IL “SENIORITY DAY” 2010 DI TELECOM ITALIA PRIMO ... - Anla
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Accanto, Davide Marra<br />
e a des. Michal Lasko.<br />
In basso, Mastrangelo e Fei a muro<br />
cercano di fermare la Serbia<br />
che conquista il bronzo<br />
secutive di non essere riusciti a raggiungere<br />
neanche la medaglia di<br />
bronzo, certamente alla nostra portata,<br />
che sarebbe stata la ciliegina<br />
sulla torta di un Mondiale disputato<br />
in Italia dopo ben trentadue anni.<br />
Fuori dai denti, gli azzurri come livello<br />
sono arrivati dove potevano,<br />
forse in certi momenti ci si poteva<br />
attendere una maggiore cattiveria<br />
agonistica, quella grinta che – unita<br />
alla spinta del pubblico – avrebbe<br />
potuto concederci qualcosa in più.<br />
Non tanto col Brasile, che ha dominato<br />
nettamente il torneo fino a<br />
schiantare Cuba in finale, ma almeno<br />
con la Serbia che non è sembrata<br />
del tutto invulnerabile.<br />
In sostanza, questi Mondiali saranno<br />
ricordati in positivo per la tripletta<br />
verdeoro e per il caldo pubblico che<br />
ha accompagnato l’Italia nel suo<br />
cammino attraverso Milano, Catania<br />
e Roma risvegliando l’attenzione intorno<br />
al Volley nostrano, un patrimonio<br />
che ora sarebbe scandaloso<br />
perdere. Basti pensare che la semifinale<br />
Italia-Brasile ha fatto registrare<br />
il record di ascolti con oltre 3,5<br />
milioni di telespettatori collegati.<br />
Per il resto saranno Campionati<br />
Mondiali da dimenticare in fretta dal<br />
punto di vista tecnico, visto che non<br />
si è assistito, se non in rarissime occasioni,<br />
al grande Volley. Tutte le<br />
squadre, anche le più forti, hanno<br />
avuto le loro gravi incertezze e molti<br />
grandi protagonisti dell’ultimo decennio<br />
hanno firmato il loro canto<br />
del cigno in Italia a partire dal brasiliano<br />
Giba per arrivare a Nikola<br />
Grbic passando per i grandi vecchi<br />
della Nazionale italiana come Alessandro<br />
Fei e Gigi Mastrangelo. Uno<br />
dei pochi dati positivi è la crescita<br />
di alcuni giovani talenti che segneranno<br />
la Pallavolo nei prossimi anni:<br />
tre o quattro nomi su tutti. I cubani<br />
Wilfredo Leon e Robertlandy Simon<br />
il cui futuro resta però legato alle<br />
scelte politiche della Federazione<br />
cubana, il russo Maxim Mikhaylov,<br />
l’argentino Facundo Conte.<br />
Per quanto riguarda l’Italia, se la<br />
medaglia di legno delle Olimpiadi<br />
di Pechino era stata una positiva<br />
sorpresa e l’undicesimo degli Europei<br />
dello scorso anno il punto più<br />
basso degli ultimi venti anni, questi<br />
Campionati Mondiali non possono<br />
dare garanzie attendibili per come<br />
il quarto posto è venuto alla luce.<br />
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Infatti l’Italia si è mostrata determinata<br />
con le squadre più deboli,<br />
ma si è sgretolata malamente, mostrando<br />
dei limiti soprattutto dal<br />
punto di vista caratteriale, contro le<br />
più forti. Ci sarà da lavorare molto,<br />
senza illudersi per questo risultato,<br />
e bisognerà ripartire con convinzione<br />
dai nuovi talenti nostrani che si<br />
sono messi in luce nel corso della<br />
manifestazione iridata. Da questo<br />
punto di vista, le cose migliori le<br />
hanno fatte vedere gli schiacciatori<br />
Martino e Zaitsev, unitamente con<br />
la mentalità del libero Davide Marra<br />
che non ha mai mollato nei momenti<br />
difficili. La qualificazione alle<br />
prossime Olimpiadi sarà particolarmente<br />
difficoltosa.<br />
Occorrerà dunque che Federazione<br />
e Lega pianifichino un progetto serio,<br />
altrimenti i piccoli progressi di<br />
questa stagione rimarranno fini a se<br />
stessi.<br />
A cominciare dal futuro della guida<br />
tecnica, per il quale al momento non<br />
c’è certezza, visto che il presidente<br />
federale Carlo Magri e il ct Andrea<br />
Anastasi non ne hanno ancora parlato<br />
e il contratto è scaduto. Dice<br />
Anastasi a caldo: «I miei sentimenti<br />
in questo momento sono contrastanti.<br />
Per la felicità di aver portato la<br />
squadra in semifinale, con dei progressi<br />
notevoli rispetto all’ultima<br />
stagione, ma al tempo stesso sono<br />
deluso per quello che non abbiamo<br />
fatto in queste ultime due partite.<br />
Devo rifletterci. E poi bisogna chiedere<br />
alla Federazione. Io ho un rapporto<br />
di oltre 20 anni con Carlo Magri.<br />
Lo rispetto tanto e dunque se ne<br />
parlerà al momento opportuno e vedremo<br />
se potremo continuare insieme<br />
il cammino». n