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LE PRIME NOTIZIE<br />
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le prime notizie<br />
IL TEMPIO OSSARIO DI TIMAU<br />
Nella seconda metà del XIII secolo le famiglie di operai m<strong>in</strong>atori oriunde della Car<strong>in</strong>zia<br />
- che anni prima avevano dato vita all’<strong>in</strong>sediamento di Timau, costruito ai piedi della<br />
strada che portava al passo di Monte Croce Carnico e di fronte all’imponente cascata<br />
del Fontanone - <strong>in</strong>nalzano una chiesa accanto alle loro modeste case. In l<strong>in</strong>ea evidente<br />
con le loro tradizioni etnico-religiose, essi la dedicano a Santa Gertrude. Secondo una<br />
tradizione orale largamente accreditata nei secoli successivi, la chiesa viene edificata<br />
verso la f<strong>in</strong>e del XIII sec. sui resti di un antico tempio pagano <strong>in</strong> cui si celebrava <strong>il</strong> culto<br />
di Timavo, dio celtico delle acque.<br />
Data e scelta simbolica del luogo su cui far sorgere la chiesetta non vantano, come<br />
detto, <strong>il</strong> crisma di una conferma storica; è tuttavia s<strong>in</strong>golare che già dalle sue orig<strong>in</strong>i<br />
l’edificio risulti legato al tema dell’acqua, multiforme elemento che scandirà <strong>in</strong> modo<br />
significativo alcuni importanti momenti della storia del futuro Santuario.<br />
La prima, sicura traccia documentata della chiesa di Santa Gertrude si trova <strong>in</strong> un<br />
atto del notaio Giovanni di Biagio da Gemona che scrive: “Anno 1327, 16 marzo,<br />
Gemona. Testamento di Giovanni di Cazuton di Sudrio. Legati alle chiese di S.<br />
Odo(r)lico di Sudrio, di Santa Gertrude de Detamau (sic!) de Carnea, S. Giacomo<br />
di Paluzza, S. Pietro di Cargna, S. Mart<strong>in</strong>o di Cercivento, di tutti i Santi di Sudrio,<br />
S. Michele di Formeas, S. Nicolò di Sudrio.” 1<br />
Nel 1335 altra menzione della chiesa di S.Gertrude nelle disposizioni testamentarie<br />
del Preposito di S. Pietro Manno de’ Capponi 2 , mentre <strong>il</strong> terzo accenno alla chiesa si<br />
ritrova nel testamento di Leonardo Bruni di Paluzza <strong>il</strong> quale, prima di <strong>in</strong>traprendere un<br />
pellegr<strong>in</strong>aggio a Roma sulle tombe degli apostoli Pietro e Paolo <strong>in</strong> occasione del sesto<br />
Giub<strong>il</strong>eo <strong>in</strong>detto nell’anno 1450 da papa Nicolò V, dispone (doc. A): “...che si celebri<br />
annualmente <strong>il</strong> suo anniversario con dodici sacerdoti, a ciascuno dei quali spetterà<br />
un compenso di venti soldi. Lascia annualmente tre lire di soldi alla chiesa di S.<br />
Maria di Paluzza per l’acquisto di due ceri da collocare sull’altare di Santa Maria;<br />
alla chiesa di S. Daniele lascia <strong>in</strong>vece annualmente quaranta soldi, qu<strong>in</strong>di<br />
ord<strong>in</strong>a vari legati <strong>in</strong> misura di olio <strong>in</strong> favore di numerose chiese tra cui quella di