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LA FESTA DEI BANDERESI - Pro Loco Bucchianico

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42<br />

Il gruppo dei parenti procede insieme<br />

al Banderese intonando i canti<br />

di S. Urbano.<br />

Donna con canestro in?orato.<br />

La preparazione dei carri e canestri<br />

Negli anni ’50 si diceva presso le famiglie dei parenti che bisognava “andare<br />

a trovare il Banderese”. Le donne preparavano un canestro di vimini ornato<br />

di ?ori e altre decorazioni al cui interno si mettevano cancellate, biscotti,<br />

pasta, olio, bottiglie di liquore e altro da donare al Banderese. Il canestro<br />

veniva poi portato il giorno 22 maggio a costituire l’insieme che avrebbe<br />

fatto parte del corteo. I canestri erano colmi di doni. Solo negli anni ’70<br />

i donativi sono scomparsi e il canestro è diventato solo un apparato decorativo.<br />

I canestri vengono preparati oggi dalle singole famiglie oppure<br />

dai comitati di contrada nelle case dove si radunano per diverse serate le<br />

persone che “fanno i ?ori”. Da gennaio inizia la preparazione dei ?ori di<br />

carta che impegna per molte ore di lavoro.<br />

Gli incontri a casa del Banderese<br />

È abitudine da qualche anno a questa parte che il Banderese organizzi<br />

incontri preparatori nella sua casa con la partecipazione del Sergentiere,<br />

i responsabili della <strong>Pro</strong> <strong>Loco</strong>, i capicontrada e i parenti responsabili dei<br />

carri. Sono incontri dove si discute dell’organizzazione e si comunicano<br />

i temi dei carri delle contrade.<br />

5.3 Le Some di S. Urbano<br />

Domenica precedente il 23 maggio<br />

L’insieme dei prodotti raccolti con la questua e i donativi offerti costituivano<br />

le “Some” di S. Urbano, cioè le masserizie e i beni che permettevano lo<br />

svolgersi della festa. L’evidenza pubblica delle “Some” con una processione<br />

che assume tuttora i segni di un pellegrinaggio di ringraziamento al santo,<br />

era un modo di far conoscere al pubblico il risultato della questua. La teoria<br />

di persone con canestri, il vitello e montoni, i canestri con le uova ?no ai<br />

carri esibiva i beni alimentari e fondamentali per l’organizzazione della festa<br />

dove le scenogra?e e le decorazioni erano di mero supporto. Tuttora il corteo<br />

termina nella chiesa di S. Urbano dove si ringrazia il santo dell’abbondanza<br />

dei prodotti che poi vengono depositati negli spazi comunali. In altra<br />

occasione si è voluto accomunare questo rito con il trasporto del corredo<br />

matrimoniale, dove in effetti “le some della sposa” diventava l’esibizione<br />

pubblica della dote con una modalità comportamentale molto simile. Le<br />

robe alimentari: il pane, dolci, cancellate, uova, vino e altro signi?cavano la<br />

festa dei Banderesi più delle decorazioni ?oreali che, sembra, si siano sviluppate<br />

e affinate nell’immediato dopoguerra. Oggi questo rito è noto per le<br />

decorazioni e per la ricchezza scenogra?ca dei ?ori di carta, sia dei carri che<br />

dei canestri; l’allestimento dei canestri e dei carri diventa la più imponente<br />

occasione artistica che la società bucclanea conosce mentre il cibo, in quest’epoca<br />

di abbondanza, si è ridotto al solo signi?cato simbolico.<br />

Il rito di questo giorno è sicuramente quello più spettacolare con il coinvolgimento<br />

di oltre 1.300 persone come partecipanti e tutta la popolazione<br />

(o quasi) come spettatori. Il Banderese si sposta dalla sua casa di campagna<br />

dentro le mura del centro antico dopo che il suo corteo familiare si è ricongiunto<br />

con quello delle contrade nei pressi del campo sportivo.

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