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Frammenti di un'amicizia senza confini - madonna della neve

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<strong>Frammenti</strong> <strong>di</strong> un’amicizia<br />

<strong>senza</strong> <strong>confini</strong><br />

Gandhi e Sorella Maria <strong>di</strong> Campello<br />

Eremo <strong>di</strong> Campello sul Clitunno<br />

1991<br />

Pro-manoscritto<br />

Eremo <strong>di</strong> Campello<br />

Trascrizione, da copia fotostatica fornita dalla biblioteca Sereno Regis <strong>di</strong> Torino,a cura <strong>di</strong><br />

www.tanadeitigrotti.it<br />

Mentre leggevo la<br />

descrizione delle vostre<br />

attività, mi sembrava <strong>di</strong><br />

aver rubato a voi il<br />

nostro modo <strong>di</strong> vivere a<br />

Sabarmati, o voi a me! E’<br />

meraviglioso come<br />

<strong>di</strong>versità <strong>di</strong> clima e<br />

d’ambiente non fa<br />

<strong>di</strong>versità per le cose <strong>di</strong><br />

valore permanente(…). Io<br />

so che ho le preghiere <strong>di</strong><br />

amici e compagni come<br />

voi. Sono un ricco tesoro<br />

per me.<br />

Gandhi<br />

Abitiamo un vecchio<br />

Eremo <strong>di</strong> montagna, a<br />

circa un’ora <strong>di</strong> ferrovia<br />

da Assisi, e poi un’ora <strong>di</strong><br />

salita a pie<strong>di</strong> su un<br />

piccolo aspro sentiero tra<br />

rocce e ulivi. Questo<br />

antico Eremo era stato<br />

abbandonato dai monaci<br />

e cadeva in rovina,<br />

quando l’abbiamo<br />

scoperto. È in una<br />

posizione bellissima e<br />

solitaria, con una visione<br />

immensa sulle dolci<br />

montagne e sulla valle<br />

dell’Umbria, benedetta<br />

da S. Francesco, che era<br />

un povero, un semplice,<br />

un libero e un giullare <strong>di</strong><br />

Dio.<br />

Sorella Maria<br />

In occasione del 60°<br />

anniversario<br />

dell’incontro a Roma<br />

tra Gandhi e Sorella<br />

Maria


INTRODUZIONE<br />

IL CARTEGGIO GANDHI -SORELLA MARIA<br />

Lo scambio epistolare tra l’Eremo <strong>di</strong> Campello e il mondo <strong>di</strong> Gandhi – ivi comprese alcune lettere che<br />

vengono qui pubblicate perché interessano particolarmente Gandhi – è formato da 50 lettere e appunti 1<br />

tra il 1928 e il 1960. Il carteggio, da come si può notare, non è voluminoso e non è nemmeno un esclusivo<br />

scambio <strong>di</strong> lettere tra Sorella Maria e Gabdhi: è, piuttosto, un <strong>di</strong>alogo a più voci che fa emergere<br />

l’esperienza complessiva dell’Eremo e <strong>della</strong> del Mahatma Gandhi, in un <strong>di</strong>alogo al<br />

plurale e non al singolare. Il primo contatto risale all’agosto del 1928. Sorella Maria già da tempo si era<br />

incamminata su <strong>di</strong> una nuova strada, <strong>di</strong>fficile, che pone in risalto la forza <strong>di</strong> questa donna e la sua<br />

determinazione nel trovare la via nuova che la propria fede le in<strong>di</strong>cava: non doveva essere semplice per<br />

una donna abbandonare l’istituto in cui aveva intrapreso il proprio cammino religioso e, con pazienza, porsi<br />

alla ricerca <strong>di</strong> qualcos’altro. pensava Sorella Maria e con fede si mise alla<br />

ricerca del proprio.<br />

Sorella Maria conobbe Gandhi attraverso attraverso Sorella Amata (Emy Turton) che, a sua volta, lo aveva<br />

2 3<br />

conosciuto attraverso il pastore anglicano Verrier , membro dell’Asharam cristiano; amata, appena<br />

conosciuta Sorella Maria, nel 1921, a Quarto Fiorentino, già prima <strong>di</strong> risiedere all’Eremo, le parlò <strong>di</strong> Gandhi.<br />

Sorella Maria a lui si presenta con chiarezza, <strong>senza</strong> voler apparire <strong>di</strong>versa, o alla ricerca <strong>di</strong> un linguaggio<br />

, che potesse avvicinarla al grande uomo spirituale. 4<br />

.<br />

È con questa coscienza chiara <strong>di</strong> sé, <strong>della</strong> propria cultura, storia e fede da cui traspare un insegnamento<br />

delle ra<strong>di</strong>ci evangeliche, che Sorella Maria pone le basi del <strong>di</strong>alogo con Gandhi, che apprezzerà questa<br />

presentazione semplice ma fedele. Egli scorge nell’esperienza dell’Eremo il tratto essenziale: la preghiera,<br />

l’amicizia, la fedeltà, la vita semplice, il lavoro manuale.<br />

La prima presentazione dell’Eremo da parte <strong>di</strong> Sorella Maria risale, come si è detto, al 24 agosto 1928. In<br />

una pagina descrive la vocazione dell’Eremo: fondato<br />

nel 1922in Poona. In seguito se ne <strong>di</strong>staccò, andando a vivere per annitra le tribù Gond, nello spirito <strong>di</strong> San Francesco,<br />

dove si sposò ed ebbe 4 figli. Si staccò poi dalla sua Chiesa. Morì negli anni ’60. Incontrò Sorella Maria in Svizzera, nel<br />

1932, anno in cui compì anche una visita all’Eremo <strong>di</strong> Campello.<br />

3<br />

Con questo termine si intende un luogo <strong>di</strong> preghiera dove persone con ideali comuni conducono una vita<br />

comunitaria. Così veniva chiamato il luogo dove Gandhi risiedette con i suoi collaboratori e <strong>di</strong>scepoli.<br />

4<br />

Lettera <strong>di</strong> Sorella Maria a Sadhu Sundar Singh, mistico indù convertitosi al cristianesimo, in archivio Eremo <strong>di</strong><br />

camprello, Torino 11 ottobre 1922.


Vivo con le altre sorelle amate in un vecchi eremo su <strong>di</strong> un monte: un antico luogo <strong>di</strong> preghiera ove un<br />

tempo abitavano uomini cercatori <strong>di</strong> Dio e <strong>della</strong> pace. Noi siamo povere e lavoriamo con le nostre mani,<br />

coltivando la terra, filando, tessendo e ricamando. Accogliamo con gioia e rispetto chi viene a noi per<br />

trovare una sosta <strong>di</strong> pace, nella semplicità e nella solitu<strong>di</strong>ne ove parla il silenzio>>. 5 Presenta poi Miss<br />

Turton, Sorella Amata, che chiama , che sa essere legata a<br />

Gandhi. Le sorelle vivono nell’Eremo una esperienza universale <strong>di</strong> profondo e sentito ecumenismo: . Dopo la<br />

presentazione <strong>della</strong> propria scelta, può rendere la sua testimonianza ecumenica: >. Significativamente , gandhi si ricorderà e farà suo<br />

questo invito e nel 1931, appena arrivato a Roma, le invierà un telegramma per incontrarsi. 6<br />

Il viaggio a Roma <strong>di</strong> Gandhi è occasione per rispondere a quell’invito in maniera semplice ma profonda: il<br />

13 <strong>di</strong>cembre del 1931, infatti, si vedono per mezz’ora a Villa Morris e sorella Maria può <strong>di</strong>re <strong>di</strong> essere stata<br />

con lui come vecchi amici. Racconterà Sorella Maria in seguito: >.<br />

La via dell’amicizia spirituale supera ogni lontananza, <strong>di</strong>visione, separazione <strong>di</strong> lingua , <strong>di</strong> religione.<br />

Un’incontro che non poteva essere gioioso: due luci si erano riconosciute e avevano stretto un’alleanza per<br />

illuminare l’oscurità <strong>di</strong> un mondo buoi che <strong>di</strong> lì a poco avrebbe provato ad espandere la sua ombra<br />

minacciosa con la guerra. Il 13 <strong>di</strong>cembre verrà ricordato da allora, a Campello, come anniversario <strong>di</strong> un<br />

incontro benedetto. Sorella Maria lo ricordava come un avvenimento che ha >.<br />

Il 1932 è l’anno forse più intenso <strong>della</strong> corrispondenza con do<strong>di</strong>ci lettere tra l’In<strong>di</strong>a e l’Umbria: la via<br />

dell’amicizia universale si rafforza e prende corpo. Solo ora la Madre può parlare a gandhi delle sue<br />

esperienze passate; lo fa con finezza e originale intelligenza. Nel luglio del ’32 parla dell’abbandono <strong>della</strong><br />

Congregazione a cui è rimasta affezionata e riconoscente. Ora si ritrova su una via >, 8<br />

legata solo con il vincolo dell’amore. Questo le permette <strong>di</strong> vivere con<br />

serenità e forza le incomprensioni e le <strong>di</strong>fficoltà che sono sorte con le autorità ecclesiastiche a motivo <strong>della</strong><br />

sua insolita scelta. Due donne, infatti, <strong>della</strong> sua nuova famiglia sono anglicane. Chiarisce però che la Chiesa<br />

a cui si sente legata e riconoscente è quella cattolica, quella per nascita e per famiglia. La Chiesa del suo<br />

cuore non è <strong>di</strong>visa da razze e culti ma >, ai quali ha aperto le porte dell’Eremo, dove


fraterna, con il desiderio <strong>di</strong> imparare da ognuno ed offrire ad ognuno del nostro pane e del nostro<br />

cuore>>. 9<br />

La vita dell’Eremo scorre semplicemente tra lavoro, il servizio ai poveri e all’accoglienza fraterna nel silenzio<br />

e nella preghiera. L’amicizia universale non è qualcosa <strong>di</strong> indeterminato e vago ma si fonda sull’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />

una vita regolata. Il legame fra persone così <strong>di</strong>verse non passa attraverso un linguaggio confuso o<br />

impreciso,nell’illusione <strong>di</strong> rendere uniformi esperienze le più <strong>di</strong>verse, ma, al contrario, è fatto <strong>di</strong> una<br />

comunicazione concreta che fa crescere la comunione spirituale: .<br />

L’incontro dell’anno precedente, le parole chiare del luglio toccano Gandhi che risponde nell’agosto <strong>di</strong><br />

quell’anno, cogliendo il cuore dell’esperienza francescana dell’Eremo, dalla prigione centrale <strong>di</strong> Yeravda:<br />

. A Gandhi non viene meno la fermezza e la serenità, cosa non comune se si<br />

pensa che era in prigione dal 4 gennaio 1932, in un momento <strong>di</strong> estrema durezza <strong>della</strong> politica britannica<br />

nei confronti dell’In<strong>di</strong>a e sarebbe uscito solo l’8 maggio dell’anno seguente, unicamente per il timore da<br />

parte britannica <strong>di</strong> una sua fine causata dall’ennesimo <strong>di</strong>giuno che aveva appena intrapreso. 12 La preghiera<br />

in comune del venerdì 13<br />

ha creato un’affinità d’anima, vero legami tra luci che si sono accese: così lontane<br />

ma tanto vicine da riconoscersi e lavorare insieme per la pace che si sta minacciosamente allontanando<br />

sull’orizzonte europeo e mon<strong>di</strong>ale.<br />

L’esperienza dell’Eremo è esperienza <strong>di</strong> pace aperta al mondo e in questo cammino ci sono le premesse per<br />

l’incontro con Gandhi. La conoscenza spirituale è conoscenza concreta. Sorella Maria che non è mai formale<br />

nel rapporto epistolare con Gandhi, presenta le altre sorelle nella certezza che l’aver presente tutte sia un<br />

modo concreto per far crescere l’amicizia spirituale. In nome <strong>di</strong> questa concretezza, Sorella Maria riprende<br />

Sorella Amata sull’importanza <strong>di</strong> comunicare in maniera chiara ed esatta. Gandhi aveva confuso l’Eremo e<br />

14<br />

Siena e non riusciva a cogliere bene ove le sorelle si collocassero. Lo aveva scritto loro, scusandosi.<br />

Sorella Maria si ferma su questo aspetto e non lo sottovaluta: . 15 Colpisce la pre<strong>senza</strong> <strong>di</strong> un cammino, <strong>di</strong> un itinerario <strong>di</strong> fede che si va<br />

approfondendo e che si esprime in un senso dell’amicizia sempre più forte. All’ <strong>di</strong> Gandhi, l’amore per il <strong>di</strong>alogo non fa venir meno l’appartenenza alla propria esperienza<br />

religiosa: lei sta >. 16<br />

Il piccolo ed appartato eremo, nel cuore<br />

dell’Umbria, non è fuga dal mondo ma, al contrario, luogo <strong>di</strong> apertura universale dove le Sorelle si sentono<br />

in comunione >. In una fine sintesi scorre, <strong>senza</strong> spreco <strong>di</strong><br />

9 Ibidem<br />

10<br />

Ibidem<br />

11<br />

Cfr. Lettera <strong>di</strong> Gabdhi a Sorella Maria, dalla prigione centrale <strong>di</strong> Yeravda, 10 agosto 1932.<br />

12<br />

Cfr. Louis FISHER, Le vie du Mahatma Gandhi,Paris 1952. Per il periodo <strong>di</strong> detenzione in questione, in particolare si<br />

vedano le pp. 278-303.<br />

13<br />

Si pregava con l’inno del car<strong>di</strong>nal Newman , preghiera a cui si univano Gandhi e i suoi <strong>di</strong>scepoli,<br />

dell’In<strong>di</strong>a e dell’Europa. Ve<strong>di</strong> testo in appen<strong>di</strong>ce.<br />

14<br />

A Siena avrebbe infetti risieduto, fino alla fine del ’32, Sorella amata che, allora - la lettera è <strong>di</strong> quell’anno- si recava<br />

spora<strong>di</strong>camente all’Eremo.<br />

15<br />

Cfr. Lettera <strong>di</strong> Sorella Maria e Sorella Amata, Eremo <strong>di</strong> Campello, 13 settembre 1932.<br />

16<br />

Cfr. Lettera <strong>di</strong> Sorella Maria a Gandhi, Collerisana, Spoleto, 17 aprile 1933.


parole – il cui uso riveste una parte essenziale delle due esperienze religiose – la vita delle :<br />

dalla preghiera in cui non manca tanto cara a Gandhi, al lavoro per tenere in or<strong>di</strong>ne<br />

l’Eremo, per fare il pane >, per tessere >. L’ospitalità e la vicinanza ai conta<strong>di</strong>ni sono solo i due aspetti <strong>di</strong> un unico spirito <strong>di</strong><br />

accoglienza. È su questa base che Sorella Maria, con quel tratto così caratteristico <strong>della</strong> sua personalità,<br />

con > <strong>di</strong> essere parte e <strong>di</strong> godere del privilegio <strong>della</strong> amicizia <strong>di</strong> Gandhi,<br />

forte del senso universale <strong>della</strong> sua vita religiosa .<br />

Gandhi coglie questa domanda e parlando dell’inizio del mese <strong>di</strong> <strong>di</strong>giuno, nel maggio del ’33, si <strong>di</strong>ce certo <strong>di</strong><br />

ricevere sostegno ed aiuto dalla sua . 17 Questa raggiunge un livello <strong>di</strong><br />

particolare intensità in occasione del Natale <strong>di</strong> quell’anno, evento centrale 18<br />

il cui<br />

significato Sorella Maria riesce a trasmettere <strong>senza</strong> forzature, augurandosi che Gesù venga verso Gandhi e<br />

illumini la sua via.<br />

La seconda metà degli anni trenta è vissuta, dall’Eremo e dalla famiglia <strong>di</strong> Gandhi, con amara luci<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> chi<br />

sa vedere – e prevedere – le conseguenze <strong>di</strong> un’educazione alla violenza: la guerra. Non è un caso che<br />

emerga sempre più frequente la riflessione sulla non violenza come antidoto al conflitto. >scrive Sorella Jacopa nell’agosto 1935, intuendo a cosa avrebbero portato i<br />

segni <strong>di</strong> violenza, sempre più evidenti nella società europea. L’invito pressante alla non violenza, sempre<br />

più frequentemente, compare nelle parole <strong>di</strong> Sorella Maria, eco <strong>di</strong> quanto aveva scritto Gandhi sul nazismo<br />

crescente in Germania: >. 20 Al sinistro<br />

bagliore dell’educazione alla violenza, si contrappongono, in una profonda ed evidente <strong>di</strong>fferenzazione <strong>di</strong><br />

forze, le due luci sorte in In<strong>di</strong>a ed in Umbria. Sorella Maria ha bisogno del sostentamento <strong>della</strong> > 21 che si è accesa in In<strong>di</strong>a: la <strong>di</strong>stanza si fa irrilevante ed il suo chiarore è <strong>di</strong> aiuto per<br />

quell’esperienza umana così poco usuale, è <strong>di</strong> conferma nel suo cammino <strong>di</strong> fede. >. E<br />

Gandhi da parte sua, le rispondeva commosso: >. 22 Nel settembre del<br />

’37 Sorella Maria è malata, ma la sua malattia e l’amore <strong>di</strong>vengono > per mezzo delle<br />

quali >. 23<br />

La pace che si allontana tocca da vicino, anche in senso laterale, la vita dell’Eremo: sorella Amata, inglese,<br />

correva il rischio <strong>di</strong> dover abbandonare il Paese. E, un mese dopo lo scoppio <strong>della</strong> guerra, nel fare a Gandhi<br />

gli auguri per il suo compleanno, Sorella Maria vede con chiarezza che la via <strong>della</strong> pace è legata alla via<br />

17<br />

Cfr. Lettera <strong>di</strong> Gandhi a Sorella Maria, dalla prigione centrale <strong>di</strong> Yeravda, 7 maggio 1933.<br />

18<br />

Cfr. Lettera <strong>di</strong> Sorella Maria a Gandhi, Collerisana, Spoleto, 13 <strong>di</strong>cembre 1933.<br />

19<br />

Dal <strong>di</strong>ario <strong>di</strong> Sorella Jacopa, 16 agosto 1935.<br />

20<br />

Citato nella lettera <strong>di</strong> Mahadev Desai, segretario e <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> Gandhi, a Sorella Amata; Wardha, 23 aprile 1936.<br />

21<br />

Cfr. Lettera <strong>di</strong> Sorella Maria a Gandhi, Eremo <strong>di</strong> Campello, 2 ottobre, 1936.<br />

22<br />

Cfr. Lettera <strong>di</strong> Gandhi a Sorella Maria, dal >, 24 ottobre 1937.<br />

23<br />

Cfr. Lettera <strong>di</strong> Sorella Maria a Gandhi, Eremo <strong>di</strong> Campello, 7 settembre 1937.


dell’amicizia. Mentre prega, vede una colomba 24<br />

che si è venuta a posare vicino a lei. È<br />

un segno <strong>di</strong> pace > in cui i motivi <strong>della</strong> guerra stanno sconfiggendo le<br />

ragioni dell’amicizia. La preghiera è lo strumento che lega gli uomini <strong>di</strong> fede e l’unica arma che resta nelle<br />

loro mani: è allora che Gandhi compie un gesto altamente simbolico recandosi in visita, per pre<strong>di</strong>care la<br />

non violenza, proprio presso i Pamans, una popolazione particolarmente violenta.<br />

Il dopoguerra – significativa l’as<strong>senza</strong> <strong>di</strong> qualsiasi lettera negli anni che vedono trionfare le armi – è<br />

centrato sul tema <strong>della</strong> morte, in occasione <strong>della</strong> scomparsa <strong>di</strong> Andrews, autore <strong>di</strong> una biografia <strong>di</strong> Gandhi,<br />

25<br />

e <strong>di</strong> Sorella Amata, che è >. L’insegnamento <strong>di</strong> Gandhi – Sorella Maria ne è certa –<br />

continuerà anche dopo la sua morte. La riflessione su questo >, che è in grado <strong>di</strong><br />

superare anche le barriere più dure, chiude il carteggio, non solo simbolicamente, tra le due famiglie<br />

religiose. Solo alcuni mesi dopo, il 30 gennaio 1948, Gandhi viene ucciso. Di fronte al dolore <strong>di</strong> una luce che<br />

si è spenta, <strong>di</strong> fronte a luce, Sorella Maria prova lo stupore bello, umano, non<br />

momentaneamente colmato da quell’andare avanti,anzi vissuto come una ferita,del vuoto: >. 26 Una luce si è spenta, ma Sorella Maria crede, spera, è certa<br />

che il futuro è nelle tante luci che si accenderanno, segnate da quella luce- simbolo che si affaccia e che<br />

sembra voler rimanere anche dopo il tramonto, nell’orizzonte festoso e pieno <strong>di</strong> pace nell’Eremo. 27<br />

Poche le lettere, brevi e sfumati gli accenni alla vita che scorre all’Eremo e all’Ashram, luogo religioso dei<br />

seguaci <strong>di</strong> Gandhi. Eppure nello scorrere questo carteggio, si ha l’occasione, l’opportunità <strong>di</strong> fare<br />

un’esperienza spirituale, concreta, insolita. Si poteva credere <strong>di</strong> ripercorrere quarant’anni <strong>di</strong> storia <strong>di</strong> due<br />

singole, uniche, appartate esperienze religiose e ci si trova ad avere ripercorso un cammino in cui si sono<br />

trovate alcune chiavi per la comprensione <strong>di</strong> quei <strong>di</strong>fficili, duri, violenti quarant’anni <strong>della</strong> nostra storia.<br />

24 Cfr. id.,2 ottobre 1939.<br />

25 Cfr. id., 2 ottobre 1947.<br />

26 Dal <strong>di</strong>ario <strong>di</strong> Sorella Jacopa, 10 febbraio 1948, ceh cita le parole <strong>di</strong> sorella Maria.<br />

27 Significativa, in questo senso, è la luce <strong>di</strong> Primo Mazzolari che testimonia, poco tempo dopo la morte <strong>di</strong> Gandhi, il<br />

ruolo avuto da Sorella Maria nel fargli conoscere il grande uomo spirituale indù: . P.Mazzolari, Ricordo <strong>di</strong> Gandhi, in >,<br />

Genova 6 marzo 1948. Sulla corrispondenza tra Sorella Maria e Don Primo Mazzolari si veda Don Primo e Sorella Maria, a cura <strong>di</strong> P. Piazza, e<strong>di</strong>zioni <strong>della</strong> , Bozzolo 1991, pag.<br />

95.


IL CARTEGGIO<br />

Per l’e<strong>di</strong>zione del carteggio si è rispettata la traduzione dall’inglese, effettuata <strong>di</strong> volta in volta da<br />

traduttrici <strong>di</strong>verse, che hanno usato in<strong>di</strong>fferentemente il o il >. Si è invece ritenuto<br />

opportuno, per una migliore consultazione, uniformare l’impianto grafico delle lettere.


(1)<br />

Eremo Francescano, 24 agosto 1928<br />

Fratello Gandhi,<br />

ecco una piccola sorella innanzi a te. Io appartengo a Cristo e sono italiana. Vivo con altre<br />

sorelle amate in un vecchi Eremo su un monte: un antico luogo <strong>di</strong> preghiera ove un tempo<br />

abitavano degli uomini cercatori <strong>di</strong> Dio e <strong>della</strong> pace.<br />

Noi siamo povere e lavoriamo con le nostre mani, coltivando la terra, filando, tessendo e<br />

ricamando. Accogliamo con gioia e rispetto chi viene a noi per trovare una sosta <strong>di</strong> pace nella<br />

semplicità e nella solitu<strong>di</strong>ne ove parla il Silenzio.<br />

È nostra amica e dolce sorella in Cristo, Miss Turton, dalla quale spesso so <strong>di</strong> te e dei fratelli<br />

in<strong>di</strong>ani.<br />

Per te, per voi, io prego e amo. Da te, da voi, dalla vostra Terra mi viene un accrescimento <strong>di</strong><br />

vita.<br />

Io sono creatura selvatica e libera in Cristo, e voglio con Lui, con te, con voi, con ogni fratello<br />

cercatore <strong>di</strong> Dio, camminare per i sentieri <strong>della</strong> verità fino all’estremo.<br />

Ti mando con umile amore un po’ <strong>di</strong> tela tessuta da noi. Vi ho scritto la parola aramaica:<br />

(il Signore viene), che i primi cristiani si scambiavano come saluto.<br />

Si, il Signore Gesù venga verso <strong>di</strong> te, verso l’Oriente, verso l’In<strong>di</strong>a amata! E ti <strong>di</strong>a aiuto per<br />

venire tu stesso, pellegrino d’Oriente, verso l’Occidente, ove ti aspettano dei cuori fraterni.<br />

Se verrai, come ho fede e speranza, non <strong>di</strong>menticare noi piccole abitatrici dell’Eremo, che<br />

siamo pronte.<br />

Sorella Maria minore<br />

A sorella Maria<br />

c\o M. Amy Turton<br />

Camollia, 47<br />

Siena Italy<br />

(2)<br />

Satyagrahashram, Sabarmati,21 settembre 1928<br />

Cara amica,<br />

vi ringrazio per la vostra lettera e per il bel pezzo <strong>di</strong> stoffa. Qui unito vi mando un campione <strong>di</strong> ciò<br />

che facciamo.<br />

Vi ringrazio anche per le vostre preghiere. Spe<strong>di</strong>sco la nostra corrispondenza al signor<br />

andrews.<br />

Sinceramente vostro.<br />

M.K.Gandhi


(3)<br />

Dall’Eremo Francescano, Trevi – Umbria<br />

8 settembre 1931<br />

A Gandhi,<br />

che serve la vita, un saluto pieno <strong>di</strong> riconoscenza e <strong>di</strong> amore da una piccola Sorella Maria<br />

che si sente minore a tutti nell’universo.<br />

(4)<br />

Da una lettera <strong>di</strong> Sorella Maria da Roma<br />

A una sorella dell’Eremo<br />

Roma, 13 <strong>di</strong>cembre 1931<br />

. 28<br />

(5)<br />

Collerisana, 29<br />

Spoleto, 13 febbraio 1932<br />

Caro Miraben,<br />

è una gioiosa ansiosa e profonda quella <strong>di</strong> potervi mandare questo piccolo messaggio e <strong>di</strong> osare<br />

sperare che vi giungerà, che porterà la nostra tenerezza fraterna e la nostra venerazione a voi, a<br />

Verrier, a Shamrao. Sapete forse tutti e tre quanto ci siete cari, e quanto la nostra ammirazione va<br />

verso bapu, verso <strong>di</strong> voi, verso l’In<strong>di</strong>a benedetta. La nostra amata che noi chiamiamo anche<br />

lavora <strong>di</strong> continuo per voi. È un’operaia umile e meravigliosa. Insieme a lei vi<br />

offriamo la nostra preghiera e la nostra fedeltà. Ecco il nostro piccolo gruppo francescano: le due<br />

che hanno firmato sono Immacolatella ed io, Maria, che abbiamo avvicinato a Roma il Mahatha e<br />

voi.<br />

Amore a voi,<br />

Maria<br />

(6)<br />

Collerisana, Spoleto, 14 febbraio 1932<br />

>.<br />

28 Ernesto Buonaiuti<br />

29 Località nei pressi <strong>di</strong> Spoleto dove le sorelle passavano l’inverno, per mancanza <strong>di</strong> riscaldamento all’Eremo.


(7)<br />

Da una lettera <strong>di</strong> Sorella Maria a Verrier in In<strong>di</strong>a.<br />

Collerisana, Spoleto, 29 febbraio 1932<br />

<br />

Piccola Sorella Maria<br />

Con Immacolatella e con tutte<br />

(8)<br />

Da una lettera <strong>di</strong> verrier a Sorella Maria<br />

(la lettera contiene la risposta <strong>di</strong> gandhi a proposito dell’inno: )<br />

8 giugno 1932<br />

In un angolo <strong>della</strong> prigione <strong>di</strong> Yeravda, chiuso in un ritiro monastico e <strong>di</strong>sciplinato, Mahatma<br />

Gandhi, con i suoi due compagni Sirdar Vallabbai e Mahadev Desai, cerca nella sua silenziosa<br />

offerta <strong>di</strong> amore e <strong>di</strong> sacrificio <strong>di</strong> mutare i cuori del popolo dell’Inghilterra verso l’In<strong>di</strong>a.<br />

Ogni sera il piccolo gruppo si riunisce per la preghiera, rinnovando la sua vita alla fonte <strong>di</strong><br />

amore e <strong>di</strong> coraggio. E in molte altre prigioni, nei , nelle case private in ogni parte<br />

dell’In<strong>di</strong>a, la del Mahatma si unisce a lui alla stessa ora in questa intima comunione.<br />

Ho pensato che noi Cristiani nell’In<strong>di</strong>a e nell’occidente dovremmo avere una parte in questa<br />

comunione. Sapevo che spesso il Mahatma si serve <strong>di</strong> un inno cristiano nel suo culto; così gli ho<br />

scritto chiedendo se volesse scegliere un giorno <strong>della</strong> settimana per cantare un inno cui noi tutti<br />

potremmo partecipare. Ecco la sua risposta:<br />

>.<br />

Io suggerisco dunque che noi tutti fedeli a “Bapu” e l’In<strong>di</strong>a cantiamo questo inno come un<br />

atto <strong>di</strong> partecipazione (circa alle 7,40 ogni venerdì) in unione con i nostri amici nel loro isolamento<br />

e come una preghiera per l’In<strong>di</strong>a affinchè presto esca dal suo per entrare nella<br />

luce <strong>di</strong> pace e libertà. Vi prego <strong>di</strong> non fare stampare nulla <strong>di</strong> questo, ma piuttosto <strong>di</strong> far conoscere<br />

questa lettera quanto possibile, con <strong>di</strong>scernimento. Potrebbe essere trascritta a macchina. Sarei<br />

grato a quelli tra voi che seguiranno il suggerimento <strong>di</strong> volermi scrivere presso la Società dei Servi<br />

dell’In<strong>di</strong>a, a Poona. Sinceramente vostro Verrier Elwin


Dalla Svizzera, 11 luglio 1932<br />

Carissimo Bapu,<br />

Domani arriverà qui Verrier e insieme parleremo molto <strong>di</strong> voi, e dell’In<strong>di</strong>a cara. Io sono la<br />

piccola sorella italiana, Maria, allodola <strong>di</strong> S. Francesco. Insieme l’altra allodola Immacolatella e alla<br />

nostra Amata (Miss Turton) ho avuto la gioia profonda e sacra <strong>di</strong> stare un poco vicino a voi, la<br />

mattina del 13 <strong>di</strong>cembre, a Roma.<br />

Poi attraverso Verrier soprattutto, e Shamrao, e anche attraverso Mirabehn, io posso<br />

seguirvi, quasi, oso <strong>di</strong>re, far parte <strong>della</strong> vostra famiglia.<br />

In questo momento io non sono all’Eremo con le altre sorelle. Miriam, una sorella<br />

americana, dal cuore d’angelo, mi ha condotta lontana, qui in Svizzera, per una cura e un piccolo<br />

riposo, <strong>di</strong> cui avevo tanto bisogno. Abitiamo vicino a Romain Rolland e Verrier vedrà lui e noi.<br />

Mi è proprio una gioia fraterna l’incontro con Verrier. Lo apprezzo moltissimo, insieme a<br />

Shamrao. Anch’io, come Verrier, appartenevo ad una congregazione cui sono rimasta affezionata e<br />

riconoscente. Ma tre<strong>di</strong>ci anni fa, il Signore mi ha in<strong>di</strong>cato una via <strong>di</strong> maggiore semplicità e libertà<br />

cristiana. Nonostante immense <strong>di</strong>fficoltà, e patimenti e incomprensioni ecclesiastiche, il Signore<br />

mi ha dato la grazia e coraggio <strong>di</strong> seguire questa via, e mi ha affrancata da igni vincolo che non sia<br />

quello dell’amore.<br />

Da prima avevo una sola compagna, la giovinetta Immacolatella. Poi a poco a poco sono<br />

venute altre, e abbiamo formato insieme il piccolo gruppo delle “Allodole <strong>di</strong> S. Francesco”, come ci<br />

hanno chiamate la povera gente.<br />

Abitiamo un vecchi Eremo sulla montagna, a circa un’ora <strong>di</strong> ferrovia da Assisi, e poi un’ora <strong>di</strong><br />

salita a pie<strong>di</strong> su un piccolo aspro sentiero fra rocce e ulivi.<br />

Questo antico Eremo era stato abbandonato dai monaci e cadeva in rovina, quando noi<br />

l’abbiamo scoperto. È in una posizione bellissima e solitaria, con una visione immensa sulle dolci<br />

montagne e sulla valle dell’Umbria, benedetta da S. Francesco, che era un povero, un semplice, un<br />

libero, e un giullare <strong>di</strong> Dio. Così vogliamo essere noi, piccole creature, a suo esempio.<br />

Amata (Miss Turton) che è una donna santa, con il cuore pieno <strong>di</strong> candore e <strong>di</strong> fede, ci ha<br />

aiutate a riparare le vecchie mura cadenti dell’Eremo, e a renderlo abitabile. Anche altri cari amici<br />

ci hanno aiutato con il loro affetto, il loro inten<strong>di</strong>mento e la loro elemosina.<br />

Dal 1926 siamo riunite lassù. Vi voglio fare conoscere la nostra piccola compagnia.<br />

Siamo sette allodole: Immacolatella, Jacopa, Angeluccia, Rosa, Agnese, Miriam, ed io Maria.<br />

Amata è la nostra bene<strong>di</strong>zione; spesso la chiamiamo Nonna Speranza. Poi altre cinque sorelle sono<br />

con noi, <strong>senza</strong> poter seguire del tutto la nostra <strong>di</strong>sciplina <strong>di</strong> abnegazione: Paola, Gigliola, Cenere,<br />

Cenerella, Chiarella. Alcune <strong>di</strong> noi sono assolutamente semplici e <strong>senza</strong> cultura. Appartengono alla<br />

cara, umile con<strong>di</strong>zione sociale; altre hanno titoli <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o o <strong>di</strong> nobiltà. Jacopa è cieca, coltissima,<br />

con una intelligenza virile, un <strong>di</strong>scernimento meraviglioso, e un più meraviglioso cuore. Essa mi<br />

sostituisce quando io sono lontana. Immacolatella, la mia prima fedelissima compagna, è un<br />

gioiello <strong>di</strong> inapprezzabile semplicità: quasi tutte noi siamo cattoliche romane; Amata e Miriam<br />

sono anglicane. Io sono riconoscente e in venerazione per la chiesa <strong>della</strong> mia nascita e <strong>della</strong> mia<br />

famiglia; ma la chiesa del mio cuore è l’invisibile chiesa che sale alle stelle, che non è <strong>di</strong>visa da<br />

<strong>di</strong>versità <strong>di</strong> razze o <strong>di</strong> culti, ma è formata da tutti i cercatori sinceri <strong>della</strong> verità.<br />

All’Eremo vengono amici e pellegrini un po’ da tutte le parti del mondo, portandoci le loro<br />

esperienze, e ai quali noi <strong>di</strong>amo tutta la simpatia fraterna, con il desiderio <strong>di</strong> imparare da ognuno e<br />

<strong>di</strong> offrire ad ognuno del nostro pane e del nostro cuore.<br />

(9)


Noi sorelle seguiamo una <strong>di</strong>sciplina <strong>di</strong> abnegazione, <strong>di</strong> lavoro, <strong>di</strong> silenzio, <strong>di</strong> preghiera.<br />

Sempre è silenzio nell’ora che precede il tramonto e la preghiera e dalle <strong>di</strong>eci <strong>di</strong> sera alle nove del<br />

mattino seguente. Ogni sera verso il tramonto, (fra le sette e le otto press’apoco nella stagione<br />

estiva) siamo riunite all’aperto sotto gli alberi, in vista del tramonto, e facciamo la nostra<br />

preghiera. Assistono anche gli ospiti. È un tempo <strong>di</strong> grande dolcezza e <strong>di</strong> pace, e ci sentiamo in<br />

comunione con tutti i cari lontani, con tutto il creato. Ascoltiamo la lettura <strong>di</strong> qualche breve tratto<br />

<strong>della</strong> Bibbia o <strong>di</strong> altra epesrienza religiosa. Cantiamo un salmo, un inno liturgico o una vecchia<br />

laude italiana. Nel colloquio fraterno ci <strong>di</strong>ciamo scambievolmente che cosa è stata per noi durante<br />

il giorno nutrimento celeste. E spesso anche durante questo tempo <strong>di</strong> preghiera, ci confessiamo<br />

scambievolmente le nostre mancanze, per il desiderio ardente che abbiamo <strong>di</strong> giungere alla<br />

trasparenza, ossia renderci chiare le une verso le altre, e <strong>di</strong>nanzi a tutti.<br />

Appena sarò ritornata all’Eremo (nei primi <strong>di</strong> agosto) immancabilmente ogni venerdì, nel<br />

tempo <strong>della</strong> nostra preghiera, fra le sette e le otto, canteremo che abbiamo<br />

tradotto in italiano, Miriam ed io, e imparato con amore, dopo aver letto la vostra lettera<br />

trasmessaci da Verrier. Voi potete assolutamente contare sulla nostra fedeltà. Mai mancheremo,<br />

con la grazia <strong>di</strong> Dio. E vi ringraziamo, perché è così dolce e corroborante sentirci unite a voi.<br />

Vorrei <strong>di</strong>rvi anche una parola sul nostro lavoro. Facciamo tutte le più umili faccende nella<br />

casa tenuta con rigorosa pulizia e or<strong>di</strong>ne. Facciamo il pane, con un senso del sacro. Coltiviamo<br />

l’orto e lavoriamo nel bosco. Filiamo e tessiamo la nostra tela, i nostri vestiti e oggetti che<br />

ven<strong>di</strong>amo. Cerchiamo <strong>di</strong> essere sempre pronte con amore al compito dell’ospitalità, e al servizio <strong>di</strong><br />

tutta la povera gente dei <strong>di</strong>ntorni, che viene per ricevere aiuto o me<strong>di</strong>cina o amicizia. E noi stesse<br />

riceviamo da questi poveri assai più <strong>di</strong> quanto possiamo loro dare.<br />

Mi pare <strong>di</strong> avervi detto press’a poco quel che desideravo voi sapeste <strong>di</strong> noi. Ancora una<br />

piccola cosa che per me ha un’importanza sacra: ogni giorno ognuna <strong>di</strong> noi deve fare una<br />

camminata lungo il monte nell’ora del silenzio che precede la preghiera.<br />

Quando sarà possibile vi manderò istantanee <strong>di</strong> ciascuna delle mie compagne perché voglio<br />

che voi ci conosciate.<br />

Si, io prendo il mio piccolo posto presso <strong>di</strong> voi, nella vostra amicizia, con umile risolutezza,<br />

perché ho imparato qualche cosa da voi, e vi sono grata, e mi sembra <strong>di</strong> essere pronta, insieme<br />

alle mie compagne, al dono <strong>della</strong> vostra fraternità.<br />

Nella preghiera penso a voi, ai vostri due compagni <strong>di</strong> prigionia, a Kasturbai, a Mirabehn, a<br />

tutti i vostri cari, all’In<strong>di</strong>a così amata e così provata. Voi pure gettate un pensiero, vi prego, sul<br />

vecchi Eremo italiano, sul piccolo gruppo delle sorelle, che sconfina oltre l’Italia, oltre il mare, oltre<br />

il mondo, volendo seguire la cara luce <strong>della</strong> verità eterna.<br />

Vi saluta con profondo rispetto e amore<br />

La vostra piccola sorella Maria.


A Sorella Maria<br />

Allodola <strong>di</strong> San Francesco<br />

Eremo Francescano<br />

Trevi – Umbria<br />

(10)<br />

Dalla prigione centrale<br />

Di Yeravda, 10 agosto 1932.<br />

Mia cara Maria,<br />

era una grande gioia vivere da voi quella bella lunga lettera descrittiva. La gioia è accresciuta<br />

dal sapere che a cagione degli occhi sofferenti avete dettato la lettera. Vi prego <strong>di</strong> ringraziare<br />

Miriam per la sua bellissima traduzione. 30<br />

Desidero che mi risolviate un enigma, quando avrete il tempo <strong>di</strong> scrivermi ancora. Voi mi<br />

date l’in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> Trevi. La lettera ricevuta dalle sorelle in Italia lo dà a Siena. Però voi e le altre<br />

che hanno scritto sembrate essere <strong>della</strong> stessa famiglia, dello stesso Eremo. Ditemi come accade<br />

questa <strong>di</strong>versità. Dovete tutti perdonare la mia atroce ignoranza.<br />

Mentre leggevo la descrizione delle vostre attività, mi sembrava <strong>di</strong> aver rubato a voi il<br />

nostro modo <strong>di</strong> vivere a Sabarmati, o voi a me!<br />

È meraviglioso come <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> clima e d’ambiente non fa <strong>di</strong>versità per le cose <strong>di</strong> valore<br />

permanente.<br />

Ora che Verrier ci ha avvicinati <strong>di</strong> più e ha creato fra noi un legame vivente, stabilendo una<br />

preghiera in comune ogni venerdì fra quelli <strong>di</strong> affinità d’anima, voi dovreste scrivermi spesso e<br />

parlarmi delle vostre attività. Dovreste scrivere <strong>di</strong>rettamente alla famiglia <strong>di</strong> Sabarmati.<br />

Spero che i vostri occhi siano migliorati. Aspetterò con dolcezza il prossimo arrivo <strong>di</strong><br />

fotografie.<br />

Sardar Vallabbhai e Mahadev si uniscono a me per mandare amore a voi tutti.<br />

Bapu<br />

30 Nota <strong>di</strong> Sorella Amata, traduttrice: .<br />

31 La confusione è dovuta al fatto che noi si scriveva dall’Eremo e Sorella Amata da Siena.<br />

31


(11)<br />

Eremo, 2 settembre 1932<br />

Caro Bapu,<br />

è stata una gioia ricevere la sera del 30 agosto la vostra lettera del 10, in risposta alla mia<br />

dell’11 luglio dalla Svizzera. Mi pare che la lettera fosse <strong>di</strong> vostra mano compreso l’in<strong>di</strong>rizzo.<br />

Grazie!<br />

Io ho passato un mese in Svizzera, in una clinica dove mi aveva condotta Miriam, la sorella<br />

americana. Poi il 26 luglio sono ritornata qui, al nostro vecchio eremo dov’è travaglio e pace.<br />

Miriam il 16 agosto è ripartita per l’America. Vive vicino a Boston, in una casa <strong>di</strong> campagna;<br />

coltiva la sua terra e accoglie nella sua casa <strong>di</strong> pace qualche ospite per esempio qualche persona<br />

che non ha mezzi ed ah bisogno <strong>di</strong> riposarsi un poco, o una persona anziana e sofferente. Ai primi<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre Miriam ritornerà tra noi fino al maggio del 1933. Così essa <strong>di</strong>vide il suo tempo, la sua<br />

attività ed il suo grande cuore fra la nostra piccola comunità fraterna, <strong>di</strong> cui è membro vivo, e la<br />

casa ospitale in America, alla quale <strong>di</strong>amo il nome <strong>di</strong> S. Cristoforo. ( La leggenda <strong>di</strong> S. Cristoforo è<br />

molto graziosa e significativa, e <strong>di</strong>rò a Miriam <strong>di</strong> scriverla).<br />

Amata ( Miss Turton) appartiene essa pure alla nostra comunità fraterna, come Miriam; ma,<br />

come Miriam, non può stare sempre fra noi. Metà dell’anno abita a Siena, con una sua sorella<br />

inferma, e altre due umili donne. Diamo il nome <strong>di</strong> alla loro piccola<br />

abitazione. Raffaele nel linguaggio biblico significa >.<br />

Invece Jacopa, Immacolatella, Angeluccia, Rosa, Agnese, Paola, Gigliola, Cenere, Cenerella<br />

ed io Maria stiamo sempre insieme quassù all’Eremo de<strong>di</strong>cato a San Francesco: solo nei mesi più<br />

rigi<strong>di</strong>, quando vi è troppa <strong>neve</strong> e i lupi girano attorno, siamo costrette a scendere un po’ più in<br />

basso, ma il nostro in<strong>di</strong>rizzo può essere sempre lo stesso, come ve l’ho messo in principio <strong>della</strong><br />

lettera.<br />

Alcuni nostri amici qui in Italia, amano l’In<strong>di</strong>a e voi. Sono: - Cesare Rocchi, nobilissimo<br />

spirito con la sua donna.<br />

Mai e Giovanni Costetti, marito e moglie. Mai è norvegese: anima aperta e ferma, pronta al<br />

servizio. Giovanni è italiano, e artista sincero, con temperamento appassionato. – Anieka Jan<br />

Leggetti, americana, abita essa pure l’Italia e vicino a Firenze come i Costetti. Ed è creatura che<br />

segue l’ideale.<br />

Questi cari, cui noi siamo legate dal sacramento dell’amicizia, vi saranno sempre fedeli: e i<br />

vostri messaggi e quelli <strong>di</strong> Verrier circolano fra tutti noi.<br />

Spero esservi stata chiara? Ne ho tale bisogno e desiderio! Ad ogni costo voglio giungere ad<br />

essere in tutto e <strong>di</strong>nanzi ad ognuno, minore e chiara. Ma specialmente <strong>di</strong>nanzi a Voi.<br />

Non posso scrivere <strong>di</strong> più oggi: ho povertà <strong>di</strong> tempo e <strong>di</strong> forze. Scriverò <strong>di</strong> nuovo presto, se<br />

Dio mi aiuta.<br />

Mando questa mia lettera a Siena, ad Amata, perché la traduca; essa la manderà a Verrier<br />

che ve la farà avere. Unisco piccoli <strong>di</strong>segni dell’Eremo. Verrier sarà qui fra noi ad ottobre.<br />

Vi prego, se ricevete, <strong>di</strong> scrivermi anche solo due righe, <strong>di</strong>cendomi: è giunta la vostra lettera<br />

del 2 settembre. Così ogni volta grazie.<br />

Sono la vostra piccola<br />

Maria minore<br />

Allodola <strong>di</strong> S. Francesco


(12)<br />

Sorella Maria a Sorella Amata<br />

Eremo 13 settembre 1932<br />

<br />

(13)<br />

Sorella Maria a Sorella Amata<br />

Eremo 20 settembre 1932<br />

><br />

(14)<br />

Sorella Maria a Sorella Amata<br />

Eremo, 27 settembre 1932<br />

.<br />

(15)<br />

Sorella Maria a Sorella Amata<br />

Eremo, 3 ottobre 1932<br />

.<br />

(16)<br />

Dalla prigione centrale <strong>di</strong> Yeravda,<br />

4 ottobre 1932<br />

Cara Allodola Maria,<br />

la vostra lettera affettuosa del 2 settembre mi è giunta qui in regola. Ho avuto quel bel<br />

telegramma durante il mio sacro <strong>di</strong>giuno. Tali i segni come i vostri mi furono cibo mandato da Dio.<br />

Sto guadagnando forza. Vi ringrazio per quei <strong>di</strong>segni.<br />

Io sono lento ( nell’autografo: dense). Prenderò del tempo per imparare tutti i nomi originali<br />

ed assunti dalle Allodole. Esse mi perdoneranno tutte.<br />

Amore a Voi tutte da noi tutti.<br />

Bapu


(17)<br />

Dalla prigione centrale <strong>di</strong> Yeravda,<br />

8 ottobre 1932<br />

Care sorelle,<br />

ho la vostra unita piccola lettera d’amore e una separata lunga da amata, con tre fiori<br />

delicati per noi tre e l’articolo <strong>di</strong> Verrier sull’illuminazione. Faccio tesoro <strong>di</strong> questa lettera <strong>di</strong><br />

amore. Scrivetemi ogni tanto, quando lo spirito vi muove.<br />

Amore a tutti.<br />

Bapu<br />

(18)<br />

Eremo, 22 ottobre 1932<br />

Caro Bapu,<br />

ti mando questo saluto per mezzo <strong>di</strong> Verrier che è qui fra noi. Parte domani e il 24 s’imbarca<br />

da Napoli per l’In<strong>di</strong>a.<br />

Che amore ha per te! Questo fratello mi sembra Leone pe il coraggio nella via del sacrificio,<br />

e agnello per la dolcezza e semplicità. So che egli ti seguirà con cuore indefettibile e consacrerà ai<br />

fratelli più oppressi e più sacri tutto il suo umile ed operoso amore, fino all’estremo.<br />

Ti ho scritto il 2 settembre, dopo ricevuta la tua lettera del 10 agosto. Ti ho mandato piccoli<br />

<strong>di</strong>segni e messaggi dall’Eremo che abitiamo. Dimmi se hai ricevuto.<br />

Ti ho seguito nel tuo sacrificio. Quanto io ti sia umilmente vicina, potrai sapere solo nella<br />

vita eterna.<br />

Siamo immancabilmente fedeli alla comunione con te ogni venerdì, cantando l’inno alla<br />

luce.<br />

Ti mando fotografie <strong>di</strong> ognuna <strong>di</strong> noi, perché tu ci conosca un poco, e con la tua savieza<br />

matura, tu bene<strong>di</strong>ca le allodole <strong>di</strong> San Francesco.<br />

Sono sempre più, con umile e fermo cuore, la tua piccola amica<br />

Maria<br />

(19)<br />

Collerisana, Spoleto, 13 <strong>di</strong>cembre 1932<br />

Caro Bapu,<br />

non so se tu abbia ricevuta la mia lettera del 22 ottobre. Avevo anche consegnato a Verrier<br />

delle fotografie nostre per te.<br />

Oggi ti scrivo con più amore. Un anno fa vedevo te a Roma, a Villa Morris. Non <strong>di</strong>menticherò<br />

mai quel breve tempo passato insieme, con Amata (Miss Turton), Immacolatella mia fedele,<br />

Mirabehn e Shamrao, tutti seduti a terra intorno a te.<br />

Stamattina ho incominciato il giorno pregando:<br />

1° per l’In<strong>di</strong>a cara,<br />

2° per tutti quelli che ami: Kasturbai, Mirabehn, i tuoi figli, i tuoi compagni, il tuo grande<br />

amico Andrews,<br />

3° per i più piccoli ramoscelli del vecchio tronco francescano: l’ashram Francesco, 32<br />

ed il<br />

vostro Eremo. Vorrei che questi due germogli, dell’Orinete e dell’Occidente, dove si prega e si<br />

aspira in comunione con te, ricevessero la tua bene<strong>di</strong>zione, e ti fossero pace.<br />

4° per tutti quelli che ti visitano e ti scrivono e aspettano la luce da te,<br />

5° per tutti i cercatori <strong>di</strong> verità, dell’In<strong>di</strong>a cara come la Gran Bretagna, del Natal come<br />

dell’Italia,<br />

32 È il nome dell’ashram <strong>di</strong> Verrier in mezzo ai Gonds


6° per tutte le donne che ti sono state sorelle e madri lungo il cammino e che ancora ti<br />

saranno fedeli,<br />

7°per il tuo ashram pre<strong>di</strong>letto, cui sia pace.<br />

Di queste preghiere compiute pensando a te ho formato come una ghirlanda, offrendola a<br />

Maria, la madre <strong>di</strong> Gesù, <strong>di</strong> cui sono memore con venerazione e dalla quale cerco <strong>di</strong> imparare ogni<br />

giorno.<br />

Ho avuto molta ansietà per la tua malattia dopo il <strong>di</strong>giuno. Dice un versetto dei nostri<br />

salmi:>. Così sia.<br />

Ora ho anche tanto pensiero per Shamrao, che è malatissimo. Io ricordo sempre quel suo<br />

bel viso. So come egli è vero compagno per Verrier che amiamo. Ho ricevuto in questi giorni una<br />

deliziosa lettera da Sriahut, il quale si firma: il vostro piccolo pellegrino compagno.<br />

Oh si, veramente siamo tutti pellegrini che an<strong>di</strong>amo verso la luce <strong>della</strong> verità eterna, e<br />

mentre sentiamo sempre le spine laceranti <strong>della</strong> via, sempre più vogliamo unire il nostro canto <strong>di</strong><br />

nostalgia e <strong>di</strong> speranza alle note dell’armonia universale.<br />

Fra breve verrà il natale, una dolce festa per tutti quelli che sono memori <strong>di</strong> Gesù, e che<br />

hanno imparato da lui la beatitu<strong>di</strong>ne <strong>della</strong> vita. Oh, tu sei uno <strong>di</strong> questi! Gesù, figlio dell’uomo, è il<br />

tuo compagno <strong>di</strong> cammino, accomodando il suo passo al tuo.<br />

Sta sano, sta sano, sii penetrato <strong>di</strong> gioia dall’alto, insieme ai tuoi Cari.<br />

Amata ti saluta, e così pure Immacolatella e ognuna delle allodole.<br />

Ti saluto in modo speciale io, tua umile piccola amica con fermezza e fedeltà.<br />

Maria<br />

(20)<br />

Dalla prigione centrale <strong>di</strong> Yeravda,<br />

6 gennaio 1933<br />

Mia cara Allodola,<br />

devo scegliere fra il dettare questa lettera per voi o il mancare un’altra posta. So che<br />

preferirete una lettera scritta a macchina piuttosto che non riceverne nessuna.<br />

La descrizione che mi avete dato del giorno <strong>di</strong> Preghiera e dei sette punti è nmolto<br />

commovente.<br />

Io so che ho preghiere <strong>di</strong> amici e compagne come voi. Sono un ricco tesoro per me.<br />

Vi prego <strong>di</strong> <strong>di</strong>re a tutte le Allodole che le tengo sempre presente in mente, e spesso mi<br />

ricordo <strong>della</strong> brevissima comunione che abbiamo avuta a Villa Morris, ora più <strong>di</strong> un’anno fa.<br />

Vi prego <strong>di</strong> non stare in pensiero per me: non ho avuto nessuna malattia dopo il <strong>di</strong>giuno; sto<br />

benino.<br />

Ma avete ragione <strong>di</strong> avere ansietà per Shamrao, e ora Verrier partecipa alla sua malattia.<br />

ancora una volta la malaria l’ attacca. A <strong>di</strong>re il vero, il suo corpo non coopera con il suo spirito, e il<br />

clima non gli è affatto favorevole.<br />

Mahadev Desai si unisce a me per mandare amore a voi e a tutte le altre Allodole.<br />

Con amore,<br />

Bapu


(21)<br />

Collerisana, Spoleto, 17 aprile 1933<br />

Caro Bapu,<br />

la mia ultima lettera a te era del 13 <strong>di</strong>cembre scorso: la tua a me del 6 gennaio e mi giunse il<br />

24, giorno del mio compleanno. Mi è stato una dolcezza e una bene<strong>di</strong>zione cominciando un nuovo<br />

anno <strong>di</strong> vita.<br />

Sono triste <strong>di</strong> aver passato tanti mesi <strong>senza</strong> venirti sensibilmente vicino con una lettera. La<br />

malattia ci ha visitato. Anche Sorella Morte è venuta, togliendo il padre ad una <strong>di</strong> noi, e tutte<br />

abbiamo sofferto con lei.<br />

Ma in verità posso <strong>di</strong>re che in questi mesi è cresciuta la comunione con te. Attraverso<br />

Verrier, il quale ci scrive settimanalmente abbiamo avuto lezione corroborante da tratti <strong>di</strong> tue<br />

lettere a lui e Mary, che egli ci trasmette. La tua saviezza è lampada che rischiara. Tu sei<br />

veramente un savio per la grazia <strong>di</strong> Dio.<br />

Ecco qualche avvenimento <strong>di</strong> questi mesi trascorsi. Amata (Miss Turton) che da tanti anni ci<br />

è unita col vincolo sacro dell’amicizia, il 25 marzo è stata ricevuta fra noi come novizia. È<br />

commovente il candore religioso <strong>di</strong> questa novizia <strong>di</strong> 75 anni!<br />

Lo stesso 25 marzo Miriam (americana) ha compiuto il suo noviziato ed è stata confermata<br />

nella sua stabilità fra noi. E lo stesso 25 marzo io, Maria, sorella minore, ho rinnovato la mia<br />

consacrazione a Dio, dopo 25 anni <strong>di</strong> servizio.<br />

L’11 aprile è giunta fra noi un’in<strong>di</strong>ana, dottoressa in un ospedale in<strong>di</strong>geno a Rawalpin<strong>di</strong>.<br />

L’avevo già conosciuta qualche anno fa quando venne per la prima volta in Italia e all’Eremo. È una<br />

graziosa e simpatica donna con animo religioso e fraterno. Essa pura farà parte <strong>della</strong> nostra<br />

famiglia spirituale col nome <strong>di</strong> Shanti. Ma dovrà ritornare in In<strong>di</strong>a alla fine <strong>di</strong> luglio, riprendendo il<br />

suo servizio nell’ ospedale <strong>di</strong> Rawalpin<strong>di</strong>.<br />

È molto bella vestita nel suo sari in mezzo a noi e noi salutiamo, guardandola, l’In<strong>di</strong>a cara e<br />

Bapu ed i suoi <strong>di</strong>scepoli, e Verrier ed il suo ashram.<br />

Anche Miriam, purtroppo dovrà partire fra pochi giorni e andare lontano oltre il mare.<br />

Quest’allodola <strong>di</strong>vide il suo tempo ed il suo coraggioso servizio d’amore fra l’Eremo e la sua casa in<br />

campagna presso Boston dov’essa ha cura <strong>della</strong> terra, e dà aiuto a molti bisognosi. Ritornerà nel<br />

prossimo novembre.<br />

Com’è duro separarci da quelli che amiamo! Che aiuto e che bene<strong>di</strong>zione sono nella vita lo<br />

stare insieme, e il nutrirci dello stesso pane! Come sono presenti al cuore nostalgico gli assenti!<br />

Così tu sei, caro Bapu, Vorrei che tu sentissi quanto noi ti teniamo presente. Non solo il<br />

venerdì, al termine del giorno, cantando l’inno ; non solo leggendo le lettere <strong>di</strong><br />

Verrier che ci trasmettono la tua parola; ma sempre, sempre noi ti accogliamo, come il Pellegrino<br />

che bussa alla porta del cuore, e che si accompagna al nostro pellegrinaggio verso la Luce <strong>della</strong><br />

Verità eterna.<br />

Non <strong>di</strong>menticare le Allodole <strong>di</strong> San Francesco. Hai figlie e figli; hai molti gran<strong>di</strong> amici; hai<br />

<strong>di</strong>scepoli. Ma ricorda, fra tutti questi, un’umile piccola amica ferma al suo posto presso <strong>di</strong> te,<br />

Maria l’allodola, con tutte le allodole. E dà a noi la bene<strong>di</strong>zione <strong>della</strong> tua saviezza e del tuo cuore<br />

lungimirante.<br />

Sorella Maria


Maria<br />

Allodola<br />

Eremo Francescano<br />

Trevi Umbro (Italia)<br />

(22)<br />

Dalla prigione centrale <strong>di</strong> Yeravda,<br />

7 maggio 1933<br />

Mie care Allodole,<br />

com’è bello ricevere la vostra affettuosa lettera proprio quando sto per entrare nei miei 21<br />

giorni <strong>di</strong> <strong>di</strong>giuno. So che avrò la vostra spirituale cooperazione che mi sosterrà nei due giorni che<br />

verranno.<br />

Non devo darvi altro (o ancora) del mio tempo.<br />

Amore a tutte<br />

Bapu<br />

(23)<br />

Eremo Francescano, 22 luglio 1933<br />

Caro Bapu,<br />

queste sono tutte le allodole <strong>di</strong> san Francesco che ti vengono vicine, e specialmente Maria,<br />

piccola amica tua.<br />

Ho ricevuto la tua letterina del 7 maggio, scritta prima <strong>di</strong> incominciare il Digiuno, proprio la<br />

vigilia del tuo ultimo giorno <strong>di</strong> Digiuno. Poi ho ricevuto un tuo saluto per noi attraverso Verrier.<br />

Di tutto ti bene<strong>di</strong>co e ti ringrazio, e soprattutto <strong>di</strong> ciò che insegni con la tua vita. Possa tu<br />

essere sorretto dallo Spirito Superno, e aiutare l’In<strong>di</strong>a cara a noi tutti a raggiungere purificazione!<br />

Ti prego <strong>di</strong> bene<strong>di</strong>re tutte le allodole <strong>di</strong> San Francesco. Ti prego <strong>di</strong> tenermi vicina a te come<br />

una piccola amica fedele.<br />

Maria<br />

(24)<br />

Lettera <strong>di</strong> Andrews a Sorella Amata<br />

Cathray, 7 agosto 1933<br />

Mia cara amica,<br />

mando per voi e Sorella Maria una copia del mio nuovo libro e so quale gioia sarà per voi.<br />

Molto <strong>di</strong> esso vi porterà l’In<strong>di</strong>a.<br />

Sto ora sulla via del ritorno, sperando <strong>di</strong> vedere Bapu, ma non sono certo del tutto che mi<br />

sarà permesso, se lo posso fare gli porterò il vostro amore e l’amore <strong>di</strong> voi tutte.<br />

Avevo intensamente sperato che sarebbe stato ancora fuori dalla prigione quando sarei<br />

giunto in In<strong>di</strong>a ma ho saputo che è stato messo dentro ancora una volta. Ma da tutta la sua<br />

sofferenza una nuova vita sta venendo all’In<strong>di</strong>a e nel mondo.<br />

Il mio nuovo lavoro, se sarò in grado <strong>di</strong> farlo, è <strong>di</strong> scrivere la vita del Sadhu Sundar Singh, del<br />

quale ho molto scritto nel mio nuovo libro chiamato .<br />

C’è a Friburgo in Germania una persona che è membro <strong>della</strong> chiesa ortodossa greca, una<br />

principessa Efy Aristarchi, una cristiana molto devota che venne a vedere Bapu in Svizzera giusto<br />

prima che lui venisse in Italia.<br />

Vorrei molto che vi scriva e si tenga in legame con voi, dato che <strong>di</strong>vide con voi lo stesso


amore per Bapu. Quando le scriverò, le darò l’in<strong>di</strong>rizzo del vostro eremo e se vi scriverà saprete chi<br />

è.<br />

Non vedo l’ora <strong>di</strong> visitare il caro Verrier nel suo proprio Ashram. Ho ricevuto <strong>di</strong> lui delle<br />

lettere meravigliose.<br />

Vogliate leggere e tradurre questa lettera a Sorella Maria e chiederle le sue più fervide<br />

preghiere per me mentre giungerò in In<strong>di</strong>a giusto dopo che avrete ricevuto questa lettera.<br />

Vado nella fede verso una missione <strong>di</strong> pace.<br />

Coll’affetto <strong>di</strong><br />

Charlie Andrews<br />

(25)<br />

Parnakuti-Poona, 30 agosto 1933<br />

Mie care sorelle,<br />

finalmente sono in grado <strong>di</strong> potervi mandare i miei cari saluti dopo un anno <strong>di</strong> isolamento<br />

silenzioso!<br />

Ho spesso pensato a voi, specialmente le sere del venerdì, sapevo che sareste state con noi<br />

durante questi giorni angosciosi, con le vostre preghiere e il vostro amore.<br />

Vi mando qui unito un articolo che ho appena finito <strong>di</strong> scrivere e che vi darà un’idea <strong>di</strong> ciò<br />

che Bapu ha attraversato.<br />

Ora la sua salute è migliorata, ma lo stress mentale è grande.<br />

Ma la verità è in Dio e viviamo nella verità.<br />

Sempre vostra con affetto.<br />

Mira<br />

(26)<br />

Biglietto <strong>di</strong> Gandhi allegato<br />

Alla lettera del 30 agosto 1933<br />

1° settembre 1933<br />

Care Allodole,<br />

questo solo per <strong>di</strong>rvi che ho ricevuto la vostra bella lettera e mandarvi il mio affetto. Il resto<br />

da una lettera <strong>di</strong> Mira. (Mirabehn).<br />

Amore da<br />

Bapu


(27)<br />

Sorella Maria a Mirabehn<br />

Eremo, 30 ottobre 1933<br />

Cara Mira,<br />

mi è così dolce il ricordo <strong>di</strong> te quando ti ho conosciuta a Roma il 13 <strong>di</strong>cembre del ’31 a Villa<br />

Morris.<br />

Mi sembra <strong>di</strong> rivedere il tuo caro viso che esprime pace e fedeltà. Grazie <strong>di</strong> comunicarci<br />

messaggi che ci aiutano a vivere in comunione con Bapu e con la sorte dell’In<strong>di</strong>a, così grave in<br />

quest’ora. Possiate essere tutti guidati e sorretti dal raggio <strong>della</strong> luce vera!<br />

È un riposo per il cuore saperti accanto a Bapu, dopo lunga separazione. Come è nobile e<br />

indefettibile la tua amicizia verso questo coraggioso Pellegrino e Amatore <strong>della</strong> verità.<br />

Ti prego salutarlo per noi, chiedendogli <strong>di</strong> aver cure <strong>di</strong> sé, per la sua terra, per i suoi fratelli,<br />

per tutti quelli che l’amano e che hanno bisogno del suo amore, fra i quali le allodole <strong>di</strong> San<br />

Francesco.<br />

Forse farà piacere a lui <strong>di</strong> sapere che siamo fedelissime ogni venerdì dopo il tramonto a<br />

cantare insieme l’inno > <strong>di</strong> Newman in comunione con lui e con voi.<br />

Venerdì scorso ero a letto, e tutte le sorelle e un fratello sono venuti accanto al mio piccolo<br />

giaciglio, per pregare e cantare insieme.<br />

Il nuovo fratello che abbiamo accolto fra noi è svizzero, <strong>di</strong> Lausanne; ha 34 anni; è colto ed è<br />

pittore; ha un cuore puro e profondo.<br />

A Lausanne, alcuni anni fa, aveva conosciuto il Sadhu Sundar Singh. Ora fra noi impara a più<br />

conoscere e venerare Bapu, Verrier e voi fedeli.<br />

Trasmetti tutto a Bapu, ti prego.<br />

Io voglio che egli ci senta presenti intorno a lui, pellegrine insieme a lui, verso la celestiale<br />

<strong>di</strong>mostra (?) ( o <strong>di</strong>mora com’è intuibile dal contesto dell’intero periodo, probabilmente un errore<br />

<strong>di</strong> battitura nel manoscritto) [ndt] 33<br />

<strong>della</strong> Verità e pronte in defettibilmente a lavorare per la non<br />

violenza fino all’estremo respiro. Amore a lui, a Kasturbai, a te, ai suoi più cari, all’In<strong>di</strong>a <strong>di</strong> dove<br />

viene luce e fortezza.<br />

(28)<br />

Collerisana, Spoleto, 13 <strong>di</strong>cembre 1933<br />

Caro Bapu,<br />

due anni fa, in questo giorno, io ero seduta a terra vicino a te e a Mirabehn, con Amata<br />

(Miss Turton) e Immacolatella, mia piccola compagna, e Shamrao <strong>di</strong> Verrier.<br />

Conservo tutto in cuore, e sento l’infrangibile legame che ci unisce.<br />

Hai in Amata una grande amica la cui fedeltà a te è meravigliosa e commovente.<br />

Hai in me una piccola amica con fermo cuore, che riceve molto dal tuo esempio.<br />

Ogni venerdì, nell’ora <strong>della</strong> preghiera serale che chiamiamo il lucernarium, siamo in<br />

maggiore comunione con te, con i tuoi, con l’In<strong>di</strong>a cara, con Verrier e Shamrao, e cantiamo l’inno<br />

alla luce.<br />

Abbiamo fra noi un fratello, un uomo dal cuore puro e profondo, ed egli pure si unisce con<br />

passione al nostro canto.<br />

Caro Bapu, si avvicina il Natale che è una festa deliziosa fra noi cristiani, e tocca l’Eterno. Io<br />

chiedo a Gesù <strong>di</strong> venire verso <strong>di</strong> te insieme a Rama e a tutti i Gran<strong>di</strong> e agli innocenti, e d’illuminarti<br />

la via.<br />

Ogni sera immancabilmente, fra le cinque e le sei, io piccola ti vengo vicina e ti auguro la<br />

33 [nota del trascrittore]


pace. Ti prego <strong>di</strong> salutare Mirabehn e tutti quelli che ami. Ti prego <strong>di</strong> dare la tua bene<strong>di</strong>zione ad<br />

Amata, ad Immacolatella, alle altre allodole, al fratello e a me.<br />

Maria amica tua<br />

(29)<br />

Villeneuve – Vaud, Svizzera, 8 novembre 1934<br />

Mie care sorelle,<br />

ho aspettato e aspettato prima <strong>di</strong> scrivervi con la speranza <strong>di</strong> potervi <strong>di</strong>re che sarei venuta<br />

da voi tornando verso l’In<strong>di</strong>a, ma ahimé! Mi sono convinta all’ultimo momento che mi è<br />

veramente impossibile.<br />

Come mi sarebbe piaciuto venirvi a fare una visita nella vostra deliziosa <strong>di</strong>mora! Quando<br />

partii per l’occidente, nel mio programma, vi era anche questo progetto, ma poi è venuto<br />

l’impe<strong>di</strong>mento. Ho avuto veramente una meravigliosa esperienza <strong>di</strong> simpatia e interesse per ciò<br />

che è il messaggio <strong>di</strong> Bapu, in Inghilterra come in America! Io vi andai semplicemente come<br />

risultato <strong>di</strong> una chiamata interiore. Qualcosa mi <strong>di</strong>ceva ch’ io dovevo andare, ed ora ne realizzo il<br />

perché!<br />

M’imbarco a Brin<strong>di</strong>si il 10 e raggiungerò Bapu il 22 o il 23 novembre. Come sarò<br />

riconoscente per essere <strong>di</strong> nuovo con lui. Sono via dalla fine <strong>di</strong> giugno, e sono stata così lontana<br />

quando sono stata in America!<br />

Che peccato non potere incontrare voi. Fino a ieri sera non sapevo se passavo da Roma o pe<br />

altra via. Avevo una qualche idea <strong>di</strong> vedere il Papa, ma poi all’ultimo momento non ho avuto<br />

tempo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sporre.<br />

Vi scriverò ancora dall’In<strong>di</strong>a e vi <strong>di</strong>rò come ho trovato Bapu.<br />

Affettuosi saluti a voi tutte dalla vostra<br />

Mira<br />

(30)<br />

Wardha – In<strong>di</strong>a, 9 novembre 1934<br />

Cara Allodola,<br />

mi è giunta la vostra cartolina scritta con cura in italiano e in inglese. Apprezzo molto la<br />

vostra preghiera in questo periodo in cui ne ho veramente bisogno. Non posso <strong>di</strong>menticare le<br />

Allodole e do loro sempre la mia bene<strong>di</strong>zione per quanto sta in me.<br />

Amore a tutte<br />

Bapu<br />

(31)<br />

Dal <strong>di</strong>ario <strong>di</strong> Sorella Jacopa<br />

16 agosto 1935<br />

>… Notava (Sorella Maria) come il solo Gandhi ha<br />

preso alla lettera questo comando <strong>della</strong> non violenza. Gesù non <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> cedere solo nel caso che<br />

l’altro non abbia torto; non <strong>di</strong>ce che sia lecito reagire per <strong>di</strong>fendere il giusto: >


(32)<br />

Eremo, 14 settembre 1935<br />

Caro Bapu,<br />

io sono la tua piccola fedele Maria, Allodola <strong>di</strong> San Francesco, che abito nel vecchio Eremo<br />

sul monte.<br />

Ti scrivo con la speranza che questo mio messaggio ti giunga per il tuo compleanno, il 2<br />

ottobre. Che il tuo nuova anno <strong>di</strong> vita sia benedetto, e ti porti innanzi nel cammino verso la Verità<br />

eterna. Che tu possa durante il tuo cammino illuminare e sorreggere altri viandanti, e ricevere del<br />

loro pane.<br />

Ieri venerdì, pensando a te, all’In<strong>di</strong>a cara, e cantando con le sorelle: Oh cara luce…<br />

interrogavo l’anima mia: sono io fedele all’amicizia per Bapu? Non gli scrivo; non faccio nulla per<br />

lui. E l’anima mia rispondeva: si, sei fedele: perché tu pure vivi, soffri, lavori, gioisci, ami, per la<br />

purezza o per la purificazione, per la non violenza e per la dolcezza matura, per la ricerca umile e<br />

appassionata <strong>della</strong> verità.<br />

Così, mio grande Amico, io ti offro il mio fedele mazzetto <strong>di</strong> amore, <strong>di</strong> venerazione e <strong>di</strong><br />

riconoscenza.<br />

E ti chiedo <strong>di</strong> gettare un pensiero e una bene<strong>di</strong>zione verso le piccole allodole <strong>di</strong> San<br />

Francesco, e specialmente verso Amata, Immacolatella ed io che eravamo intorno a te, a Roma in<br />

quel 14 <strong>di</strong>cembre lontano.<br />

Ti ameremo sempre e sempre riceveremo bene dalla tua lucerna accesa, e sono<br />

Maria e pace<br />

A Sorella Maria,<br />

Allodola <strong>di</strong> San Francesco<br />

Eremo Francescano<br />

Trevi Umbro<br />

(33)<br />

Wardha il 4 ottobre 1935<br />

Cara Maria,<br />

sono stato molto felice <strong>della</strong> vostra bellissima lettera unita alla traduzione accuratamente<br />

acclusa.<br />

Questo annuale rinnovarsi <strong>di</strong> auguri <strong>di</strong> bene e bene<strong>di</strong>zioni che mi giungono dagli amici sono<br />

sorgente <strong>di</strong> gioia e forza per me. Davvero voi siete fedeli. La fedeltà non richiede <strong>di</strong>scorsi o scritti, e<br />

voi, tutte le allodole, non siete le sole a scrivermi raramente. Veramente la ritengo, questa, una<br />

grazia, perché se mi scriveste <strong>di</strong> più, io dovrei impiegare molto <strong>di</strong> più del mio tempo a sscrivere.<br />

Molti amici quando mi scrivono, mi <strong>di</strong>cono mi <strong>di</strong>cono come devono frenarsi per farlo brevemente,<br />

perché sanno come io abbia poco tempo da de<strong>di</strong>care alla mia sempre crescente corrispondenza.<br />

Spero che stiate tutte bene. Amore a tutte<br />

Bapu


(34)<br />

Wardha, 23 aprile 1936<br />

Mia cara Sorella Amata,<br />

ho la vostra cara lettera mandatami per mezzo <strong>di</strong> Verrier. Sono molto contento che i versi <strong>di</strong><br />

Vinoba vi siano tanto piaciuti. Vinoba è uno dei più puri esponenti del Vangelo <strong>di</strong> Bapu, se non il<br />

più puro. La sua è una vita <strong>di</strong> perfetta purezza, castità e povertà, una felice combinazione <strong>di</strong> lavoro<br />

manuale e <strong>di</strong> ricerca intellettuale, il tutto de<strong>di</strong>cato a tutto ciò che Bapu rappresenta. Sarà<br />

attraverso rappresentanti come questo che vivrà il lavoro <strong>di</strong> Bapu. “Cinque miglia da qui, <strong>senza</strong><br />

nessuno <strong>di</strong> noi per compagno eccettuata la signora Gandhi, soltanto perché non può<br />

abbandonarla nella sua vecchiaia” 34<br />

. Là cercherà <strong>di</strong> realizzare interamente il suo ideale <strong>di</strong><br />

ricostruzione rurale, e questo da sé, <strong>senza</strong> valersi dei suoi <strong>di</strong>scepoli. Io prego soltanto che possa<br />

sopportare le con<strong>di</strong>zioni primitive <strong>della</strong> nostra campagna. È certo che ha nervi d’acciaio e una<br />

costituzione <strong>di</strong> ferro, ma è avanzato negli anni e questo dà pensiero a molti <strong>di</strong> noi. Ma Dio lo<br />

custo<strong>di</strong>rà.<br />

È una meraviglia che possiate tutti restare sal<strong>di</strong> in mezzo alla tempesta <strong>di</strong> o<strong>di</strong>o e <strong>di</strong><br />

rinnegamento <strong>di</strong> Cristo che imperversa intorno a voi. Come scrisse Bapu a un amico in Germania:<br />

.<br />

Purtroppo la lente <strong>di</strong> ingran<strong>di</strong>mento non mi è mai giunta. Quando l’avete mandata e come?<br />

L’avete spe<strong>di</strong>ta raccomandata? Se l’avessi ricevuta, credete che non ne avrei dato neppure cenno?<br />

Non vi <strong>di</strong>sturbate a mandarne un’altra ora. Cercherò <strong>di</strong> leggere i capitoli.<br />

Era una statua non una pittura <strong>di</strong> Cristo che piaceva tanto a Bapu. Mi ricordo anche il posto<br />

dov’era.<br />

Il fiore che rappresenta la purezza e l’innocenza e il <strong>di</strong>staccamento dalle cose <strong>della</strong> terra è il<br />

loto, che purtroppo non si trova in questi paraggi. Ma se mai mi capiterà <strong>di</strong> trovarne uno ve ne<br />

manderò un petalo, perché è un fiore gran<strong>di</strong>ssimo e in una lettera non si può mandare che un<br />

petalo.<br />

Con profondo affetto sinceramente<br />

Mahadev<br />

Il mio affetto a tutte le Lodoline 35<br />

presenti<br />

34<br />

Questa parte virgolettata è stata evidenziata poiché, com’è riferito nel manoscritto redatto, manca una intera riga,<br />

in conseguenza il periodo è incompleto [ndt]<br />

35<br />

Forse allude le “allodole” come vezzeggiativo [ndt]


(35)<br />

Da Mahadev Desai a nonna Amata<br />

Wardha, 14 agosto 1936<br />

Mia cara sorella,<br />

perdonate il mio dettare, ma lo faccio per guadagnare tempo.<br />

Ch’io sappia più o meno bene la lingua non lo so, ma avete del tutto ragione <strong>di</strong> pensare che<br />

ho una fede viva nella preghiera e quin<strong>di</strong> farò certamente volentieri e con la preghiera ciò che voi<br />

mi chiederete.<br />

Ciò che scrivete circa il vostro accordo sui pensieri <strong>di</strong> Bapu sulla è<br />

profondamente commovente.<br />

Sono sicuro, sicuro che tutto ciò che avete scritto commuoverà Bapu fino nel profondo.<br />

Ognuna <strong>di</strong> voi è costantemente nei nostri pensieri e preghiere. Qualche tempo fa Verrier ci<br />

<strong>di</strong>ede alcune notizie allarmanti: forse sarete costretta a lasciare il paese. Sia fatta la volontà <strong>di</strong> Dio!<br />

In ogni caso aspetterò <strong>di</strong> sapere da voi nei dettagli.<br />

Per favore trasmettete a Sorella Maria i miei riverenti saluti e i pensieri molto affettuosi <strong>di</strong><br />

Bapu.<br />

Il vostro affezionato Mahadev<br />

(36)<br />

Da Sorella Maria a gandhi<br />

Eremo, 2 ottobre 1936<br />

Caro grande Amico Bapu,<br />

io sono la tua piccola amica Maria, allodola <strong>di</strong> S. Francesco, che vivo con altre compagne <strong>di</strong><br />

travaglio e <strong>di</strong> pace in un vecchio eremo sul monte, nel cuore d’Italia.<br />

Ho sempre il ricordo <strong>di</strong> quel 13 <strong>di</strong>cembre 1931, in cui Mirabehn, Shamrao, Amata, la nostra<br />

sorella inglese, ed Immacolatella ed io italiane eravamo sedute a terra attorno a te che filavi.<br />

Sebbene io ti scriva solo una volta all’anno, per la povertà del tempo tuo e mio, ti seguo con<br />

pensiero indefettibile. Mi fa sempre bene leggere qualcosa su <strong>di</strong> te sull’Harijan. Tu sempre sei per<br />

me e per quelli che ti intendono e ti amano, una > come <strong>di</strong>ce Gesù. Grazie a<br />

Dio <strong>di</strong> averti creato, grazie a te fratello che porti il carico <strong>della</strong> vita con animo incorrotto.<br />

Mi è piaciuta molto la descrizione che tu hai fatto dell’abitazione <strong>di</strong> Mirabehn, e la<br />

descrizione <strong>della</strong> sola stanza in cui tu vivi. È brava Mirabehn: una donna dal cuore forte e gentile.<br />

Per esempio quell’attenzione al suo cavallo!<br />

Ti unisco un <strong>di</strong>segno fatto da un bambino <strong>di</strong> un<strong>di</strong>ci anni e mezzo. Io lo trovo delizioso.<br />

Rappresenta San Francesco con tutte le allodole attorno. San Francesco viveva nella povertà, ed<br />

era fratello <strong>di</strong> tutti, come tu sei. Che Egli ti bene<strong>di</strong>ca. E tu bene<strong>di</strong>ci noi.


(37)<br />

Dal treno 24 ottobre 1936<br />

Mia cara Allodola Maria,<br />

ho appena finito <strong>di</strong> leggere la vostra annuale affettuosa lettera e vi scrivo per <strong>di</strong>re quanto<br />

sono riconoscente dell’affetto <strong>di</strong> tutte le Allodole.<br />

Sto scrivendo sul treno in moto.<br />

Sapete che Mira è stata molto malata. L’ho lasciata ieri in buone con<strong>di</strong>zioni, ma è ancora<br />

debole e ha bisogno <strong>di</strong> essere assistita.<br />

Il <strong>di</strong>segni che mi avete mandato è fatto molto bene per un fanciullo.<br />

Amore a voi tutte.<br />

Bapu<br />

(38)<br />

Eremo, 7 settembre 1937<br />

Caro Bapu,<br />

ti scrivo <strong>di</strong> mia mano con venerazione e fraternità sincera e ti mando un augurio per il 2<br />

ottobre. Che il tuo nuovo anno <strong>di</strong> vita sia un cammino sempre più <strong>di</strong>ritto e illuminato dalla Luce<br />

dell’Eterno.<br />

Ti unisco u a testa del Cristo ch’io contemplo pensosa, e trovo singolarmente bella. È <strong>di</strong> un<br />

nostro grande pittore.<br />

Ti prego <strong>di</strong> salutare per me Andrews e Mahadev Desai. Conservo fedelmente in cuore il loro<br />

ricordo.<br />

Sono ammalata. Ma la malattia e l’amore sono due gran<strong>di</strong> ali, è vero? E con queste ali si<br />

spera giungere alla visione <strong>della</strong> pace.<br />

Ad<strong>di</strong>o, caro grande amico. Non ti <strong>di</strong>menticare delle sorelle italiane, e <strong>della</strong> tua fedele<br />

Piccola amica Maria<br />

allodola <strong>di</strong> San Francesco<br />

(39)<br />

Da una lettera <strong>di</strong> Mahaved Desai a Nonna Amata<br />

Wardha, 8 ottobre 1937<br />

…Come oserei <strong>di</strong>menticare le allodole <strong>di</strong> San Francesco? Le sorelle che cercano <strong>di</strong> tenere<br />

accesa e fiammeggiante la pura lampada <strong>della</strong> pace in questo funesto (triste) fumo <strong>della</strong> violenza e<br />

<strong>della</strong> guerra?<br />

…L’italiano scritto <strong>di</strong> sua mano da sorella Maria ha commosso profondamente Bapu. Si<br />

sforzerà <strong>di</strong> scrivere anche lui una riga la settimana prossima.<br />

Mahadev


(40)<br />

Sorella Maria a Pietro Ubal<strong>di</strong><br />

Poggiochiaro, 21 febbraio 1938<br />

.<br />

(41)<br />

Eremo, 24 ottobre 1938<br />

Caro Bapu,<br />

vorrei sempre fare penitenza e purificarmi prima <strong>di</strong> scrivere a te, prima <strong>di</strong> avvicinarmi<br />

all’uomo <strong>di</strong> Dio. Tale io ti credo.<br />

E tu fa <strong>di</strong> essere come sei creduto, e avrai sempre più potere <strong>di</strong> bene<strong>di</strong>zione su noi che ti<br />

amiamo, su tutti quelli che soffrono, sull’In<strong>di</strong>a cara e sul mondo. Così sia.<br />

Ieri sera quando eravamo riunite alla veglia che chiude la giornata operosa e intensa,<br />

ascoltavamo insieme la lettura dell’Harijan (settembre 1924).<br />

È una grande pena per noi, una vera pena <strong>di</strong> partecipazione, sapere Mahadev Desai<br />

ammalato, fuori possibilità <strong>di</strong> servizio, per ora. Che Dio gli conceda guarigione, e lo aiuti a rifiorire<br />

presto, nel corpo affaticato e nello spirito!<br />

Com’è bello, com’è giusto ciò che tu scrivi, parlando del dominio che dobbiamo avere su noi<br />

stessi per impe<strong>di</strong>re alla nostra salute <strong>di</strong> affievolirsi! Saper vegliare su <strong>di</strong> ni in questo senso è<br />

<strong>di</strong>fficile quanto necessario. Occorre una volontà sempre desta e tenace,occorre un grano <strong>di</strong> sale,<br />

occorre umiltà semplice e <strong>di</strong>ritta.<br />

La tua cara voce è stata un richiamo e io ti ringrazio e ti bene<strong>di</strong>co per me stessa che ho<br />

tanto bisogno <strong>di</strong> imparare da te, per le mie compagne, per i nostri fratelli e amici, e per tutti quelli<br />

che nel mondo pensano a te come ad una lucerna accesa sul monte.<br />

Vorrei pregarti <strong>di</strong> trasmettere un nostro saluto e augurio vivo, fraterno, rispettoso a quel<br />

caro Mahadev Desai, che tanto apprezziamo. Questo periodo > lo riveste <strong>di</strong><br />

un’armatura <strong>di</strong> Dio.<br />

Quanto mi ha fatto bene la parola con cui chiu<strong>di</strong> il tuo articolo: >.<br />

Ho anche raccolto molto <strong>della</strong> nota sul silenzio. Io pure considero il silenzio una delle più<br />

gran<strong>di</strong> forze del mondo, e le ore del silenzio nella nostra giornata mi sono sacre. (dalle 10 <strong>di</strong> sera<br />

alle 9 e un quarto del mattino. Poi l’ora che precede il tramonto e che lo segue). Ma ho tanto<br />

bisogno <strong>di</strong> imparare da te! Mi rendo conto che debbo ancora risparmiare parole, giungere ad<br />

esprimere con maggior chiarezza e brevità, e impe<strong>di</strong>rmi <strong>di</strong> un ragguaglio che non sia<br />

assolutamente o <strong>di</strong>screto. Chiedo perdono a te, come lo chiedo al Cielo, alla Terra, agli Inferi, a<br />

ognuno che amo e a ognuno che soffre. Voglio, aiutata dal tuo esempio, essere più devota al<br />

Silenzio, alla Verità e alla Pace.


Immancabilmente ogni giorno verso il tramonto io ti vengo vicina con la mia piccola<br />

oblazione <strong>di</strong> pace. Ti sarò sempre fedele, nel cammino sulla terra e oltre la terra. Ricordo sempre<br />

con gratitu<strong>di</strong>ne e commozione quella breve mezz’ora passata seduta a terra vicina a te (nel tuo<br />

passaggio a Roma) con Mirabehn e Shamrao, e le mie compagne Immacolatella e Amata Turton,<br />

inglese, che fra noi chiamiamo o >.<br />

Questa sorella ha una vecchiaia innocente, ideale, e la sua pre<strong>senza</strong> è per noi una continua<br />

bene<strong>di</strong>zione. Come sa pregare. Come è >, e come ti ama! Un’altra nostra carissima,<br />

Paola Casanova, infermiera volontaria, ti ama e da ieri sera si è proposta <strong>di</strong> abbonarsi all’Harijan. È<br />

una donna deliziosa, che riceverà sempre molto dalla comunione con te.<br />

Vogliamo anche abbonare all’ Harijan un nostro giovane fratello ed amico, che era pur qui<br />

ieri sera e si chiama Paolo, e segue la via <strong>della</strong> e <strong>della</strong> purezza, ed è un cercatore<br />

sincero <strong>della</strong> verità.<br />

Perdonami la mia lunga lettera: da tanto tempo non ti scrivo, e avevo proprio bisogno <strong>della</strong><br />

comunione con te.<br />

Che Dio ti conservi in salute, e rinnovi le tue forze, e accresca sempre più il vigore del tuo<br />

spirito. Che Dio bene<strong>di</strong>ca ognuno dei tuoi operai.<br />

E tu bene<strong>di</strong>ci noi piccole sorelle italiane coi nostri fratelli e amici, con la nostra Patria e i<br />

nostri Sacri Poveri.<br />

Maria Minore<br />

(42)<br />

Abbottabad N.W.F., 16 luglio 1939<br />

Mia carissima Nonna, 36<br />

ebbi la vostra lettera del 15 aprile solo oggi. La causa del ritardo è dovuta al fatto che era<br />

in<strong>di</strong>rizzata a Delhi che avevo già lasciato; non è stata respinta perché non c’era nessuno in casa.<br />

Mi <strong>di</strong>spiace tanto, ma sono felice che l’assegno che avevate messo dentro non sia andato<br />

perduto.<br />

Sto avvisando il responsabile <strong>di</strong> Harijan <strong>di</strong> correggere il vostro in<strong>di</strong>rizzo e <strong>di</strong> mandarvi i<br />

numeri al vostro in<strong>di</strong>rizzo permanente a Trevi. Gli sto chiedendo pure <strong>di</strong> mandarvi i libri <strong>di</strong> cui mi<br />

fate cenno.<br />

Mi chiedo se avete avuto l’opportunità <strong>di</strong> leggere un libro intitolato > da Raymond.<br />

È stato pubblicato l’anno scorso.<br />

L’ho preso in prestito da un amico e lo trovo molto interessante.<br />

Verrier e Shamrao sono tornati. Ho ricevuto una bella lettera <strong>di</strong> Verrier scritta al suo ritorno<br />

in In<strong>di</strong>a.<br />

È una bene<strong>di</strong>zione pensare che nella lontana Italia ci sono dei cuori che battono all’unisono<br />

e pregano perché Dio ci gui<strong>di</strong> in questo nostro <strong>di</strong>fficile periodo. Sto scrivendo questa mia da una<br />

collina alla frontiera nord ovest, ma il nostro in<strong>di</strong>rizzo permanente è sempre Majanwa<strong>di</strong>, Wardha<br />

Vostro come sempre Mahadev<br />

P.S. Ho ricevuto un’altra vostra lettera <strong>di</strong> cui ringrazio molto ed anche per l’inno. È stato certamente scritto da una <strong>di</strong> quelle eroiche<br />

anime che attingono tutta la loro forza da Dio e rendono gloria a Lu solo. Sto chiedendo al Manager <strong>di</strong> mandarmi <strong>della</strong> carta e delle buste fatte a<br />

mano. “Gud”: non posso mandarne perché non è più la stagione e perché non si trova da comprare cibi Gud. Ne manderò più tar<strong>di</strong>. Non si trova<br />

fuori dall’In<strong>di</strong>a. Mahadev .<br />

36 Sorella Amata (Miss Turton ndt)


(43)<br />

Eremo, 2 ottobre 1939<br />

Caro Bapu,<br />

oggi comincia per te un nuovo anno <strong>di</strong> vita. Che grande dono, che terribile responsabilità<br />

ogni anno <strong>della</strong> nostra vita, specie verso il tramonto, e ogni nuovo giorno! Io vi penso con te!<br />

La mia amicizia verso <strong>di</strong> te è indefettibile e sacra. Ti amerò e bene<strong>di</strong>rò la tua personalità e la<br />

tua missione anche oltre la terra. Ho pur molta stima del tuo <strong>di</strong>scepolo e segretario Mahadev.<br />

Gli mando un saluto e un grazie.<br />

Stamattina mentre pregavo per voi (io prego quanto amo e quanto respiro) ed ero vicina ad<br />

una sacra immagine che esprime il culto dell’amicizia, è venuta a posarsi lì una colomba<br />

bianchissima, e mi è sembrata un segno <strong>di</strong> pace in quest’ora oscura e terribile.<br />

Ti prego ricordare sempre le piccole sorelle italiane che ti sono fedeli,e venerano la tua<br />

missione sulla terra in servizio <strong>della</strong> verità,<strong>della</strong> purezza e <strong>della</strong> pace e donami la tua bene<strong>di</strong>zione<br />

per sempre.<br />

Sorella Maria Minore<br />

(44)<br />

Segrava Wardha, 16 ottobre 1939<br />

Mie care sorelle,<br />

la vostra affettuosa lettera a Mahadev e le foto per Bapu sono arrivate. Scrivo per<br />

ringraziarvi perché Mahadev è malato e Bapu è partito nel Nord. Nel frattempo mi occupo io <strong>della</strong><br />

corrispondenza. Sarete tristi <strong>di</strong> sapere che Mahadev ha avuto un grave crollo causa l’eccesso <strong>di</strong><br />

lavoro ed è dovuto partire per le colline pe rimettersi in salute.<br />

Bapuji, e ne sono così grata, sta magnificamente bene. In questi giorni è nell’estremo nord<br />

dell’In<strong>di</strong>a a spiegare l’arte <strong>della</strong> non-violenza ai Pamans che sono dei guerrieri.<br />

Da molto tempo non vi avevo scritto, ma siete sempre nel mio cuore e ultimamente,<br />

durante questi giorni <strong>di</strong> ansietà e <strong>di</strong> <strong>di</strong>scorsi <strong>di</strong> guerre, siete state in modo particolare nel mio<br />

pensiero.<br />

Bapuji ha scritto due begli articoli sulla situazione europea, in . Spero li<br />

riceverete bene. Ricevete , vero?<br />

Con saluti affettuosi per voi tutte, vostra<br />

Mira<br />

(45)<br />

Eremo, 2 ottobre 1940<br />

Caro Bapu,<br />

ti mando il mio fedele augurio, e bene<strong>di</strong>co Id<strong>di</strong>o <strong>di</strong> averti creato e tuo padre e tua madre per<br />

averti generato.<br />

Io ho fede in te, e so che il tuo cammino sarà <strong>di</strong>ritto fino all’estremo, perché Dio ti guida.<br />

Ricordati sempre delle piccole tue amiche, le sorelle italiane, e <strong>della</strong> minore.<br />

Sorella Maria


(46)<br />

Da una lettera <strong>di</strong> Sorella Maria a Bianca Diana<br />

Eremo, 20 agosto 1946<br />

.<br />

(47)<br />

Da una lettera <strong>di</strong> Sorella Maria a Gandhi<br />

2 ottobre 1947<br />

Caro Mahatma Gandhi,<br />

o meglio caro Bapu, perché io sono una piccola vecchia fedele, e vi incontrai a Roma il 13<br />

<strong>di</strong>cembre del ’31. Ero seduta a terra presso <strong>di</strong> voi guardandovi filare: presenti Mirabehn, Shamrao,<br />

miss Turton Amata e l’altra mia compagna italiana. Mai <strong>di</strong>menticherò quella mezz’ora. Vi volevo<br />

già bene prima <strong>di</strong> conoscervi personalmente; ma da allora molto <strong>di</strong> più. Anzi la comunione con voi<br />

mi è famigliare.<br />

Immancabilmente ogni sera verso il tramonto, mentre an<strong>di</strong>amo in file lungo le arcate del<br />

chiostro e do la pace a tutti i presenti e ai cari assenti, chiamo voi pure, con profondo rispetto e<br />

fedeltà. Dico: la pace al grande Amico Gandhi.<br />

Abito con un gruppo <strong>di</strong> sorelle (quattor<strong>di</strong>ci) un antico eremo su un monte nel cuore<br />

dell’Umbria (la terra del Poverello Francesco che fu amante appassionato del Cristo e del suo<br />

Vangelo).<br />

Vengono a questo Eremo molti poveri e stanchi smarriti lungo il cammino <strong>della</strong> vita.<br />

Sebbene affatica e povere noi stesse, specie dopo la guerra, vogliamo sempre essere pronte<br />

all’accoglienza fraterna, e a <strong>di</strong>videre il nostro pane fisico e spirituale con chi sosta presso <strong>di</strong> noi.<br />

Tutti i nostri amici conoscono il vostro nome, e sanno qualcosa <strong>di</strong> voi, e ricevono un raggio<br />

<strong>di</strong> luce dal vostro esempio e dalla vostra personalità rara: io <strong>di</strong>rei unica.<br />

Miss Turton l’inglese, che noi chiamiamo Nonna Amata, è andata avanti nel ’42 e riposa nel<br />

campicello <strong>di</strong> pace ove la sua tomba è in venerazione. Certo la ritroveremo nella vita <strong>senza</strong> fine.<br />

Vogliamo anche bene a Verrier: ma egli sposandosi con una ragazza Gond ha lasciato tutti i<br />

suoi amici dell’Europa: bisogna comprendere e non <strong>di</strong>menticarlo mai. Neppure Shamrao e<br />

Mirabehn <strong>di</strong>mentico, né Adrews andato avanti, cui dobbiamo la nostra così bella Autobiografia.<br />

E soprattutto mi sembra <strong>di</strong> poter <strong>di</strong>re che spesso accendo la mia piccola lucerna alla vostra<br />

lampada. Per esempio raccoglievo da una relazione su voi questa parola: >. Io pure cerco <strong>di</strong> non venire<br />

meno alla preghiera, anche se ho molto compito e poche forze: ma il pensiero <strong>della</strong> vostra fede<br />

sempre mi aiuta. Siate benedetto.<br />

Un’altra vostra parola ho sentito riferire: che accettereste <strong>di</strong> vivere fino a 125 anni pur <strong>di</strong><br />

servire ancora l’In<strong>di</strong>a. Servire è il desiderio supremo. Voi servirete finché vivrete sulla terra e oltre:


perché anche quando sarete andato avanti, molti, e non solo dell’In<strong>di</strong>a, continueranno a sentire la<br />

vostra voce, e a ricevere un raggio <strong>di</strong> luce attraverso voi. Così sia in eterno!<br />

Oggi è il vostro compleanno. Vi auguro <strong>di</strong> nascere <strong>di</strong> nuovo, secondo la parola <strong>di</strong> Gesù. Vi<br />

ringrazio immensamente per l’In<strong>di</strong>a, per l’Inghilterra, per il mondo, per me, per tutti <strong>di</strong> esistere e<br />

<strong>di</strong> essere fedele alla > (ahimsa), alla purezza (brahmacharya), alla verità (satya).<br />

Oh il tempo è breve, come <strong>di</strong>ceva Shakespeare, per esprimere gratitu<strong>di</strong>ne!<br />

Vogliate bene<strong>di</strong>re l’Eremo e la vostra piccola amica italiana che porta il fardello degli anni e<br />

degli affanni, e che vorrebbe correggere se stessa e servire ancora e ancora.<br />

Ad<strong>di</strong>o grande Amico! Vi saluto giungendo le mani e inchinandomi profondamente, secondo<br />

la consuetu<strong>di</strong>ne in<strong>di</strong>ana. Con questo atto intendo <strong>di</strong>rvi il mio rispetto e offrirvi come ogni sera la<br />

piccola ostia <strong>di</strong> pace.<br />

Sorella Maria<br />

(48)<br />

Dal <strong>di</strong>ario <strong>di</strong> Sorella Jacopa<br />

10 febbraio 1948<br />

Nell’intervallo fra la notizia <strong>della</strong> morte <strong>di</strong> Gandhi che le <strong>di</strong>e<strong>di</strong> nel pomeriggio del 7 e quella<br />

dell’uccisione, pomeriggio del 9, la Minore 37 ha detto al Lucernarium 38<br />

la sera dell’8 e con me la<br />

mattina del 9, che >. . (Lo chiama il pellegrino perché ha <strong>di</strong> lui una raffigurazione in cammino, lo si<br />

vede da <strong>di</strong>etro, in quell’atteggiamento che le è rimasto nel ricordo, da quando uscirono con lui<br />

dalla sala dove si erano intrattenuti per mezz’ora ed entravano nel locale più ampio dove molte<br />

persone e giornalisti aspettavano…).<br />

È la immagine <strong>di</strong> lui che preferisce e che era esposta la sera dell’8 quando in memoria <strong>di</strong> lui<br />

fu suonata l’Eroica.<br />

Stamani io le chiedo: ><br />

.<br />

Cerco <strong>di</strong> farmi <strong>di</strong>re <strong>di</strong> quel suo modo <strong>di</strong> .<br />

. . E dopo un silenzio: >. E dopo altro silenzio: .<br />

Di Gandhi potessimo raccogliere estratti dalle interessantissime lettere che alla Minore<br />

pervengono! E conservare quello che lei via via detta!<br />

…Nel rispondere a qualcuno che, scrivendo in questi giorni non ha nominato Gandhi, parla sì<br />

<strong>di</strong> lui…:.<br />

37<br />

Sorella Maria<br />

38<br />

La preghiera vespertina dell’Eremo. Ogni anno, il 30 gennaio, all’eremo viene commemorato Gandhi, con alcuni suoi<br />

testi e con brani <strong>della</strong> corrispondenza con Sorella Maria.


(49)<br />

Appunti <strong>di</strong> Sorella Maria<br />

20 febbraio 1955<br />

Dal libro <strong>di</strong> Shantidas Vinôbâ ou le nouveau pelérinage: gli un<strong>di</strong>ci voti che devono essere<br />

mantenuti dai fedeli a Bapu e che devono essere ripetuti ogni sera alla fine <strong>della</strong> preghiera<br />

comune:<br />

1° La non Violence<br />

2° La veracitè<br />

3° L’honnêteté totale<br />

4° La chasteté<br />

5° La pauvreté<br />

6° Le travail corporel<br />

7° La sobriété<br />

8° L’intrépi<strong>di</strong>té<br />

9° Le respect de toute religion<br />

10° L’indépendence en matiére de pécune<br />

11° Le refus de <strong>di</strong>stinguer les castes<br />

A l’Asharam dell’Eremo vogliamo dare la nostra de<strong>di</strong>zione intrepida:<br />

1° Alla non violenza (Gesù: <strong>di</strong>ce )<br />

2° Al silenzio<br />

3° Al sacrum facere<br />

4° All’agape<br />

5° Alla povertà<br />

6° Alla continuità del servizio<br />

7° All’austerità<br />

8° Alla semplicità pura<br />

9° Alla modestia<br />

10° All’accoglienza del pellegrino (amico o contrario)<br />

11° Al rispetto <strong>di</strong> ogni religione


(50)<br />

Da una lettera <strong>di</strong> Sorella Maria<br />

A Simonetta Rugani <strong>di</strong> Siena<br />

Eremo, 27 settembre 1960<br />

…>>Venero il P. de Foucauld da molti anni, come venero Gandhi. Si avvicina l’anniversario<br />

<strong>della</strong> nascita <strong>di</strong> Gandhi, 2 ottobre, e verrà anche il terribile anniversario <strong>della</strong> sua immolazione, il<br />

30 gennaio.<br />

In questo stesso giorno, Jacopa, Agnese ed io, guardando il cielo giù da Santa Fina all’ora del<br />

crepuscolo, vedemmo una meravigliosa luce spandersi su tutto l’orizzonte. Non potremmo mai<br />

<strong>di</strong>menticare quel fenomeno. Poi sapremmo che Gandhi in quel momento veniva immolato. Sor.<br />

Jacopa pietosa <strong>di</strong> me volle tenermi nascosta l’immolazione. Ma egli stesso venne e mi comunicò la<br />

realtà incre<strong>di</strong>bile. Dominus non sum <strong>di</strong>gna. Si trema pensando ai Santi. Ci chiedono amore e<br />

sacrificio>>.

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