la produzione all’interno<br />

del suo «Chocolarium», con<br />

diverse postazioni dedicate<br />

alla degustazione: una meta<br />

ideale per le famiglie.<br />

maestrani.ch<br />

Sempre al passo con i tempi<br />

Anche l’azienda produttrice di cioccolato Maestrani<br />

si dedica sistematicamente al tema<br />

dell’innovazione, come spiega il CEO Christoph<br />

Birchler: «Le richieste del pubblico cambiano e<br />

nascono nuove tendenze. Come marchio non si<br />

può rimanere fermi, ma bisogna continuare a<br />

evolvere per rimanere al passo coi tempi. Per<br />

questo l’innovazione è un aspetto importante<br />

della gestione del marchio, ancor più per le<br />

aziende di lunga tradizione». Il cioccolato originale<br />

Minor è prodotto con la stessa identica<br />

ricetta dal 1923 e non si può aggiungere semplicemente<br />

più zucchero o cacao, per cui da<br />

Maestrani l’innovazione viene perseguita integrando<br />

o completando l’assortimento con<br />

nuovi prodotti. «In questo modo continuiamo<br />

a far sentire la nostra presenza a tutti i consumatori,<br />

richiamando l’interesse dei clienti che<br />

ci hanno già scelto e conquistandone di nuovi»,<br />

illustra il CEO. E così nel 2021 sono nate anche<br />

le proposte vegane «Almond» e «Dark», con il<br />

60% di cacao. Al lancio dei due nuovi prodotti<br />

è seguito,per la gioia dell’azienda, anche un aumento<br />

del fatturato della linea tradizionale Minor.<br />

«Con l’innovazione dei prodotti si rilancia<br />

chiaramente anche il marchio, che si fa di nuovo<br />

notare con la commercializzazione. Per questo<br />

lavoriamo spesso con le edizioni limitate, che<br />

servono soprattutto a ricordare la presenza del<br />

nostro brand ai consumatori», spiega Birchler.<br />

<strong>La</strong> velocità: un fattore decisivo<br />

Per il CEO di Maestrani, nel processo d’innovazione<br />

la velocità è un elemento chiave: «Lo spazio<br />

sugli scaffali dei supermercati è fortemente<br />

conteso e come produttori di medie dimensioni<br />

dobbiamo confrontarci con le grandi multinazionali».<br />

Birchler vede però nella sede di Flawil<br />

un notevole vantaggio: «Rispetto alle holding<br />

internazionali riuniamo ricerca e produzione<br />

in un’unica sede, accorciando al minimo le<br />

distanze. Inoltre con il viaggio nel “Chocolarium”<br />

portiamo i consumatori direttamente<br />

in azienda, un vantaggio che sfruttiamo attivamente.<br />

Incontrare di persona i clienti ci<br />

permette di applicare costantemente i loro feedback<br />

e renderli parte del nostro sviluppo». Conoscere<br />

nel dettaglio le esigenze della clientela<br />

e coinvolgerla in maniera attiva nel processo<br />

d’innovazione è fondamentale, come conferma<br />

anche Claudia Bienentreu, esperta in materia:<br />

«Il pubblico target dovrebbe essere messo sempre<br />

al primo posto e i feedback andrebbero raccolti<br />

regolarmente. Solo così si può evitare di<br />

rimanere ancorati a idee inadeguate. Occorre<br />

garantire un flusso costante di input e ispirazioni<br />

e il coraggio di abbandonare i progetti che<br />

non corrispondono alle esigenze reali».<br />

Maggiore visibilità per il marchio<br />

<strong>La</strong> Victorinox AG deve la sua prima soluzione<br />

innovativa e dal carattere rivoluzionario al fondatore<br />

Karl Elsener, che nel 1897 mise a punto<br />

il coltellino svizzero per gli ufficiali dell’esercito<br />

e per lo sport, ponendo le basi dell’odierna<br />

azienda. L’innovazione di ieri è ancora oggi il<br />

punto di partenza di ogni ulteriore sviluppo,<br />

come racconta il CEO Carl Elsener, 65 anni. «<strong>La</strong><br />

nostra famiglia ha sempre guardato al futuro in<br />

anticipo sui tempi, senza adagiarsi sui successi<br />

aziendali. Pur avendo alle spalle 140 anni di storia<br />

vogliamo mantenere la nostra spinta innovativa<br />

e rafforzarla», prosegue Elsener. Ben presto<br />

l’azienda decise di non concentrarsi più su<br />

un solo prodotto di punta e nel 1989 fece il suo<br />

ingresso nel mercato americano degli orologi.<br />

Dieci anni dopo è stata la volta delle valigie e<br />

oggi produce anche coltelli da cucina e profumi.<br />

«Un coltellino svizzero di solito si ripone in tasca<br />

e non è esattamente sotto gli occhi di tutti.<br />

Per garantire il successo dell’azienda anche in<br />

futuro dovevamo dare al marchio più visibilità»,<br />

illustra Carl Elsener.<br />

In più gli sviluppi sociali e geopolitici hanno<br />

un forte peso sul mercato dei coltellini: dopo<br />

l’11 settembre il fatturato di Victorinox aveva<br />

accusato un calo del 30%. E anche oggi il tema<br />

della sicurezza ha un ruolo importante: «Abbiamo<br />

dovuto innovarci e pensare a nuove soluzioni,<br />

come strumenti multifunzione privi<br />

di lame», continua il CEO. Ne è risultata una<br />

gamma di prodotti varia, che permette a Victorinox<br />

di accedere ad altri gruppi target e nuovi<br />

settori.<br />

L’esperta<br />

Claudia Bienentreu lavora presso AXA Svizzera<br />

dal 2008 e dal 2018 è alla guida del team Open<br />

Innovation. In quanto docente presso la HWZ ama<br />

condividere competenze ed esperienze in materia<br />

ed è felice di poter imparare qualcosa di nuovo<br />

ogni giorno.<br />

▶<br />

01/<strong>2024</strong> 11<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA


GESTIONE DELL’INNOVAZIONE<br />

«Per garantire il successo dell’azienda anche in futuro<br />

dovevamo dare più visibilità al marchio»<br />

Carl Elsener, CEO Victorinox<br />

Carl Elsener ne è convinto: la gestione dell’innovazione<br />

deve avere un ruolo strategico in<br />

azienda e dovrebbe essere, idealmente, integrata<br />

nella direzione, in modo da sviluppare<br />

l’incisività necessaria. In più all’interno dell’impresa<br />

bisognerebbe creare un apposito reparto<br />

in cui, lontano dalla frenesia del lavoro quotidiano,<br />

ci si possa concentrare su temi e idee<br />

del tutto nuovi. «Nell’attività operativa di ogni<br />

giorno è molto difficile essere davvero innovativi<br />

e aprirsi a nuovi orizzonti». Per questo ha<br />

dato vita a un team dedicato che integri ancora<br />

più saldamente il tema in azienda e che, oltre<br />

a sviluppare una strategia per l’innovazione e<br />

a definire gli ambiti adeguati, accompagni nel<br />

processo di rinnovamento anche altri reparti,<br />

fornendo loro i giusti strumenti. Secondo l’esperta<br />

Claudia Bienentreu un approccio strutturato<br />

è fondamentale: «Non è raro che le idee,<br />

per quanto grandiose, si arenino per la farraginosità<br />

dei processi o la carenza delle risorse.<br />

Per contrastare queste situazioni è essenziale<br />

che vi sia chiarezza in materia di processi e responsabilità».<br />

Ci vuole coraggio<br />

Prima di concludere, la responsabile dell’innovazione<br />

presso AXA ha ancora un ultimo consiglio:<br />

«Iniziare su scala ridotta», raccomanda<br />

Claudia. «A una PMI conviene ad esempio identificare<br />

innanzitutto un campo in cui desidererebbe<br />

operare e raccogliere idee al riguardo».<br />

Che si svolga tramite workshop o colloqui con<br />

il personale e la clientela, lo scambio diretto<br />

consente di valorizzare punti di vista vari e preziosi,<br />

è realizzabile velocemente e senza grandi<br />

investimenti. Spesso in questo modo si scoprono<br />

opportunità perfettamente concretizzabili per<br />

migliorare un prodotto o sviluppare i processi.<br />

E se si giunge alla conclusione che sono necessari<br />

cambiamenti rilevanti? «Può valere la<br />

pena osare l’investimento, che si tratti di una<br />

nuova linea di prodotto o la sperimentazione di<br />

nuovi metodi di distribuzione», aggiunge Bienentreu.<br />

Il coraggio infatti è parte integrante<br />

dell’innovazione. Non da ultimo, per le PMI è<br />

importante anche sapere che non possono gestire<br />

da sole tutte le sfide. «Le PMI dovrebbero<br />

assolutamente avvalersi dell’offerta fornita da<br />

enti statali o altre organizzazioni, specializzati<br />

nel promuovere l’innovazione e proporre le relative<br />

opportunità di finanziamento». ●<br />

I pilastri del successo<br />

1 <br />

L’innovazione come parte della strategia<br />

È importante che le linee di innovazione convergano<br />

direttamente verso la strategia aziendale. Pianificate<br />

i passi di domani e chiedetevi: in quale nicchia potete<br />

brillare in futuro? Dove avete competenze straordinarie?<br />

Abbinate le vostre riflessioni ad analisi aggiornate<br />

del mercato e dei trend, in modo da raccogliere idee<br />

innovative per l’offerta futura. Questo vi consentirà<br />

di distinguervi dalla concorrenza in un’ottica di lungo<br />

periodo.<br />

2 <br />

Il ruolo della direzione<br />

L’orientamento della strategia dell’innovazione dovrebbe<br />

essere deciso consapevolmente dalla direzione.<br />

«Dove vuole andare la vostra azienda?» è la<br />

domanda che dovrebbe essere al centro delle vostre<br />

riflessioni. Da questo punto di vista sono indispensabili<br />

una conduzione forte da parte della direzione e un<br />

management interessato. Fornite indicazioni chiare e<br />

definite la direzione per il futuro.<br />

3 <br />

Chiarezza per trovare idee migliori<br />

<strong>La</strong> comunicazione di un obiettivo chiaro e la valorizzazione<br />

dei punti di forza della strategia creano gli spazi<br />

che servono al personale per dare corso alla propria<br />

capacità di innovazione. Il risultato sono idee migliori,<br />

concrete, che apportano un vero valore aggiunto alla<br />

vostra azienda.<br />

4 <br />

Impiego mirato delle risorse<br />

<strong>La</strong> PMI deve valutare esattamente dove investire il<br />

proprio tempo e le proprie risorse. Occorre fissare<br />

obiettivi razionali, come l’accesso a un nuovo segmento<br />

clienti nell’anno successivo, ed essere in grado<br />

di quantificarne i risultati: in tal modo non si guadagna<br />

solo tempo ma anche la necessaria motivazione per<br />

realizzare le proprie ambizioni.<br />

5 <br />

Passo dopo passo verso una nuova cultura dell’innovazione<br />

Promuovete la creatività del vostro personale eliminando<br />

la paura di fallire in azienda e riconoscendo le<br />

idee straordinarie. Rinunciate inoltre a ragionare per<br />

compartimenti stagni, l’innovazione funziona molto<br />

meglio nei team intersettoriali.<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> <strong>ditta</strong><br />

Giunta oggi alla quarta generazione,<br />

Victorinox è un’azienda<br />

a conduzione familiare<br />

presente in tutto il mondo.<br />

<strong>La</strong> sede centrale dell’impresa<br />

si trova a Ibach (SZ): qui nel<br />

1884 Karl Elsener fondò la<br />

sua fucina di coltelli, per poi<br />

mettere a punto pochi anni<br />

dopo il leggendario «Original<br />

Swiss Army Knife». Oggi Victorinox<br />

non produce più solo<br />

il coltellino di fama mondiale,<br />

ma anche coltelleria professionale<br />

e per la casa, orologi,<br />

valigie e profumi.<br />

victorinox.com<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA<br />

12 01/<strong>2024</strong>


Non adagiatevi sui successi<br />

passati, ma pensate piuttosto<br />

in un’ottica a lungo termine: il<br />

CEO di Victorinox qui ritratto<br />

con il prodotto simbolo<br />

dell’azienda, il celebre<br />

coltellino a serramanico.<br />

01/<strong>2024</strong> 13<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA


FRINGE BENEFIT<br />

Monica Bernardi, responsabile<br />

HR di Impag AG, è convinta che i<br />

fringe benefit assumano un<br />

ruolo di rilievo nella fidelizzazione<br />

del personale.<br />

Caffè gratis<br />

e non solo<br />

Le prestazioni salariali accessorie non sono solo un trend, bensì uno strumento<br />

efficace per la fidelizzazione del personale. Altrettanto importanti sono una<br />

buona cultura d’impresa, l’apprezzamento professionale e le possibilità di sviluppo.<br />

Testo Melanie Ade Foto Marco Vara<br />

I<br />

fringe benefit, cioè le prestazioni salariali<br />

accessorie, fanno ormai parte del<br />

bon ton aziendale: secondo l’Ufficio federale<br />

di statistica, quasi l’80% delle imprese<br />

svizzere propone ai propri dipendenti<br />

offerte extra e agevolazioni. E un motivo<br />

valido c’è, come sostiene Ivan Brustlein, CEO<br />

della piattaforma digitale per prestazioni salariali<br />

accessorie Swibeco: «I fringe benefit possono<br />

rafforzare la fidelizzazione del personale,<br />

facilitare il reclutamento di talenti e incremen-<br />

tare la soddisfazione generale al lavoro e quindi<br />

la produttività, come dimostrato dai fatti. Mediante<br />

prestazioni accessorie convenienti le<br />

aziende hanno la possibilità di promuovere<br />

un ambiente positivo e ottenere un vantaggio<br />

competitivo sul mercato del lavoro.»<br />

Prestazioni accessorie come attestato di stima<br />

Un credo vissuto anche presso la Impag AG di<br />

Zurigo, dove collaboratrici e collaboratori<br />

beneficiano sia di ampie prestazioni sociali, ▶<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA<br />

14 01/<strong>2024</strong>


FRINGE BENEFIT<br />

Monika Zemp, co-CEO di<br />

Hunziker Partner AG, punta in<br />

generale su una cultura<br />

d’impresa improntata all’apertura<br />

e all’apprezzamento.<br />

Parità di trattamento sempre e comunque<br />

Il principio di parità di trattamento per l’insieme<br />

delle collaboratrici e dei collaboratori è<br />

scritto a caratteri cubitali anche presso Hunziker<br />

Partner AG. L’impresa d’impiantistica<br />

edile con sede a Winterthur ha un organico<br />

eterogeneo. «Da noi si lavora sia in ufficio che<br />

in loco. I due gruppi hanno bisogni completamente<br />

diversi per quanto riguarda le prestazioni<br />

salariali accessorie», spiega il co-CEO<br />

Monika Zemp. Il personale esterno vuole soprattutto<br />

attrezzature di qualità, abiti da lavoro<br />

comodi e resistenti e un’auto aziendale, il<br />

personale interno invece preferisce un’ubica-<br />

Legenda<br />

un’assicurazione infortuni privata e diverse offerte<br />

per la salute (come massaggi e postazioni<br />

ergonomiche) che di possibilità individuali di<br />

avanzamento e perfezionamento. «Per noi i<br />

fringe benefit sono uno strumento efficace<br />

che evidenzia il nostro sforzo per lo sviluppo<br />

professionale e il benessere delle persone che<br />

lavorano in azienda. Rientrano tra le manifestazioni<br />

di apprezzamento esattamente come<br />

un modello salariale moderno che riconosca la<br />

propensione alla performance, il commitment<br />

e l’impegno», dichiara Monica Bernardi. <strong>La</strong> responsabile<br />

HR della società commerciale attiva<br />

a livello internazionale ne è convinta: «Nel nostro<br />

settore le prestazioni salariali accessorie<br />

assumono un ruolo di rilievo per rafforzare la<br />

fidelizzazione del personale e attirare i talenti<br />

migliori».<br />

Considerare le diverse esigenze<br />

Brustlein, CEO Swibeco, consiglia di osservare<br />

quanto segue: «I fringe benefit devono creare<br />

la massima utilità per le persone a cui sono destinati.<br />

Pertanto le PMI dovrebbero effettuare<br />

un’attenta analisi dei bisogni. Le generazioni<br />

più giovani sono alla ricerca soprattutto di<br />

orari flessibili, possibilità di perfezionamento<br />

e una prevenzione e promozione della salute,<br />

mentre quelle più adulte sono maggiormente<br />

interessate a prestazioni tradizionali, come la<br />

contribuzione previdenziale. <strong>La</strong> varietà e la<br />

capacità di adattamento delle prestazioni accessorie<br />

hanno un’importanza crescente per<br />

riuscire a soddisfare le diverse esigenze.»<br />

Anche presso Impag AG si avvertono cambiamenti<br />

a questo proposito. «Facciamo il possibile<br />

per rispondere alle mutate richieste da parte<br />

del personale, abbiamo tra l’altro ampliato la<br />

nostra offerta nell’ambito dell’orario flessibile<br />

e dell’home office. Non teniamo conto però<br />

delle pretese che a lungo termine indebolirebbero<br />

l’azienda, perché volte esclusivamente al<br />

proprio interesse personale», afferma Bernardi.<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> <strong>ditta</strong><br />

Fondata nel 1919 come<br />

centrale di acquisto per<br />

l’industria tessile della Svizzera,<br />

Impag AG si è evoluta<br />

divenendo un’impresa commerciale<br />

e di servizi su scala<br />

internazionale di materie<br />

prime e principi attivi, naturali<br />

e chimici, nei comparti<br />

Life e Material Science. Oltre<br />

alla sede principale di Zurigo<br />

con 96 dipendenti, il Gruppo<br />

Impag ha altre cinque società<br />

in Europa per un totale<br />

di circa 200 dipendenti.<br />

impag.ch<br />

01/<strong>2024</strong> 15<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA


FRINGE BENEFIT<br />

«I fringe benefit rientrano tra le<br />

manifestazioni di apprezzamento<br />

esattamente come un modello<br />

salariale moderno»<br />

Monica Bernardi, responsabile HR di Impag AG<br />

«Le prestazioni salariali accessorie<br />

sono una forma di apprezzamento.<br />

Ma una lode o un grazie esprime molto<br />

più di qualunque agevolazione»<br />

Monika Zemp, co-CEO di Hunziker Partner AG<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> <strong>ditta</strong><br />

Hunziker Partner AG è stata<br />

fondata nel 1932. L’attività<br />

dell’azienda, giunta alla<br />

terza generazione, comprende<br />

la pianificazione, la<br />

realizzazione e la manutenzione<br />

di impianti sanitari, di<br />

riscaldamento, di aerazione,<br />

di refrigerazione ed elettrici<br />

nonché di impianti di misurazione,<br />

gestione e regolazione.<br />

Per la sua clientela<br />

Hunziker Partner AG mette<br />

a punto soluzioni globali a<br />

livello regionale e nazionale.<br />

Ha oltre un centinaio di<br />

dipendenti e la sua sede è a<br />

Winterthur.<br />

hunzikerwin.ch<br />

zione centrale, orari flessibili, spazi moderni<br />

con zone comuni per l’aggregazione e zone che<br />

offrono maggiore privacy per poter lavorare<br />

indisturbati. «Con le nostre prestazioni salariali<br />

accessorie cerchiamo di andare incontro<br />

alle varie esigenze del personale, mettendo al<br />

primo posto la parità di trattamento e il loro<br />

benessere. Se esaudissimo ogni singolo desiderio<br />

finiremmo per nuocere alla coesione del<br />

team.»<br />

Clima di fiducia come primo fattore<br />

motivazionale<br />

Zemp è convinta che i fringe benefit abbiano<br />

un peso, ma che non sia certo un caffè gratuito<br />

o una cesta di frutta a determinare la scelta del<br />

datore di lavoro, quanto piuttosto una cultura<br />

d’impresa improntata all’apertura e all’apprezzamento<br />

entro cui muoversi a proprio agio:<br />

«Le prestazioni salariali accessorie sono una<br />

forma di apprezzamento. Ma una lode o un<br />

grazie esprime molto più di qualunque agevolazione.»<br />

Senza dimenticare il lavoro stesso che<br />

deve appagare. Per questo da Hunziker Partner<br />

AG, oltre a modelli flessibili e possibilità di lavorare<br />

part-time, vengono offerte anche opportunità<br />

di attività comuni, quali una giornata al<br />

mese per il perfezionamento dell’intero team<br />

o la pausa di mezzogiorno condivisa. «Curiamo<br />

una cultura d’impresa molto aperta e personale,<br />

perché occorre anche scherzare e divertirsi<br />

insieme», precisa Zemp.<br />

I dati attuali relativi a un sondaggio Swibeco<br />

confermano che un clima di fiducia è il primo<br />

fattore motivazionale per i dipendenti (30,8%),<br />

seguito dal riconoscimento e dall’apprezzamento<br />

del lavoro svolto (26,4%) e da prestazioni<br />

quali la retribuzione e le prospettive di carriera<br />

(16,2%). È quindi indispensabile, come sottolinea<br />

Brustlein, adottare le giuste iniziative in<br />

ognuno di questi campi al fine di accrescere ulteriormente<br />

la motivazione al lavoro. «Accanto<br />

a prestazioni salariali accessorie interessanti<br />

sono necessari anche un ambiente stimolante<br />

e una buona cultura d’impresa. Entrambi costituiscono<br />

la base per il raggiungimento degli<br />

obiettivi aziendali, aumentano l’impegno e potenziano<br />

l’identificazione con l’azienda.» ●<br />

L’esperto<br />

Il CEO Yvan Brustlein ha fondato Swibeco nel 2015.<br />

<strong>La</strong> società romanda offre una piattaforma digitale<br />

per prestazioni salariali accessorie e offerte agevolate<br />

che consentono di accrescere il potere di<br />

acquisto del personale. Swibeco supporta le PMI<br />

sue clienti nell’accentuare la loro attrattiva come<br />

datori di lavoro. Oggi l’azienda ha un organico di<br />

65 dipendenti a Losanna e Zurigo.<br />

swibeco.ch<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA<br />

16 01/<strong>2024</strong>


FRINGE BENEFIT<br />

Consigli e suggerimenti<br />

1 <br />

Aderenza ottimale alla cultura<br />

d’impresa<br />

Il modo in cui vengono fatti i regali<br />

rispecchia la cultura della vostra<br />

impresa. Le PMI a orientamento<br />

familiare, ad esempio, preferiscono<br />

mettere a disposizione del loro personale<br />

fringe benefit sotto forma<br />

di sussidi per spese di accudimento,<br />

retta gratuita all’asilo nido<br />

o congedi straordinari. Riflettete<br />

sui valori cardine della vostra PMI e<br />

selezionate prestazioni accessorie<br />

che diano un contributo fattivo a<br />

promuoverli.<br />

2 <br />

Su misura delle esigenze del<br />

personale<br />

Se desiderate offrire dei fringe<br />

benefit cercate di andare incontro<br />

al massimo alle esigenze del vostro<br />

personale. I regali hanno un effetto<br />

positivo solo se viene recepito un<br />

valore aggiunto. Più le prestazioni<br />

sono al passo con i tempi ed elastiche<br />

meglio è.<br />

Per lo stesso motivo conviene<br />

anche verificare regolarmente il<br />

gradimento dei fringe benefit: quel<br />

tipo di regalo viene ancora accolto<br />

con favore? I sondaggi periodici<br />

sono il mezzo più pratico per rilevarne<br />

l’accettazione.<br />

3 <br />

Prestazioni in funzione degli<br />

obiettivi<br />

L’idoneità aziendale dei fringe benefit<br />

dipende anche dagli obiettivi<br />

che intendete perseguire con tale<br />

misura. Se desiderate migliorare<br />

l’equilibrio tra vita privata e vita<br />

professionale dei dipendenti,<br />

mostrate loro quanto questo vi sta<br />

a cuore offrendo prestazioni per la<br />

gestione della salute. Se per voi è<br />

fondamentale rinsaldare i vincoli,<br />

aumentare la motivazione o contribuire<br />

maggiormente alla tutela<br />

dell’ambiente, scegliete un regalo<br />

consono a tale scopo.<br />

4 <br />

Risalto proattivo<br />

Nel primo colloquio di lavoro, nei<br />

blog multimediali o sui social media<br />

trattate proattivamente il tema<br />

delle vostre prestazioni salariali<br />

accessorie. L’apprezzamento che<br />

dimostrano è un argomento di<br />

sicura presa. Abbonamento generale<br />

pagato, parcheggio gratuito o<br />

condizioni speciali di previdenza<br />

professionale: presentate i fringe<br />

benefit come elemento centrale<br />

della vostra identità di datore di<br />

lavoro, e non come semplici bonus<br />

o premi.<br />

Le prestazioni salariali<br />

accessorie più diffuse<br />

1. Partecipazione<br />

al 2° pilastro<br />

2. Giorni di vacanza<br />

supplementari<br />

3. Contributo all’abbonamento<br />

ai mezzi pubblici<br />

4. Abbonamento del cellulare<br />

5. Auto aziendale<br />

6. Parcheggio gratuito<br />

7. Pasti a prezzo scontato<br />

8. Snack gratuiti al posto di<br />

lavoro<br />

9. Assegni Reka<br />

10. Offerte sportive/<br />

Abbonamenti fitness<br />

Le prestazioni salariali<br />

accessorie preferite<br />

1. Più giorni di vacanza/<br />

Orari di lavoro flessibili<br />

2. Sconti permanenti su<br />

top brand<br />

3. Equilibrio tra vita privata e<br />

vita professionale<br />

Fonte: Swibeco<br />

No, non è<br />

la loro casa<br />

I nostri progetti offrono protezione<br />

alle persone in fuga e creano nuove<br />

prospettive di vita.<br />

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Sì a un mondo senza povertà


IL GRAFICO: WOMAN POWER<br />

L'avanzata delle donne...<br />

a piccoli passi<br />

Nel corso degli ultimi decenni, il tasso di occupazione femminile si<br />

è allineato a quello maschile. Tuttavia, ai piani alti quanto a pari<br />

opportunità c’è ancora molto da fare.<br />

Progressi quasi inesistenti<br />

<strong>La</strong> quota delle donne che svolgono<br />

funzioni dirigenziali ha fatto<br />

registrare un incremento solo<br />

minimo dal 1996 e attualmente si<br />

aggira intorno a un terzo.<br />

50 %<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

Quota femminile delle figure dirigenziali<br />

Fonte: Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera/UST<br />

0<br />

1996<br />

36,0%<br />

2022<br />

131 anni<br />

Così tanti ce ne vorranno ancora, secondo le<br />

stime del World Economic Forum (WEF),<br />

perché le donne raggiungano la piena parità in<br />

tutto il mondo – se mai ci si riuscirà davvero.<br />

100 %<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

Addio ai fornelli<br />

Negli ultimi 30 anni, il tasso di occupazione<br />

delle donne è aumentato costantemente, e al<br />

momento si attesta intorno all’80 per cento,<br />

solo poco al di sotto di quello degli uomini.<br />

Percentuale di donne che esercitano un’attività<br />

lucrativa nella fascia di età compresa tra i<br />

15 e i 64 anni<br />

Fonte: Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera/UST<br />

80,8%<br />

0<br />

1996 2022<br />

Più istruite<br />

Non è una questione di scarso livello di<br />

istruzione la causa della bassa presenza<br />

femminile ai piani alti: le donne ormai<br />

sono decisamente più spesso in possesso<br />

di un titolo di studio accademico rispetto<br />

agli uomini.<br />

Quote di laureati<br />

Fonte: UST, Analisi longitudinali nel campo della formazione<br />

25 %<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

Donne<br />

Uomini<br />

0<br />

1980 2005 2022<br />

DIPLOM<br />

Scuola<br />

universitaria<br />

Scuola universitaria<br />

professionale e<br />

scuola pedagogica<br />

Più spesso dipendenti, più<br />

raramente lavoratrici autonome<br />

Quasi due terzi delle donne che svolgono<br />

un’attività lucrativa sono semplici impiegate,<br />

mentre gli uomini con mansioni impiegatizie<br />

sono meno della metà del totale. Anche le<br />

attività di lavoro autonomo sono più rare tra<br />

la popolazione femminile.<br />

Posizione professionale in base al sesso<br />

nel 2022.<br />

Fonte: Rilevazione sulle forze di lavoro in Svizzera/UST<br />

Fuori dalla top 20<br />

Stando al «Global Gender Gap Report 2023» del<br />

WEF, per quanto riguarda la parità di genere la<br />

Svizzera nel raffronto internazionale è piuttosto<br />

indietro e si colloca solo al 21° posto, dopo Paesi<br />

come Nicaragua, Namibia, Albania o Moldavia. Le<br />

prime tre posizioni sono tutte occupate da Paesi del<br />

Nord Europa. <strong>La</strong> nostra vicina, la Germania, riesce<br />

pur sempre a raggiungere il sesto posto.<br />

Fonte: www.weforum.org<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

%<br />

49,5<br />

64,5<br />

Dipendenti<br />

15,7<br />

Uomini<br />

Donne<br />

11,7<br />

Autonomi<br />

Posizione Paese<br />

1 Islanda<br />

2 Norvegia<br />

3 Finlandia<br />

4 Nuova Zelanda<br />

5 Svezia<br />

6 Germania<br />

7 Nicaragua<br />

8 Namibia<br />

9 Lituania<br />

10 Belgio<br />

11 Irlanda<br />

12 Ruanda<br />

13 Lettonia<br />

14 Costa Rica<br />

15 Gran Bretagna<br />

16 Filippine<br />

17 Albania<br />

18 Spagna<br />

19 Moldavia<br />

20 Sudafrica<br />

21 Svizzera<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA<br />

18 01/<strong>2024</strong>


Sicurezza<br />

Domanda di un lettore<br />

Corto circuito sulla<br />

stazione di ricarica<br />

Non molto tempo fa volevo ricaricare il<br />

mio veicolo elettrico alla stazione di<br />

ricarica a casa, ma questa è andata in<br />

corto circuito e adesso è guasta. È<br />

assicurata? E come devo procedere ora?<br />

E. F., Sirnach<br />

L’assicurazione auto di AXA per vetture<br />

elettriche vi offre una gamma completa di<br />

soluzioni studiate appositamente per veicoli<br />

elettrici e ibridi plug-in. Inoltre, grazie alle<br />

nostre assicurazioni complementari potrete<br />

usufruire di una copertura ottimale anche<br />

per la batteria e l’infrastruttura di ricarica.<br />

Il modulo complementare «Stazione di<br />

ricarica per mobilità elettrica» tutela invece<br />

il vostro l’impianto di ricarica domestico o<br />

mobile, accessori inclusi, da danni imprevisti<br />

o distruzione. Sia che la vostra stazione di<br />

ricarica domestica sia stata usata in maniera<br />

errata, danneggiata per effetto di atti<br />

vandalici o rubata, AXA si fa carico delle<br />

spese per l’acquisto di un impianto sostitutivo<br />

equivalente o per la riparazione e i<br />

relativi costi di montaggio. Le stesse<br />

prestazioni valgono anche per i caricatori<br />

mobili. Per poter erogare il risarcimento<br />

basterà che prima di procedere alla riparazione<br />

o alla sostituzione ci facciate pervenire<br />

la relativa offerta di riparazione o la conferma<br />

di danno totale. Le prestazioni sono<br />

corrisposte fino a concorrenza della somma<br />

assicurata indicata nella polizza.<br />

Patrick Villiger,<br />

Responsabile Sinistri<br />

Veicoli a motore<br />

Foto: p.g.c. iStockphoto.com<br />

Senza più misteri la batteria<br />

delle auto elettriche<br />

Chi vuole acquistare un veicolo elettrico usato o vendere il proprio<br />

deve sapere quali sono le condizioni effettive della batteria. Come per<br />

i veicoli con motore a combustione contano l’età e i chilometri percorsi,<br />

nel caso di quelli elettrici è la prestazione residua della batteria a<br />

determinare in misura considerevole il valore di un’autovettura. <strong>La</strong> capacità<br />

di accumulo della batteria di un veicolo elettrico diminuisce nel<br />

tempo a seguito dell’utilizzo e dell’invecchiamento. Proprio l’apprezzata<br />

funzione di ricarica rapida, ma anche la ricarica normale fino<br />

alla capacità completa, influiscono negativamente sullo stato della<br />

batteria. Eppure spesso chi possiede un veicolo elettrico non sa qual è<br />

lo stato di salute della batteria. Per fare luce sulla questione, AXA offre<br />

ora ai propri clienti un accesso semplificato e a condizioni agevolate a<br />

una procedura di comprovata efficacia per il test della batteria. Il test<br />

di AVILOO, indipendente e trasversale alle case produttrici, raffronta<br />

l’energia effettivamente estraibile con il volume di energia indicato<br />

per lo stato nuovo, definendo quindi così lo stato di salute della batteria<br />

e la sua autono<strong>mia</strong> residua. Chi è interessato all’acquisto di un<br />

veicolo elettrico usato non deve quindi più comprare a scatola chiusa,<br />

con un conseguente snellimento della procedura di vendita. Il test è<br />

utile anche per tutti coloro che desiderano riscattare il loro veicolo<br />

elettrico dal leasing o semplicemente verificare lo stato della batteria<br />

di trazione. Questo servizio è disponibile per tutti i clienti che hanno<br />

assicurato un’auto elettrica presso AXA.<br />

«Le aziende che investono nella salute dei propri dipendenti rispar<strong>mia</strong>no<br />

sui costi e incrementano la produttività in maniera sostenibile»<br />

Simon Weder, CEO WeCare . Pagina 24<br />

01/<strong>2024</strong><br />

19 <strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA


INTELLIGENZA ARTIFICIALE<br />

ChatGPT: hype o<br />

rivoluzione epocale?<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA<br />

Da alcuni anni si osserva un’avanzata inarrestabile<br />

dei chatbot, i piccoli aiutanti digitali ormai profondamente<br />

radicati nei siti web di numerose aziende.<br />

Ma mantengono davvero quello che promettono?<br />

E cosa sa fare in realtà il nuovo e controverso<br />

software ChatGPT? Lo abbiamo chiesto a un’esperta.<br />

Testo Melanie Ade<br />

Signora Hundertmark, lei si dedica da anni<br />

alla ricerca sull’intelligenza artificiale (IA)<br />

ed è esperta nel campo dei chatbot. Può<br />

spiegare alle nostre lettrici e ai nostri lettori<br />

in parole semplici di cosa si tratta?<br />

Un chatbot è un sistema basato sulla tecnologia<br />

che permette il dialogo tra una persona e<br />

un software. <strong>La</strong> conversazione avviene tramite<br />

il linguaggio parlato o scritto. Il termine chatbot<br />

è una crasi tra il verbo inglese «to chat»,<br />

ovvero chiacchierare, e «robot». Volendo semplificare,<br />

un chatbot è quindi un robot con il<br />

quale si può chiacchierare.<br />

Come vengono usati i chatbot al giorno<br />

d’oggi?<br />

20 01/<strong>2024</strong><br />

Foto: generata con IA


INTELLIGENZA ARTIFICIALE<br />

«Per le PMI, ChatGPT è indicata soprattutto come assistente digitale,<br />

ad esempio, per riassumere testi lunghi»<br />

Sophie Hundertmark, consulente indipendente in materia di chatbot<br />

I chatbot sono ormai una componente irrinunciabile<br />

di ogni sito web aziendale che si rispetti,<br />

dove vengono spesso impiegati nell’assistenza<br />

alla clientela. Nella live chat il software<br />

risponde alle domande e alle richieste della<br />

clientela al posto del personale in carne e ossa.<br />

I chatbot reagiscono in base a regole di comportamento<br />

e parole chiave programmate, e sono<br />

arrivati a funzionare così bene che spesso è difficile<br />

distinguerli da un interlocutore umano.<br />

Quali vantaggi apportano per le aziende?<br />

I chatbot possono rispondere a domande<br />

semplici in totale autono<strong>mia</strong> e alleggeriscono il<br />

carico di lavoro delle aziende, in quanto il personale<br />

può concentrarsi su altri compiti o su<br />

colloqui più complessi. Inoltre i chatbot sono<br />

disponibili 24 ore su 24, senza alcun vincolo<br />

agli orari di servizio. Ciò a sua volta accresce il<br />

grado di soddisfazione della clientela, dato che<br />

le richieste vengono trattate ed evase anche al<br />

di fuori degli orari di ufficio e l’assistenza per<br />

la ricerca o l’ordinazione dei prodotti è sempre<br />

garantita. Un chatbot può inoltre rispondere<br />

contemporaneamente a numerose richieste ed<br />

eseguire ricerche di quantità complesse di dati<br />

a velocità molto maggiori.<br />

Le persone o almeno determinati profili<br />

professionali diventeranno superflui a<br />

causa dell’utilizzo dei chatbot?<br />

Questa paura è infondata. I chatbot basati<br />

sull’IA possono essere utilizzati per automatizzare<br />

determinati compiti, ma non hanno<br />

un’intelligenza umana e le competenze correlate,<br />

come ad esempio il pensiero critico, la<br />

creatività o la competenza decisionale strategica.<br />

Possono però essere impiegati come integrazione<br />

al servizio alla clientela e alleggerire il<br />

carico di lavoro del personale, il quale può così<br />

concentrarsi su compiti più complessi.<br />

Tutti parlano dell’IA ChatGPT. Ma di cosa<br />

si tratta esattamente?<br />

ChatGPT è un chatbot molto potente dell’azienda<br />

Open AI, basato sulla tecnologia di ultima<br />

generazione chiamata «IA generativa». Si<br />

tratta cioè di modelli di intelligenza artificiale<br />

in grado di generare autonomamente contenuti<br />

come testi, immagini o materiale audio.<br />

ChatGPT è stato addestrato a simulare conversazioni<br />

umane complesse e, a differenza dei<br />

chatbot aziendali, non trae il suo sapere da un<br />

singolo sito web bensì da tutto Internet e attinge<br />

quindi da un’enorme quantità di banche<br />

dati di conoscenze. Le sue possibilità sono pertanto<br />

molto più ampie di quelle di un classico<br />

chatbot.<br />

E quali sono i limiti di ChatGPT?<br />

Il sapere di ChatGPT termina con la fine di<br />

settembre 2021, ovvero il software non è in<br />

grado di esprimersi (correttamente) su accadimenti<br />

successivi. Inoltre, può darsi che l’IA<br />

generi una risposta errata se ha attinto le informazioni<br />

da una banca dati imprecisa, oppure<br />

se il tool non sa la risposta e quindi ne<br />

inventa una. In linea di principio non è mai<br />

opportuno fidarsi ciecamente delle risposte di<br />

un’IA, bensì occorre metterle sempre in discussione<br />

con il proprio buonsenso o effettuare un<br />

fact checking. Inoltre, per motivi di tutela dei<br />

dati non bisogna mai condividere con il bot dati<br />

confidenziali o degni di particolare protezione.<br />

In che modo una PMI può usare ChatGPT?<br />

Per le PMI, ChatGPT è indicato soprattutto<br />

come assistente digitale, ad esempio per riassumere<br />

testi lunghi, eseguire traduzioni, redigere<br />

certificati di lavoro, generare proposte e<br />

idee per brainstorming o anche per attività di<br />

marketing. Il tool può ad esempio creare interi<br />

concept per i social media o redigere singoli<br />

post, titoli per contributi dei blog o contenuti<br />

completi per un sito web.<br />

Cosa consiglia alle PMI che intendono<br />

approfondire l’argomento e introdurre un<br />

chatbot o impiegare ChatGPT?<br />

I chatbot in generale e ChatGPT in particolare<br />

non sono più soltanto una moda, ma una<br />

tecnologia che viene già oggi usata con successo<br />

da numerose aziende e che in futuro svolgerà<br />

sicuramente un ruolo ancora maggiore nella<br />

comunicazione con la clientela. Le PMI non devono<br />

quindi esitare a testare le possibilità e i<br />

limiti dei chatbot e di ChatGPT, bensì integrarli<br />

nella loro quotidianità per restare competitive<br />

in una prospettiva di lungo termine. ●<br />

L’esperta<br />

Sophie Hundertmark ha conseguito<br />

un master (Master of<br />

Science in Business Administration,<br />

Online Business and<br />

Marketing) presso la Scuola<br />

universitaria superiore di<br />

Lucerna nel 2017. <strong>La</strong>vora<br />

come consulente indipendente<br />

nel campo dei chatbot<br />

e affianca le aziende nell’utilizzo<br />

di questa tecnologia. Da<br />

inizio 2021 svolge inoltre un<br />

dottorato presso l’Università<br />

di Friborgo. Sempre dal 2021<br />

lavora anche come collaboratrice<br />

scientifica presso<br />

l’Institut für Finanzdienstleistungen<br />

(IFZ) della Scuola<br />

universitaria di Lucerna e<br />

tiene regolarmente presentazioni<br />

e workshop su temi<br />

che riguardano chatbot<br />

e intelligenza artificiale.<br />

sophiehundertmark.com<br />

01/<strong>2024</strong> 21<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA


STUDIO SULLE PMI<br />

Il 64% delle PMI<br />

interessato da<br />

assenze dovute<br />

a problemi psichici<br />

Oltre il 30 per cento della<br />

popolazione attiva si sente<br />

emotivamente esausta.<br />

Foto: iGettyImages/Ezra Bailey<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA<br />

22 01/<strong>2024</strong>


STUDIO SULLE PMI<br />

Le assenze dal posto di lavoro compromettono<br />

fortemente il funzionamento<br />

delle piccole e medie imprese.<br />

Dallo studio AXA sulle PMI<br />

emerge che in prospettiva futura le<br />

assenze dovute a problemi psichici<br />

potrebbero aumentare ulteriormente.<br />

Inoltre, a risentire di questa<br />

problematica non sono soltanto le<br />

persone direttamente colpite, ma<br />

anche il resto dell’organico.<br />

Testo Melanie Ade<br />

L’indice lavoro-stress di Promozione<br />

Salute Svizzera mostra che oltre il 30<br />

per cento della popolazione attiva si<br />

sente emotivamente esausta. Secondo<br />

Simon Weder, CEO di WeCare e quindi<br />

responsabile del management della salute in<br />

azienda per le attività con la clientela commerciale<br />

di AXA Svizzera, i motivi sono molteplici:<br />

«Oltre ai fattori di stress legati alla salute, alle<br />

tematiche sociopolitiche e a quelle sociali, anche<br />

l’attuale carenza di manodopera svolge un<br />

ruolo da non sottovalutare riguardo ai disagi<br />

provati sul lavoro. Se i posti vacanti in un’azienda<br />

non riescono a essere coperti, la pressione<br />

sulle collaboratrici e sui collaboratori aumenta.<br />

E il sovraccarico si trasforma spesso in<br />

assenze dovute allo stress».<br />

Fortemente colpita una PMI su quattro<br />

Come evidenziato dai risultati dell’ultimo Studio<br />

di AXA sul mercato del lavoro, nel 2022 il<br />

numero delle PMI colpite in misura sensibile da<br />

assenze dovute a disturbi psichici è aumentato<br />

dal 21 al 26 per cento rispetto all’anno precedente,<br />

mentre la quota delle imprese del tutto<br />

esenti da questo problema è scesa dal 41 al 36<br />

per cento. Soltanto poco più di un terzo delle PMI<br />

partecipanti allo studio non ha quindi registrato<br />

assenze dovute a problemi mentali. Ciò indica<br />

che la problematica della salute psichica si è ulteriormente<br />

inasprita.<br />

È aumentato anche il numero di persone intervistate<br />

che ritiene che la frequenza delle assenze<br />

causate da problemi psichici sia aumentata<br />

nell’arco degli ultimi cinque anni: quasi<br />

un quarto delle PMI interpellate (24 per cento<br />

rispetto al 17 per cento nell’anno passato) ha<br />

registrato un aumento piuttosto significativo o<br />

nettamente significativo delle assenze, mentre<br />

poco più della metà stima che il numero sia ri-<br />

Grafico 1: Assenze dovute a problemi psichici:<br />

Incidenza<br />

Indicazioni in<br />

percentuale<br />

■ Colpita fortemente<br />

■ Colpita in misura<br />

media<br />

■ Colpita relativamente<br />

poco<br />

■ Non colpita per niente<br />

100%<br />

75%<br />

50%<br />

25%<br />

0 5<br />

21<br />

38<br />

21<br />

38<br />

41 36<br />

0%<br />

2022 2023<br />

Incidenza: «In quale misura la sua azienda<br />

è colpita da assenze dovute a collaboratrici<br />

e collaboratori mentalmente fragili e/o<br />

affetti da patologie psichiche?»<br />

Valutazione<br />

dell’andamento<br />

dell’incidenza<br />

■ Notevolmente<br />

aumentata<br />

■ Piuttosto aumentata<br />

■ Invariata<br />

■ Piuttosto diminuita<br />

■ Notevolmente<br />

diminuita<br />

100%<br />

2 5<br />

0% 25% 50% 75% 100%<br />

«Quali ripercussioni hanno avuto per la sua azienda le assenze di collaboratrici e<br />

collaboratori dovute a disturbi psichici?» Indicazioni in percentuale.<br />

0% 25% 50% 75% 100%<br />

«Quali misure ha adottato la sua azienda per ridurre le assenze e le indisposizioni a<br />

seguito di malattie psichiche?» (N=301), indicazioni in percentuale.<br />

75%<br />

50%<br />

25%<br />

16<br />

63<br />

10<br />

19<br />

54<br />

10<br />

10 12<br />

0%<br />

2022 2023<br />

Sviluppo: «Negli scorsi cinque anni le<br />

assenze dovute a stress psichico nella sua<br />

azienda sono aumentate o diminuite?»<br />

Grafico 2: Assenze dovute a problemi psichici: ripercussioni<br />

Ore supplementari e carico di lavoro<br />

maggiore per gli altri dipendenti<br />

Costi per dipendenti<br />

aggiuntivi<br />

Interruzioni della produzione/<br />

interruzioni della fornitura di servizi<br />

Costi per il pagamento<br />

continuato del salario<br />

Costi per l’inserimento dei<br />

dipendenti aggiuntivi<br />

Costi per l’adeguamento della<br />

pianificazione del lavoro<br />

Problemi di consegna<br />

Pene convenzionali e richieste di<br />

risarcimento<br />

Nessuna<br />

54%<br />

38%<br />

37%<br />

30%<br />

25%<br />

20%<br />

9%<br />

3%<br />

6%<br />

Grafico 3: Misure contro le assenze dovute a problemi<br />

psichici<br />

Creazione di un’atmosfera<br />

gradevole sul lavoro<br />

Promzione di una cultura basata<br />

su comunicazione e feedback<br />

Promozione della work-life<br />

balance<br />

Svolgimento di sondaggi tra il<br />

personale<br />

Promozione della salute fisica<br />

(alimentazione, ecc.)<br />

Formazione dei responsabili di<br />

linea<br />

Aumento della copertura<br />

assicurativa<br />

Altro<br />

Nessuna<br />

42%<br />

38%<br />

26%<br />

20%<br />

17%<br />

16%<br />

11%<br />

2%<br />

15%<br />

▶<br />

01/<strong>2024</strong> 23<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA


STUDIO SULLE PMI<br />

«Se i posti vacanti in un’azienda non riescono a essere coperti,<br />

la pressione sulle collaboratrici e sui collaboratori aumenta»<br />

Simon Weder, CEO WeCare<br />

masto invariato. Ben il 22 per cento degli intervistati<br />

ha invece constatato un calo dell’incidenza.<br />

Le assenze prolungate, come spesso accade nel<br />

caso di malattie dovute a problemi psichici,<br />

comportano un onere finanziario e organizzativo<br />

considerevole per le aziende. E sono soprattutto<br />

le piccole e medie imprese a risentirne<br />

maggiormente. Come principale conseguenza<br />

diretta delle assenze dovute a problemi psichici,<br />

il 54 per cento delle PMI interpellate ha<br />

indicato il maggiore carico di lavoro e le ore<br />

supplementari del restante organico. Poiché<br />

questo onere aggiuntivo può a sua volta acuire<br />

il problema, per le PMI è consigliabile adottare<br />

fin da subito misure di prevenzione per evitare<br />

assenze dovute a disturbi mentali, afferma il<br />

CEO di WeCare. «Un management della salute<br />

in azienda radicato sistematicamente come<br />

strategia globale contribuisce a individuare per<br />

tempo i rischi per la salute, ad adottare misure<br />

efficaci e quindi a mantenere e promuovere la<br />

salute delle collaboratrici e dei collaboratori in<br />

una prospettiva di lungo termine».<br />

Misure preventive, soprattutto nei rapporti<br />

interpersonali<br />

I risultati dello studio indicano che gran parte<br />

delle PMI interpellate si è già attivata in questa<br />

direzione. Per le aziende, l’enfasi è posta soprattutto<br />

sulle misure nell’ambito interpersonale,<br />

come ad esempio creare un ambiente lavorativo<br />

piacevole (42%) e promuovere una cultura<br />

aperta sul piano della comunicazione e del feedback<br />

(38%). Simon Weder è convinto che si<br />

tratti di un approccio valido: «Un ambiente di<br />

lavoro positivo favorisce l’impegno e la motivazione<br />

dei dipendenti. Collaboratrici e collaboratori<br />

sani e motivati causano a loro volta meno<br />

infortuni e si ammalano di meno».<br />

Circa un quarto delle PMI interpellate implementa<br />

inoltre misure volte al miglioramento del<br />

c.d. work/life balance, mentre un’azienda su cinque<br />

conduce sondaggi tra il personale. Soltanto il<br />

15 per cento delle aziende consultate dichiara di<br />

non perseguire alcuna strategia di prevenzione.<br />

È invece proprio la prevenzione a fare una grossa<br />

differenza, spiega Simon Weder: «Secondo le statistiche,<br />

le aziende che investono nella salute dei<br />

propri dipendenti rispar<strong>mia</strong>no sui costi e incrementano<br />

la produttività in maniera sostenibile».<br />

Il colloquio con il personale come barometro<br />

Un importante strumento grazie al quale si possono<br />

anticipare le intenzioni di dimissioni, ma<br />

anche lo stress psichico delle collaboratrici e dei<br />

WeCare: Management<br />

della salute<br />

per aziende<br />

Con WeCare, AXA ha messo<br />

a punto un’offerta rivolta<br />

interamente alla salute del<br />

personale. WeCare offre alle<br />

imprese assistenza tramite<br />

una persona referente alla<br />

quale rivolgersi per tutte<br />

le questioni collegate alla<br />

salute delle collaboratrici e<br />

dei collaboratori; tra i suoi<br />

servizi rientrano anche l’affiancamento<br />

professionale<br />

lungo tutto il processo di riabilitazione<br />

e reintegrazione<br />

in seguito ad assenze dovute<br />

a malattia o infortunio, così<br />

come misure individuali di<br />

prevenzione per una promozione<br />

mirata della salute.<br />

axa.ch/wecare<br />

Simon Weder, CEO WeCare<br />

collaboratori, è il colloquio con il personale. Questo<br />

strumento funge in un certo modo da barometro<br />

sul grado di soddisfazione dell’organico.<br />

Oltre la metà delle PMI interpellate nello studio<br />

(56%) ha istituzionalizzato questi colloqui, inserendoli<br />

tra i compiti fissi dei superiori, mentre<br />

per le PMI più grandi con oltre 50 dipendenti<br />

questa quota sale addirittura al 65 per cento.<br />

In oltre un terzo delle PMI (39%) i colloqui<br />

con il personale non sono tuttavia stabiliti in<br />

modo fisso, bensì si svolgono a discrezione dei<br />

superiori (23%) o soltanto dietro richiesta delle<br />

collaboratrici e dei collaboratori (16%). Nel<br />

complesso, quindi, per due PMI su cinque sussiste<br />

il potenziale per pianificare in modo fisso<br />

i colloqui con i dipendenti come strumento di<br />

prevenzione contro i fattori di rischio quali<br />

fluttuazione e stress psichico del personale.<br />

«I colloqui condotti a cadenza regolare con<br />

il personale permettono di individuare con<br />

maggiore facilità il sovraccarico mentale e di<br />

affrontare sistematicamente questa problematica.<br />

Spesso però i superiori non hanno la sensibilità<br />

necessaria per riconoscere i campanelli<br />

d’allarme dei problemi mentali: a differenza di<br />

una lesione fisica, di per sé evidente, servono<br />

una sensibilità particolare e polso fermo nella<br />

gestione dei casi; è infatti proprio questo il motivo<br />

per cui le aziende dovrebbero investire in<br />

percorsi formativi adeguati. Se le collaboratrici<br />

e i collaboratori sanno inoltre mettere in atto<br />

opportune strategie per una gestione efficace<br />

dello stress, possono superare con maggiore facilità<br />

le fasi critiche sul posto di lavoro», spiega<br />

Simon Weder.<br />

●<br />

Lo studio<br />

Per realizzare questo studio, l’istituto di ricerca<br />

Sotomo ha interpellato 301 PMI svizzere con un<br />

numero di dipendenti pari o superiore a cinque unità<br />

nella Svizzera tedesca e francese. I dati sono stati<br />

raccolti tra il 21 febbraio e il 1° marzo 2023 tramite il<br />

panel aziendale di AmPuls.<br />

Foto: p.g.c.<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA<br />

24 01/<strong>2024</strong>


Responsabilità<br />

Domanda di un lettore<br />

Pensionamento<br />

parziale<br />

Un esperto della nostra azienda compierà a<br />

breve 65 anni. A causa della carenza di<br />

personale qualificato, opterà per un<br />

pensionamento parziale al 50%, mentre<br />

per la restante metà continuerà a lavorare<br />

per noi per almeno un altro anno. Ci<br />

chiediamo se l’assicurazione di indennità<br />

giornaliera per malattia versi le prestazioni<br />

anche dopo i 65 anni e se il collaboratore<br />

può percepire una rendita AVS<br />

parziale anziché intera.<br />

P. T., Bad Ragaz<br />

<strong>La</strong> riforma «AVS 21» prevede non solo il progressivo<br />

innalzamento dell’età di riferimento<br />

per le donne fino al 2028, ma anche la possibilità<br />

di pensionamenti parziali in tre tappe. In<br />

tal modo, prima del raggiungimento dell’età<br />

di riferimento ufficiale è possibile percepire<br />

anticipatamente una parte della rendita di<br />

vecchiaia AVS, differendo il pagamento della<br />

parte restante a un momento successivo. Ora,<br />

in un periodo compreso tra due anni prima e<br />

cinque anni dopo l’età di riferimento, la rendita<br />

può essere modificata mensilmente. A partire<br />

dai 70 anni va percepita la rendita intera. Il suo<br />

collaboratore può quindi già riscuotere una<br />

parte della rendita AVS, differendo l’altra parte<br />

a un altro momento. <strong>La</strong> copertura dell’assicurazione<br />

di indennità giornaliera per malattia è<br />

garantita anche oltre l’età di pensionamento<br />

AVS di 65 anni. In caso di prestazione fa stato il<br />

nuovo reddito ridotto. Al più tardi a partire dal<br />

raggiungimento dell’età di riferimento AVS, le<br />

indennità giornaliere per tutti i casi assicurativi<br />

attuali e futuri vengono corrisposte per un<br />

massimo di 180 giorni.<br />

Christoph Keller,<br />

Senior Specialist<br />

Underwriting ACP<br />

Foto: p.g.c., Sarayut Thaneerat<br />

Rispar<strong>mia</strong>re su energia<br />

e costi<br />

Il cambiamento climatico è una delle sfide più urgenti della nostra<br />

epoca e spesso sono proprio le PMI a esserne più colpite. <strong>La</strong> loro esistenza<br />

è minacciata da fattori come l’aumento dei costi energetici, perturbazioni<br />

delle catene di approvvigionamento e il pericolo di interruzioni<br />

d’esercizio a causa di eventi meteorologici estremi. Agire contro il<br />

cambiamento climatico non è quindi solo un obbligo morale, ma anche<br />

una scelta opportuna sotto il profilo economico. In questo percorso<br />

noi di AXA possiamo esservi di aiuto con i nostri utili servizi per una<br />

migliore protezione climatica nella vostra azienda: dal consumo energetico<br />

alla mobilità fino agli stabili aziendali e alla sensibilizzazione del<br />

personale. Con il nostro controllo CO 2 per edifici potete calcolare in pochi<br />

clic il bilancio CO 2 attuale del vostro stabile aziendale, effettuando<br />

inoltre simulazioni di interventi volti al miglioramento dell’efficienza<br />

energetica e all’abbattimento delle emissioni di CO 2. Siete interessati<br />

a un’ottimizzazione del riscaldamento, al risanamento dell’involucro<br />

edilizio o all’installazione di un impianto fotovoltaico? Con il controllo<br />

CO 2 per edifici potete raffrontare diverse misure di risanamento e<br />

consultare i rispettivi costi e il risparmio di CO 2 comodamente a colpo<br />

d’occhio. Coinvolgete anche il vostro personale nel percorso verso un<br />

futuro «green» e sensibilizzatelo sul tema della protezione ambientale:<br />

frequentando la formazione sul clima «WeAct», i vostri collaboratori<br />

apprenderanno attraverso brevi unità didattiche come integrare il tema<br />

della sostenibilità nella quotidianità lavorativa.<br />

axa.ch/green-services<br />

«È compito della direzione aziendale occuparsi dei potenziali<br />

cyber-rischi e adottare le opportune misure di protezione»<br />

Gianni Trog, responsabile Cyber-sinistri per clienti commerciali presso AXA Svizzera · Pagina 28<br />

01/<strong>2024</strong> 25<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA


REPORTAGE SINISTRI<br />

Nella<br />

trappola<br />

dei bot<br />

Nel 2023 Historika AG, impresa specializzata<br />

in tecnica pubblicitaria, ha subito un<br />

cyber-attacco. Grazie a una pronta reazione<br />

e alla collaborazione ben rodata dei<br />

servizi IT competenti, ha evitato il peggio.<br />

Testo Joëlle Jeitler Foto Marco Vara<br />

Nata oltre 50 anni fa, Historika AG ha<br />

sede a Oberuzwil, piccolo centro del<br />

Canton San Gallo. L’azienda propone<br />

un’ampia gamma di soluzioni<br />

pubblicitarie tra cui prodotti analogici<br />

come scritte per edifici e segnaletica, ma<br />

anche moderne soluzioni software e contenuti<br />

digitali. A maggio del 2023, tuttavia, proprio dal<br />

mondo digitale sono arrivati i guai: l’impresa è<br />

infatti finita nel mirino dei criminali informatici.<br />

«Un bel mattino Swisscom ci ha chiamati<br />

per informarci che sospettava un attacco da<br />

parte della botnet Mirai», racconta il COO Silvio<br />

Schärer. Era la prima volta che l’azienda aveva<br />

a che fare con un cyber-attacco e subito è scattato<br />

l’allarme. «In questi frangenti per la testa<br />

ti passa di tutto», spiega Schärer. «C’è stato un<br />

furto di dati? Dobbiamo informare la clientela?».<br />

L’incertezza sul da farsi era tanta. Di concerto<br />

con inconet technology ag, l’operatore IT competente,<br />

e AXA si è reagito rapidamente. E questo<br />

ha permesso di evitare danni di grande entità.<br />

Tutto per una falla di sicurezza<br />

Quella subita da Historika AG era una classica<br />

infezione ai danni della rete informatica<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> <strong>ditta</strong><br />

Historika AG è un’impresa<br />

di Oberuzwil (Canton San<br />

Gallo) specializzata in tecnica<br />

pubblicitaria. Fondata nel<br />

1971, oggi ha 61 dipendenti e<br />

due sedi.<br />

historika.ch<br />

aziendale, che si è così trasformata in una<br />

botnet. Una botnet è una rete composta da<br />

più dispositivi che, a seguito di un’infezione<br />

da malware, agiscono come bot, ossia robot.<br />

Tramite il malware, i criminali informatici riescono<br />

a controllare a distanza i sistemi presi<br />

di mira. Qualsiasi dispositivo facente parte di<br />

una rete può trasformarsi in un bot o in un<br />

componente di una botnet. Il punto è che<br />

spesso questo tipo di attacco passa inosservato<br />

e non di rado segna l’inizio di problemi ben più<br />

gravi. Una volta introdottosi nella rete, infatti,<br />

l’autore dell’attacco può caricare dei software<br />

maligni o impossessarsi di dati come numeri<br />

di carte di credito o password. In alcuni casi si<br />

nota che c’è qualcosa che non va: i dispositivi<br />

diventano lenti, mancano dei dati. «Purtroppo,<br />

però, spesso a quel punto è già tardi», così Matthias<br />

De Toffol, responsabile Cyber security<br />

presso inconet. I più pericolosi sono i malware<br />

che passano a lungo inosservati. «Hanno infatti<br />

tutto il tempo necessario per diffondersi o impossessarsi<br />

dei dati», spiega De Toffol.<br />

Nel caso di Historika AG per accedere alla rete<br />

aziendale i criminali informatici hanno sfruttato<br />

una nuova lacuna di sicurezza critica del<br />

firewall. «Il firewall è un componente assai<br />

delicato della rete: serve infatti a proteggerla<br />

da possibili attacchi. Se diventa vulnerabile,<br />

è un po’ come se la porta di casa rimanesse<br />

aperta» continua De Toffol. Una volta entrati<br />

nella rete, i malintenzionati hanno anche le<br />

autorizzazioni necessarie per cancellare le<br />

proprie tracce. E ciò rende ancor più difficile<br />

smascherarli. Occorreva perciò agire il più velocemente<br />

possibile. inconet ha isolato dall’esterno<br />

la rete di Historika e nello stesso tempo<br />

ha attuato misure forensi nell’ambito delle<br />

quali sono state esaminate circa 50 postazioni<br />

di lavoro. In questo modo è riuscita a localizzare<br />

e isolare il dispositivo colpito e a colmare<br />

le lacune di sicurezza del caso. Per risolvere il<br />

problema ci è voluta circa una settimana, ma il<br />

sistema è rimasto sotto osservazione per altre<br />

due. Fortunatamente Historika non ha dovuto<br />

interrompere l’attività. «L’incidente non ha<br />

avuto troppe ripercussioni sul lavoro quotidiano<br />

dell’azienda e il personale ha potuto riprendere<br />

a lavorare abbastanza in fretta», così<br />

Schärer.<br />

Gli attacchi alle PMI non sono rari<br />

Oggi le PMI che finiscono nel mirino dei criminali<br />

informatici sono sempre di più. «Non<br />

aspettandosi di rimanere vittime di un cy-<br />

«Se un firewall diventa vulnerabile, è un po’ come<br />

se la porta di casa rimanesse aperta»<br />

Matthias De Toffol, responsabile Cyber security, inconet<br />

▶<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA<br />

26 01/<strong>2024</strong>


REPORTAGE SINISTRI<br />

2<br />

1 Silvio Schärer, COO di Historika<br />

AG, è felice che il cyber-attacco<br />

non abbia provocato danni di<br />

grandi proporzioni.<br />

2 I criminali informatici sono<br />

riusciti ad accedere alla rete<br />

sfruttando una lacuna di<br />

sicurezza del firewall.<br />

1<br />

3 Oltre a soluzioni pubblicitarie<br />

analogiche come scritte per<br />

edifici e pubblicità luminose,<br />

Historika AG propone prodotti<br />

digitali.<br />

4<br />

4 L’importante è localizzare e<br />

isolare quanto prima il<br />

dispositivo colpito.<br />

3<br />

03/2023 27<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA


REPORTAGE SINISTRI<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> <strong>ditta</strong><br />

inconet technology ag è un<br />

fornitore di servizi IT specializzato<br />

in sicurezza informatica<br />

e soluzioni ICT. In stretta<br />

collaborazione con Swisscom<br />

e lʼUfficio federale della<br />

cibersicurezza (UFCS) offre<br />

alle PMI misure di sicurezza a<br />

360 gradi.<br />

inconet.ch<br />

Matthias de Toffol, responsabile Cyber security di inconet (a sinistra), e Silvio Schärer,<br />

COO di Historika AG, hanno di che sorridere: grazie a una reazione rapida e a un’efficiente<br />

collaborazione è stato possibile evitare il peggio.<br />

ber-attacco, generalmente le piccole imprese<br />

adottano misure di protezione meno efficaci<br />

rispetto alle grandi aziende. I malintenzionati<br />

lo sanno e ovviamente ne approfittano», spiega<br />

Gianni Trog, responsabile Cyber-sinistri Clientela<br />

commerciale presso AXA.<br />

Pochi mettono in conto di poter subire un attacco<br />

informatico. Eppure i dati in possesso<br />

dell’Ufficio federale della cibersicurezza (UFCS)<br />

parlano tutt’altra lingua: secondo un recente<br />

comunicato stampa, solo nel primo semestre<br />

2023 all’UFCS sono stati notificati circa 19 000<br />

cyber-attacchi, 2000 in più rispetto alla prima<br />

metà del 2022. «Naturalmente avevamo affrontato<br />

l’argomento e stavamo mettendo a fuoco<br />

i potenziali cyber-rischi. Ma non pensi mai che<br />

possa capitare proprio a te. Credevamo che<br />

un’azienda piccola come la nostra non interessasse<br />

a nessuno», racconta Silvio Schärer.<br />

Quello della sicurezza informatica è un tema<br />

da prendere sul serio e analizzare a fondo. «È<br />

cruciale che alla questione della cyber security<br />

aziendale venga attribuita la giusta importanza.<br />

I vertici aziendali devono esaminare in<br />

maniera approfondita i potenziali rischi e le<br />

misure protettive del caso», così Gianni Trog.<br />

L’esperto<br />

Gianni Trog lavora presso<br />

AXA Svizzera dal 2016. Revisore<br />

contabile ed economista<br />

aziendale diplomato, Trog<br />

ha un MAS in informatica<br />

e in veste di responsabile<br />

Cyber-sinistri Clientela<br />

commerciale risponde della<br />

liquidazione di danni informatici.<br />

È inoltre specialista<br />

di Responsabilità civile per<br />

danni patrimoniali.<br />

Valutare periodicamente rischi e misure<br />

protettive<br />

Per tutelarsi si può scegliere tra numerose soluzioni.<br />

«Tra le misure classiche per le PMI vi è<br />

senz’altro quella della protezione perimetrale,<br />

che permette di isolare la rete aziendale e controllare<br />

i dati in entrata e in uscita. Bisogna poi<br />

proteggere i server e i dispositivi terminali»,<br />

spiega l’esperto di AXA. Non meno importante<br />

è che il software sia aggiornato e debitamente<br />

patchato. In altre parole, occorre scaricare regolarmente<br />

gli aggiornamenti e colmare così<br />

eventuali lacune di sicurezza. Oltre ad adottare<br />

misure tecniche è poi fondamentale sensibilizzare<br />

il personale facendo periodicamente<br />

presenti i rischi del momento e le loro possibili<br />

conseguenze. «Da quando abbiamo subito<br />

l’attacco i dipendenti sono molto più propensi<br />

a venire da me quando un’e-mail sembra loro<br />

sospetta», racconta Silvio Schärer.<br />

Fortunatamente in questo caso Historika se l’è<br />

cavata con un semplice spavento. Ma l’esperienza<br />

dell’attacco informatico ha lasciato il<br />

segno. «Una cosa che tuttora mi porto dentro è<br />

il senso di insicurezza che ti assale all’improvviso.<br />

L’e-mail che ho davanti è sospetta o no?<br />

Posso fidarmi della persona che ho al telefono?<br />

Si diventa un po’ paranoici», conclude Schärer.<br />

Il caso di Historika è però un buon esempio<br />

di come un’adeguata preparazione e il giusto<br />

network possano impedire il peggio. ●<br />

«Una cosa che tuttora mi porto dentro è il senso<br />

di insicurezza che ti assale all’improvviso»<br />

Silvio Schärer, COO Historika AG<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA<br />

28 01/<strong>2024</strong>


REPORTAGE SINISTRI<br />

Rischi minimi, protezione massima<br />

1<br />

Più sensibilità verso le minacce<br />

del cyber-spazio<br />

Le PMI sono spesso vittime di ransomware,<br />

phishing, attacchi DDoS<br />

e malware. Per ridurre le probabilità<br />

che i criminali informatici<br />

facciano breccia nelle reti aziendali<br />

è essenziale sensibilizzare il<br />

personale.<br />

2Impiego delle risorse<br />

Date le limitate risorse in termini<br />

di tempo, denaro e know-how, le<br />

PMI dovrebbero dare priorità agli<br />

investimenti in misure di sicurezza<br />

informatica, in modo da tutelarsi<br />

efficacemente dai cyber-attacchi.<br />

3Infrastruttura di sicurezza più<br />

efficace<br />

Per rendere le reti meno suscettibili<br />

di intrusioni e infezioni da malware<br />

le PMI dovrebbero migliorare le<br />

loro infrastrutture e i protocolli di<br />

sicurezza.<br />

4Formazione e informazione del<br />

personale<br />

Per meglio tutelare il personale<br />

da phishing e altri tipi di attacchi<br />

di social engineering ci vogliono<br />

regolari formazioni ed eventi informativi<br />

sui rischi per la sicurezza<br />

informatica.<br />

5Adeguamento a minacce<br />

complesse<br />

Man mano che i cyber-attacchi si<br />

fanno più complessi e insidiosi è<br />

bene che le PMI adattino e aggiornino<br />

le loro misure di sicurezza.<br />

6Sguardo all’interconnessione<br />

digitale<br />

<strong>La</strong> crescente digitalizzazione<br />

e l’interconnessione delle PMI<br />

impongono di fare più attenzione<br />

alle potenziali violazioni della<br />

sicurezza, soprattutto in relazione<br />

a servizi Cloud, dispositivi mobili e<br />

dispositivi IoT.<br />

7Preparazione alle conseguenze<br />

di un attacco<br />

Per riprendersi dagli effetti di un<br />

cyber-attacco, perdite finanziarie,<br />

interruzioni d’esercizio e danni<br />

alla reputazione compresi, è bene<br />

che le PMI definiscano dei piani di<br />

emergenza.<br />

Fonte: inconet<br />

Assicurazione<br />

Cyber di AXA<br />

AXA offre alle imprese<br />

una protezione completa<br />

dai cyber-attacchi. Oltre<br />

a coprire danni propri e<br />

di responsabilità civile,<br />

offre dei servizi gratuiti di<br />

prevenzione e una hotline<br />

per i cyber-danni attiva 24<br />

ore su 24 presso l’esperto<br />

di cyber security Oneconsult<br />

AG. Se, nonostante le<br />

misure tecniche e organizzative<br />

adottate, l’IT subisce<br />

un attacco informatico,<br />

l’assicurazione Cyber<br />

protegge le imprese anche<br />

dalle conseguenze finanziarie.<br />

In questo caso sono<br />

fondamentali l’assistenza<br />

immediata 24/7 nonché la<br />

consulenza e comunicazione<br />

in caso di crisi.<br />

axa.ch<br />

Insieme per una<br />

maggiore sostenibilità<br />

Vi sosteniamo con prodotti e servizi<br />

orientati al futuro.<br />

Know You Can<br />

AXA.ch/sostenibilita<br />

02/2023<br />

29<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA


MARKETING<br />

INTERVISTA<br />

«Non<br />

seguiamo il<br />

mainstream»<br />

Dopo la prematura scomparsa di Aldo Kuonen, le redini della fabbrica di<br />

sci sono passate ai figli Francesca e Marco. Insieme a Jean-Pierre,<br />

marito di lei, proseguono lungo il solco tracciato dal padre, non senza<br />

portare una nota di fantasia nell’ingessato circo bianco. Nell’intervista<br />

i tre spiegano perché un prodotto AK vale tutto il denaro che costa; e perché<br />

costruire uno sci è un po’ come cucinare.<br />

Intervista Melanie Ade<br />

Foto Herbert Zimmermann<br />

Spiegatemi perché dovrei comprarmi<br />

un paio di sci AK.<br />

Francesca Kuonen: Perché sono i migliori sul<br />

mercato (ride). No, seriamente: i nostri sci hanno<br />

caratteristiche dinamiche imbattibili e prestazioni<br />

straordinarie. Uno sci AK è più vivace, diretto<br />

e sportivo di ogni altro, ma presenta allo<br />

stesso tempo grandissima stabilità. Caratteristiche<br />

che non trovi da nessun’altra parte.<br />

Perché i vostri sci sono così buoni?<br />

Marco Kuonen: Prima di tutto sono realizzati<br />

con materiali di altissima qualità, altrimenti<br />

riservati solo agli atleti di Coppa del mondo,<br />

come legno perfetto o la soletta più scorrevole.<br />

A questi si aggiungono superfici uniche e funzionali<br />

come Elastak, Basetop o skiN. Quando li<br />

usi, te ne accorgi. E poi in ogni nostro sci, fatto<br />

a mano, c’è tutto il cuore e l’impegno della nostra<br />

manifattura di famiglia nidvaldese. È un<br />

prodotto «nostrano» e racchiude in sé un valore<br />

emotivo.<br />

<strong>La</strong> livrea dei vostri sci è rigorosamente<br />

in tinta unita. Perché?<br />

Jean-Pierre Erni: Noi a<strong>mia</strong>mo il design: la<br />

purezza e l’eleganza delle linee rispecchiano<br />

completamente il nostro stile. Ma c’è in primo<br />

luogo una ragione tecnica: uno sci di questo<br />

tipo è meno nervoso e più stabile, assorbe meglio<br />

urti e vibrazioni. Peraltro il design è assolutamente<br />

in linea con la nostra filosofia: chi<br />

l’ha detto che i dettagli tecnici come il raggio<br />

debbano essere riportati sullo sci? In fondo<br />

sulle auto non si scrive quanti cavalli ci sono<br />

sotto il cofano.<br />

Francesca Kuonen: Il positivo effetto collaterale<br />

è che le superfici nere o monocromatiche<br />

«Siamo cresciuti<br />

secondo<br />

i sani valori<br />

svizzeri, certo,<br />

ma a<strong>mia</strong>mo<br />

anche<br />

l’originalità,<br />

talvolta<br />

addirittura<br />

anche l’anticonvenzionalità»<br />

Francesca Kuonen<br />

fosforescenti ci danno un enorme grado di riconoscibilità.<br />

Alla fine l'estetica è comunque in<br />

linea con quelli che sono i nostri gusti: se una<br />

cosa non ci piace, non la facciamo. Da subito,<br />

infatti, il design chiaro e lineare è stato il tratto<br />

caratteristico degli sci AK.<br />

A molti il nome di Aldo Kuonen,<br />

ex responsabile del racing team<br />

Rossignol, poi direttore di Atomic<br />

e scopritore di varie icone dello<br />

sci, non giungerà del tutto nuovo.<br />

Francesca Kuonen: Nel 1995 fondò AK Ski con<br />

l’obiettivo di sviluppare uno sci da competizione<br />

per tutti. All’epoca non esistevano ancora<br />

le piccole fabbriche in concorrenza con i grandi<br />

brand e tutti lo prendevano per matto. Ma le<br />

cose sono cambiate rapidamente, quando nel<br />

1997 sul mercato sono arrivati i primi sci AK.<br />

Aldo Kuonen ci ha lasciato nel 2012, a<br />

soli 60 anni, per un tumore al cervello;<br />

avete rilevato l’azienda di famiglia<br />

quando eravate molto giovani.<br />

Marco Kuonen: Sì, è stata molto dura per noi.<br />

Abbiamo perso non solo un padre, ma un mentore,<br />

un modello e il nostro migliore amico:<br />

per questo il vuoto che ha lasciato è stato<br />

enorme. All’inizio mi è mancato soprattutto<br />

lo scambio tecnico, con il suo enorme bagaglio<br />

di esperienza. Eppure non abbiamo mai avuto<br />

dubbi: dovevamo continuare l’attività come lui<br />

avrebbe voluto. I primi tempi sono stati tremendi,<br />

c’era un’azienda da mandare avanti e<br />

nessuno spazio per il cordoglio.<br />

Quanto c’è di Aldo ancora oggi nei<br />

vostri sci?<br />

▶<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA<br />

30<br />

01/<strong>2024</strong>


Fare sci per passione: con AK Ski<br />

Francesca Kuonen, Marco Kuonen e<br />

Jean-Pierre Erni portano scompiglio<br />

nel circo bianco.<br />

01/<strong>2024</strong> 31<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA


MARKETING<br />

INTERVISTA<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> <strong>ditta</strong><br />

Jean-Pierre Erni: Non si può paragonare uno<br />

sci di oggi con uno del 1997, tecnologie e materiali<br />

sono cambiati troppo. Certo, la filosofia e<br />

la motivazione che ci guidano sono le stesse di<br />

Aldo, ma sia a livello di clienti sia di prodotti c’è<br />

stato un cambio generazionale. Abbiamo sviluppato,<br />

modernizzato e ringiovanito il brand<br />

AK secondo le nostre idee e con le nostre personalità.<br />

In altre parole, abbiamo impresso su<br />

AK Ski il nostro marchio, pur restando fedeli<br />

al DNA originario. Ma negli sci AK c’è ancora<br />

molto di Aldo, perché lui continua a vivere in<br />

Francesca e Marco.<br />

Che cosa contraddistingue oggi la<br />

vostra azienda?<br />

Francesca Kuonen: Siamo la classica azienda<br />

a conduzione familiare. A ben vedere, non<br />

troppo «classica». Siamo cresciuti secondo i<br />

sani valori svizzeri, certo, ma a<strong>mia</strong>mo anche<br />

l’originalità, talvolta addirittura anche l'anticonvenzionalità.<br />

Non seguiamo il mainstream.<br />

Le nostre linee guida si chiamano lifestyle,<br />

emozioni, autenticità ed esclusività. Mettiamo<br />

impegno, passione e cuore in quello che facciamo,<br />

tutta la nostra vita ruota attorno ad<br />

AK Ski.<br />

E come vi dividete i compiti?<br />

Jean-Pierre Erni: In un’azienda a conduzione<br />

familiare tanto piccola ciascuno deve sapere<br />

e poter fare tutto. Facciamo tutto insieme, da<br />

ideazione e sviluppo, passando per il design e<br />

il testing, fino a consegne e marketing, e prendiamo<br />

ogni decisione in tre. Chiaramente abbiamo<br />

tutti qualità diverse, ma ci completiamo<br />

perfettamente e siamo un team imbattibile.<br />

Come avete acquisito i segreti del<br />

mestiere?<br />

Marco Kuonen: Praticamente ci siamo cresciuti.<br />

Da quando siamo stati in grado di pensare,<br />

seduti al tavolo di cucina si è sempre<br />

parlato di come fabbricare lo sci migliore. Sin<br />

da bambini eravamo spessissimo in fabbrica e<br />

abbiamo appreso molto presto le nozioni fondamentali.<br />

Fabbricare uno sci è come cucinare:<br />

servono soltanto gli ingredienti giusti e la capacità<br />

di amalgamarli. Inoltre usiamo e testiamo<br />

direttamente i nostri sci e valutiamo quello che<br />

possiamo migliorare sulla base del loro comportamento<br />

sulla neve.<br />

Jean-Pierre Erni: L’aspetto più importante è<br />

avere una grandissima passione per quello che<br />

fai. In questo modo, cose che non avresti mai<br />

I loro sci sono sinonimo di<br />

prestazioni ineguagliabili e<br />

inconfondibile design: AK Ski<br />

riunisce lifestyle, passione e<br />

divertimento allo stato puro.<br />

<strong>La</strong> manifattura fondata nel<br />

1995 da Aldo è oggi gestita<br />

da Francesca e Marco Kuonen<br />

e da Jean-Pierre Erni. Nel<br />

2021 hanno aggiunto il brand<br />

«OFF» per lo scialpinismo.<br />

ak-ski.ch<br />

off-ski.ch<br />

«<strong>La</strong> cosa più<br />

importante<br />

è avere<br />

un’enorme<br />

passione<br />

per quello<br />

che fai»<br />

Jean-Pierre Erni<br />

pensato di saper fare, diventano improvvisamente<br />

scontate. E se qualcosa ti interessa e la<br />

fai per te stesso, per il puro piacere di farla,<br />

anche i compiti come contabilità e simili improvvisamente<br />

ti appariranno più facili.<br />

Al momento producete dalle 3000 alle<br />

4000 paia di sci all’anno. Ci sono piani<br />

di espansione?<br />

Francesca Kuonen: Stiamo continuando a crescere,<br />

ma in maniera sana. Il nostro obiettivo<br />

principale non è quello di gonfiare artificialmente<br />

l’azienda. Non vogliamo arrivare a realizzare<br />

un prodotto di massa e vendere 30 000<br />

paia di sci all’anno, ma restare un’azienda di<br />

famiglia indipendente. <strong>La</strong> cosa più importante<br />

per noi è creare lo sci migliore e mantenerci a<br />

questo altissimo livello qualitativo. Per questo<br />

ogni centesimo che entra viene reinvestito nel<br />

prodotto.<br />

Marco Kuonen: Poco prima del coronavirus,<br />

abbiamo sviluppato «OFF», il nostro prodotto<br />

da scialpinismo, un marchio completamente<br />

nuovo, partito in maniera molto promettente<br />

e affermatosi già ottimamente sul mercato.<br />

Non fate pubblicità. Come fate a<br />

vendere i vostri sci?<br />

Jean-Pierre Erni: Non esattamente: facciamo<br />

marketing, ma a modo nostro. Da un lato il<br />

prodotto viene raccomandato nei negozi specializzati<br />

e per questo diamo grande valore alla<br />

formazione e al contatto personale con tutti i<br />

nostri punti vendita. Inoltre puntiamo molto<br />

sul passaparola: i migliori ambasciatori sono i<br />

membri della AK Family, che amano i nostri sci<br />

e quindi li consigliano ad amici e conoscenti.<br />

Gli sci AK non sono esattamente<br />

a buon mercato. Questo vi frena<br />

sul mercato?<br />

Francesca Kuonen: Chi scia solo qualche<br />

giorno all’anno certamente non si compra gli<br />

AK: è perfettamente comprensibile. È un po’<br />

quello che avviene per auto o orologi: ci si permette<br />

o ci si vuole permettere un prodotto top<br />

di gamma perché si è conquistati dalle sue prestazioni<br />

e si è disposti anche a rispar<strong>mia</strong>re per<br />

acquistarlo. Inoltre, i nostri sci non rientrano<br />

nel segmento del lusso, i prezzi sono assolutamente<br />

in linea con qualunque sci di fascia alta<br />

disponibile in commercio.<br />

Marco Kuonen: E non dobbiamo dimenticare<br />

che grazie ai materiali di altissima qualità<br />

utilizzati, uno sci AK dura molto di più di un<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA<br />

32 01/<strong>2024</strong>


In laboratorio Marco Kuonen è<br />

nel suo elemento. Cresciuto<br />

praticamente in fabbrica, ha<br />

appreso ben presto i segreti<br />

del mestiere.<br />

prodotto a buon mercato realizzato in serie.<br />

Quindi il nostro sci non solo è più sostenibile,<br />

ma anche molto più longevo e, alla fine, anche<br />

più conveniente di un prodotto che è già obsoleto<br />

in partenza.<br />

Qual è il ritratto del tipico sciatore AK?<br />

Marco Kuonen: Ci rivolgiamo ai grandi appassionati<br />

di sci, che guardano alla qualità elevata<br />

e a prestazioni di grande livello. Ma anche ai<br />

numerosi compaesani nidvaldesi, che ogni<br />

fine settimana vanno a sciare sulla Klewenalp<br />

e, oltre ad apprezzare tutte le caratteristiche<br />

dinamiche, sentono un legame emotivo con i<br />

nostri sci e la nostra manifattura. Un cliente<br />

ha addirittura appeso l’AK Pink come oggetto<br />

d’arte alla parete del suo appartamento di New<br />

York (ride).<br />

Uno sci come oggetto d’arte?<br />

Jean-Pierre Erni: Ci sono anche persone che<br />

appendono un paio di sci alla parete del loro<br />

chalet, lo abbiamo visto nelle nostre collaborazioni<br />

con Dior e Hublot. Ma si tratta soprattutto<br />

di amanti dei brand di lusso.<br />

Già che siamo nel discorso, avete<br />

avuto numerose collaborazioni con<br />

«Ci rivolgiamo<br />

agli appassionati<br />

di sci, che<br />

tengono alla<br />

qualità elevata»<br />

Marco Kuonen<br />

grandi marchi. Come sono nati questi<br />

rapporti?<br />

Francesca Kuonen: Per noi naturalmente è un<br />

grande onore che Dior, Hublot o Porsche abbiano<br />

chiesto se volevamo lavorare con loro:<br />

ci aiuta ad aumentare la notorietà del nostro<br />

marchio. Se questo è il quarto anno che Dior<br />

collabora con noi significa che stiamo facendo<br />

le cose per bene. In questo modo abbiamo imparato<br />

molto, ma AK Ski resta il nostro core business<br />

e le collaborazioni rappresentano piuttosto<br />

la ciliegina sulla torta.<br />

Quali sono i vostri obiettivi futuri?<br />

Jean-Pierre Erni: Abbiamo tante idee, non ci<br />

sarà da annoiarsi. Ma non abbiamo un piano<br />

decennale: preferiamo concentrarci sul qui e<br />

ora, invece di programmare il futuro nei minimi<br />

dettagli.<br />

Francesca Kuonen: <strong>La</strong> cosa più bella per noi è<br />

e resta riuscire a trasmettere all’esterno la nostra<br />

passione, il nostro amore per il prodotto e<br />

lo sci.<br />

●<br />

01/<strong>2024</strong> 33<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA


Il mio motivo d’orgoglio<br />

Fioriere intelligenti per un mondo più sostenibile<br />

Tutto è iniziato dalla <strong>mia</strong> frustrazione. Quale<br />

professore di biologia vegetale all’Università<br />

di Berna sono un professionista in materia, ma<br />

ciononostante non riuscivo nemmeno a far sopravvivere<br />

le mie piante da balcone durante le<br />

mie lunghe assenze estive: le erbe e i fiori continuavano<br />

a seccarsi. Nel 2021, insieme a Ludwig,<br />

geofisico e ingegnere, Johnny, sviluppatore di<br />

app, e Jere<strong>mia</strong>s, coach di start-up, abbiamo sviluppato<br />

un sistema di irrigazione innovativo e<br />

intelligente che aiuta a mantenere le terrazze e i<br />

balconi più verdi a lungo termine. In tal modo intendiamo<br />

contribuire a una maggiore verdificazione<br />

delle aree urbane, ma soprattutto vogliamo<br />

fare qualcosa per il benessere delle persone. È infatti<br />

scientificamente dimostrato che chi coltiva<br />

piante è meno stressato e sviluppa una migliore<br />

comprensione della natura e dell’ambiente. Il<br />

nostro obiettivo è trasformare le città a livello<br />

globale in oasi verdi, rendendo così il mondo<br />

un po’ più sostenibile e le persone un po’ più<br />

felici. Per ora siamo una piccola start-up e spinoff<br />

dell’Università di Berna con sette dipendenti,<br />

ma stiamo pianificando la nostra espansione<br />

nell’area europea. Siamo infatti convinti che il<br />

nostro approccio innovativo avrà successo anche<br />

a livello internazionale.<br />

boum.garden<br />

Matthias Erb,<br />

professore, imprenditore<br />

e agricoltore bio<br />

Foto: Sarah Stangl<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA<br />

34 03/2023 01/<strong>2024</strong>


Il mio motivo d’orgoglio<br />

Remo Riebel,<br />

fondatore e titolare<br />

di Plankraft AG<br />

Con Plankraft verso il match perfetto<br />

Cosa mi piace dell’attività indipendente? Il mio lavoro mi<br />

consente un ampio margine per attuare le mie idee. Prima<br />

di mettermi in proprio, la <strong>mia</strong> carriera mi ha portato in<br />

America, attraverso il settore alberghiero, dove ho partecipato<br />

alla creazione di una grande catena di ristorazione.<br />

Tornato in Svizzera, alla ricerca di un nuovo impiego sono<br />

finito in un’agenzia di collocamento. Ho notato subito che<br />

questo settore mi piaceva molto e pertanto sono passato<br />

rapidamente dall’altra parte, ossia da persona in cerca<br />

di lavoro a collocatore. Nel 2016 sono stato cofondatore<br />

e partner di un’agenzia di collocamento del personale e<br />

dopo altri tre anni ho deciso di mettermi in proprio da<br />

solo. Nella <strong>mia</strong> azienda Plankraft mi concentro sul settore<br />

edile, servendo due gruppi di clienti: da un lato, gli specialisti<br />

che intendono cambiare posto di lavoro e, dall’altro,<br />

le imprese che vogliono occupare un posto vacante. Un<br />

buon networking è fondamentale, motivo per cui mi affido<br />

a contatti pluriennali e a relazioni personali. Offro<br />

ai miei clienti un valore aggiunto, considerato che non<br />

devono comunicare la loro ricerca di lavoro. Mi accerto<br />

di tutte le condizioni quadro in loro vece, mantenendo<br />

un’assoluta discrezione. E alla fine trovo il match perfetto<br />

per entrambe le parti.<br />

plankraft.ch<br />

01/<strong>2024</strong> 35<br />

<strong>La</strong> <strong>mia</strong> DITTA


Insieme per una<br />

maggiore sostenibilità<br />

Vi sosteniamo con prodotti e<br />

servizi orientati al futuro.<br />

Know You Can<br />

AXA.ch/sostenibilita

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