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SIAMO DI NUOVO INSIEME
animano molti italiani? Un esempio per tutti, con una
premessa. La Sardegna, la più grande isola del
Mediterraneo seconda solo alla Sicilia, è suddivisa in
aree diverse con forti connotazioni etniche e anche con
differenze di lingua. Ecco cosa scrive spiritosamente
un abitante di quell’isola e di una di quelle aree:
«Io sono per la secessione, perché noi sardi
abbiamo una lunga e gloriosa storia. Obiettivamente
non abbiamo niente in comune con voi discendenti
di quelle meschine città-Stato. Noi siamo un popolo
coeso, unito, unico e totalmente diverso da voi. Ora
che ci penso: io non sono proprio sardo. Chiedo
dunque l’indipendenza della sola Gallura che come
tutti sanno ha una propria storia legata a quella della
Corsica. Anzi. Chiedo l’indipendenza dell’alta
Gallura vessata da decenni da quei ladroni della
bassa Gallura che si fregano tutti i turisti della Costa
Smeralda. Anzi. Non sopporto gli abitanti di Tempio
Pausania, il paese vicino al mio. Chiedo quindi
l’indipendenza di Bortigiadas (800 abitanti). Voglio
l’indipendenza del paese anche da quella palla al
piede che è la frazione di Tisiennari».
Spiritoso ma non tanto, se pensiamo che in Italia
esiste, a pochi chilometri dalla città di Sanremo in
Liguria (vi ricorda qualcosa il festival della canzone
italiana?) un paesino, peraltro molto bello, di nome
Seborga – provare ad andarci per credere - che si è
autoproclamato «Principato di Seborga». Il curioso è
che batte moneta (il Luigino, spendibile nel territorio
attinente Seborga), ha una bandiera, un governatorato
(9 ministri) e un principe eletto dal popolo
(attualmente «regnante» Marcello I). Tutto senza
valore legale. Per ora. In futuro: hai visto mai? E i
turisti vanno a visitarlo divertendosi a fare shopping
di souvenir nei negozietti del luogo, alimentando il
benessere economico e dando agli abitanti l’illusione
di essere un «regno» indipendente. Lo Stato e il
governo regionale italiano chiudono un occhio e
lasciano fare. Gli affari sono affari.
principe ales de popor (acum, „suveran”, este
Marcello I). Totul este fără valoare legală.
Deocamdată. În viitor, poți să știi? Și turiștii merg
să-l viziteze și se distrează cumpărând suveniruri din
magazinașele locului, alimentând bunăstarea
economică și dându-le locuitorilor iluzia că sunt un
„regat” independent. Statul și guvernul regional
italian închid ochii și îi lasă cu iluzia lor. Afacerile
sunt afaceri.
• Traducere: Mariana Voicu
30 IUNIE • AUGUST 13
• Antonio Rizzo