Frammenti di un'amicizia senza confini - madonna della neve

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(11) Eremo, 2 settembre 1932 Caro Bapu, è stata una gioia ricevere la sera del 30 agosto la vostra lettera del 10, in risposta alla mia dell’11 luglio dalla Svizzera. Mi pare che la lettera fosse di vostra mano compreso l’indirizzo. Grazie! Io ho passato un mese in Svizzera, in una clinica dove mi aveva condotta Miriam, la sorella americana. Poi il 26 luglio sono ritornata qui, al nostro vecchio eremo dov’è travaglio e pace. Miriam il 16 agosto è ripartita per l’America. Vive vicino a Boston, in una casa di campagna; coltiva la sua terra e accoglie nella sua casa di pace qualche ospite per esempio qualche persona che non ha mezzi ed ah bisogno di riposarsi un poco, o una persona anziana e sofferente. Ai primi di dicembre Miriam ritornerà tra noi fino al maggio del 1933. Così essa divide il suo tempo, la sua attività ed il suo grande cuore fra la nostra piccola comunità fraterna, di cui è membro vivo, e la casa ospitale in America, alla quale diamo il nome di S. Cristoforo. ( La leggenda di S. Cristoforo è molto graziosa e significativa, e dirò a Miriam di scriverla). Amata ( Miss Turton) appartiene essa pure alla nostra comunità fraterna, come Miriam; ma, come Miriam, non può stare sempre fra noi. Metà dell’anno abita a Siena, con una sua sorella inferma, e altre due umili donne. Diamo il nome di alla loro piccola abitazione. Raffaele nel linguaggio biblico significa >. Invece Jacopa, Immacolatella, Angeluccia, Rosa, Agnese, Paola, Gigliola, Cenere, Cenerella ed io Maria stiamo sempre insieme quassù all’Eremo dedicato a San Francesco: solo nei mesi più rigidi, quando vi è troppa neve e i lupi girano attorno, siamo costrette a scendere un po’ più in basso, ma il nostro indirizzo può essere sempre lo stesso, come ve l’ho messo in principio della lettera. Alcuni nostri amici qui in Italia, amano l’India e voi. Sono: - Cesare Rocchi, nobilissimo spirito con la sua donna. Mai e Giovanni Costetti, marito e moglie. Mai è norvegese: anima aperta e ferma, pronta al servizio. Giovanni è italiano, e artista sincero, con temperamento appassionato. – Anieka Jan Leggetti, americana, abita essa pure l’Italia e vicino a Firenze come i Costetti. Ed è creatura che segue l’ideale. Questi cari, cui noi siamo legate dal sacramento dell’amicizia, vi saranno sempre fedeli: e i vostri messaggi e quelli di Verrier circolano fra tutti noi. Spero esservi stata chiara? Ne ho tale bisogno e desiderio! Ad ogni costo voglio giungere ad essere in tutto e dinanzi ad ognuno, minore e chiara. Ma specialmente dinanzi a Voi. Non posso scrivere di più oggi: ho povertà di tempo e di forze. Scriverò di nuovo presto, se Dio mi aiuta. Mando questa mia lettera a Siena, ad Amata, perché la traduca; essa la manderà a Verrier che ve la farà avere. Unisco piccoli disegni dell’Eremo. Verrier sarà qui fra noi ad ottobre. Vi prego, se ricevete, di scrivermi anche solo due righe, dicendomi: è giunta la vostra lettera del 2 settembre. Così ogni volta grazie. Sono la vostra piccola Maria minore Allodola di S. Francesco
(12) Sorella Maria a Sorella Amata Eremo 13 settembre 1932 (13) Sorella Maria a Sorella Amata Eremo 20 settembre 1932 > (14) Sorella Maria a Sorella Amata Eremo, 27 settembre 1932 . (15) Sorella Maria a Sorella Amata Eremo, 3 ottobre 1932 . (16) Dalla prigione centrale di Yeravda, 4 ottobre 1932 Cara Allodola Maria, la vostra lettera affettuosa del 2 settembre mi è giunta qui in regola. Ho avuto quel bel telegramma durante il mio sacro digiuno. Tali i segni come i vostri mi furono cibo mandato da Dio. Sto guadagnando forza. Vi ringrazio per quei disegni. Io sono lento ( nell’autografo: dense). Prenderò del tempo per imparare tutti i nomi originali ed assunti dalle Allodole. Esse mi perdoneranno tutte. Amore a Voi tutte da noi tutti. Bapu
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