Frammenti di un'amicizia senza confini - madonna della neve

(21)
Collerisana, Spoleto, 17 aprile 1933
Caro Bapu,
la mia ultima lettera a te era del 13 dicembre scorso: la tua a me del 6 gennaio e mi giunse il
24, giorno del mio compleanno. Mi è stato una dolcezza e una benedizione cominciando un nuovo
anno di vita.
Sono triste di aver passato tanti mesi senza venirti sensibilmente vicino con una lettera. La
malattia ci ha visitato. Anche Sorella Morte è venuta, togliendo il padre ad una di noi, e tutte
abbiamo sofferto con lei.
Ma in verità posso dire che in questi mesi è cresciuta la comunione con te. Attraverso
Verrier, il quale ci scrive settimanalmente abbiamo avuto lezione corroborante da tratti di tue
lettere a lui e Mary, che egli ci trasmette. La tua saviezza è lampada che rischiara. Tu sei
veramente un savio per la grazia di Dio.
Ecco qualche avvenimento di questi mesi trascorsi. Amata (Miss Turton) che da tanti anni ci
è unita col vincolo sacro dell’amicizia, il 25 marzo è stata ricevuta fra noi come novizia. È
commovente il candore religioso di questa novizia di 75 anni!
Lo stesso 25 marzo Miriam (americana) ha compiuto il suo noviziato ed è stata confermata
nella sua stabilità fra noi. E lo stesso 25 marzo io, Maria, sorella minore, ho rinnovato la mia
consacrazione a Dio, dopo 25 anni di servizio.
L’11 aprile è giunta fra noi un’indiana, dottoressa in un ospedale indigeno a Rawalpindi.
L’avevo già conosciuta qualche anno fa quando venne per la prima volta in Italia e all’Eremo. È una
graziosa e simpatica donna con animo religioso e fraterno. Essa pura farà parte della nostra
famiglia spirituale col nome di Shanti. Ma dovrà ritornare in India alla fine di luglio, riprendendo il
suo servizio nell’ ospedale di Rawalpindi.
È molto bella vestita nel suo sari in mezzo a noi e noi salutiamo, guardandola, l’India cara e
Bapu ed i suoi discepoli, e Verrier ed il suo ashram.
Anche Miriam, purtroppo dovrà partire fra pochi giorni e andare lontano oltre il mare.
Quest’allodola divide il suo tempo ed il suo coraggioso servizio d’amore fra l’Eremo e la sua casa in
campagna presso Boston dov’essa ha cura della terra, e dà aiuto a molti bisognosi. Ritornerà nel
prossimo novembre.
Com’è duro separarci da quelli che amiamo! Che aiuto e che benedizione sono nella vita lo
stare insieme, e il nutrirci dello stesso pane! Come sono presenti al cuore nostalgico gli assenti!
Così tu sei, caro Bapu, Vorrei che tu sentissi quanto noi ti teniamo presente. Non solo il
venerdì, al termine del giorno, cantando l’inno ; non solo leggendo le lettere di
Verrier che ci trasmettono la tua parola; ma sempre, sempre noi ti accogliamo, come il Pellegrino
che bussa alla porta del cuore, e che si accompagna al nostro pellegrinaggio verso la Luce della
Verità eterna.
Non dimenticare le Allodole di San Francesco. Hai figlie e figli; hai molti grandi amici; hai
discepoli. Ma ricorda, fra tutti questi, un’umile piccola amica ferma al suo posto presso di te,
Maria l’allodola, con tutte le allodole. E dà a noi la benedizione della tua saviezza e del tuo cuore
lungimirante.
Sorella Maria