Festschrift zum 100-Jahr-Jubiläum des VAP - ERFA

Il rilancio della Ferrovia Italiana, politiche strutturali
Scoprire come risolvere la cronica crisi del trasporto merci via ferrovia
in Italia potrebbe essere materia di approfondimento per ricercatori
delle Università di tutto il mondo. Ciò che modestamente
cercherò di fare in queste poche righe sarà di dare un colore alle
zone grigie del panorama industriale e trasportistico italiano in
modo che possano essere compresi i rischi di una politica del contingente
e visualizzati gli obiettivi strategici da porsi nel mediolungo
termine.
L’elemento più importante che accumuna la politica ferroviaria e
la politica economica del nostro Paese è, infatti, il profilo di breve
periodo che condiziona la capacità di trasformare idee di assoluto
rilievo in progetti che rendano questo paese adeguato da un punto
di vista normativo e infrastrutturale.
L’evolversi dei paesi limitrofi e soprattutto la rapidità con cui
stanno crescendo le economie d’Oriente mostrano impietosamente
che l’organizzazione e i percorsi decisionali italiani sono
troppo lenti, macchinosi e impervi per consentire al Paese una
risposta rapida ed efficace alle problematiche del settore.
Il secondo grave difetto della politica Italiana in materia di trasporti
e di economia è la totale non consapevolezza della dipendenza
nazionale dalle politiche comunitarie presso la cui sede l’efficacia
e l’incisività dell’attività governativa e ministeriale lascia
storicamente molte perplessità sia per la coerenza delle azioni portate
avanti che per l’importanza riconosciuta alle decisioni finali di
questo fondamentale organo di governo dell’Economia continentale.
Come parziale consolazione, credo e temo che questo problema
sia condiviso da altre realtà europee che tuttavia hanno quantomeno
mantenuto gelosamente la bussola orientata alla crescita del
proprio paese.
E’ grave invece che nel nostro Paese questo non avvenga. Si
manifesta così il paradosso che alla distrazione con cui l’Italia segue
l’Europa faccia seguito la necessità di compensare costantemente il
gap normativo conseguente, ritrovandosi a governare un Paese al
traino e sempre indietro rispetto agli altri grandi paesi Europei.
Sebbene l’attività normativa dell’Unione stia velocemente modificando
gli assetti precostituiti nei decenni, il Normatore italiano
non sembra essersi curato degli effetti sul nostro sistema, avendo
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