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II III<br />
L<br />
a ricerca farmacologica ha conseguito innumerevoli conquiste<br />
in campo medico, nonostante ciò nel corso degli anni è<br />
cambiato l’atteggiamento nei confronti del farmaco.<br />
In passato, ogni piccolo passo avanti veniva accolto con un entusiasmo<br />
tale da fare da viatico al passo successivo (piccolo o grande<br />
che fosse) e la disponibilità limitata di terapie farmacologiche<br />
portava a considerarle in tutto il loro valore.<br />
Oggi invece, il “bene farmaco” ha subito una notevole inflazione<br />
che riconosce le sue cause in un’eccessiva medicalizzazione, in una<br />
pressante richiesta di trattamenti anche per condizioni prima non<br />
considerate patologiche, in una babele di informazioni e disinformazioni<br />
e nella perdita dell’entusiasmo.<br />
Per risanare la nostra economia (la farmacologia) e dar nuovo<br />
corso alle nostre monete (i farmaci) è necessario contrastare questa<br />
inflazione incipiente. Come?<br />
Portando avanti una “rivoluzione culturale” che faccia nuovamente<br />
prender coscienza del valore dei farmaci, di quanto essi possano<br />
essere utili, ma anche di quanto possano essere dannosi, di<br />
quali altri progressi possano essere capaci e di quali lezioni possano<br />
impartire.<br />
La vita di un farmaco non è poi così dissimile da quella di un<br />
uomo: la nascita porta con sé dolore, fatica ed aspettativa, la crescita<br />
avviene tra esami ed ostacoli continui ed ogni impedimento<br />
affrontato e superato porta con sé maturità, esperienza e forza.<br />
Così è un farmaco dalla sua sintesi alla sperimentazione premarketing<br />
fino al lungo iter della ricerca post-marketing, così sono<br />
i giovani ricercatori rafforzati dalle difficoltà quotidiane, così sono i<br />
loro maestri che traggono dal confronto continuo l’entusiasmo, lo<br />
stesso entusiasmo del passato che non dovrà mai affievolirsi.<br />
Tutto questo è il nostro Congresso.<br />
Achille Patrizio Caputi