Un fiume in piena! - Giuseppini del Murialdo
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<strong>Murialdo</strong> non lavorava per gli uom<strong>in</strong>i,<br />
ma unicamente per Dio e questo solo<br />
può spiegare come non lo abbattessero<br />
le contrarietà e non lo distogliessero<br />
dal proseguire nella sua opera nonostante che,<br />
almeno per molto tempo, non ebbe che poche consolazioni;<br />
lavorava per Dio e perciò con Dio trattava<br />
più che con gli uom<strong>in</strong>i <strong>del</strong>le sue opere, e <strong>in</strong> Dio sperava<br />
contro ogni speranza dove un altro senza una<br />
fede viva si sarebbe disarmato. Era solito dire: Dio<br />
vede, Dio provvede. E come era certo di fare la volontà <strong>del</strong><br />
Signore, <strong>in</strong> lui si affidava ciecamente…» (Vita, p. 226).<br />
L’impegno di san Leonardo a rispondere all’amore gratuito<br />
e misericordioso di Dio verso di lui, si è concretizzato <strong>in</strong><br />
modo particolare nell’abbandono fiducioso alla sua Provvidenza<br />
e nel compimento <strong>del</strong>la sua volontà <strong>in</strong> tutte le circostanze<br />
<strong>del</strong>la vita.<br />
Conv<strong>in</strong>to che la volontà di Dio è espressione <strong>del</strong> suo<br />
amore per cui non può essere che una volontà di bene, san<br />
Leonardo, responsabilmente e attivamente, ha lasciato che<br />
Dio costruisse la sua storia rispondendo con un “sì” totale e<br />
generoso ai suoi disegni.<br />
Durante la sua vita il <strong>Murialdo</strong> non si è posto la domanda.<br />
«Che cosa devo fare per amare Dio?», ma: «Che cosa Dio<br />
vuole da me perché io lo ami?». Il <strong>Murialdo</strong>, cioè, non si è<br />
preoccupato di costruire la strada su cui camm<strong>in</strong>are, ma si è<br />
preoccupato di percorrere la strada che Dio, Padre buono,<br />
ogni giorno gli tracciava nella concretezza <strong>del</strong>l’esistenza. Di<br />
qui il suo abbandono alla Provvidenza <strong>del</strong> Padre <strong>in</strong> tutte le<br />
situazioni, anche quelle segnate dalle sofferenze fisiche e<br />
morali, e la ricerca appassionata, vissuta con <strong>del</strong>icatezza di<br />
fede e con scrupolosa serietà, <strong>del</strong>la volontà di Dio, valorizzando<br />
la preghiera e il consiglio di sacerdoti saggi e santi. E<br />
una volta conosciuta, egli l’ha compiuta con fe<strong>del</strong>tà e con<br />
serenità, accettando tutte le conseguenze che ne derivavano.<br />
Per questo si può dire che nella sua vita il <strong>Murialdo</strong> non ha<br />
«Iddio è bontà e misericordia <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ita; Gesù Cristo<br />
ha subìto la morte di croce per noi: ecco la ragione e il<br />
fondamento di ogni nostra speranza e confidenza <strong>in</strong><br />
Dio... E ad una bontà <strong>in</strong>f<strong>in</strong>ita non deve corrispondere <strong>in</strong><br />
noi una somma fiducia? (Scritti, VII, p. 161).<br />
di<br />
Giuseppe<br />
Fossati<br />
fatto quello che desiderava, ma quello che Dio<br />
voleva da lui. Questo ha richiesto al <strong>Murialdo</strong><br />
autentica fede, umiltà di mente e di cuore, libertà<br />
<strong>in</strong>teriore, docilità amorosa e attiva cooperazione<br />
all’azione di Dio, e ha comportato la r<strong>in</strong>uncia a tanti<br />
suoi progetti e il seguire strade non sempre conformi<br />
alla sua personalità e alle sue aspirazioni.<br />
Due fatti, tra tanti altri, sono significativi a questo<br />
riguardo perché hanno dato una svolta nuova<br />
alla sua vita: l’accettazione <strong>del</strong>la direzione <strong>del</strong> Collegio<br />
Artigianelli e la fondazione <strong>del</strong>la congregazione.<br />
Quando, nel 1866, gli fu fatta la proposta di assumere la<br />
direzione <strong>del</strong> Collegio Artigianelli, «... tale proposta lo spaventò<br />
addirittura: egli cercò tutti i modi di schernirsene,... ma <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e<br />
il <strong>Murialdo</strong> si arrese...» (Vita, pp. 45-46).<br />
Cosa voleva Dio dal <strong>Murialdo</strong>? Il suo carattere, la sua sensibilità,<br />
la sua preparazione teologica e la sua posizione<br />
sociale erano, <strong>in</strong> qualche modo, <strong>in</strong> contrasto con il compito<br />
che gli veniva affidato di vivere tra i ragazzi poveri e abbandonati,<br />
ricchi, come dirà lo stesso <strong>Murialdo</strong>, «di ignoranza, di<br />
selvatichezza e di vizi» (Scritti, V, p. 7). Inoltre la situazione<br />
problematica <strong>del</strong> collegio dal punto di vista economico, formativo<br />
e organizzativo, non favoriva certamente l’assunzione<br />
di una responsabilità così grave. Dirà il <strong>Murialdo</strong> ai giovani<br />
artigianelli nel 1875: «Allorquando nove anni or sono, io esitavo<br />
grandemente ad accettare l’onorevole <strong>in</strong>carico di Rettore<br />
di questo Collegio, conoscendo la debolezza <strong>del</strong>le mie<br />
forze, un personaggio assennatissimo, a cui io mi <strong>in</strong>dirizzavo<br />
per consiglio, mi <strong>in</strong>cuteva gran timore...» per distogliermi di<br />
aderire alla proposta che mi era stata fatta (Scritti, IX, p. 343).<br />
Chiudersi <strong>in</strong> un collegio, poi, significava per il <strong>Murialdo</strong><br />
mettere la sua vita su una strada nuova, abbandonare i suoi<br />
progetti e soprattutto r<strong>in</strong>unciare alla libertà, di cui era molto<br />
geloso. Il <strong>Murialdo</strong> superò tutte queste difficoltà. Alla volontà<br />
di Dio che si manifestava attraverso molteplici segni, egli<br />
disse il suo “sì”. Fu un sì eroico che gli costò grandi r<strong>in</strong>unce,<br />
ma fu un sì di abbandono alla volontà di Dio. Ed è proprio<br />
sotto questa prospettiva che si deve <strong>in</strong>terpretare quanto scrive<br />
nella lettera di accettazione: «... tale nom<strong>in</strong>a merita tutta la<br />
mia riconoscenza, ed è una gioia, come un dovere per me,<br />
venire ad attestarla» (Ep., I, 67). Questa gioia non è determ<strong>in</strong>ata<br />
da motivi umani: è la gioia di chi è conv<strong>in</strong>to di fare la<br />
volontà di Dio, anche se difficile. «Oh, mille volte beato chi si<br />
riposa nella volontà <strong>del</strong> Signore!» (Scritti, XI, p. 312), ha scritto<br />
il <strong>Murialdo</strong>. Nell’esperienza <strong>del</strong> Collegio Artigianelli, Dio lo<br />
«La fede ci dice che tutto viene da Dio, e perciò<br />
tutto va bene: è Dio che lo vuole, è Dio che lo permette,<br />
e Dio non vuole né permette nulla al mondo se non per<br />
il nostro maggior bene» (Ep., V, 2138).<br />
attendeva per un’altra scelta non facile: essere religioso e<br />
fondatore di una congregazione.<br />
Scrive nel Te s t a m e n t o, nel brano Le mie vocazioni:<br />
«Quanto alla vocazione religiosa, essa è stata ancora più un<br />
dono non solo gratuito, ma imposto con amabile violenza da<br />
Dio. Mai avevo pensato e mai avrei immag<strong>in</strong>ato di diventare<br />
un giorno religioso. Per la mia <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>azione alla libertà avevo<br />
una certa avversione ad essere religioso. E tuttavia il buon<br />
Dio lo ha fatto!» (Test., p. 67). Le espressioni, «imposto con<br />
amabile violenza», «mai avevo pensato» e «una certa avversione<br />
ad essere religioso», unite a quell’altra che si trova<br />
sempre nel Testamento, «benché riluttante ti sforzai ad entrare...»<br />
(Test., p. 73) nella vita religiosa, <strong>in</strong>dicano non solo l’atteggiamento<br />
<strong>del</strong> <strong>Murialdo</strong> nei confronti <strong>del</strong>la vita religiosa, ma<br />
anche come il <strong>Murialdo</strong> si è lasciato condurre da Dio accogliendo<br />
una vocazione lontana dai suoi ideali e contraria al<br />
suo carattere e al suo spirito di libertà.<br />
Dio volle il <strong>Murialdo</strong> anche fondatore di una congregazione,<br />
progetto lontano dai suoi pensieri e dalle sue prospettive<br />
e che richiese <strong>in</strong> lui un serio discernimento <strong>del</strong>la volontà di<br />
Dio, perché egli «non era favorevole...» (Test., p. 67). Anche<br />
la congregazione fu “voluta” da Dio, e il <strong>Murialdo</strong> accettò questa<br />
volontà, conosciuta attraverso una ricerca paziente e sofferta,<br />
vissuta però con fede e umiltà.<br />
Veramente il <strong>Murialdo</strong> ha messo <strong>in</strong> pratica quanto disse <strong>in</strong><br />
una conferenza ai giovani artigianelli: «Io mi accontento di<br />
dire: Dio faccia di me ciò che gli piace» (Scritti, IX, p. 384) perché<br />
«siamo nelle mani di Dio e siamo <strong>in</strong> buone mani» (Ep., IV,<br />
1546). Dio ha costruito la “storia” <strong>del</strong> <strong>Murialdo</strong> e il <strong>Murialdo</strong> si<br />
è abbandonato a questa azione di Dio compiendo la sua<br />
volontà non con rassegnazione, ma con attiva partecipazione<br />
di amore. Nel suo camm<strong>in</strong>o di santità il <strong>Murialdo</strong> non solo<br />
ha cercato di “accettare” la volontà di Dio, ma di “volere” la<br />
volontà di Dio <strong>in</strong> modo da uniformare la sua con quella di Dio<br />
e manifestare così il suo amore verso di lui: «La disponibilità<br />
al volere div<strong>in</strong>o non riesce difficile a chi ama Dio e la sua<br />
volontà» (Ep., V, 2252).<br />
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