LA FESTA DEI BANDERESI - Pro Loco Bucchianico
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Il Sergentiere Camillo e Banderese<br />
durante le Passate del 25 maggio.<br />
Gli uomini diventano “banderesi” indos -<br />
sando le fasce a tracolla e alla cinta. Il<br />
25 maggio portano il pennacchio.<br />
“Mi ricordo che mio padre Vin -<br />
cenzo sergentiere durante la festa<br />
indossava un abito che gli era stato<br />
confezionato da “Rachele di Cicoria”,<br />
esperta in ricamo e lavori<br />
in uncinetto. Riusciva a lavorare<br />
il ?lo di cotone che usualmen -<br />
te era utilizzato per l’orditura dei<br />
telai, un tempo molto diffusi a<br />
<strong>Bucchianico</strong>. “Rachele di Cicoria”,<br />
una donna di <strong>Bucchianico</strong>, ese -<br />
guiva lavori minuziosi anche con<br />
“?lo-oro”. Non so a quale stile storico<br />
si sia ispirata per la confezione<br />
dell’abito, si diceva però che il<br />
sergentiere in persona, mio padre,<br />
avesse consultato “libri” con ?gure<br />
storiche. Si diceva che l’elmetto<br />
che lui portava era stato preso<br />
direttamente in Vaticano mentre<br />
il cimiero di ?li di lana di diversi<br />
colori era stato cucito dalle donne<br />
di casa”. (testimonianza di Beatrice<br />
Tatasciore)<br />
La famiglia del Banderese prima del trasporto delle Some in un’edizione degli anni ’50.<br />
Sono evidenti le due ragazze che portano i canestri con le uova e pennacchio.<br />
in Terzieri in cui la probabile rivalità territoriale non sfociava mai comunque<br />
nella divisione contradaiola tipica delle cittadine umbre o toscane. Infatti la<br />
tradizione dei Banderesi si basa sul forte legame sociale delle parentele che<br />
prevarica ogni divisione territoriale. Ancora oggi la divisione del territorio<br />
comunale in “contrade”, voluta dalla <strong>Pro</strong> <strong>Loco</strong>, è elastica e si consocia inevita -<br />
bilmente ai rapporti sociali: il venir meno del carisma del capocontrada, diverbi<br />
tra le famiglie, eventi luttuosi e tragici, spostano notevolmente (o annullano)<br />
le divisioni territoriali. Risulta invece recente l’affermazione della tifoseria contradaiola<br />
che da anni caratterizza gli esiti di alcune fasi della festa quasi ad aver<br />
allargato nel territorio (sempre più urbanizzato) l’antica rivalità popolare tra le<br />
Piazzjre , li Castelljre e le Farciulejse che un tempo contraddistingueva il centro<br />
storico. Il capo-contrada oggi è una ?gura in evoluzione che può essere scelto<br />
dal Banderese o concertato all’interno di associazioni, gruppi di persone che<br />
appartengono a quelle famiglie che abitano nelle contrade. Le contrade oggi<br />
hanno perso notevolmente la loro iniziale condizione di ruralità ?no ad essere<br />
vere e proprie aree urbane nelle quali si è strutturata una società complessa solo<br />
in parte di origine contadina. La trasformazione del contesto sociale ha avuto<br />
molte ripercussioni sulla festa soprattutto nelle contrade marginali dove la<br />
condizione di “con?ne” territoriale ha permesso rapide evoluzioni sociologiche:<br />
l’esempio della contrada di Colle Marconi vale per tutte, infatti essa è diventata<br />
area residenziale prossima alla conurbazione Chieti-Pescara che da molti anni si<br />
trova nella condizione di dover “inventare” una nuova identità urbana. Così vi<br />
sono altre contrade che hanno una partecipazione periodica alla festa legando<br />
la loro capacità di raggruppamento sociale al carisma del Banderese dell’anno.<br />
Dopo il 1970 vi è stata una variazione del ruolo dei contradaioli quando la <strong>Pro</strong><br />
<strong>Loco</strong> li spinse ad ampliare l’istituto festivo e ad organizzare i carri e canestri per<br />
quella che si comiciò a chiamare “S?lata dei Carri e Canestri” per aumentare<br />
il numero dei partecipanti e rendere l’evento più coinvolgente. Oggi il capo<br />
contrada realizza il carro e organizza l’incontro tra i cittadini presso la propria<br />
abitazione, rendendo più diffuso ciò che avviene nella casa del Banderese.<br />
È interessante notare che gli abitanti della parte “urbana” di <strong>Bucchianico</strong><br />
si sentano a volte esclusi dalla festa quando nella rigida ripartizione delle contrade<br />
rurali non trova spazio quella “cittadina”. In effetti l’idea promossa dalla