Libera - Associazione Generale Cooperative Italiane
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<strong>Libera</strong><br />
cooperazione<br />
Mensile di informazione<br />
dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Generale</strong><br />
delle <strong>Cooperative</strong> <strong>Italiane</strong> AGCI<br />
<strong>Libera</strong> Cooperazione Anno XIII – Nuova Serie<br />
N. 88– Aprile 2011<br />
Registrazione n. 227/1997 del 24.04.1997<br />
Pubblicazione mensile - Distribuzione gratuita -<br />
Poste <strong>Italiane</strong> SpA Spedizione in Abbonamento<br />
postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004<br />
n. 46) Art. 1 comma 1 DCB - ROMA<br />
“ESEMPLARE FUORI COMMERCIO PER IL DEPOSITO<br />
LEGALE AGLI EFFETTI DELLA LEGGE 15 APRILE 2004<br />
N° 106 (ART. 10 DEL DPR N.252)”<br />
Editore<br />
<strong>Associazione</strong> <strong>Generale</strong> delle <strong>Cooperative</strong> <strong>Italiane</strong><br />
via Angelo Bargoni 78 - 00153 Roma<br />
Direttore<br />
Rosario Altieri<br />
Direttore responsabile<br />
Raffaella De Rosa<br />
Collaboratori<br />
Raffaella De Rosa, Filippo Turi<br />
Hanno collaborato a questo numero<br />
Giovanni Conti jr, Virna Conti, Giuseppe Gizzi,<br />
Silvia Rimondi, Francesco Paolo Volpe<br />
Segreteria di redazione<br />
Stefano Pasqualini tel. 06.58327214<br />
Stampa<br />
I.F. Chitarrini Sas - Centro Stampa - Roma<br />
Redazione e Amministrazione<br />
via Angelo Bargoni 78 - 00153 Roma<br />
tel. 06.58328342 - fax 06.58328350<br />
info@agci.it - www.agci.it<br />
Finito di stampare Aprile 2011<br />
Pubblicazione mensile - Distribuzione gratuita - Poste <strong>Italiane</strong> SpA -<br />
Spedizione in Abbonamento postale D.L. 353/2003<br />
(conv. in L. 27.02.2004 n. 46) art. 1 comma 1 DCB - ROMA<br />
Sommario<br />
Editoriale<br />
Invertire la rotta per arrestare la corsa dell’Italia verso<br />
il baratro<br />
Attualità<br />
L’impresa cooperativa nella norma costituzionale<br />
Il sentimento patriottico avanza nella Nazione<br />
nonostante tutto<br />
<strong>Associazione</strong><br />
Economia dei diversi settori produttivi: l’AGCI<br />
partecipa alla prima grande analisi di clima<br />
AGCI e FIMMG: Cooperazione medica<br />
Le proposte del PD sul programma nazionale di<br />
riforme. La posizione AGCI<br />
Servizio civile 2011: presentati i progetti AGCI<br />
Avviso Comune sulle politiche di conciliazione tra<br />
famiglia e lavoro<br />
Banca AGCI: Assemblea dei soci<br />
Alleanza delle <strong>Cooperative</strong><br />
Siglato il protocollo d’intesa tra l’Alleanza delle<br />
<strong>Cooperative</strong> <strong>Italiane</strong> e Unioncamere<br />
L’Alleanza delle <strong>Cooperative</strong> <strong>Italiane</strong> incontra l’UDC e l’IDV<br />
Donne e cooperazione<br />
Aprile 2011<br />
Archivio Storico-Culturale<br />
I moti del 1820-21: Dalla lotta per le costituzioni<br />
all’idea di unità nazionale – Regno di Napoli, Regno<br />
di Sardegna, Lombardo-Veneto e Ducato di Modena<br />
(parte 1^)<br />
Giacinto Gigante<br />
Dalle Regioni<br />
Congressi Regionali AGCI Emilia-Romagna e AGCI<br />
Abruzzo<br />
Congressi Interprovinciali Ravenna–Ferrara, Forlì-<br />
Cesena, Modena-Reggio Emilia<br />
Congresso Provinciale Bologna<br />
Convegno AGCI Campania<br />
AGCI Lazio: corsi gratuiti per “Manager d’impresa<br />
cooperativa”<br />
Iniziative dell’AGCI Alto Adige Südtirol<br />
Mezzo secolo per la Cantina Colle Moro<br />
Appuntamenti<br />
di Aprile<br />
AGCI
Aprile 2011<br />
2 Editoriale<br />
Invertire la rotta per arrestare la corsa dell’Italia verso il baratro<br />
di Rosario Altieri<br />
Riprendo, con questo editoriale, una prima valutazione,<br />
seppure veloce, dell’andamento dei congressi territoriali e<br />
settoriali che si stanno svolgendo in preparazione<br />
dell’Assemblea congressuale nazionale di AGCI prevista per<br />
i giorni 21 e 22 giugno prossimi venturi.<br />
L’impressione che si era venuta delineando, dopo i primi<br />
quattro, celebrati fino al 28 febbraio, è andata successivamente<br />
confermandosi con il susseguirsi degli appuntamenti<br />
e la sensazione che sempre più chiaramente si avverte è<br />
che il corpo dell’<strong>Associazione</strong> va sempre più permeandosi<br />
dalla consapevolezza della delicatezza della sfida e della<br />
necessità di attrezzare una risposta decisa per contrastarla<br />
efficacemente.<br />
Su questo non credo sia opportuno che mi attardi, anche<br />
perché rischierei di ripetere le considerazioni svolte nell’editoriale<br />
di apertura dello scorso numero; vorrei, viceversa,<br />
dopo una veloce scorsa alle assemblee tenutesi nel corso<br />
dell’ultimo mese, intrattenermi sulle questioni che interessano<br />
maggiormente gli italiani, le famiglie e le imprese.<br />
I congressi che si sono celebrati in questo ultimo mese<br />
riguardano le associazioni territoriali di Forlì-Casena-Rimini;<br />
Ravenna-Ferrara; Bologna, Modena-Reggio Emilia; Parma-<br />
Piacenza, il regionale dell’Emilia e Romagna e quello<br />
dell’Abruzzo.<br />
Tutti hanno confermato l’andamento che avevano caratterizzato<br />
i precedenti e tutti hanno fatto registrare una crescita,<br />
rispetto al passato, del dibattito interno e dei rapporti<br />
fra l’<strong>Associazione</strong> e le cooperative aderenti. Il mio convincimento<br />
è che ancora molto possiamo e dobbiamo fare<br />
ed al gruppo dirigente territoriale e settoriale rivolgo l’invito<br />
a non fermarsi e fare sempre di più e meglio.<br />
Non dobbiamo commettere l’errore di abbassare la guardia<br />
e, con essa, il ritmo di lavoro. Sarebbe un grave errore che<br />
pagheremmo molto caro.<br />
Abbiamo da poco formalizzato l’avvio di una sperimentazione<br />
di rapporti unitari fra AGCI, Legacoop e<br />
<strong>Libera</strong><br />
Confcooperative che consideriamo l’inizio di un processo<br />
che dovrà condurci a forme di collaborazione sempre più<br />
unitarie e ci auguriamo che su questa strada si possa procedere<br />
con speditezza.<br />
Ciò ci chiama ad una interlocuzione e ad una collaborazione<br />
più serrata fra le tre centrali, sia per quanto concerne i<br />
gruppi dirigenti nazionali e territoriali, sia per quanto<br />
riguarda gli apparati che in essi operano.<br />
Dobbiamo sapere essere all’altezza del compito che ci<br />
attende, riuscendo ad azzerare le differenze strutturali che<br />
non sono, certo, a nostro vantaggio. Ce la dovremo mettere<br />
tutta e, sono certo, ce la faremo.<br />
L’avvio di questo processo unitario e la determinazione con<br />
la quale esso viene perseguito sono motivati dalla consapevolezza<br />
che sono ormai superate le ragioni che hanno<br />
determinato la divisione del movimento cooperativo e che,<br />
di fronte ad uno scenario politico, economico e sociale<br />
sempre meno rassicurante, è sempre più necessario rafforzare<br />
la capacità contrattuale della rappresentanza cooperativa<br />
nei confronti di tutti i soggetti istituzionali, politici, economici<br />
e sociali.<br />
La crisi finanziaria di cui si avvertono ancora le conseguenze,<br />
interessa fortemente il nostro Paese, ma ancora di più si<br />
avvertono i rischi e le conseguenze della crisi economica<br />
preesistente alle difficoltà che hanno interessato molti<br />
importanti istituti di credito del mondo occidentale; i fondamentali<br />
della nostra economia appaiono insufficienti a<br />
reggere il confronto con quelle europee ed occidentali, che<br />
rappresentano i nostri naturali competitori, le prospettive<br />
che dai rilevamenti statistici e previsionali si evincono sono<br />
quasi tutte poco incoraggianti.<br />
Non usciremo dal tunnel fino a quanto non ci convinceremo<br />
che per superare la morsa della crisi occorre fare di più<br />
e meglio di quanto fatto fino ad ora e che occorre aggredire<br />
con forza le cause che hanno nel tempo determinato<br />
la scarsa competitività del sistema Italia.<br />
cooperazione
Siamo ormai una economia postindustriale e non possiamo<br />
consentirci improbabili politiche rivolte esclusivamente allo<br />
sviluppo di un sistema ormai superato, così come non possiamo<br />
pensare che si possa recuperare competitività nei<br />
confronti delle economie dei Paesi emergenti intervenendo<br />
sul costo del lavoro. Con queste economie la competizione<br />
non può e non deve avvenire sui costi ma sulla qualità dei<br />
prodotti.<br />
Quello che serve all’Italia, alle sue imprese, all’intero suo<br />
sistema economico e sociale è una maggiore flessibilità nei<br />
rapporti lavoro-capitale, in grado di superare le attuali rigidità<br />
che impediscono di adeguare, in tempi rapidi, le risposte<br />
alle esigenze in costante mutazione; una politica del<br />
credito che venga incontro alla necessità delle imprese di<br />
accedervi attraverso procedure meno complesse ed a costi<br />
meno onerosi, pur nel necessario rispetto delle norme che<br />
presiedono ad un corretto rapporto fra gli erogatori ed ai<br />
fruitori dei prodotti finanziari; una maggiore attenzione alla<br />
formazione; una politica di sviluppo di tecnologie sempre<br />
più avanzate ed incentivi alla loro introduzione sempre più<br />
massiccia nelle piccole e medie imprese.<br />
Tutto ciò si ottiene attraverso forme di interlocuzione e di<br />
collaborazione efficaci tra tutti gli attori dello sviluppo, a<br />
cominciare dalle Istituzioni, nazionali e territoriali; alle forze<br />
politiche, a prescindere dal ruolo di governo o di opposi-<br />
<strong>Libera</strong> <strong>Libera</strong><br />
Aprile 2011<br />
cooperazione<br />
cooperazione<br />
Editoriale 3<br />
zione da esse svolto; alla rappresentanza del mondo delle<br />
imprese, di qualsiasi settore e di qualsiasi dimensione o<br />
forme societarie; alle rappresentanze dei lavoratori che ci<br />
auguriamo riescano a ritrovare la strada maestra della ripresa<br />
di un dialogo civile ed efficace.<br />
L’attuale scenario politico ed istituzionale non ci consente<br />
di guardare al futuro con ragionevole serenità e scevri da<br />
quelle preoccupazioni che impediscono alle imprese, ai<br />
lavoratori ed alle loro rappresentanze di concentrarsi sulle<br />
cose da fare.<br />
È irresponsabile subordinare i provvedimenti del Governo<br />
alla valutazione sull’impatto che essi possono avere nella<br />
pubblica opinione, così come analogamente dannoso<br />
vanno considerati i comportamenti delle opposizioni che<br />
sembrano prescindere dagli interessi generali del Paese per<br />
rivolgersi esclusivamente all’indebolimento della maggioranza.<br />
Con simili comportamenti e mossi dall’esclusivo interesse di<br />
bottega non si va da nessuna parte, anzi si va verso il baratro<br />
ed è questa la direzione che sta prendendo il nostro<br />
Paese.<br />
Occorre fare tutto quanto nelle nostre possibilità per evitarlo.
Aprile 2011<br />
4 Attualità<br />
L’impresa cooperativa nella norma costituzionale<br />
di Francesco Paolo Volpe, Docente di Diritto Amministrativo Facoltà di Scienze Politiche Unisa e manager didattico<br />
PRIMA PARTE<br />
1. La nascita del movimento cooperativo. Il periodo precostituente.<br />
2. Il movimento cooperativo nel dibattito in<br />
Assemblea Costituente. I lavori della Terza Sottocommissione.<br />
3. (segue) La discussione in Aula e la formulazione<br />
dell’art.45 I Cost. 4. Una possibile chiave di lettura<br />
dell’art.45 I Cost. La differenziazione dalle altre forme di<br />
gestione d’impresa. La funzione sociale della cooperazione<br />
e la democratizzazione del sistema economico. 5. Carattere<br />
di mutualità e modello democratico di organizzazione<br />
della cooperativa. Assenza di fini di speculazione privata.<br />
1. La nascita del movimento cooperativo. Il periodo precostituente.<br />
La nascita del modello cooperativo si fa risalire, in letteratura,<br />
all’iniziativa dei Probi Pionieri di Rochedale, come vennero, in<br />
seguito, detti i ventotto cooperatori inglesi, che, nel 1844, diedero<br />
vita ad uno spaccio, disciplinato positivamente, da una<br />
serie di principi peculiari.<br />
In questa lontana esperienza - originata dalla necessità degli<br />
operai di affrancarsi dalle difficili condizioni di vita, in cui erano<br />
stati precipitati dalla prima rivoluzione industriale - già emergono,<br />
evidenti, i profili di democrazia interna e distributivi, che<br />
fondano il fenomeno che si indaga.<br />
Significativamente, l’attenzione dei Probi Pionieri s’appunta,<br />
difatti, per un verso, sulla volontarietà di adesione e sulla libera<br />
elezione degli organi societari e, per altro verso, sulla distribuzione<br />
degli utili, proporzionata alle transazioni di ciascuno, e<br />
sulla limitazione della remunerazione del capitale.<br />
Questa nuova forma di gestione d’impresa si diffonde, rapidamente,<br />
in Europa, a partire dall’inizio degli anni Cinquanta<br />
dell’Ottocento.<br />
Anche nel nostro Paese, tra il 1853 ed il 1856, nascono le prime<br />
cooperative di consumo e di produzione, ispirate ai principi<br />
mazziniani di sinergia di capitale e lavoro e di libera associazione<br />
dei produttori e consentite dalla concessione, con l’art.32<br />
dello Statuto Albertino, del diritto di associazione.<br />
Il fenomeno, nei vent’anni successivi, conobbe una sensibile diffusione,<br />
su tutto il territorio nazionale, sì da richiedere una speciale<br />
disciplina legislativa, che venne prevista dal Codice di commercio<br />
del 1882, ove s’assegna un regime di favore alla coope-<br />
<strong>Libera</strong><br />
rativa, a condizione che assicuri eguaglianza dei soci e pubblicità<br />
degli atti societari.<br />
Nel 1886, viene costituita la Federazione Nazionale delle<br />
<strong>Cooperative</strong> e, quindi, nel 1895, a Londra, l’Alleanza Cooperativa<br />
Internazionale. Gli anni Ottanta e Novanta, d’altro canto, sono cruciali<br />
per il movimento cooperativistico, che trae linfa nuova dalla<br />
enciclica Rerum Novarum di Leone XIII, ove, in primo piano, s’esprime,<br />
con l’attenzione, a tutto campo, alla condizione dei lavoratori,<br />
un forte impulso all’associazionismo ed al solidarismo.<br />
Nel primo quindicennio del Novecento, l’età giolittiana, in cui l’economia<br />
italiana visse un periodo di rilevante dinamismo, la cooperazione<br />
conosce un incremento quantitativo ed una diversificazione<br />
di settore rilevantissima, anche favorita da una legislazione di<br />
particolare favore.<br />
Questo processo di crescita non viene interrotto dall’economia di<br />
guerra, a ridosso del primo conflitto mondiale, ma è, tuttavia, profondamente<br />
distorto non solo dalle esigenze belliche, ma, soprattutto,<br />
dalla compromissione dei valori della cooperazione, nell’accresciuta<br />
intelligenza di questa coi vertici di potere, alla stregua di<br />
ogni altro comitato d’affari.<br />
La recessione economica degli anni Venti, di per sé, dà luogo ad<br />
un’inversione di tendenza, con una crisi profonda del mondo<br />
cooperativo.<br />
Ma vi contribuisce, altresì, l’aggressiva campagna della stampa<br />
fascista, che con l’accusa di parassitismo nei confronti della Finanza<br />
pubblica, fiancheggia un crescente clima intimidatorio e di violenze,<br />
inteso ad inglobare nella logica corporativa e del Partito unico<br />
e, dunque, nel Sindacato italiano delle <strong>Cooperative</strong> (1921), le<br />
cooperative socialiste, cattoliche ed autonome.<br />
Il Regime fascista scioglie, così, le due principali associazioni nazionali<br />
di rappresentanza del movimento cooperativo, la Lega<br />
Nazionale delle <strong>Cooperative</strong>, d’ispirazione socialista, e la<br />
Confederazione cooperativa italiana, d’ispirazione cattolica, che<br />
saranno, poi, ricostituite nel dopoguerra (maggio 1945), per iniziativa<br />
dei Partiti del CLN e della Democrazia Cristiana.<br />
Alla vigilia della caduta del Regime, alla legislazione codicistica del<br />
1882 si sostituiscono le norme del Codice Civile del 1942, che<br />
disciplina la materia al Capo I (Delle imprese cooperative), artt.<br />
2511 e ss., sotto il Titolo VI (Delle imprese cooperative e delle<br />
mutue assicuratrici) del Libro V (Del lavoro).<br />
cooperazione
2. Il movimento cooperativo nel dibattito in Assemblea<br />
Costituente. I lavori della Terza Sottocommissione.<br />
Il dibattito in Assemblea Costituente, sul tema della cooperazione,<br />
ha un significativo antecedente, risalente al settembre del<br />
1946, allorché, sia in Terza Sottocommissione – per i rapporti<br />
socio economico - presieduta dall’on.le Ghidini, socialista, sia in<br />
Prima Sottocommissione - per i rapporti politici e sociali - presieduta<br />
dall’on.le Tupini, democristiano, viene in discussione il<br />
regime di appartenenza della proprietà dei beni economici di<br />
consumo e dei mezzi di produzione.<br />
Entrambe le Sottocommissioni licenziarono un testo, che recava<br />
espressa previsione della proprietà cooperativa, tuttavia, in sede<br />
di Comitato di coordinamento e redazione, il riferimento fu,<br />
poi, espunto, sicché la formulazione sottoposta, infine, all’Aula,<br />
coincide con quella del secondo periodo del primo comma dell’art.<br />
42 Cost.<br />
Le ragioni di questo ripensamento sono da ricercarsi nell’estrema<br />
difficoltà, che il dibattito incontra, nella formulazione condivisa<br />
del regime di appartenenza della proprietà e di una definizione<br />
differenziale, su ciò che dovesse intendersi per proprietà privata,<br />
cooperativistica e collettiva, in particolare, per ciò che concerne<br />
quest’ultima,00 che formò oggetto di una diffusa avversione.<br />
La soluzione prospettata all’Aula fu, di conseguenza, ispirata ad<br />
un criterio di semplificazione che, con la espunzione dal testo<br />
della proprietà cooperativistica, approdò – con le parole dell’intervento<br />
di Fanfani, democristiano – ad una enunciazione un po’<br />
più generica, sia pure col limitato richiamo alle comunità di lavoratori<br />
o di utenti, di poi, inserito nell’art. 43 Cost.<br />
A partire dalla seduta del 1° ottobre 1946 e sino al gennaio del<br />
1947, la Terza Sottocommissione - relatore l’on.le Corbi, comunista,<br />
e correlatore, l’on.le Dominedò, democristiano – esamina<br />
il tema dell’impresa cooperativa, riconoscendone la funzione<br />
sociale e delineandone i profili differenziali, rispetto all’impresa<br />
individualistica e quella collettivistica.<br />
S’evidenzia, così, che essa si distacca dalla finalità lucrativa (della<br />
prima) e si avvicina alla funzione di pubblico interesse (della<br />
seconda), procurando ad una comunità di lavoratori o di utenti<br />
l'acquisizione di beni o di mezzi di lavoro a prezzo di costo.<br />
Da ciò consegue la necessità che essa, rispondendo alla funzione<br />
di mutualità, debba ritenersi svincolata dalla più stretta disciplina<br />
dell’impresa privatistica, benché pur sempre sottoposta,<br />
dalla legge, a forme di vigilanza da affidarsi, eventualmente, al<br />
potere esecutivo, ovvero, almeno nei riguardi del controllo di<br />
merito... ad organi collegiali, rappresentativi della categoria.<br />
Il controllo sulla cooperazione è esigenza, difatti, unanimemente<br />
sentita, per il fine di scongiurare il diffuso fenomeno delle<br />
cooperative spurie, che s’avvalgono, lungi da mutualità e solidarismo,<br />
delle vesti della cooperazione per dissimulare fini di<br />
pura speculazione.<br />
Infine, s’afferma, in Sottocommissione, il ruolo d’assoluta cen-<br />
<strong>Libera</strong><br />
cooperazione<br />
<strong>Libera</strong><br />
Aprile 2011<br />
cooperazione<br />
Attualità 5<br />
tralità della cooperazione, nello sviluppo della Costituzione economica,<br />
tanto da affidare alla Repubblica il compito di favorirne<br />
l’incremento.<br />
Il testo definitivo, approvato il 28 gennaio 1947, recita:<br />
La Repubblica riconosce la funzione sociale della cooperazione;<br />
ne favorisce l'incremento e la sottopone alla vigilanza, stabilita<br />
con legge, per assicurarne i caratteri e le finalità.<br />
3. (segue). La discussione in Aula e la formulazione<br />
dell’art.45 I Cost.<br />
I lavori dell’Assemblea, iniziati nel marzo del 1947, pervengono<br />
all’esame dell’art. 42 I del Progetto (art. 45 I Cost.) nella seduta<br />
del 3 maggio, con la relazione preliminare del democristiano<br />
on.le Dominedò, che introduce i temi che formeranno, poi,<br />
oggetto del dibattito, nella seduta del 14 maggio successivo.<br />
Egli evidenzia che l’impresa cooperativa - libera, nel suo momento<br />
genetico, al pari dell’impresa individuale, ed affatto peculiare,<br />
nella sua gestione comune, al pari di quella socializzata - integra<br />
un tertium genus, strumento di superamento dell’impresa capitalistica,<br />
adombrandone la rilevante funzione sociale.<br />
Per meglio comprendere questa affermazione dell’on.le<br />
Dominedò, va evidenziato che Cattolici e Sinistra, che pur si contrapposero<br />
nella costruzione della norma – segnatamente sul<br />
profilo del controllo – mossero in Assemblea da un presupposto<br />
condiviso.<br />
La cooperazione, suscettibile di allargare, sensibilmente, l’area<br />
della libera concorrenza, avrebbe dovuto rivestire, nella<br />
Costituzione economica, un ruolo di assoluta centralità, quale<br />
mezzo di forte contrasto all’economia monopolistica.<br />
In Prima Sottocommissione, l’on.le Togliatti aveva stigmatizzato<br />
la concezione utopistica del dottrinarismo liberale, in merito alla<br />
libertà di iniziativa economica, laddove, invece, l’esperienza<br />
capitalistica mostra che, ineluttabilmente, la libera concorrenza<br />
genera il monopolio, cioè genera la fine della libertà. Ed un’opinione<br />
dello stesso segno era stata espressa dall’on.le<br />
Malvestiti, con riferimento allo stato di crisi delle economie,<br />
controllate da trust.<br />
La cooperazione – afferma, dunque, l’on.le Dominedò – stante<br />
la sua indubbia autonomia concettuale e, soprattutto, strategica,<br />
non può non trovare espressa disciplina, nella norma costituzionale,<br />
che, pur favorendone la diffusione, non dovrà, tuttavia,<br />
disegnarne un modello precostituito di sviluppo e controllo, affidato<br />
all’intervento pubblico, lasciando, piuttosto, al libero mercato<br />
ed agli stessi cooperatori il compito di emarginarne i fenomeni<br />
degenerativi.<br />
In ogni caso, la materia del controllo non può trovare luogo in<br />
una norma costituzionale di principio, ma va, integralmente,<br />
rimessa alla legge.<br />
(FINE PRIMA PARTE, CONTINUA NEL NUMERO DI MAGGIO 2011)
Aprile 2011<br />
6 <strong>Associazione</strong><br />
L’AGCI partecipa alla prima grande analisi di clima sull’economia dei<br />
diversi settori produttivi, svolta con il contributo delle Associazioni di<br />
categoria<br />
Le risposte del Presidente Rosario Altieri<br />
1. A quale specifico settore fa riferimento la sua<br />
<strong>Associazione</strong>/Sindacato (tessile, turismo, trasporti, ecc.)?<br />
L’AGCI è una <strong>Associazione</strong> intersettoriale alla quale aderiscono<br />
imprese cooperative operanti in tutti i settori economici,<br />
la cui caratteristica peculiare è rappresentata dalla tipologia<br />
societaria.<br />
2. Secondo la sua esperienza diretta e delle aziende/professionisti<br />
del suo settore, che fase sta vivendo<br />
il suo settore (crisi, ripresa, sviluppo, ecc.)? e quali<br />
prospettive si possono cogliere per i prossimi anni?<br />
Tenendo conto di quanto riportato al punto precedente, la<br />
risposta a questa domanda deve necessariamente essere<br />
articolata per settori di attività. Anche le cooperative avvertono<br />
le sofferenze che interessano tutte le altre imprese, in<br />
qualsiasi forma giuridica costituite. Da ciò deriva che le maggiori<br />
difficoltà si avvertono nel campo delle costruzioni per<br />
la sostanziale stasi del settore e relativamente a tutti quei<br />
beni di consumo considerati non indispensabili. Ciò detto,<br />
occorre notare come, pur essendo influenzata dall’andamento<br />
dei mercati e dal rallentamento dell’economia, l’impresa<br />
cooperativa faccia segnare risultati meno preoccupanti<br />
di quelli generalmente riscontrati. Per i prossimi anni, pur<br />
cominciando a registrare dati di maggiore positività, occorrerà<br />
attendersi ancora un contenimento della crescita, se<br />
non addirittura un calo del valore della produzione, quali<br />
ripercussioni dei difficili fondamentali con i quali fino ad<br />
oggi gran parte delle imprese ha dovuto fare i conti.<br />
3. Quali sono i principali punti di debolezza del settore<br />
segnalati dalle aziende che ci lavorano? Quali difficoltà<br />
incontrano nello stare sul mercato?<br />
Sempre tenendo conto dell’intersettorialità dello scenario<br />
cui ci riferiamo in quanto Cooperazione, alcuni punti di criticità<br />
evidenziati dal nostro sistema economico ed imprenditoriale<br />
sono da attribuirsi: al gap infrastrutturale con le altre<br />
economie concorrenti; alle ridotte dimensioni aziendali che<br />
caratterizzano il nostro tessuto imprenditoriale. Queste due<br />
circostanze rappresentano veri e propri fattori negativi di svi-<br />
<strong>Libera</strong><br />
luppo, all’origine delle difficoltà di movimento di persone e<br />
cose verso potenziali mercati internazionali e della ridotta<br />
capacità di competizione dovuta alla esiguità della massa di<br />
beni e servizi offerti.<br />
4. Cosa servirebbe, secondo il suo punto di vista, per<br />
superare i problemi e dare nuovo impulso alla crescita<br />
del suo settore e dell’economia italiana in genere?<br />
Servirebbe innanzitutto recuperare il gap infrastrutturale di<br />
cui abbiamo già detto. Non guasterebbe, inoltre, avere un<br />
sistema di credito che, con tutte le opportune valutazioni,<br />
accompagni le imprese nel reperimento delle disponibilità<br />
finanziarie occorrenti con procedure e costi meno onerosi.<br />
Occorre anche immaginare una politica in grado di generare<br />
crescita, che sia rivolta anche alle PMI, stante la composizione<br />
del sistema imprenditoriale del Paese, nel quale esse<br />
rappresentano circa il 95% del totale: una politica, cioè, che<br />
favorisca processi di fusione e di aggregazione, ma che non<br />
si fermi a questo obiettivo, realizzando altresì le condizioni<br />
per la costituzione di reti di imprese tali da rispondere, per<br />
facilità di accesso, efficienza e massa critica, a quanto i mercati<br />
sempre più globalizzati oggi richiedono.<br />
Analizziamo una serie di parametri per<br />
valutare lo stato di salute percepito del<br />
vostro settore produttivo:<br />
- Finanza<br />
Quanto è forte il sostegno del sistema bancario per<br />
soddisfare i bisogni finanziari delle imprese necessari<br />
allo sviluppo?<br />
Uno dei maggiori punti di criticità per le PMI, ma soprattutto<br />
per le imprese cooperative, è rappresentato da una<br />
diffusa sottocapitalizzazione: ciò rende ancor più arduo<br />
l’accesso al credito, specie alla luce dei parametri fissati<br />
con Basilea 3. È facile, pertanto, affermare che l’elemento<br />
di maggiore penalizzazione, nel quadro descritto, è costituito<br />
proprio dalle difficoltà nel reperimento delle risorse<br />
finanziarie.<br />
cooperazione
- Lavoro e formazione professionale<br />
Il sistema formativo nazionale (scuola, università e<br />
istituti di formazione professionale) garantisce la<br />
preparazione della forza lavoro di cui hanno bisogno<br />
le imprese del vostro settore?<br />
Il lavoro, per i suoi costi e per la difficoltà di reperimento<br />
delle professionalità e competenze necessarie, è un altro<br />
elemento critico della filiera imprenditoriale. Non rappresenta<br />
certo un valido aiuto l’attuale sistema di istruzione e<br />
di formazione, erogato dalle Istituzioni centrale e territoriali:<br />
si assiste, infatti, ancora, ad un grosso scollamento tra<br />
il sistema di istruzione del Paese ed il mondo del lavoro.<br />
“Scuola e lavoro” è un obiettivo che rimane lontano. Per<br />
quanto riguarda la formazione, le cui competenze, tra l’altro,<br />
sono state decentrate ai livelli regionali e subregionali,<br />
essa rappresenta a volte forme improprie di sostegno al<br />
reddito piuttosto che opportunità reali di immettere sul<br />
mercato le competenze e le professionalità dallo stesso<br />
richieste: tale situazione è difformemente presente nelle<br />
varie regioni, in ragione dell’efficienza dei relativi Governi<br />
e dell’efficacia delle politiche formative da essi attuate.<br />
- Intervento pubblico<br />
Quanto forte le aziende, i professionisti e i lavoratori<br />
del suo settore sentono vicina la pubblica amministrazione?<br />
In quali aspetti questa vicinanza si esplica<br />
in modo più evidente (sostegno finanziario o di<br />
garanzia nei confronti del mondo bancario; attività<br />
legislativa e amministrativa favorevole allo sviluppo<br />
imprenditoriale; appalti e pagamenti ai fornitori<br />
della PA, ecc.)?<br />
Non vorrei sembrare scontato, ma la presenza del pubblico<br />
affianco ai cittadini, alle imprese ed alle famiglie è assolutamente<br />
penalizzante. Sarebbe già un risultato riuscire<br />
ad impedire l’impatto negativo della P.A. nella vita delle<br />
imprese, dei professionisti, dei lavoratori e di quanti si trovano<br />
ad interloquire con essa. Negli ultimi anni, si è anda-<br />
AGCI E FIMMG: LE NUOVE FRONTIERE DELLA<br />
“COOPERAZIONE MEDICA”<br />
I problemi inerenti la riforma della medicina generale e il<br />
nuovo ruolo dei medici di famiglia. Sono stati questi gli argomenti<br />
principali dell’incontro tra il Presidente Nazionale di<br />
AGCI, Altieri e il dott. Giacomo Milillo Segretario <strong>Generale</strong><br />
Nazionale della F.I.M.M.G. (Federazione Italiana Medici<br />
Medicina <strong>Generale</strong>). L’incontro, che si è tenuto il 10 marzo<br />
scorso presso la sede nazionale AGCI di via Bargoni a Roma,<br />
ha evidenziato la volontà dell’<strong>Associazione</strong> di approfondire i<br />
quesiti della cooperazione medica, anche con l’individuazione<br />
di un proprio rappresentante in questo ambito.<br />
<strong>Libera</strong><br />
cooperazione<br />
<strong>Libera</strong><br />
Aprile 2011<br />
cooperazione<br />
<strong>Associazione</strong> 7<br />
NUOVO DIRETTORE PER COOPERATIVES EUROPE<br />
Si chiama Klaus Niederländer il nuovo direttore di <strong>Cooperative</strong>s<br />
Europe. In visita alla sede nazionale di AGCI a Roma il 10 marzo<br />
scorso, si è intrattenuto con il Presidente Altieri e il vicepresidente<br />
Buonfiglio sulle prospettive di promozione del modello<br />
cooperativo di impresa a livello europeo per un progresso economico<br />
sostenibile con obiettivi sociali.<br />
LE PROPOSTE DEL PARTITO DEMOCRATICO<br />
SUL PROGRAMMA NAZIONALE DI RIFORME.<br />
LA POSIZIONE AGCI<br />
Si è svolta lo scorso 21 marzo, presso la Camera dei Deputati,<br />
la conferenza del Partito Democratico sul “Programma<br />
Nazionale di Riforme” aperta al contributo delle Parti Sociali.<br />
Dopo un breve messaggio di saluto del segretario nazionale del<br />
Pd Pierluigi Bersani, è intervenuto il responsabile economico del<br />
Partito Stefano Fassina che ha tracciato le linee principali del<br />
Documento del Partito. Tra queste, l’auspicato rilancio della<br />
domanda interna, attraverso la nascita di un’agenzia europea<br />
per il debito (per l’emissione di eurobonds destinati a grande<br />
investimenti strutturali); un’azione forte di green economy,<br />
attraverso il rafforzamento della tassazione ambientale; uno<br />
standard retributivo europeo. Per l’Italia due le misure fondamentali:<br />
l’innalzamento del tasso di occupazione femminile fino<br />
a raggiungere nel 2020 il 60% della forza lavoro occupata e<br />
l’innalzamento della specializzazione produttiva dell’Italia.<br />
“Il documento del PD poggia su una analisi convincente delle<br />
politiche economiche e sociali attuate dell'UE e da diversi Stati<br />
membri negli ultimi anni - ha dichiarato il vicepresidente AGCI<br />
Giampaolo Buonfiglio, presente alla conferenza - Condivisibile<br />
la preoccupazione espressa sui rischi che il taglio restrittivo di<br />
alcune scelte possano allontanare dall'obiettivo di saldare sviluppo<br />
economico, equità sociale e riequilibrio territoriale, come<br />
importante è anche la proposta di considerare indicatori di sviluppo<br />
umano accanto a quelli economici standard, con una<br />
visione certamente vicina al modello di economia sociale<br />
coerente con i valori della cooperazione. Ci auguriamo che proprio<br />
il rilancio della cooperazione possa essere considerato nelle<br />
successive fasi di questa elaborazione politica, quale fattore<br />
strategico di sostegno alle ambiziose azioni proposte per il perseguimento<br />
degli obiettivi di crescita individuati”.<br />
(Giuseppe Gizzi)<br />
ta sempre più accentuando la spinta ad appalti pubblici<br />
improntati a gare al massimo ribasso, che determinano<br />
condizioni di forte destabilizzazione del sistema imprenditoriale.<br />
A ciò va aggiunta una grave patologia, rappresentata<br />
dai ritardi di pagamento, che ha messo letteralmente<br />
in ginocchio molte imprese e rischia di determinare la cessazione<br />
delle attività di molte altre ancora.
Aprile 2011<br />
8 <strong>Associazione</strong><br />
Presentati i progetti AGCI per il servizio civile 2011<br />
di Silvia Rimondi<br />
Mentre prosegue l’esperienza dei volontari assegnati nel<br />
2010 alla cooperativa Anni Duemila di Inzago, in provincia<br />
di Milano, l’AGCI ha partecipato al bando emanato lo<br />
scorso mese di febbraio dall’UNSC per la presentazione<br />
dei nuovi progetti di servizio civile.<br />
Nello specifico, per il 2011, l’<strong>Associazione</strong> ha depositato<br />
quattro progetti: “Avanziamo verso il futuro”, “Libero di<br />
fare”, “Opportunità in rete” e “Cooperiamo per essere<br />
buoni cittadini”.<br />
Il settore di attività prescelto è quello classificato, nell’apposito<br />
Prontuario, come “Educazione e promozione culturale”,<br />
con particolare riferimento alla creazione di Sportelli<br />
informativi finalizzati alla diffusione della conoscenza della<br />
Cooperazione quale formula imprenditoriale radicata sul<br />
territorio, sensibile ai bisogni dei cittadini che vi risiedono,<br />
in grado di favorire l’integrazione o il reinserimento lavorativo<br />
dei soggetti più deboli della società, tra cui i giovani,<br />
che hanno l’opportunità di avvicinarsi proficuamente ad<br />
essa pur in assenza di cospicui capitali iniziali.<br />
Nel dettaglio, “Avanziamo verso il futuro” è il progetto<br />
presentato da AGCI per la propria sede nazionale di Roma,<br />
ove, se la procedura di valutazione andrà a buon fine, verranno<br />
accolti otto volontari, i quali saranno impegnati in<br />
attività di vario genere, che permetteranno loro di acquisire<br />
innanzitutto, nel corso della formazione generale,<br />
nozioni fondamentali concernenti, tra l’altro, la difesa non<br />
armata della Patria e la cittadinanza attiva, ma anche,<br />
attraverso le lezioni della formazione specifica, capacità<br />
relazionali e tecniche di gestione di un front office, nonché<br />
competenze più strettamente connesse al mondo cooperativo.<br />
Essi avranno modo, inoltre, di cimentarsi nella redazione<br />
di articoli e di documenti relativi alle iniziative realizzate<br />
o, di volta in volta, in fase di realizzazione, verificare<br />
il loro grado di apprendimento nei momenti di valutazione<br />
affidati ad interviste e questionari appositamente predisposti<br />
in relazione all’esperienza in itinere, confrontarsi<br />
con gli utenti dello Sportello informativo cercando di individuare<br />
le opportunità più consone alle loro aspettative e<br />
potenzialità, utilizzare programmi di archiviazione dei dati<br />
registrati e del materiale via via prodotto, dialogare, in<br />
occasione degli incontri programmati, con operatori spe-<br />
<strong>Libera</strong><br />
cializzati nel campo della formazione e della gestione di<br />
imprese cooperative, oltre che con docenti del mondo<br />
accademico e dirigenti del Movimento cooperativo stesso,<br />
affiancare il personale degli uffici AGCI nell’organizzazione<br />
di eventi, tra cui uno conclusivo dedicato espressamente<br />
al servizio civile.<br />
“Libero di fare” è il titolo del progetto che AGCI ha<br />
depositato per la sede accreditata della cooperativa ANF-<br />
FAS di Avezzano, che si rivolge a tutte le famiglie del territorio<br />
marsicano le quali non usufruiscano attualmente<br />
dei servizi socio-assistenziali a beneficio dei disabili di età<br />
compresa tra i 3 ed i 60 anni. In ultima analisi, gli obiettivi<br />
dell’intervento nei confronti delle persone diversamente<br />
abili residenti nel contesto interessato, al cui raggiungimento<br />
potranno collaborare i dodici volontari che verranno<br />
eventualmente selezionati, sono così sintetizzabili:<br />
implementare la base informativa circa i servizi destinati a<br />
tali soggetti; attivare sottosistemi di rete, finalizzati alla<br />
loro graduale integrazione all’interno della comunità locale;<br />
promuovere nuove attività volte a favorirne l’autonomia<br />
e l’inserimento sociale; incentivare la diffusione di una<br />
nuova cultura della salute e della partecipazione.<br />
Il terzo progetto presentato da AGCI è denominato<br />
“Opportunità in rete”, da realizzarsi presso la cooperativa<br />
aderente DomaniDonna, avente sede a Padova, attiva<br />
nell’ambito della formazione professionale e dei servizi alla<br />
persona. Partendo dal presupposto che il lavoro è elemento<br />
costitutivo dell’identità dell’individuo nella società, la<br />
proposta formulata consiste nella creazione di una rete di<br />
congiunzione tra mondo cooperativo e cittadini, che agevoli<br />
gli scambi di informazioni e lo sviluppo di relazioni di<br />
solidarietà tra nuclei familiari alle prese con analoghi problemi,<br />
con particolare attenzione per quanti vivono le difficoltà<br />
dell’attuale crisi economica sotto il profilo lavorativo e<br />
reddituale. I servizi che, a tale scopo, l’ente ospitante potrà<br />
fornire a vantaggio dei soggetti sopra individuati, giovandosi<br />
della collaborazione di quattro volontari, sono incentrati,<br />
in sintesi, sull’accoglienza del disagio, sul supporto<br />
psicologico, sul ri-orientamento ed accompagnamento<br />
nella ricerca attiva di nuova occupazione, attraverso la continua<br />
ricognizione delle opportunità presenti sul territorio.<br />
cooperazione
Infine, “Cooperiamo per essere buoni cittadini”<br />
è il progetto presentato da AGCI per la propria<br />
<strong>Associazione</strong> Regionale della Sicilia, relativamente<br />
alle sei sedi di Caltanissetta, Sciacca, Siracusa,<br />
Trapani, Catania e Palermo, con il coinvolgimento<br />
di due cooperative sociali aderenti: Orizzonte 94<br />
con sede a Messina e Lilium con sede nel capoluogo.<br />
Ad integrazione delle attività ordinarie di<br />
questi enti, attraverso il contributo di 32 volontari<br />
distribuiti tra i suddetti uffici in numero di 4 ciascuno,<br />
si intende realizzare un insieme di interventi<br />
volti a favorire la diffusione dei principi<br />
cooperativi nel territorio siciliano, scegliendo<br />
come target di riferimento i giovani di età compresa<br />
tra i 17 ed i 20 anni, per i quali l’impresa<br />
cooperativa può certamente rappresentare uno<br />
strumento di crescita, di affermazione personale,<br />
di inserimento lavorativo e di miglioramento individuale<br />
e sociale. In particolare, il programma prevede<br />
la creazione di appositi sportelli informativi,<br />
l’organizzazione di incontri tematici, l’elaborazione<br />
di una brochure e di una carta dei servizi per<br />
ognuna delle sedi di attuazione coinvolte e la realizzazione<br />
di corsi sulla Cooperazione, che approfondiscano<br />
i principi mutualistici, nonché tutti gli<br />
aspetti connessi alla costituzione e gestione di<br />
imprese cooperative.<br />
<strong>Libera</strong><br />
cooperazione<br />
<strong>Libera</strong><br />
Aprile 2011<br />
cooperazione<br />
<strong>Associazione</strong> 9<br />
ASSEMBLEA DEI SOCI DI BANCA AGCI<br />
Lo scorso 8 Aprile presso la Sala Plenaria del Green Park Hotel<br />
Congressi di Bologna, si è svolta l’Assemblea ordinaria dei soci di<br />
Banca AGCI che ha discusso e deliberato sul seguente ordine del<br />
giorno:<br />
- Bilancio di esercizio al 31 dicembre 2010, relazione del Consiglio<br />
di Amministrazione sulla gestione, relazione del Collegio<br />
Sindacale, relazione della Società di revisione: relative deliberazioni;<br />
- conferimento incarico, ai<br />
sensi del D. Lgs. 27/01/2010<br />
n. 39, alla Bompani Audit<br />
S.r.l. per la revisione legale<br />
dei bilanci di esercizio per il<br />
periodo 2010-2018 e determinazione<br />
del corrispettivo;<br />
- approvazione delle politiche<br />
di remunerazione a favore di<br />
amministratori, dipendenti e<br />
collaboratori non legati alla<br />
società da rapporti di lavoro subordinati;<br />
- nomina del Consiglio di Amministrazione per il triennio 2011-<br />
2013 e determinazione dei relativi corrispettivi previa deliberazione<br />
delle modalità di elezione a norma dell’articolo 9 dello<br />
Statuto.<br />
Avviso Comune sulle politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro<br />
Il 7 marzo è stato sottoscritto, presso il Ministero del Lavoro, alla presenza del Ministro Maurizio Sacconi, un Avviso<br />
Comune tra le Parti datoriali (inclusa AGCI) e le Parti Sindacali sul tema della Conciliazione tra i tempi della<br />
famiglia e quelli del lavoro. L'intesa prevede tra l'altro, in ottemperanza al programma ITALIA 2020, azioni per la<br />
crescita quantitativa e qualitativa dell'occupazione femminile, attraverso strumenti come il contratto di apprendistato<br />
e il contratto di inserimento per l'assunzione delle donne, nonché per mezzo dell'attuazione delle deleghe contenute<br />
nella legge n. 183/2010 volte a favorire l'occupazione femminile,<br />
ad iniziare dall'incentivazione dei part-time lunghi. Oltre ad un maggiore<br />
utilizzo e diffusione del telelavoro e delle tipologie contrattuali a<br />
orario ridotto, modulato e flessibile.<br />
È stato infine demandato al Tavolo tecnico, presieduto dalla Consigliera di<br />
Parità, che dovrà esaurire i suoi lavori entro 90 giorni, l'analisi e la verifica<br />
delle buone pratiche già presenti ai vari livelli della contrattazione sul tema<br />
della conciliazione tra i tempi di famiglia e di lavoro. L’Avviso comune<br />
prevede infatti l’istituzione di un Osservatorio nell’ambito del suddetto<br />
“Piano di azione Italia 2020 – Programma di azioni per l’inclusione<br />
delle donne nel mercato del lavoro” (punto 3). Lo stato di attuazione<br />
dell’Osservatorio è stato l’oggetto dell’incontro con le Parti sociali<br />
indetto il 30 marzo scorso dalla Consiglierà Nazionale di Parità.
Aprile 2011<br />
10 Attualità<br />
Il sentimento patriottico avanza nella Nazione nonostante tutto<br />
di Rosario Altieri<br />
Qualche numero fa, nel presentare la rubrica storica che<br />
<strong>Libera</strong> Cooperazione pubblica dallo scorso gennaio e fino a<br />
dicembre prossimo, avevo evidenziato quanto la marcia di<br />
avvicinamento al centocinquantesimo compleanno dell’Italia,<br />
finalmente: Nazione Unita, <strong>Libera</strong> e democratica, fosse molto<br />
diversa da quella che aveva preceduto la ricorrenza del centenario,<br />
nel 1961.<br />
Allora nessuno aveva osato discutere i valori del Risorgimento<br />
d’Italia, gli ideali per i quali tutti gli artefici dell’Unità, dai più<br />
celebrati a quelli che hanno combattuto nel più assoluto anonimato,<br />
e forse per questo maggiormente meritevoli.<br />
Nessuno aveva messo in dubbio la giustezza della scelta e la<br />
identità unitaria della Nazione, benché espressa in una pluralità<br />
di usi, di idiomi, di costumi, di culture; tutto ciò, viceversa, veniva<br />
interpretato e, quello che più conta, vissuto come un arricchimento<br />
ed una risorsa per prospettive sempre più ambiziose.<br />
Oggi assistiamo alla sostanziale avversione di una forza politica<br />
per tutto quello che richiama alla Nazione Italia, alla sua unità,<br />
alla sua identità, alla sua storia; quasi essi fossero disvalori da<br />
esecrare e scacciare dalla nostra stessa quotidianità. Una avversione<br />
dettata dalla ignoranza della Storia Patria, degli avvenimento<br />
che si sono succeduti ed hanno<br />
reso possibile la realizzazione del<br />
sogno unitario.<br />
Con puntualità e con disarmante<br />
ovvietà, tale avversione si è proiettata,<br />
con qualche punta di sgradevolezza,<br />
sulla ricorrenza del centocinquantenario<br />
e si è manifestata con la diserzione<br />
di alcuni rappresentanti delle Istituzioni<br />
di una serie di iniziative istituzionali e,<br />
talvolta, con sprezzante manifestazione<br />
di fastidio da parte di coloro che,<br />
pur presenti agli eventi celebrativi,<br />
hanno ritenuto dovere evidenziare il<br />
loro irrispettoso atteggiamento nei<br />
confronti della Patria, alla quale pure<br />
hanno giurato rispetto e fedeltà.<br />
Da convinto democratico non esprimo<br />
alcun giudizio su tali comportamenti;<br />
mi limito a rivolgere loro un caloroso<br />
<strong>Libera</strong><br />
invito ad una riflessione un poco più attenta, ad una rilettura<br />
della nostra storia contemporanea sgombra da pregiudizi, alla<br />
rivisitazione, anche critica ma oggettiva, degli accadimenti che<br />
hanno caratterizzato il preRisorgimento ed il Risorgimento<br />
d’Italia, all’approfondimento dei personaggi che lo hanno realizzato,<br />
ai valori che essi hanno coltivato, agli ideali ai quali<br />
hanno sacrificato tutto, compresa la vita, al coinvolgimento di<br />
un popolo intero, senza distinzione di ceto sociale e di provenienza<br />
territoriale.<br />
Se tutti facessimo questo esercizio ci accorgeremmo di quanto<br />
importante sia l’unità vera fra fratelli che condividono con<br />
la Patria comune, un destino comune ed un’altrettanto comune<br />
avvenire.<br />
L’Italia avanza insieme o non avanza, l’Europa è la nostra prossima<br />
meta, come ci ha indicato Mazzini con la Giovine Europa,<br />
non il ritorno ad angusti ed improbabili campanili. Una Europa<br />
che vada oltre la unificazione delle monete e promuova e realizzi<br />
l’unità dei popoli, che allarghi sempre di più i suoi confini,<br />
che includa quanti, per troppo tempo, hanno dovuto subire<br />
una oppressione inumana che ha tentato di sopprimere la loro<br />
identità e di estirpare le loro profonde radici di civiltà.<br />
Da parte nostra celebreremo, in<br />
occasione della nostra prossima<br />
Assemblea Congressuale, il centocinquantesimo<br />
anniversario dell’Unità<br />
d’Italia ed organizzeremo, nel corso<br />
dell’anno almeno un’altra manifestazione<br />
celebrativa della ricorrenza;<br />
appronteremo una mostra incentrata<br />
sulle vicende che hanno portato i<br />
diversi pezzi dell’unico popolo italico<br />
ad unirsi, alla liberazione di Roma ed<br />
alla sua proclamazione a Capitale<br />
d’Italia, alla instaurazione della<br />
Repubblica, che grazie ai suoi padri<br />
tra i quali spiccano Meuccio Ruini,<br />
primo presidente di AGCI, e Giovanni<br />
Conti, ha mutuato gli alti valori di<br />
quella splendida, seppure breve,<br />
esperienza di democrazia che fu la<br />
Repubblica Romana.<br />
cooperazione
I MOTI DEL 1820-21:<br />
DALLA LOTTA PER LE<br />
COSTITUZIONI ALL’IDEA DI UNITÀ<br />
NAZIONALE - REGNO DI NAPOLI,<br />
REGNO DI SARDEGNA,<br />
LOMBARDO-VENETO E<br />
DUCATO DI MODENA (PARTE 1^)<br />
elle sètte segrete e nella Carboneria i militari<br />
erano numerosi, molti provenienti da esperienze<br />
nell’armata napoleonica. Essendo, peraltro,<br />
provvisti di armi, essi potevano fronteggiare la<br />
reazione meglio di altri congiurati. Furono proprio<br />
i militari, dopo la Restaurazione, a dare origine<br />
ai primi moti insurrezionali tendenti ad<br />
ottenere garanzie costituzionali.<br />
Nel marzo 1820, in Spagna, la ribellione dell’esercito<br />
costrinse il re Ferdinando VII a ripristinare la<br />
Costituzione di Cadice del 1812, ritirata dopo il Congresso<br />
di Vienna. In Portogallo il re Giovanni VI dovette emanarne<br />
una analoga. In Grecia la setta patriottica Eteria, formata dal<br />
cèto mercantile e da militari, fece scoppiare la rivolta contro<br />
il dominio turco. Vi avrebbero trovato<br />
la morte il poeta inglese Byron,<br />
accorso in aiuto del popolo greco e<br />
spentosi di meningite a Missolungi,<br />
ed il conte Santorre di Santarosa,<br />
maggiore dell’esercito reduce dai<br />
moti piemontesi, caduto a Sfacteria<br />
nel 1825.<br />
Sempre per mano di militari scoppiò<br />
la rivolta nel Regno di Napoli: il 2<br />
luglio 1820 Michele Morelli, comandante<br />
del reggimento di Nola nonché<br />
capo della locale Carboneria, ed<br />
Morelli e Silvati.<br />
<strong>Libera</strong><br />
il sottotenente Giuseppe Silvati<br />
si unirono alla sollevazione del<br />
<strong>Generale</strong> Guglielmo Pepe che<br />
comandava la II Divisione di<br />
Avellino e Foggia. Il 6 luglio il re<br />
Ferdinando I si vide costretto a<br />
concedere una costituzione<br />
analoga a quella spagnola e le<br />
giurò fedeltà. Racconta Pietro<br />
Colletta nella Storia del reame<br />
di Napoli: “Ma il cielo, che nel<br />
mattino era sereno, all’uscir del corteo reale si fece scuro, e<br />
mentre il re giurava si addensarono nubi, e cadde violenta<br />
pioggia. Fu un caso, ma il popolino superstizioso diceva che<br />
Dio, prevedendo il futuro, sdegnato per i premeditati spergiuri,<br />
aveva improvvisamente celato gli spettacoli luminosi<br />
della natura”. L’Austria non tollerò il grave colpo alla<br />
Restaurazione e Metternich convocò i rappresentanti della<br />
Santa Alleanza a Troppau. Ferdinando I fu chiamato a partecipare<br />
ad un secondo convegno a Lubiana, e chiese l’intervento<br />
dell’Austria tradendo il proprio giuramento. Il 7<br />
marzo 1821 il generale Pepe fu battuto dagli austriaci del<br />
generale Frimont ad Antrodoco, nell’attuale provincia di<br />
Rieti, in quella che è ricordata come la prima battaglia del<br />
Risorgimento (ritroveremo Pepe in difesa di Venezia repubblicana,<br />
nel 1848/1849). Della feroce<br />
repressione a Napoli si occupò il<br />
famigerato ministro di polizia<br />
Antonio Capece Minutolo dei prìncipi<br />
di Canosa, e giova riportare un<br />
passo di Pietro Colletta (Storia del<br />
reame di Napoli, 1,X,c.II §V) per dare<br />
l’idea di quello che hanno sofferto i<br />
patrioti per un’Italia libera ed unita:<br />
“A mezzo il giorno, nella popolosa<br />
via Toledo, fu visto in militare ordi-<br />
cooperazione<br />
ARCHIVIO STORICO-CULTURALE<br />
Guglielmo Pepe<br />
nanza numeroso stuolo di soldati<br />
tedeschi, poi l’assistente del carnefi-
Aprile 2011<br />
12 Archivio Storico-Culturale<br />
La notte del 26 marzo 1822 di Carlo Felice Biscarra<br />
ce, che ad intervalli dava fiato alla tromba, e poco indietro<br />
altri tedeschi ed alcuni sgherri di polizia, i quali accerchiavano<br />
un uomo, dalla cintura in basso coperto di ruvida tela,<br />
con piedi scalzi, dalla cintura in sopra nudo, con i polsi strettamente<br />
legati, ed in capo un berretto di tre colori, con lo<br />
scritto a grandi note Carbonaro: quel misero, accavalcato<br />
sopra di un asino, aveva dietro il carnefice, che ad ogni picchio<br />
di tromba, con sferza di funi e chiodi, gli flagellava le<br />
spalle, così che il sangue aveva mutato colore alle carni, ed<br />
il volto, smorto e chino al petto, dimostrava il martirio;<br />
seguiva plebe spietata ma taciturna, e gli onesti fuggivano,<br />
nascondendo, per prudenza,<br />
la pietà e l’orrore. Chi<br />
domandò i particolari di<br />
quel supplizio udì che il<br />
flagellato era uno appartenente<br />
a una sètta, un gentiluomo<br />
di provincia (e<br />
gentiluomo appariva il suo<br />
volto e la sua persona)<br />
che, dopo la frusta, scontò<br />
in galera quindici anni,<br />
non per giudizio emesso<br />
da un magistrato, ma per<br />
la sola sentenza del ministro<br />
della polizia, principe<br />
Federico Confalonieri e Teresa Casati<br />
<strong>Libera</strong><br />
di Canosa, che era giunto in città.” Morelli e Silvati ripararono<br />
in Bosnia. Poi Morelli, tornato in Italia, fu assalito dai<br />
banditi e cadde in mano ai gendarmi. Tradotto in catene a<br />
Napoli, rincontrò Silvati nella stessa prigione. Interrogato<br />
dagli inquirenti sul perché avesse mancato al giuramento di<br />
ufficiale, Morelli rispose: ”Mancai, lo confesso, al giuramento<br />
della milizia: ma anche il re mancò, perché giurò di<br />
perdonare al mio mancato giuramento”. Furono entrambi<br />
condannati a morte per “misfatto di cospirazione” e il<br />
corpo di Morelli, che aveva rifiutato il prete, fu gettato in<br />
una fossa di calce viva. I metodi del bestiale Canosa ripugnarono<br />
talmente che i governi di Austria e Russia, temendo<br />
sentimenti di simpatia per i liberali, indussero il re a sostituirlo<br />
col moderato Luigi de’ Medici. Alla rivolta avevano<br />
partecipato un prete nolano, Don Luigi Minichini, don<br />
Antonio Maria de Luca, canonico di Policastro, don<br />
Giuseppe Brigando, cospiratore messinese. Nella diocesi di<br />
Catania gli ecclesiastici carbonari erano centoventiquattro e<br />
tra essi il padre domenicano Giuseppe Cannavò, che raccoglieva<br />
offerte per il parlamento nazionale di Napoli, il sacerdote<br />
Sante Rapisarda “che non aveva avuto difficoltà di<br />
portar pubblicamente per le strade, in una gran processione<br />
di carbonari, la bandiera tricolore” (V.Labate – Un decennio<br />
di Carboneria in Sicilia 1821-1831, Roma, 1904). Nelle<br />
Due Sicilie né i preti né i frati avevano rinunciato all’azione<br />
settaria dopo la condanna che Pio VII aveva emesso contro<br />
la Carboneria nel settembre 1821.<br />
In Piemonte la Carboneria intendeva costringere l’assolutista<br />
Vittorio Emanuele I a concedere una costituzione e sperava<br />
anche che il re si inducesse<br />
a fare guerra all’Austria<br />
per toglierle il Lombardo-<br />
Veneto, centro della reazione<br />
straniera. L’ala settaria rappresentata<br />
dai Sublimi<br />
Maestri Perfetti e l’ala moderata<br />
dei Federati di Milano e<br />
Torino si ritrovarono nell’iniziativa<br />
di alcuni nobili come il<br />
conte Santorre di Santarosa,<br />
l’aiutante di campo del re,<br />
Carlo Asinari di S.Marzano e<br />
lo scudiero del principe,<br />
Giacinto Provana di Collegno.<br />
cooperazione
Nel marzo 1821, approfittando della discesa austriaca verso<br />
il Napoletano, le guarnigioni di Alessandria e Torino insorsero<br />
innalzando il tricolore cisalpino. Vittorio Emanuele<br />
abdicò per il fratello Carlo Felice. Ma questi si trovava a<br />
Modena, e la reggenza fu assunta dal giovane principe<br />
Carlo Alberto del ramo Savoia-Carignano, il quale era parso<br />
sposare la causa carbonara perché, tra l’altro, aveva inviato<br />
doni agli studenti dell’Università di Torino feriti in una rissa<br />
con la polizia. Il Carignano concesse una costituzione uguale<br />
a quella spagnola del 1812 ma tentennò a marciare su<br />
Milano. Alessandro Manzoni già componeva i versi di<br />
Marzo 1821 quando Carlo Felice ordinò al nipote di reprimere<br />
i moti. Il voltafaccia del giovane Savoia non si fece<br />
attendere e le truppe austriache e lealiste sconfissero i rivoltosi<br />
a Novara. Vi furono novantasette condanne a morte ma<br />
due soli furono impiccati: Gerolamo Garelli, capitano nel<br />
reggimento Genova Cavalleria (21 luglio 1821) e<br />
Giambattista Laneri, luogotenente dei Carabinieri (24 agosto<br />
1821). Carlo Alberto, per farsi perdonare dal re, andò in<br />
Spagna a soffocare la ribellione spagnola, schierandosi con<br />
la Francia che ne era stata incaricata dalla Santa Alleanza.<br />
L’“italo Amleto” si distinse persino nell’assalto finale al forte<br />
del Trocadero (Cadice) e si guadagnò le spalline di caporale.<br />
Ma è ancor più triste che la Francia, patria dei valori rivoluzionari,<br />
abbia ostacolato gli aneliti di libertà degli spagnoli<br />
e soprattutto degli italiani, scendendo anche a combattere<br />
la Repubblica romana e ad impedire la presa di Roma. E<br />
suona quasi beffardo che l’unità italiana si sia completata<br />
grazie alla Prussia di Bismark e alla sconfitta di Napoleone III<br />
a Sedan, nel 1870, nella guerra franco-prussiana.<br />
In Lombardo-Veneto, nel 1818 si ebbero i primi arresti nel<br />
Polesine (Rovigo) e trentaquattro condanne di patrioti grazie<br />
allo zelante inquirente trentino Antonio Salvotti. Il conte<br />
Antonio Fortunato Oroboni, morto di stenti, finì sepolto nel<br />
1823 nella fortezza dello Spielberg, quasi a volergli far scontare<br />
il carcere duro per l’eternità. Don Marco Fortini di<br />
Fratta, don Gaetano Caparra di Crespino, Don Giuseppe<br />
Mantovani di Ficarolo (ancora sacerdoti !) ed altri patrioti<br />
impiegati statali e magistrati riportarono durissime condanne.<br />
Nel 1819 a Milano venne soppresso Il Conciliatore e<br />
furono condannati i suoi collaboratori Silvio Pellico e Piero<br />
Maroncelli. Al conte Federico Confalonieri la condanna a<br />
morte venne commutata in carcere duro allo Spielberg, ma<br />
solo perché la moglie Teresa Casati, precipitatasi a Vienna,<br />
riuscì a farsi ricevere dall’imperatrice, ottenendo anche di<br />
potersi trasferire presso lo Spielberg ove languiva il marito.<br />
Qui i due morirono insieme, nella sofferenza e nell’amore<br />
coniugale e patrio.<br />
Nel ducato di Modena Francesco IV d’Este-Lorena si distinse<br />
per crudeltà nel difendere la Restaurazione. La polizia<br />
<strong>Libera</strong><br />
cooperazione<br />
<strong>Libera</strong><br />
Aprile 2011<br />
cooperazione<br />
Archivio Storico-Culturale 13<br />
aveva intercettato la<br />
lettera di un giovane,<br />
Camillo Manzini, che<br />
da Roma scriveva di<br />
politica agli amici. Il<br />
Manzini fu estradato<br />
e carcerato. Poi furono<br />
trovati nelle salmerie<br />
dei soldati<br />
ungheresi di stanza a<br />
Modena degli stampati<br />
di esortazione a<br />
non schierarsi contro<br />
i patrioti italiani, da<br />
sempre solidali con la<br />
Giuditta Bellerio Sidoli<br />
causa di Ungheria.<br />
L’inquisizione del ministro di polizia Giulio Besini a carico dei<br />
sèttari fu talmente spietata ed inumana che uno sconosciuto,<br />
per strada, ”afferrò ad un tempo colla sinistra un lembo<br />
dell’abito del Besini e colla mano destra gli piantò uno stile<br />
nell’inguine sinistro, che lo attraversò dal basso in alto e si<br />
fermò contro lo sterno… e sollecita come lampo [si sparse]<br />
a Modena, che l’accolse festevole, la gradita notizia che pur<br />
un uomo [vi era] stato il quale [aveva] osato purgar la terra<br />
da un perverso” (A.Panizzi, Le prime vittime di Francesco IV<br />
duca di Modena, notizie ripubblicate da Giosuè Carducci,<br />
Milano, Roma, Napoli, 1912). Il duca istituì un Tribunale a<br />
Rubiera che registrò l’unica defezione del giudice Giulio<br />
Vedriani ”quando si avvide che manigoldo, non giudice,<br />
avrebbe dovuto essere per compiacere ai sovrani comandi”<br />
(Spellanzon, Storia del Risorgimento e dell’Unità d’Italia,<br />
Vol. II pag.79). Fuggirono Giovanni Sidoli e la moglie<br />
Giuditta Bellerio, che, divenuta vedova, avrebbe generato<br />
Adolphe, figlio di Giuseppe Mazzini (il dato storico è controverso).<br />
Furono condannati a morte e a pene durissime<br />
numerosi carbonari, tra i quali Don Giuseppe Andreoli ”per<br />
essere stato seduttore della gioventù, e più reo per la sua<br />
qualità di sacerdote e di professore”. Al posto di Don<br />
Andreoli il duca graziò un montanaro parricida, per affermare<br />
il principio che nessun delitto è più grave di quello che<br />
commette un prete cospirando per la libertà della patria.<br />
Andreoli, appresa la condanna, svenne tra le braccia del<br />
parroco di Rubiera. Fu sconsacrato e decapitato nell’ottobre<br />
’22: “poiché anche la natura parve commuoversi dinanzi a<br />
così manifesta crudeltà, non andò guari che un furioso temporale,<br />
con tuoni e lampi e folgori si scatenò in quella plaga,<br />
sì che del sangue del prete ucciso non restò segno alcuno<br />
sul palco infame” (Ibidem, pag.82).<br />
Giovanni Conti jr
Aprile 2011<br />
14 Archivio Storico-Culturale<br />
La Cappella di San Gennaro<br />
Giacinto Gigante<br />
Giacinto Gigante (Napoli, 1806-1876), figlio di Gaetano Gigante<br />
e fratello di Ercole entrambi pittori, iniziò la sua attività come cartografo<br />
all’Ufficio tipografico governativo e nel frattempo apprese<br />
la tecnica ad olio dal pittore svizzero W.Huber. Frequentò poi<br />
Anton Sminck van Pitloo, che fondò la Scuola di Posillipo presso<br />
la residenza del diplomatico russo Gregory Orloff. Questa corrente<br />
pittorica si sviluppò a Napoli tra il 1820 e il 1850 annoverando<br />
ingegni artistici come Gabriele Smagiassi, Achille<br />
Vianelli (la cui sorella andò in sposa al nostro) e Raffaele Carelli.<br />
La critica lo pone alla pari di artisti del calibro di Corot, Turner,<br />
Constable e Friedrich.<br />
Anton van Pitloo aveva introdotto nella tradizione napoletana<br />
della pittura di paesaggio la novità del disegno dal vero. Gigante<br />
l’apprese prontamente distinguendosi per la padronanza dei<br />
mezzi espressivi e facendo risaltare un sentimento di intimismo<br />
lirico. La sua Natura ha angoli di luce, sole, toni che esprimono<br />
gioia e piacere della vita: la forte modernità di questa pittura<br />
anticipa le rappresentazioni di solo colore che saranno tipiche<br />
<strong>Libera</strong><br />
dell’Impressionismo. I primi lavori furono litografie, incisioni,<br />
acquarelli e mezze tempere che l’artista eseguiva su carta tinta<br />
evidenziando con la tecnica “a macchia” gli elementi del paesaggio<br />
più esposti alla luce. Nel 1828 Giacinto Gigante realizzò<br />
una serie di litografie raccolte da Raffaele <strong>Libera</strong>tore per “Il viaggio<br />
pittorico nel Regno delle Due Sicilie”, opera dedicata a “Sua<br />
Maestà il Re Francesco I”. Nello stesso viaggio, durante un’esposizione<br />
a Roma delle opere italiane di William Turner, conobbe il<br />
grande pittore inglese anticipatore dell’Impressionismo, e ne<br />
venne fortemente influenzato. Nel 1837, dopo la prematura<br />
morte per colera di van Pitloo, Gigante divenne capo e protagonista<br />
della scuola di Posillipo e artista di chiara fama, tanto che,<br />
nel 1846, si recò in Sicilia al séguito dello Zar di Russia. Qui raccolse<br />
le vedute più interessanti dell’isola in un album che dedicò<br />
alla zarina. Lo Zar gli commissionò, quindi, due dipinti a olio, La<br />
veduta di Napoli da Posillipo e La veduta di Napoli dalla Tomba<br />
di Virgilio, che suscitarono tanta meraviglia nel re Ferdinando II<br />
che il pittore fu accolto a corte come maestro di pittura dei figli<br />
del sovrano. Il successore di Ferdinando II, Francesco II, nominò il<br />
Gigante maestro di corte ma, dopo la caduta dei Borboni,<br />
temendo rappresaglie da parte dei nuovi funzionari, l’artista preferì<br />
ritirarsi nella sua Villa alla Salute, abbandonando la pittura<br />
all’aperto. Iniziò così a dipingere interni di monasteri e chiese<br />
affollati di fedeli, dove la luce del sole mette in risalto gli elementi<br />
architettonici. La sua fama arrivò anche a Vittorio Emanuele II<br />
che gli commissionò La Cappella di San Gennaro, forse l’opera<br />
più celebre. Ammalatosi e in preda a fobie ed allucinazioni, morì<br />
nel 1876 cadendo dalle scale di casa. Le sue opere sono alla<br />
Galleria d’Arte Moderna di Napoli, al Museo di San Martino,<br />
nella raccolta Lemmerman e nella Galleria del Banco di Napoli.<br />
A Roma nella Galleria d’Arte Moderna.<br />
Virna Conti<br />
cooperazione<br />
La veduta di Napoli da Posillipo<br />
Costiera sorrentina
«Dare nuovo slancio alla competitività e all’efficienza<br />
gestionale dei sistemi d’impresa attraverso lo strumento<br />
delle reti. Più “reti d’impresa” per crescere e per competere».<br />
Così Luigi Marino, portavoce dell’Alleanza delle <strong>Cooperative</strong><br />
<strong>Italiane</strong> (Confcooperative, AGCI, Legacoop),<br />
parlando anche a nome di Rosario Altieri e Giuliano<br />
Poletti, e Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere<br />
commentano il protocollo per la promozione e la valorizzazione<br />
delle reti d’impresa siglato oggiAggiungi un<br />
appuntamento per oggi tra l’Alleanza delle <strong>Cooperative</strong><br />
<strong>Italiane</strong> e l’Unioncamere.<br />
«La promozione delle reti d’impresa nel sistema cooperativo<br />
– dicono Marino e Dardanello – avverrà, secondo<br />
quanto previsto dal protocollo siglato, attraverso la diffusione,<br />
la progettazione e la realizzazione dei contratti e<br />
dei programmi di rete. Una molteplicità di azioni e di stru-<br />
<strong>Libera</strong><br />
cooperazione<br />
<strong>Libera</strong><br />
Aprile 2011<br />
cooperazione<br />
Alleanza delle <strong>Cooperative</strong> <strong>Italiane</strong> 15<br />
Siglato il protocollo d'intesa tra Alleanza delle <strong>Cooperative</strong> <strong>Italiane</strong><br />
e Unioncamere<br />
«Più rete d’impresa per crescere e per competere»<br />
PROTOCOLLO D’INTESA PER LA<br />
PROMOZIONE E LA VALORIZZAZIONE<br />
DELLE RETI D’IMPRESA<br />
TRA<br />
L’<strong>Associazione</strong> <strong>Generale</strong> delle <strong>Cooperative</strong> <strong>Italiane</strong> (AGCI),<br />
con sede in Roma, via Angelo Bargoni 78;<br />
La Confederazione <strong>Cooperative</strong> <strong>Italiane</strong> (Confcooperative),<br />
con sede in Roma, Borgo S. Spirito 78;<br />
La lega Nazionale delle <strong>Cooperative</strong> e Mutue (Legacoop),<br />
con sede in Roma, via Guattani 9<br />
Riunite in un coordinamento denominato “Alleanza delle<br />
<strong>Cooperative</strong> <strong>Italiane</strong>”<br />
E<br />
L’unione Italiana delle Camere di commercio, industria, artigianato<br />
e agricoltura – di seguito UNIONCAMERE – ente<br />
con personalità giuridica di diritto pubblico ai sensi del D.<br />
Lgs. 15 febbraio 2010, n. 23, con sede in Roma, Piazza<br />
Sallustio 21, in persona del Presidente e legale rappresentante<br />
Ferruccio Dardanello<br />
PREMESSO CHE<br />
le Centrali <strong>Cooperative</strong>, ai sensi della legislazione speciale in<br />
materia di cooperazione e dei loro statuti:<br />
• operano per promuovere lo sviluppo della cooperazione e<br />
menti che sarà indirizzata e monitorata dal tavolo di coordinamento<br />
composto da rappresentanti dell’Alleanza<br />
delle <strong>Cooperative</strong> e di Unioncamere»<br />
«Per dare continuità e concretezza al protocollo Alleanza<br />
delle <strong>Cooperative</strong> e Unioncamere – aggiungono i rappresentanti<br />
dell’Alleanza delle <strong>Cooperative</strong> <strong>Italiane</strong> e di<br />
Unioncamere – si impegnano tra le varie azioni a: 1) diffondere<br />
la conoscenza dello strumento delle reti d’impresa;<br />
2) favorire le aggregazioni tra cooperative per continuare<br />
a realizzare politiche di crescita dimensionale, d’innovazione<br />
e d’internazionalizzazione; 3) valorizzare attraverso<br />
programmi di rete il ruolo dei consorzi quale strumento<br />
tipico dell’aggregazione cooperativa; 4) verificare<br />
le condizioni di intervento degli strumenti finanziari delle<br />
Centrali cooperative nel concorrere al finanziamento dei<br />
progetti».<br />
della mutualità, dei rapporti economici e solidaristici delle<br />
cooperative aderenti, e per favorire la diffusione dei principi<br />
e dei valori cooperativi;<br />
• rappresentano circa 43.000 cooperative, attive in tutte le<br />
regioni e in tutti i settori produttivi, con oltre 1 milione e<br />
centomila occupati, 12 milioni di soci e un fatturato complessivo<br />
di 127 miliardi;<br />
• sono competenti ad esercitare la vigilanza sulle cooperative<br />
aderenti; garantiscono il coordinamento e l’indirizzo<br />
delle strategie e delle politiche; stabiliscono e gestiscono<br />
i rapporti con il Governo, i due rami del parlamento, i<br />
Ministeri e le Commissioni parlamentari competenti, le<br />
forze politiche, economiche e sociali;<br />
• curano le relazioni internazionali del movimento cooperativo<br />
aderente, i rapporti con le istituzioni dell’Unione<br />
Europea e la gestione delle relazioni industriali della<br />
cooperazione, anche con funzioni di assistenza ai vari settori;<br />
• sono articolate in autonome Associazioni di Settore, che<br />
organizzano le cooperative in relazione ai diversi settori di<br />
attività, e in strutture Regionali e Provinciali, che curano la<br />
dimensione territoriale.<br />
L’UNIONCAMERE, ai sensi della legge 29 dicembre 1993 n.<br />
580, come modificata dal D. Lgs. n. 23/2010, e del proprio<br />
statuto:
Aprile 2011<br />
16 Alleanza delle <strong>Cooperative</strong> <strong>Italiane</strong><br />
• cura e rappresenta il sistema delle Camere di<br />
Commercio, alle quali sono attribuite funzioni di interesse<br />
generale per il sistema delle imprese e per la promozione<br />
dello sviluppo locale;<br />
• promuove, realizza e gestisce, direttamente o per il tramite<br />
di proprie aziende speciali, nonché mediante la partecipazione<br />
ad organismi anche associativi, ad enti, a<br />
consorzi e a società anche a prevalente capitale privato,<br />
servizi e attività di interesse delle camere di commercio e<br />
delle categorie economiche;<br />
• esercita, altresì, le funzioni eventualmente delegate del<br />
Ministero dello Sviluppo economico;<br />
• al fine del coordinamento delle iniziative, l’Unioncamere<br />
stipula con le amministrazioni centrali dello Stato, anche<br />
autonome, o con enti pubblici nazionali o con le<br />
Regioni, accordi di programma, intese, convenzioni, in<br />
rappresentanza dei soggetti del sistema camerale, che<br />
sono chiamati ad attuarli;<br />
• formula direttive e indirizzi agli organismi del sistema<br />
camerale per l’esercizio delle loro funzioni, fatte salve le<br />
funzioni di indirizzo delle competenti autorità statali e<br />
regionali.<br />
Ai sensi del D. Lgs. n. 23/2010 di riforma dell’ordinamento<br />
relativo alle camere di commercio, industria, artigianato<br />
e agricoltura “Le camere di commercio italiane, le unioni<br />
regionali delle camere di commercio, l’UNIONCAMERE,<br />
nonché i loro organismi strumentali costituiscono il SISTE-<br />
MA CAMERALE italiano. Fanno parte altresì del sistema<br />
camerale italiano le camere di commercio italiane all’estero<br />
e estere in Italia legalmente riconosciute dallo Stato italiano”.<br />
L’art. 3 del decreto legge 10 febbraio 2009, n. 5 convertito<br />
dalla legge 9 aprile 2009, n. 33 da ultimo modificato<br />
dalla legge 23 luglio 2009, n. 99 e dal D.L. 78/10, convertito<br />
dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, prevede la possibilità<br />
che due o più imprese possano esercitare in comune<br />
alcune attività economiche stipulando un apposito contratto<br />
di rete da iscrivere nel Registro delle imprese tenuto<br />
dalle Camere di commercio.<br />
L’Alleanza delle <strong>Cooperative</strong> <strong>Italiane</strong>, in considerazione del<br />
ruolo svolto dal sistema camerale, ha proposto<br />
all’Unioncamere di avviare forme di collaborazione per<br />
promuovere lo strumento delle reti d’impresa.<br />
<strong>Libera</strong><br />
TUTTO CIÒ PREMESSO<br />
L’Alleanza delle <strong>Cooperative</strong> <strong>Italiane</strong> e UNIONCAMERE, al<br />
fine di promuovere e valorizzare le reti d’impresa, convengono<br />
e stipulano quanto segue:<br />
Art. 1<br />
(Obiettivi generali)<br />
1. L’Alleanza delle <strong>Cooperative</strong> <strong>Italiane</strong> e UNIONCAMERE<br />
individuano nel presente Protocollo d’intesa un significativo<br />
contributo al recupero competitivo dei sistemi d’impresa<br />
e ad una più efficiente gestione delle attività economiche<br />
realizzate attraverso lo strumento delle reti d’impresa.<br />
2. Per il perseguimento delle finalità di maggiore e più efficiente<br />
integrazione tra le cooperative, le centrali cooperative<br />
e UNIONCAMERE promuoveranno il coinvolgimento e<br />
la collaborazione operativa delle rispettive articolazioni<br />
organizzative, ricercando altresì le opportune sinergie con<br />
le istituzioni centrali.<br />
Art. 2<br />
(Promozione delle reti d’impresa)<br />
1. Al fine di promuovere lo strumento delle reti d’impresa,<br />
l’Alleanza delle <strong>Cooperative</strong> <strong>Italiane</strong> e UNIONCAME-<br />
RE, anche attraverso l’attivazione di specifici progetti e<br />
coinvolgendo le strutture territoriali e settoriali convengono<br />
di:<br />
- diffondere anche attraverso convegni e momenti di<br />
approfondimento, la conoscenza dello strumento delle<br />
reti d’impresa e le modalità per favorire possibili aggregazioni<br />
tra cooperative, con particolare riguardo alle iniziative<br />
che consentano la creazione di reti di natura<br />
orizzontale, anche aventi carattere intersettoriale, e che<br />
amplino il raggio d’azione territoriale delle cooperative<br />
e delle imprese interessate;<br />
- promuovere le condizioni affinché gli attuali strumenti di<br />
aggregazione delle cooperative – tra i quali il consorzio<br />
cooperativo e il gruppo cooperativo paritetico – possano<br />
essere ulteriormente qualificati attraverso la progettazione<br />
e sperimentazione di un programma di rete e la<br />
stipula del relativo contratto di rete d’imprese;<br />
- condividere le esperienze che hanno favorito la stipulazione<br />
di contratti di rete di imprese o la ulteriore qualificazione<br />
in rete di imprese di altre forme di aggregazione<br />
imprenditoriale;<br />
- verificare le condizioni – anche alla luce di esperimenti<br />
cooperazione
promossi dalle stesse CCIAA, in collaborazione con le<br />
Regioni o con altri Enti territoriali, finalizzati alla diffusione<br />
del contratto in esame attraverso forme di finanziamento<br />
delle imprese coinvolte – per promuovere il<br />
coinvolgimento degli strumenti finanziari di sistema<br />
delle Centrali cooperative attraverso un loro concorso<br />
nel finanziamento di progetti che interessino società<br />
cooperative;<br />
- individuare i criteri attraverso i quali coinvolgere i consorzi<br />
fidi aderenti alle Centrali <strong>Cooperative</strong> in un’opera<br />
di tutoraggio delle imprese cooperative interessate a stipulare<br />
un contratto di rete d’imprese, anche al fine di<br />
agevolare le loro relazioni con il sistema creditizio;<br />
- progettare ed inserire nei programmi dei Master o dei<br />
corsi universitari, promossi dai rispettivi Enti, moduli<br />
dedicati al gruppo cooperativo paritetico e al contratto<br />
di rete d’imprese, prevedendo anche l’assegnazione di<br />
borse di studio sul tema delle reti d’impresa.<br />
L’Alleanza delle <strong>Cooperative</strong> <strong>Italiane</strong> incontra l’Udc e l’Idv<br />
Unione di Centro<br />
I gruppi parlamentari dell'Unione di Centro di Camera e Senato<br />
hanno incontrato l’8 marzo a Montecitorio le delegazioni di Agci,<br />
Confcooperative e Legacoop, che hanno recentemente dato vita<br />
all'Alleanza delle <strong>Cooperative</strong> italiane. Riforme, crescita e occupazione<br />
i temi approfonditi alla presenza del segretario nazionale<br />
Lorenzo Cesa, dei vice presidenti dei deputati e senatori, Gian Luca<br />
Galletti e Dorina Bianchi, dei deputati, Roberto Occhiuto e<br />
Amedeo Ciccanti, rispettivamente responsabile nazionale Udc per<br />
l'economia e capogruppo Udc in Commissione Bilancio.<br />
Nell’ambito degli incontri di presentazione con le principali forze<br />
politiche, Luigi Marino, presidente di Confcooperative e portavoce<br />
dell’Alleanza delle <strong>Cooperative</strong> <strong>Italiane</strong>, insieme a Rosario Altieri<br />
presidente dell’AGCI e, a Giuliano Poletti, presidente di Legacoop<br />
ha illustrato le proposte e gli obiettivi dell’Alleanza soffermandosi<br />
sul contributo delle cooperative all’economia del Paese.<br />
Italia dei Valori<br />
Lo scorso 9 marzo il Presidente dell’Italia dei Valori on. Antonio Di<br />
Pietro, accompagnato dal responsabile nazionale Lavoro-Welfare<br />
del partito, Maurizio Zipponi, ha incontrato l’Alleanza delle<br />
<strong>Cooperative</strong> <strong>Italiane</strong> rappresentata dal portavoce Luigi Marino di<br />
Confccperative, dal Presidente di Legacoop Giuliano Poletti e dal<br />
Vicepresidente di AGCI Carlo Scarzanella. Oltre ad illustrare le proposte<br />
e gli obiettivi dell’Alleanza delle <strong>Cooperative</strong>, nel corso del-<br />
<strong>Libera</strong><br />
<strong>Libera</strong><br />
Aprile 2011<br />
cooperazione<br />
Alleanza delle <strong>Cooperative</strong> <strong>Italiane</strong> 17<br />
Art. 3<br />
(Azioni di indirizzo, coordinamento e sviluppo)<br />
Nell’ambito del presente Protocollo d’intesa, viene istituito<br />
presso Unioncamere un Tavolo di indirizzo e coordinamento,<br />
composto da tre membri per l’Alleanza delle<br />
<strong>Cooperative</strong> <strong>Italiane</strong>, rappresentativi delle tre Centrali<br />
<strong>Cooperative</strong>, e tre membri per UNIONCAMERE, con lo<br />
scopo di definire congiuntamente le azioni da sviluppare<br />
e verificare lo stato di attuazione di tutte le attività concordate,<br />
con periodicità almeno semestrale. Tutte le iniziative<br />
previste dal presente Protocollo d’intesa sono rese<br />
operative attraverso la sottoscrizione di specifici accordi<br />
attuativi.<br />
Per AGCI, Confcooperative e<br />
Legacoop riunite in l’Alleanza<br />
delle <strong>Cooperative</strong> <strong>Italiane</strong> il<br />
Portavoce<br />
Luigi Marino<br />
l’incontro, sono state affrontate in modo approfondito le questioni<br />
legate al dumping contrattuale, ed ai ritardi nei pagamenti della<br />
Pubblica Amministrazione.<br />
«Avere il 52% di donne occupate su 1.100.000 persone occupate<br />
delle nostre 43.000 imprese cooperative è un segno di grande<br />
modernità sociale ed economica della cooperazione. Le cooperative<br />
in Italia sono all’avanguardia nella modernizzazione e nella<br />
sensibilità nei confronti del mondo femminile. Alla “Festa dell’8<br />
marzo” noi abbiamo portato non parole di circostanza, ma la solida<br />
realtà di ogni giorno. Anche se c’è tanta strada da percorrere<br />
siamo orgogliosi di rappresentare in Italia una punta di eccellenza<br />
nell’occupazione femminile».<br />
È stato questo il commento dell’Alleanza delle <strong>Cooperative</strong><br />
<strong>Italiane</strong> (AGCI, Confcooperative, Legacoop) sull’occupazione rosa<br />
tra le 43.000 imprese associate dell’Alleanza delle <strong>Cooperative</strong><br />
<strong>Italiane</strong> (dati confermati da fonte INPS).<br />
«Occorre proseguire su questa strada – aggiunge l’Alleanza – perché<br />
è un imperativo del Paese migliorare l’accesso delle donne al<br />
mondo del lavoro e le loro condizioni sul lavoro stesso, offrendo<br />
servizi sempre più adeguati che possano rispondere ai bisogni<br />
nuovi e complessi: welfare, asili nido, assistenza nelle sue più<br />
ampie articolazioni e anche per questo la cooperazione si propone<br />
come protagonista».<br />
cooperazione<br />
Per UNIONCAMERE<br />
il Presidente<br />
Federico Dardanello<br />
DONNE E COOPERAZIONE
Aprile 2011<br />
18 Dalle Regioni<br />
AGCI Emilia-Romagna<br />
XII Congresso Regionale<br />
“Il dovere di costruire il futuro” è stato il tema scelto<br />
dall’AGCI Emilia-Romagna per la XII Assemblea congressuale<br />
regionale che si è svolta lo scorso 15 marzo presso<br />
il circolo “La Torretta” a Molinella (Bologna). In sala erano<br />
presenti le cooperative del mondo AGCI, i rappresentanti<br />
delle altre centrali cooperative, dei sindacati dei lavoratori<br />
ed esponenti politici regionali. In rappresentanza<br />
dell’AGCI Nazionale hanno partecipato il presidente<br />
Altieri, il vicepresidente Scarzanella e il direttore Turi.<br />
I lavori si sono aperti con una illustrazione storica a cura<br />
del prof. Marco Poli dell’Università di Bologna, sulla<br />
cooperazione e le lotte sociali a Molinella nel periodo<br />
dell’Italia postunitaria mentre in sala scorrevano le<br />
immagini relative alla vita di Giuseppe Massarenti, personaggio<br />
di grande spessore politico e sociale che guidò le<br />
lotte sociali a Molinella e costituì nel 1945 la cooperativa<br />
agricola Massarenti, oggi associata AGCI. Il congresso è<br />
stato presieduto da Andrea Gabusi, attuale presidente<br />
della cooperativa Massarenti che ha ospitato<br />
l’Assemblea all’interno dei suoi locali. Sono intervenuti<br />
al dibattito Bruno Selva, sindaco di Molinella, Gian Carlo<br />
Muzzarelli, assessore alle attività produttive della regione<br />
Emilia Romagna e Rosario Altieri, presidente nazionale di<br />
AGCI che ha concluso gli interventi.<br />
Il presidente regionale Mota, nella sua relazione ha<br />
espresso preoccupazione per l’ancora eccessiva presenza<br />
di cooperative spurie che inquinano il mercato attraverso<br />
comportamenti di concorrenza sleale e per la crisi economica<br />
in atto che, ormai, non è più da considerare ciclica<br />
o congiunturale. Inoltre è stata apprezzata l’iniziativa portata<br />
avanti a livello nazionale dalle tre centrali cooperative<br />
che ha portato, nel gennaio scorso, alla nascita<br />
dell’Alleanza Cooperativa e l’impegno della <strong>Associazione</strong><br />
nazionale per rafforzare il sistema di servizi finanziari da<br />
offrire alle associate. Alla fine dei lavori è stato eletto il<br />
nuovo consiglio regionale, il collegio dei revisori e dei probiviri.<br />
Massimo Mota è stato confermato presidente<br />
regionale per il prossimo triennio 2011-13.<br />
Attualmente l’AGCI Emilia Romagna associa 502 cooperative<br />
con 82.036 soci di cui 11.948 lavoratori. Il fatturato<br />
complessivo generato dalle associate ammonta a<br />
2.334 milioni di euro.<br />
<strong>Libera</strong><br />
1920. Macchine agricole della storica Azienda cooperativa Massarenti di<br />
Molinella (Bologna), oggi associata AGCI, rientrano in officina sotto il controllo<br />
di Giuseppe Massarenti, che si affaccia alla finestra del suo ufficio.<br />
cooperazione
AGCI Modena e Reggio Emilia<br />
II Congresso Interprovinciale<br />
Il 7 marzo presso l’Hotel Europa a Modena, si è tenuto il II Congresso Interprovinciale<br />
di AGCI Modena e Reggio Emilia. Il congresso è stato presieduto dal presidente regionale<br />
della <strong>Associazione</strong>, Massimo Mota. Nella sua relazione Mauro Veronesi, presidente<br />
riconfermato all’unanimità, ha criticato le banche che stanno “strozzando il<br />
credito alle piccole imprese in modo esagerato rendendosi complici primari della lentezza<br />
nella ripresa che sembra far capolino in queste ultime settimane”. Dopo aver<br />
denunciato gravi fenomeni di dumping contrattuale e il ritardo scandaloso dei pagamenti<br />
delle PA in particolare per i servizi alla persona, Veronesi si è detto preoccupatissimo<br />
per il rischio di ritorno a gare della PA al “massimo ribasso” con conseguenze<br />
disastrose sulla qualità e sulla trasparenza (mafia, diritti dei lavoratori) del risultato<br />
delle medesime. Inoltre, si è soffermato con particolare attenzione sul problema dell’occupazione<br />
giovanile sottolineando che “stiamo prospettando ai nostri figli una vita<br />
di precariato con bassi stipendi e basse contribuzioni e con conseguente periodo pensionistico<br />
da poveri. È urgente un’analisi approfondita di tutta la problematica da<br />
parte del Governo, del parlamento e dei sindacati per ovviare a tali disastrose prospettive”.<br />
Il Congresso ha eletto all’unanimità il Comitato Direttivo composto di 9<br />
membri: Veronesi Mauro (presidente), Piersante Raffaele (vicepresidente), Federzoni<br />
Novello (vicepresidente), Crostoni Paolo, Casari Davide, Ghiri Gianni, Don Giancarlo<br />
Suffritti, Franciosi Monica e Poletti Paolo.<br />
AGCI Ravenna-Ferrara<br />
XIII Congresso Interprovinciale<br />
Lo scorso 4 marzo si è svolto presso l’hotel Cube di<br />
Ravenna, il XIII Congresso Interprovinciale di AGCI Ravenna-<br />
Ferrara. I lavori si sono aperti con una breve celebrazione del<br />
150simo anniversario dell’Unità d’Italia a cura della<br />
prof.ssa Fulvia Missiroli dirigente dell’<strong>Associazione</strong><br />
mazziniana italiana che, nel suo intervento, ha sottolineato<br />
come “oggi il dovere principale è quello di tramandare<br />
i valori che ispirarono il Risorgimento ai più<br />
giovani anche se per i ragazzi è impossibile capire che<br />
150 anni fa i loro coetanei non morivano per provare<br />
l’ebbrezza della velocità o in cerca di denaro e fama,<br />
ma inseguendo un ideale di libertà e di giustizia, né si<br />
rendono conto che ci può essere una schiavitù indotta<br />
sotto forma di sfrenata libertà. Certo, ci furono le<br />
diplomazie, gli interessi di paesi stranieri, i compromessi,<br />
ma il Risorgimento è stato soprattutto opera di<br />
giovani uomini e giovani donne che hanno cercato la<br />
libertà, dopo secoli di servitù, di speranze inutili, di<br />
indifferenza e di disillusioni”. Secondo la prof.ssa<br />
Missiroli, inoltre “il Risorgimento è stato una spinta decisiva<br />
verso la modernizzazione dell’Italia e il suo aggancio<br />
<strong>Libera</strong><br />
cooperazione<br />
<strong>Libera</strong><br />
Aprile 2011<br />
cooperazione<br />
Dalle Regioni 19<br />
APPUNTAMENTI<br />
DI APRILE<br />
SASSARI<br />
venerdì 15 aprile 2011<br />
Congresso provinciale<br />
AGCI Sassari<br />
CAGLIARI<br />
sabato 16 aprile 2011<br />
Congresso provinciale<br />
AGCI Cagliari<br />
AOSTA<br />
sabato 16 aprile 2011<br />
Congresso Regionale<br />
AGCI Valle d’Aosta<br />
OLBIA<br />
venerdì 30 aprile 2011<br />
Congresso provinciale<br />
AGCI Gallura<br />
all’Europa; la prima esperienza di quello che Machiavelli<br />
chiamava "vivere civile" degli italiani, finalmente sottratti a<br />
governi e istituzioni fondati sulle separazioni giuridiche e<br />
sociali e sulla negazione dei diritti dei cittadini: il<br />
Risorgimento è qui, prima ancora di essere una mirabile<br />
operazione diplomatica e militare. E questo idealismo non<br />
può non essere insegnato ai giovani. Almeno bisogna provarci”.<br />
A seguire vi è stata la relazione del Presidente di<br />
AGCI <strong>Associazione</strong> interprovinciale Ravenna-Ferrara,<br />
Giuseppe Morgagni, che ha espresso una forte preoccupazione<br />
per la lentezza e l’eterogeneità della ripresa economica<br />
nazionale in atto a causa delle difficoltà strutturali che<br />
caratterizzano il Paese e dell’enorme debito pubblico, di cui<br />
è fondamentale l’abbattimento progressivo, attraverso una<br />
politica rigorosa di spesa ed una strenua lotta all’evasione<br />
fiscale. Altresì ha sottolineato l’esigenza di rendere il nostro<br />
sistema industriale più competitivo e moderno, modificando<br />
i termini della contrattazione collettiva e stimolando la<br />
collaborazione tra imprese e lavoratori sul fronte della produttività,<br />
cogliendo l’occasione della detassazione del salario<br />
variabile ed incentivante.
Aprile 2011<br />
20 Dalle Regioni<br />
AGCI Campania: “Tra crisi e sviluppo il ruolo della Cooperazione”<br />
“Tra crisi e sviluppo il ruolo della<br />
Cooperazione” questo, il tema del<br />
convegno che si è svolto lo scorso 11<br />
marzo, presso la Sala Parlamentino<br />
della Camera di Commercio di Napoli<br />
in via Aspreno. L’evento è stato organizzato<br />
dall’AGCI Campania con il<br />
finanziamento della Camera di<br />
Commercio di Napoli e in collaborazione<br />
con la facoltà di Economia<br />
Dipartimento di Economia Aziendale<br />
a conclusione del ciclo di Conferenze<br />
Universitarie, svoltosi dal 29 novembre 2010 al 18 gennaio<br />
2011 presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”.<br />
Durante il convegno sono stati assegnati i Premi Studio<br />
intitolati al noto meridionalista “Francesco<br />
Compagna” e consegnati gli attestati di partecipazione. La<br />
scelta dei vincitori è avvenuta sulla base di una valutazione<br />
<strong>Libera</strong><br />
comparata dei progetti che ha tenuto<br />
conto di vari aspetti quali: l’originalità<br />
dell’idea, la contestualizzazione<br />
dell’iniziativa, l’articolazione del<br />
progetto e la sostenibilità economica.<br />
Il primo premio di 2.500 euro, è<br />
stato assegnato al progetto “AMF”<br />
di Antonio Piscitelli, Michele Telese e<br />
Federica Manganello. Il secondo, di<br />
1.500 euro, al progetto “Wedding<br />
Planner” di Angela La Rocca e<br />
Raffaella Mirando. Il terzo premio di<br />
1.000 euro è stato vinto dal progetto “Asso Energy” di<br />
Marino Marotta. I lavori, moderati da Alfonso Ruffo direttore<br />
de “Il Denaro”, si sono aperti con i saluti del dott.<br />
Maddaloni, presidente della Camera di Commercio di<br />
Napoli. Sono seguiti gli interventi del prof. Mangia, associato<br />
di Organizzazione Aziendale presso la facoltà di<br />
Economia dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”,<br />
del dott. De Gregorio, presidente di AGCI Campania, del<br />
prof. Esposito, ordinario di Diritto Costituzionale<br />
dell’Università di Salerno, dell’on. Borea, capo dell’Ufficio<br />
Nazionale per il Servizio Civile, del prof. Nappi, assessore al<br />
lavoro della regione Campania, del sen. Compagna, ordinario<br />
di Storia delle dottrine politiche dell’Università LUISS e<br />
del dott. Altieri, presidente nazionale AGCI. Attraverso questa<br />
iniziativa, l’<strong>Associazione</strong> campana, è riuscita ad aprire un<br />
vero e proprio spiraglio per il futuro dei giovani, considerando<br />
anche che è stato istituito uno sportello dedicato<br />
alla costituzione di cooperative e alla fase di start up<br />
delle idee progettuali che si andranno a realizzare. Lo<br />
sportello è aperto non solo ai partecipanti ai cicli di<br />
conferenze, ma anche a tutti coloro che intendono<br />
misurarsi con lo strumento cooperativo. Inoltre, filo<br />
conduttore di questa iniziativa e di quella svoltasi a Salerno,<br />
è stato il continuo dialogo con i giovani, che hanno trovato<br />
un’opportunità di confronto non solo con il mondo esterno<br />
ma con loro stessi e hanno appurato la necessità di “attrezzarsi”<br />
per potere intraprendere strade alternative e personali<br />
che guardino anche all’imprenditoria, specie a<br />
quella cooperativa. In un’ottica in cui, dunque, la cooperazione<br />
si pone quale chiave di sviluppo e utile strumento<br />
per superare anche l’attuale crisi.<br />
cooperazione
AGCI Bologna<br />
XV Congresso Provinciale<br />
Lo scorso 5 marzo l’AGCI Bologna ha celebrato il XV<br />
Congresso Provinciale presso il Green Park Hotel e<br />
Congressi. L’Assemblea, presieduta da Piervittorio<br />
Morsiani, vicepresidente di AGCI Bologna, ha registrato la<br />
presenza in sala dei rappresentanti delle cooperative<br />
associate e delle altre centrali cooperative, di esponenti<br />
politici locali, di rappresentanti di associazioni ed enti<br />
insieme ai quali l’AGCI Bologna svolge la propria attività<br />
di rappresentanza sindacale. In rappresentanza dell’AGCI<br />
Nazionale hanno partecipato, oltre al presidente Altieri, il<br />
vicepresidente Scarzanella, il direttore Turi e il presidente<br />
di AGCI Abitazione Giaconi. Il presidente Mota, nella sua<br />
relazione, ha espresso la necessità di un rilancio della politica<br />
economica territoriale<br />
che, tramite<br />
interventi incisivi,<br />
rilanci la competitività<br />
del territorio bolognese,<br />
ed ha inoltre<br />
auspicato che la<br />
nuova amministrazione<br />
del comune di<br />
Bologna, che verrà<br />
eletta nelle prossime<br />
elezioni amministrative,<br />
sappia garantire<br />
parità di accesso alle<br />
opportunità di lavoro,<br />
sappia cogliere i<br />
cambiamenti e ascoltare<br />
le proposte del<br />
mondo cooperativo,<br />
sappia programmare<br />
il futuro della città<br />
che sta vivendo, da oltre un anno, l’esperienza del commissariamento.<br />
Tra gli ospiti sono intervenuti Graziano<br />
Piantoni, assessore alle attività produttive della provincia<br />
di Bologna, Daniele Passini, vicepresidente Confcooperative<br />
Bologna, Giampiero Calzolai, presidente di<br />
Legacoop Bologna, Gianfranco Martelli, segretario generale<br />
della UIL Bologna, Luigi Manfredi, presidente del consiglio<br />
territoriale dell’Emilia Romagna di Cooperfidi Italia.<br />
L’Assemblea congressuale ha eletto il nuovo Consiglio<br />
provinciale che ha confermato, per il prossimo triennio<br />
2011-13, presidente Massimo Mota e vicepresidente<br />
Piervittorio Morsiani.<br />
<strong>Libera</strong><br />
cooperazione<br />
<strong>Libera</strong><br />
Aprile 2011<br />
cooperazione<br />
Dalle Regioni 21<br />
AGCI Forlì-Cesena<br />
XIII Congresso interprovinciale<br />
Lo scorso 3 marzo, presso la Saletta Rosa della cooperativa<br />
Lavoratori Muratori di Forlì, si è svolto il tredicesimo congresso<br />
interprovinciale di AGCI Forlì-Cesena. L’Assise si è<br />
aperta con i saluti del sindaco di Forlì, Roberto Balzani, a cui<br />
è seguita la relazione programmatica del presidente uscente<br />
Valter Rusticali e il dibattito in cui sono intervenuti: Laura<br />
Pondini, Stefano Baratti, Renato Lelli, Silvano Tomidei e<br />
Randolfo Natali. I lavori si sono conclusi con gli interventi<br />
del presidente regionale dell’Emilia Romagna Massimo<br />
Mota, del vicepresidente nazionale Carlo Scarzanella e del<br />
presidente nazionale Rosario Altieri. Al termine, sono stati<br />
eletti gli organi statutari per il triennio 2011-13 riconfermando<br />
Valter Rusticali presidente e Franco Amadori vicepresidente.<br />
I consiglieri eletti sono: Ascari Raccagni<br />
Alessandra, Canali Delia, Lelli Renato, Paradisi Giorgio,<br />
Tomidei Silvano, Ugolini Denis, Baratti Stefano.
Aprile 2011<br />
22 Dalle Regioni<br />
XIII Congresso Regionale di AGCI Abruzzo<br />
Lo scorso 26 marzo si è svolto a Chieti, presso la Sala del Centro<br />
Espositivo e di Servizi della Camera di commercio, il XIII Congresso<br />
Regionale di AGCI Abruzzo. In sala erano presenti molti presidenti<br />
e rappresentanti di cooperative e consorzi aderenti ad AGCI. In rappresentanza<br />
dell’AGCI Nazionale hanno partecipato il presidente<br />
Altieri e il direttore Turi al quale è stato affidato la presidenza<br />
dell’Assemblea. I lavori si sono aperti con la relazione programmatica<br />
del presidente uscente, Nino Silverio, che è stato poi riconfermato<br />
presidente regionale per il prossimo triennio. Nella sua relazione,<br />
Silverio, ha espresso preoccupazione per la situazione economica<br />
che attualmente sta vivendo l’Italia e la realtà abruzzese ma, il<br />
mondo della cooperazione, sta resistendo a questa crisi ed: «è finito<br />
il tempo della diffidenza ed è ormai arrivata l’ora di tornare a<br />
guardare il mondo della cooperazione come una risorsa e non come<br />
un avversario infido e scorretto». Tra gli intervenuti al dibattito ricor-<br />
Da destra a sinistra, Nino Silverio (Presidente AGCI Abruzzo), Rosario<br />
Altieri (Presidente Nazionale AGCI), Filippo Turi (Direttore AGCI), Alfredo<br />
Castiglione (Vice Presidente Regione Abruzzo), Ljubo Beslic (Sindaco di<br />
Mostar). Nella foto in basso, a sinistra, Bruno Lauducci (Vice Presidente<br />
AGCI Abruzzo e responsabile regionale AGCI Agrital).<br />
<strong>Libera</strong><br />
diamo Bruno Lauducci vice presidente regionale e responsabile<br />
regionale di AGCI Agrital – dipartimento pesca, l’assessore alle attività<br />
produttive e vice presidente regionale Alfredo Castiglione e il<br />
sindaco di Mostar Ljubo Beslic. Nel suo intervento Lauducci ha parlato<br />
dei problemi della cooperazione perché l’Abruzzo è ancora una<br />
regione “Ignorante” ed “arretrata” per quanto riguarda il settore.<br />
Una regione dove è difficile avere delle risposte da parte della classe<br />
politica dirigente e che aspetta da anni la nuova legge regionale<br />
sulla cooperazione. L’assessore Castiglione, attento alle problematiche<br />
della cooperazione, ha illustrato i nuovi bandi comunitari POR-<br />
FERS orientati al finanziamento per la ricerca e lo sviluppo dei poli<br />
di innovazione, sottolineando l’importanza, per l’AGCI e le imprese<br />
ad essa aderenti, la partecipazione ai poli. Il sindaco di Mostar, presente<br />
in Abruzzo per una missione economico istituzionale, ha ringraziato<br />
per l’opportunità che gli è stata data di intervenire al<br />
Congresso ed ha invitato le imprese cooperative aderenti<br />
all’<strong>Associazione</strong> ad essere presenti alla Fiera Internazionale<br />
dell’Economia che si terrà a Mostar dal 5 al 9 aprile. Infine ha auspicato<br />
rapporti sempre più stretti nell’immediato futuro in quanto<br />
Monstar e la Bosnia Erzegovina possono rappresentare una buona<br />
opportunità di lavoro per le imprese AGCI.<br />
cooperazione
“Manager d’impresa cooperativa”<br />
Le iniziative AGCI Lazio a partire da aprile 2011<br />
L’AGCI Lazio, con il contributo della Camera di commercio di<br />
Roma, per il terzo anno consecutivo, realizza dei corsi, gratuiti<br />
e aperti a tutti, di formazione imprenditoriale propedeutici<br />
alla nascita e/o allo sviluppo di imprese.<br />
L’obiettivo è quello di sviluppare il livello di managerialità degli<br />
aspiranti imprenditori e di coloro che operano già in un’impresa,<br />
attraverso la formazione su tematiche ad hoc, anche alla<br />
luce delle novità introdotte dai recenti testi normativi in materia<br />
di impresa in genere e di società cooperativa in particolare,<br />
facendo loro acquisire strumenti indispensabili per il corretto<br />
sviluppo e la corretta gestione di un’attività imprenditoriale.<br />
I corsi sono rivolti a tutti e in particolare a coloro che puntano<br />
a mettersi in proprio o che abbiano già un’attività e<br />
Lo scorso 14 marzo, l’AGCI Alto Adige Südtirol insieme all’Unione<br />
Albergatori-HGV, Confprofessioni Südtirol Alto Adige, Unione Commercio<br />
Turismo e Servizi-hds, Confesercenti, APA/HLV, CNA/SHV, Südtirol<br />
Bauerbund, LegacoopBund, Confcooperative, Raiffeisenverband e i sindacati,<br />
ha siglato il primo: “Accordo quadro per l’incremento della produttività,<br />
l’efficienza, la competitività, la qualità delle prestazioni, la redditività e<br />
l’innovazione delle imprese e gli studi professionali”. Con l’accordo è possibile<br />
applicare la tassazione agevolata del 10% su diverse voci della busta<br />
paga: straordinari, lavoro supplementare, prestazioni elastiche o correlate<br />
all’aumento di produttività, innovazione, competitività e redditività.<br />
È stato siglato lo scorso 3 marzo, l’accordo per la proroga di un anno, sino<br />
ad aprile 2012, degli ammortizzatori sociali in deroga previsti dallo scudo<br />
anti-crisi. L’intesa è stata sottoscritta a Bolzano dall’assessore al lavoro dott.<br />
Roberto Bizzo, dai rappresentanti del mondo economico (AGCI Alto Adige<br />
Südtirol) e delle organizzazioni sindacali. La novità più importante, rispetto<br />
ai precedenti accordi, riguarda l’obbligo di riqualificazione professionale. A<br />
partire dal 1 aprile 2011, le domande di cassa integrazione potranno essere<br />
accettate solo a condizione che i lavoratori “sospesi” frequentino corsi<br />
organizzati dalla Provincia, dal Fondo sociale europeo, oppure da strutture<br />
aziendali o centri privati accreditati.<br />
L’assessore provinciale alla cooperazione, il dott. Roberto Bizzo, lo scorso 3<br />
marzo con i rappresentanti delle associazioni di categoria del mondo<br />
cooperativo, ha presentato il nuovo progetto pilota di formazione per la<br />
direzione di cooperative organizzato congiuntamente dall’Ufficio Sviluppo<br />
della Cooperazione e dalle Centrali <strong>Cooperative</strong> (Confcooperative - AGCI<br />
Alto Adige Südtirol – LegaCoopBund Bolzano – Federazione Raiffeisen).<br />
Con l’obiettivo di accrescere le possibilità di sviluppo delle prospettive delle<br />
cooperative altoatesine, le centrali cooperative hanno deciso di organizzare<br />
un percorso formativo per dirigenti di cooperative.<br />
<strong>Libera</strong><br />
cooperazione<br />
<strong>Libera</strong><br />
Aprile 2011<br />
cooperazione<br />
Dalle Regioni 23<br />
vogliano approfondire le tematiche relative alla gestione<br />
dell’impresa. All’interno delle tematiche trattate nel corso,<br />
verrà dato uno speciale risalto alle possibilità di reperire finanziamenti<br />
pubblici a sostegno dell’impresa e/o della nascita della<br />
stessa. Dal 12 al 19 aprile 2011, dalle 9,30 alle 14,30, si<br />
terrà il primo corso gratuito del ciclo formativo, composto in<br />
tutto da sei corsi gratuiti che vede l’AGCI e la CCIAA di Roma<br />
impegnate nella formazione di aspiranti imprenditori. Il corso<br />
dura 25 ore e si tiene presso la sede dell’AGCI Lazio in viale<br />
Palmiro Togliatti 1651. Al termine del corso verrà rilasciato un<br />
attestato di frequenza. Gli interessati possono scaricare la scheda<br />
di partecipazione dal sito www.agcilazio.it, scrivere all’indirizzo<br />
e-mail info@agcilazio.it o tel. allo 06/40500200.<br />
Iniziative dell’AGCI Alto Adige Südtirol COLLE MORO FESTEGGIA MEZZO SECOLO<br />
La cantina Colle Moro, di Guastameroli di Frisa, fu fondata<br />
il 4 febbraio del 1961 e compie quindi cinquanta anni<br />
di attività. Oggi, con oltre 1200 ettari di vigneti pregiati<br />
in zone ad alta vocazione, è una delle più grandi cooperative<br />
d’Abruzzo, una tra le più premiate dalla critica<br />
enologica, ed esporta vini in bottiglia in molti paesi del<br />
mondo: ma quando fu fondata da un ristretto gruppo di<br />
agricoltori “illuminati”, ben pochi prevedevano un tale<br />
sviluppo. “Non avremmo mai pensato, allora, che avremmo<br />
fatto una cosa come questa” ricorda con un po’ di<br />
commozione Florindo Caldora, il primo direttore. Mentre<br />
l’amministrazione lavora ad un programma di eventi<br />
celebrativi, i soci più anziani e i loro figli ricordano i tempi<br />
pionieristici della fondazione: “alcuni ci dicevano che era<br />
un azzardo, che il contadino non deve sognare, che<br />
avremmo rovinato le famiglie. Ma la decisione era presa:<br />
in febbraio fu costituita la società, in maggio fu posta la<br />
prima pietra e a settembre già pigiavamo le prime uve.<br />
Una realizzazione a tempo di record”. Commenta il presidente<br />
Cipolletta: “Dobbiamo esprimere una profonda<br />
gratitudine a quel gruppo di agricoltori che seppe spingere<br />
il suo sguardo in avanti, oltre l’individualismo, la diffidenza,<br />
la paura. Dobbiamo trarne un insegnamento<br />
valido anche per il tempo che stiamo vivendo, in cui le<br />
cantine sono chiamate nuovamente a superare un<br />
momento difficile per la nostra agricoltura, anche attraverso<br />
scelte strategiche capaci di guardare oltre l’immediato<br />
e oltre il recinto delle proprie abitudini. Colle Moro<br />
è oggi un marchio di successo: ma c’è ancora molto da<br />
fare e da innovare, per raggiungere obiettivi sempre più<br />
ambiziosi sul mercato e garantire così, anche per gli anni<br />
a venire, il giusto compenso al lavoro dei contadini.<br />
Cercheremo di farlo nel solco della tradizione e lungo la<br />
strada segnata dai nostri fondatori”.