Maggio 2007 - oratorioalzano.it

AlzanoLombardoOK 21-05-2007 16:00 Pagina 2
Per noi cristiani la Pentecoste è l’avvenimento
dello Spirito di Dio che discende a vivificare
l’uomo e a rinnovare il mondo.
• Lo Spirito discende
e ridesta il desiderio di Dio:
scuote la sazietà
e suscita ricerca, nostalgia, attesa
La grande ondata di secolarizzazione che negli
anni recenti aveva invaso i nostri paesi altamente
industrializzati sembrò, per un momento, travolgere
le radici stesse dell’esperienza religiosa. Si parlò
e si scrisse di “eclissi del sacro”.
Oggi, a distanza di anni, la domanda religiosa di
nuovo emerge e si impone. C’è una sete di infinito
nell’uomo che lo apre al senso del mistero. I nostri
vescovi hanno scritto: “Oggi ci sono i segni di una
nuova forma e sete per la trascendenza ed il divino”.
• Lo Spirito discende
e “rinnova la faccia della Terra”
Coloro sui quali lo Spirito discende si trovano
tutti insieme nello stesso luogo, per dire che l’azione
Sua propria è quella di unire, di tenere insieme.
Con la venuta dello Spirito ha inizio in seno all’umanità
una storia nuova, diversa rispetto a quella
iniziata a Babele. Come non ricordare?
Babele sta a dire l’eterna tentazione dell’uomo
che vuole costruire la città senza
2
OGGI È
Pentecoste
Dio. Un rapporto stravolto, che porta alla divisione
tra gli uomini. A Babele essi si dividono e disperdono
perché non si capiscono più e, pur parlando
lo stesso linguaggio, le loro lingue sono diventate
barriere.
A Pentecoste avviene il miracolo: ritorna la capacità
di ascoltarsi e capirsi. Uomini di lingue diverse
si incontrano e si intendono. Torna possibile
la comunione. E’ la festa della fraternità universale.
• Discende lo Spirito
e nasce la testimonianza
Lungo la storia il Vangelo è sempre sotto processo
e lo Spirito svolge il ruolo di “colui che difende”.
Suo compito è mostrare al discepolo che le ragioni
del mondo contro Gesù, nonostante il loro fascino
apparente, sono inconsistenti.
Davanti all’ostilità e al rifiuto, i discepoli sono
continuamente esposti al dubbio, allo scoraggiamento:
lo Spirito difende Gesù nel loro cuore, spiega
la fortuna di essere discepoli.
E così rende possibile e presente la loro stessa
testimonianza, consapevole e coraggiosa.
“Sarete miei testimoni”. Tornare oggi a celebrare
la Pentecoste vuol dire non solo ricordare quel
fatto, antico di venti secoli, ma anche e soprattutto
rivivere quella esperienza, ricevere ancora quel dono:
esserne trasformati.
Vuol dire riconoscere che la Pentecoste continua.
Lo Spirito non è solo alle origini della Chiesa:
è presenza permanente e vivificante.
Da pochi giorni nella nostra comunità è stato celebrato
il Sacramento della Cresima: per questi ragazzi
e ragazze è stata la loro Pentecoste.
Un avvenimento che diventa interrogativo per
tutti: “Che ne è della mia Cresima?”.
Pentecoste: un giorno per pensare ed accogliere.
Ancora lo Spirito discende e il mondo è fatto nuovo.
Don Alberto