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Frammenti di un'amicizia senza confini - madonna della neve

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Dalla Svizzera, 11 luglio 1932<br />

Carissimo Bapu,<br />

Domani arriverà qui Verrier e insieme parleremo molto <strong>di</strong> voi, e dell’In<strong>di</strong>a cara. Io sono la<br />

piccola sorella italiana, Maria, allodola <strong>di</strong> S. Francesco. Insieme l’altra allodola Immacolatella e alla<br />

nostra Amata (Miss Turton) ho avuto la gioia profonda e sacra <strong>di</strong> stare un poco vicino a voi, la<br />

mattina del 13 <strong>di</strong>cembre, a Roma.<br />

Poi attraverso Verrier soprattutto, e Shamrao, e anche attraverso Mirabehn, io posso<br />

seguirvi, quasi, oso <strong>di</strong>re, far parte <strong>della</strong> vostra famiglia.<br />

In questo momento io non sono all’Eremo con le altre sorelle. Miriam, una sorella<br />

americana, dal cuore d’angelo, mi ha condotta lontana, qui in Svizzera, per una cura e un piccolo<br />

riposo, <strong>di</strong> cui avevo tanto bisogno. Abitiamo vicino a Romain Rolland e Verrier vedrà lui e noi.<br />

Mi è proprio una gioia fraterna l’incontro con Verrier. Lo apprezzo moltissimo, insieme a<br />

Shamrao. Anch’io, come Verrier, appartenevo ad una congregazione cui sono rimasta affezionata e<br />

riconoscente. Ma tre<strong>di</strong>ci anni fa, il Signore mi ha in<strong>di</strong>cato una via <strong>di</strong> maggiore semplicità e libertà<br />

cristiana. Nonostante immense <strong>di</strong>fficoltà, e patimenti e incomprensioni ecclesiastiche, il Signore<br />

mi ha dato la grazia e coraggio <strong>di</strong> seguire questa via, e mi ha affrancata da igni vincolo che non sia<br />

quello dell’amore.<br />

Da prima avevo una sola compagna, la giovinetta Immacolatella. Poi a poco a poco sono<br />

venute altre, e abbiamo formato insieme il piccolo gruppo delle “Allodole <strong>di</strong> S. Francesco”, come ci<br />

hanno chiamate la povera gente.<br />

Abitiamo un vecchi Eremo sulla montagna, a circa un’ora <strong>di</strong> ferrovia da Assisi, e poi un’ora <strong>di</strong><br />

salita a pie<strong>di</strong> su un piccolo aspro sentiero fra rocce e ulivi.<br />

Questo antico Eremo era stato abbandonato dai monaci e cadeva in rovina, quando noi<br />

l’abbiamo scoperto. È in una posizione bellissima e solitaria, con una visione immensa sulle dolci<br />

montagne e sulla valle dell’Umbria, benedetta da S. Francesco, che era un povero, un semplice, un<br />

libero, e un giullare <strong>di</strong> Dio. Così vogliamo essere noi, piccole creature, a suo esempio.<br />

Amata (Miss Turton) che è una donna santa, con il cuore pieno <strong>di</strong> candore e <strong>di</strong> fede, ci ha<br />

aiutate a riparare le vecchie mura cadenti dell’Eremo, e a renderlo abitabile. Anche altri cari amici<br />

ci hanno aiutato con il loro affetto, il loro inten<strong>di</strong>mento e la loro elemosina.<br />

Dal 1926 siamo riunite lassù. Vi voglio fare conoscere la nostra piccola compagnia.<br />

Siamo sette allodole: Immacolatella, Jacopa, Angeluccia, Rosa, Agnese, Miriam, ed io Maria.<br />

Amata è la nostra bene<strong>di</strong>zione; spesso la chiamiamo Nonna Speranza. Poi altre cinque sorelle sono<br />

con noi, <strong>senza</strong> poter seguire del tutto la nostra <strong>di</strong>sciplina <strong>di</strong> abnegazione: Paola, Gigliola, Cenere,<br />

Cenerella, Chiarella. Alcune <strong>di</strong> noi sono assolutamente semplici e <strong>senza</strong> cultura. Appartengono alla<br />

cara, umile con<strong>di</strong>zione sociale; altre hanno titoli <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o o <strong>di</strong> nobiltà. Jacopa è cieca, coltissima,<br />

con una intelligenza virile, un <strong>di</strong>scernimento meraviglioso, e un più meraviglioso cuore. Essa mi<br />

sostituisce quando io sono lontana. Immacolatella, la mia prima fedelissima compagna, è un<br />

gioiello <strong>di</strong> inapprezzabile semplicità: quasi tutte noi siamo cattoliche romane; Amata e Miriam<br />

sono anglicane. Io sono riconoscente e in venerazione per la chiesa <strong>della</strong> mia nascita e <strong>della</strong> mia<br />

famiglia; ma la chiesa del mio cuore è l’invisibile chiesa che sale alle stelle, che non è <strong>di</strong>visa da<br />

<strong>di</strong>versità <strong>di</strong> razze o <strong>di</strong> culti, ma è formata da tutti i cercatori sinceri <strong>della</strong> verità.<br />

All’Eremo vengono amici e pellegrini un po’ da tutte le parti del mondo, portandoci le loro<br />

esperienze, e ai quali noi <strong>di</strong>amo tutta la simpatia fraterna, con il desiderio <strong>di</strong> imparare da ognuno e<br />

<strong>di</strong> offrire ad ognuno del nostro pane e del nostro cuore.<br />

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