Frammenti di un'amicizia senza confini - madonna della neve

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fraterna, con il desiderio di imparare da ognuno ed offrire ad ognuno del nostro pane e del nostro cuore>>. 9 La vita dell’Eremo scorre semplicemente tra lavoro, il servizio ai poveri e all’accoglienza fraterna nel silenzio e nella preghiera. L’amicizia universale non è qualcosa di indeterminato e vago ma si fonda sull’ordine di una vita regolata. Il legame fra persone così diverse non passa attraverso un linguaggio confuso o impreciso,nell’illusione di rendere uniformi esperienze le più diverse, ma, al contrario, è fatto di una comunicazione concreta che fa crescere la comunione spirituale: . L’incontro dell’anno precedente, le parole chiare del luglio toccano Gandhi che risponde nell’agosto di quell’anno, cogliendo il cuore dell’esperienza francescana dell’Eremo, dalla prigione centrale di Yeravda: . A Gandhi non viene meno la fermezza e la serenità, cosa non comune se si pensa che era in prigione dal 4 gennaio 1932, in un momento di estrema durezza della politica britannica nei confronti dell’India e sarebbe uscito solo l’8 maggio dell’anno seguente, unicamente per il timore da parte britannica di una sua fine causata dall’ennesimo digiuno che aveva appena intrapreso. 12 La preghiera in comune del venerdì 13 ha creato un’affinità d’anima, vero legami tra luci che si sono accese: così lontane ma tanto vicine da riconoscersi e lavorare insieme per la pace che si sta minacciosamente allontanando sull’orizzonte europeo e mondiale. L’esperienza dell’Eremo è esperienza di pace aperta al mondo e in questo cammino ci sono le premesse per l’incontro con Gandhi. La conoscenza spirituale è conoscenza concreta. Sorella Maria che non è mai formale nel rapporto epistolare con Gandhi, presenta le altre sorelle nella certezza che l’aver presente tutte sia un modo concreto per far crescere l’amicizia spirituale. In nome di questa concretezza, Sorella Maria riprende Sorella Amata sull’importanza di comunicare in maniera chiara ed esatta. Gandhi aveva confuso l’Eremo e 14 Siena e non riusciva a cogliere bene ove le sorelle si collocassero. Lo aveva scritto loro, scusandosi. Sorella Maria si ferma su questo aspetto e non lo sottovaluta: . 15 Colpisce la presenza di un cammino, di un itinerario di fede che si va approfondendo e che si esprime in un senso dell’amicizia sempre più forte. All’ di Gandhi, l’amore per il dialogo non fa venir meno l’appartenenza alla propria esperienza religiosa: lei sta >. 16 Il piccolo ed appartato eremo, nel cuore dell’Umbria, non è fuga dal mondo ma, al contrario, luogo di apertura universale dove le Sorelle si sentono in comunione >. In una fine sintesi scorre, senza spreco di 9 Ibidem 10 Ibidem 11 Cfr. Lettera di Gabdhi a Sorella Maria, dalla prigione centrale di Yeravda, 10 agosto 1932. 12 Cfr. Louis FISHER, Le vie du Mahatma Gandhi,Paris 1952. Per il periodo di detenzione in questione, in particolare si vedano le pp. 278-303. 13 Si pregava con l’inno del cardinal Newman , preghiera a cui si univano Gandhi e i suoi discepoli, dell’India e dell’Europa. Vedi testo in appendice. 14 A Siena avrebbe infetti risieduto, fino alla fine del ’32, Sorella amata che, allora - la lettera è di quell’anno- si recava sporadicamente all’Eremo. 15 Cfr. Lettera di Sorella Maria e Sorella Amata, Eremo di Campello, 13 settembre 1932. 16 Cfr. Lettera di Sorella Maria a Gandhi, Collerisana, Spoleto, 17 aprile 1933.
parole – il cui uso riveste una parte essenziale delle due esperienze religiose – la vita delle : dalla preghiera in cui non manca tanto cara a Gandhi, al lavoro per tenere in ordine l’Eremo, per fare il pane >, per tessere >. L’ospitalità e la vicinanza ai contadini sono solo i due aspetti di un unico spirito di accoglienza. È su questa base che Sorella Maria, con quel tratto così caratteristico della sua personalità, con > di essere parte e di godere del privilegio della amicizia di Gandhi, forte del senso universale della sua vita religiosa . Gandhi coglie questa domanda e parlando dell’inizio del mese di digiuno, nel maggio del ’33, si dice certo di ricevere sostegno ed aiuto dalla sua . 17 Questa raggiunge un livello di particolare intensità in occasione del Natale di quell’anno, evento centrale 18 il cui significato Sorella Maria riesce a trasmettere senza forzature, augurandosi che Gesù venga verso Gandhi e illumini la sua via. La seconda metà degli anni trenta è vissuta, dall’Eremo e dalla famiglia di Gandhi, con amara lucidità di chi sa vedere – e prevedere – le conseguenze di un’educazione alla violenza: la guerra. Non è un caso che emerga sempre più frequente la riflessione sulla non violenza come antidoto al conflitto. >scrive Sorella Jacopa nell’agosto 1935, intuendo a cosa avrebbero portato i segni di violenza, sempre più evidenti nella società europea. L’invito pressante alla non violenza, sempre più frequentemente, compare nelle parole di Sorella Maria, eco di quanto aveva scritto Gandhi sul nazismo crescente in Germania: >. 20 Al sinistro bagliore dell’educazione alla violenza, si contrappongono, in una profonda ed evidente differenzazione di forze, le due luci sorte in India ed in Umbria. Sorella Maria ha bisogno del sostentamento della > 21 che si è accesa in India: la distanza si fa irrilevante ed il suo chiarore è di aiuto per quell’esperienza umana così poco usuale, è di conferma nel suo cammino di fede. >. E Gandhi da parte sua, le rispondeva commosso: >. 22 Nel settembre del ’37 Sorella Maria è malata, ma la sua malattia e l’amore divengono > per mezzo delle quali >. 23 La pace che si allontana tocca da vicino, anche in senso laterale, la vita dell’Eremo: sorella Amata, inglese, correva il rischio di dover abbandonare il Paese. E, un mese dopo lo scoppio della guerra, nel fare a Gandhi gli auguri per il suo compleanno, Sorella Maria vede con chiarezza che la via della pace è legata alla via 17 Cfr. Lettera di Gandhi a Sorella Maria, dalla prigione centrale di Yeravda, 7 maggio 1933. 18 Cfr. Lettera di Sorella Maria a Gandhi, Collerisana, Spoleto, 13 dicembre 1933. 19 Dal diario di Sorella Jacopa, 16 agosto 1935. 20 Citato nella lettera di Mahadev Desai, segretario e discepolo di Gandhi, a Sorella Amata; Wardha, 23 aprile 1936. 21 Cfr. Lettera di Sorella Maria a Gandhi, Eremo di Campello, 2 ottobre, 1936. 22 Cfr. Lettera di Gandhi a Sorella Maria, dal >, 24 ottobre 1937. 23 Cfr. Lettera di Sorella Maria a Gandhi, Eremo di Campello, 7 settembre 1937.
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