Mediazione e mandato, per tacer del contratto d'opera ... - Sellier

8 Vorwort
bensì per il fatto che i pensieri medesimi si trovano esposti in quattro delle
principali lingue dell’Unione, vale a dire, oltre alla mia, e cioè l’italiano,
il tedesco, il francese e l’inglese, ossia le tre lingue delle tre grandi codificazioni
europee e la lingua del common law. È mia profonda convinzione,
infatti, che non esista una lingua del Diritto privato europeo, e che una lingua
del Diritto privato europeo neppure possa essere creata: è mia profonda
convinzione che la pretesa di fare del globish, dell’inglese di chi non è inglese,
una sorta di esperanto del diritto sia, appunto, soltanto una pretesa;
tanto più che se v’è una lingua che male si adatta alla tradizione romano
- civilistica continentale questa è proprio l’inglese. Chiunque si sia mai
cimentato nella traduzione di un testo giuridico da una lingua all’altra sa
bene quanto sia difficile abbandonare il proprio lessico giuridico quotidiano
per trasporre il pensiero che intende comunicare nel linguaggio di un altro
ordinamento; e altrettanto bene sa che leggere un testo giuridico tradotto
è assai più “pericoloso”, sotto il profilo della sua corretta comprensione,
che leggere un testo giuridico in lingua originale.
Sono queste le ragioni per le quali, secondo quanto io credo, un testo
giuridico che intenda rivolgersi anche a Lettori di altri Paesi dell’Unione
dovrebbe essere presentato in almeno due delle principali lingue dell’Unione
stessa, e meglio ancora se in più di due di queste lingue. E sono queste le
ragioni per le quali sarebbe auspicabile, sempre secondo quanto io credo,
che la presentazione di più traduzioni immediatamente insieme al testo
originale divenisse una pratica diffusa.
Ferrara, ottobre 2011 Alessio Zaccaria
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