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Comportamenti suicidari e ideazione suicidaria, Augusto Pasini

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<strong>Comportamenti</strong> <strong>suicidari</strong> ed<br />

<strong>ideazione</strong> <strong>suicidari</strong>a<br />

A. <strong>Pasini</strong><br />

Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile<br />

Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”


Definizioni<br />

� Per <strong>ideazione</strong> <strong>suicidari</strong>a possiamo intendere<br />

un’attività L’<strong>ideazione</strong>di<strong>suicidari</strong>a, pensiero irivolta tentativi ad di immaginare suicidio eddei il<br />

comportamenti suicidio possonoinessere cui sipresenti esprimeo un’aggressività<br />

messi in atto<br />

autodiretta da soggetti che con ha sindromi come obiettivo psichiatriche la mortedefinite<br />

oppure da persone senza disturbi mentali<br />

� Ilobiettivabili tentativo di suicidio esprime il passaggio all’atto<br />

di un comportamento che mette, almeno<br />

potenzialmente, in pericolo la vita del soggetto che<br />

lo produce<br />

� Il suicidio è un tentativo riuscito


Per i tentativi di suicidio la diagnosi differenziale<br />

tra tentativi veri e propri e comportamenti<br />

dimostrativi, senza un’autentica intenzionalità<br />

<strong>suicidari</strong>a, costituiscono un problema clinico di<br />

rilievo


L’ <strong>ideazione</strong> <strong>suicidari</strong>a è spesso confusa o assimilata<br />

al tentativo di suicidio<br />

Tale confusione ha svolto un ruolo fuorviante nella<br />

comprensione della funzione degli antidepressivi<br />

sui fenomeni legati al suicidio<br />

E’ noto che una sostanza esogena non crea una idea<br />

“ex novo”. Al massimo può produrre una nuova<br />

combinazione tra elementi già esistenti nella mente<br />

del soggetto


� Sono pochi gli studi in cui l’<strong>ideazione</strong> <strong>suicidari</strong>a<br />

viene misurata prima dell’inizio del trattamento<br />

� Quando effettuate, le misurazioni si basano sugli<br />

item di una rating scale per i disturbi depressivi<br />

(es: Hamilton Depression Rating Scale, HDRS,<br />

in Tondo et al. 2008)<br />

� In nessuno studio viene considerata la presenza<br />

di un’eventuale <strong>ideazione</strong> <strong>suicidari</strong>a non<br />

dichiarata o riconosciuta dal paziente


� Il paziente può non dichiarare un’eventuale<br />

<strong>ideazione</strong> <strong>suicidari</strong>a perchè riservato o intimorito<br />

dalla situazione di valutazione del suo disagio,<br />

all’inizio del trattamento oppure perché non<br />

consapevole di avere un’<strong>ideazione</strong> autolesiva<br />

� Il secondo aspetto, dell’incosapevolezza, è arduo<br />

da indagare in un contesto psichiatrico,<br />

soprattutto di sanità pubblica, e va compreso<br />

all’interno dell’intenso turbamento emotivo che<br />

può coinvolgere molti aspetti della vita del<br />

soggetto


Problemi metodologici associati all’analisi degli<br />

effetti degli antidepressivi sulla suicidalità<br />

Quando si vuole studiare il rischio di suicidalità nei pazienti che<br />

assumono antidepressivi, è necessario, nella selezione dei<br />

pazienti da includere nello studio, fare attenzione:<br />

� Alla definizione dei tre fenomeni (<strong>ideazione</strong> <strong>suicidari</strong>a,<br />

tentativo di suicidio e suicidio) prima e durante il trattamento<br />

farmacologico<br />

� Fattori di rischio ( es. le donne ed i giovani, hanno un più alto<br />

rischio di commettere tentativi di suicidio, mentre gli uomini e<br />

le persone anziane di commettere un suicidio)<br />

� Alla diagnosi<br />

� Alle comorbidità


Per affermare che un farmaco o, più in generale,<br />

una sostanza psicoattiva produce un aumento<br />

dell’<strong>ideazione</strong> <strong>suicidari</strong>a occorre avere la<br />

disponibilità di misure di tale parametro prima e<br />

durante il trattamento


Inoltre, occorre distinguere tra le diverse fasi del<br />

trattamento:<br />

� La fase iniziale, in cui il farmaco non ha ancora iniziato ad<br />

agire<br />

� La fase intermedia, in cui il farmaco ha iniziato ad agire<br />

sull’eventuale componente inibitoria ma non ancora sul<br />

tono dell’umore ed il processamento cognitivo delle<br />

emozioni (drive-mood dissociation)<br />

� La fase in cui il farmaco esercita la sua azione completa su<br />

tutte le componenti del disturbo mentale<br />

� La fase di mantenimento<br />

� La fase successiva alla sospensione del farmaco


Studi che indagano l’associazione tra assunzione di<br />

antidepressivi e rischio di suicidalità:<br />

� Studi in doppio cieco<br />

� Studi controllati con placebo<br />

� Studi farmaco-epidemiologici<br />

� Studi osservazionali<br />

� Singoli case report<br />

� Meta-analisi


Studi in doppio cieco<br />

� Se la propensione al suicidio è associata ad una<br />

intolleranza ai primi effetti del farmaco (acatisia,<br />

disturbi del sonno, l’agitazione) spesso i pazienti che<br />

non tollerano tali effetti, possono uscire dallo studio,<br />

mentre quelli che assumono il placebo rimangono più a<br />

lungo<br />

� Pazienti che assumono il placebo possono uscire dallo<br />

studio per la perdita dell’effetto del farmaco sui sintomi<br />

e suicidarsi dopo, mentre pazienti in trattamento con<br />

antidepressivo avendo un miglioramento della<br />

sintomatologia depressiva, rimangono nello studio fino<br />

all’episodio <strong>suicidari</strong>o


Studi controllati con placebo<br />

I pazienti ad alto rischio di commettere un suicidio,<br />

ai quali è stato assegnato il placebo,<br />

vengono subito esclusi dallo studio se c’è un<br />

peggioramento delle condizioni cliniche durante il<br />

trattamento<br />

Questo può determinare un abbassamento della stima<br />

della reale entità del comportamento <strong>suicidari</strong>o


Studi farmaco-epidemiologici<br />

� Collegano una serie di dati non individuali (ad es. tasso<br />

di suicidio nazionale comparato con il tasso nazionale<br />

di prescrizione dei farmaci antidepressivi)<br />

� Non studiano i tentativi di suicidio<br />

� Non analizzano tra loro importanti variabili quali l’età, il<br />

genere, l’assunzione di sostanze d’abuso<br />

� Non è stato osservato un aumento del rischio di<br />

suicidio correlato all’uso degli SSRI


Studi osservazionali<br />

� Non hanno una validità specifica<br />

� Anche se tutti i rilevanti fattori confondenti<br />

sono tenuti in considerazione, gli studi<br />

osservazionali sono ancora incapaci di sostituire<br />

le ricerche sperimentali, a causa della mancanza<br />

di attendibilità specifica (particolarmente<br />

evidente negli studi che mettono in relazione<br />

trattamento ed outcome dei soggetti)


Singoli case report<br />

� Consentono solo la formulazione di un’ipotesi che<br />

deve essere validata con studi randomizzati o con<br />

l’uso di gruppi di controllo<br />

� La relazione causale tra un evento ed il successivo è<br />

basata sulla relazione temporale tra l’assunzione del<br />

farmaco antidepressivo e l’incremento della<br />

suicidalità<br />

� Ai pazienti ad alto rischio di suicidio (es.persone<br />

anziane) vengono spesso prescritti gli SSRI che<br />

notoriamente hanno una migliore tollerabilità rispetto ai<br />

triciclici


Meta-analisi<br />

� Condotte dalle aziende farmaceutiche:<br />

In generale non vi sono indicazioni statisticamente significative di un aumento del<br />

rischio di suicidio negli studi sui singoli SSRI comparati con placebo<br />

Lo stesso si può dire per il rischio dell’emergere o dell’incremento di <strong>ideazione</strong><br />

<strong>suicidari</strong>a. Anzi, il punteggio medio che la valuta, diminuisce durante il<br />

trattamento con SSRI in tutti gli studi analizzati<br />

Recenti analisi sulla paroxetina dimostrano un lieve incremento dei tentativi di<br />

suicidio<br />

(Moller 2006, Evidence for beneficial effects of antidepressants on suicidality in depressive patients: a<br />

systematic review)


Meta-analisi<br />

� Condotte dalle autorità nazionali per lo studio<br />

sui farmaci e dal Cochrane group:<br />

Sono gli studi migliori per testare l’ipotesi di un aumento del rischio di<br />

suicidio associato all’uso di farmaci antidepressivi<br />

Hanno valutato il tasso di tentativi di suicidio e di suicidio nei pazienti in<br />

trattamento con SSRI o altri antidepressivi senza trovare un valore positivo<br />

in correlazione<br />

Solo la meta-analisi di Fergusson basata sui dati provenienti dal registro<br />

Cochrane, ha messo in evidenza un aumento del rischio di tentativi di<br />

suicidio in pazienti in trattamento con SSRI comparati con placebo, tale<br />

rischio è simile a quello che producono i triciclici<br />

(Fergusson D. 2005, Association between suicide attempts and selective serotonin<br />

reuptake inhibitors:systematic review of randomised controlled trials. Br Med J)


Il suicidio in età evolutiva<br />

� 3° causa di morte tra i 15 ed i 24 anni<br />

� 6 ° causa di morte tra 5 ed i 14 anni<br />

� 6 suicidi per 100,000<br />

� i tassi di suicidio negli ultimi 15 anni si sono ridotti con<br />

l’introduzione degli antidepressivi<br />

� Prevalenza del suicidio nella fascia 15-19 anni:<br />

- EU: 4,8/100 000<br />

- Elevato: Lituania, Estonia<br />

- Basso: Grecia, Portogallo, Spagna<br />

Il 10% dei tentativi di suicidio di bambini ed adolescenti<br />

riguardano soggetti con meno di 12 anni


Fattori di rischio per il suicidio in età evolutiva<br />

- tarda adolescenza<br />

Età<br />

- il 20% presenta <strong>ideazione</strong> <strong>suicidari</strong>a<br />

- l’8% fa un tentativo di suicidio<br />

Sesso<br />

- l’<strong>ideazione</strong> <strong>suicidari</strong>a ed i tentativi sono più frequenti tra le<br />

ragazze<br />

- i suicidi portati a termine sono 5 volte più frequenti nei ragazzi<br />

Gruppo etnico di appartenenza<br />

- maggiore rischio tra bianchi ed ispanici<br />

- minore rischio tra neri ed orientali


Depressione Maggiore:<br />

Storia clinica<br />

- incrementa il rischio di 12 volte, in entrambi i sessi<br />

- particolare attenzione al sintomo “mancanza di speranza”<br />

Abuso di sostanze:<br />

- Aumenta il rischio <strong>suicidari</strong>o di 2 volte<br />

Disturbo della condotta:<br />

- in un terzo dei suicidi dei ragazzi<br />

- incrementa il rischio <strong>suicidari</strong>o di 2 volte


Perdite o eventi stressanti in atto<br />

- difficoltà scolastiche<br />

- problemi con la legge<br />

- perdita di relazioni sentimentali<br />

- gravidanze indesiderate<br />

- intense umiliazioni<br />

Abuso sessuale o fisico<br />

Ridotta/assente comunicazione con i genitori


Storia di comportamenti <strong>suicidari</strong><br />

� Pianificazione <strong>suicidari</strong>a<br />

- elaborazione di piani <strong>suicidari</strong><br />

- inclusi comportamenti non verbali <strong>suicidari</strong> (i.e. dare via<br />

oggetti di valore o collezioni)<br />

� Storia di tentativi <strong>suicidari</strong><br />

- precedenti tentativi di suicidio rappresentano il principale<br />

fattore di rischio per il verificarsi di un suicidio<br />

� Storia familiare di depressione e suicidio<br />

� Disponibilità di armi da fuoco o sostanze tossiche


� Quanto più piccolo è il bambino tanto più si pone il problema<br />

della intenzionalità della condotta <strong>suicidari</strong>a<br />

� Nei bambini, a causa delle capacità cognitive ancora in fase di<br />

completamento l’<strong>ideazione</strong> <strong>suicidari</strong>a è spesso poco elaborata<br />

� E’ importante esaminare il rapporto esistente tra:<br />

- tentativo di suicidio e depressione<br />

- tentativo di suicidio e confusione dei limiti tra sé e gli altri


Antidepressivi e rischio <strong>suicidari</strong>o<br />

L’induzione di suicidio in bambini e adolescenti dovrebbe<br />

essere considerato un serio effetto collaterale degli SSRI e<br />

di alcuni altri AD, per cui l’utilizzo di questi farmaci in età<br />

evolutiva dovrebbe essere altamente ristretto.<br />

MHRA (2003)<br />

FDA (2004;2007)<br />

EMEA (2005)


Antidepressivi e rischio <strong>suicidari</strong>o<br />

� Un rapporto della FDA del 2004 ha analizzato i dati di<br />

29 studi riguardanti 4400 bambini e adolescenti trattati<br />

con SSRI evidenziando la presenza di:<br />

78 eventi avversi riguardanti <strong>ideazione</strong> <strong>suicidari</strong>a e/o<br />

tentativi <strong>suicidari</strong>, ma nessun suicidio portato a termine<br />

� La prevalenza degli eventi avversi di tipo <strong>suicidari</strong>o nei<br />

soggetti trattati con SSRI è risultata magiore di quella<br />

verificatasi nel gruppo di controllo (placebo)


Ma…<br />

Il problema metodologico sottolineato dal rapporto della FDA<br />

sta nel fatto che gli studi effettuati finora non erano stati<br />

disegnati con l’intento di valutare precisamente il rischio di<br />

suicidio e pertanto i dati ottenuti riguardano comportamenti<br />

molto diversi tra loro: dalla <strong>ideazione</strong> <strong>suicidari</strong>a,<br />

scarsamente definita, ai tentativi di suicidio o di<br />

parasuicidio (Kreitmann e al. 1969, Kreitmann 1977)


L’età come fattore di rischio di suicidalità nei<br />

pazienti che assumono antidepressivi<br />

Stone and Jones (2006) nella loro meta-analisi, hanno<br />

messo in evidenza che:<br />

� Durante l’età evolutiva e la prima età adulta sembra<br />

esserci un aumento di tentativi di suicidio durante il<br />

trattamento con SSRI<br />

(Stone MB, Jones ML. 2006. Clinical review: relationship between antidepressant drugs, suicidality in<br />

adult)


L’età come fattore di rischio di suicidalità nei<br />

pazienti che assumono antidepressivi<br />

� Incapacità di gestire gli effetti indesiderati dei<br />

farmaci antidepressivi<br />

� Impulsività<br />

� Maggiori difficoltà a decifrare ed elaborare<br />

mentalmente il disagio che vivono<br />

� Frequente passaggio all’azione per fronteggiare il<br />

proprio disagio emotivo


Antidepressivi e rischio <strong>suicidari</strong>o<br />

Nel 2005: la FDA rafforza le sue raccomandazioni ed<br />

impone che un avvertimento al riguardo fosse inserito nelle<br />

informazioni contenute nelle prescrizioni per i soggetti in età<br />

evolutiva e per gli adolescenti. Effettuare<br />

1 incontro a settimana per il primo mese<br />

1 incontro ogni 2 settimane nel secondo mese<br />

1 incontro nel terzo mese<br />

� La frequenza delle visite iniziali, raccomandata nelle linee<br />

guide della FDA, è in linea con le recenti ricerche che hanno<br />

indicato che il periodo iniziale tra 1 e 9 giorni è quello critico<br />

per l’aumento del rischio <strong>suicidari</strong>o (Jick et al. 2004; Simon<br />

et al. 2006, Simon et al. 2007)


Alle raccomandazioni della FDA seguono 2 risultati:<br />

1. Una diminuzione delle diagnosi di disturbo depressivo<br />

in età evolutiva<br />

2. Un mancato aumento dei controlli ravvicinati dei<br />

pazienti trattati con SSRI<br />

(Morrato et al. Am J. Psychiatry, 2008)


Gennaio 2008: La FDA ha diffuso un comunicato diretto agli<br />

operatori sanitari, per avvertirli dell'aumento del rischio di <strong>ideazione</strong><br />

e condotta <strong>suicidari</strong>a in pazienti trattati con farmaci antiepilettici.<br />

Le segnalazioni in proposito, provengono da studi controllati<br />

condotti su 11 farmaci antiepilettici. E’ stato dimostrato che i<br />

pazienti che assumevano questi farmaci avevano un rischio di<br />

pensieri o comportamenti suicidi doppio rispetto ai pazienti dei<br />

gruppi placebo.<br />

Gli antiepilettici inclusi nell'analisi sono:<br />

-Carbamazepina<br />

-Felbamato<br />

-Lamotrigina<br />

-Levetiracetam<br />

-Oxcarbazepina<br />

-Pregabalina<br />

-Tiagabina<br />

-Topiramato<br />

-Valproato<br />

-Zonisamide


� Sia gli SSRI che le benzodiazepine e,<br />

recentemente, anche gli antiepilettici sono stati<br />

messi in rapporto con l’aumento e l’<strong>ideazione</strong><br />

<strong>suicidari</strong>a. Segnalazioni simili sono state fatte<br />

anche per molte droghe illegali<br />

� Esiste, quindi, la possibilità che l’intervento di<br />

una sostanza esogena sul sistema nervoso<br />

centrale possa costituire un elemento in grado di<br />

favorire, in soggetti predisposti, l’<strong>ideazione</strong> o i<br />

comportamenti <strong>suicidari</strong><br />

� Alla predisposizione possono contribuire fattori<br />

genetici, psicopatologici, relazionali e culturali


Dimensioni<br />

psicologiche e<br />

psicopatologiche:<br />

- Depressione<br />

- Ansia<br />

- Impulsività<br />

-Alterazione<br />

dell’interpretazione<br />

della realtà<br />

-Deficit delle capacità<br />

metacognitive<br />

- Alessitimia<br />

Fattori specifici<br />

dovuti all’azione<br />

definita del<br />

farmaco sul SNC<br />

Processamento cognitivo<br />

delle emozioni<br />

Fattori aspecifici<br />

dovuti<br />

all’assunzione di<br />

una sostanza<br />

psicoattiva<br />

COMPORTAMENTI SUICIDARI<br />

Predisposizione<br />

genetica, fattori<br />

culturali e<br />

geografici


Conclusioni<br />

� Gli effetti della psicofarmacoterapia con SSRI<br />

sull’<strong>ideazione</strong> <strong>suicidari</strong>a non sono stati ancora<br />

sufficientemente studiati. Dei problemi di<br />

definizione dell’<strong>ideazione</strong> <strong>suicidari</strong>a e di metodo<br />

nella misurazione hanno costituito, finora, dei<br />

grossi ostacoli alla valutazione del rapporto con<br />

con gli SSRI.


Conclusioni<br />

� Ci sono evidenze scientifiche replicate che i<br />

tentativi di suicidio aumentano durante il<br />

trattamento con SSRI in bambini ed adolescenti.<br />

� Non ci sono, finora, evidenze scientifiche<br />

altrettanto forti che i tentativi di suicidio<br />

aumentino negli adulti, durante la terapia con<br />

SSRI


Conclusioni<br />

� Non ci sono evidenze scientifiche<br />

metodologicamente valide che i suicidi<br />

aumentino durante la psicofarmacoterapia con<br />

SSRI.<br />

� Il dato riguarda sia i soggetti in età evolutiva che<br />

gli adulti<br />

� Esistono evidenze scientifiche convergenti che<br />

indicano una diminuzione dei suicidi durante<br />

l’assunzione di SSRI


Conclusioni<br />

Per quanto riguarda la gestione dei casi clinici in<br />

trattamento con SSRI, alla luce di quanto fin qui<br />

esaminato sull’<strong>ideazione</strong> <strong>suicidari</strong>a, i comportamenti<br />

<strong>suicidari</strong> ed il suicidio, è opportuno:<br />

� Monitorare attentamente il paziente,<br />

soprattutto all’inizio del trattamento, con una<br />

frequenza di visite sufficientemente<br />

ravvicinata


Conclusioni<br />

� Valutare l’eventuale comparsa di agitazione,<br />

acatisia, disturbi del sonno o altri sintomi<br />

dovuti all’azione del farmaco, in quanto<br />

possono indurre o aumentare la suicidalità,<br />

soprattutto in età evolutiva, e dovrebbero<br />

essere trattati in modo specifico


Bibliografia essenziale<br />

� Fergusson D, Doucette S, et al. Association between suicide attempts and selective serotonin<br />

reuptake inhibitors:systematic review of randomised controlled trials. BMJ. 2005 Feb<br />

19;330(7488):396. Review. Erratum in: BMJ. 2005 Mar 19;330(7492):653.<br />

� Kreitman N. Parasuicide. Wiley, London. 1977<br />

� Kreitman N, Philip AE, et al. Parasuicide. Br J Psychiatry. 1969 Jun;115(523):746-7<br />

� Moller HJ. Evidence for beneficial effects of antidepressants on suicidality in depressive<br />

patients: a systematic review. Eur Arch Psychiatry Clin Neurosci. 2006 Sep;256(6):329-43.<br />

Epub 2006 Jun 16. Review<br />

� Moller HJ, Baldwin DS, et al. Do SSRIs or antidepressants in general increase suicidality?. Eur<br />

Arch Psychiatry Clin Neurosci. 2008 Aug;258 Suppl 3:3-23. Review<br />

� Morrato EH, Libby AM, et al. Frequency of provider contact after FDA advisory on risk<br />

ofpediatric suicidality with SSRIs. Am J Psychiatry. 2008 Jan;165(1):42-50. Epub 2007 Nov 6<br />

� Stone MB, Jones ML. 2006. Clinical review: relationship between antidepressant drugs,<br />

suicidality in adult.<br />

� Tondo L, Lepri B, Baldessarini RJ. Suicidal status during antidepressant treatment in 789<br />

Sardinian patients with major affective disorder. Acta Psychiatr Scand. 2008 Aug;118(2):106-<br />

15. Epub 2008 Apr 7

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